Giovedì 18 Luglio 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna alcol e guida del 1 febbraio 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta
 

GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

Servizi in Basilicata Ecco il centro d’eccellenza che aiuta a guarire dall’alcol
di EGIDIA BEVILACQUA
«Alcolista sarà lei! Io posso smettere quando voglio». Quante volte l’abbiamo sentito. Il fedele discepolo di Bacco lo ripete continuamente, soprattutto quando non ha ancora preso coscienza del suo problema. Molto spesso però, è l’autista del pulmino che porta i nostri figli a scuola, oppure guida un tir sull’autostrada. Non a caso sul territorio nazionale ogni anno sono circa 4.000 i morti per incidenti stradali causati da questo killer silenzioso. E nel frattempo ai parenti delle vittime cosa raccontiamo? Quell’esclamazione dunque, racchiude in sé veramente tutto. Tutto il contenuto di un fenomeno che purtroppo, anche nel sud della Basilicata, ha raggiunto punti notevoli che non accennano a diminuire. I picchi più alti tra i giovani si registrano nei grossi centri come Lagonegro, Lauria, Maratea, Francavilla in Sinni e Senise, dove i primi cittadini lavorano per trovare una strategia comune d’intervento, mentre nei paesi dell’entroterra come Teana, Viggianello, San Severino Lucano e Terranova di Pollino, il fenomeno è presente tra gli adulti dopo i 40 anni.
«Quello che preoccupa maggiormente - spiega Alberto Dattola, responsabile del Centro di Riabilitazione Alcologica di Chiaromonte e del Sert di Maratea – è ancora il sommerso. La crescita è in generale, ma in particolare si fonda su due aspetti. Il primo riguarda l’abbassamento dell’età, infatti, abbiamo certezza che gia a 11 anni si comincia a consumare alcolici, di conseguenza abbiamo trattato casi d’alcolismo a 18-20 anni. L’altro invece è che sempre più frequente l’associazione d’alcol con gioco d’azzardo, cannabinoidi e cocaina che vanno a completare il quadro della dipendenza patologica. Del resto anche il consumo delle droghe inizia in giovane età con disponibilità di merce sempre più alta».
Come si può facilmente immaginare, la situazione è allarmante e piuttosto problematica, infatti, al così detto bere mediterraneo, il consumo quotidiano di vino tra gli adulti, si deve aggiungere il bere anglosassone, il «binge drinking» dei giovani e giovanissimi, finalizzato all’alterazione dello stato di coscienza in una cultura dello «sballo». Quindi si va a delineare un nuovo e anomalo scenario caratteristico dell’Italia in generale e delle regioni meridionali, in particolare. «Il primo passo verso il cambiamento - riprende Dattola - è ammettere di avere un problema. L’inconsapevolezza può nascere dal non sapere che in ogni bevanda alcolica c’è una percentuale d’alcol che è una droga come l’eroina o la cocaina, però, se consumo queste ultime, so da subito a cosa mi espongo, mentre alzando il gomito non è così».
Nei giovani se ne prende coscienza solo quando la situazione diventa drammatica, nell’adulto invece per una sommatoria di problemi alcol- correlati e magari costretto dalla famiglia riesce a raggiungere un livello minimo di consapevolezza. «Spesso le famiglie sono complici nella parte iniziale della storia dell’alcolismo - rileva Dattola - invece la linea da adottare è la fermezza: “tu hai un problema, risolvilo oppure, tu te ne assumi tutte le conseguenze».
L’alcol è più insidioso d’altre sostanze - aggiunge - però, chi è nel tunnel, se lo vuole veramente, può uscirne, perché a differenza dell’eroinomane, l’alcolista ha ancora una famiglia, un lavoro e amici sani, quindi si tratta di ristrutturare qualcosa danneggiata negli anni e non costruire di sana pianta, come nel caso dei tossicodipendenti».
Pertanto, questo comportamento inserito in uno stile di vita malsano, che in molti continuano a liquidare come un semplice vizio, oppure una malattia, c’è ancora tanto da lavorare in ambito di prevenzione coinvolgendo tutti gli attori del volontariato e delle istituzioni. «Un appello anche alle Università – conclude Dattola - che dovrebbero prevedere l’insegnamento d’Alcologia nel corso di laurea in medicina. Spesso i medici studiano gli effetti collaterali e non le cause dell’alcol e attualmente l’unico ateneo che lo pratica è quello di Bari».


LA NAZIONE

PRIMO PIANO FIRENZE 
Giovani, prevenzione anti alcol Più mobilitazione nelle scuole
MOZIONE approvata ieri in consiglio comunale per la prevenzione anti alcol. ”E’ un segnale importante contro coloro che non rispettano le leggi e i regolamenti e un aiuto per i tanti giovani che, nell’errata convinzione di fare festa alzando il gomito, abusano delle sostanze alcoliche.
Non sono fautore del proibizionismo ma per problemi estremi è necessario intervenire con soluzioni drastiche” ha detto il primo firmatario, il consigliere del Pd Andrea Pugliese. La mozione propone di incentivare l’educazione nelle scuole e chiede al sindaco e alla giunta un maggiore impegno per coordinare le attività degli assessorati coinvolti, delle forze dell’ordine e che l’assessore che svolge un’azione di coordinamento nelle attività di contrasto e prevenzione all’abuso riferisca ogni quattro mesi in consiglio comunale sulle azioni svolte. “Questa mozione – ha aggiunto Pugliese – è un gesto importante non solo perché contribuisce, seppur solo in parte, ad arginare il seppur crescente fenomeno dell’abuso di alcolici in fasce di età sempre più basse con effetti negativi sulla salute, sulle condizioni di vita dei giovani, sulla sicurezza pubblica, ma restituisce un senso civico, di consapevolezza, di cui proprio i giovani hanno bisogno”.
Polemica sul voto: “E’ un peccato – ha aggiunto Pugliese – che nonostante in commissione i consiglieri Pdl Alessandri, Stella e Sabatini avessero votato a favore si siano per l’ennesima volta dimostrati incoerenti votando contrario”.

