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Rassegna alcol e guida del 13 gennaio 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

Questa rassegna viene spedita quotidianamente a tutti coloro che ce ne fanno richiesta.
Segnalatela ai vostri amici che potrebbero essere interessati a riceverla.
Chi invece desiderasse non riceverla più non ha che da comunicarcelo.
Grazie.
Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

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IL GIORNALE

LA CROCIATA BACCHETTONA IN VENETO
La sindachessa allergica alle cubiste
Al sindaco Vania Malacarne non piacciono le cubiste. Scandalo. E allora che fa? Non solo diserta l’evento sportivo a cui le due ballerine erano state invitate, ma telefona anche ai colleghi vicini e li esorta a fare altrettanto. È successo due settimane fa nell’alto Veneto di Lamon, provincia di Belluno. Protagonista del caso reso noto dal quotidiano Il Gazzettino è una signora arrivata al potere locale grazie a una lista civica. Stando alle cronache che la seguono, un tipo in gamba ma forse un po’ intransigente. Non solo infatti non ha presenziato alla festa finale del torneo di calcio «Daniel Tollardo», dove a gare terminate per una cinquantina di atleti - tutti maggiorenni - era stato organizzato uno spettacolino. Magari Venere e Bacco sono i suoi nemici giurati, visto che non molto tempo fa si è espressa contro l’abuso di birra nelle feste paesane. (*)

(*) Nota: a Lamon finalmente un Sindaco che difende la dignità delle donne, prendendo le distanze da una non autorizzata esibizione di cubiste in una palestra comunale, in una manifestazione sportiva organizzata in omaggio a un giovane morto prematuramente.
Lo stesso Sindaco – cito testualmente il “Giornale” – in passato aveva preso posizione “contro l’abuso di birra nelle feste paesane”.
Il “Giornale” nel suo articolo la chiama “crociata bacchettona”, io lo chiamo caso esemplare di amministrazione seria, attenta e responsabile, che svolge bene il proprio dovere a tutela della dignità, dell’onorabilità e della salute delle donne e degli uomini di quella comunità.
Questione di punti di vista.
Il prossimo articolo di questa rassegna parla anche di questo: se vi va leggetelo, e poi valutate voi, in questo panorama, dove collocare l’articolo del “Giornale” e dove l’operato del Sindaco di Lamon.


L’ARENA DI VERONA

Perché occorre riconsegnare alle persone il loro valore
C’è un collante misterioso che tiene insieme tragedie che in apparenza sembrano differenti.
Un cittadino detenuto si toglie la vita dentro un carcere sempre meno umano e vivibile. Un ragazzo va in coma etilico alle nove del mattino, un altro in overdose nel pomeriggio. Adolescenti in gruppo picchiano e rompono nasi e denti, devastano cose e proprietà, mettono sotto coetanei e coetanee con l’arma della violenza, della prepotenza, del sopruso, infagottati da un’omertà appresa qua e là.
Dimensioni che non possono essere relegate nei luoghi dell’invisibilità, neppure debbono suscitare e allargare indifferenze colpevoli, mentre moralità, etica e onestà intellettuale voltano le spalle alla coerenza e alla generosità per vestire i panni degli interessi di bottega, del consenso facile di partenza, antitesi, di quell’altro di arrivo, che invece comporta fatica, impegno e amore di Giustizia.
C’è qualcosa che tiene insieme l’ingiusto di questo morire non raccontabile, così male inteso da essere accettato come evento critico ineluttabile; peggio, come interpretazione più o meno condivisibile.
Forse occorre adoperarsi per una politica alta, per una società più matura, per riconsegnare alle persone il proprio valore. Ragazzi e droga, giovani e alcol, piccoli e grandi uomini alla ricerca di qualcosa, di qualcuno, intimoriti dalla fragilità e inadeguatezza a affrontare un futuro disperante ma non ancora da apocalypse now.
Numeri e contenitori, pena e castigo, carcere e detenuti, non sono parole che possono essere lanciate nel mucchio, quando si parla di Istituzioni e di persone, bisogna avere più rispetto per le vittime e la loro esigenza di giustizia, e per chi in prigione paga il proprio debito alla società, per chi intende riparare, e lo fa nonostante una galera ridotta a qualcosa che non è onesto declinar sotto il segno della nostra Costituzione.
Droga, violenza, carcere, un percorso di guerra che ha nell’ottusità ideologica, il non rispetto di quella ovvia duplicità, che sta nella prevenzione e nella conseguente risocializzazione, obblighi assoluti e inderogabili, senza i quali si è destinati a ripetute solitudini imposte.
Sostanze stupefacenti non sono altro che segnali di allarme della nostra fallibilità genitoriale, di una sfida educativa zoppicante, e come ci ha lascito detto qualcuno ci porta: «A ridurci profughi senza casa nel nostro stesso mondo».
Ragazzi e ragazze confusi e soli,senza il coraggio di parlare, di chiedere aiuto, di alzare la mano, adolescenti oppressi dalla necessità di violare il limite, e allontanarlo definitivamente da sé, dentro il desiderio di una libertà che non risponde ad alcun richiamo, per cui diviene disperato il bisogno di violare lo spazio altrui, di annullarsi con l’alcol, nel calare giù polvere e pasticche degli angeli, in uno stile di vita falsamente adrenalinico, una vera e propria menomazione che fa rumore, schianto, perdita a volte per sempre.
Nel nuovo anno da poco iniziato sarà bene aver più cura di noi stessi, avere cura soprattutto dei più giovani, sui quali abbiamo il dovere di scommettere e il diritto di vincere la partita più importante, quale unico futuro possibile.
IL GAZZETTINO (Udine)

