Per
l’autotrasporto la sicurezza è un’opportunità
per rettificare quell’immagine distorta che lo ritrae come la causa
principale dell’incidentalità stradale. È importante
però che tale sfida venga condivisa: se sul mercato si muovono
operatori che “risparmiano” sulla sicurezza e altri che ci
investono, si crea una vera e propria concorrenza sleale. Come evitarla?
Possibili risposte sono state fornite da un workshop organizzato dal
Gruppo Federtrasporti lo scorso 5 novembre. È stata anche l’occasione
per chiarire i meccanismi con cui opera il cosiddetto “principio
della corresponsabilità”.
SIl
7,01% degli incidenti stradali del 2004, stando ai risultati di un’inchiesta
promossa da Asaps e Sicurstrada, ha visto coinvolti veicoli industriali,
in termini assoluti 30.008 su un totale di 427.752. Si tratta di un
calo dell’1,75% rispetto all’anno precedente, quando gli incidenti
erano stati 30.542, vale a dire il 7,12%. La flessione è molto
più consistente, pari al 14,05%, se si considerano gli incidenti
mortali, risultati 355 rispetto ai 413 del 2003. Una tendenza in diminuzione,
seppure più contenuta, si registra pure rispetto ai feriti, risultati
11.162, pari al 3,52%, con un calo del 2,26%.
Non deve stupire, allora, se anche gli incidenti sul lavoro definiti
dall’Inail siano in calo, visto che si è passati dai 18.754
del 2002 ai 17.342 del 2004 (dati riferiti soltanto al trasporto merci).
Sono solo alcuni dei dati emersi dal workshop “Sicurezza, legalità
e formazione nel trasporto merci su strada”, organizzato dal Gruppo
Federtrasporti lo scorso 5 novembre all’interno dello Smavi di
Rimini, per fare un punto sui diversi modi con cui si incrociano l’autotrasporto
e la sicurezza stradale. Una prima modalità di incontro riguarda
l’immagine stessa del trasporto merci su strada, genericamente
ritenuto un settore ad elevata incidentalità e quindi tendenzialmente
insicuro. Se ai fattori emozionali si sostituiscono i numeri ci si accorge
invece che, pur essendo i veicoli da trasporto oltre il 12% del parco
veicolare complessivo e pur coprendo mediamente percorrenze 10 volte
superiori a quelle di una vettura, la percentuale di incidenti che li
vedono coinvolti sono molto più contenuti.
Questo significa due cose. Innanzi tutto che all’interno del comparto
esiste un tessuto imprenditoriale che ha sposato le tematiche legate
alla sicurezza, investendo sia in formazione mirata degli autisti, sia
sulla dotazione tecnologica dei veicoli, oggi sempre più sofisticata
ed efficiente.
D’altro canto – e questa è la seconda riflessione –
è sempre più evidente che accanto a questa nicchia virtuosa
di operatori sono proliferati anche quelli che guardano alla sicurezza
con totale disinteresse, finendo per generare un doppio danno: un danno
di immagine a un settore che faticosamente cerca di riconquistare una
considerazione positiva da parte dell’opinione pubblica; un danno
economico, perché chi non opera in sicurezza, chi risparmia sulla
sicurezza, riesce poi a offrire servizi a tariffe più basse rispetto
a chi invece ha investito in tal senso. Da questo punto di vista, cioè,
il mercato è caratterizzato da una vera e propria concorrenza
sleale degli autotrasportatori insicuri a danno di quelli sicuri.
Il Gruppo Federtrasporti, da anni attivo nel diffondere tra i propri
associati una formazione alla sicurezza rivolta sia agli operatori
della strada (attraverso corsi di guida sicura e incontri in aula mirati
su tematiche specifiche quali gli effetti di sostanze psico-attive,
l’alcool, il rischio sonno e stanchezza, la salute) sia a quelli
attivi nei magazzini e nelle altre strutture logistiche, denuncia questo
stato di fatto. Al tempo stesso però auspica che, anche sulla
base delle novità normative che stanno rivoluzionando il settore,
si provveda a costruire un sistema di regole eque e soprattutto realmente
applicate attraverso specifici e puntuali controlli.
L’esperienza dei Centri di Revisione Mobile offrono un esempio
in tal senso, ma le cose da fare, in termini quantitativi e qualitativi,
sono ancora tante. Alcune, come l’istituzione di un comparto di
polizia specifico, dotato delle conoscenze tecniche per effettuare puntuali
controlli, sono al centro del dibattito politico. Per individuarne altre
è necessario una valutazione attenta del fenomeno. È necessario
considerare come il 23,38% delle contravvenzioni comminate ai veicoli
pesanti nel 2004 (in tutto sono state 529.792, pari al 23,22% delle
contravvenzioni) è relativa alla mancanza di documenti di circolazione.
Il 13,4% delle violazioni poi riguardano la violazione del limite di
velocità, forse proprio a causa dell’eccessivo stress cui
è sottoposto il settore dalle richieste delle committenza.