CORRIERE ADRIATICO

Ubriachi al volante Lavori utili in città
Ancona Lavori socialmente utili per coloro che saranno fermati alla guida in stato di ebrezza. Questo l’indirizzo del Comune che ha approvato la mozione del capogruppo Idv, Daniele Tagliacozzo, al fine di stipulare un protocollo d’intesa con il Tribunale. Sulla questione è intervenuto ieri nel corso della seduta del consiglio comunale anche il sindaco Gramillano comunicando all’assemblea che il Tribunale ha già individuato alcuni lavori utili su cui indirizzare i trasgressori. Sempre ieri pomeriggio a Palazzo del popolo è passata la mozione proposta dal capogruppo del Pd, Simone Pelosi, per esentare le associazioni onlus dal pagamento della Tosap.
(…) 

TRENTINO

Direttive diverse nei due bar del palazzo della Regione hanno provocato qualche mugugno
Ai politici l’alcol, ai dipendenti no
Alla buvette del consiglio whisky e vino, al bar aziendale succhi e cedrata In orario d’ufficio massima sobrietà ma anche in aula non si esagera: ci si limita al prosecco
ROBERT TOSIN
TRENTO. Tra una pratica e l’altra si va di chinotto o cedrata. Quando si vuole fare una pazzia ci si butta sul succo di lampone diluito e per trasgredire del tutto lo si beve puro. Whisky, grappa o cognac è un privilegio da consiglieri regionali, non da semplici dipendenti dell’ente pubblico. E così nello stesso edificio, i due bar hanno regole diverse: in uno niente alcolici, nell’altro sì.
Succede nel palazzo della Regione, in piazza Dante. Qui ci sono due bar, gestiti dalla stessa ditta che ha vinto l’appalto. Uno apre solo in occasione delle sedute del consiglio provinciale o di quello regionale ed è riservato appunto ai politici che nelle secche del dibattito (ma molto spesso anche durante gli interventi dei colleghi) si rifocillano al tavolo della buvette. L’altro invece è il tipico baretto aziendale, ricavato al piano terra dell’edificio. E la differenza sta tutta qui: giusto da un anno una direttiva interna impone che questo bar, aperto ai dipendenti, non serva più alcolici. Nemmeno un goccio di Teroldego o Marzemino, nemmeno un Pinot. (*)
Non serve scomodare il buon esempio, la lotta all’abuso di alcol o altri temi educativi. In orario di lavoro non si beve. Punto e basta. I dipendenti si sono limitati a qualche amaro commento, ma hanno incassato. Volendo ci sarebbe la birra analcolica, quella sì, ma pare non sia molto gradita. Ci si butta così sui caffè (qualche centinaio al giorno), bibite e succhi di frutta. «Qualche mugugno c’è stato - dice Daniela da dietro il bancone, mentre “spilla” l’ennesimo bicchiere di spuma - soprattutto da chi magari apprezzava mangiarsi un panino con la birra sull’ora di pranzo, ma in fondo nessuno ha fatto storie. Tanto caffè, ne consumo un paio di chili al giorno».
Diverso, invece, il discorso per i consiglieri. Loro non sono dipendenti dell’ente pubblico quindi possono “lasciarsi andare”. Però va detto che i superalcolici restano solo in bella mostra, perchè è rarissimo che qualcuno si avventuri in sorsi di cognac o rum o altre “bombe”. Molto più facile che non invecchi il prosecco, più consono per festeggiare una mozione approvata o una legge varata. E’ un privilegio tanto caro, basti ricordare quando Bruno Firmani aveva suggerito di dare il buon esempio e di togliere l’alcol dalla buvette. E’ stato subito irriso da destra e da sinistra in modo bipartisan. Ogni tanto spunta anche qualche “corruttore”. Tipo Alessandro Savoi che ha regalato quattro bottiglie di vino al presidente Kessler, o Caterina Dominici che ha portato alla buvette un originale vino noneso a disposizione dei colleghi.

(*) Nota: è l’ennesima conferma della convinzione che il bere che fa male è sempre quello degli altri. È per questo motivo che non funzionano le autoregolamentazioni. Occorrerebbe che le regole per  il consumo degli alcolici le facessero gli uni per gli altri: i giovani per gli adulti, e non solo il contrario; le mogli  per i mariti, la polizia stradale per i guidatori; i dipendenti della regione per i suoi amministratori… e via dicendo.

CORRIERE DELLA SERA

Trovata morta la 25enne scomparsa
Della studentessa Elisa Benedetti si erano perse le tracce sabato notte.
Sul corpo nessun segno di violenza Perugia/la tesi prevalente è quella che la ragazza sia morta di freddo

MILANO - È stata trovata morta Elisa Benedetti, la studentessa di Città di Castello scomparsa nella notte tra sabato e domenica a Perugia. Il corpo della 25enne è stato rinvenuto in un bosco nei pressi di Civitella Benazzone, a nord di Perugia, vicino a un laghetto artificiale. Il luogo si trova ad alcuni chilometri dal torrente vicino al quale è stata ritrovata, domenica mattina, l’auto della ragazza. La prima ispezione cadaverica sul corpo di Elisa Benedetti si è conclusa intorno alle 14, poi il cadavere è stato trasportato in elicottero all’obitorio dell’ospedale S.Maria della Misericordia di Perugia. Il cadavere è stato trovato con del fango addosso, completamente vestito (pare che la giovane si fosse tolta solo un maglione) e disteso a ridosso di un argine di un laghetto artificiale.
SCIVOLATA - Stando agli esiti di un primo esame esterno del corpo effettuato dal medico legale, Annamaria Verdelli, non ci sarebbero segni di violenza né di lesioni. Gli investigatori, comunque, non escludono alcuna ipotesi anche se al momento la tesi prevalente è quella che la ragazza sia morta di freddo. Da una prima ricostruzione, infatti, sarebbero emersi elementi che farebbero pensare ad un incidente: gli investigatori avrebbero infatti trovato appesi ai rami vicino a dove è stato trovato il corpo della ragazza alcuni indumenti. E ciò farebbe supporre che la studentessa sia caduta nel torrente e si sia poi tolta i vestiti cercando di farli asciugare. Anche le piccole escoriazioni trovate sul corpo, si sottolinea, sarebbero compatibili con dei graffi che la ragazza potrebbe essersi fatta camminando al buio attraverso il bosco. Sarà comunque l’autopsia a stabilire le cause della morte e anche ad accertare se la giovane, oltre che ubriaca fosse anche droga: ipotesi, quest’ultima, che gli investigatori al momento non escludono.
LA RICOSTRUZIONE - Sabato Elisa aveva passato una notte di baldoria e«qualche bicchiere di troppo» con un’amica e quattro nordafricani (già interrogati, ndr). Poi, sempre assieme all’amica, Vanessa C., era rimasta coinvolta in un incidente stradale, allontanandosi inspiegabilmente da sola. Quindi aveva chiamato più volte i carabinieri, raccontando di essere stata violentata e chiedendo aiuto. Elisa avrebbe effettuato le chiamate al 112 intorno all’una di sabato notte non con il suo telefonino ma con quello dell’amica 27 enne proprietaria dell’auto con cui Elisa era giunta nel bosco. Da quanto si apprende, quindi, Elisa aveva con sé due telefoni. Il primo rimasto scarico nell’auto e rinvenuto dalle forze dell’ordine, il secondo, quello dell’amica, lo aveva invece con sé e con questo lei chiedeva aiuto ai carabinieri spostandosi nel bosco. L’amica della ragazza, sarebbe stata ascoltata di nuovo lunedì mattina: le forze dell’ordine vogliono verificare fino in fondo la veridicità delle sue affermazioni.
«TRAGEDIA» - «È una grande tragedia per la nostra famiglia» ha commentato Stefano Benedetti lo zio di Elisa. Prima del ritrovamento del corpo, l’uomo aveva partecipato con amici e parenti di Elisa alle ricerche della nipote. Lo scorso autunno, a causa di un male incurabile, Elisa aveva perso la madre. «Elisa era una ragazza eccezionale, se non ci credete chiedetelo a chi lavorava con lei» raccontano gli amici della ragazza. La 25enne lavorava da diversi anni in un call center a Città di Castello insieme a Vanessa C., con cui era uscita sabato sera. Le due erano amiche del cuore, tanto che su Facebook erano registrate come sorelle. Dalla morte della mamma, Elisa era tornata a vivere insieme al fidanzato nella casa del padre Osvaldo. Da quanto riferiscono i parenti la 25 enne era rimasta molto scossa dal triste evento.

