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Guidare per tre ore di notte è come mettersi al volante ubriachi

Secondo uno studio dell’università di Utrecht stanchezza e buio influenzerebbero la nostra guida al pari dell’alcol

Foto di repertorio dalla rete

(ASAPS), 22 gennaio 2011 – Secondo uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Utrecht, guidare per più di tre ore di notte e senza fare pause equivale a mettersi al volante ubriachi, perché la stanchezza e il buio influenzerebbero negativamente la nostra guida al pari delle sostanze alcoliche.
Questa è la conclusione a cui sono giunti i ricercatori olandesi, che hanno studiato i comportamenti di 14 uomini fra i 21 e i 25 anni, per capire quanto la stanchezza incida sulle prestazioni al volante. Esaminati attraverso dei monitor, i partecipanti al test hanno dovuto guidare per due, quattro e otto ore in una sola notte, mantenendo una velocità costante di 80 miglia orarie in autostrada (equivalenti a 130 chilometri all’ora) rimanendo al centro della loro corsia di marcia. A fine dell’esperimento sono stati poi comparati i dati sulle singole prestazioni al volante con quelli già noti riguardanti gli effetti nocivi delle sostanze alcoliche scoprendo che due ore di guida ininterrotta erano sufficienti a far commettere gli stessi errori che si fanno con in corpo lo 0,05% di alcol. Questa percentuale saliva poi allo 0,08% allo scoccare della terza ora, e dopo quattro ore e mezza si toccava lo 0,10%.
Da qui la richiesta, pubblicata a margine della ricerca sul “Journal of Sleep Research”, affinché venga imposto un limite di due ore continuative alla guida notturna per evitare incidenti (è stato calcolato che un quinto di questi siano dovuti al colpo di sonno al volante).
Come spiegano i ricercatori sul Daily Telegraph i dati raccolti nell’ambito dell’esperimento mostrano inequivocabilmente che il colpo di sonno al volante è da prendere in considerazione molto seriamente perché è una delle prime cause degli incidenti in autostrada.
Espedienti spesso utilizzati dagli automobilisti per contrastare la sonnolenza, come ascoltare musica ad alto volume o aprire il finestrino per far circolare l’aria, sono di utilità limitata. Ecco perché andrebbe imposta una durata massima di due ore alla guida continuativa nelle ore notturne. Una ricerca inglese dello scorso anno aveva rivelato che il 74% degli automobilisti dichiarava di aver guidato a dispetto della stanchezza almeno una volta negli ultimi dodici mesi, mentre il 9% ammetteva di farlo una volta alla settimana e circa tre quarti aveva confidato di non fare mai una pausa quando si trova al volante. (ASAPS)

Sabato, 22 Gennaio 2011
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