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Rassegna alcol e guida del 19 gennaio 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta
 

PROGETTOUOMO.NET (segnalazione di Luc Thibault)

Approfondimenti: “Uscire dalla dipendenza con un vaccino è illusione...”
Mai visto qualcuno fermare un Intercity con un pugno?
Stessa cosa che fermare la cocaina con un vaccino.
 Problemi personali, disagi familiari, questioni di salute con possibilità di cervello bruciato, inghippi di ordine pubblico, processi giudiziari, consumi e danni economici ingenti, relazioni sociali alterate, irresponsabilità comportamentali, percorsi scolastici troncati, persino progetti politici di traverso… E tutto ciò si affronta con un vaccino?
Un uomo di toga mi chiese aiuto per la sua dipendenza. “Ho un problemino”, mi disse. Poi dopo un giro di frasi continuò, enunciandomi “ho un altro problemino”, poi un altro ancora. Così per sette volte. Certo il percorso scolastico non era stato troncato, dato che era dottore in legge.
Dal parlamentare alla donna delle pulizie, dal principe del foro al colombiano ricco disceso nella scala sociale fino al consumo e allo spaccio di strada, tutti enumerano “problemini”.
Non uno solo. Magari la “coca in sé”.
Ma la “droga in sé, non è il problema”, diceva don Mario Picchi, “il mistero è l’uomo”.
La realtà è questa. Anche se ci si trova all’inizio, già sono saltati l’equilibrio e l’armonia, interiore ed esteriore, delle relazioni personali e sociali.
Un vaccino, può servire – volendo - ma non basta, in modo assoluto.
Con un pugno non si ferma un treno.
S’è tentato, in analogia, con la pulizia chimica e cura del sonno per una settimana. Procedimento proposto come sicuro e miracoloso (soddisfatto un congruo costo), capace di togliere la dipendenza fisica. Ma la pulizia corporea non riesce a estendersi alla mente e alla volontà. Infatti il metodo è passato di moda.
Già si continua a tentare con farmaci alternativi, succedanei e oppositivi (vedi pure con l’alcol). Gli esiti sono palliativi. Poi basta un nonnulla e ci si ricasca.
Da tempo la storia mostra con chiarezza il dato di fatto: l’intervento tecnico sanitario, da solo, non basta.
La faccenda spiacevole, concomitante all’ipotetico lancio del vaccino anti-coca sperimentato sui topi, non è il marketing, che sempre accompagna l’annuncio scientifico o la molecola farmaceutica risolutiva.
Chi lavora (come chi scrive) da decenni sul campo degli interventi integrati, socio sanitari e socio relazionali, entra immediatamente in malessere per altro motivo. Si ritrova nella medesima, ripetitiva - ormai stucchevole – “cultura della droga”: cancellare “il” problema con lo schiocco delle dita. Prendi il vaccino e tutto è risolto.
Esatto, come il gesto di “farsi”. Parola ormai “sfatta”.
Con un gesto che si affida alla tecnica. Atto automatico e meccanico definitivo,  risolutore di ogni conseguenza. Pura logica di consumo. Pura azione comportamentale.
Eliminato ogni percorso di consapevolezza per la mente e il cuore.
Tolto di mezzo l’impegno della volontà e un progetto di ricostruzione.
La responsabilità di me e della mia libertà, meglio affidarla ad altri.
Così purtroppo è messo fuori campo il contesto familiare e sociale, l’unico che risolva il problema vero della persona umana: riconoscimento tramite l’appartenenza. Questo passaggio può avvenire solo quando mi metto in relazione di apertura e di servizio, non quando consumo un atto tecnico o un servizio.
Spiace dirlo ma non mi scuso: prevenire o uscire dalla dipendenza con un vaccino è illusione.
Gigetto De Bortoli


VIRGILIO.IT

Sanità/ Istat: Da fumo, alcol e obesità i rischi maggiori
Malattie sistema circolatorio sono la principale causa di morte
Roma, 19 gen. (TMNews) - I tumori e le malattie del sistema circolatorio, più frequenti nelle età adulte e senili, rappresentano le principali cause di ricovero sia in Italia, sia nel resto dell’Europa. Il fumo, l’alcol e l’obesità sono i principali fattori di rischio per la salute. In Italia, nel 2009, i fumatori rappresentano il 23% della popolazione di 14 anni e più, i consumatori di alcol a rischio il 16,1%, le persone obese il 10,3%. Lo dice l’Istat nel rapporto ’Noi Italia 2011’, presentato oggi.
Le malattie del sistema circolatorio rappresentano la principale causa di morte in quasi tutti i paesi dell’Ue. In Italia, continua il dossier, il tasso standardizzato di mortalità per queste cause è pari a 32,6 decessi ogni diecimila abitanti, quello relativo ai tumori è pari a 26,6 decessi ogni diecimila abitanti, con valori maggiori negli uomini (36,8) rispetto alle donne (19,6). I tumori rappresentano in Italia e in Europa la seconda causa di morte (2007).
ASCA