CORRIERE DELLA SERA

Sonia Bonacina sul palco con il compagno Roberto

 

Sonia Bonacina sul palco con il compagno Roberto

Viale Monte Ceneri - La ragazza stava appendendo le locandine del suo spettacolo
Giovane attrice muore schiacciata dal semaforo abbattuto da un’auto
Sonia Bonacina, 28 anni, era con il compagno attore e regista. «Ubriaco il guidatore»
MILANO, 01 febbraio 2011 - Prima di morire Sonia cammina per le strade intorno a via Mac Mahon e appende piccoli manifesti. Sonia è un’attrice e il 15 febbraio sarà in scena al teatro Out Off. Sonia ha 28 anni e domenica sera attacca le locandine sui muri insieme a Roberto, il suo compagno, attore milanese, regista dello spettacolo in cui reciteranno insieme, come succede spesso da cinque anni. Sono le nove, soffia un vento freddo, le strade sono quasi deserte, Sonia e Roberto passano sotto il cavalcavia Monte Ceneri e si fermano al semaforo all’incrocio con via Monte Generoso, devono attraversare, sono davanti alle strisce pedonali, aspettano il verde. Di fronte a loro scorre il traffico del viale, poche macchine, che sfrecciano veloci. L’ultima è una Ford Ka, va piuttosto di corsa, si avvicina sotto i lampioni. All’improvviso le immagini sotto il cavalcavia di viale Monte Ceneri si accavallano in una sequenza accelerata: la Ka incrocia un’altra auto che gli taglia la strada da destra, la urta, sbanda fuori controllo verso sinistra, colpisce il semaforo all’incrocio, proprio dove Sonia e Roberto sono fermi ad aspettare il verde per attraversare. Il semaforo colpisce la ragazza, Sonia muore là, all’angolo di strada, mentre Roberto l’abbraccia e poi guarda i medici che provano a rianimarla.
Era una storia d’amore e di teatro. Sonia Bonacina, 28 anni, solare, aveva fatto anche l’assistente alla regia, ha lavorato con Teresa Pomodoro, nel teatro di impegno civile. Roberto Trifirò di anni ne ha 52. Per più di vent’anni ha lavorato con i più importanti registi italiani e stranieri, Bob Wilson, Luca Ronconi, Sandro Sequi, Federico Tiezzi, Stefan Braunschweig, Monica Conti. Da poco ha fondato una compagnia, l’ha chiamata «Figli di nessuno», e gli amici raccontano che in questa sua scelta Sonia abbia avuto un ruolo fondamentale, «con la sua allegria, la sua energia inesauribile e sempre positiva». «Le furberie di Scapino», commedia scritta da Molière nel 1671, sarebbe stato il primo spettacolo dei «Figli di nessuno» all’«Out Off», con Trifirò regista e Sonia Bonacina attrice: lei avrebbe interpretato il personaggio di Zerbinetta. Nessuno, ora, può dire se quello spettacolo andrà in scena.
In pochi minuti, domenica sera, in viale Monte Ceneri arrivano le ambulanze del 118 e le pattuglie del Nucleo radiomobile dei vigili. I rilievi della polizia locale sono la base dell’inchiesta aperta per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza. Poco dopo l’incidente gli investigatori invitano il ragazzo che guidava la Ka a fare il test per l’alcol: è un giovane di 25 anni e i valori sono sopra i limiti di legge, è ubriaco. La dinamica dell’incidente lascia pochi dubbi e contiene però un nodo per ora irrisolto. La Ka viaggia su viale Monte Ceneri in direzione piazzale Lotto, urta una Subaru (alla guida c’è una donna, 47 anni, alcol-test negativo), entrambe le auto finiscono sull’angolo del marciapiede, la Ford abbatte il semaforo che crolla addosso alla ragazza. Ora bisognerà scoprire quale, tra le due auto che si sono scontrate al centro dell’incrocio, sia passata con il rosso o abbia tentato di «bruciare» in extremis un giallo. Entrambi i guidatori hanno detto di essere passati col semaforo verde.
Sonia Bonacina è morta in quel pezzo di strada deserta che si trova un po’ al centro di quello che era il suo mondo. La storica sede dell’«Out Off» è in via Duprè, la nuova in Mac Mahon ed entrambe distano poche centinaia di metri dal luogo dell’incidente. Roberto Trifirò abita dietro l’angolo, in via Brighenti, e in quella casa Sonia passava la maggior parte delle sue giornate, anche se aveva preso un monolocale in Mac Mahon, proprio al piano sopra al teatro. Qui, in questo piccolo giro di strade dove si muoveva la loro vita, domenica sera Sonia appendeva locandine dello spettacolo sui muri. Dopo l’incidente, quando stavano portando via il corpo della ragazza, un vigile ha chiesto a Roberto se avesse bisogno di cure. Lui ha risposto «no, non vi preoccupate». Ieri, per tutto il giorno, ha tenuto il telefono spento.
Gianni Cantucci


