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Posta 27/01/2011

La Posta

da Il Centauro n. 144

Il papà di Massimo Calabrese l’Assistente capo della Polizia Stradale travolto e ucciso l’11 agosto 2010 a Tivoli (RM)
scrive una commovente
lettera all’Asaps



Gent.mo Direttore
La ringrazio per la copia de “Il Centauro” che mi ha fatto pervenire tramite il Distaccamento di Polizia Stradale di Tivoli. Nel leggere il suo commovente articolo ho asciugato le lacrime più volte, apprezzando molto la sua non comune sensibilità umana. Lei è riuscito a cogliere e sintetizzare magistralmente il senso di una manifestazione che, superando ogni formalismo, ha sancito la vittoria dell’amore, del perdono e della speranza su ogni diverso sentimento. In chiesa ho visto una moltitudine di persone, spogliate da ogni ruolo, unite da un tangibile sentimento d’amore e di pietà umana, quasi incredule di essere testimoni della dipartita di una giovane vita piena di sogni, di speranza…
Massimo, quel ragazzone dal sorriso stampato in volto, in quel momento era diventato il figlio di tutti, l’amico di tutti, il papà di tutte le bimbe del mondo. Il mio intervento a “braccio” è stato un preciso invito a continuare ad amare, malgrado le avversità. Un invito ad amare particolarmente questi angeli custodi in divisa, orgogliosi della loro missione, che amorevolmente ci passano accanto con le loro macchine azzurre per abituarci al rispetto delle regole, per salvaguardare la nostra vita, mettendo a repentaglio la loro. Le sono grato per aver partecipato al funerale di Massimo, dandomi così la gioia di annoverarla fra le persone indimenticabili della mia vita.
Affettuosi saluti da me e dai miei familiari. 

Tivoli, 25 settembre 2010

G. Antonio Calabrese


Merano (BZ)
Velocità
130 o 150 km/h c’è una bella differenza

Seguo da moltissimi anni la Vs. rivista che, anche in qualità di addetto ai lavori, dal momento che mi occupo di ricostruire la dinamica degli incidenti stradali, apprezzo soprattutto per l’impegno verso la prevenzione dell’incidente stradale da sempre profuso.
Leggendo il numero di Aprile - Maggio mi sono reso conto di come le “lettere al giornale” possano essere lo specchio dello stato dell’arte per quanto riguarda la cultura della sicurezza stradale. Il Vs. numero di Aprile riporta numerose lettere di lettori che pongono il quesito “è corretto contestare l’infrazione per superamento dei limiti di velocità rilevata mediante il sistema tutor?” ed ancora: “posso proporre ricorso…. in quanto la contestazione della velocità si è realizzata con strumento ….. con notifica ……. con metodologia amministrativa non regolare?”. Ecco queste domande, finalizzate a “scampare la sanzione”, sono da sole la risposta a quanto c’è ancora da fare per far crescere nel nostro paese la cultura della prevenzione nella circolazione stradale. Quando chi utilizza la strada comincerà a chiedersi “quanto è maggiore il rischio viaggiando a 150 Km/h anziché a 130?”, “quanto è maggiore il rischio se mi distraggo a rispondere al telefono, anche con il viva voce, o se mentre guido mi preoccupo di fare altre attività, anziché dedicare la mia attenzione solo alla guida?”, “quanto è maggiore il rischio di provocare o subire (perché occorre anche tenere conto delle possibilità di evitarlo, l’incidente, che è importante quanto non provocarlo) se guido in condizioni psico-fisiche inidonee?”, quando, cioè, ci si preoccuperà più delle conseguenze di una situazione irregolare per quel che riguarda la sua pericolosità intrinseca e non per quel che riguarda le sanzioni amministrative che può comportare, solo allora si potrà pensare di aver fatto un passo avanti nella giusta direzione della riduzione delle stragi sulle strade.
A.S.A.I.S. Associazione di esperti nella ricostruzione degli incidenti stradali che analizza non meno di 8.000 incidenti gravi o gravissimi ogni anno, è convinta che questo è l’indirizzo da dare alla corretta educazione alla circolazione stradale al comportamento sulle strade: la conoscenza dei rischi connessi con la circolazione, conoscenza che prescinde dalle ipotesi di responsabilità, perché anche l’incolpevole spesso può fare molto per evitare l’incidente e la corretta conoscenza dei rischi connessi con la circolazione stradale è il primo passo per metterlo nelle condizioni di farlo.
Forse se tutti sapessero quale enorme differenza di rischio c’è tra viaggiare a 130 km/h e viaggiare a 150 km/h smetterebbero di cercare di evitare gli autovelox per iniziare ad evitare di rischiare la vita. Lo avrete già fatto molte volte ma forse non altrettanto i vostri lettori: a 130 km/h, nelle migliori situazioni di efficienza del conducente, del veicolo, della strada, occorrono 131 metri per fermarsi con una frenata d’emergenza, a 150 km/h non solo occorrono, nelle stesse condizioni di efficacia, 168 m, cioè 37 m. in più ma e questo è ciò che i più ignorano, dopo i 131 metri, che a 130 km/h ci avrebbero consentito di essere fermi, se viaggiamo a 150 km/h avremo ancora una velocità residua di oltre 80 km/h. Alla faccia della differenza in termini di rischio!
Complimenti per la rivista e cordiali saluti

Dott Antonio Pietrini
Presidente A.S.A.I.S., Merano (BZ)

 

 

Giovedì, 27 Gennaio 2011
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