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Rassegna alcol e guida del 22 e 23 gennaio 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta
 

Un’amica ci ha segnalato un’iniziativa, nata il mese scorso in Valpolicella, che merita di essere conosciuta e approfondita.
Per farvi un’idea precisa della questione, vi suggerisco di non accontentarvi di leggere quello che troverete su questa rassegna, ma di cliccare anche sui link dei prossimi due articoli e guardare le immagini.
 
CANTINEALDEGHERI.IT

Un brindisi alla salute mentale Patrimonio dell’Umanità
http://www.cantinealdegheri.it/user/eventi.php?id=46


VERONAOGGI

http://www.veronaoggi.it/2010/dicembre/02dicembre/newsV109596.htm
Campagna di sensibilizzazione verso il disagio psichico
“Un brindisi alla salute mentale patrimonio dell’umanità”
02/12/2010
Stamattina, presso la Sala Rossa del Palazzo Scaligero, il vicepresidente Fabio Venturi ha presentato la campagna dell’associazione Arcobaleno “Un brindisi alla salute mentale patrimonio dell’umanità” per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla realtà del disagio psichico.
Erano presenti: il procuratore della Repubblica di Verona Mario Giulio Schinaia, il questore della Provincia di Verona Vincenzo Stingone, il vice questore Giampaolo Trevisi e il direttore generale Ulss 22, Alessandro Dall’Or.
Sulle bottiglie di Amarone, Valpolicella ripasso e Recioto saranno apposte etichette disegnate da ragazzi con disagi psichici, in cura al centro terapeutico diurno della Valpolicella “Le Rondini”. All’iniziativa hanno aderito la “Strada del Vino della Valpolicella” e l’Ulss 22. Inoltre, le bottiglie sono state firmate con frasi a tema dal procuratore della Repubblica di Verona Mario Giulio Schinaia (“Sotto il cielo tutti uguali”), dal questore della Provincia di Verona Vincenzo Stingone (“Diversi ma uguali...e diffidiamo degli indifferenti, di quegli uomini che resistono alla commozione perché sono le emozioni che rivelano l’umanità, la vera forza di una persona”) e dal vice questore Giampaolo Trevisi (“La normalità e l’abitudine sono la vera follia”).
Vicepresidente Venturi: “La Provincia è sempre attenta alle tematiche del sociale e cerca di contribuire significativamente a progetti che possono aiutare le persone più bisognose. Le etichette di vino realizzate da alcuni ragazzi con disagio mentale saranno apposte su 15.000 bottiglie di Amarone, Valpolicella ripasso e Recioto. L’iniziativa non raccoglie fondi benefici in favore dell’associazione Arcobaleno, ma ha l’obiettivo di veicolare un messaggio positivo attraverso i nostri vini e gli imprenditori del territorio veronese. Il disagio mentale non deve essere visto, infatti, come un problema, bensì come una risorsa per la nostra società”.
Schinaia/ procuratore: “Sono onorato di partecipare a questa iniziativa perchè amo la Valpolicella e i suoi vini. Inoltre, apprezzo i progetti dell’associazione Arcobaleno e la sua continua attenzione verso i più svantaggiati. Il mio messaggio, “Sotto il cielo tutti uguali”, non deve essere soltanto uno slogan, un’ etichetta, ma dobbiamo cercare di renderlo un concetto attuale in modo da sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica”.
Stingone/questore: “Il nostro lavoro mira a tutelare le fasce più deboli della società. È perciò che, di fronte a progettualità di assoluto valore come questa, non possiamo che essere orgogliosi per l’impegno dimostrato da tutti coloro che hanno collaborato. Attraverso il mio messaggio, voglio ribadire che possiamo essere diversi per idee, credenze, valori, ma dentro siamo uguali e ognuno di noi merita di essere trattato con rispetto. Non emozionarsi di fronte a temi come la malattia mentale rappresenta uno dei mali delle nostra società”.
Trevisi/ vice questore: “Dobbiamo cercare di portare avanti più azioni di tal genere perché fanno bene al nostro cuore e alla nostra vita. Le persone che si fanno trascinare dalla quotidianità non provano sentimenti profondi. Dobbiamo, invece, fermarci e stare vicini a coloro che hanno bisogno di aiuto e soprattutto accettare e rispettare le persone che sono più sfortunate di noi”.
Dall’Ora/ direttore generale Ulss 22: “Attraverso il progetto che oggi illustriamo vogliamo intraprendere un percorso di sensibilizzazione riguardo a un tema di estrema importanza. Non bisogna emarginare le persone affette dalla patologia mentale, ma si deve cercare in ogni modo di inserirle nel contesto sociale dove vivono perché possono dare molto a ciascuno di noi. Infine, sono convinto che il buon vino rappresenta davvero un ottimo mezzo per veicolare il messaggio”. (*)
 
(*) Nota: utilizzare una bevanda alcolica per veicolare il messaggio che non bisogna emarginare le persone affette da malattia mentale è come utilizzare un fucile per veicolare il messaggio che bisogna proteggere gli animali dai cacciatori, o magari utilizzare un pacchetto di sigarette per veicolare il messaggio che bisogna proteggere i nostri polmoni.
Il vino e le altre bevande alcoliche sono senza dubbio – per via diretta o indiretta - tra le principali cause di malattie mentale nelle nostre comunità.
In più il bere spesso complica in maniera drammatica la qualità della vita in chi vive disagi mentali, anche quando non derivati dal bere.
Per questi motivi, e per l’interazione con i farmaci, chi vive questo tipo di disagi non può nemmeno annusare un bicchiere di vino, birra o altri alcolici.
Eppure qui pare che nessuno sia stato sfiorato dal dubbio sull’opportunità di accostare vino e salute mentale: si sono messe insieme associazioni del privato sociale, ASL, Amministrazione Provinciale, Produttori di vino, Procuratore della Repubblica, Questore, Dirigente della Squadra Mobile della Questura di Verona.
Infine la considerazione più importante: la segnalazione di questa iniziativa ci è stata inoltrata da una giovane persona che vive in prima persona il disagio mentale, e che alla vista del volantino che la promuoveva è rimasta “indignata” e “sconcertata” (uso termini suoi).
Indignata e sconcertata da tante autorevoli persone che a parole manifestavano la volontà di difenderla, e in giacca e cravatta brindavano e bevevano in nome suo http://www.veronaoggi.it/2010/dicembre/02dicembre/newsV109596.htm .
Va allora sottolineato come l’unica persona che ha avuto la lucidità di riconoscere e denunciare le contraddizioni di questa iniziativa sia stata proprio lei, quella accertata e diagnosticata come portatrice di “disagio mentale”.
Per dirla con le parole del vice questore Giampaolo Trevisi: “La normalità e l’abitudine sono la vera follia”.
GIORNALE DI VICENZA