La grappa andava a damigiane
Menta, fernet, china e cognac spesso mescolati per dare "energia" a chi andava a lavorare nei campi
In più di un secolo, nello storico bar di Carpeneto non sono cambiati solo i gestori ma anche gli usi dei clienti. Annamaria ricorda quando i contadini, di buon ora, ordinavano «china e sgnape» , cioè china e grappa mescolate assieme, il cognac, «rude e fernet» cioè un bicchierino di grappa alla ruta con una «correzione» di fernet, e la china e il cognac insieme. Andava molto pure la grappa con il liquore di menta, che al tempo era legale pur avendo i due prodotti gradazioni alcoliche differenti. «Si beveva così. Non le dico quanta grappa andava, a damigiane. Nessuno si faceva grossi problemi, come oggi. (*) E del resto chi lavorava nei campi o nella stalla consumava tante energie. Ricordo il via vai continuo di chi andava a portare il latte: passavano prima della consegna e si fermavano a fare quattro chiacchiere, poi tornavano e di nuovo giù a chiacchierare. Si parlava di tutto quello che succedeva. Eravamo molto uniti nel borgo». Il bicchiere di vino è sempre andato bene, anche se la grappa l’ha fatta da padrone per decenni. «Ma adesso, con le nuove regole per guidare, i clienti fanno molta più attenzione a cosa ordinano». I superalcolici, quindi, restano dietro al bancone. «Si va ad acqua, acqua e menta, e caffè». È cambiato anche l’acquisto delle bottiglie. «Da noi passavano i rappresentanti di tutti i tipi di liquori. Adesso, invece, la merce dobbiamo andare a prendercela noi, nei negozi che vendono all’ingrosso». Al bar dei coniugi Mariuzzi ci sono sempre le sigarette, anche se non si può più fumare in sala mentre si gioca a carte. Tutti si sono adattati e la bionda, per chi ha il vizio, la si gusta fuori dal bar, all’angolo, vicino alla chiesa.

(*) Nota: viviamo ancora oggi in una cultura fortemente alcolica, ma è bene riconoscere che negli ultimi anni e decenni si sono fatti importanti passi in avanti, di pari passo con il calo dei consumi molte cose sono vistosamente migliorate.
LA PROVINCIA DI VARESE

