A
gestire l’ordinario sono capaci tutti. Ma come bisogna reagire
davanti a un pedone che di notte, completamente al buio, ti attraversa
la strada quando sei a poche centinaia di metri da lui? I corsi di guida
sicura, organizzati da Accademia on the road per i soci Federtrasporti
sul circuito di Vallelunga, servono a questo: a imparare il comportamento
da tenere di fronte agli eventi inattesi. Di quelli che magari si verificano
poche volte nella vita, ma che sono la causa della maggioranza degli
incidenti stradali.
La sicurezza stradale crea benefici per tutti. Per la collettività,
che immola sulla strada un sacrificio di vite umane degno di una guerra.
Per l’economia del paese, che risparmia tutti quei costi diretti
e indiretti prodotti dagli incidenti. Per la singola impresa, che salvaguardia
il proprio capitale umano e veicolare e in parte contiene i costi assicurativi.
Il Gruppo Federtrasporti ha chiari questi vantaggi. E di conseguenza
cerca di renderli concreti. In vari modi, da vari anni, su vari livelli.
Sono nati così, per esempio, i corsi destinati agli operatori
della filiera logistica e quelli rivolti a figure di raccordo tra il
Gruppo e le strutture socie, attraverso i quali diffondere una cultura
preventiva. Sono nati così i bonus sui premi assicurativi agli
autisti virtuosi, pensati come incentivo per chi nell’anno precedente
non è incappato in incidenti stradali. Ma soprattutto è
nata così Accademia on the road, vale a dire una sezione del
branch formativo di Federtrasporti, rivolta specificatamente agli autisti
e finalizzata a migliorare la loro capacità di guida e ad acquisire
conoscenze su tutti quegli argomenti che possono condizionarla negativamente.
Due obiettivi raggiunti attraverso un percorso articolato su due livelli.
Il primo teorico, relativo cioè al particolare stile di vita
che deve adottare chi lavora sulla strada. Cosa vuol dire stile di vita?
Vuol dire alimentarsi con cibi che non diventino un macigno sullo stomaco
e quindi “deterrenti” per la concentrazione. Vuol dire non
assumere quel tipo di farmaco (come per esempio un antistaminico) che
possa indurre sonnolenza. Vuol dire, molto genericamente, riuscire a
curare la propria salute e il proprio benessere per evitare di far volare
via la concentrazione e l’attenzione quando si guida.
Il secondo livello è assolutamente pratico e si concretizza in
veri e propri corsi di guida sicura, organizzati presso autodromi accreditati.
La scelta in tal senso, per il 2005, si è indirizzata verso Vallelunga,
per il semplice motivo che lì dalla scorsa estate è nato
un apposito impianto assolutamente all’avanguardia voluto dall’Aci
(che lo gestisce) e da Mercedes-Benz (che funge da sponsor tecnico),
dotato di macchinari tecnologicamente avanzati e istruttori preparati.
Ed è proprio lì, nel corso dell’autunno, che si sono
svolti i primi corsi di Accademia on the road.
Insegnare
la guida sicura: ecco perché
A
che serve un corso di guida sicura per veicoli pesanti? Innanzi tutto
non serve a insegnare a guidare a chi non è in grado. Può
aiutare, invece, chi è già in grado di condurre un veicolo
pesante, a gestire situazione impreviste, a reagire correttamente di
fronte a eventi eccezionali, che magari capitano di rado e che però
possono essere causa di conseguenze spiacevoli per se stessi e per gli
altri.
Gli incidenti stradali, cioè, non avvengono in situazioni ordinarie,
non accadono quando “tutto va come dovrebbe andare”. Perché
se di fronte all’assolutamente prevedibile l’autista vigile
e attento perde il controllo della situazione, significa che ha lacune
proprie, che nessun corso può colmargli. A quel punto, sarebbe
meglio per lui se si facesse un approfondito esame di coscienza e ipotizzasse
di cambiare lavoro.
