LA NAZIONE CRONACHE DI FIRENZE LOTTA ALL’ALCOL NEL NOME DI LORENZO “PIANO STRATEGICO PER LA SICUREZZA” L’iniziativa un volume dedicato al ragazzo travolto e ucciso alle Cascine Di Giampaolo Marchini Domenica 2 gennaio 2011 - UN VOLUME ideato e sviluppato da chi aveva e continuerà ad avere nel cuore la grande vitalità di Lorenzo Guarnieri, lo sfortunato ragazzo che ha perso la vita nella notte tra il primo e il 2 giugno scorso, travolto e ucciso a bordo del suo scooter da un uomo che guidava sotto l’effetto di alcool e droga lungo il viale degli Olmi alle Cascine. ‘Il tuo ricordo è la nostra forza. Ciao Lore è il titolo del libro che ha come scopo quello di non dimenticare il sorriso solare e la vitalità di un ragazzo di 17 anni che solo da poco aveva iniziato a vivere con pienezza la propria gioventù. Gioventù strappata ai genitori che hanno avuto la forza, confortati da tante persone, a creare una fondazione che “abbia la capacità di trasformare questo grande dolore in azione concreta per salvare vite umane”, come ha più volte ribadito il babbo di Lorenzo, Stefano Guarnieri. Ecco che il libro – scritto da tutti quelli che hanno imparato ad apprezzare le doti umane e la vitalità di Lorenzo – sarà anche uno strumento concreto per sostenere le iniziative dell’associazione che a breve incontrerà il sindaco Matteo Renzi per mettere a punto un piano strategico integrato per la sicurezza sulle strade. “Piano che abbia o scopo – riprende Stefano Guarnieri – di favorire anche un’attività di prevenzione sul consumo consapevole dell’alcol, non solo tra i giovani, come sta facendo l’associazione Contatti con la campagna Drink or drive, ma anche tra gli adulti”. (*) Non solo. “Come accade nei paesi anglosassoni – precisa Stefano Guarnieri – le amministrazioni devono essere valutate su risultati misurabili, non sulle procedure. Devono quindi porsi un obiettivo di vite da salvare. Palazzo Vecchio ci ha ascoltati dedicandoci del tempo e si è preso un impegno: quello di presentare un piano strategico integrato per la sicurezza sulle strade a Firenze entro giugno 2011 da predisporre insieme all’associazione Lorenzo Guarnirei”. SERVIRA’ anche un approccio diverso da parte del legislatore che in Italia, a differenza di altri paesi, gli ‘omicidi’ sulla strada causati da persone non in possesso delle proprie facoltà, mentre sono alla guida, perché ubriache o sotto l’effetto di droga sono catalogati sotto la voce ‘colposi’. “Vogliamo aiutare la nostra comunità a ‘prendere sul serio’ il problema della violenza sulle strade. Ogni giorno in Italia muoiono 14 persone sulle strade, mentre in Inghilterra ne muoiono la metà: 7. Quella sulle strade è la prima causa di morte per i ragazzi dai 13 ai 21 anni. Dobbiamo far capire a chi governa che la maggior parte degli incidenti stradali può essere evitata: questa deve diventare una priorità delle nostre amministrazioni”. ECCO PERCHE’ bisogna affrontare il problema della sicurezza stradale in maniera integrata (educazione, regole, applicazione delle regole, pene, strutture, competenze) tentando di introdurre l’approccio inglese (‘delivery unit’), modello che Stefano Guarnieri guarda come modello necessario per combattere concretamente la piaga delle morti – soprattutto giovani – sulle nostre strade. Perché il messaggio resta sempre lo stesso: ‘Non guidare quando non sei in condizioni. Sei come un arma e puoi uccidere’. (*) Nota: se siamo d’accordo sul principio “o guidi o bevi” la prima cosa da fare è portare l’alcolemia consentita a zero. Prima stabiliamo una regola che sancisca l’incompatibilità tra alcolici e guida, poi discutiamo su tutto cosa serve per farla diventare prassi. Tutte le norme del codice stradale sono stabilite e imposte. Nei confronti degli alcolici, invece, è come se la regola di non bere prima di guidare dovesse discendere solamente da un insieme di consapevolezza, educazione, buon senso ecc.. Provate a immaginare che vengano fatti corsi, campagne di informazione, slogan per convincere i guidatori a non superare i cinquanta orari nei centri abitati, senza però prevedere una norma che lo imponga. Assurdo vero? Appunto.
