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TRASPORTO MERCI 12/12/2005

Come ti governo gli imprevisti

da Uomini e Trasporti - Dicembre 2005

Come ti governo gli imprevisti

A gestire l’ordinario sono capaci tutti. Ma come bisogna reagire davanti a un pedone che di notte, completamente al buio, ti attraversa la strada quando sei a poche centinaia di metri da lui? I corsi di guida sicura, organizzati da Accademia on the road per i soci Federtrasporti sul circuito di Vallelunga, servono a questo: a imparare il comportamento da tenere di fronte agli eventi inattesi. Di quelli che magari si verificano poche volte nella vita, ma che sono la causa della maggioranza degli incidenti stradali.

La sicurezza stradale crea benefici per tutti. Per la collettività, che immola sulla strada un sacrificio di vite umane degno di una guerra. Per l’economia del paese, che risparmia tutti quei costi diretti e indiretti prodotti dagli incidenti. Per la singola impresa, che salvaguardia il proprio capitale umano e veicolare e in parte contiene i costi assicurativi.
Il Gruppo Federtrasporti ha chiari questi vantaggi. E di conseguenza cerca di renderli concreti. In vari modi, da vari anni, su vari livelli. Sono nati così, per esempio, i corsi destinati agli operatori della filiera logistica e quelli rivolti a figure di raccordo tra il Gruppo e le strutture socie, attraverso i quali diffondere una cultura preventiva. Sono nati così i bonus sui premi assicurativi agli autisti virtuosi, pensati come incentivo per chi nell’anno precedente non è incappato in incidenti stradali. Ma soprattutto è nata così Accademia on the road, vale a dire una sezione del branch formativo di Federtrasporti, rivolta specificatamente agli autisti e finalizzata a migliorare la loro capacità di guida e ad acquisire conoscenze su tutti quegli argomenti che possono condizionarla negativamente. Due obiettivi raggiunti attraverso un percorso articolato su due livelli. Il primo teorico, relativo cioè al particolare stile di vita che deve adottare chi lavora sulla strada. Cosa vuol dire stile di vita? Vuol dire alimentarsi con cibi che non diventino un macigno sullo stomaco e quindi “deterrenti” per la concentrazione. Vuol dire non assumere quel tipo di farmaco (come per esempio un antistaminico) che possa indurre sonnolenza. Vuol dire, molto genericamente, riuscire a curare la propria salute e il proprio benessere per evitare di far volare via la concentrazione e l’attenzione quando si guida.
Il secondo livello è assolutamente pratico e si concretizza in veri e propri corsi di guida sicura, organizzati presso autodromi accreditati. La scelta in tal senso, per il 2005, si è indirizzata verso Vallelunga, per il semplice motivo che lì dalla scorsa estate è nato un apposito impianto assolutamente all’avanguardia voluto dall’Aci (che lo gestisce) e da Mercedes-Benz (che funge da sponsor tecnico), dotato di macchinari tecnologicamente avanzati e istruttori preparati. Ed è proprio lì, nel corso dell’autunno, che si sono svolti i primi corsi di Accademia on the road.