Proprio su questo punto sarà importante verificare l’impatto
che avrà la nuova normativa relativa all’introduzione della
cosiddetta corresponsabilità, accanto al vettore, anche del committente,
del caricatore e in alcuni casi del proprietario delle merci. La loro
chiamata in causa, infatti, dovrebbe scattare esattamente di fronte
a ipotesi di questo tipo, quando cioè il trasportatore finisce
per non rispettare le normative sull’orario di lavoro sui tempi
di sosta e di riposo o quelle sul sovraccarico, perché pressato
dalla committenza.
“Questo tipo di previsione – ha chiarito Stefano Zunarelli,
presidente della Fondazione Istituto Trasporti e Logistica dell’Università
di Bologna – deve essere letta come il doppio tentativo di fornire
un sostegno alle imprese corrette e di limitare al tempo stesso i comportamenti
messi in atto da quelle imprese neocomunitarie o dalle microaziende
nazionali che fanno dell’elusione delle normative sulla sicurezza
uno strumento di concorrenzialità”. Gli scopi della normativa,
quindi, sono diversi: “per un verso si mira a mettere in condizione
le imprese corrette di poter rimanere sul mercato; per un altro si cerca
di favorire un processo di integrazione e cooperazione tra imprese produttive
e imprese fornitrici di servizi di trasporto, affinché le seconde
riescano a soddisfare meglio le esigenze delle prime”.
Chiaro, come in tutti i casi in cui si scrive un testo di legge, si
contemperano esigenze contrapposte di più parti e quindi si stabilisce
una sorta di compromesso. In questo caso, il legislatore, tirato per
la giacca da chi pretendeva un’estensione generalizzata della corresponsabilità
e chi invece la voleva confinare soltanto in una dimensione soggettiva,
ha creato una presunzione di responsabilità: il committente cioè
si presume responsabile fino a prova contraria. Tutto sta vedere a chi
spetta l’onere della prova. Il committente, infatti, viene gravato
in tal senso se non conclude un contratto scritto. In caso contrario,
proprio il ricorso a tale forma, potrà agevolarlo dall’esonerarsi
da responsabilità. Se per esempio sul contratto sono riportate
delle tempistiche di consegna delle merce assolutamente accettabili
in relazione alla tratta di strada da coprire, il committente non ha
nulla da temere.
Laddove invece non esista un contratto scritto – cosa quanto mai
probabile in rapporti occasionali – la prova va a carico del committente,
il quale deve produrre una documentazione che dimostri la compatibilità
tra le procedure di trasporto indicate al vettore e le norme del codice
della strada. Se così non faccia o se una tale documentazione
sia inesistente o non sufficiente, a quel punto – ma solo a quel
punto – diventa responsabile insieme al trasportatore.
Due considerazioni appaiono evidenti:
la prima – confermata peraltro dallo stesso Zunarelli – riguarda
ancora una volta le finalità specifiche della normativa, che
“raggiungerà il suo scopo laddove indurrà la stragrande
maggioranza degli operatori a ricorrere ai contratti scritti, in modo
da avere così un supporto documentale che consenta controlli
più efficaci”; la seconda riguarda invece il contenuto specifico
della documentazione che solleva il committente da responsabilità,
visto che le indicazioni fornite dai decreti attuativi non sono al riguardo
propriamente puntuali. Le indicazioni contenute nei commi 4 e 5 dell’art.
7 (a maggior ragione se raccordare con il comma 2 dell’art. 8)
paiono troppo generiche; meglio sarebbe stato stabilire uno specifico
nesso di causalità tra l’ipotesi sanzionatoria e la documentazione,
tra l’infrazione cioè contestata al vettore e i documenti
che il committente deve produrre in quel caso specifico (e non in generale)
per essere esonerato da responsabilità.
INCIDENTI
AD AUTOCARRI DI TUTTE LE CATEGORIE ANNI 2004 - 2003
|
Veicoli
coinvolti
|
% sul
totale
|
Differ.
%
|
Morti
|
%.sul
totale
|
Differ.
%
|
Feriti
|
%.sul
totale
|
Differ.
