Da
"Il Giornale di Vicenza" del 24 dicembre 2005
Una madre disperata "rivive" l’addio del figlio perito
in un incidente
"Perché lui ha deciso di bere e così adesso io devo
morire?"
Sarà
il suo secondo Natale senza Francesco quello di quest’anno per la
signora Munaretto, che a quasi due anni dalla scomparsa del figlio in
seguito ad un incidente stradale sente acuirsi la sofferenza e la rabbia
per una perdita crudele e assurda. Francesco è morto il 26 giugno
del 2004, dopo che un’auto guidata da un giovane ubriaco ha travolto
la macchina su cui stava viaggiando. Oggi sua madre rievoca quel giorno
terribile in una lettera aperta, che vuole essere allo stesso tempo un
monito e una tragica testimonianza.
"Mamma sono uscito con gli amici a festeggiare. Mi sono ricordato
di quello che tu e papà mi avevate detto: "Non bere alcolici
se devi guidare". Ho preso una coca cola e mi sono sentito orgoglioso
per aver ascoltato ciò che voi mi suggerivate dolcemente. Ho fatto
una scelta sana e il vostro consiglio era giusto ma quando la festa è
finita la gente ha iniziato a guidare, anche se non era in grado di farlo".
"Io sono salito in macchina con la certezza di essere sobrio. Non
potevo immaginare, mamma e papà, ciò che mi aspettava. Sono
qui sdraiato sul sedile e sento qualcuno parlare... forse è un
poliziotto. Dice che il ragazzo che ha provocato l’incidente era
ubriaco ma la sua voce sembra così lontana. C’è sangue
dappertutto e sto cercando con tutte le mie forze di non piangere".
"Posso sentire i medici: "Questo ragazzo non ce la farà"
dicono. Sono certo che il giovane al volante dell’altra auto, mentre
procedeva contromano, non immaginava nemmeno ciò che sarebbe accaduto.
Alla fine lui ha deciso di bere, mentre io adesso devo morire".
"Perché le persone fanno tutto questo mamma? Perché
lo fanno, sapendo che distruggeranno altre vite? è come se il dolore
mi pugnalasse con un centinaio di coltelli".
"Devi dire ad Aurora che le voglio bene e a Filippo che non si spaventi.
Mamma devi dire a papà di essere forte. Qualcuno doveva ricordare
a quel ragazzo che non si può bere e poi guidare... Forse se i
suoi genitori glielo avessero detto, io adesso sarei vivo".
"La mia respirazione si fa sempre più debole ed incomincio
ad avere veramente paura. Sono i miei ultimi momenti e mi sento così
disperato. Mi farebbe piacere potervi abbracciare, mamma e papà,
mentre sono sdraiato qui, morente. Mi piacerebbe dirvi che vi voglio bene...
vi voglio bene... vi voglio be... addio"..
Da "L’Arena" del 24 dicembre 2005
E la Polstrada di Verona Sud arresta il secondo latitante in due giorni
Dieci immigrati in manette
Chiusa l’operazione Vesta, disposta da Pisanu
a.v.
Centododici
persone arrestate, 114 perquizioni in 52 province italiane. Sono i dati
pù significativi dell’operazione Vesta della polizia di Stato
contro il fenomeno criminale delle rapine che ha toccato anche Verona,
dove la questura ha realizzato nove arresti per rapine improprie e altri
reati analoghi o per inottemperanza della legge Bossi-Fini e il questore
ha disposto il decreto di espulsione per una decina tra moldavi e romeni.
L’attività era stata voluta dal ministro Pisanu, che ha dato
disposizione di intensificare i controlli tra il 17 e il 23 dicembre giorni
a rischio rapine.
Il dirigente della squadra Mobile Marco Odorisio ha sottolineato comunque
che la nostra provincia è molto più tranquilla rispetto
allo stesso periodo dell’anno del 2004.
Anche la polizia stradale di Verona Sud ha arrestato un ricercato. Il
secondo in due giorni. Eduart Dodaj, aveva a carico un’ordinanza
di custodia cautelare emessa dal tribunale di Ferrara per reati legati
alla droga.
Nell’operazione Vesta sono stati coinvolti centinaia di uomini delle
squadre mobili di numerose città italiane.
Sono state interessate alcune regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto,
Marche, Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Sicilia e sono state costituite
delle task force investigative di pronto intervento della polizia di Stato,
coordinate dal Servizio centrale operativo (Sco) e dalla Direzione Centrale
Anticrimine della Polizia.
Delle 112 persone arrestate, ben 91 sono di origine extracomunitaria,
in particolare slava, albanese e rumena..