Insegnare la guida sicura: ecco perché

A che serve un corso di guida sicura per veicoli pesanti? Innanzi tutto non serve a insegnare a guidare a chi non è in grado. Può aiutare, invece, chi è già in grado di condurre un veicolo pesante, a gestire situazione impreviste, a reagire correttamente di fronte a eventi eccezionali, che magari capitano di rado e che però possono essere causa di conseguenze spiacevoli per se stessi e per gli altri.
Gli incidenti stradali, cioè, non avvengono in situazioni ordinarie, non accadono quando “tutto va come dovrebbe andare”. Perché se di fronte all’assolutamente prevedibile l’autista vigile e attento perde il controllo della situazione, significa che ha lacune proprie, che nessun corso può colmargli. A quel punto, sarebbe meglio per lui se si facesse un approfondito esame di coscienza e ipotizzasse di cambiare lavoro.
Gli incidenti avvengono quando accade qualcosa di inaspettato. Nessuno cioè può prevedere che il portellone del furgone davanti possa aprirsi e far cadere quel voluminoso pacco in mezzo alla strada e che a quel punto bisogna in qualche modo evitare. Nessuno può prevedere che di sera, in quel punto poco illuminato, quell’impavido pedone decida di attraversare, costringendo chi arriva sulla strada a frenare o a scartarlo con una manovra ardita. Nessuno può prevedere che, sul bordo della strada e in pieno inverno, qualcuno abbia rovesciato dell’acqua, subito dopo trasformatasi in un insidioso strato di ghiaccio che adesso, passandoci sopra con le ruote, “mette in lite” semirimorchio e trattore, nel senso che il primo decide di seguire una direzione completamente diversa dal secondo.
E se queste vi sembrano situazioni paradossali, si possono sostituire con quelle che le statistiche indicano come cause principali degli incidenti. Nel 18% dei casi (ma che diventa ben il 28% quando si parla di veicoli pesanti) all’origine di un incidente c’è la guida distratta. Che in effetti è un’espressione generica che può prefigurare tante cose. Facciamo un esempio? Prendiamo il caso di quella curva, che è così da sempre e che magari si è percorsa altre decine di volte, ma che quel giorno, un po’ per soprappensiero un po’ per stanchezza si affronta a una velocità tale che modifica completamente il baricentro del veicolo, rendendolo incontrollabile. Nove volte su dieci questa situazione porta a un ribaltamento, con tutte le conseguenze che si possono immaginare.
Un altro 12% di incidenti è causato dal non rispetto dello stop e dalla mancata precedenza. E anche questo è un caso classico, soprattutto nei rapporti tra vettura e camion: la prima giunge all’incrocio e vede il secondo che arriva dalla parte opposta esattamente sulla strada in cui si sta per immettere. A quel punto, per non rimanere dietro al camion, troppo lento e ingombrante, si butta sulla carreggiata all’ultimo momento costringendo l’altro a frenare all’improvviso. E non sempre va bene….
Un corso di guida sicura serve a questo: a vedersi di fronte quel pacco o quel pedone comparso all’improvviso, a trovarsi in mezzo a quella curva a una velocità assolutamente sconsigliata, a scorgere quell’auto uscita inaspettatamente dall’incrocio senza dare la precedenza. Insomma a trovarsi in mezzo a quelle che sono le situazioni tipiche – stando alle statistiche – di incidentalità.
Le cose da imparare sono tante: la reazione di fronte all’evento improvviso, la sbandata controllata del veicolo (sicuramente aiutata se questo è dotato di controllo elettronico della trazione), le manovre di controsterzo per correggere l’eventuale traiettoria rettilinea del veicolo. Ai corsi di Vallelunga l’ostacolo viene simulato con un muro di acqua che si alza improvvisamente. Il fondo stradale viene trattato con speciali resine per renderlo maggiormente insidioso e quindi più vicino a una situazione di emergenza stradale. Per il resto, per poter allenare l’autista a effettuare la manovra gli viene prima di tutto insegnata la corretta posizione di guida, quindi viene allenato con esercizi di slalom tra birilli e alla fine portato a gestire le diverse situazioni di sovra e sottosterzo. Molto interessante al riguardo, l’esercizio che induce lo sbandamento facendo scorrere una piastra idraulica quando il veicolo l’attraversa con le ruote. A quel punto il conducente si abitua a correggere sia il sovrasterzo con manovre di controsterzo effettuate in anticipo, sia il sottosterzo riducendo l’angolo di sterzata e la velocità del mezzo. Sottosterzo che diventa ancora più impegnativo se praticato in discesa, su fondo stradale privo di aderenza, come viene simulato in un altro esercizio del corso.