Guidava ubriaco Lavorerà 44 giorni da bibliotecario
LA NOVITÀ. La sentenza di patteggiamento: opere di pubblica utilità
Un giovane operaio di San Vito di Leguzzano è il primo caso nel Vicentino: se si comporterà bene gli sarà restituita l’auto
di Diego Neri
Guidava ubriaco: la condanna è quella di lavorare 44 giorni come aiuto bibliotecario del Comune di S. Vito di Leguzzano. Se si comporterà bene, gli verrà restituita l’auto, che era stata sequestrata per la confisca, e gli sarà restituita la patente dopo sei mesi anziché dopo un anno.
Quello di un giovane automobilista è il primo caso nel Vicentino di applicazione di una norma entrata in vigore alla fine del mese di luglio dello scorso anno. La condanna, cioè, a svolgere opere di pubblica utilità è stata estesa anche ai reati penali previsti dal codice della strada.
A sfruttare per primo questa possibilità - ieri mattina davanti al giudice Agatella Giuffrida e al pubblico ministero Antonella Toniolo - è stato Stefano Sbalchiero, 29 anni, operaio che vive a S. Vito di Leguzzano in via Monte Grappa. Il giovane era stato fermato, intorno alle 3 del 27 gennaio di un anno fa, a Marano. Una pattuglia della polizia locale di Schio, piazzata con il telelaser, lo aveva pizzicato al volante della sua Seat Leon a procedere a velocità superiore al consentito. Per questo lo aveva fermato. Il giovane era stato sottoposto all’alcoltest, risultato positivo con un tasso di 1,61 grammi per litro. Essendo più alto di 1,5, per lui è scattato il sequestro della vettura ai fini della confisca, visto che il mezzo era di proprietà del giovane. A Sbalchiero era stata ritirata la patente, ed era stato denunciato in procura per guida in stato di ebbrezza.
Il suo legale, l’avv. Andrea Cornolò, aveva deciso di proporgli la possibilità di patteggiare la pena con i lavori di pubblica utilità. Nelle scorse settimane, il Comune di S. Vito, con il sindaco Antonio Dalle Rive, aveva predisposto una convenzione con il tribunale: il primo cittadino e il presidente Giuseppe Bozza l’hanno firmata il 31 dicembre scorso. L’ente pubblico aveva manifestato l’interesse per un aiuto bibliotecario, avendo l’intenzione di ampliare l’orario di apertura della biblioteca comunale. Per S. Vito (che ha chiesto di avere dei residenti), Sbalchiero è ovviamente la prima persona a svolgere il servizio. Altre amministrazioni hanno firmato convenzioni analoghe, per opere pubbliche diverse.
Il giovane operaio inizierà l’attività il prossimo 21 febbraio, e lavorerà fino al 13 aprile: per quattro giorni alla settimana dalle 17 alle 18.30, il mercoledì fino alle 20 e il sabato dalle 14 alle 18. Saranno i carabinieri della compagnia di Schio a svolgere i doverosi controlli, e poi il sindaco scriverà in tribunale per esprimere un suo parere sul servizio svolto da Sbalchiero. Se sarà positivo, il giovane tornerà davanti al giudice Giuffrida che revocherà la confisca della sua Seat Leon e dimezzerà il tempo di sospensione della patente di guida. Un bello sconto per l’automobilista.
CORRIERE.IT – FORUM “ITALIANS”

L’alcol nei giovani: è emergenza
Si inoltra una lettera al Dr. Severgnini dall’Osservatorio permanente giovani e alcool
Caro Severgnini,
le notizie sul Corriere della Sera del 18 gennaio, che riportano un caso avvenuto proprio nella sua Crema – giovanissimi dediti allo sballo alcolico, una ragazza in crisi respiratoria grave – non sono confortanti, e confermano alcune conclusioni cui l’Osservatorio permanente sui giovani e l’alcool è giunto sulla base delle ricerche effettuate con un approccio di tipo bio-psico-sociale.
Pur in un quadro generale di diminuzione del consumo di alcol, resiste e si consolida il fenomeno dello sballo fra i giovani; la causa? La globalizzazione anche nel campo dell’alcol, con un allineamento dei giovani italiani a comportamenti tipici dei Paesi nordici. E, insieme, la crisi del tradizionale ruolo della famiglia, luogo di un incontro controllato e progressivo al piacere di un bere moderato. Davvero non stupisce che la famiglia, fra i tanti pezzi che progressivamente perde in quella che viene definita «emergenza educativa», perda pure quello di garante di un corretto approccio all’alcol. Cause complesse come queste richiedono risposte anche esse complesse.
Bisogna approfondire e incrementare la ricerca alcologica. Detto questo - che è il punto centrale - due sono in ogni caso le cose certe. Se la famiglia difetta di attenzione, si deve almeno cercare di aiutarla con interventi che aumentino la consapevolezza dei giovani nei riguardi dell’alcol: un risultato che si ottiene meglio con fondate iniziative di informazione che non con strilli mediatici i quali rischiano di rendere ancora più attraenti, nell’età della trasgressione, l’abuso alcolico. E poi, le leggi son, ma chi pon mano ad esse? Vengono fatte rispettare? Se no, siamo alle grida manzoniane.
Non l’invocazione di pene folli ma la puntuale e seria applicazione di quelle già in essere sarebbe già un bel passo avanti: a cominciare, si capisce, proprio dalla repressione. Che uno sfrenato liberismo di prezzi e offerte sia esercitato sulla pelle dei ragazzini è inammissibile, è uno sfregio che merita di essere punito.
Michele Contel
vice presidente dell’Osservatorio permanente sui giovani e l’alcool
Alberto Hermanin, hermanin@eprcomunicazione.it
TRENTINO

L’autobus? No, contro l’alcol c’è di meglio
Spagnolli: «La cultura dello sballo non si batte con l’autista»
ALTO GARDA.Luca Spagnolli, segretario della sezione Alto Garda di Rifondazione Comunista, ritiene che l’iniziativa nascente del «PartyBus» (un pullman notturno che fa il giro dei locali per far viaggiare in sicurezza i giovani) meriti qualche riflessione, ritenendo la questione molto più complessa di quanto questa possa apparire leggendo tanti facili entusiasmi.
«Se da un lato - scrive Spagnolli - è del tutto condivisibile l’obiettivo di limitare i rischi connessi alla guida con in corpo qualche “goccetto di troppo”, come del tutto apprezzabile è pure la volontà di far dormire sonni tranquilli ai genitori, dall’altro lato non sono certo il primo - e non sarò l’ultimo - a far notare che dietro simili iniziative, nate con le migliori intenzioni, si celino pericoli non meno gravi di quelli che aspirano a risolvere».
Il fatto di avere a disposizione “l’autista”, secondo Spagnolli potrebbe fornire un alibi, un pretesto in più per neutralizzare, tutte o in gran parte, le remore e le barriere di buon senso, legittimando così qualcuno ad abbandonarsi beatamente ad un bere smodato. «Il fatto che questo tipo di iniziative possa in qualche modo essere recepito come un sostanziale “via libera” allo sballo, non rischia di vanificare - chiede Spagnolli - gli sforzi tanto generosi quanto minoritari per far passare una diversa consapevolezza e cultura del divertirsi in compagnia? Nel tentare di dare una risposta - parziale, e pure costosa - agli effetti, rischieremmo così di consolidare presupposti e motivazioni. Nè mi pare sufficiente il pur lodevole tentativo “correttivo” di prevedere a bordo dei bus la presenza di operatori ad hoc: difficile immaginare un contesto meno recettivo...
Chiunque sia venuto in contatto con situazioni difficili legate all’abuso di alcol, sa quanto possa essere devastante il loro impatto sociale, e il fatto che raramente vengano riconosciute come patologia acuisce la drammaticità del problema. Non credo ci si possano permettere segnali ambigui, specie da parte amministrativa, se è vero che per dare una risposta adeguata a problemi così complessi è indispensabile il concorso convinto e coordinato di tutta una comunità».
CORRIERE ADRIATICO