LA REPUBBLICA

Ex pugile uccide il cugino a pugni aveva tentato di baciare la sua ragazza
Il dramma in un capannone abbandonato di Corsico dove i tre vivevano con altri senzatetto Vittima e assassino erano completamente ubriachi, il cadavere nascosto in un altro capannone
Ha ucciso il cugino a calci "finendolo" a colpi di sedia sulla testa. N.K., un ex pugile bulgaro di 38 anni, e’ stato fermato dai carabinieri per l’omicidio di Eugeniev Vasil Stancev, 42 anni, "colpevole" di aver tentato di baciare la ragazza 31enne dell’ex pugile durante una serata ad altissimo tasso alcolico in un capannone abbandonato di via Quintino Sella a Corsico, dove i due vivevano accampati insieme ad altri senzatetto.
Fermato con la stessa accusa anche un amico connazionale di 46 anni, V.Y., che, pur non avendo partecipato al massacro, ha aiutato il 38enne a nascondere il cadavere in fondo a un magazzino della stessa struttura. L’omicidio risale alla notte tra giovedì e venerdì scorso, ma e’ stato scoperto solo ieri sera dai carabinieri della zona.
Il cadavere e’ stato ritrovato questa notte dai carabinieri di Corsico su indicazione degli stessi fermati. I fatti sono venuti alla luce grazie alla segnalazione di un cliente bulgaro di un bar di Novegro, frazione di Segrate, che proprio ieri sera all’interno del locale si era insospettito dopo aver ascoltato i discorsi dei due fermati e della ragazza.

LATINA24ORE

Omicidio Vaccaro, sei arresti. Ucciso a 30 anni per un litigio al ristorante
Un ragazzo di 30 anni è stato ucciso poco prima di mezzanotte a Latina.
La vittima, Matteo Vaccaro, è stata raggiunta da un unico colpo di pistola al petto, all’altezza del cuore, esploso da distanza ravvicinata. Teatro del delito il parco Europa, dove tre anni fa avvenne un altro omicidio. La polizia ha già effettuato sei arresti.

01/02/2011 - I NOMI - In manette Alex Marroni, 21 anni considerato l’esecutore materiale del delitto; Paolo Peruzzi, 23 anni; Gianfranco Toselli 22 anni; Fabrizio Roma 22; Francesco D’Antonio (considerato l’organizzatore del raid) e Matteo Ciaravino di 22 anni.
 IL LITIGIO E LA SFIDA – Alla base del delitto un litigio avvenuto sabato sera nel locale Pietra Nuda, in via Lago Ascianghi, gestito dalla vittima e dalla sorella. Un cugino di Francesco D’Antonio si era recato al locale e, ubriaco, aveva cominciato a creare problemi nel ristorante, inveendo contro la mamma e la sorella di Matteo Vaccaro. Il 30enne è quindi intervenuto per difendere le due donne ed è nata una violenta lite. Poco dopo nello stesso locale si è presentato Francesco D’Antonio, che ha minacciato Matteo Vaccaro e il fratello. La lite sembrava ormai superata, ma ieri sera i fratelli Vaccaro hanno chiamato D’Antonio perché volevano che chiedesse scusa. Hanno quindi dato appuntamento al rivale al parco Europa, in una zona residenziale della città, ma qui si sono presentate le sei persone arrestate, a bordo di due auto una Mini Cooper e una Atos. Uno di loro, Alex Marroni, appena sceso dall’auto, ha esploso immediatamente un primo colpo di pistola che non ha colpito nessuno, e poi un secondo diretto alla vittima, colpita al cuore. Un terzo colpo era invece diretto al fratello ma è finito sulla vetrina di un negozio distante circa 300 metri dal parco. I sei sono poi fuggiti, abbandonando la Mini nella zona. Immediatamente è partita la segnalazione al 113, mentre il fratello ha caricato Matteo Vaccaro su un’auto ed è corso in ospedale, dove Matteo è però arrivato già morto. Sul posto è stata rinvenuta un’arma, una pistola scacciacani che, come accertato, aveva portato con sé la vittima forse per intimidire i rivali o per difendersi, ma che non avrebbe fatto in tempo ad estrarre.
Nella notte la polizia ha iniziato subito le ricerche individuando tutti i sei responsabili. Trovata anche la pistola calibro 7,65 usata per uccidere Vaccaro. Dopo un anno esatto dalla cosiddetta “guerra criminale” che portò a due omicidi e a un tentato omicidio nel giro di poche ore, Latina torna nel clima di violenza e paura.
 LE REAZIONI, UN PROIETTILE AL CUORE DELLA CITTA’ - “Spero che questa morte assurda valga ad aprirci definitivamente gli occhi su quel che sta accadendo, oramai da anni, nella nostra città”. Così Enzo De Amicis, segretario provinciale dell’Italia dei Valori e già presidente dell’ACLI di Latina, commenta l’omicidio del giovane Matteo Vaccaro, assassinato a 30 anni per futili motivi, in un parco di Latina. “Temo che la città si stia abituando a fare la conta delle vite spezzate da altri giovani che giocano ad emulare i boss troppo spesso celebrati dalla televisione”, denuncia De Amicis. “La diffusione delle armi da fuoco fra i gruppi giovanili a Latina è oramai un dato su cui occorre riflettere seriamente. In questa città in perenne transizione, quelle piazze e quelle strade destinate ad essere luoghi di incontro e socialità fanno da sfondo, sempre più spesso, a scene da far west. Ed è una realtà davvero sconcertante”. “Quel proiettile”, conclude De Amicis, “colpisce il cuore dell’intera città. Dobbiamo saper reagire, da adulti, da padri, da uomini delle istituzioni ma soprattutto dobbiamo saperci indignare e sentire questo ragazzo strappato alla vita come figlio nostro, di questa città giovane che non sa crescere”.