Gli incidenti avvengono quando accade qualcosa di inaspettato. Nessuno
cioè può prevedere che il portellone del furgone davanti
possa aprirsi e far cadere quel voluminoso pacco in mezzo alla strada
e che a quel punto bisogna in qualche modo evitare. Nessuno può
prevedere che di sera, in quel punto poco illuminato, quell’impavido
pedone decida di attraversare, costringendo chi arriva sulla strada
a frenare o a scartarlo con una manovra ardita. Nessuno può prevedere
che, sul bordo della strada e in pieno inverno, qualcuno abbia rovesciato
dell’acqua, subito dopo trasformatasi in un insidioso strato di
ghiaccio che adesso, passandoci sopra con le ruote, “mette in lite”
semirimorchio e trattore, nel senso che il primo decide di seguire una
direzione completamente diversa dal secondo.
E se queste vi sembrano situazioni paradossali, si possono sostituire
con quelle che le statistiche indicano come cause principali degli incidenti.
Nel 18% dei casi (ma che diventa ben il 28% quando si parla di veicoli
pesanti) all’origine di un incidente c’è la guida distratta.
Che in effetti è un’espressione generica che può
prefigurare tante cose. Facciamo un esempio? Prendiamo il caso di quella
curva, che è così da sempre e che magari si è percorsa
altre decine di volte, ma che quel giorno, un po’ per soprappensiero
un po’ per stanchezza si affronta a una velocità tale che
modifica completamente il baricentro del veicolo, rendendolo incontrollabile.
Nove volte su dieci questa situazione porta a un ribaltamento, con tutte
le conseguenze che si possono immaginare.
Un altro 12% di incidenti è causato dal non rispetto dello stop
e dalla mancata precedenza. E anche questo è un caso classico,
soprattutto nei rapporti tra vettura e camion: la prima giunge all’incrocio
e vede il secondo che arriva dalla parte opposta esattamente sulla strada
in cui si sta per immettere. A quel punto, per non rimanere dietro al
camion, troppo lento e ingombrante, si butta sulla carreggiata all’ultimo
momento costringendo l’altro a frenare all’improvviso. E non
sempre va bene….
Un corso di guida sicura serve a questo: a vedersi di fronte quel pacco
o quel pedone comparso all’improvviso, a trovarsi in mezzo a quella
curva a una velocità assolutamente sconsigliata, a scorgere quell’auto
uscita inaspettatamente dall’incrocio senza dare la precedenza.
Insomma a trovarsi in mezzo a quelle che sono le situazioni tipiche
– stando alle statistiche – di incidentalità.
Le cose da imparare sono tante: la reazione di fronte all’evento
improvviso, la sbandata controllata del veicolo (sicuramente aiutata
se questo è dotato di controllo elettronico della trazione),
le manovre di controsterzo per correggere l’eventuale traiettoria
rettilinea del veicolo. Ai corsi di Vallelunga l’ostacolo viene
simulato con un muro di acqua che si alza improvvisamente. Il fondo
stradale viene trattato con speciali resine per renderlo maggiormente
insidioso e quindi più vicino a una situazione di emergenza stradale.
Per il resto, per poter allenare l’autista a effettuare la manovra
gli viene prima di tutto insegnata la corretta posizione di guida, quindi
viene allenato con esercizi di slalom tra birilli e alla fine portato
a gestire le diverse situazioni di sovra e sottosterzo. Molto interessante
al riguardo, l’esercizio che induce lo sbandamento facendo scorrere
una piastra idraulica quando il veicolo l’attraversa con
le ruote. A quel punto il conducente si abitua a correggere sia il sovrasterzo
con manovre di controsterzo effettuate in anticipo, sia il sottosterzo
riducendo l’angolo di sterzata e la velocità del mezzo.
Sottosterzo che diventa ancora più impegnativo se praticato in
discesa, su fondo stradale privo di aderenza, come viene simulato in
un altro esercizio del corso.