Presa la banda dei baby vandali
Sei minori ubriachi, tra cui una sedicenne, nei guai per i danni a un monumento
di Aminto Camilli
Fabriano
Si sono ubriacati, per poi sfogarsi in gesti insani, rompendo bottiglie e accanendosi con violenza contro il monumento ai partigiani caduti, ma adesso su di loro pende una denuncia alla procura dei minori di Ancona per danneggiamento, deturpamento di imbrattamento della struttura.
Responsabili di questa azione, tanto triste e avvilente quanto preoccupante, sei ragazzi di Fabriano, tutti minorenni e di età compresa tra i 15 e i 16 anni, uno dei quali per altro dovrà fare i conti pure con una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale, avendo offeso gli agenti del commissariato di polizia giunti ai giardini pubblici di viale Zobicco per verificare cosa stesse accadendo, in seguito a una segnalazione di un cittadino. Teatro della vicenda, che risale alla sera del 27 dicembre scorso, è infatti proprio il parco storico del capoluogo, quello che i fabrianesi (non soltanto giovani) sono soliti frequentare assiduamente, in maniera particolare durante la stagione estiva, ma, come già anticipato e come dimostra l’episodio in questione, pure d’inverno. Erano circa le 22, la sera del 27 dicembre, quando una persona segnalò al commissariato della città di aver sentito rumori strani, come di bottiglie che venivano spaccate, nei pressi del monumento ai partigiani caduti, situato all’interno dei giardini pubblici compresi tra viale Zobicco e viale Moccia, vicino allo Chalet.
Una volante giunse immediatamente sul posto e i poliziotti si trovarono di fronte una scena tutt’altro che esaltante: sei ragazzi (cinque maschi e una femmina) in preda ai fumi dell’alcol stavano rompendo bottiglie di birra e stavano urinando sul monumento al partigiano, dopo aver danneggiato la parte bassa della struttura e divelto il blocco di marmo che era attaccato. Atti sconsiderati, dei quali questi giovani si erano resi protagonisti in negativo presumibilmente non per sbeffeggiare o denigrare la lotta partigiana e i suoi caduti in battaglia, ma semplicemente perché ubriachi. Nessuna finalità politica, ma un atto vandalico fine a sè stesso.
E questo già di per sé testimonia la preoccupazione delle istituzioni, delle forze dell’ordine, delle famiglie e di tutti coloro che sono impegnati con le problematiche del mondo adolescenziale per un fenomeno che ormai da tempo non costituisce più una novità e che rischia pericolosamente di diffondersi a macchia d’olio. Alla vista degli agenti, uno dei ragazzi si è rivolto loro con insulti, tanto è vero che poi è stato denunciato per oltraggio a pubblico ufficiale. I sei autori della pessima bravata sono stati convocati al commissariato con i rispettivi genitori, alcuni dei quali si sono mostrati prima stupiti, poi arrabbiati, mentre altri hanno avuto una reazione fin troppo normale, come se non fosse accaduto nulla di così particolare. Certo è che sul tavolo della procura dei minori c’è ora un’informativa con denuncia per danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di un monumento nei confronti di sei ragazzi.
CORRIERE ADRIATICO

Ora è allarme per l’abuso di alcol tra gli adolescenti
Fabriano
Ragazzi allo sbando in città. Anche Fabriano sembra confermare la tendenza nazionale in riferimento al consumo, anzi all’abuso, dell’alcol da parte dei giovani. Un fenomeno che preoccupa famiglia ed istituzioni. In sostanza, pure nel nostro territorio delle bevande alcoliche abusano spesso pure i minorenni e questo non passa inosservato, né deve essere ignorato, soprattutto dalle strutture che si occupano dei giovani, in primis degli adolescenti. Si tratta di un fenomeno di devianza giovanile che merita la massima attenzione, in modo particolare da parte di tutti quei soggetti in vari modi coinvolti nell’educazione e nella formazione dei ragazzi. E’ necessario stringere la sinergia fra tali soggetti per operare con efficacia.
CORRIERE DEL VENETO

Chiusure serali dei locali, si cambia
Il sindaco fa retromarcia sull’ordinanza. Orari più flessibili dopo le proteste
ROVIGO - Sulla chiusura serale di bar, pub, ristoranti e pizzerie il Comune fa retromarcia e rettifica l’ordinanza che aveva scosso Ascom e Confesercenti. Gli esercizi che servono alcolici, anche pizzerie e ristoranti, infatti, potranno tenere aperto fino alle 2 e chiedere la deroga fino alle 3 nel weekend. E’ questa la mediazione raggiunta dall’amministrazione comunale con Ascom e Confesercenti, cui non era piaciuta la decisione del sindaco Fausto Merchiori che aveva previsto di chiudere - eccezion fatta per il fine settimana - alle due per bar, pub e gelaterie, e a mezzanotte per le altre attività, plateatici compresi. «Abbiamo ottenuto un buon risultato - osserva il direttore di Ascom, Daniele Tecchiati - avere la possibilità di prolungare la somministrazione dei prodotti è un’opportunità importante in questa fase di crisi. In questo modo, ci saranno benefici per le imprese che potranno continuare a garantire posti di lavoro e servizi, soprattutto ai più giovani». E aggiunge: «Credo che questo potrà essere un elemento di serenità anche per le famiglie, più tranquilli perché i ragazzi avranno meno ragioni di spostarsi fuori città».
Rimane da chiarire il punto sui dehor, ma Tecchiati è ottimista. "Si è avviata una buona interlocuzione con il sindaco e con l’assessorato al Commercio - continua - affronteremo questo nodo, non appena andremo a riaprire la riflessione sui regolamenti per l’utilizzo del suolo pubblico. Per quanto riguarda il discorso delle attività rumorose, valgono naturalmente i parametri indicati per la zonizzazione acustica, ma ci sono tutti i presupposti per trovare un punto di equilibrio che soddisfi tutti». In questo modo, pizzerie e ristoranti vengono equiparati non solo a bar, pub e gelaterie (per cui in prima istanza era previsto lo stop alle 2), ma pure a locali notturni e discoteche che già avevano il limite imposto alle 3. In generale le deroghe potranno essere richieste secondo le procedure previste agli uffici comunali competenti, fatti salvi gli «alleggerimenti» per le feste natalizie, il «marti franco» della Fiera d’Ottobre e altre giornate che saranno individuate in raccordo con Palazzo Nodari. La decisione iniziale del sindaco di porre limitazioni era stata dettata dalla necessità di definire in maniera non equivoca i regolamenti cui debbono sottostare i pubblici esercizi, perché sia garantito il giusto diritto al riposo ma anche il rispetto e la tutela di chi desidera ritrovarsi in maniera comunque educata e civile. Il confronto con Ascom e Confesercenti ha poi portato all’accordo finale, che punta a una convergenza per rafforzare l’impegno volto a rivitalizzare il centro storico, spesso oggetto di mugugni tra i cittadini per il tasso non sufficientemente elevato di movida.
Nicola Chiarini
IL GAZZETTINO (Treviso)