nel varesotto
Sevizie e violenze in famiglia. Orco alla sbarra
Per quasi vent’anni si sarebbe accanito su moglie e figli. Chiesta una condanna a sette anni
(s.ca.) Maltrattamenti in famiglia ai danni della moglie e dei due figli, stupro nei confronti della consorte e mancato pagamento delle spese di mantenimento per la prole. Le parole paiono sterili ma delineano un quadro familiare, che se confermato dai giudici, è a dir poco agghiacciante. Il pubblico ministero Sabrina Ditaranto ieri ha chiesto 7 anni di carcere per quest’orco presunto residente in un comune a sud di Varese.
Ad ascoltare una requisitoria lucida e sentita, il collegio presieduto da Luisa Bovitutti (con Piera Bossi e Alessandra Simeon a latere). Gli episodi di violenza descritti sono raggelanti: «Per anni, quasi 20, l’imputato picchiò in modo brutale la moglie - ha detto il magistrato - Abbiamo assunto testimonianze dei vicini che raccontano di averla vista con segni di frustate sanguinanti oppure con la testa rotta». Il primo episodio avvenne, secondo la testimonianza della donna, pochi mesi dopo il matrimonio (un matrimonio combinato: in un Sud Italia d’altri tempi la madre dell’imputato disse al figlio che quella bambina era la donna giusta per lui); il figlio più grande, oggi poco più che ventenne, era nato da tre mesi appena. La vittima fu picchiata a sangue con il manico di un’accetta. Da allora il calvario non ebbe fine: «Abbiamo ascoltato la testimonianza del figlio che ci raccontava quando, bambino, veniva obbligato dal padre ad appoggiare le mani sul tavolo affinchè lui potesse colpirle con violenti pugni. Un duplice abuso; c’è il dolore fisico, lancinante, ma c’è una ferita più profonda: un figlio soggiogato da un padre che gli chiedeva “collaborazione” nel picchiarlo immotivatamente». E ancora il Natale 2005: l’imputato, completamente ubriaco, minacciò con un coltello la figlia minore che all’epoca aveva 7 anni, malmenandola e poi cadendo in coma etilico. «L’uso di alcol accendeva la violenza dell’imputato, eppure lui ha continuato a bere. C’è del dolo in questo - ha detto il pm - Perchè le vittime ci dicono che negli unici due anni in cui ha accettato di curarsi ed era sobrio, era una persona diversa e la situazione famigliare più tollerabile». La moglie dell’uomo è soggiogata: non ha patente, non ha un lavoro, non ha istruzione. Non ha scampo; nei fine settimana allontana i figli da casa. Sa che il marito beve ancora di più in quei giorni e accetta di essere “picchiata per tutti” per difendere i figli. Il 10 gennaio 2005 il primogenito, ormai grande, si ribella: il padre lo aggredisce perchè vuole che gli consegni la sua busta paga. Lui, con una forza nuova, reagisce. Il 23 giugno la madre viene stuprata nel lettino della figlia: il letto si spacca, i vicini sentono un grido soffocato perchè lui le avrebbe tappato la bocca con una mano. Nel febbraio del 2006 la famiglia compie il passo decisivo e denuncia l’uomo. E’ la fine di un incubo. E il prossimo 9 febbraio si tornerà in aula per la sentenza.
CORRIERE DEL VENETO (Padova)

Chiusura alle 2 Insorgono i locali «Limiti inaccettabili»
ROVIGO -E’ polemica sull’ordinanza del sindaco Fausto Merchiori dell’altro ieri che disciplina gli orari per gli esercizi che somministrano alcol alla clientela. La previsione di chiudere -eccezion fatta per il fine settimana -alle due per bar, pub e gelaterie, e a mezzanotte per pizzerie e ristoranti con plateatici, non è piaciuta affatto ad Ascom e Confesercenti. Si tratta di limiti troppo stretti per gli operatori, lamentano i rappresentanti del mondo degli esercenti rodigini. E a riequilibrare il giudizio negativo non è bastato che l’ordinanza preveda come i locali notturni e discoteche possano lavorare fino alle tre, o che ci siano le deroghe per le festività. Tanto che ieri mattina le due associazioni di categoria hanno chiesto, e ottenuto, di incontrare urgentemente l’assessore al Commercio Nadia Romeo che li ha ricevuti ieri mattina. Secondo Daniele Tecchiati, direttore dell’Ascom polesana, «l’ordinanza così com’è presenta non solo un giro di vite che non va bene per gli orari di apertura degli esercizi pubblici ma, secondo noi, è anche in contrasto con la norma regionale» . Tecchiati afferma che «al Comune erano state fornite le nostre indicazioni tempo fa, e francamente amareggia che non siano state recepite» . Dura anche l’analisi di Antonella Savogin, funzionario di Confesercenti: «Dispiace non aver avuto l’opportunità di esserci confrontati direttamente con l’amministrazione comunale per spiegare come noi interpretiamo la legge della Regione in materia -afferma la Savogin -e a questo punto ci aspettiamo delle variazioni veloci e tempestive» . Dal canto suo, l’assessore Romeo si è difesa così: «Questo atto è stato predisposto interamente degli uffici tecnici di palazzo Nodari, io l’ho visto solo stamane (ieri, ndr). Le osservazioni sono state raccolte, e ora -conclude l’assessore rodigino al Commercio -provvederemo al riguardo» .
A. A.
CORRIERE DEL VENETO (Vicenza)

