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Rassegna alcol e guida del 15 febbraio 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta
 

PANORAMA

Consumo di alcol nel mondo: i dati dell’organizzazione mondiale della sanità
Sono i moldavi i maggiori consumatori di alcol al mondo.

Secondo un rapporto diffuso dall’Organizzazione mondiale della sanità (Global status report on alcohol and health, con dati riferiti al 2005, abitanti con + 15 anni) ogni abitante della piccola repubblica fra l’Ucraina e la Romania si è bevuto l’equivalente di 19,2 litri di alcol puro. La media mondiale è di 6,1; i cechi, medaglia d’argento, sono fermi a 16,5. L’Italia è a 10,7 litri; la Russia a 15,7, la Francia a 13,7. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità sono due milioni e mezzo i morti legati all’abuso di alcol, più di quelli causati dall’Aids e dalla tubercolosi.

I dati dell’uso e abuso di alcol, paese per paese 


DICA33

Alcol, l’abuso diventa consumo nocivo
di Simona Zazzetta
Non si tratta più solo di abuso, ma, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, di un vero e proprio consumo nocivo, quando la quantità di alcol assunta è talmente eccessiva da provocare danni alla salute e conseguenze sociali negative. E nocivo sicuramente lo è, quando è causa di morte di 2,5 milioni di persone ogni anno ma anche di patologie, di danni ad altri e interessa sempre più le fasce più giovani e paesi in via di sviluppo. Non va dimenticato che, il consumo nocivo di alcol rappresenta ormai uno dei quattro fattori di rischio, come il fumo, la dieta scorretta e la sedentarietà, per i principali gruppi di patologie non trasmissibili: malattie cardiovascolari, tumore, malattie polmonari croniche e diabete. Sono queste le conclusioni del rapporto dell’Oms, Global status report on alcohol and health, in cui sono stati analizzati i dati disponibili su consumi, effetti e politiche a livello globale e nazionale. 
Troppe morti e poche politiche efficaci
In particolare, dai dati è emerso che quasi il 4% di tutte le morti registrate è riconducibile all’alcol, oltre che per cirrosi epatica, anche quando si trattava di traumi, tumori o malattie cardiovascolari. Inoltre, a livello globale, il 6,2% dei decessi di uomini è legato all’alcol, rispetto all’1,1% dei decessi di donne, come pure il 9,9% di tutti i decessi nella fascia di età tra 15 e 29 anni. Dati che forse, rispecchiano il ridotto numero di paesi che hanno adottato politiche efficaci di prevenzione: secondo l’Oms, infatti dal 1999, 34 paesi hanno formalmente adottato norme per ridurre il consumo nocivo di alcol ma a fronte di restrizioni i programmi di prevenzione sono ancora deboli. Misure efficaci indicate dall’Organizzazione, fanno riferimento alla tassazione dei prodotti alcolici, alla riduzione dei punti vendita, all’aumento del limite di età per l’acquisto e inasprimento delle sanzioni per la guida. A queste, devono corrispondere programmi di screening per intervenire in casi a rischio o trattare disordini del consumo di alcolici, ma anche vietare la promozione pubblicitaria di alcolici e promuovere campagne informative ed educazionali.

(*) Nota: l’abbandono dei termini “uso e abuso” è un indubbio passo avanti nella descrizione dei problemi alcol correlati. Non fosse altro perché l’adozione del termine “uso nocivo” dovrebbe indurre a interrogarsi su quale sia l’uso non nocivo.