Positivo all’alcoltest per aver lavorato …
Positivo all’alcoltest per aver lavorato a contatto con le vasche di fermentazione del vino. Assolto con formula piena giovane operaio di Motta. Ieri mattina è stata discussa l’udienza al Tribunale di Treviso che ha visto il giovane difeso dall’avvocato Tamara Tirindelli di Conegliano. I fatti risalgono al 27 settembre del 2008: il giovane residente a Motta di Livenza dipendente di una cantina di Roncade, era appena uscito dal lavoro. A venti minuti di distanza, l’incidente a Salgareda sulla strada provinciale Est: la sua automobile è stata centrata da un’altra auto uscita da una piazzola di sosta. Con i rilievi eseguiti per ricostruire la dinamica esatta del sinistro, la Polstrada ha disposto anche l’alcoltest per verificare l’eventuale guida in stato di ebbrezza dei conducenti. Per il giovane, vittima dell’incidente, risultato positivo al controllo alcolimetrico, sono scattate le sanzioni previste dal Codice della strada, compresa la sospensione della patente, anche per l’eccesso di velocità riscontrato. Ieri mattina, l’udienza a Treviso, ha stabilito la piena assoluzione del giovane. Il ragazzo, dipendente della cantina, in quei giorni lavorava sulle vasche della fermentazione del vino che in quel periodo, tempo di vendemmia, funzionavano a pieno regime. Inevitabile che il giovane finisse per inalare i vapori d’alcol sprigionati dalle vasche e che per questo risultasse positivo all’alcoltest senza aver bevuto un goccio di alcolico. Come spiegato dalla difesa del giovane, sarebbe stato sufficiente respirare i vapori per solo mezz’ora per poi risultare positivo al controllo alcolimetrico, senza peraltro, percepire gli effetti della «sbornia». Gli effluvi delle vasche, infatti, non comportano gli effetti collaterali della classica ubriacatura. Per il giovane, che si è messo al volante come ogni giorno, diretto a casa, sarebbe stato quindi impossibile rendersi conto della situazione. Non ha trovato fondamento, nemmeno la possibilità che il lavoratore si fosse fermato nel tragitto tra la cantina e il luogo dell’incidente a bere un goccetto, che gli avrebbe provocato l’alterazione. Piena assoluzione, dunque, dato che l’inalazione dei vapori di etanolo non costituisce reato, ma solamente l’ingestione delle bevande alcoliche. (*) Rientrata anche la sanzione per l’eccesso di velocità: come confermato dal perito del tribunale, il giovane in quel momento stava correndo entro i limiti.
 
(*) Nota: non è vero affatto, la legge non punisce l’ingestione di bevande alcoliche, ma la guida in stato di ebbrezza. Questo giovane era in stato di ebbrezza per avere inalato vapori di alcol e quindi non poteva guidare.
L’unico “effetto collaterale della classica ubriacatura” che non si ha inalando vapori di alcol piuttosto che bevendo il vino potrebbe essere forse il desiderio di urinare, non avendo ingerito liquidi; l’alcol è alcol, non si capisce i motivi per cui non ci dovrebbero essere tutti gli altri effetti, compresa naturalmente l’efficienza alla guida.
GIORNALE DI VICENZA

«Dalla droga all’alcol ecco la vera emergenza Ragazze più coinvolte»
di Chiara Roverotto
«Dalla droga l’allarme, soprattutto per i giovani, si è spostato sull’alcol. Bevono a tutte le ore, in particolare quando escono da scuola. S’infilano nel primo supermercato e fanno incetta di bevande molto forti: gin, rum. E poi continuano per tutto il giorno, non rendendosi conto di quello del male che si fanno».
Renzo Bacchion è il direttore del servizio centrale di accoglienza di quella che un tempo era la comunità S. Gaetano e che dall’ 1 gennaio è diventata una Fondazione. I numeri : 222 persone seguite in 26 strutture e tante nuove idee per il futuro, molte delle quali improntate proprio su quella che anche gli operatori hanno individuato come un’autentica emergenza: l’abuso di sostanze alcoliche. «"No Potus" per esempio - prosegue Bacchion- è l’unica comunità per alcolisti primari: hanno dai 40 ai 65 anni e l’85 % è vicentino. Si tratta di persone che si trascinano il problema da anni e che hanno scarse possibilità di reinserimento».
Ma i nuovi progetti riguardano, in particolare, i giovani e soprattutto ragazze o giovani donne dove l’alcolismo, nella maggior parte dei casi - a detta degli operatori - si accompagna ad altre patologie. «Molte fanno uso di psicofarmaci per cui il cocktail è terribile - riprende Bacchion - e ancora alcol e droga, alcol e gioco d’azzardo. Si tratta di situazioni che vediamo ripetersi sempre più spesso, ecco perchè quella che stiamo aprendo ad Arquà Petrarca nel Padovano sarà la prima comunità dedicata a queste patologie in netto e costante aumento».
«Far capire ai giovani - continua Bacchion - che bere è dannoso, non solo nel momento in cui lo fanno ma nell’immediato futuro, è un’esortazione che medici, le famiglie, al scuola devono ripetere fino allo stremo. Gli adolescenti, soprattutto con i superalcolici mischiati a pasticche, corrono rischi serissimi.
Non se ne rendono conto purtroppo e le campagne che vengono organizzate evidentemente non bastano, visto che il fenomeno ha proporzioni importanti e preoccupanti. Viviamo in una terra in cui la cultura del bere viene tramandata, ma qui stiamo superando ogni limite. Anzi, è già stato superato: al punto che ci occupiamo ancora di qualche ragazzo che assume cocaina, ma la maggior parte dei nostri sforzi viene incentrata proprio sull’alcol e sui problemi correlati».
IL GAZZETTINO (Treviso)

MOTTA Due stranieri completamente ubriachi finiscono ammanettati dalla Polfer
Terrorizzano i passeggeri: arrestati
MOTTA - (g.r.) Trambusto, scene da far west e un treno rimasto fermo per un’ora l’altro ieri sera lungo la tratta ferroviaria tra Treviso e Portogruaro verso le 19.30. Protagonisti dell’episodio due immigrati completamente ubriachi saliti alla stazione di Motta, in direzione Treviso. Il primo è un 45enne originario del Burkina Faso e residente nel trevigiano; era accompagnato da un 28enne marocchino residente a Istrana. I due hanno precedenti penali per ubriachezza; uno di questi anche per resistenza a pubblico ufficiale. Gli africani hanno pensato bene di salire alla stazione di Motta, combinandone letteralmente di tutti i colori e provocando lunghi minuti di paura per una cinquantina di passeggeri presenti al momento sul convoglio. La scintilla è scoccata quando il controllore ha chiesto ai due, straiati e con i piedi sui sedili di fronte, di esibire il biglietto di viaggio. Alla richiesta, è scoppiato il finimondo, con i due già alticci e letteralmente imbufaliti. Hanno addirittura cercato di entrare nella cabina di guida, dando noia al personale viaggiante. Per non parlare dei passeggeri, atterriti dal comportamento e scesi dalla carrozza in tutta fretta. I protagonisti dell’indecorosa vicenda sono giunti ad orinare davanti ai presenti mentre scendevano dalle carrozze, provocando lo sdegno generale. Alcuni minuti di imbarazzo, poi i due, in stato alterato a causa dell’alcol, si sono addormentati. Il treno è così rimasto fermo per un’ora circa, mentre nel frattempo era stata avvertita la Polizia ferroviaria di Treviso, subito accorsa sul luogo. Approfittando del sonno profondo, li hanno presi di peso portati in caserma. Ora i due dovranno rispondere di minacce a pubblico ufficiale, oltraggio, interruzione di pubblico servizio e, dulcis in fundo, atti contrari alla pubblica decenza.
IL GAZZETTINO (Treviso)