%
|
2003
|
30.452
|
7,12
|
|
413
|
6,86
|
|
11.420
|
3,58
|
|
2004
|
30.008
|
7,01
|
-1,75
|
355
|
6,31
|
-14,05
|
11.162
|
3,52
|
-2,26
|
Elaborazione Il Centauro/Asaps – Sicurstrada su dati Istat.©
LA
CLASSIFICA DELLE PRIME 10 CONTRAVVENZIONI CONTESTATE AGLI AUTOCARRI
Art.CdS
|
Descrizione
della violazione
|
Numero
complessivo
|
Percentuale
|
180-181
|
Possesso
dei documenti di circolazione
|
123.903
|
23,38
|
142
|
Superamento
dei limiti di velocità
|
71.002
|
13,40
|
72-79
|
Mancanza
o inefficienza dei dispositivi di frena-tura, illuminazione,
segnalazione acustica e si-lenziatori
|
51.867
|
9,79
|
167
|
Trasporto
di cose e superamento dei limiti di peso del veicolo
|
46.635
|
8,80
|
Art.19
L.727/78
|
Irregolarità nella compilazione del foglio
di registrazione del cronotachigrafo
|
26.742
|
5,04
|
80-176
c.18
|
Revisione
dei veicoli
|
18.827
|
3,55
|
172
|
Uso delle
cinture di sicurezza
|
17.294
|
3,26
|
178
|
Rispetto
dei tempi di guida e di riposo dei conducenti dei veicoli
pesanti
|
15.589
|
2,94
|
175-176
|
Circolazione
e comportamento sulle autostrade e strade extraurbane principali
|
14.765
|
2,78
|
152-153
|
Uso dei
dispositivi di segnalazione visiva e di illuminazione
|
11.418
|
2,15
|
Totali
|
|
529.792
|
100*
|
Elaborazione Il Centauro-Asaps su dati Istat ©
Nota:
La differenza ad arrivare a 100% é data dalle altre infrazioni.
Chi
sono e come operano
ACCADEMIA FEDERTRASPORTI, è la branch del Gruppo che si pone
come obiettivo la crescita formativa degli addetti ai lavori, in particolare
delle cooperative socie.
Non si tratta di un ente formativo puro ma di uno strumento di crescita
della cultura manageriale, giuridica e della sicurezza.
Differenti sono i pubblici ai quali Accademia si rivolge con percorsi
formativi per manager e quadri direttivi (focus sulle tendenze economiche
in relazione al settore trasporti e logistica, aggiornamenti su Basilea2),
responsabili della qualità e sicurezza (workshop sicurezza, nuove
procedure Adr), addetti al magazzino (sicurezza e prenzione), conducenti
di veicoli industriali (progetti “Strada Facendo” e “Sicurezza
alla guida”).
Quest’anno Accademia si è concentrata sulla sicurezza dell’autotrasporatore
dedicandogli una serie di giornate formative “in door”, presso
le strutture associate, dove sono stati affrontati temi legati alla
salute (alimentazione, tempi di riposo, utilizzo di farmaci, ergonomia,
riflessi, ritmo sonno-veglia) e alle normative (CdS, cronotachigrafo,
sovraccarico, disposizioni e direttive Ue, autisti stranieri e patente
internazionale, controlli e revisioni).
A queste sono seguite giornate “out door”, ovvero in autodromo,
dove gli autisti hanno seguito un intenso programma di guida sicura
su veicoli industriali (posizione di guida, frenata d’emergenza,
frenata su fondo bagnato e in discesa, prevenzione al ribaltamento)
al fine di fornire loro le conoscenze per reagire nel modo corretto
a situazioni potenzialmente pericolose.
L’obiettivo ambizioso che Accademia si pone è di formare
la totalità dei conducenti che operano in Federtrasporti sensibilizzandoli
verso la cultura della sicurezza ed è proprio in questo senso
che si rivolge anche il progetto “Formare i Formatori”, nato
in collaborazione con i responsabili della qualità e sicurezza
delle strutture associate.
ITL, Istituto sui Trasporti e la Logistica,è una fondazione a
partecipazione pubblico–privata che persegue finalità di
sviluppo e promozione del sistema logistico e trasportistico in Emilia
Romagna attraverso attività di ricerca, consulenza e formazione.
Le sue finalità sono:
lo studio dei fenomeni e delle problematiche relative al trasporto e
alla logistica delle merci; la formazione degli operatori che intervengono
a tutti i livelli nel sistema trasporti e logistica; lo sviluppo delle
tecniche e degli strumenti per la pianificazione regionale dei trasporti.
L’Osservatorio per l’educazione stradale e la sicurezza, all’interno
dell’Assessorato mobilità e trasporti della Regione Emilia
Romagna, idea, progetta e produce programmi e sussidi didattici coinvolgendo
più soggetti (istituzionali e privati) impegnati sui problemi
della sicurezza stradale. Attraverso una politica di “accordi e
intese” ha attivato un sistema a rete di collegamento tra i vari
soggetti individuando così nei vari settori i referenti dell’educazione
alla sicurezza stradale e gli obiettivi prioritari verso cui indirizzare
i programmi di lavoro.
L’ASAPS, Associazione Sostenitori e Amici Polizia Stradale, conta oltre
25mila soci tra personale in servizio e professionisti interessati al
mondo della circolazione e della sicurezza stradale. Gli scopi principali
sono: una maggiore sicurezza stradale nel Paese; una migliore professionalità
degli operatori di Polizia Stradale; la riscoperta di valori quali la
solidarietà e l’aiuto verso gli utenti della strada in difficoltà;
la difesa dell’immagine dell’Istituzione.
L’Asaps produce testi professionali, (documenti di circolazione, controllo
degli stranieri, trasporto di animali vivi, schede lavoro sui telai
di veicoli, calendario annuale delle revisioni, dei divieti di circolazione,
delle merci pericolose…).