IL TIRRENO

MARTEDÌ, 15 FEBBRAIO 2011
Alcol da record: condannato 
Aveva festeggiato la vigilia di Natale: 7 volte sopra il limite L’uomo dovrà pagare quasi cinquemila euro di multa, via l’auto  
SEMPRONIANO. Aveva festeggiato la vigilia di Natale alzando un po’ il gomito. Poi si era messo al volante della sua Volkswagen Polo. Ma in via Roma a Petricci, si era imbattuto in una pattuglia dei carabinieri di Semproniano che lo hanno sottoposto all’alcoltest. Risultato, alla prima misurazione, 3,05 milligrammi di alcol per litro di sangue. Sette volte sopra il limite consentito. Antonio Manca, 54 anni, ha dovuto dire addio alla patente e alla sua auto. L’uomo, difeso dall’avvocato Francesco Colletta di Prato è stato condannato dal giudice Giovanni Puliatti a due mesi di carcere e 2mila euro di ammenda. La pena detentiva è stata condonata con 2mila 280 euro di multa e la sua auto è stata confiscata.
F.G. 

IL TIRRENO

MARTEDÌ, 15 FEBBRAIO 2011
Si schianta con l’auto: grave 22enne 
Il giovane ha fatto tutto da solo: era positivo all’alcoltest 
CLA.VE. 
FORTE dei MARMI. Ha fatto tutto da solo. Michele Catelani, ventidue anni, residente in via Castagnola di Sopra a Massa, si è schiantato con la sua auto contro un palo che costeggia la via Alpi Apuane, al confine fra i comuni di Forte dei Marmi e Seravezza. Il giovane massese è adesso ricoverato in gravi condizioni - ma non è per fortuna in pericolo di vita - per la rottura della mandibola e per la frattura di perone e tibia.
L’incidente è avvenuto ieri mattina poco prima delle 6, quando ancora il sole non era sorto e la zona era, dunque, completamente al buio. Il giovane era al volante della sua vettura quando, per cause ancora in corso di accertamento, ha improvvisamente sbandato andando a concludere la sua corsa contro un palo. È stato un passante ad accorgersi per primo dell’accaduto e a dare immediatamente l’allarme telefonando al 118.
Nel giro di pochi minuti l’ambulanza della Croce Verde di Forte dei Marmi ha raggiunto il luogo dello schianto. Le operazioni di soccorso non sono state però facili. Per tirar fuori il giovane dalla vettura c’è voluto anche l’intervento dei vigili del fuoco che hanno liberato la vittima dalle lamiere consendendone così di trasportarlo a sirene spiegate al pronto soccorso dell’ospedale «Versilia» dove gli è stato riscontrato la rottura della mandibola e le fratture di perone e tibia: i medici si sono riservati prudenzialmente la prognosi, anche se è fortunatamente escluso che rischi la vita.
Dalle analisi effettuate in ospedale dopo il ricovero, però, il conducente è risultato positivo all’alcoltest con valori di alcol nel sangue quasi quattro volte superiori a quelli consentiti dalla legge.
Dei rilievi sull’incidente si è occupata la polizia di Forte dei Marmi.

IL MATTINO

Ubriaco ruba furgone e finisce su un’auto in sosta
Atripalda 15/02/2011 - Ubriaco ruba furgone e finisce su un’auto in sosta, seminando il panico lungo via Appia ad Atripalda: arrestato dai carabinieri. Tutto è accaduto quando P. L., 31 anni, già noto alle forze dell’ordine, ha rubato un furgoncino alla ditta di fiori «Di Gisi», seminando il panico tra via Roma e via Appia: nel tentativo di fuga con il camioncino è andato a sbattere contro diverse autovetture parcheggiate, terminando la folle corsa contro un palo della segnaletica stradale. Ad intervenire, i carabinieri della stazione di Atripalda, coordinati dal comandante Costantino Cucciniello, che hanno tratto in arresto l’uomo, pregiudicato del posto, alla guida in evidente stato di ebbrezza di un «Fiorino» rubato al noto fioraio atripaldese e parcheggiato, con le chiavi inserite nel cruscotto, vicino all’abitazione della vittima. Bloccato e arrestato dai militari della locale stazione, l’uomo è stato prima portato all’ospedale Moscati di Avellino per le cure mediche, avendo riportato nell’impatto del fiorino contro il palo della segnaletica un trauma cranico e una ferita lacero-contusa al labbro guaribili in tre giorni. Dopo le cure del caso è stato trattenuto nelle camere di sicurezza del Comando Provinciale di Avellino. Al trentenne, accusato dei reati di furto e di guida in stato di ebbrezza alcolica, è stata ritirata la patente. Nella mattina di ieri la convalida dell’arresto e concessione dei domiciliari. Sarà processato per direttissima nei prossimi giorni dai giudici del Tribunale di Avellino. L’uomo era stato già arrestato dai carabinieri di Atripalda, appena un mese fa, per il furto ai danni del famoso maratoneta che girava la penisola in occasione dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Michele Maddalena. Anche in quella occasione si era impossessato, fortunatamente solo per pochi minuti, del carretto sul quale erano collocate le pergamene consegnate dai sindaci dei paesi visitati da Maddalena ed i bagagli del maratoneta. al.pa.  