Salute: il fumo uccide gli uomini due volte piu’ dell’alcol
(ASCA) - Roma, 19 gen - Il fumo uccide gli uomini due volte piu’ dell’alcol, e il divario nei tassi di mortalita’ tra i rappresentanti del sesso forte e le donne arriva fino al 60%: e’ quanto emerge da uno studio inglese condotto su 30 Stati europei - tra cui Islanda, Grecia, Malta, Cipro e diversi Paesi dell’Europa occidentale e orientale, con l’esclusione della Federazione russa e della penisola scandinava - pubblicato sulla rivista Tobacco Control. I ricercatori, guidati da Gerry McCartney del Social and Public Health Sciences Unit di Glasgow, hanno utilizzato i dati raccolti dall’Organizzazione Mondiale della Sanita’.
In generale, e’ emerso che i tassi di mortalita’ per tutte le cause sono piu’ alti per gli uomini che per le donne. I ricercatori si sono concentrati sui decessi maschili: per quanto riguarda la mortalita’ per fumo e’ emerso che il Paese con piu’ basso tasso maschile e’ l’Islanda (97 decessi ogni 100.000 uomini), mentre quello con il dato piu’ alto, pari a 5 volte tanto, e’ l’Ucraina (495 ogni 100.000). Comparando i dati della mortalita’ maschile dovuta al fumo con quella femminile, e’ emerso che il divario va dal 40% al 60% in tutti i Paesi ad eccezione di Danimarca, Portogallo e Francia, nei quali e’ risultato inferiore, e Malta, dove invece e’ risultato piu’ alto (74%).
Quanto alla mortalita’ dovuta all’abuso di alcol e’ stata registrata una differenza di otto volte tra il paese con il piu’ basso tasso di mortalita’ maschile - l’Islanda, con 29 morti ogni 100.000 uomini - e quello con il piu’ alto - la Lituania, con 253 decessi ogni 100.000.
IL GAZZETTINO (Venezia)

CANNAREGIO
Un grave episodio a San Leonardo fa suonare il campanello d’allarme a Venezia
Beve a 14 anni e sviene, barista nei guai
Dopo i festeggiamenti in un bar, la ragazzina è stata portata in ospedale. Denunciato il titolare
Era svenuta dopo aver bevuto alcolici in un bar. Ed ora, per il titolare del locale, è scattata una denuncia per somministrazione di bevande alcoliche ad una minorenne.
Si è conclusa in questo modo l’inchiesta, avviata dai carabinieri di Cannaregio, su un episodio accaduto poco prima di Natale e che ha creato non pochi timori tra un gruppo di amici e le rispettive famiglie.
Tutto è collegato ad un festa, organizzata in città, da un ragazzo. Nel pomeriggio, prima di recarsi a questo ricevimento prenatalizio, quattro amiche entrano in un bar di Rio terà San Leonardo che è gestito da cinesi. Le ragazze bevono più di qualche bicchiere contenente anche superalcolici, ed alla fine escono da bar e si dirigono verso San Giobbe.
Una di loro, una quattordicenne di Cannaregio, si sente improvvimente male. Dopo una brutta caduta a terra viene dato l’allarme e la ragazzina viene rapidamente trasporta in ospedale.
L’incontro con i coetanei viene ovviamente annullato, tra gli amici c’è molta preoccupazione anche perchè la ragazza ci mette un po’ a riprendersi.
Perchè la situazione torni alla normalità servono alcuni giorni e la ragazza, dopo essere stata seguita dal personale medico, lascia l’ospedale civile dopo circa una settimana.
A questo punto, scongiurato il peggio, la famiglia decide di rivolgersi ai carabinieri, facendo così scattare le indagini che si sono concluse nei giorni scorsi. In base a quanto ricostruito dai militari dell’Arma pare che la ragazzina avesse bevuto tre mojito, un bicchiere di vodka alla pesca e altri due bicchieri di vodka.
Il titolare del bar, interrogato dai carabinieri, ha spiegato che le ragazze erano state servite da una dipendente e di non essersi quindi accorto che l’ordinazione era stata fatta da minorenni. In ogni caso, al termine di tutti gli accertamenti di rito, Q.C., 33 anni titolare del bar in Rio terà San Leonardo, è stato denunciato per la somministrazione di bevande alcoliche a minorenni.
BRESCIA OGGI