QUOTIDIANO DEL NORD Forlì, Asaps: il dove, come, quando e chi degli incidenti stradali in Italia Forlì - 3 gennaio 2011 - Il dato sulla sinistrosità relativo al 2009, diffuso da ISTAT ed ACI nel novembre di quest’anno, è senz’altro il migliore di sempre. Prima di entrare nel merito di ciò che è accaduto – o di cosa si è saputo – nel 2009, è bene rammentare che il rapporto ISTAT ha fatto segnare un eccellente -10,3% del numero dei morti: le vittime accertate sono state infatti 4.237 (4.725 nel 2008), mentre i feriti – nessuno ci dice in quale fattispecie di gravità – sarebbero stati 307.258, contro i 310.745 registrati nel 2008 (-1,1%), con 215.405 sinistri rilevati dalle forze di polizia, 3.558 in meno del precedente anno, quando il numero aveva raggiunto quota 218.963 (-1,6%). Entrando nel merito del rapporto, si trova la conferma che le strade urbane sono il primo teatro della sinistrosità stradale del nostro Paese. Si pensi che nelle aree cittadine, nel corso del 2009, si sono verificati 163.716 incidenti pari al 76% degli incidenti totali rilevati dalle forze di polizia (erano il 76,8% anche nel 2008), nei quali hanno perso la vita 1.892 persone pari al 44,7% delle vittime mortali. I feriti sono stati 233.166 cioè il 72,6% del totale degli ingressi ai pronto soccorso. Sulle autostrade si sono verificati invece 12.200 incidenti, pari al 5,7% del complesso dei sinistri, nei quali hanno perso la vita 350 persone, l’8,3% delle vittime della strada. I feriti sono stati 20.538 il 6,7% delle ospedalizzazioni totali. Sulle altre strade e in queste sono ricomprese le strade Statali, Provinciali, Comunali Extraurbane e Regionali, si sono verificati 39.489 incidenti pari al 18,7% dei sinistri totali nei quali hanno perso la vita 1.995 persone, il 47,1% dei lenzuoli bianchi stesi sull’asfalto e 63.554 feriti che corrispondono al 20,7% delle lesioni personali totali. Un altro dato ci sembra però significativo e cioè l’indice di mortalità delle varie tipologie di strada (cioè il rapporto tra il numero di morti e il numero degli incidenti, moltiplicato 100). L’indice di mortalità generale del 2009 è stato di 2,0 (era 2,7 nel 2001). Cioè 2 morti ogni 100 incidenti rilevati dalle forze di polizia. Ma con Indici molto diversi a seconda delle strade. Per quelle Urbane infatti l’indice di mortalità scende a quota 1,2, per le autostradale e i raccordi l’indice sale a 2,9, ma il record della mortalità tocca alle altre strade (cioè le Statali, Provinciali, Comunali extraurbane e Regionali) nelle quali l’indice schizza a 5,1. Quasi il triplo dell’indice generale di mortalità e il quintuplo rispetto alle strade Urbane. Le Polizie Locali hanno rilevato il 65,2% dei sinistri (una risposta a quanti dicono che la Municipale pensa solo a sanzionare), la Polizia Stradale è intervenuta nel 18,7% degli incidenti e i Carabinieri nel 15,9%. Il mese fatidico per gli incidenti stradali è stato ancora quello di luglio, con 21.858 sinistri in valore assoluto e con la media record di 705 incidenti al giorno. Secondo il rapporto, il settimo mese rappresenta il record anche sul fronte della mortalità, con 498 decessi, pari a 16 al giorno. Come indice di mortalità (cioè il rapporto tra il numero di morti e il numero degli incidenti, moltiplicato 100) è invece agosto a prevalere, con 2,5 morti ogni 100 incidenti contro i 2,3 di luglio e i 2,0 di maggio e ottobre. Perché luglio è più pericoloso, anche dal punto di vista della frequenza dei sinistri, rispetto ad agosto, mese delle vacanze per eccellenza? Secondo l’analisi dell’Asaps il motivo può essere riconducibile al fatto che luglio sta diventando sempre più anche un mese di movimenti turistici e di vacanza in generale, con la caratteristica però di vedere una maggior miscelazione di traffico turistico, composto in prevalenza da gente meno esperta alla guida, meno abituata a viaggiare sulle autostrade e sulle statali, caratterizzate ancora da un intenso traffico commerciale prima del tradizionale stop di agosto. Il giovedì con 33.414 incidenti diventa il giorno più rischioso della settimana e supera di un soffio il venerdì con 33.349 scontri che era sempre in testa fino al 2008. I giorni con meno incidenti sono il sabato con 29.522 e la domenica con 23.073, che però sono i due