IL TIRRENO

MARTEDÌ, 15 FEBBRAIO 2011
Manovre pericolose ieri mattina all’ora di punta in viale XX Settembre 
Ubriaco centra due auto e poi prende quella dei vigili 
Il triplice incidente è avvenuto nei pressi della stazione: nessun ferito, solo tanta paura Coinvolto anche l’ideatore del premio Castruccio 
AVENZA. Alla guida ubriaco, di mattina. Una serie di manovre pericolose. Due macchine prese in pieno, in viale XX Settembre e in via Petacchi, ad Avenza. E, alla fine della corsa, la Punto nera fuori controllo ha centrato anche l’auto di pattuglia dei vigili urbani. E questa volta l’automobilista, un uomo di nazionalità rumena, ma residente nella nostra città, di cui le forze dell’ordine hanno fornito solo le iniziali (V.C), è stato fermato. Sottoposto all’etilometro gli è stato riscontrato un consistente tasso alcolemico nel sangue. La macchina è stata sequestrata.
Il triplice incidente è avvenuto poco dopo mezzogiorno e ha mandato in tilt il traffico sul viale XX Settembre.
La dinamica è ancora in corso di accertamento, ma stando, alle testimonianze raccolte dai protagonisti della vicenda la Punto guidata dal rumeno si sarebbe immessa sul viale XX Settembre da via Petacchi (la strada della Stazione) senza rispettare lo stop e centrando così in pieno l’auto guidata da Gianmarco Puntelli, professore e personaggio di spicco del mondo della cultura carrarese (sua la regia del premio Castruccio).
La sua auto è andata a finire, in testa coda, sulla corsia opposta del via XX Settembre che Puntelli stava percorrendo in direzione Marina-Carrara, dove,l in quel momento, fortunatamente, non stava passando alcun veicolo.
Subito dopo la Punto ha ingranato la retromarcia, toccando questa volta un’altra macchina, una Panda, guidata da Isotta Vivoli, che si stava immettendo proprio sul viale, in direzione di Carrara.
Ma la serie di manovre pericolose, in uno dei punti più trafficati della città e proprio nell’ora di punta, non è finita qui.
L’automobile del rumeno, infatti, dopo aver urtato le due macchine, avrebbe cercato di fare inversione, ma la corsa è terminata contro la pattuglia della Polizia municipale.
A questo punto per il cittadino rumeno sono subito partiti i controlli: l’uomo è stato sottoposto all’etilometro e il suo tasso alcolemico è risultato consistente. È scattato così il sequestro del mezzo.
I tre incidenti si sono conclusi senza alcun ferito. Solo tanta paura, tre auto danneggiate e tanto caos: con una lunga coda di macchine sul viale XX Settembre che è stata smaltita solo poco prima dell’una.