Ubriaco fradicio aggredisce i carabinieri…
Ubriaco fradicio aggredisce i carabinieri che cercavano di calmarlo dopo averlo fatto uscire dal locale nel quale stava dando in escandescenze e disturbando gli avventori.
È stato arrestato verso la mezzanotte di giovedì in pieno centro Raffaele Bergamo, 38 anni, residente in città, operaio, già noto alle forze dell’ordine.
È successo che poco dopo le 23.30 i gestori del bar Ami-Ami in viale della Vittoria, hanno chiamato la centrale operativa dei carabinieri, richiedendo un intervento per la presenza dell’avventore in palese stato di ubriachezza.
Bergamo stava importunando i clienti e chiedeva insistentemente di bere ancora. Sul posto è giunta subito una pattuglia della Radiomobile, ma l’uomo che appariva effettivamente molto agitato, nonostante la presenza dei carabinieri ha continuato a inveire contro i presenti, prendendosela anche con i militari dell’Arma che tentavano invano di riportarlo alla calma e farlo ragionare.
Tutto inutile, l’uomo è passato anche alle minacce, rifiutandosi di uscire dal locale e opponendo una strenue resistenza. I carabinieri, alla fine, sono riusciti a fatica a portarlo all’esterno del locale, ma Raffaele Bergamo, lungi dal calmarsi ha tentato di liberarsi dalla presa dei militari, per rientrare nel locale. Quindi si è scagliato contro uno dei carabinieri, procurandogli una ferita al braccio (giudicata guaribile dai sanitari del pronto soccorso in cinque giorni),e solo dopo una strenua colluttazione la pattuglia è riuscita ad immobilizzarlo e portarlo a miti consigli. Il Bergamo è stato quindi arrestato per resistenza, lesioni aggravate a Pubblico Ufficiale, oltraggio e ubriachezza molesta.
Ha smaltito la sbornia in una cella del carcere di Santa Bona, dove è stato portato dopo la disposizione del magistrato per il processo.
LA SICILIA

Una ragazzata o un atto di bullismo?...
Una ragazzata o un atto di bullismo? Si tinge di giallo la storia che mercoledì sera ha visto protagoniste due minorenni paternesi, trovate ubriache dentro lo spiazzo delle scuole "Virgilio" e del liceo classico "Rapisardi". I carabinieri hanno scoperto che a scavalcare i cancelli esterni dello spiazzo, su cui si affacciano le scuole, non è stata solo una coppia di ragazze ma un gruppetto di tre persone.
E proprio la terza minorenne, rimasta sobria, ad un certo punto, viste le amiche stracotte dall’alcol (insieme si erano scolate due bottiglie di vodka), le ha lasciate lì ed è andata via, come se nulla fosse accaduto. Solo i residenti della zona hanno evitato il peggio, chiamando i soccorsi: una delle due studentesse ha rischiato anche il coma etilico.
Da qui il dubbio se tutto non fosse stato organizzato appositamente per sferrare un tiro mancino alle due ragazze che, sembra, mai hanno bevuto prima, o se, invece, si è trattato di una bravata esagerata tra amiche, con la terza minorenne scappata per paura senza avvertire i soccorsi.
All’indomani del fatto è il momento della riflessione. Al di là del singolo episodio i cui fattori scatenanti restano da accertare, quella dell’alcol è una piaga sempre più diffusa tra i ragazzi, ed anche tra i giovanissimi. «I giovani sono lo specchio della società - evidenzia il preside del Liceo Scientifico, "Enrico Fermi", Antonio Scardigno - Si vive in una situazione di incertezza, dove il principale modello proposto è l’arrivismo a tutti i costi. C’è, poi, l’abbassamento del controllo delle famiglie, la remissività. Da genitore non ho mai abbassato la guardia. C’è ancora un altro fattore: i giovani sono sfiduciati. Studiano e guardano con preoccupazione al domani temendo di non trovare un lavoro, a questo si aggiunge il modello offerto dalla televisione che propone soggetti sbagliati: o fai parte del branco o sei fuori».
La scuola, in controtendenza, è impegnata in prima linea per combattere fenomeni di devianza. Nascono così i progetti contro l’uso di alcol e droghe, gli incontri sulla genitorialità. Ma fino a che punto tutto questo serve? «L’alcol - evidenzia padre Salvatore Alì - è una piaga di questi tempi. L’origine probabilmente è da addebitare all’assenza di punti di riferimento nei giovani. (*) Gli adulti hanno smesso di dare valori su cui poter impostare la vita dei ragazzi. Per quanto riguarda la Chiesa, fino al 2020 batteremo molto sulle nuove generazioni. Chiamiamo a raccolta tutte le agenzie educative: la società, la scuola, la famiglia, per metterci insieme e ed aiutare i giovani di questa tempo. Per noi il fulcro di tutto restano la catechesi e gli oratori. Alle istituzioni pubbliche chiediamo di starci vicino - continua Don Alì - di aprirci le porte di quelle strutture che magari non vengono utilizzate».
Richiesta simile avanzano i giovani della consulta giovanile, attivi per tanti progetti ma spesso lasciati soli ad operare. «Viviamo un distacco e un’assenza delle istituzioni - evidenzia Salvo Arena, presidente della Consulta giovanile - Vogliamo punti di riferimenti sociali e ricreativi che mancano. Da qualche tempo stiamo seguendo il progetto delle comunità giovanili ma ad oggi sono pochi i risultati ottenuti. Abbiamo chiesto all’Amministrazione di poterci destinare parte dei locali di "Casa Coniglio" ma ad oggi non abbiamo avuto risposta».
Mary Sottile
 
(*) Nota: al contrario,  l’alcol, sotto forma di vino, birra e altri alcolici, è una piaga che risale a vecchi tempi.
L’origine probabilmente è da addebitarsi alla PRESENZA di punti di riferimento dei giovani, riferimenti che purtroppo sono tutti alcolici, e che i giovani non possono ignorare.
SAVONANEWS

Savona: ragazzina in coma etilico finisce all’ospedale
Una quattordicenne savonese è finita in coma alcolico in piazzale Eroe dei Due Mondi al Prolungamento. La ragazza, soccorsa da un’amica e dal 118, è stata trasportata in ospedale dove ha poi ripreso conoscenza. I medici l’hanno sottoposta ad un esame tossicologico. Se dovesse emergere che oltre all’alcol ha ingerito anche cocaina e allucinogeni, l’accaduto potrebbe passare all’esame dei magistrati. (*)
 
(*) Nota: l’alcol, oltre ad essere la droga più pericolosa, è anche quella presa meno sul serio.
MODENAQUI

Ennesima storia di molestie e violenza: 53enne perseguitata dall’ex di 36 anni
Ennesimo episodio di stalking a Modena: ‘protagonista’ di questa vicenda un 36enne, che ha perseguitato la ex fidanzata (che ha 17 anni in più di lui), per mesi, minacciandola e anche picchiandola dopo che la loro relazione era finita.
L’uomo ha ora subito il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla donna, e anche dei suoi familiari.
Il provvedimento di custodia cautelare che limita gli spostamenti dello stalker è stato preso dal gip di Modena dopo le indagini della squadra Mobile.
Le molestie del modenese sono state documentate dagli inquirenti nel periodo giugno-dicembre 2010.
In un’occasione il persecutore sarebbe entrato nell’abitazione della ex, dove ha danneggiato gli interruttori e segnato pareti e mobili con un oggetto appuntito.
Poi il modenese avrebbe più volte minacciato lei e i suoi familiari provocandole uno stato d’ansia costante.
In un’occasione avrebbe anche detto di volere uccidere la donna, suo figlio, e la fidanzata incinta di quest’ultimo.
Oltre a inviarle sms offensivi, il trentaseienne in un’occasione avrebbe anche colpito a calci e pugni la donna, provocandole un trauma cranico-facciale e fratturandole il polso sinistro.
Poche ore dopo l’uomo, che la Polizia riferisce essere alcolista e assuntore di stupefacenti, avrebbe anche fatto cadere la moto del figlio della ex, facendola urtare una porta a vetri dell’abitazione della cinquantaduenne.
Visto il mancato autocontrollo dimostrato dal modenese, in base alle risultanze dell’indagine, il gip di Modena ha accolto la richiesta del pm di vietare all’uomo ogni avvicinamento alla sfera privata dell’ex fidanzata.
IL MESSAGGERO (Latina)