giorni col maggior numero di morti, rispettivamente 708 e 696, come dire meno incidenti ma molto più gravi. In questo caso molta delle differenza la fanno le ore notturne del sabato e della domenica. L’orario in assoluto nel quale si contano più incidenti è quello che va dalle 18 alle 19 con 17.367 impatti, che precede le ore 17 con 17.367 sinistri. Alta la frequenza degli incidenti anche dalle 8 alle 9 e dalle 9 alle 10 con 12.594 e 12.982 sinistri. Le ore più rischiose come indice di mortalità sono assolutamente quelle notturne che vanno verso l’alba. Si consideri che di fronte ad un indice medio di 2,0 abbiamo un indice di 2,3 a mezzanotte. 3,2 all’una di notte, 4,9 alle due, 3,4 alle tre, 4,9 alle quattro, e l’ora maledetta con 5,2 alle cinque, 4,8 alle sei. Gli indici più bassi di mortalità sono proprio quelli delle ore con maggiore frequenza di incidenti: 1,3 alle otto, 1,4 alle nove, 1,7 alle diciotto. Per individuare la fascia oraria notturna viene convenzionalmente considerato l’orario che va dalle 22 alle 6 del mattino, nel quale si sono contati 27.872 incidenti stradali pari al 12.9% del totale, nei quali 986 persone hanno perso la vita, pari al 23,3% del totale delle vittime. I feriti della notte sono stati 45.242 cioé il 14,7% del dato complessivo. Sono però le notti del venerdì e sabato a causare il maggior numero di eventi. Si consideri che nelle 16 ore maledette del venerdì e del sabato si sono verificati in totale 12.051 incidenti pari al 43,2% di tutte le notti della settimana, nei quali hanno perso la vita 415 persone (in gran parte giovani) cioé il 42,1% dei lenzuoli bianchi stesi nelle notti di tutta la settimana. I feriti del venerdì e sabato notte sono stati 20.687, pari al 45,6%. Si può fare per questo pericoloso segmento della mobilità una ulteriore divisione per comprendere la portata del problema. Le strade in assoluto più pericolose nella notte, e in quelle dei fine settimana in particolare, sono le strade extraurbane, intendendo con questa definizione tutte le strade Statali, Provinciali, Comunali extraurbane, le Autostrade e i raccordi. Infatti è proprio sulle extraurbane a fronte di un limitato numero di incidenti, 3.639 in tutto, che si è contato il maggior numero di morti: 239 pari al 57% del totale delle vittime di quelle due notti (101 il venerdì notte e 138 il sabato notte) e 20.627 feriti. Mentre nelle strade urbane si sono contati ben 8.412 incidenti, con 14.020 feriti e un numero più limitato di morti: 176 in totale (82 il venerdì notte e 94 il sabato notte). In sostanza per evidenziare la maggiore pericolosità delle strade extraurbane possiamo fare riferimento all’indice di mortalità. Sappiamo che l’indice medio è pari a 2. Nelle strade urbane è 1,2. Nelle ore notturne l’indice della mortalità sale a 2,1 nelle strade urbane e schizza a 6,8 nelle extraurbane (6,6 il venerdì e sabato in quanto in quelle notti il numero tale dei sinistri è più alto). Insomma l’impegno delle forze di polizia, anche con lo strumento delle modifiche al Codice della strada recentemente intervenute, deve continuare su questo versante. Le notti continuano ad essere le più pericolose, quelle del fine settimana in particolare. Se investighiamo invece sulla tipologia degli scontri e delle rispettive cause, scopriamo che 3 incidenti su 4, esattamente il 75,2%, avvengono fra due o più veicoli. Il resto, pari al 24,8%, vede coinvolti veicoli isolati: sbandamenti e fuoriuscite autonome. Nella prima tipologia di incidenti, il sinistro più comune è il cosiddetto scontro frontale - laterale (due veicoli solitamente provenienti da direzioni diverse), con 76.095 scontri che hanno causato 1.071 morti e 112.165 feriti. Segue in questa graduatoria il tamponamento (classico sinistro autostradale, ma non solo) che ha fatto registrare 38.995 casi nei quali si sono contati 382 morti e 64.706 feriti. Nella seconda casistica, quella che coinvolge singoli veicoli isolati, abbiamo visto che il caso più diffuso è costituito dalla fuoriuscita o sbandamento del veicolo, nel quale entrano in gioco anche motivi spesso riconducibili a fattori legati alla stato psico-fisico dei conducenti da abuso di alcol, sostanze stupefacenti, uso di medicine, colpi di sonno, distrazione. Gli incidenti registrati in questa