ROMAGNA OGGI

Rimini, tenta di abbordare la moglie di un altro sul bus. Rissa sfiorata
RIMINI 15 febbraio 2011 - Ha tentato di abbordare una donna di 38 anni, ma ha dovuto fare i conti con il compagno di lei. Protagonista dell’episodio, avvenuto in viale Regina Elena a Rimini, un cittadino marocchino di 25 anni. Il litigio è scoppiato a bordo di un autobus diretto a Riccione. L’extracomunitario, nonostante la presenza della moglie, una lettone di 40 anni, probabilmente perché sotto l’effetto dei fumi dell’alcol, ha cominciato a fare pesanti apprezzamenti verso una 38enne.
Il tutto davanti al compagno della donna. Le due coppie sono scese alla prima fermata e si sono affrontate a muso duro. Sul posto è intervenuta una Volante della locale Questura per spegnere la tensione. Il 25enne, alla vista della polizia, ha cominciato a dare in escandescenza. L’extracomunitario è stato denunciato per oltraggio a pubblico ufficiale e multato per ubriachezza molesta.

YAHOO NOTIZIE

Agguato al bar: morto titolare ferito
REGGIO CALABRIA, 15 FEB - E’ morto il barista 28enne ferito domenica nel suo locale di Taurianova da un 15enne al culmine di una discussione per un conto di 20 euro non pagato. Il minorenne, che aveva sparato alcuni colpi contro il barista con una pistola calibro 6.35, si era costituito poco dopo alla polizia. Il barista, vedendo il minore impugnare la pistola, aveva tentato di fuggire ma un colpo lo aveva raggiunto alla testa, provocandogli danni cerebrali gravissimi. Sembra che il 15enne fosse ubriaco.

ANSA

SALUZZO (CUNEO)
Carceri: rissa tra 4 detenuti a Saluzzo, un ferito
E’ agente di polizia penitenziaria che tentava di sedare baruffa
SALUZZO (CUNEO), 15 FEB - Un agente di polizia penitenziaria e’ rimasto ferito ad un braccio durante un intervento per sedare una rissa tra quattro detenuti ubriachi scoppiata nel carcere di Saluzzo (Cuneo). L’episodio, riferisce il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, e’ avvenuto domenica sera. Il Sappe, pertanto, chiede la sospensione immediata della somministrazione di bevande alcoliche. Ma la direzione del carcere ha deciso di imporre il divieto ai soli 4 detenuti protagonisti della rissa. (*)

(*) Nota: in molte carceri è stata tolta la disponibilità di alcolici, con notevoli e misurabili miglioramenti della vita carceraria. Quando si discute dell’eccessiva disponibilità di alcolici nella nostra società, chi auspica la riduzione dei consumi si scontra con enormi difficoltà e resistenze. In molti carceri, nonostante esista la possibilità di azzerare i consumi di alcolici, compresi quelli degli agenti di custodia e nonostante l’indubbia presenza di problemi alcol correlati, questa possibilità non viene nemmeno presa in considerazione.  

QUOTIDIANO DEL NORD

Ubriaco, minaccia e rapina il barista che si rifiuta di dargli da bere
Forlì-Cesena Martedì 15 Febbraio 2011 (Sesto Potere) - Era già ubriaco ma pretendeva di bere ancora, e quando l’esercente del bar si è rifiutato di servirgli altra birra, ha deciso di servirsi direttamente. Ha così prelevato alcune bottiglie dal frigorifero, rifiutandosi però di pagare e  minacciando gravi conseguenze, nel caso in cui fossero state chiamate le Forze dell’ordine. La vicenda è accaduta lo scorso fine-settimana, in un bar di Cesena, il cui proprietario ha telefonato al “113” per chiedere l’aiuto della Polizia. Sul posto, gli Agenti hanno identificato un italiano 25enne, già conosciuto agli Uffici di Polizia per il suo carattere irruento e violento, il quale ha subito manifestato nei loro confronti un atteggiamento ostile e oltraggioso, soprattutto dopo che hanno deciso di accompagnarlo in Commissariato. A quel punto ha iniziato, infatti, a divincolarsi, tentando di allontanarsi dal locale, per cui i poliziotti sono stati costretti a portarlo via di peso, mentre scalciava furiosamente contro di loro, per liberarsi e fuggire.   Per tale motivo, l’uomo, che annovera diversi precedenti per resistenza, oltraggio e violenza a P.U., è stato arrestato per il reato di rapina e condotto in carcere, a Forlì, a disposizione dell’A.G.