Pestata con martello e crocifisso L’anziana rischia di perdere un occhio
ROMANO D’EZZELINO -Sarà interrogato oggi Giorgio Tessarolo, 45 anni di Romano d’Ezzelino, arrestato lunedì sera per il tentato omicidio di una donna ricoverata in una casa di riposo dove l’uomo era entrato per rubare. La 77enne ieri è stata operata. Le ferite inferte dal 45enne, noto alle forze dell’ordine, sono molte e la più preoccupante è quella ad un occhio che è stato operato e potrebbe essere compromesso. Solo con il passare dei giorni i medici potranno sciogliere i dubbi finora avanzati sulle condizioni di salute complessive che sono stabili, ma sempre critiche. Tessarolo ha colpito la donna con un piccolo martello e un crocefisso di ferro decine e decine di volte. Il motivo rimane ancora un mistero, di certo però il vicentino sarebbe stato sotto l’effetto di alcol e stupefacenti. Sulla vicenda ieri è intervenuto il sindaco di Romano Rossella Olivo. «È stato un atto di violenza gratuita - commenta il primo cittadino - Sono vicina anche alla famiglia dell’aggressore. L’episodio ha scosso tutta la comunità locale anche per la situazione della signora disabile. Conosciamo bene Tessarolo. La questura di Padova lo aveva obbligato a presentarsi da me, così a fine dicembre l’ho incontrato. Stava seguendo un percorso di recupero con i nostri servizi sociali e al Sert. E proprio martedì mattina avrebbe dovuto recarsi ai servizi sociali per proseguire il percorso di recupero. La sua è una famiglia che conosco: mi dispiace tantissimo per il padre e per le sorelle» .
T. Q.
LA GAZZETTA DELLO SPORT

Tragedia di Capodanno Carrera non era ubriaco
Secondo quanto emerge dagli esami effettuati dopo l’incidente sulla Milano-Venezia, in cui hanno perso la vita due ragazze, l’alcol nel sangue dell’ex difensore bianconero era presente, ma nei limiti di legge
MILANO, 12 gennaio 2011 - Massimo Carrera non era ubriaco, alle 3.30 di sabato 1 gennaio, quando con la sua Mercedes R a sette posti ha travolto la Ford KA nella quale sono morte le studentesse bergamasche Chiara Varani e Patrizia Paninforni di 23 anni. É quanto risulta dagli esami del sangue effettuati la notte dello schianto. L’ex difensore di Juventus e Atalanta, adesso collaboratore del club bianconero, aveva bevuto qualche bicchiere durante i festeggiamenti di San Silvestro, come tanti, ma con moderazione. Sapeva di dover andare con la moglie Pinuccia fino a Bellusco per riportare a casa la figlia minore e altre tre sue amiche. Si è comportato da persona responsabile, dunque. Nel suo sangue è stato trovato un tasso di alcol inferiore al limite di legge di 0,5 grammi per litro. (*) Limite, a quanto risulta, superato dal vicentino di 38 anni che con la sua Fiat Punto ha dato il via all’incidente: oltre all’omicidio colposo gli verrà contestato il reato di guida in stato d’ebbrezza. Sotto il limite anche il bergamasco della Mercedes ML che per secondo ha tamponato le ragazze.
CHE COSA E’ SUCCESSO? — Carrera, assistito dall’avvocato Roberto Bruni, ex sindaco di Bergamo, e dal legale della Juventus, Luigi Chiappero, resta indagato per omicidio colposo e dovrà affrontare il processo o patteggiare. L’ex giocatore ha ripreso a lavorare, ma è ancora molto scosso. «Era buio, non le ho viste», aveva detto quella notte sull’autostrada tra Dalmine e Bergamo. Ed è la versione che ha confermato a chi indaga (il p.m. Monia Di Marco ha secretato tutto e ha dato incarico a un consulente tecnico di effettuare una perizia). Bisognerà verificare se le parole di Carrera sono compatibili con le immagini di una telecamera fissa della Società Autostrade. Tra il primo impatto (quello tra la Fiat Punto e la Ford KA) e quello mortale (tra la Mercedes R di Carrera e l’auto di Chiara e Patrizia) sono trascorsi, infatti, circa otto minuti durante i quali altre auto sono transitate, frenando e mettendo le quattro frecce per segnalare il pericolo. Ma sembra che non fossero in mezzo alla carreggiata, a fare da «tappo», bensì sulla corsia d’emergenza. E questo potrebbe avere distratto Carrera, impedendogli di vedere la Ford KA blu in tempo per la frenata.
Roberto Pelucchi