tipologia che coinvolge veicoli isolati sono stati 20.646, nei quali sono morte 845 persone e 25.750 sono rimaste ferite. Nello specifico l’investimento di pedone rappresenta l’ 8,6% degli incidenti complessivi, con 18.472 casi in cui hanno perso la vita 611 persone (ma vedremo che il totale dei pedoni deceduti è più alto, forse perché si aggiungono poi i decessi conseguenti a scontri fra veicoli) e 20.887 sono rimasti feriti. Se si fa riferimento ai soli incidenti mortali possiamo constatare che i casi più frequenti sono lo scontro frontale - laterale (30,2%), la fuoriuscita (16,7%) e lo scontro frontale (15,4%). Se andiamo ad analizzare l’indice di mortalità delle varie tipologie di scontro possiamo accertare che quella più pericolosa con 4,3 decessi ogni 100 incidenti è lo scontro frontale, segue la fuoriuscita di strada con 4,1 decessi ogni 100 incidenti, dall’urto con ostacolo accidentale 3,8 e dall’investimento di pedone 3,3 morti ogni 100 incidenti. Gli incidenti sono quasi esclusivamente conseguenza di comportamenti sbagliati alla guida. Infatti il 44,7% degli incidenti è accreditato al mancato rispetto della precedenza, alla guida distratta e alla velocità troppo elevata. E’ stato rilevato poi in 8.097 casi il comportamento scorretto del pedone peri al 3% delle cause totali di incidente. Una importante e delicata novità nella descrizione delle cause di incidenti è costituita dal fatto che nel 2009 non sono stati pubblicati i dati sugli incidenti stradali riconducibili allo stato psico-fisico alterato del conducente e a difetti o avarie del veicolo. Ciò secondo ACI - Istat a causa dell’esiguo numero di circostanze presunte addebitabili alle cause indicate. Infatti il report del 2009 specifica che: Per motivi legati spesso all’indisponibilità dell’informazione al momento del rilievo, inoltre, risulta da parte degli Organi di rilevazione, di estrema difficoltà la compilazione dei quesiti sulle circostanze presunte dell’incidente, quando queste siano legate allo stato psicofisico del conducente. Il numero degli incidenti nei quali è presente una delle circostanze appartenenti ad uno dei due gruppi sopra citati risulta, quindi, sottostimato. In particolare, nel caso di incidenti stradali con circostanze presunte legate allo stato psicofisico alterato del conducente si rileva una netta discrepanza con i risultati diffusi da altri organismi internazionali, che hanno condotti studi ad hoc su queste tematiche. Preso atto di questa doverosa precisazione, ci domandiamo però ora quali misure saranno adottate per conoscere in modo non approssimativo il numero degli incidenti e delle vittime riconducibili allo stato psicofisico alterato del conducente. Ciò in un Paese come il nostro nel quale il tasso di incidentalità grave rimane alto e nel quale negli ultimi 4 anni sono state approvate severe leggi di contrasto all’alcol e alle sostanze e sono state attivate diverse ed efficaci attività di contrasto e rilevazione con etilometri e precursori. Per questo chiediamo fermamente, come ASAPS, di conoscere esattamente qual è la portata del fenomeno. Non ci basta sapere che i dati di oggi sono inattendibili. Lo sapevamo e lo dicevamo da tempo. Ora si organizzino modalità di raccolta più attendibili, e ci facciano sapere i risultati, ma da subito. Se è vero che gli incidenti calano, e con essi le vittime, è altrettanto vero che le fasce d’età a maggior rischio rimangono sempre le stesse. Quella che fa registrare il maggior numero di decessi fra gli uomini rimane compresa tra i 20 dei i 24 anni, quella caratterizzata dalla maggior presenza di patenti fresche di inchiostro, più soggetta al rischio notturno ed alla scarsa confidenza con l’alcol. Anche le fasce che fanno da 25 a 29 e da 30 a 34, però, fanno segnare valori molto elevati. Per le donne la prima fascia di rischio è sempre quella da 20 a 24 anni. Ma per quelle successive si passa alle fasce d’età degli anziani, cioè 75-79 e 80-84 anni. Secondo l’Istat questo maggior numero di donne anziane decedute è attribuibile al maggior coinvolgimento delle stesse nel ruolo di pedone. Anche per quanto riguarda i feriti sono i più giovani a dover ricorrere alle cure dei sanitari. Per entrambi i sessi la fascia di maggior rischio è qualla fra i 15 e i 34 anni, con