PALAZZOLO. Il punto sul nuovo reparto della Richiedei, attivo con successo da due mesi
Alcologia è già una vittoria per tutta la sanità bresciana
Molte richieste dalle famiglie anche da fuori provincia Ma per rilanciare la struttura è urgente far partire l’hospice
La visita della Commissione provinciale famiglia all’Ospedale di Palazzolo, gestito dalla Fondazione Richiedei di Gussago, con il punto sui primi due mesi del nuovo reparto di Alcologia, 15 posti letto, ha fatto il punto sui possibili sviluppi del progetto nato da una intuizione dell’Asl che oltre ad affrontare un’emergenza potrebbe rappresentare il primo passo per portare in attivo la gestione dell’ospedale.
Roberto Bertelli, presidente della commissione ha introdotto l’incontro che ha preceduto la visita, a piccoli gruppi.
Dopo l’intervento del sindaco Alessandro Sala, Fausto Gardoni, presidente delle Richiedei, ha ricordato che il reparto palazzolese è il primo nella regione ad affrontare nello specifico una patologia, quella correlata all’alcool, che provoca più morti della droga (*). Ha poi sottolineato che resta fondamentale per l’avvenire della Fondazione, che dà lavoro a 550 persone, l’avvio dell’hospice a Palazzolo all’interno dell’accreditamento dei 40 posti letto chiesti alla Regione, con l’appoggio di tutte le forze politiche.
LA DOTTORESSA Luigina Scaglia, responsabile del reparto, ha descritto le fasi iniziali richiamando l’attenzione di quanti affrontano il problema. «Oltre ai Noa coordinati dall’Asl di Brescia sono giunte molte richieste dalla bergamasca - ha osservato -. La sperimentazione ha sviluppato un intenso rapporto non solo tra enti, Asl e Richiedei, ma tra professionisti, associazioni enti e famiglie».
«Gli utenti - ha precisato - vengono indirizzati a noi dai Noa e dai Sert di tutta la provincia, ma fin dai primi giorni abbiamo ricevuto richieste dai pronto soccorso e da persone alle prese con il problema di una dipendenza creata da una droga legale che a volte si associa alla droga, a volte la copre e a volte nasconde problemi psichiatrici. In queste settimane è stato importante l’apporto di professionisti dell’Asl che sono venuti e vengono in ospedale, lavorando con noi e con i dipendenti».
LA PRIMARIA ha descritto il modulo messo a punto che prevede 3 settimane di degenze. «La prima per detossicare - ha spiegato - richiede un costante intervento infermieristico per superare le crisi di astinenza anche con l’uso di farmaci, che si riducono nella seconda quando la persona recupera consapevolezza e riconosce le sue risorse. La terza settimana - ha proseguito la dottoressa - è dedicata al lavoro educativo e psicologico per motivare le persone a desiderare il cambiamento e a conoscere i rischi e le possibilità di ricadute. In tutte le fasi è fondamentale il lavoro e il contatto con la famiglia».
Il dottor Montefusco, direttore sanitario della Richiedei, ha ribadito l’importanza di reparti specifici con i numeri: tra i 15 e i 29 anni, l’alcol provoca il 25 percento dei decessi.
 
(*) Nota: a me risulta che in Lombardia ce ne siano altri.
LA PROVINCIA DI SONDRIO