Picchia la donna e aggredisce i carabinieri: tunisino preso
di GIOVANNI SALSANO
In evidente stato di ebbrezza, picchia la compagna nella sua casa sul lungomare di Tor San Lorenzo e si scaglia anche contro due carabinieri intervenuti per fermarlo, ferendo tutti e tre prima di essere arrestato. Con le accuse di lesioni, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, i carabinieri della stazione di Marina Tor San Lorenzo hanno arrestato J.M., cittadino tunisino di 38 anni, da diversi anni residente in Italia e già noto alle forze dell’ordine per diversi precedenti penali. In particolare, l’intervento dei militari è scattato quando alcuni vicini hanno sentito le urla della convivente del nordafricano, una donna italiana, che già altre volte era stata vittima delle violenze del compagno.
Giunti nell’abitazione dei due, però, i carabinieri sono stati assaliti con calci e pugni dall’uomo, evidentemente ubriaco. Dopo una breve colluttazione, i carabinieri hanno arrestato il trentottenne, ma sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche, come la donna: per i due militari, la prognosi è di cinque giorni, per la compagna dell’aggressore, di otto giorni.
TRENTINO

La perdita di esercizio oltre i 6 milioni
LAVIS. Il commissario Marco Zanoni lo ha detto: «La situazione sta tornando in equilibrio, ma è lunga». La situazione di LaVis, non è delle più rosee, anche se non è allo sfascio. Chi non ci ha creduto è scappato, una cinquantina in tutto, molti verso Mezzacorona. La maggiorparte è rimasta. E sì che i conti sono ancora affaticati. La perdita di esercizio è di 6 milioni e 17 mila euro, contro l’attivo di 302 mila euro del 2009. I debiti scendono dalla paurosa soglia di 78 milioni a quella un po’ più tranquillizzante di 70,8 milioni. Anche se ci sono fidejussioni per 40 milioni a favore delle controllate. Il liquidato è sceso del 40 per cento, da 85 a 50,3 euro al quintale per il vino, e per le mele da 0,27 euro al chilo a 0,22. Il conferimento dell’uva è aumentato del 20 per cento, raggiungendo i 198 mila quintali. In netta diminuzione il valore della produzione che scende da 48 a 36 milioni di euro. Un crollo del 25 per cento. Il commissario Zanoni nella sua relazione al bilancio spiega che l’anno prossimo andrà meglio: «Per il 2010/2011 si prevede una significativa ripresa dei valori economici anche nella previsione della liquidazione ai soci». Insomma la speranza è di tornare al di sopra degli 80 euro al quintale, anche se la situazione è comunque difficile. I soci alla fine lo hanno capito e hanno approvato un bilancio che avrebbe potuto anche essere molto peggiore.
AGI

VINO: GALAN, DISTILLAZIONE DI CRISI ANCHE PER PRODOTTI QUALITA’
(AGI) - Roma, 22 gen. - "Il decreto approvato dalla Conferenza Stato-Regioni consentira’ il ricorso alla distillazione di crisi non soltanto per i vini comuni ma anche per le produzioni di qualita’ (vini a denominazione di origine e ad indicazione geografica), cui la misura era precedentemente preclusa, fornendo un ulteriore strumento utile per superare la difficile situazione di mercato dei vini interessati". Il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, commenta cosi’ l’intesa sancita in Conferenza Stato-Regioni sullo schema di provvedimento che disciplina la distillazione di crisi del vino. "In un’ottica di garanzia di qualita’, si e’ deciso di subordinare il ricorso alla distillazione di crisi per i vini a denominazione di origine e ad indicazione geografica - continua il ministro - all’impegno di procedere, nella campagna successiva a quella in cui si effettua la distillazione, alla riduzione di almeno il 20% delle rese della produzione coinvolta". Entro il 28 febbraio prossimo le Regioni dovranno far pervenire al Ministero la documentazione attestante lo stato di crisi e l’indicazione del fabbisogno finanziario da destinare al finanziamento della misura, nel limite massimo del 10% del budget regionale. L’adozione della misura, fortemente richiesta dalle Regioni Piemonte e Calabria, e’ stata gia’ notificata alla Commissione UE nel rispetto di quanto stabilito dai regolamenti n. 1234/07 e n.555/08. (AGI)
CORRIERE.IT – FORUM NUTRIZIONE

Scrive Gianluca
A proposito di birra e giro vita
Buongiorno Dottore.
Per diversi mesi, era diventata mia abitudine serale, pasteggiare con birra per poi finire la bottiglia ( 66 cc), durante la serata, poiche’ ritenevo mi aiutasse anche ad addormentarmi ( ho sempre avuto problemi di insonnia). E nel tempo ero aumentato di peso.
Da un paio di mesi, ho smesso ( grazie ad un problema intestinale), ed a parita’ di alimentazione ho perso 4 kg . Io sono convinto fosse la birra, proprio come risponde lei al messaggio in primo piano.
Diro’ di piu’ che dormo meno, ma meglio.
Mi scusi, volevo solo dare la mia testimonianza.
Cordiali saluti.
Gianluca
 
Risposta di Andrea Ghiselli
E ora chi glielo dice agli spagnoli?
Ma non si illudano gli italiani...col vino è la stessa cosa, con l’aggravante che un bicchiere di vino ha più del doppio di calorie di un ugual volume di birra
GAZZETTA DI REGGIO

una festa senza alcol e sballo

LA REPUBBLICA

senza patente e spesso ubriachi il boom dei baby pirati al volante
una reggia per il signore del vino - antonella romano

IL PICCOLO DI TRIESTE

club 213, da 25 anni accanto agli alcolisti

IL GIORNALE DI VICENZA

Ubriaco causa incidente
Guidava ubriaco Lavorerà 44 giorni da bibliotecario

LIBERTA’

Investì una donna, denunciato per guida in stato di ebbrezza

GIORNALE DI SONDRIO

Positivo all’etilometro, via la patente appena presa

IL CITTADINO

Vola fuori strada in macchina, l’esame poi rivelerà il perché: nel sangue mix di droga e alcol
È violento per l’alcol, condanna a nove mesi

Rassegna alcole guida del 23 gennaio 2011

 

CORRIERE DELLA SERA

NEL PIACENTINO - le vittime avevano 16, 18 e 26 anni
Ubriaco si schianta contro un muro Morti tre amici, choc a Piacenza
Schianto in auto, morti tre ragazzi L’impatto contro il muro di una casa. Grave il conducente, 22 anni, alla guida sotto l’effetto dell’alcol
MILANO - Tragico il bilancio di un incidente stradale avvenuto alle prime luci dell’alba nel Piacentino. Tre giovanissimi, due ragazze italiane e un ragazzo albanese, hanno perso la vita dopo che l’auto guidata da un loro coetaneo, forse alla guida sotto effetto di alcol, è uscita fuori strada, ha abbattuto un semaforo e una pianta e infine si è schiantata con estrema violenza contro il muro di una casa. Le condizioni del conducente, un 22enne albanese (l’auto risulta intestata al padre), sono gravi. Secondo quanto emerso dai primi accertamenti, i quattro giovani, due ventenni albanesi e due ragazzine italiane, avevano trascorso la serata in un locale e stavano rientrando a casa a bordo di una Peugeot 206.
LO SCHIANTO - Come spiegano i carabinieri di Piacenza, che sono intervenuti, lo schianto è avvenuto intorno alle 5.30 di domenica mattina a San Polo, frazione del comune di Podenzano. La Peugeot, mentre percorreva la provinciale numero 6 a velocità sostenuta, è andata a sbattere contro il muro di una palazzina che fa angolo all’incrocio con via Castello. Il conducente, Basha Lidian, 22 anni, ha perso il controllo dell’auto, forse a causa del ghiaccio, frenando in prossimità dell’incrocio. L’utilitaria si è girata su se stessa ed è andata a sbattere contro il muro dell’abitazione, dopo aver travolto un semaforo e una pianta. L’urto è stato così violento che la parte posteriore dell’auto ha lesionato anche il muro dell’abitazione. L’impatto spaventoso ha causato la morte sul colpo dei tre passeggeri: Sara Frasani, 16 anni, ed Elisa Bonomi, 18 anni, entrambe di Fiorenzuola d’Arda, che sedevano sui sedili posteriori, e Elpion Kasapi, 26 anni, albanese, di San Giorgio. Il conducente, che ha riportato lesioni gravissime, è ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Piacenza.
ALCOL - Sul posto sono intervenuti per i rilievi i carabinieri di San Giorgio Piacentino. Secondo quanto si apprende da fonti investigative, dai primi controlli ospedalieri il conducente è risultato positivo all’assunzione di alcol: il tasso alcolemico nel suo sangue è risultato essere sei volte superiore al consentito, 2,83 grammi per litro. Ora il 21enne è indagato per omicidio colposo plurimo.