un picco nella classe 20-24. Alla fine dei conti però gli uomini sono sempre quelli che pagano il costo maggiore. Le vittime di sesso maschile nel 2009 sono state 3.311 su 4.237 pari al 78% le donne che hanno perso la vita sulle strade sono state 928, pari al 22%. Fra i 307.258 feriti gli uomini sono stati 190.668 pari al 62%, le donne 116.590, 38%. Fra i morti da incidente i conducenti sono stati 2.934, pari al 69,2% del totale, i feriti sono stati 213.116, cioé il 69,4%. Anche in questo caso gli uomini sono l’assoluta maggioranza con 2.621 conducenti morti pari all’89%, le donne sono state 313 cioé l’11%. I feriti fra i conducenti maschi sono stati 151.476 pari al 71%. Le donne si sono fermate a quota 61.640, cioé il 31%. Anche fra i conducenti la fascia d’età più colpita è quella dei giovani fra i 20 e i 24 anni con 316 morti e 26.941 feriti. In questo caso, se si fa una distinzione di genere, si osserva che per i maschi la fascia più colpita è la solita fra i 20 i 24 anni, fra le femmine è tra i 20 e i 29 anni. Per quanto riguarda i conducenti morti secondo la tipologia delle strade l’Istat rileva come il numero dei decessi, in termini assoluti, sia più elevato sulle strade extraurbane per entrambi i sessi (1.367 maschi e 177 femmine). Per quanto riguarda il numero dei feriti in valori assoluti, il numero più elevato si riscontra invece sulle strade urbane piuttosto che sulle autostrade o le strade extraurbane. Se osserviamo i dati dei conducenti feriti rileviamo che la relativa percentuale rispetto ai conducenti coinvolti è più elevata per le strade extraurbane per i maschi con 56,6% di conducenti feriti ogni 100 conducenti coinvolti. Mentre per le autostrade e i raccordi prevalgono le femmine con 74,5 feriti per 100 conducenti coinvolti. Su 4.237 vittime totali del 2009, l’Istat fissa a quota 636 il numero dei passeggeri morti, pari al 15% del totale. Si arriva al 100% con i 667 pedoni che hanno perso la vita nel 2009, pari al 15,7% delle vittime. Analizzeremo in un’altra scheda questa categoria di utenti deboli della strada. Fra i feriti i passeggeri raggiungono quota 73.816 pari al 24% del numero complessivo degli ingressi ai pronto soccorso. I pedoni che hanno riportato lesioni più o meno gravi sono stati invece 20.326, pari al 6,6% del totale. L’indice di gravità, cioé il rapporto fra il numero totale dei morti e dei feriti, moltiplicato 100 è di 1,4 per i conducenti, 0,9 per i passeggeri e di 3,2 per i pedoni. Articolo di Giordano Biserni (presidente Asaps, Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale) e Lorenzo Borselli
GAZZETTA DELLO SPORT Carrera adesso è nei guai Una telecamera lo smentisce Le immagini dello schianto che sulla A4 ha ucciso due ragazze la notte di Capodanno non coincidono con la versione dell’ex difensore, indagato per omicidio colposo. Aveva detto di non aver visto la macchina per il buio ma sono invece tante le auto ferme con le quattro frecce MILANO, 3 gennaio 2011 - "Sembra una esplosione". È quello che gli agenti della Polizia stradale hanno visto analizzando le immagini di una telecamera puntata sull’A4 tra Dalmine e Bergamo la notte di Capodanno nel momento in cui la Mercedes R dell’ex calciatore Massimo Carrera ha centrato in pieno la Ford KA nella quale sono morte le studentesse Chiara Varani e Patrizia Paninforni, entrambe di 23 anni. Chi indaga ha adesso un quadro più chiaro di quello che è accaduto alle 3.30 di sabato, che non coincide con le dichiarazioni di Carrera ("Era buio, non le ho viste"). Tante luci - Secondo quanto si è saputo dalla Polstrada, la Ford KA con a bordo Chiara, Patrizia e l’amica Nadia (ferita) viaggiava sulla seconda corsia, preceduta da un’auto con la mamma di Chiara e il compagno, il fratellino Luca e la nonna Carmen. In fase di sorpasso la Fiat Punto, guidata da un 38enne vicentino, ha colpito la Ford KA sulla parte posteriore sinistra, ribaltandosi. Il pre test dell’etilometro a cui è stato sottoposto il vicentino, che non ha valore medico-legale, è positivo: tasso alcolico di 1,4 grammi per litro di sangue (il limite è 0,5). Si attende la conferma dagli esami ematici. Le immagini mostrano la Ford KA di traverso tra la seconda e la terza corsia, l’auto con i parenti di Chiara ferma più avanti sulla corsia