Dopo il ritiro dell’ordinanza anti-alcol a Morbegno
«Il sindaco ci chiede di presidiare ma i baristi non sono poliziotti»
Stefano Mossini: «Va bene la collaborazione, ma di sera ci siano anche i vigili»
MORBEGNO
Dal 1° gennaio è rientrata l’ordinanza che vietava la vendita di bevande alcoliche in contenitori di vetro dopo le 20 di venerdì e sabato sera, provvedimento voluto dalla giunta morbegnese per tenere sotto controllo l’abuso di alcol tra i giovani e contenere gli episodi di disturbo alla quiete pubblica segnalati soprattutto dai residenti del centro storico. Nel mirino piazza Tre Fontane, via Garibaldi, via Nani, via San Marco ma anche piazza San Giovanni per via degli schiamazzi notturni, i capannelli dei ragazzi che sostano fuori dai locali per fumare, le corse in auto (soprattutto dietro il campus scolastico di piazza Sant’Antonio).
La situazione nei 6 mesi circa di sperimentazione dell’ordinanza sembra essere migliorata, tant’è che si è deciso di ritirarla, non senza però prima sollecitare la collaborazione degli esercenti per cercare, insieme, di mantenere l’ordine nelle strade, nelle piazze, ma anche dentro i locali. Per questo il sindaco Alba Rapella ha inviato una lettera ai baristi, nella quale si chiede di «mettere in atto, nei confronti della clientela, tutti quegli accorgimenti utili ad evitare l’abuso di alcol e il disturbo del vicinato. Da parte sua l’amministrazione continuerà a garantire la presenza di alcune pattuglie serali e notturne di agenti di polizia municipale. In questo modo - aggiunge Rapella - vogliamo garantire il divertimento e la socializzazione dei giovani presso i pubblici esercizi e contemporaneamente la vivibilità della città da parte dei residenti, senza dover ricorrere ad ordinanze che riducano ulteriormente la libertà di iniziativa imprenditoriale».
E conclude, tuttavia, precisando che se i problemi di ordine pubblico dovessero ripresentarsi, allora il sindaco sarebbe costretto a ripristinare il provvedimento. Parole che raccolgono le prime reazioni di Stefano Mossini, barista del centro storico e membro del consiglio direttivo dell’Unione commercianti di Morbegno.
«Va bene la collaborazione, ma non si può pretendere che gli esercenti si sostituiscano al lavoro che compete alle forze dell’ordine - afferma - un’occhiata fuori da locale la diamo sempre, ma non possiamo trasformarci in carabinieri. Si fa il possibile per cercare di isolare i più maleducati, o chi fa chiasso, io nel mio piccolo credo di esserci riuscito, tant’è che i clienti vengono qui da me perché sanno di poter stare tranquilli, mi auguro che anche gli altri colleghi facciano lo stesso. Il sindaco ci ha garantito la presenza dei vigili, speriamo che sia effettivamente così, perché noi fino ad ora li abbiamo visti raramente il venerdì e il sabato sera. Per il resto sono felice che l’ordinanza sia rientrata, altrimenti il rischio è di legarci le mani e non sarebbe proprio il caso, soprattutto in questo periodo di crisi per il nostro settore».
Maria Cristina Pesce
LA PROVINCIA DI VARESE

il caso uva
Medico prosciolto, i familiari ricorrono in Cassazione
Gli avvocati: «Bastava leggere il bugiardino del farmaco».
Anche la Procura generale ha proposto ricorso
In Cassazione il caso Uva: i familiari di Giuseppe Uva hanno depositato ricorso contro l’ordinanza del gup che lo scorso 1 dicembre aveva dichiarato il non luogo a procedere a favore di uno dei due medici imputati, Matteo Catenazzi, rinviando invece a giudizio l’altro, Carlo Fraticelli. Entrambi avevano iniettato farmaci calmanti a Uva, sebbene si trovasse in stato di alterazione alcolica. E anche la Procura generale ha fatto lo stesso.
Il primo atto è firmato dagli avvocati Alessandro Gamberini e Fabio Anselmo, che patrocinano le parti civili di Lucia Uva e Angela De Milato. Il documento affronta tre aspetti dell’ordinanza del giudice Cristina Marzagalli: oltre a quello, scontato, della decisione con la quale è stato prosciolto il medico di pronto soccorso, gli avvocati contestano il mancato accoglimento della richiesta di incidente probatorio, e il rigetto dell’abbondante produzione di parte.
Entrambe le istanze erano in un certo modo finalizzate a spostare l’oggetto del procedimento anche su soggetti terzi, nell’ipotesi, esperita in fase di indagine, ma non fatta propria nelle conclusioni dalla procura, di una origine traumatica dei problemi che hanno portato alla morte del povero Giuseppe Uva. In parole semplici, si avverte anche in questa sede un’eco, seppure lontana, del profondo dissidio che ha diviso gli avvocati delle parti civili e la procura (i sostituti procuratori Agostino Abate e Sara Arduini), su quale dovesse essere il vero bersaglio di questo procedimento.
Per tornare alle responsabilità mediche di Catenazzi (difeso dagli avvocati Gianfranco Orelli e Andrea Orelli), i legali di parte civile contestano la conclusione del giudice, cioè che «la condotta ascritta al dott. Catenazzi è stata posta in essere o, comunque, prescritta da altra persona ed esattamente dal medico specialista di psichiatria»,
«Palese - scrivono gli avvocati Anselmo e Gamberini - è l’illogicità dell’argomentazione sol che si consideri che il tema della valutazione atteneva alle componenti farmacologiche del farmaco iniettato, come tali rilevabili anche solo con la consultazione delle prescrizioni del cd. bugiardino, componenti capaci di creare gravi sinergie negative in presenza di assunzione alcol etilico. In tal senso la valutazione suddetta nulla aveva specificamente a che vedere con l’adeguatezza "psichiatrica" del medicinale avendo invece ad oggetto le componenti essenziali del farmaco, come tali certamente rilevabili con l’ausilio delle comuni conoscenze scientifiche di un medico di media diligenza».
Franco Tonghini
IL TIRRENO