CORRIERE DEL VENETO

Superalcolici ai quattordicenni barista denunciata dai vigili
Il locale ora rischia di chiudere per quindici giorni. La polizia municipale è stata avvisata dai genitori dei ragazzini
BASSANO - Una barista è stata indagata per aver servito da bere a ragazzini. Non avevano ancora sedici anni e aspettavano al bancone del bar dei superalcolici per sballarsi. E’ accaduto lo scorso fine settimana durante un controllo straordinario programmato in aggiunta a quelli ordinari dopo la segnalazione di alcuni genitori di adolescenti tra i 13 e i 16 anni stanchi di vedere i figli rientrare a casa brilli. Non riuscendo a far capire loro i pericoli dell’alcol hanno deciso, prima delle vacanze natalizie che avrebbero potuto solo accentuare tra feste e notte di San Silvestro il loro comportamento, di passare alle maniere forti e di segnalare la situazione al commando della polizia locale, «denunciando» i figli per chiedere aiuto. Una richiesta raccolta a braccia aperte dalla polizia locale di Bassano che ha messo in campo una pattuglia aggiuntiva per controlli straordinari nei locali in aggiunta a quelli preesistenti. E’ uno dei primi e pochi casi in cui viene applicato il codice penale. Questo non per negligenza delle forze dell’ordine quanto per la difficoltà di provare l’effettiva responsabilità degli esercenti. In più di qualche caso infatti è accaduto che dei minori si presentassero nei locali dopo aver già bevuto abbondantemente prima di entrare nei locali. E mettere in campo uomini per questo specifico obbiettivo, che potessero cogliere in flagranza di reato i baristi all’atto di vendere alcolici a ragazzini minori di 16 anni, può essere difficile se le risorse non sono sufficienti a far fronte a tutte le variegate realtà di un territorio.
Dopo la segnalazione dei genitori la polizia locale ha intensificato i controlli nei locali del centro, in zona Ponte degli Alpini, i più frequentati dai giovanissimi. Un agente in borghese faceva da spartiacque infilandosi nei bar e nelle birrerie per controllare la situazione e, in caso di illeciti, segnalava ai tre colleghi in divisa, all’esterno del pubblico esercizio, di intervenire. E’ quello che è accaduto sabato sera quando un gruppetto di ragazzi, tutti minorenni, seduto ad un tavolo, ha ordinato ad una cameriera dei superalcolici. Due di loro avevano solo 14 anni. E non sembravano affatto più grandi della loro età visto che l’agente in borghese li ha subito individuati. “Mi sono dimenticata di chiedere loro l’età”, si è giustificata la dipendente. I genitori dei ragazzi sono stati convocati e sono stati affidati loro i ragazzini, che di certo hanno ricevuto una tirata d’orecchie.
Se la giovane che stava per servire loro da bere venisse giudicata colpevole, il locale rischia 15 giorni di chiusura. Ma non sarà l’unico caso perché l’intenzione del commando bassanese è quella di continuare. Lo scopo? Educare i baristi a chiedere la carta di identità e sconfiggere un fenomeno preoccupante che si è particolarmente evidenziato l’ultimo dell’anno quanto almeno una decina di minorenni, soprattutto sull’Altopiano, sono finiti in pronto soccorso per coma etilico. “Tutto è partito dopo l’istanza di alcuni genitori preoccupati per lo stato in cui tornavano a casa i figli e che forse non riuscivano a gestirli - commenta l’assessore alla polizia municipale Dino Boesso - Sono molte la campagne per spiegare ai ragazzi i pericoli dell’alcol ma continueremo anche coi controlli nei periodi critici. Forse oggi i ragazzi hanno più opportunità rispetto alle nostre generazioni e i genitori meno tempo”.
Romina Varotto

CORRIERE DI RIETI

Venditori abusivi di alcolici multati dai carabinieri.
Militari in azione soprattutto a Testaccio.
ROMA0,1.02.2011 - Sono stati identificati e multati sabato notte, dai Carabinieri della Stazione Aventino, a Roma, numerosi venditori ambulanti che somministravano abusivamente bevande alcoliche ai giovani frequentatori dei locali notturni di Testaccio. Oltre 100 le bottiglie di alcolici sequestrate. Gli improvvisati “barman” erano diventati un punto di riferimento per la vendita di alcolici per chi era semplicemente in attesa di entrare nei locali notturni o per chi non riusciva a entrare nei locali, provocando disturbo alla quiete dei residenti della zona. Il consumo all’esterno dei locali provocava spesso disturbi alla quiete pubblica che i residenti della zona avevano più volte lamentato alle forze dell’ordine. Gli abusivi sono stati sanzionati per violazione delle leggi amministrative in materia, per un totale di 10mila euro. I Carabinieri hanno poi esteso i controlli ai locali notturni, in particolare all’interno di un pub nel quartiere San Saba, dove sono state rinvenute dosi di marijuana per uso personale a 7 giovani assuntori, di età compresa tra i 18 ed i 23 anni, che saranno segnalati alla Prefettura di Roma unitamente al gestore del locale per i conseguenti provvedimenti

CORRIERE DI RIETI

Vandali in centro: tre nei guai.
Protagonisti della notte brava giovani tra i 22 e i 29 anni. Questura Denunciati tre giovani per danneggiamento
RIETI, 01.02.2011 - Il personale della squadra volante, impegnato nei servizi di controllo del territorio, ha denunciato in stato di libertà tre giovani reatini Danneggiamenti in centro storico A finire nei guai sono stati D.B.L., di 29 anni, M.M., di 22, e S.R., sempre di 22, responsabili, in concorso tra loro, del reato di danneggiamento aggravato; D.B.L. è stato inoltre denunciato per guida in stato di ebbrezza alcolica e interruzione di pubblico servizio e S.R. per lesione personale. I tre, nella notte tra sabato e domenica scorsa, in compagnia di una quarta persona non identificata, dopo aver bevuto, hanno danneggiato numerosi esercizi pubblici e abitazioni private minacciando, sotto l’effetto dell’alcool, i cittadini che incontravano per la strada. Le Volanti presenti sul territorio, dopo diverse segnalazioni provenienti da chi aveva assistito ai fatti, hanno messo in atto un servizio di controllo in centro storico riuscendo, nella prima mattinata di domenica, a individuare e fermare i giovani che, a bordo di una autovettura, stavano ancora girovagando in cerca di altri obiettivi da danneggiare. I tre, le cui caratteristiche somatiche e il cui abbigliamento coincidevano perfettamente con le descrizioni fornite in occasione delle numerose segnalazioni pervenute al 113, sono stati, quindi, denunciati per il reato di danneggiamento aggravato. D.B.L., conducente dell’autovettura, è stato sottoposto ad alcooltest che ha rilevato valori ben oltre la soglia consentita: il giovane è stato perciò denunciato anche per guida in stato di ebbrezza. Controlli nel week end Inoltre, nel corso dei servizi di prevenzione della Questura, condotti anche con la collaborazione della polizia stradale, nell’ultimo weekend sono state identificate 175 persone, controllati 121 veicoli ed elevate 200 contravvenzioni al codice della strada, che hanno comportato il sequestro di due autovetture. Immigrazione clandestina Infine, nell’ambito dei servizi di contrasto all’immigrazione clandestina, la cittadina ecuadoriana H.G.C.A., di 43 anni, risultata irregolare in base alle norme di soggiorno, è stata espulsa dal territorio nazionale