VIRGILIO NOTIZIE

Incidenti stradali/ Stragi weekend, Asaps: meno vittime...
"Insistere nell’impegno contro l’alcol e sostanze stupefacenti"
Secondo il report relativo agli incidenti del fine settimana nei primi sei mesi del 2010, la situazione - sottolinea l’Asaps - era nettamente peggiore rispetto al risultato complessivo di fine anno, soprattutto nel numero delle vittime. In sostanza nei primi sei mesi si registrava un calo degli incidenti del 4,1%, a fine anno siamo arrivati a -5,5%, i feriti erano in calo del 2,2%, a fine anno la diminuzione segna un -4,6%. Ma è nei decessi che - spiega il presidente Asaps Giordano Biserni - si nota un netto ribaltamento: nei primi sei mesi si contavano 39 morti in più con un incremento del 6,7%, a fine anno sono 22 in meno, -1,7%. I morti sotto i 30 anni nei primi sei mesi erano 22 in più rispetto allo stesso periodo del 2009, con un incremento del 10,5%, a fine anno si contano 18 morti in meno e un -3,8%. Anche i decessi nella fascia notturna 22-06 nei primi sei mesi erano 33 in più con il vistoso incremento del 19,8%, a fine anno i decessi "in quelle maledette 8 ore della notte" sono stati 6 in più, con incremento ridotto all’1,5%.
"Se ne deve ricavare - sottolinea Biserni - che nella seconda parte dell’anno il sistema dei controlli ha saputo reagire più efficacemente e a questa più favorevole situazione ha certamente contribuito anche l’entrata in vigore delle nuove norme del CdS modificato con la legge 120 del 29 luglio scorso". "Un modo chiaro per dire, senza ombra di dubbio, che si deve insistere su questo versante dell’impegno contro l’alcol e le sostanze, oltre che sulla velocità eccessiva", aggiunge il presidente Asaps, concludendo: "Purtroppo non esiste un autovelox o un etilometro che misurino stanchezza e sonno; in questo caso serve una presa di coscienza dei comportamenti a rischio".

CORRIERE ADRIATICO

Con alcol e droga i giovani sono sempre più a rischio
A 16 anni s’inizia con sbornie e spinelli, poi parte l’escalation
San Benedetto - Giovanissimi a rischio dipendenze patologiche. Con un particolare allarme per quanto riguarda i consumi di alcool e cocaina, ingiustificatamente sottovalutati in quanto “fenomeni che vivono nel sommerso”.
Diciotto, diciassette e persino sedici anni, infatti, le età in cui si comincia ad assumere sostanze, stupefacenti o no, ma che comunque, come l’alcool, determinano pericolosissime dipendenze. In cima alla classifica delle sostanze più utilizzate e pericolose, come sempre, l’eroina, il cui consumo, negli anni, non ha mai accennato a calare. Non meno inquietanti, però, il consumo di cocaina e l’abuso di alcool che, per contro, hanno conosciuto una sensibile impennata. In particolare negli ultimi tempi. Anche, se non soprattutto, tra i più giovani.
Forte preoccupazione, in proposito, è espressa dal dottor Claudio Cacaci, direttore del Servizio territoriale dipendenze patologiche (Stdp) di Zona 12 dell’Asur. “L’eroina si conferma in cima alla classifica delle sostanze più utilizzate e pericolose, seguita, però, a ruota, dalla cocaina - dice - Il consumo della cocaina, invece, è, per certi versi, un fenomeno ancora più allarmante. Ciò, in quanto è vissuto nel sommerso ed è sottovalutato dagli stessi assuntori i quali, ignorando di essere dipendenti, negano il problema e si illudono di poterne uscire in qualunque momento. La realtà, invece, è ben altra. Si tratta, infatti, di una sostanza pericolosissima e dagli effetti devastanti”.
Non meno preoccupante, d’altra parte, il consumo di alcool che, sostiene sempre il direttore del Stdp, “Al pari dell’uso di cocaina vive nel sommerso come il coccodrillo nell’acquitrino, avanza in maniera devastante e abbraccia tutte le fasce d’età, comprese le più giovani”. Attualmente, presso il servizio di Zona 12, sono in terapia alcolisti di mezza età o, in qualche caso, già anziani. I più giovani, però, sostiene Cacaci, “Stanno già seminando”. Ciò, in quanto il percorso che porta alla vera e propria dipendenza da alcool è lungo ma inesorabile.
“I danni derivanti dall’uso di alcool sono gravissimi, tanto a breve che a lungo termine, ma sembra che di ciò non ci si renda conto - prosegue – la pubblicità, dal canto suo, invita al consumo delle bevande più disparate e i giovani cedono alle tendenze della moda senza rendersi conto che stanno tagliando il ramo su cui sono seduti”.
Una presa di coscienza da parte di tutti, dunque, è quanto si auspica per poter affrontare un fenomeno subdolo ma sottovalutato. La consapevolezza, infatti, conclude Claudio Cacaci, è fondamentale per uscire dalla dipendenza patologica, ciò in quanto, affinché il percorso terapeutico sia pienamente efficace, è necessario che l’utente sia d’accordo, convinto e motivato. I buoni risultati, d’altro canto, per il locale servizio non sono mancati. Ultimamente, poi, l’intervenuta integrazione pubblico - privato con le comunità terapeutiche del territorio, ha assicurato importanti collaborazioni per ottimizzare l’attività del servizio.
Olga Piergallini

IL SECOLO XIX

Alcol, il vizio delle minorenni
23 gennaio 2011 - Un fiume di alcol scorre nelle vene di un’intera generazione. Nel sangue delle donne più giovani, spesso minorenni. Succede in Italia e ancora di più in Liguria e nella provincia di Savona. I dati parlano chiaro: episodi come quello accaduto l’altro ieri in piazzale Eroe Dei Due Mondi, con una quattordicenne in crisi etilica ricoverata poi in pediatria al San Paolo, non sono poi così rari. In gergo il fenomeno viene definito con l’espressione inglese “Binge drinking “: un consumo massiccio di alcol in un breve periodo di tempo. In Italia , negli ultimi dieci anni, il numero delle ragazze tra i 15 e i 19 anni che hanno avuto questo comportamento è aumentato in modo significativo: il 42 per cento delle giovani studentesse intervistate contro il 35 per cento della decade precedente. In Liguria e nella provincia di Savona è ancora peggio: coloro che hanno dichiarato di aver consumato alcolici (birra, vino e liquori) negli ultimi trenta giorni superano la media nazionale di cinque punti percentuali, attestandosi a quota 68,8 per cento.
Lo dicono gli studi scientifici elaborati nell’ambito del progetto europeo ESPAD e dall’osservatorio epidemiologico regionale sulle dipendenze. Non sono dati positivi: rivelano un disagio profondo che spesso sfugge alle istituzioni educative, dalla famiglia alla scuola, e in generale agli adulti. Un disagio che mette in pericolo la vista stessa dei consumatori.

