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(ASAPS) TRIESTE, 7 febbraio 2010 – È ancora una volta l’alcol, lo “sconosciuto” fattore killer che ormai figura solo nelle statistiche della sinistrosità dell’Asaps, l’indiziato numero uno nell’ennesima sciagura della strada, costata la vita, stavolta ad una bambina di 17 mesi ed al papà di 36 anni. Si tratta di un contromano letale, che ha avuto come teatro il raccordo Sistiana-Trieste della A4, nei pressi dell’interporto di Fernetti: secondo le prime indagini, un camion straniero, condotto da un conducente ucraino in stato di ebbrezza, (sarebbe meglio dire ubriaco fradicio con 3,1 g/l nel sangue!!), si è immesso nella prima serata di ieri sulla A4, imboccando lo svincolo nella direzione opposta a quella consentita. In queste condizioni ha percorso oltre due chilometri, distanza ragionevolmente lunga per compiere una strage ed eccessivamente corta per consentire alla Stradale di bloccare la folle corsa. Il mezzo pesante si è lanciato sulla carreggiata “Trieste” impattando con tre autovetture: è stato un impatto violentissimo: l’auto su cui viaggiava la famiglia, una Citroen Berlingo, è andata completamente distrutta: l’uomo è morto sul colpo, la bimba durante il trasporto all’ospedale infantile Burlo Garofolo. Ferita anche la madre, in stato di choc al pronto soccorso di Cattinara, mentre l’autotrasportatore, un ucraino di 55 anni, è uscito illeso dallo schianto: sottoposto all’ etilometro dalla Polizia Stradale, è risultato in stato di ebbrezza alcolica. Ferito un quarto automobilista. In Italia questa manovra resta un fenomeno scarsamente investigato, sul quale l’ASAPS può a ragione rivendicare un primato: quello di aver attirato, con inchieste pubblicate sulla propria rivista ufficiale “Il Centauro” fin dal 2001, l’attenzione dei media e degli addetti ai lavori. In tutti i tratti di Autostrade per l’Italia, già a partire dal 2007, sono stati apposti segnali di nuova concezione che proprio l’ASAPS fotografò prima in Austria e poi negli stati della Ex Jugoslavia, poi estesi a tutta la rete. Nel contesto viario della grande viabilità si sono verificati 122 dei 225 episodi (54,2%). Nel 2009 ne contammo 89 su 190, pari al 46,8%, mentre nel 2008 erano stati 79 su 144: il 54,9%. Siamo davanti ad una certa stabilità, soprattutto se consideriamo che nel 2006 le nostre rilevazioni ascrissero alla viabilità maggiore l’89,1% della fattispecie. Anche su questo fenomeno, il ruolo delle ebbrezze è determinante: nel corso dell’ultimo anno, in questo osservatorio, gli eventi alcol e narco-correlati sono stati in tutto 59, pari al 26,2% del totale. Nel 2009 l’incidenza era del 30,5% (58 su 190), mentre nel 2008 gli eventi associati all’uso di alcol e droghe erano stati 60 su 144, con un’incidenza sul dato complessivo del 41,6%. Stiamo assistendo certamente a una diminuzione dell’incidenza delle ebbrezze, dovuta senz’altro ai molti sforzi che sono stati fatti, almeno fino al 2009, sul fronte dei controlli etilometrici. È pur vero però, che se la repressione ha avuto il suo effetto preventivo, anche la modifica della legislazione ha avuto il suo peso, soprattutto in termini di quello che abbiamo spesso definito l’effetto annuncio. Se la presenza delle divise sulla strada continuerà a diminuire, però, è facile prevedere che questi numeri torneranno presto a salire. Per il momento, però, restiamo dell’avviso che anche il contromano confermi la sua peculiarità di essere a tutti gli effetti “PAC” (Problema Alcol Correlato), esattamente come la pirateria. La complessità delle procedure per l’accertamento dell’ebbrezza da stupefacenti, ex articolo 187 del CDS, continua a limitare fortemente l’attribuzione di tali manovre all’assunzione di droghe da parte dei conducenti. Su 59 episodi solo in 10 casi si è arrivati alla contestazione prevista, facendo attestare al 16,9% delle ebbrezze l’incidenza di hashish, cocaina e altre sostanze chimiche. A nostro parere un dato da considerare comunque sottostimato. Contro queste forme di trasgressione, bisogna certamente intervenire con l’educazione, ma la presenza delle divise sulla strada è essenziale: nel 50,7% dei casi – 114 episodi su 225 – i conducenti che avevano imboccato l’arteria in “wrong-way” sono stati bloccati dalle Forze di Polizia prima dell’impatto. Questo ci autorizza a valutare l’indice di mortalità non sul numero complessivo degli episodi monitorati, ma su quelli per i quali non è stato registrato un precoce intervento delle Forze dell’Ordine e per quelli classificati “fantasma”, per i quali cioè si sono aperte le procedure d’intervento ma che si sono risolti da soli, con la correzione della manovra da parte di colui che l’aveva innescata o per semplice fortuna (11 eventi pari al 4,9%): dunque, i 20 morti ed i 166 feriti si sono avuti in 100 episodi: 1 morto per ogni contromano dalle conseguenze fatali. Il ruolo degli stranieri, in tal proposito, non è affatto trascurabile. 53 eventi sono attribuibili al ruolo attivo di forestieri, pari al 23,6%; il dato è, in termini statistici, identico a quello del 2009, anno in cui l’incidenza di patentati esteri venne ascritta al 23,7% della casistica, con 45 episodi. Nel 2008 erano stati in tutto 34 (23,6%), mentre nel 2007 se ne erano contati 37, pari al 27,2%. A livello assoluto, invece, i numeri indicano che i conducenti stranieri sono aumentati del 17,8%. Attenzione: parliamo di “stranieri” e non di “extracomunitari” o “clandestini”. Preoccupa, e anche parecchio, l’incidenza degli anziani. Lo scorso anno auspicavamo l’intensificazione dei controlli che, con la nuova normativa in vigore, sono divenuti biennali per gli over ’80: 37 episodi (16,4%) hanno avuto come protagonisti conducenti over 65, molti dei quali ultrasettantenni. Nella rilevazione del 2009 erano stati in tutto 38, con un’incidenza sul dato assoluto di quell’anno del 20%; nel 2008 ne contammo 24 (16,7%), mentre nel 2007 la conta si era fermata a 22 (16,7%), rimasti in larga parte vittime di errori d’interpretazione di segnaletica o in condizioni meteo sfavorevoli. La localizzazione geografica dei contromano, indica che la regione maggiormente a rischio è ancora una volta la Lombardia, con 31 episodi (13,8%), seguita da Sicilia con 30 (13,3%), Toscana con 24 (10,7%), e poi Emilia Romagna con 22 (9,8%) e Liguria con 16 (7,1%). Ci sono poi Lazio e Venerto con 13 (5,8%), Puglia con 10 (4,4%), Marche e Umbria con 9 (4%), Calabria e Abruzzo con 8 (3,6%), Piemonte con 7 (3,1%), Campania e Sardegna con 6 (2,7%), Trentino con 5 (2,2%), Molise e Friuli con 3 (1,3%) e la Valle d’Aosta con 1 (0,4%). L’unica regione rimasta inviolata, sui questo fronte, è la Basilicata, che ripete così il risultato del 2009. {foto5c} Nel corso del 2011, invece, abbiamo per ora monitorato 24 eventi, con 4 vittime e 22 feriti. Il Video del camion in contromano sull’autostrada a Trieste |
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