d’emergenza e altre macchine che mettono le quattro frecce e frenano. "Sembra di vedere un albero di Natale, con le luci a intermittenza", dice chi ha visionato il filmato. Dopo 2-3 minuti c’è un altro impatto lieve tra una Mercedes ML (il guidatore aveva un tasso di alcol nel sangue di 0,39) e la Ford KA. La mamma di Chiara fa uscire dall’auto Nadia e parla con la figlia, che è al posto di guida e ha un piede imprigionato. Anche Patrizia è viva, ma non riesce a liberarsi. La Ka delle due giovani colpita dalla Mercedes di Carrera. Ansa lo schianto — Circa 7-8 minuti dopo il primo incidente si vede la Mercedes R a 7 posti di Carrera piombare sulla Ford KA. "Sembra una esplosione", dice chi indaga. L’ex juventino era in auto con la moglie Pinuccia, la secondogenita e tre amiche della figlia. Secondo la Polstrada non è stato sottoposto all’etilometro (ma qualcuno ha fatto sapere ai giornalisti che il valore del test sarebbe vicino a 1, prima di smentire), solo agli esami del sangue, i cui esiti saranno noti tra qualche giorno. Carrera e gli altri due conducenti, comunque, sono indiziati a piede libero per omicidio colposo. Roberto Pilucchi
IL MATTINO Ubriaco alla guida della propria auto, azzarda un sorpasso ad alta velocità Tullio De Simone 03/01/2011 - Ubriaco alla guida della propria auto, azzarda un sorpasso ad alta velocità, travolge una vettura che procedeva in senso opposto e ne resta ucciso sul colpo il conducente. L’impatto, frontale e violentissimo, è accaduto nella notte del primo dell’anno sul retro dell’aeroporto, altezza via Giovanni Pascoli, l’arteria stradale che costeggia Capodichino e porta alla circumvallazione esterna di Napoli. Un’Alfa Romeo 156 grigia guidata da Domenico E., di 46 anni, residente a Casoria, alle spalle piccoli precedenti con la giustizia, verso la mezzanotte ha cominciato paurosamente a sbandare e poi, secondo una prima ricostruzione fatta dagli inquirenti, mentre era in fase di sorpasso ha invaso la corsia opposta ed è venuta in collisione con una Fiat 126 bianca, che procedeva nel senso inverso e alla cui guida v’era un quarantenne napoletano, F. M., incensurato, abitante in de Pinedo, praticamente morto all’istante per la gravità dei traumi e delle ferite riportate. Inutile, infatti, è stato l’arrivo di lì a poco dell’ambulanza del 118, l’uomo già non dava più segni di vita. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Casoria, diretta dal capitano Gianluca Migliozzi. Ai militari si è presentata una scena molto cruenta, con una delle due auto accartocciata, un uomo ormai privo di vita, e l’altro ferito e svenuto ancora al volante. Trasferito successivamente in ospedale, Domenico E. è stato sottoposto al narcotest e all’alcoltest, risultando negativo al primo ma positivo al secondo, in quest’ultimo caso facendo riscontrare nel sangue un tasso superiore alla norma prevista di 0,50 mg. per litro. L’uomo è stato quindi, denunciato per omicidio colposo, il caso è stato affidato al pm di turno in Procura, Giovanni Corona, che ha disposto il trasferimento della salma di F. M. al primo Policlinico di Napoli per l’esame autoptico. Insomma, l’anno nuovo è cominciato con l’ennesima tragedia stradale, ma sull’asfalto sempre più insanguinato non sempre la fa da padrona la fatalità, in quanto sia l’eccesso di alcool che il consumo di droghe varie continuano a mietere sempre più vittime innocenti. Una piaga sulla quale occorre più di una riflessione per individuare soluzioni e rimedi a ogni livello, specie nei fine settimana quando il rischio è più elevato. Tra l’altro, proprio nella notte di Capodanno appena trascorsa, al Cardarelli sono stati trasportati più ubriachi che vittime di fuochi d’artificio, con dieci persone, quasi tutte minorenni, addirittura ricoverate in coma etilico al centro antiveleni. Insomma, sbornie euforiche assai gravi. Una realtà che ha scosso gli stessi medici in corsia che, nel mettere in guardia soprattutto gli adolescenti, hanno lanciato un vero e proprio allarme contro un fenomeno sempre più attuale e che ha fatto registrare l’ennesima conferma anche nell’elevato numero di sos registrato a Napoli dalla centrale operativa del 118, con 30 segnalazioni su 150 richieste dopo la mezzanotte. Cifre preoccupanti, che meritano molta attenzione.
CORRIERE ADRIATICO Sei persone investite, in azione due auto Tentato omicidio, questa l’ipotesi dei carabinieri sulla maxi rissa. L’accusato ancora in carcere Pesaro Resta in carcere il giovane di 20 anni, non ancora compiuti, che la notte di Capodanno al culmine di una rissa avvenuta nel corso di una festa a Villa Fastiggi, è salito in auto e ha investito sei persone. Oggi il giudice dovrà decidere se convalidare il fermo e trasformarlo in arresto. Le indagini sul violento episodio che è costato a C.B. un’accusa di tentato omicidio, da parte dei carabinieri di Borgo Santa Maria e del nucleo operativo di Pesaro, procedono serrate. Gli inquirenti infatti non nascondono il sospetto che a travolgere le sei persone, siano state due vetture e quindi due autisti. Tra le vittime dell’investimento anche una donna di 68 anni che ha riportato nell’impatto un grave trauma cranico. Intanto i contorni della vicenda si fanno più nitidi. Al veglione di Villa Fastiggi, sotto un grande tendone, stavano festeggiando due famiglie di giostrai italiani. Il clima era euforico anche per l’abbondante scorrere di alcol. L’arrivo di C.B. e di un altro ragazzo ha portato scompiglio nella grande comitiva tanto che la rissa scoppiata ha visto i due giovani affrontare una sessantina di persone appartenenti ad entrambe le famiglie. Non potendo sostenere l’impari lotta i due se la sono data a gambe. Per ritornare successivamente, probabilmente a bordo di due vetture, e investire il gruppo di sei persone. Le auto - come detto - forse erano due. Di certo c’era la Mini Cooper condotta dal ventenne. Le indagini dei carabinieri stanno cercando di ricostruire anche i motivi alla base della maxi rissa. Sembra esclusa però l’ipotesi iniziale che paventava lo scoppio di una lite tra i due gruppi familiari. Le testimonianze dei tanti protagonisti della cena di Capodanno, che in questi due giorni stanno sfilando in caserma per essere ascoltati dai militari, i fronti impegnati nella violenta litigata erano trasversali ai legami familiari. Quanto alle denunce a carico dei partecipanti alla rissa, non sono ancora state formalizzate in attesa di definire il numero esatto dei partecipanti, al di là delle dieci persone che sono ricorse alle cure dei medici del pronto soccorso. C.B. era stato identificato nel tardo pomeriggio del primo gennaio e sottoposto a un provvedimento di fermo con l’accusa di tentato omicidio. L’anziana travolta è ancora ricoverata all’ospedale San Salvatore in prognosi riservata, tenuta in coma farmacologico anche se le sue condizioni non sembrano metterla a rischio di vita. Gli accertamenti clinici eseguiti ieri hanno stabilito che il ventenne alla guida della Mini Cooper era ubriaco. Con la sua famiglia e con quella rivale vive in un campo roulotte di Villa Fastiggi, da molti anni. Silvia Sinibaldi
SALERNO NOTIZIE Battipaglia; ubriaco tampona un’ambulanza, denunciato I Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Battipaglia hanno denunciato per guida in stato di ebbrezza un incensurato 42 enne di Battipaglia che ha tamponato nella tarda serata di ieri un’ambulanza, causando lievi danni. Il 42enne, a bordo di una Fiat Tempra ha tamponato l’automezzo che lo procedeva ed i Carabinieri intervenuti sul posto hanno scoperto che il giovane aveva un tasso alcolico superiore alla norma mentre la macchina era priva di copertura assicurativa. Per lui una denuncia alla Procura della Repubblica, il sequestro dell’auto ed il ritiro della patente.
MAREMMANEWS Aggredisce infermiere, su di lui un mandato di cattura europeo Grosseto. Lunedì 03 Gennaio 2011 - Il giorno 31 dicembre un cinquantenne rumeno, disoccupato senza fissa dimora, era stato condotto al pronto soccorso dell’ospedale Misericordia fortemente sotto l’effetto dell’alcol. I carabinieri dell’Aliquota Radiomobile sono intervenuti per calmarlo, dopo che questi aveva percosso con uno schiaffo una infermiera. Condotto in caserma per procedere all’identificazione e poi rilasciato, su di lui sono proseguiti gli accertamenti per tutto il giorno di capodanno, scoprendo che sulla persona pendeva un mandato di cattura internazionale a fini di consegna (mandato arresto europeo). Un Tribunale rumeno gli ha comminato una pena di circa 2 anni per mancato pagamento degli alimenti al figlio in Romania (non si conoscono ulteriori dettagli al momento). L’uomo è stato collocato nel carcere di Grosseto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria italiana competente per i successivi adempimenti
IL TIRRENO LUNEDÌ, 03 GENNAIO 2011 Portato d’urgenza all’ospedale Diciassettenne beve e finisce in coma etilico Lo salvano gli amici MASSA. Quando i suoi amici lo hanno visto sbiancare e cadere in terra come un sacco si sono spaventati. Hanno tentato di rianimarlo a suon di schiaffi e anche con un po’ d’acqua in faccia, ma lui non dava cenni di vita. Loro non lo sapevano ma l’amico era in coma etilico perché aveva bevuto davvero troppo. È successo a Massa, in un’abitazione del centro, la notte di San Silvestro. Hanno temuto che il diciassettenne potesse peggiorare e così lo hanno caricato di peso su un’automobile e lo hanno portato di peso al pronto soccorso. Lì i medici gli hanno fatto un’iniezione e lo hanno tenuto sotto osservazione per qualche ora.
