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Posta 12/02/2011

Sono poche e inadeguate le aree di sosta protetta per i trasportatori

La lamentela dell’autotrasportatore

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Foto Coraggio - archivio Asaps

Gentile Redazione
ho letto con molto interesse l’articolo relativo al VII convegno Nazionale Asais, ed in particolare per quanto riguarda la relazione tra la sindrome da apnea ostruttiva del sonno e guida dei veicoli.
Ma io vorrei, se possibile tramite Vostro, portare all’attenzione degli esperti che studiano questa materia anche il problema della qualità del sonno dei conducenti dei mezzi pesanti, molto importante soprattutto perché se un conducente dorme poco o male, poi si trascina questo problema per l’intera giornata lavorativa, che può essere anche di quindici ore di impegno totale.
Vedete, portando la mia esperienza di autista, (ho 60 anni e tra pochi mesi andrò in pensione) fino ad una decina di anni or sono, prima di tutto l’ambarandan dei mezzi esteri che hanno invaso il nostro Paese, ma all’estero non stanno meglio ma sono più organizzati, la sera ci si fermava a dormire nelle aree di servizio e si trovava facilmente parcheggio.
Ora questo è impossibile e come ben sapete, poiché le ore di guida non si possono superare nemmeno di un minuto, si è costretti a fermarsi dove capita e nelle posizione più impensate: Le aree di servizio sono diventate dei depositi di camion dove a volte è difficile entrare anche con le vetture.
Ne consegue che pur rispettando le ore di pausa, il sonno è disturbato dal rumore dei mezzi in transito, dai camion frigo con i compressori accesi, dal timore di venire urtati dagli altri veicoli oppure dal subire furti o rapine, tanto che ormai tutti gli autisti si chiudono in cabina tirando una catena tra le portiere al fine di evitare l’apertura dall’esterno.
Questo significa dormire poco e male ed essere costretti poi a lavorare rischiando infortuni od incidenti dovuti a scarsa attenzione.
Mi rendo conto che questo è un problema di difficile soluzione; i parcheggi non si possono allargare a dismisura ma quello che si può e dovrà fare sarà senz’altro sarà di portare i mezzi a lunga percorrenza sulla ferrovia e sfruttare le autostrade del mare e lasciare il camion per i trasporti a breve raggio dove il mezzo rientra ogni sera in sede.
E’ inutile fare la terza corsia sulla A4 quando, se non si interviene per ridurre il traffico pesante, sarebbe necessario farne già la quarta.
Cordiali saluti

Giurco Franco

Ronchi dei Legionari (GO)

Socio Asaps

Gentile signor Giurco,
la ringrazio per la sua mail sull’articolo "VII° Convegno Nazionale ASAIS" e per le sue utili indicazioni.
Lei da buon "vecchio" camionista (io ho la sua stessa età, quindi lo posso dire...), ha centrato uno dei problemi più pressanti quello di un adeguato riposo per i conducenti di camion che fanno una vita durissima. Anzi trovo che lei sia fin troppo comprensivo. Infatti a quello che lei dice sui pochi spazi a voi riservati nelle aree di servizio, aggiungendo che si tratta di un problema di difficile soluzione, io rispondo che non mi sembra invece poi di così difficile soluzione.
Innanzi tutto mi domando come sia stato possibile che in un paese come il nostro nel quale l’80% delle merci viaggia su gomma e nel quale l’alternativa rotaie rimane un sogno, non si siano progettate fin dall’inizio aree attrezzate con adeguati servizi per gli autotrasportatori e con la garanzia di un garantito riposo ristoratore! E’ una cosa incomprensibile.
So che ora si stanno progettando, con la collaborazione del vostro albo dell’autotrasporto, una quindicina di aree attrezzate per la sosta. Finalmente! Non si dica che è difficile. Dove hanno voluto, lo spazio per la terza e la quarta corsia lo hanno trovato.Si può e si deve trovare lo spazio anche per garantire soste protette per i trasportatori. E’ solo una questione di volontà e su questo dobbiamo tutti insieme insistere fino allo sfinimento.
Cordiali saluti.

Giordano Biserni
Presidente Asaps

© asaps.it
Sabato, 12 Febbraio 2011
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