Etilometro inceppato? Multa nulla
Il giudice di pace salva una automobilista di San Giuliano Terme
ANTONIO SCUGLIA
PISA. L’etilometro non è un mostro invincibile. (*) Arriva dal giudice di pace di Pisa la prima sentenza che annulla una sanzione elevata grazie al “palloncino”, dopo una serie ininterrotta di ricorsi vani (e costosi: si pagano circa 180 euro perché il valore economico non è determinabile).
La sentenza di cui parliamo è la numero 1755/10, firmata dal giudice Ermanno Sanzo: la tecnologia alla base dell’alcolimetro a volte può incepparsi, e in quei casi non vale più la percezione soggettiva degli agenti accertatori.
Il ricorso era stato presentato da una donna di 37 anni, di San Giuliano Terme. Il suo avvocato, Costantino Cavallaro, chiedeva di annullare una sanzione dei carabinieri, elevata a Tirrenia dopo un esame mediante alcoltest una notte di marzo del 2010. La prima prova mostrava un tasso alcolemico elevato, ma durante le seconda prova l’apparecchio risultava non funzionante. Arrivava lo stesso la multa, e con essa il taglio dei punti dalla patente, sulla scorta della singola prova effettuata che aveva dato esito positivo. Secondo la donna il provvedimento è illegittimo: «La prova singola non può essere considerata sufficiente a dimostrare che ella guidasse in stato di ebbrezza alcolica. I militari operanti, se fossero stati convinti dello stato di alterazione della ricorrente, avrebbero dovuto condurla presso il più vicino Comando provvisto di apparecchio per la prova dell’alcoltest ed eseguirla nuovamente».
La Prefettura sosteneva, a conferma del provvedimento adottato, che «la prova dello stato alterato della ricorrente era data anche dalla difficoltà di articolazione del linguaggio e che per questo, in aggiunta ovviamente all’unica prova effettuata, aveva emesso la sanzione».
Ma il giudice ha dato ragione alla ricorrente: «La sola prova posta in essere dai militari operanti non è valida ed, inoltre, pone molti dubbi sulla sua parziale validità in quanto essendosi guastato l’apparecchio, non vi è prova che Io stesso all’atto del primo esame fosse perfettamente funzionante. Il ricorso ai vecchi sistemi d’accertamento dello stato d’ebbrezza, quando non vi erano gli apparecchi mobili (cioè alito vinoso, equilibrio precario ecc...) oggi non possono trovare alcuna giustificazione in quanto i limiti per l’accertamento dello stato di ebbrezza alcolica sono diminuiti enormemente (**), per cui anche una persona che parla tranquillamente e si muove con armonia può trovarsi oltre i limiti previsti dall’art. 186 del CdS. Pertanto, bene avrebbero fatto i militari a condurre la ricorrente presso un luogo ove poter misurare regolarmente lo stato di ebbrezza».
 E’ iniziata intanto la protesta dei giudici di pace che durerà due settimane: a Pisa hanno aderito oltre la metà dei giudici, e quindi salteranno decine e decine di udienze. La nuove date sono state già esposte presso gli uffici in via Palestro.
 