CORRIERE ADRIATICO

Sei intossicati, ubriaco è stato arrestato
Litiga con la moglie e dà fuoco alla palazzina
Maiolati Ubriaco, litiga con la moglie e per vendetta dà fuoco alla palazzina in cui vive con la compagna e i loro due gemelli di sette anni, rischiando di uccidere anche il padrone di casa e altre due persone che abitano al piano superiore. Questa la notte bollente di Moie, in uno stabile di due piani in via Cesare Battisti 30. Autore dell’incendio, un operaio albanese disoccupato di 51 anni, che è stato poi arrestato. A salvare gli occupanti dei due appartamenti (una donna albanese con i suoi due bambini, il proprietario dello stabile, tunisino, e una coppia di immigrati del Bangladesh) sono stati i vigili del fuoco e i carabinieri mentre B.S., operaio in un’azienda della Vallesina concludeva la nottata in carcere, la donna e i figli, intossicati dal fumo venivano portati in ospedale. Era da un po’ di tempo che i rapporti tra marito e moglie erano tesi, all’ennesimo alterco la donna lo avrebbe spinto fuori di casa chiamando i carabinieri. L’operaio è stato allontanato, accettando di riposare in garage ma poi, accecato dall’ira, è rientrato nello stabile per appiccare il fuoco all’alloggio. Per trarre in salvo i bambini e la loro madre, storditi dal fumo e terrorizzati, i carabinieri - che monitoravano la zona - hanno dovuto abbattere la porta, mentre il tunisino e i suoi coinquilini sono stati fatti uscire dalle finestre, con un’autoscala dei vigili del fuoco. Gravi i danni alla palazzina. Tutti gli occupanti dello stabile, compresi i due carabinieri, sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari.

SAVONANEWS

Alassio: ubriaco cerca la fuga sui binari, arrestato marocchino irregolare
Il suo comportamento ha attirato ancora di più l’attenzione dei militari che hanno proceduto immediatamente al controllo dal quale è emerso che sul giovane pendeva un ordine di espulsione
Sarà processato in mattinata con rito direttissimo K.M., egiziano di 31 anni, irregolare sul territorio, arrestato ieri sera dai carabinieri di Alassio. Il nordafricano è stato notato dai militari in quanto  nella tarda serata di ieri si trovava alla stazione ferroviaria in evidente stato di ubriachezza. Alla vista dei carabinieri, ha tentato la fuga  andandosene verso i binari con non poche difficoltà di equilibrio. Il suo comportamento ha attirato ancora di più l’attenzione dei militari che hanno proceduto immediatamente al controllo dal quale è emerso che sul giovane pendeva un ordine di espulsione emesso dal Questore di Genova. Ulteriori controlli hanno permesso di risalire a tutti i nomi falsi con i quali l’extracomunitario ha tentato più volte di evitare l’arresto.

IL TIRRENO

MARTEDÌ, 01 FEBBRAIO 2011
Paura in un palazzo di via Sproni 
Sembra morto ma è solo ubriaco  (*)
LIVORNO. «C’è una persona sulle scale, non si muove, sembra morto. Presto, venite!».  Il tono è quello di una persona preoccupatissima. Sono le 22 di sabato sera, quando un residente di via Sproni chiama la centrale operativa dei carabinieri, e dice, con voce molto concitata, di aver appena visto, all’interno del vano scale del suo condominio, un uomo riverso a terra esanime.
Quella persona non dà alcun segno di vita e l’inquilino pensa che si tratti di una disgrazia e così chiama i militari per avere aiuto. Le basse temperature di questi ultimi giorni fanno subito temere che si possa trattare di un malore da assideramento, per cui immediatamente vengono inviate una pattuglia dei carabinieri ed un’autoambulanza inviata dal 118.
All’arrivo dei militari l’uomo non dà segni di vita e si riprende solo dopo l’intervento del personale medico. Al medico basta un colpo d’occhio per capire che non si tratta di un senzatetto vittima del freddo notturno, ma di un ubriaco. E infatti quell’uomo è trentenne, già conosciuto alle forze dell’ordine, che ha bevuto troppo.
Il giovane, ancora semincosciente, viene trasportato al pronto soccorso per le cure del caso.

(*) Nota: l’ubriachezza è un suicidio temporaneo. (Bertrand Russell)

SALERNO NOTIZIE

Salerno, ubriaco prende a bastonate la vetrina di un bar
01/02/2011 - Si aggirava per Salerno completamente ubriaco, fino a quando, giunto nei pressi di un bar di Piazza XXIV Maggio, l’ex piazza Malta, ha pensato bene di distruggere la vetrina di un bar prendendola a bastonate.
E’ accaduto questa notte intorno alle 2.00. L’uomo, un cittadino marocchino, è stato bloccato dalle Volanti e si trova ora presso la caserma Pisacane dove sono in corso le pratiche amministrative per l’identificazione e, eventualmente, l’espulsione dal territorio

YAHOO NOTIZIE

Bologna: ubriaco aggredisce un barista e la Polizia, arrestato
Bologna, 1 feb. - (Adnkronos) - E’ entrato nel bar Cristal di via Irnerio intorno alle 22.30 di ieri sera e, completamente ubriaco, ha cominciato a dare in escandescenze, minacciando il gestore e mandando in frantuni alcuni bicchieri. E’ finito cosi’ in manette un marocchino di 29 anni, pregiudicato, irregolare e senza fissa dimora, che ieri e’ stato bloccato a Bologna dalla Polizia. A chiamare la Questura e’ stato il gestore del locale, un cinese di 46 anni rimasto illeso.
All’arrivo degli agenti sul posto, pero’ il nordafricano si e’ scagliato anche contro le forze dell’ordine che, a fatica, sono riusciti a portarlo nella cella di sicurezza della Questura. E’ qui che l’uomo ha cominciato a dare delle testate contro il vetro della camera di sicurezza, provocandosi lesioni alla testa. Immediato il trasferimento al pronto soccorso del Maggiore dove il magrebino ha pero’ rifiutato qualsiasi cura. Per lui sono scattate le manette per minacce gravi e resistenza a pubblico ufficiale e violazione della legge sull’immigrazione.

