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Spagna, la crisi del settimo anno non c’è
Continua col segno “meno” la lotta all’insicurezza sulle strade: -8,4% delle vittime

Tutte le riforme volute dalla DGT dalla patente a punti alla riforma del codice penale. Arriva il tutor

(ASAPS) MADRID, 15 gennaio 2011 – Mentre in Italia ci troviamo a commentare da poche settimane i dati della sinistrosità del 2009 e quelli, molto parziali, del 2010 desunti dall’attività di Polizia Stradale e Carabinieri, negli altri paesi i rapporti relativi all’anno appena mandato in archivio sono già praticamente pronti. La Francia già al 31 dicembre aveva approntato un prospetto parziale relativo al numero del 2010, ora completato, che diventerà definitivo alla fine del mese, quando anche l‘esito delle prognosi più gravi sarà considerato definitivo. Anche la Spagna è pronta e i dati rendono tutti ottimisti, pur con qualche distinguo. Per il settimo anno consecutivo, infatti, il segno “meno” chiude i bilanci del dodicesimo mese solare. Si dovranno attendere gli inizi di febbraio per la definizione dei casi aperti dopo il 19 dicembre e per ora la DGT, la Direzione Generale del Traffico, anticipa che le vittime della strada nel 2010 sarebbero 1.687, 155 in meno rispetto allo stesso periodo del 2009. Significa un regresso dell’8,4%. Gli esperti non sono del tutto soddisfatti perché si tratta del risultato peggiore, se così si può dire, dal 2006, anno in cui entrò in vigore la patente a punti iberica. In quell’anno gli incidenti calarono del 9,5%, nel 2007 del 9,7%, nel 2008 del 20,4% e nel 2009 del 12,8%. A pesare sulla statistica i periodi di settembre, ottobre e novembre 2010, i quali, dopo 34 mesi consecutivi di miglioramento, hanno fatto registrare un trimestre di aumenti su tutta la linea, facendo sobbalzare gli analisti, alcuni dei quali ritengono di essere entrati in una fase di fisiologica stabilità, nel senso che la riduzione degli incidenti, d’ora in poi, sarà sempre più difficile da perseguire perché già vicina ad una soglia minima. Il paese conta 50milioni di abitanti. La sfida, comunque, è quella di dimezzare la sinistrosità entro il 2020. A proposito: la Spagna è oggi uno dei paesi europei che hanno centrato l’obiettivo di ridurre del 50% le vittime entro il 2010 e proposto da Bruxelles nel 2001. Proprio la Commissione Europea ha indicato a tutti gli stati membri quali sono le cause della letalità sulle strade: velocità, alcol e mancato utilizzo delle cinture di sicurezza. Non si scappa: se si vuole mitigare la violenza stradale, bisogna intervenire sul rispetto di queste regole, sia sul fronte della repressione che su quello della prevenzione. La lista di cose che il paese di Juan Carlos ha fatto, sono davvero tante. Dopo l’introduzione del “carné por puntos”, il gruppo di lavoro della DGT, guidata dal “rey” della sicurezza stradale Pere Navarro, ha ottenuto – siamo al 2007 – modifiche sostanziali del codice penale, introducendo pene severissime anche per i comportamenti “pericolosi”. Nello stesso periodo la rete stradale iberica è stata letteralmente tappezzata di postazioni fisse per la rilevazione della velocità, mentre la Guardia Civil, la Polizia Nazionale e tutte quelle a ordinamento locale sono state dotate di strumentazioni e professionalità rivoluzionarie. Nel 2008, invece, nasce un centro di trattazione automatizzato per tutte le infrazioni contestate in Spagna dai radar fissi, ottenendo in questo modo una mappa incredibilmente precisa delle strade a più alto tasso di trasgressione e, soprattutto, un elenco nominativo dei velocisti. Il 2009 segna la riforma del sistema sanzionatorio, con l’introduzione di uno sconto del 50% per chi decida di pagare immediatamente la sanzione e l’aumento del numero di infrazioni per le quali sia prevista una decurtazione di punti. L’ultima, che prevede un prelievo di 3 crediti sul totale di 12 (senza che dal 2006 siano stati elargite “donazioni” all’italica maniera), è quella prevista per chi programma il navigatore satellitare durante la marcia. Ma dall’Italia abbiamo saputo esportare anche qualcosa di buono: sulla AP6, nel tunnel che attraversa la Sierra de Guadarrama e sulla A7, a Torrox, sono appena entrati in funzione dei sistemi per la rilevazione della velocità media che, lo sappiamo, traggono ispirazione dal nostro Tutor. Fino a febbraio nessuna multa, ma se la sperimentazione avrà esito positivo, il sistema sarà esteso a tutta la curatissima “red de carreteras del Estado”, la rete stradale spagnola. La quale, nonostante la fortissima crisi economica, resta la migliore in assoluto dell’area mediterranea. (ASAPS)

© asaps.it
Sabato, 15 Gennaio 2011
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