(*) Nota: l’etilometro è uno strumento preziosissimo che consente di salvare molte vite umane.
(**) Nota: il limite, per la maggior parte dei conducenti, è diminuito un po’, da 0,8 a 0,5.
IL MATTINO

La telefonata ai carabinieri è arrivata…
Francesco Gravetti
Poggiomarino. La telefonata ai carabinieri è arrivata intorno alle 9 del mattino. Era una pendolare, che dal treno della Circumvesuviana diretto a Poggiomarino ha notato un corpo riverso a terra proprio accanto ai binari, a poche decine di metri dalla stazione di Flocco. «C’è tanto sangue» ha detto la donna, spaventata. In effetti, Ahmed Karya, 30enne marocchino residente a Scafati, aveva davvero perso molto sangue. Chi lo ha ucciso gli ha tagliato la gola, oltre a ferirlo in diverse altre parti del corpo. Poi, con ogni probabilità, ha tentato di bruciarlo: accanto al suo corpo senza vita i carabinieri hanno trovato un materassino al quale era stato appiccato il fuoco e lui stesso presenta piccoli segni di bruciatura sui piedi. Sono questi i pochi elementi in mano ai militari diretti dal maresciallo Andrea Manzo, chiamati a fare luce sull’omicidio. Il 30enne è stato identificato grazie al documento trovato nella tasca posteriore dei pantaloni. Risulta residente a Scafati, in via Poggiomarino 155, ma alcuni cittadini che vivono a Flocco, popolosa frazione di Poggiomarino, raccontano di averlo visto spesso in giro da quelle parti, assieme a suoi connazionali. Qualcuno ha spiegato di averlo visto anche piuttosto brillo, negli ultimi giorni. Il luogo dove è stato trovato, peraltro, è un punto di ritrovo per gli stranieri del posto: ancora ieri vi erano bottiglie vuote di birra e liquori e tracce di alimenti. Nonostante si trovi a ridosso dei binari della Circumvesuviana, la zona viene usata come rifugio dai maghrebini ma anche da quelli dell’Europa dell’Est. Soprattutto in estate, gli stranieri passano anche la notte lì, attrezzandosi con materassini e coperte. I carabinieri devono ora cercare di capire se Ahmed è stato sgozzato proprio nei pressi dei binari della Circum oppure se vi è stato portato dopo essere stato ammazzato da qualche altra parte. Certo è che chi lo ha ucciso ha tentato di disfarsi del suo corpo dandogli fuoco: probabilmente lo ha adagiato sul materassino e poi ha provato a bruciare tutto. Un tentativo maldestro, perché le fiamme hanno avvolto il giaciglio ma non il corpo dell’uomo. Le indagini si concentrano sulla comunità di extracomunitari che frequenta Poggiomarino e in particolare la frazione Flocco. I carabinieri, in particolare, starebbero cercando un amico di Ahmed, l’ultimo ad averlo visto prima dell’omicidio.


CORRIERE ADRIATICO

Aggredisce i militari con calci e pugni
Castelnuovo
Ieri notte i carabinieri di Castelnuovo Vomano, hanno tratto in arresto in flagranza di reato di resistenza e violenza N.E., 49enne di Cermignano. Era da poco trascorsa la mezzanotte quando è giunta una richiesta di intervento presso il 112 da parte del titolare di un esercizio commerciale, il quale lamentava la presenza di un uomo che in evidente stato di ubriachezza, molestava gli avventori. I militari si sono recati subito sul posto e lo hanno invitato alla calma chiedendogli di uscire dal locale. L’uomo però si è scagliato contro i militari aggredendoli con calci e pugni. Alla fine è stato bloccato e arrestato.
LA NAZIONE

IL VINO TRA SALUTE ED ECONOMIA
<> è il titolo del simposio organizzato da UniCeSV (centro Universitario di ricerca e formazione per lo sviluppo delle imprese del settore vitivinicolo), in programma venerdì 21 dalle 10 all’Accademia dei Georgofili (Logge degli Uffizi Corti). Il simposio, che sarà aperto dall’intervento dell’assessore regionale Daniela Scaramuccia, metterà a fuoco prevenzione, trend di consumo, abusi e buon bere.
IL TIRRENO