IL TIRRENO

MARTEDÌ, 01 FEBBRAIO 2011
Ebbra alla guida tampona un’auto e strattona l’altra conducente 
SANTO STEFANO. In preda ai fumi dell’alcol, prima tampona un’auto, poi scende dal proprio mezzo e inveisce e strattona l’altra conducente e infine risale in auto e si allontana velocemente.
Protagonista dell’episodio è stata una 31enne di Licciana Nardi, alla guida di una Peugeot 207 che, ieri attorno alle 16,30, ha tamponato un’auto lungo la Variante Aurelia di Sarzana.
La donna è stata poi fermata dai vigili urbani di Santo Stefano e sottoposta all’alcoltest che ha stabilito valori molti alti, esattamente 1,48, più che sufficienti per denunciarla per guida in stato d’ebbrezza.

CORRIERE DI COMO

Come “regalo” di compleanno un anno da passare in carcere     
Costa cara la notte brava di un 22enne: agenti aggrediti e auto prese a calci
Martedì 01 Febbraio 2011 - Costa cara a un 22enne di Como la notte in cui ha festeggiato il compleanno. Il ragazzo, appena uscito dal carcere (il 17 gennaio), ha esagerato con l’alcol mandando in scena uno spettacolo fatto di calci alle auto in transito, ma anche di pugni, testate, insulti e minacce alle forze dell’ordine intervenute per placarne gli ardori. A farne le spese un’auto delle volanti, un agente finito al pronto soccorso, la camera di sicurezza e alcuni arredi della Questura. Un conto salato, che il giudice ha quantificato ieri mattina in un anno di pena da scontare in carcere.
Il tutto inizia nella notte tra sabato e domenica, all’angolo tra via Piave e via Carloni, a Como. In Questura arrivano le telefonate di più cittadini che segnalano un giovane che prende a calci le auto in transito. Sul posto vengono inviati ben due mezzi delle volanti, ma alla vista degli agenti il ragazzo, invece di calmarsi, si “accende” ulteriormente. I poliziotti vengono aggrediti a calci e pugni, tanto da essere costretti ad ammanettare lo scalmanato. Ma la scena continua anche nell’auto della polizia, imbrattata a sputi, e poi nella camera di sicurezza della Questura: alla fine si contano sedie rotte e porte prese a calci, con le maniglie distrutte dall’impeto del 22enne. E non serve a placare il ragazzo di Como nemmeno il trasporto al Sant’Anna: nel mirino degli insulti finiscono infatti i medici del nosocomio.
Il conto alla fine è impressionante: un poliziotto ferito, danni agli arredi della Questura, ancora da quantificare, e buon ultimo una querela già piovuta sul capo del protagonista per le minacce di morte rivolte agli agenti. Gli esami hanno poi accertato che il 22enne, nella sera del suo compleanno, aveva un tasso di alcol di 3 grammi per litro di sangue, ovvero pari a 6 volte il limite consentito, fissato in 0,5 grammi di alcol per litro di sangue.
L’arrestato, difeso dall’avvocato Giuseppe Sassi, è così finito davanti al giudice monocratico Francesco Angiolini per rispondere alle accuse di oltraggio, resistenza, lesioni e minacce a pubblico ufficiale, oltre al danneggiamento aggravato. «Chiedo scusa per quanto ho fatto - ha detto il 22enne ieri mattina in aula - Non mi ricordo nulla di quanto è avvenuto. Sono comunque pronto a risarcire i danni». Un pentimento che però non gli ha permesso di evitare il ritorno nel carcere del Bassone, che aveva lasciato da un paio di settimane. Il giudice l’ha infatti condannato a un anno da trascorrere interamente dietro le sbarre.
Mauro Peverelli

WINENEWS

Verona - 01 Febbraio 2011 
ARRIVANO I VINI PER I 150 ANNI DELL’INITÀ D’ITALIA: A GIORNI L’IMBOTTIGLIAMENTO DEL “VINO BIANCO D’ITALIA” E DEL “VINO ROSSO D’ITALIA”, POI LA CONSEGNA AL PRESIDENTE NAPOLITANO. GALAN: “UN MODO SIGNIFICATIVO PER RACCONTARE IL NOSTRO PAESE”  (*) 
WineNews aveva svelato giorni fa i 20 vitigni del “Vino bianco d’Italia” e del “Vino rosso d’Italia”, selezionati da Assoenologi, che daranno vita alle bottiglie - by VeronaFiere - per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Adesso ci siamo: i vini stanno per essere imbottigliati, lasciati affinare per un breve periodo di tempo e, infine, consegnati al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Ma che caratteristiche hanno questi vini? Autoctoni delle vendemmie 2009 senza affinamento in legno, per il bianco; il rosso è un “blend di annate” (2005 - 2009), alcune invecchiate in botte. A sottolineare l’importanza di celebrare la storia dell’Italia unita con il prodotto nazionale d’eccellenza, il vino, è stato il Ministro delle Politiche Agricole, Giancarlo Galan. “Rendere omaggio all’Unità d’Italia attraverso due bottiglie celebrative che racchiudono i sapori delle uve selezionate in ciascuna delle nostre regioni - ha detto il Ministro - è un modo significativo di raccontare un Paese caratterizzato da tradizioni e culture molteplici e straordinarie qual è l’Italia”.

(*) Nota: secondo l’Istituto Superiore di Sanità il vino in Italia causa ogni anno circa 25.000 morti. Difficile dire quanti morti abbia causato nei 150 anni dell’unità d’Italia. Giusto per avere un termine di paragone: le vittime italiane della prima guerra mondiale furono 680 mila, quelle della seconda 443 mila.  