(*) Nota: questo era il tasso al momento della rilevazione, bisogna vedere quando è stato eseguito il prelievo del sangue quante ore erano passate dal momento dell’incidente, per ipotizzare quale potesse essere l’effettiva alcolemia in quel tragico momento.
TGCOM

Romania, uccelli morti di sbronza
Scorpacciata fatale di acini d’uva
Chiarita finalmente in Romania una delle cause della moria di uccelli, per quel che riguarda decine di volatili trovati privi di vita sabato scorso a Costanta, 260 chilometri da Bucarest. Gli uccelli si erano, per così dire, ubriacati a morte, mangiando quel che restava degli acini d’uva di un processo di vinificazione. Lo ha riferito l’autorità veterinaria nazionale.
Secondo quanto dichiarato al quotidiano Evenimentul Zilei dal capo della Direzione sanitario veterinaria, Romeu Lazar, le analisi di laboratorio hanno dimostrato che la causa del decesso è da attribuire ad intossicazione etilica. ’’Nello stomaco dei volatili - ha detto Lazar - sono state trovate tracce di mosto e le indagini tossicologiche hanno evidenziato la presenza di alcol etilico’’. ’’Nello stomaco non sono stati trovati resti di cibo: Probabilmente, se il mosto si fosse mischiato con un po’ di cibo, a quest’ora gli uccelli sarebbero vivi’’, ha detto.
ILGIORNALE.IT

Galliera Armato di coltello ubriaco al pronto soccorso
Un ubriaco armato di coltello è entrato a mezzanotte di martedì scorso nel pronto soccorso dell’Ospedale Galliera, tra i pazienti in attesa di una visita, ha minacciato di tagliarsi le vene farneticando frasi prive di senso. L’uomo, un 55enne di origini sarde, è stato disarmato dagli infermieri e dai poliziotti di una volante della questura. Ora è ricoverato nel reparto psichiatrico del Galliera ed è stato denunciato per porto abusivo di coltello.
ASAPS.IT

Stati Uniti
Bibita dannosa per la salute trasformata in carburante
La proposta di un’azienda della Virginia
(ASAPS), 13 gennaio 2011 – Bibita dannosa per la salute, scatta la proposta di trasformarla in carburante. L’idea “originale” arriva dagli Stati Uniti dove la Food and Drug Administration (FDA) ha messo al bando la bibita energetica Four Loko, considerata pericolosa per la salute. La decisione è stata presa in seguito al ricovero in ospedale per un’intossicazione di diciassette studenti di un college del New Jersey che avevano bevuto la bevanda a base di caffeina, alcol, taurina e guaranà. Il provvedimento della (FDA) ha avuto effetti contrastanti: da un lato si è sviluppato un “mercato nero” del prodotto vietato e dall’altro, invece, si è registrata un’eccedenza della bevanda proveniente dai negozi e dagli istituti scolastici che hanno deciso di ritirarlo dagli scaffali e dai distributori automatici. E proprio da questo surplus è nata l’idea di trasformare la bibita in carburante. A lanciare la proposta è stata la MXI Environmental Services, una società della Virginia che opera nel settore della gestione dei rifiuti, che si è offerta di ritirare l’eccedenza di Four Loko per ricavarne prezioso etanolo da autotrazione, un carburante miscelabile a quelli tradizionali in proporzioni variabili che è attualmente piuttosto diffuso oltreoceano, Brasile in particolare. Per il momento alla MXI Environmental Services sono arrivati 200 camion, ognuno dei quali trasporta circa 2.000 cartoni di Four Loko in lattine da 66 cl, ma non è escluso che l’affluenza di “materia prima” possa anche aumentare. La società produttrice della Four Loko ha infatti annunciato l’imminente rilancio della bibita in una nuova formulazione che potrebbe portare al ritiro totale dal mercato di tutte le confezioni di quella precedente. (ASAPS)
LA NAZIONE