Pedone investito, patenti ritirate  
Ubriachi alla guida provocano incidenti: tre denunciati
MONTECATINI. Guidano dopo aver bevuto e provocano incidenti. Nelle ultime ore sono stati almeno tre i casi di automobilisti a cui è stata tolta la patente dopo essere risultati positivi all’etilometro. Chiamata a rilevare uno schianto tra auto una pattuglia dei carabinieri del nucleo radiomobile al termine delle misurazioni ha denunciato i conducenti delle due macchine coinvolte. Per entrambi è stato riscontrato con un tasso alcolemico superiore al consentito dalla legge ed è scattato il ritiro della patente di guida.
Alcol nel sangue in dosi fuorilegge anche ieri intorno alle 9,30. Intervenuti per un pedone investito tra via del Salsero e via Cairoli, i vigili urbani hanno portato al comando il guidatore della Smart, un 50enne di Montecatini, che aveva messo sotto una sessantenne. Il test dell’etilometro lo ha inchiodato: la prima rilevazione è stata di 1,4 g/l di alcol e la seconda di 1,54. La donna è stata trasferita all’ospedale e non è in gravi condizioni. Lui, l’investitore, si è visto fermare il veicolo per 30 giorni.
«L’automobilista si è giustificato dicendo di aver bevuto delle birre al bar - spiega il comandante della polizia municipale, Michela Cupini -. Inoltre, ha detto di assumere dei farmaci che potrebbero aver amplificato gli effetti dell’alcol».
Quando gli agenti gli hanno chiesto la patente il 50enne non ha potuto mostrare il documento. L’aveva smarrito. Non solo. Aveva perso anche il permesso provvisorio che gli era stato rilasciato dai carabinieri dopo la denuncia di smarrimento della patente. Che gli è stata “ritirata” lo stesso insieme al fermo della Smart. A fine mattinata l’automobilista, senza patente e ubriaco già alle 9,30, ha lasciato il comando ed è tornato a casa a piedi. I controlli sulle condizioni di chi si mette al volante proseguono da parte delle forze dell’ordine. E ancora i vigili urbani hanno fermato in via della Torretta un 32enne, residente a Montecatini, che girava su una Ford Fiesta con la fotocopia del tagliando assicurativo e senza patente da almeno 12 anni. Gliela avevano tolta dopo un incidente e lui non si era presentato alla commissione medica che avrebbe dovuto valutare le condizioni per l’eventuale restituzione del documento.
P.B.
IL TIRRENO

Al Gymnasium ha bevuto whisky e birra a colazione, poi lo show in strada
Ubriaco molesta barista
E’ stato arrestato dopo avere colpito anche due agenti
La donna incinta è stata portata subito in ospedale
L.L.
LIVORNO. Birra e whisky a colazione, con tre panini, tanto per riempire un po’ lo stomaco. Ma l’effetto dell’alcol è devastante. Protagonista un romeno di 29 anni, già conosciuto dalle forze dell’ordine. Molestie alla barista, calci e pugni a due agenti delle volanti, e un po’ di show in mezzo alla strada. E alla fine l’arresto.
Intorno alle 7 il giovane si presenta al bar Gymnasium, in viale Ippolito Nievo, chiedendo gli alcolici e i panini. Mangia e beve mentre gioca a una slot machine. All’inizio, come testimoniato dalla barista, non sembra alterato. Poi, però, inizia a molestare la giovane, 32 anni, incinta. «Ti amo, dammi un bacio», le dice avvicinandosi. Lei rifiuta l’avances, dicendo che è impegnata nel lavoro e non può essere disturbata. Ma l’ovvio rifiuto di lei basta a scatenare le ire del ventinovenne, che è anche sotto effetto di cocaina. Prima la insulta, poi le sputa addosso. Quindi comincia a devastare il bar, gettando per terra le ciotole delle noccioline adagiate sul banco e scaraventando via alcune sedie.
A quel punto la giovane, spaventata, chiama la polizia. Il romeno nel frattempo se ne va senza pagare, nonostante lei lo inviti a saldare il conto. Gli agenti arrivano in pochi minuti e in breve rintracciano il romeno, non distante dal bar, mentre cammina insieme a un amico verso viale Alfieri. Lo fermano, ma lui oppone subito resistenza, prendendo due poliziotti a calci e pugni. Il giovane romeno è visibilmente alterato e, come accertato dalla polizia, sale sulla volante e si sbottona la camicia. Poi continua a scagliarsi contro gli agenti.
A quel punto scattano le manette: le accuse sono per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, le denunce per ingiurie alla barista, danneggiamento del locale e turbata libertà dell’industria o del commercio, e la sanzione per ubriachezza molesta.
Sia il giovane sia i poliziotti sono stati visitati in pronto soccorso e giudicati guaribili in sette giorni. In ospedale anche la barista per un controllo, visto il suo stato interessante.
Il romeno è già noto alle forze dell’ordine per vari reati. Lui risulta positivo all’alcol test e al narco test: ha ingerito cocaina.
L’ARENA di Verona