PUBBLICITA’ ITALIA

Lo IAP ferma la birra salutistica
Alcuni messaggi della Birra Theresianer, apparsi sul sito Internet www.theresianer.com, sono stati ritenuti non conformi all’art. 22 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale in quanto attribuivano qualità salutistiche e nutrizionali alla birra non rispondenti al vero
31/01/2011 - Il messaggio, collocato nella pagina "I numeri della birra", mostrava un calice di Lager da 0.2 lt e ne riferiva il profilo nutrizionale, elencando i diversi elementi presenti nella bevanda, tra cui si evidenziano i minerali e le vitamine. Si sottolineava inoltre il significato e l’azione positiva per l’organismo umano dei diversi componenti minerali e vitaminici (come "Niacina: aiuta la formazione del collagene che sostiene la pelle, fornisce protezione contro le radiazioni UV, influenza positivamente le molecole energetiche del metabolismo") con una terminologia di divulgazione scientifica.
Questa impostazione, secondo il Comitato di controllo, non è conforme all’art. 22 del Codice, in particolare laddove la norma stabilisce che "la comunicazione commerciale relativa alle bevande alcoliche non deve indurre il pubblico a ritenere che il consumo delle bevande alcoliche contribuisca alla lucidità mentale e all’efficienza fisica...".Quello dell’alcol è un tema molto delicato e richiede un’attenzione particolare verso le molteplici forme nelle quali si può tradurre. Non trova giustificazione la sottolineatura dei profili "nutrizionali" di una bevanda alcolica, per di più attuata con riferimento ad elementi, quali vitamine e minerali, presenti in quantità così limitate da essere di fatto prive di un effettivo rilievo. La costruzione del messaggio artatamente sottolinea la presenza di tali elementi nel prodotto, che vengono tra l’altro indicati in grassetto, e misurati in "mg" o "mcg" anziché in "g" come gli altri componenti (quali: acqua, proteine, lipidi, glucidi e alcol), anche al fine di sottoporre al consumatore un dato numerico di maggiore impatto.
Il messaggio pertanto risulta parziale e fuorviante per il pubblico dei consumatori, che sono indotti a ritenere che la bevanda alcolica pubblicizzata presenti in fondo un profilo nutrizionale e persino salutistico quando invece la presenza di elementi come vitamine e minerali è assolutamente trascurabile e tale da non provocare alcun benefico effetto. Inoltre, ai sensi del Regolamento CE n. 1924/2006 relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari, riguardo alla correttezza o scorrettezza della comunicazione commerciale rivolta al pubblico, è espressamente vietato per le "bevande contenenti più dell’1,2% in volume di alcol di recare indicazioni sulla salute", ed ammette quelle nutrizionali solo se "riguardanti un basso tenore alcolico o la riduzione del contenuto alcolico oppure la riduzione nel contenuto energetico". Da qui lo stop.
Federico Unnia

CORRIERE DELLA SERA
“Liberi di bere”, i giovani turchi in piazza contro Erdogan ...
Il Paese, a maggioranza musulmana, è noto per la sua apertura alla vita notturna ma negli ultimi anni le cosa sono cambiate…
01 Febbraio 2011 - Il governo filoislamico vara nuove norme proibizioniste. Alcol sempre più caro, cala il consumo… “Akp’ye Içiyoruz”, “Beviamo alla salute dell’Akp”, Io slogan è ironico e la sfida al partito filoislamico di Erdogan pesante. I giovani turchi l’altro giorno sono scesi per le strade di Istanbul armati di sostanze alcoliche. Birra, soprattutto. Ma anche vino. E il Raki, il drink all’anice preferito da Mustafa Kemal Atatürk che ne bevve fino a morirne. Alla taverna Cumhuriyet, dove lui amava distrarsi, l’orologio è ancora fermo alle nove e cinque minuti, l’ora in cui il padre fondatore della Turchia morì di cirrosi epatica il 10 novembre 1938. Ma oggi è tutto diverso. E in piazza si scende perché consumare alcolici da Istanbul ad Ankara è sempre più difficile, con buona pace dei secolaristi. il tamtam era corso sui social network, da Facebook a Twitter. E centinaia di ragazzi hanno risposto all’appello: “Al governo non gliene importa nulla della nostra salute - dice uno dei promotori -, vogliono solo il voto della gente religiosa e stanno cercando di rendere Istanbul simile a Teheran”. Il giro di vite è innegabile. E dal 2002 che l’Akp combatte il consumo di alcol senza-vietarlo esplicitamente ma aumentando a dismisura le tasse (una bottiglia di raki è passata da 4 a 16 euro in soli otto anni), rendendo difficile ottenere le licenze per bar e ristoranti, varando una selva di norme tra cui è difficile districarsi. Le ultime sono entrate in vigore nel 2011: si può bere solo dopo i 24 anni, è proibita la pubblicità di alcolici a eventi sportivi o legati al mondo giovanile, è vietato servire drink gratuitamente a un matrimonio o a un cocktail party. E poi ci sono squadre che sono costrette a cambiare nome, come quella di pallacanestro Efes Pilsen (che è anche una marca di birra). Risultato: in Turchia si beve sempre meno. Tra il 2003 e il 2008 il consumo di alcol è sceso del 34% e, secondo uno studio della Bahesehir University, sono circa 300 mila le famiglie che sono diventate astemie. Il Paese della mezzaluna è ultimo per consumo di alcol in Europa. (*) Il governo nega che, dietro questa politica, ci sia un motivo religioso. “Stiamo solo proteggendo i giovani” ha assicurato il premier Recep Tayipp Erdogan. “Le nuove norme sono in linea con quelle internazionali - ha detto il numero due deIl’Akp, Hüseyin Celik -. C’è un tentativo di far credere che il governo voglia intervenire nella vita privata dei cittadini ma non è affatto vero”. Tuttavia il premier ha più volte manifestato il suo disprezzo per i bevitori: “Quella gente - ha detto poco tempo fa - beve fino a farsi venire i conati di vomito”. La verità è che bere sta diventando carissimo anche per i turisti: “I prezzi sono così alti - dice Kaya Demirer, presidente della Restaurant and Entertainment Association - che gli stranieri ci accusano di sovraccaricare i prezzi”. E si registrano episodi di intolleranza. Lo scorso dicembre duemila donne nella provincia di Tunceli hanno assaltato le vetrine dei pub locali chiedendo che non fosse più assunto personale femminile. Il 10 gennaio scorso gli studenti di una scuola nella provincia di Mersin (nel Sud del Paese, dove i kemalisti sono ancora forti) hanno denunciato che le ragazze sono costrette a stare a 45 centimetri di distanza dai loro coetanei maschi. La direzione dell’Istituto e i massimi dirigenti dell’Akp hanno smentito seccamente la notizia ma quei ragazzi e le loro famiglie sono il segnale che l’islamizzazione strisciante non è solo una leggenda.
Monica Ricci Sargentina

(*) Nota: le norme turche per la limitazione del consumo di alcolici possono essere considerate come facenti parte di un processo di islamizzazione, oppure come l’osservanza di indicazioni che provengono dal mondo scientifico, con relative riflessioni in merito. Meglio valutarle alla luce del minor numero di morti e di problemi alcol correlati che sicuramente il calo dei consumi ha prodotto.
La gente a cui piacciono le salsicce e la legge, non dovrebbe mai guardare come entrambe vengono fatte. (Otto von Bismarck)

 

 

 

Mercoledì, 02 Febbraio 2011
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK