(ASAPS) PARIGI, 7 gennaio 2011 – Il primo di gennaio le agenzie, ovviamente quelle francesi, hanno battuto subito la notizia: il paese, nel 2010, potrebbe aver centrato l’obiettivo di scendere sotto la soglia delle 4mila vittime. Noi, che non abbiamo ancora finito di studiare e scoprire errori nel rapporto Istat-Aci relativo al 2009, e pubblicato a novembre dello scorso anno, non possiamo far altro che girarci i pollici e sperare. La notizia è stata data dal ministro dell’interno Brice Hortefeux, intervistato dalla radio RTL e tutti, ovviamente, l’hanno ripresa: nel 2009 le vittime in Francia erano state, secondo i dati diffusi dal dipartimento interministeriale della Sécurité Routière, 4.273. Sarebbe, dunque, un ottimo risultato che, però, non sembra poter rendere attuabile il piano che il presidente Nicolas Sarkozy aveva lanciato nel novembre 2007, e teso a far scendere la mortalità sotto la soglia delle 3.000 lenzuola bianche entro il 2012. Certo, c’è ancora un anno, ma è chiaro che la vera sfida, per i cugini d’Oltralpe, comincia ora, con un bollettino che si avvicina sempre più alla soglia fisiologica. Solo dieci anni fa, nel 2001, in Francia morivano 8.200 persone. Il 2010, però, sarà ricordato come uno dei migliori per i motociclisti che hanno ottenuto il miglior risultato di tutti facendo scendere del 20% il numero di morti. La soddisfazione di Hortefeux non è però condivisa dalla Ligue contre la Violence Routière, associazione che usa come motto la formula “Zero Incidenti” e che si batte per equiparare i reati stradali a quelli comuni. Secondo l’associazione, infatti, il 2009 (che aveva registrato un’inversione di tendenza sulla sinistrosità) dimostra che “si deve fare ben altro per diminuire i morti sulle strade”. Ora si dovranno attendere i dati definitivi del dicembre 2010, ma tutti i mesi dell’anno ormai mandato in archivio, hanno visto confermata la diminuzione di tutte le voci infortunistiche. (ASAPS) |
|