CORRIERE ADRIATICO La polstrada denuncia un giovane marocchino dopo un incidente, non aveva mai conseguito la patente Alla guida sotto l’effetto di droghe e alcol Fermo Quattro persone sanzionate per guida in stato di ebbrezza. Tre patenti ritirate. Tre veicoli sospesi dalla circolazione. Ventuno infrazioni complessive. Sessantacinque punti in tutto decurtati. E’ questo il bilancio di una notte di lavoro la sera del 31 dicembre da parte dei due pattuglie della polstrada di Fermo comandata dall’ispettore Giuseppe Adagio. Una iniziativa quella della stradale fermana finalizzata al contrasto e alla prevenzione del fenomeno della guida in stato di ebbrezza e stupefacenti. Sotto controllo in particolar modo le maggiori direttrici del traffico: Porto San Giorgio-Porto Sant’Elpidio-Pedaso. Cinquantacinque le persone sottoposte alla prova dell’etilometro e quattro dicevamo le persone sanzionate per guida in stato di ebbrezza. Inoltre durante la nottata sono stati rilevati due sinistri stradali senza feriti di cui uno nel centro abitato di Fermo coinvolto un cittadino straniero di nazionalità marocchina, F.M. le sue iniziali, di appena 20 anni, che è stato trovato alla guida, pur non avendo la patente, anche sotto l’effetto di droghe. L’altro incidente è quello avvenuto a Marina di Altidona dove un cittadino ucraino K.P. di 26 anni e abitante a Pedaso ubriaco al volante a finito per danneggiare diverse auto in sosta. Controlli anche ai conducenti dei mezzi pesanti lungo la Statale 16 Adriatica, in quanto come previsto dalle nuove modifiche del codice della strada (il tasso alcolemico per i conducenti professionali e neopatentati deve essere zero) e a seguito di uno di questi, veniva sanzionato un autoarticolato sloveno che trasportava latte con destinazione il territorio nazionale che per una serie di irregolarità si è preso una multa di 1.300 euro.
VIRGILIO NOTIZIE Usa/ David Arquette entra in rehab per dipendenza da alcol Attore in crisi dopo la separazione dalla moglie Courteney Cox New York, 3 gen. (TMNews) - David Arquette inizia il nuovo anno cercando di lasciarsi alle spalle la dipendenza dall’alcool. L’attore che recentemente si è separato dalla moglie Courteney Cox, è entrato in rehab, il primo a darne la notizia è stato il sito gossip PerezHilton.com. Secondo le indiscrezioni l’attore seguirà una terapia per liberarsi dalla dipendenza da alcol e "altri problemi", senza specificare quali. Da ottobre, quando la notizia della separazione è diventata pubblica, Arquette è stato protagonista dei magazine di gossip, in particolare per le foto personali che lo stesso attore si divertiva a pubblicare su Twitter. Feste a Miami, molte donne e alcol a volontà. Gli amici dell’attore lo difendono sulla rivista People, affermando che Arquette starebbe passando un momento difficile a causa della separazione da quello che non stenta a chiamare "l’amore della sua vita". La sua risposta a questo momento è "uscire, cercare di divertirsi e dimenticare tutto". In un’intervista alla radio lo scorso ottobre, l’attore aveva confessato di essersi concesso qualche drink in più da quando si era separato dalla moglie, l’ex star del telefilm "Friends". "La ragione di questa separazione è capire meglio noi stessi, rimaniamo in ottimi rapporti e siamo genitori responsabili, ci amiamo ancora profondamente".
IL GIONALE DI VICENZA Alcol, ritirate dieci patenti nel weekend di Capodanno CORRIERE DELLA ALPI Alcol party: la situazione è sfuggita di mano LIBERTA’ Ubriachi o drogati al volante, 7 nei guai LA PROVINCIA PAVESE Ubriachi al volante quattro denunciati dai carabinieri L’UNIONE SARDA
(Nazionale) Ubriaco sbaglia casa e sveglia tutti
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