Da "Brescia Oggi" del 24 dicembre 2005
Viaggio sulla Venezia-Milano, dove da ieri è in funzione l’innovativo
metodo per rilevare la velocità
A4, ecco le nuove multe
Camion e auto fuori dai limiti nonostante il "tutor"
di Giancarlo Chiari
Il
"tutor" fa paura, ma non abbastanza. Annunciato da tempo è
partito venerdì il Sicve o tutor, un sistema computerizzato di
rilevamento della velocità, che calcola la velocità media
dei veicoli. L’avvio del sistema ideato da Autostrade per scoraggiare
chi ha il piede pesante, l’antivigilia di Natale ha interessato due
tratti della Autostrada Milano-Venezia che hanno registrato un numero
elevato di vittime della velocità. Ma ieri in autostrada il comportamento
di automobilisti e camionisti non era diverso dal solito: pochi i camion
che rispettavano il limite di 80 e tanti gli automobilisti con il tachimetro
oltre i 130.
La sperimentazione in corso tra Ospitaletto-Rovato, in direzione Milano,
Seriate-Grumello, in direzione di Venezia, dovrebbe segnare l’inizio
di un sistema, destinato a moltiplicarsi, ne sono previsti circa duecento,
uno in media ogni 15-18 chilometri che calcola la velocità media
su distanze tra i 10 e i 25 chilometri, collegando fotocellule inserite
nell’asfalto che registrano veicolo e ora di passaggio e telecamere
che fotografano il veicolo che ha superato del 5 per cento il limite.
Le multe per le auto partono da un minimo di 35 euro, se si toccano i
147 chilometri e arrivano a 357 euro oltre i 178 chilometri e per i camion
tutte le multe sono raddoppiate ma scattano a partire dagli 86 chilometri
orari.
Non è possibile, ovviamente, sapere quanti siano gli automobilisti
che riceveranno invece degli auguri la salatissima multa, ma a prima vista
poco è cambiato nei comportamenti di camionisti e piloti. Percorrendo
questa mattina i due tratti di autostrada sulla prima con il tachimetro
tra i novanta e i cento orari, difficilmente un camion è restato
in coda, nonostante il codice preveda per gli autoarticolati una velocità
massima di ottanta orari, che con la tolleranza prevista dalla legge può
arrivare a 86. L’impressione è che il nuovo sistema non abbia
impressionato chi è alla guida dei Tir, forse convinti che il divieto
fosse operativo dal pomeriggio.
Apparentemente più calmi gli automobilisti ma appena superato Rovato,
le velocità tornavano a salire. Sul tratto dopo Seriate, in direzione
Milano, a calmare chi aveva il piede pesante c’era la pattuglia delle
stradale con il vecchio autovelox, ma le frenate iniziavano solo dopo
il punto dove era collocata l’apparecchiatura. Seguendo la vettura
della Polizia stradale, che ha mantenuto una pattuglia in servizio su
ognuna delle due corsie, era facile notare che quando la sagoma della
Bmw azzurra compariva negli specchietti auto e camion rallentavano, anche
a velocità inferiori a quelle ammesse. Il nuovo sistema, che non
fa capo al comando della Polizia stradale di Seriate, non sembra avere
indotto alla prudenza forse anche perché la cartellonistica che
lo segnala è piuttosto rada, un segnale sulla rampa di ingresso
a Rovato, un segnale poco dopo l’ingresso di Grumello, sono forse
insufficienti a ricordare il rischio di una multa e di una taglio dei
punti alla patente su un arteria dove, alla vigilia delle vacanze tutti
sembrano avere una fretta infernale.
All’autogrill di Erbusco pochissimi i commenti degli automobilisti,
mentre alcuni autisti camionisti stranieri interpellati hanno tranquillamente
detto di non saper nulla del nuovo sistema. Qualcuno degli addetti invece
ha fatto notare come nel tratto di autostrada nei pressi di Ospitaletto
e fin quasi a Seriate in direzione Milano siano molti i rappezzi dell’asfalto
che si avvertono alla guida. L’asfalto sotto l’autogrill di
Erbusco presenta avvallamenti ben visibili e nel tratto che porta allo
svincolo di Palazzolo una serie di piccole buche sono mascherate dalla
striscia bianca.
Per tutta la mattina le pattuglie della stradale si sono fatte vedere
e la loro presenza è sembrata, per il momento un deterrente assai
più efficace, e non solo. Attorno alle dieci la pattuglia è
intervenuta al casello di Rovato riuscendo ad avere ragione di un principio
di ingorgo determinato da un grosso camion intrappolato in una barriera
sbagliata. Aiutarlo a fare retromarcia ha richiesto il lavoro dell’equipaggio
per alcuni minuti, ma tanto è bastato per far nascere una coda
lunga alcune centinaia di metri e le vetture appena superata la rampa
hanno dimostrato di ignorare le trappole in agguato.
|