Per
ora soddisfazione e domani meno incidenti
Certo,
per avere un quadro completo della situazione bisognerebbe avere anche
statistiche di riscontro, verificare cioè la riduzione dell’incidentalità
tra coloro che hanno partecipato al corso. I dati del settore auto parlano
di una flessione del 15%. Per i veicoli industriali i corsi sono appena
iniziati e quindi non ci sono dati storici. Ma su questo punto bisogna
fidarsi delle impressioni a caldo dei partecipanti, che evidentemente
riescono a trasfigurare le simulazioni ricreate sulla pista in situazioni
vissute nel quotidiano. Ed è importante che, proprio dagli autisti,
da professionisti che molte volte viaggiano su camion da diversi decenni
(e quindi magari meno disponibili ad accettare consigli o a farsi insegnare
qualcosa) che giungono commenti positivi. Qualcuno dice di aver imparato
a “percepire le diverse reazioni del veicolo in relazione ai diversi
fondi stradali”. Qualcun altro dichiara di aver compreso quanto
sia importante “spingere la frizione per ristabilire una corretta
distribuzione dei pesi nel veicolo in sbandata”. Altri fanno a
gara nell’indicare quei piccoli errori di posizione, stratificati
nel corso di lunghi anni, e che adesso hanno compreso in che modo rimuovere.
Qualcuno poi almanacca quelle situazioni di emergenza nascoste dietro
le simulazioni costruite in pista e che il corso ha reso maggiormente
familiari. Situazioni che magari – sottolinea un altro partecipante
– possono accadere una volta nella vita, ma in quel caso sono sicuro
che potrò dire grazie a questa giornata di corso.
Tutti i vantaggi di una corretta posizione di guida
Prima delle prove in pista, un breve passaggio in aula per comprendere
alcuni concetti fondamentali che saranno messi in pratica. Tra questi
la descrizione della corretta posizione delle mani sul volante.
Quanto conta una corretta posizione di guida? Il corso di Vallelunga
lo considera una sorta di insegnamento propedeutico. Perché una
posizione corretta per un verso garantisce il comfort dell’autista
e quindi scongiura mal di schiena o affaticamenti, per un altro mette
sempre in condizione di reagire con prontezza davanti all’evento
imprevisto. È fondamentale, al riguardo, sistemarsi alla giusta
distanza, in relazione alla comodità con cui si spinge la frizione,
alla possibilità di raggiungere al meglio tutti i comandi, ma
soprattutto facendo in modo di coprire tutta la corona del volante senza
mai staccare le spalle dallo schienale del sedile. Lo schienale è
leggermente inclinato, a circa 95°, in modo da creare dolori sulle
ultime vertebre. I piedi ben poggiati a terra, per sorreggere in parte
il peso del corpo. Le mani assumono la posizione detta a “9 e 15”
ed è fondamentale non staccarle mai dal volante. Nel caso di
manovre decise può diventare utile anche incrociarle, conservando
però il controllo sempre con una mano, mentre l’altra recupera
la posizione a “9 e 15”. Importante è non far ruotare
mai il volante tra le mani. Una volta appresi questi insegnamenti in
maniera teorica, prima si sperimentano in maniera statica, quindi si
mettono in pratica nell’esercizio di slalom tra i birilli e alla
fine vengono testati nelle manovre di controsterzo necessarie per reagire
alle situazioni di sovrasterzo, quando cioè l’avantreno
del veicolo perde direzionalità e procede in avanti anche in
curva.
Vallelunga, una scuola avanzata di sicurezza
Quello di Vallelunga è un impianto all’avanguardia. Il Centro
propone ai partecipanti una serie di situazioni di rischio riprodotte
su cinque diverse piste: due per lo sbandamento e per abituare a guidare
in contro e sovrasterzo, una per le prove in discesa in condizioni di
scarsa aderenza, una per l’aquaplanning, una con curva circolare
o rollover per prendere padronanza con il controllo elettronico della
trazione. Ma quello che più colpisce a Vallelunga è il
ricorso imponente ad attrezzature e materiali d’avanguardia. Tutti
i sistemi in funzione nel centro, per esempio, sono governati da computer
o tramite speciali sensori, così come la stessa acqua utilizzata
per creare gli ostacoli o per determinare lo slittamento del veicolo
viene controllata elettronicamente e quindi raccolta, depurata e poi
riutilizzata per le prove successive, senza impatti di natura ambientale.
E anche l’inquinamento acustico è ridotto al massimo con
l’utilizzo di un manto stradale fono-assorbente che attutisce i
rumori..