‘Guarda come si brucia uno scooter’
Presi i piromani di via Locchi
Sono due minorenni, avevano bevuto. Mattei: <>
UNA FESTA tra amici, interminabile, la mente annebbiata da qualche ‘cicchetto’ di troppo, poca voglia di andarsene a letto: una bravata nasce anche così, sulla via del ritorno a casa. <>.
Un motorino: invece alla fine saranno nove scooter e la macchina di un invalido distrutto o danneggiati da un primo focolaio. E altri quattro, più tre auto, dal secondo. Più danni alla facciata e ai balconi degli appartamenti ai piani bassi di un palazzo. Più alcune vetrate scoppiate. Hanno poco meno di diciotto anni uno, appena quindici l’altro i due presunti autori degli incendi che domenica, ore 4.30 del mattino, hanno tirato giù dal letto tutti gli abitanti di via Locchi, a Rifredi dove, all’altezza dei numeri civici 74 e 94, si sono sviluppati i due incendi. Fratelli, i due – apprendista elettricista il primo, studente il secondo- peruviani d’origine, ma nati in Italia ( il più grande vive a Milano, è venuto a Firenze a trascorrere le feste con mamma e fratello) sono stati identificati quali presunti responsabili dai carabinieri della stazione di Rifredi comandata dal maresciallo Paolo Morabito. I militari hanno trascorso la domenica a mettere insieme le tessere del puzzle, risalendo ai due ragazzi. Fermati per incendio doloso sono stati portati al Centro di prima accoglienza a disposizione dell’autorità giudiziaria minorile. Anche il maresciallo Morabito era tra le persone svegliate da scoppi e dai bagliori, forti, improvvisi, alti. Al comandante è venuto subito in mente che l’occhio delle <> telecamere, le telecamere della caserma, potevano aver visto qualcosa. Qualcosa: i piromani. I quali, innescato il primo rogo, sono passati con noncuranza davanti alla caserma, al civico 82, prima di fermarsi poco oltre, intorno al 94, e, non contenti, appiccare un secondo incendio. In che modo? Grazie all’<> dell’elettricista: taglio al tubicino della benzina che sversa, un accendino e <> è fatto. Le telecamere della stazione CC Rifredi hanno ripreso i giovani, indirizzando gli accertamenti. I carabinieri hanno setacciato la zona e identificato i due. <> ha commentato il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Emanuele Saltalamacchia.
E l’assessore alla Mobilità Massimo Mattei, parlando in consiglio comunale, ha auspicati <>.
giovanni spano
ROMAGNA OGGI

Rimini, ubriaca si scaglia contro la Polizia: denunciata
RIMINI - Si è rifiutata di dare la propria identità dopo esser stata sorpresa al volante in evidente stato d’ebbrezza. Nei guai è finita una cesenate di 41 anni, residente a Rimini. L’episodio si è consumata nel cuore della nottata in via Gambalunga, dove era stata segnalata la presenza di una donna con la testa accasciata al volante di un’auto. Quando la Polizia è intervenuta sul posto, la 41enne ha cominciato ad inveire contro gli agenti, chiarendo che non voleva esser aiutata.
La 41enne, in cura per problemi psicofisici come hanno poi chiarito i familiari alle forze dell’ordine, si trovava in evidente stato confusionale. Riportata alla calma, è stata denunciata a piede libero per rifiuto di fornire le proprie generalità, resistenza a pubblico ufficiale e guida in stato di ebbrezza.
CORRIERE ADRIATICO


Offida, Lucciarini rilancia con forza il progetto delle terme e pensa ad una sinergia con Acquasanta
Un centro benessere al sapore di vino
Offida Tornano di attualità le Terme di Offida, e su questo discorso il sindaco Valerio Lucciarini non transige. “E’ giunto il momento di una svolta - dice - e far decollare il “Progetto Terme” anche proponendo una nuova denominazione della struttura ricettiva dal nome “Centro benessere del vino” che sfrutti i principi della vinoterapia”.
Prende in pugno la situazione il sindaco e si fa guida delle aspettative dei cittadini nella fondata possibilità di iniziare il percorso che farebbe diventare Offida “un grande centro della salute”. Ma i soldi per realizzare il mega centro? Anche su questo, il sindaco è chiaro: “Abbiamo accennato - spiega - alla possibilità di far sorgere in Offida un centro turistico basato sulla vinoterapia. Rispetto a questa ipotesi stiamo lavorando da un pezzo, incontrandoci con alcuni privati per ragionare su ipotesi di accordi di convenzione. Credo che nel giro di qualche mese si possa concretizzare un percorso che porti ad una realizzazione di un Centro ricettivo all’altezza della sfida turistica che Offida ha raccolto. Se a ciò si aggiunge anche il progetto “Terme di Offida” saremo più contenti, ma, ad oggi, troppa acqua è passata sotto i ponti, e lo sviluppo di Offida non può attendere”.
E’ ora che il progetto Terme si avvii a concretizzazione, mettendo da parte inutili tentativi che lo stoppano. Il sindaco si augura che presto la società “Terme di Offida” (conta 102 soci con presidente Pierluigi Lucidi), costituitasi il 22 maggio 1998 su iniziativa di privati con la partecipazione del Comune presenti un discorso “realizzabile con i fatti”, in caso contrario “ci attiveremo con ogni possibile forma di intervento a tutela della ricettività della cittadina”. Non è la denominazione che interessa, ma la realizzazione, in tempi brevi, di una struttura capace di non far perdere opportunità per Offida. Non trascura il sindaco le sinergie con Acquasanta (*) e rimarca che “fa piacere verificare la determinazione delle istituzioni a sostegno delle terme di Acquasanta, punto di forza della zona montana e di tutto il territorio provinciale”.

(*) Nota: meno male.


IL TIRRENO

Fuggono e feriscono i carabinieri: arrestati
S.MARCELLO. Due cittadini nigeriani, fermati dai carabinieri di S.Marcello per un controllo, si sono dati alla fuga. Una volta raggiunti, si sono scagliati contro i militari colpendoli con calci e spintoni provocando loro lesioni. I due sono stati bloccati con l’ausilio di altri carabinieri di Pracchia e Campotizzoro e quindi condotti in caserma e arrestati per violenza, resistenza, lesioni e minaccia a pubblico Ufficiale e denunciati anche per rifiuto di sottoporsi all’accertamento dello stato di ebbrezza e per mancata esibizione di documenti di identificazione.
IL TIRRENO

INCIDENTE
Anziano illeso ma guidava ebbro
CARRARA. A Marina in via Bassagrande, i vigili urbani sono intervenuti per rilevare un incidente fra due auto. Il conducente di uno dei due mezzi, di 57 anni, ha riportato ferite non gravi ma è dovuto ricorrere alle cure ospedaliere. Il secondo, un pensionato di 84 anni, è rimasto illeso. Nel corso degli accertamenti i vigili hanno riscontrato però che quest’ultimo era alla guida della sua auto in evidente stato di ebbrezza. Perciò gli hanno ritirato la patente e posto sotto sequestro l’auto. Per la dinamica dell’incidente, sono ancora in corso indagini.
M.M.
RIVIERA24.IT

Ubriaca cade per strada e viene investita da un furgoncino: ferita una 29enne a Imperia
Imperia - La donna e’ stata stabilizzata con tutti i presidi e portata in codice giallo al pronto soccorso, dove i medici stanno valutando le sue condizioni. Accertamenti sono in corso per ricostruire l’accaduto.
Una donna di 29 anni, R.S., e’ caduta ed e’ stata urtata da un furgone, poco dopo le 18.30, sull’Aurelia, all’altezza del Prino di Imperia (vicino al supermercato Simply). Pare che fosse ubriaca e pertanto non ha visto che stava transitando un furgoncino, che l’ha presa in pieno.
Le operazioni di soccorso sono state coordinate dalla centrale operativa del 118, che ha inviato sul posto l’automedica Alfa 1 e un’ambulanza della Croce Bianca. La donna e’ stata stabilizzata con tutti i presidi e portata in codice giallo al pronto soccorso, dove i medici stanno valutando le sue condizioni. Ha riportato una lesione al fianco sinistro. Accertamenti sono in corso per ricostruire l’accaduto.
TRIESTEOGGI.IT