IL SECOLO XIX

Ragazzi ubriachi a Cogoleto: rissa a bottigliate in discoteca
Maxi rissa fra giovanissimi a Cogoleto
23 gennaio 2011 - Maxi rissa, intorno alle 23.30 di ieri, all’uscita del Cogolitus, un locale notturno sul lungomare di Cogoleto, nel ponente di Genova: secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Arenzano, circa una trentina di ragazzi, quasi tutti minorenni, si sono scontrati a colpi di bottiglia per motivi ancora da chiarire, forse legati all’abuso di alcolici, forse a qualche discussione scoppiata fra due gruppi di amici all’interno del locale.
 A dare l’allarme è stato il titolare della discoteca: all’arrivo dei militari, la maggior parte dei giovani è riuscita a scappare, tranne quattro, che sono stati bloccati e denunciati a piede libero per ubriachezza molesta, prima di essere accompagnati all’ospedale San Carlo di Voltri, per traumi e ferite giudicate guaribili in pochi  giorni. I carabinieri sono al lavoro per identificare gli altri partecipanti alla rissa.

BRESCIA OGGI

Calci e pugni alla moglie: arrestato dalla Volante
23/01/2011 - Dopo anni di silenzio, ha trovato il coraggio di denunciare quanto accaduto alla Polizia: è riuscita a buttarsi alle spalle il peso della sua cultura e la paura di eventuali ritorsioni. Una donna cinese di 49 anni l’altra sera ha subito l’ennesima serie di percosse da parte del marito: tutto è avvenuto nell’appartamento della famiglia.
L’uomo, pure di 49 anni, aveva bevuto troppo e a un certo punto ha iniziato a inveire contro la moglie: dagli insulti, senza motivo alcuno, è passato alle maniere forti, colpendo la donna con pugni e con gli oggetti che via via trovava all’interno della sua casa.
A nulla è servito il fatto che il figlio, maggiorenne, cercasse in qualche modo di fermarlo per evitare che la madre avesse conseguenze peggiori.
Durante la colluttazione qualcuno, o la madre o più probabilmente il figlio, è riuscito a chiamare il «113» per chiedere aiuto: la Volante della Polizia si è precipitata nell’appartamento situato in uno dei palazzi abitati da cinesi nella zona della stazione. Grazie alla porta d’ingresso lasciata stranamente aperta, gli agenti sono riusciti a fare irruzione in casa: l’uomo è stato immobilizzato e portato in Questura, dove è stato arrestato in flagranza di reato.
Il cittadino cinese, regolare sul territorio italiano, è stato accusato di maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e violenza privata.
La donna invece è stata affidata agli operatori del «118» che hanno provveduto ad accompagnarla all’Ospedale Civile di Brescia, dove è stata medicata e dimessa con prognosi di 8 giorni per guarire dalle percosse subite nel corso della movimentata serata familiare.
UNA VOLTA DIMESSA, la straniera ha raccontato agli agenti in Questura un passato di liti con il marito spesso ubriaco e violento, di percosse da lui subite e del proprio timore a sporgere denuncia per paura e per vergogna. Secondo il suo racconto la cultura cinese contempla come «disonorevole» il fatto che una donna si possa in qualche modo lamentare del comportamento del marito. Da qui la paura a sporgere denuncia o a chiedere aiuto per quanto accadeva, purtroppo con una certa regolarità, all’interno delle mura domestiche. Una paura che la signora ha finalmente superato. permettendo così agli agenti di arrestare in flagranza il marito. Non risulta, almeno al momento, che l’uomo adottasse lo stesso comportamento anche nei confronti del figlio.
D.BO.

CORRIERE ADRIATICO

Ubriaco picchia vigili e militari
Arrestato: disturbava i pompieri mentre spegnevano un rogo
Fano Vandali con la passione per il fuoco. Sono i nuovi protagonisti delle nottate fanesi, visto che tra venerdì e sabato sono stati ben tre gli incendi che hanno richiesto l’intervento dei vigili del fuoco per domare le fiamme. Il primo episodio in un cantiere di via 4 Novembre, dove intorno alle 21,30 è stata incendiata la rete di protezione; il secondo alle 2 di notte in via dell’Abbazia e questa volta a bruciare è stato un mucchio di cartoni; il terzo episodio sul retro del supermercato Coop di via Pertini, dove sono state incendiate alcune cassette di plastica. In tutti i casi l’intervento dei vigili del fuoco è stato di pochi minuti, proprio per la scarsa consistenza degli incendi. Inoltre non si sono registrati danni ulteriori. L’ipotesi comune è che a dar fuoco ai materiali siano stati gruppi di giovani ubriachi, che girovagando per la città non trovano di meglio da fare che gettare alcol su rifiuti o strutture come, in passato, quelle dei parchi gioco, per poi dar fuoco.
L’episodio di via dell’Abbazia però ha avuto un’appendice, con l’arresto di un uomo di 35 anni, bloccato dai carabinieri del Nucleo radiomobile chiamati sul posto proprio dai vigili del fuoco. L’uomo, in evidente stato di ubriachezza, durante il lavoro di spegnimento si aggirava nei pressi con atteggiamenti strani. Un vigile gli ha chiesto cosa stesse facendo e per tutta risposta è stato aggredito. Lo stesso per gli uomini dell’Arma giunti sul posto. Dopo una violenta colluttazione però l’uomo è stato immobilizzato e condotto in caserma.
federica giovannini,r.f

IL GAZZETTINO (Venezia)

Venezia. Fugge a un posto di blocco: era ubriaco e aveva la patente sospesa
VENEZIA (23 gennaio) - Un trentenne marocchino residente a Jesolo (Venezia) è stato denunciato dai carabinieri di San Donà di Piave (Venezia) dopo essere fuggito in auto ad un posto di blocco dei militari, lungo la provinciale 14. Il motivo della fuga i carabinieri l’hanno scoperto non appena hanno raggiunto e bloccato l’extracomuniatario: il trentenne, apparso poco lucido, guidava nonostante un tasso di 1,14 microgrammi di alcol per litro di sangue, aveva la patente sospesa sempre per guida in stato di ebbrezza ed era a bordo di una vettura senza l’assicurazione e il libretto di circolazione. Oltre alla denuncia in stato di libertà per guida in stato di ubriachezza, l’uomo si è visto sequestrare il veicolo e dovrà pagare una multa complessiva di 950 euro.

IL PUNTO A MEZZOGIORNO

Schianto con l’auto, 42enne ubriaco rimedia denuncia e sequestro vettura
23 gennaio 2011 - Si schianta con la sua Fiat Pun to sulla strada Provinciale che porta a Sant’Andrea e i carabinieri lo trovano alticio. L’incidente è accaduto venerdì pomeriggio e i militari intervenuti hanno dovuto rilevare che D.L.I 42enne di S.Ambrogio sul Garigliano aveva un valore di alcool nel sangue per il quale si è proceduto alla denuncia per “guida in stato di ebbrezza alcolica” e al sequestro della vettutra.

STATO DI EBBREZZA

Punito dopo l’incidente
GAVORRANO. Era finito fuori strada con l’auto, alla Merlina, tra Potassa e Scarlino. Un incidente in cui era rimasto gravemente ferito, addirittura inizialmente in coma. La Fiat Punto era finito contro un albero. Pasquale Di L
Lunedì, 24 Gennaio 2011
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