Foto Blaco – archivio Asaps
(Asaps) Il nostro è l’unico paese d’Europa nel quale 2 feriti su 3 negli incidenti stradali, sfuggono alla preliminare verifica dei rilievi delle forze di polizia. Secondo l’Istat nel 2008 si sono contate sulle strade 315.470 vittime di incidenti ed esattamente 4.725 morti e 310.745 feriti (311.495 nel 2009 di cui 4.237 morti e 307.258 feriti). Secondo i più recenti dati disponibili dell’Ania, anno 2008, le vittime totali tra morti e feriti ammontano a 1.057.621. Come si capisce, c’è davvero una gran differenza tra il dato che viene divulgato da Ania come reale e che si riferisce ai costi assicurativi rispetto ai dati ISTAT che, abbiamo visto, parla di un totale tra morti e feriti nel 2008 pari a 315.470 persone. Fanno 741.151 vittime in più, che vanno ricercate in un sommerso nebuloso nel quale ci dobbiamo mettere certamente gli eventi annotati nel CID, ma anche le truffe o le frodi alle compagnie, con una ricaduta a dir poco folle sulle tasche del contribuente. Ciò, ovviamente, comporta una crescente incapacità dell’utenza di corrispondere i premi assicurativi, con conseguente aumento degli atti di pirateria (secondo l’Asaps in forte crescita nel 2010) e del ricorso al mercato delle assicurazioni false per non parlare delle sempre più frequenti fughe all’alt della polizia. Già appare sospetto il fatto che la frequenza dei sinistri in Italia sia di 8,6 ogni 100 assicurati, di fronte ad una medie UE di 7,2. Ma ancora più incredibile è il dato che in Italia circa il 21% dei sinistri provochi danni alle persone, contro una media europea di 13,5 e paesi vicini al nostro per tipologia della mobilità come Francia, Germania e Belgio che si fermano intorno a 10%. Crediamo sia giunto il momento di vedere chiaro in quella fetta di 2 terzi di incidenti non rilevati dalle forze dell’ordine e soprattutto 2 terzi di feriti che vengono liquidati dalle compagnie con il riconoscimento di invalidità che vanno, secondo l’Ania, nell’87% dei casi da 1 a 9 punti e nel 70% con invalidità ricomprese tra 1 e 2 punti. Sono costi enormi derivanti da incidenti con dinamiche da accertare nei dettagli, soprattutto con le verifiche delle lesioni attraverso la ricostruzione a tavolino dei sinistri, magari individuando appositi uffici e autorità con poteri di polizia giudiziaria per accertare la reale portata dei fatti. Va istituita da subito un’agenzia antifrode. Si consideri che in Italia il numero medio delle persone ferite per sinistro è di 1,30. Il che vuol dire che quei 741.151 feriti si sono contati in circa 570.000 incidenti senza rilievi su strada. Il costo per il solo risarcimento dei danni fisici alle persone secondo Ania è di 9,5 miliardi di euro. L’11% dei risarcimenti riguarda invalidità fra l’1 e il 2%, costo,1,7 miliardi di euro. Il 13% riguarda invalidità fra il 3 e il 9 %, costo 1,8 miliardi di euro. Secondo i dati ISVAP riferiti al 2005, i sinistri viziati da attività fraudolente sarebbero stati circa 90mila, il 3% del totale, contro il 5% della Francia e il 10% della Gran Bretagna. Una cifra che, secondo Asaps, appare inverosimile e sottostimata sulla quale è doveroso vedere chiaro. Intanto i costi delle polizze aumentano sensibilmente e inesorabilmente anche per i conducenti che non hanno causato incidenti.
Forlì, 4.1.2011 Giordano Biserni Presidente Asaps
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