Cividale del Friuli, arrestato per molestie e minacce
Un uomo, F.C., 47 anni, è stato arrestato dalla Polizia di Cividale del Friuli (Udine) in esecuzione di un’ordinanza del Gip di Udine per ripetuti atti di molestie e minacce nei confronti dell’ex moglie.
Un uomo, F.C., 47 anni, è stato arrestato dalla Polizia di Cividale del Friuli (Udine) in esecuzione di un’ordinanza del Gip di Udine per ripetuti atti di molestie e minacce nei confronti dell’ex moglie. Da circa due anni - informa una nota della Questura di Udine - l’uomo era stato fermato dagli agenti, spesso per abuso da alcol, in pubblici esercizi e in famiglia. La Polizia aveva interessato anche i Servizi Sociali del Comune di residenza e aveva ottenuto il ritiro delle armi e la revoca del suo porto d’arma da caccia. Gli atteggiamenti violenti si sono aggravati nell’estate scorsa, soprattutto nei confronti dell’ex moglie, anche in presenza dei figli minorenni e con telefonate sul luogo di lavoro della donna. Le offese, le minacce di morte e l’aggirarsi furtivamente presso l’ex casa coniugale, avevano portato alla emissione di una misura cautelare di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dall’ex coniuge e dai figli, che però l’uomo non ha rispettato. Infine, durante le vacanze di Natale, la pattuglia è nuovamente intervenuta per i medesimi episodi ed è quindi scattato l’aggravamento della misura cautelare, con l’arresto dell’uomo e la sua traduzione nel Carcere di Udine.
ASCA

UMBRIA: CIA, BENE AIUTI PER RISTRUTTURAZIONE E RICONVERSIONE VIGNETI
(ASCA) - Perugia, 13 gen - Soddisfazione per la scelta operata dalla Giunta Regionale dell’Umbria di proseguire nella incentivazione delle politiche della qualita’ nel comparto vitivinicolo. La esprime, in una nota, la Cia regionale evidenziano che nel bollettino ufficiale della Regione Umbria del 29 dicembre 2010 e’ stato pubblicato il bando per gli aiuti ai viticoltori che, nella campagna 2010/2011, intendono ristrutturare o riconvertire i loro vigneti al fine di rendere la produzione piu’ rispondente alle esigenze del mercato, migliorare la qualita’ delle produzioni, valorizzare la tipicita’ del vino legata al territorio ed ai vitigni tradizionali, innovare i vigneti e ridurre i costi di produzione. Si tratta, secondo la Cia, di obiettivi pienamente condivisibili in considerazione della attuale grande difficolta’ per le imprese vitivinicole a spuntare prezzi sufficientemente remunerativi in un mercato sempre piu’ competitivo. Degli oltre 2,7 mln di euro stanziati dalla Giunta Regionale possono beneficiare i produttori di vini docg, doc e igt. Le domande di aiuto vanno obbligatoriamente inoltrate per via telematica entro il 28 gennaio, in forma cartacea entro il 4 febbraio. Possono richiedere l’aiuto i produttori singoli, le associazioni e cooperative di viticoltori ed i Consorzi di tutela. Il Centro autorizzato di Assistenza Agricola (Caa) della Cia e’ a disposizione per fornire consulenza e assistenza tecnica per la redazione e la presentazione telematica delle domande presso tutte le sedi territoriali.
ADNKRONOS

Pagano: ’’Enologia è volano per promozione turistica del territorio’’
’’I riconoscimenti del Touring Club Italiano ai nostri vigneti autoctoni confermano l’ottima qualita’ dei vini abruzzesi, mettendo in evidenza, ancora una volta, come la tradizione vitivinicola della nostra regione sia un caposaldo per promuovere i territori abruzzesi’’. Lo ha detto il Presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Nazario Pagano, commentando i riconoscimenti che il Touring Club Italiano, nella sezione ’Vinibuoni’, ha assegnato a 12 cantine abruzzesi.
’’Molto si e’ fatto in questi ultimi anni per promuovere il turismo legato alle produzioni enogastronomiche locali, e il vino ha avuto certamente un suo ruolo fondamentale come volano di promozione turistica di determinate zone. L’istituzione delle cosiddette ’Strade del Vino’ cosi’ come l’organizzazione delle giornate ’Cantine Aperte’ - ha aggiunto Pagano - sono solo alcune delle molte iniziative attuate con successo e volte a stimolare una maggiore cultura del territorio legata alla produzione vitivinicola. Sicuramente l’enologia puo’ rappresentare oggi un valido ed efficace volano per la promozione turistica delle nostre realta’’’.
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Venerdì, 14 Gennaio 2011
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