INCIDENTE. L’episodio in serata a Ponte Nuovo
Ubriaco cade in Adige ma viene salvato
Marocchino soccorso da polizia, pompieri e 118 dopo le chiamate dei tanti testimoni
Ubriaco è scivolato prima sull’argine e poi in acqua in lungadige Rubele e il suo gesto ha costretto vigili del fuoco, 118 e volanti a correre sul posto. Erano da poco passate le 22 di ieri sera quando alcuni passanti hanno telefonato al 113 denunciando che c’era una persona in Adige, verso Ponte Nuovo. L’uomo, un immigrato marocchino in evidente stato di ubriachezza è stato dunque ripescato senza grosse conseguenze, se non quelle di un principio d’assideramento dovuto all’ipotermia causata dal freddo dell’acqua e dalla temperatura esterna. Proprio per questo l’immigrato è stato ricoverato. A causare lo scivolamento in acqua è stato lo stato psicofisico ottenebrato dall’alcol.
A.V.
CORRIERE DEL VENETO

A SPRESIANO
Rissa alla sala giochi Millionaire Buttafuori aggredito col machete
Un cliente viene invitato a lasciare il locale. Ma dopo un’ora torna con un coltellaccio e si scaglia contro l’addetto alla sicurezza.
Ferite guaribili in un mese

SPRESIANO – Spedizione punitiva alla sala giochi «Millionaire», buttafuori aggredito a colpi di machete. È accaduto nella notte tra martedì e mercoledì. La vittima è Rudy Marcon, 43enne di Mareno di Piave, che stava lavorando nel locale di via Galvani, a Spresiano, nel Trevigiano. Secondo quanto riferito dall’uomo ai carabinieri, poco prima di mezzanotte era avvenuto un litigio con un avventore straniero, che era stato invitato a lasciare il locale. Qualche minuto dopo, un’ora al massimo, lo straniero si è ripresentato, armato del coltellaccio. Dopo qualche minaccia e urlo, si è scagliato contro il buttafuori, che ha rimediato sul fianco sinistro ferite giudicate guaribili in trenta giorni al Ca’ Foncello, ospedale trevigiano. Pare che l’aggressore fosse ubriaco e che sia scappato a bordo di un’auto. Del caso se ne stanno occupando i militari di Treviso, che stanno indagando per tentato omicidio. Al vaglio le testimonianze della decina di avventori presenti al momento dell’aggressione, sequestrate anche le immagini delle telecamere a circuito chiuso.
CORRIERE DI VITERBO

Ubriaco picchia il figlio e aggredisce i carabinieri
Arrestato dai carabinieri un sessantenne di Graffignano, indagato per lesioni personali, minacce e resistenza a pubblico ufficiale. I carabinieri sono intervenuti presso l’abitazione dell’uomo su richiesta del figlio 22enne, che aveva chiesto l’intervento di una pattuglia di carabinieri alla centrale operativa del comando provinciale di Viterbo per calmare il padre che, secondo il suo racconto, lo stava aggredendo violentemente. Il 60enne, secondo una nota dei carabinieri in evidente stato di ubriachezza, prima di essere riportato alla calma ed arrestato, ha anche tentato più volte di aggredire i carabinieri minacciandoli ripetutamente. Il giovane, aggredito dal padre durante la lite sorta tra le mura domestiche, è stato medicato presso il pronto soccorso dell’ospedale di Belcolle e successivamente dimesso con tre giorni di prognosi per le varie contusioni riportate
LA NUOVA VENEZIA

minori in fila a comprare alcolici

LA NUOVA FERRARA

giovani e alcol, pochi controlli

IL RESTO DEL CARLINO (Modena)

Volontariato per chi guida ubriaco «Sbagliato azzerare la condanna» Piacentini (Vittime della strada): «Il tribunale bussi da qualche altra parte»

IL GIORNO (Bergamo-Brescia)

Il centro anti-alcol del Richiedei sommerso da richieste di aiuto

IL MATTINO di Padova

cinquemila no all’abuso di alcol

IL GIORNO (Milano)

L’ALCOL I GIOVANI E IL VUOTO
Alcol ai minori, denunciate chi sgarra

LA NAZIONE (Arezzo)

Un sessantenne e un quarantenne denunciati perchè ubriachi alla guida

LA NAZIONE (Pistoia)

Ubriaco al volante investe una donna Rischia l’arresto e una maxi multa

LA PROVINCIA DI BIELLA

Biella. Ubriaco, ha aggredito il personale del pronto soccorso e insultato gli agenti di polizia intervenuti per fermarlo, ma è stato ...

LA SICILIA

Ubriaco danneggia auto in sosta

 

 



 

Giovedì, 20 Gennaio 2011
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