Per ora soddisfazione e domani meno incidenti

Certo, per avere un quadro completo della situazione bisognerebbe avere anche statistiche di riscontro, verificare cioè la riduzione dell’incidentalità tra coloro che hanno partecipato al corso. I dati del settore auto parlano di una flessione del 15%. Per i veicoli industriali i corsi sono appena iniziati e quindi non ci sono dati storici. Ma su questo punto bisogna fidarsi delle impressioni a caldo dei partecipanti, che evidentemente riescono a trasfigurare le simulazioni ricreate sulla pista in situazioni vissute nel quotidiano. Ed è importante che, proprio dagli autisti, da professionisti che molte volte viaggiano su camion da diversi decenni (e quindi magari meno disponibili ad accettare consigli o a farsi insegnare qualcosa) che giungono commenti positivi. Qualcuno dice di aver imparato a “percepire le diverse reazioni del veicolo in relazione ai diversi fondi stradali”. Qualcun altro dichiara di aver compreso quanto sia importante “spingere la frizione per ristabilire una corretta distribuzione dei pesi nel veicolo in sbandata”. Altri fanno a gara nell’indicare quei piccoli errori di posizione, stratificati nel corso di lunghi anni, e che adesso hanno compreso in che modo rimuovere. Qualcuno poi almanacca quelle situazioni di emergenza nascoste dietro le simulazioni costruite in pista e che il corso ha reso maggiormente familiari. Situazioni che magari – sottolinea un altro partecipante – possono accadere una volta nella vita, ma in quel caso sono sicuro che potrò dire grazie a questa giornata di corso.

Tutti i vantaggi di una corretta posizione di guida
Prima delle prove in pista, un breve passaggio in aula per comprendere alcuni concetti fondamentali che saranno messi in pratica. Tra questi la descrizione della corretta posizione delle mani sul volante.
Quanto conta una corretta posizione di guida? Il corso di Vallelunga lo considera una sorta di insegnamento propedeutico. Perché una posizione corretta per un verso garantisce il comfort dell’autista e quindi scongiura mal di schiena o affaticamenti, per un altro mette sempre in condizione di reagire con prontezza davanti all’evento imprevisto. È fondamentale, al riguardo, sistemarsi alla giusta distanza, in relazione alla comodità con cui si spinge la frizione, alla possibilità di raggiungere al meglio tutti i comandi, ma soprattutto facendo in modo di coprire tutta la corona del volante senza mai staccare le spalle dallo schienale del sedile. Lo schienale è leggermente inclinato, a circa 95°, in modo da creare dolori sulle ultime vertebre. I piedi ben poggiati a terra, per sorreggere in parte il peso del corpo. Le mani assumono la posizione detta a “9 e 15” ed è fondamentale non staccarle mai dal volante. Nel caso di manovre decise può diventare utile anche incrociarle, conservando però il controllo sempre con una mano, mentre l’altra recupera la posizione a “9 e 15”. Importante è non far ruotare mai il volante tra le mani. Una volta appresi questi insegnamenti in maniera teorica, prima si sperimentano in maniera statica, quindi si mettono in pratica nell’esercizio di slalom tra i birilli e alla fine vengono testati nelle manovre di controsterzo necessarie per reagire alle situazioni di sovrasterzo, quando cioè l’avantreno del veicolo perde direzionalità e procede in avanti anche in curva.

Vallelunga, una scuola avanzata di sicurezza
Quello di Vallelunga è un impianto all’avanguardia. Il Centro propone ai partecipanti una serie di situazioni di rischio riprodotte su cinque diverse piste: due per lo sbandamento e per abituare a guidare in contro e sovrasterzo, una per le prove in discesa in condizioni di scarsa aderenza, una per l’aquaplanning, una con curva circolare o rollover per prendere padronanza con il controllo elettronico della trazione. Ma quello che più colpisce a Vallelunga è il ricorso imponente ad attrezzature e materiali d’avanguardia. Tutti i sistemi in funzione nel centro, per esempio, sono governati da computer o tramite speciali sensori, così come la stessa acqua utilizzata per creare gli ostacoli o per determinare lo slittamento del veicolo viene controllata elettronicamente e quindi raccolta, depurata e poi riutilizzata per le prove successive, senza impatti di natura ambientale. E anche l’inquinamento acustico è ridotto al massimo con l’utilizzo di un manto stradale fono-assorbente che attutisce i rumori..


Lunedì, 12 Dicembre 2005
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