IL TIRRENO

MARTEDÌ, 15 FEBBRAIO 2011
Stende un carabiniere e finisce in manette 
PIOMBINO. Se l’è presa con un gruppetto di commercianti ambulanti, sfiorando per poco la rissa. L’arrivo dei carabinieri non è bastato a calmarlo, anzi gli ha fatto perdere le staffe definitivamente. Faical Ouennoughi, 48 anni algerino, è stato arrestato dai carabinieri per resistenza, lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale.
L’episodio è accaduto domenica sera in corso Italia, intorno alle 19,40, mentre gli ambulanti stavano iniziando a smontare i banchetti del mercatino del fine settimana. Secondo la ricostruzione dei carabinieri l’uomo, ubriaco, ha iniziato a discutere con alcuni commercianti ambulanti. Alla base della lite, secondo alcuni testimoni, potrebbe esserci un tentativo di furto ai danni di un commerciante, ipotesi che tuttavia non è confermata dai militari.
Fatto sta che in pochi minuti sono volati insulti, minacce e qualche spintone, tanto che alcuni presenti sono intervenuti per dividere l’algerino da un commerciante con cui stava per venire alle mani. Quando i carabinieri sono arrivati l’uomo, invece di calmarsi, si è avventato su di loro. Già lo scorso dicembre l’algerino era stato protagonista di un episodio simile. L’uomo se l’è presa con un maresciallo, l’ha gettato a terra con una spinta procurandogli una contusione alla spalla e una distorsione al polso. L’algerino è stato ammanettato a fatica e accompagnato in caserma dove, non senza problemi, è stato tranquillizzato e trasportato in ospedale per le cure. Trasferito alle Sughere, oggi sarà processato per direttissima.

CORRIERE ADRIATICO

Alcol, positivi i neopatentati
Otto denunce penali da parte della Stradale. C’è pure la revisione
Fano Non passa ormai più weekend senza una miriade di patenti ritirate, denunce per guida in stato di ebbrezza e tantissimi punti decurtati da parte delle forze dell’ordine.
Ad alzare troppo il gomito, con conseguente superamento dei limiti di legge, sono sempre più spesso giovanissimi e tra questi molti neopatentati. Una categoria per la quale il codice della strada per quanto riguarda l’assunzione di alcol e droga, dopo alcune modifiche apportate, prevede tolleranza zero. Per chi ha appena preso la patente, per tre anni, il tasso alcolemico nel sangue deve essere pari a zero.
Nell’ambito dei servizi notturni di prevenzione e repressione del fenomeno delle stragi del sabato sera, prosegue l’attività di controllo da parte della polizia stradale del distaccamento di Fano.
Nell’ultimo weekend i controlli sono stati effettuati in particolare nelle principali strade della città di Fano, soprattutto in prossimità dei locali notturni frequentati dai giovani. Su 57 persone controllate ben sei sono risultate in violazione alle norme sui limiti alcolici, tutti giovani conducenti residenti a Fano e nelle zone limitrofe, sorpresi con un tasso alcolemico tra 0,80 e 1,50 g/l. In particolare uno di questi, un giovane fanese con tasso alcolemico di 1,47 g/l, appena al di sotto della fascia più grave oltre 1,50 g/l, dove sono previste le massime sanzioni, ha evitato per pochissimo la confisca della costosa auto in suo possesso immatricolata di recente. Tra i sanzionati, sono stati trovati positivi all’alcoltest tre neopatentati, due ragazze ed un ragazzo, che si sono visti ritirare la patente per almeno 6 mesi con decurtazione di ben 20 punti. Questo comporterà anche la revisione della patente. Inoltre nei loro confronti è scattata la denuncia penale che prevede l’arresto fino a 6 mesi e ammenda da 800 a 3200 euro, aumentata di un terzo perchè la sanzione è stata commessa nelle ore notturne e nuovamente da un terzo alla metà per l’appartenenza alle categorie di rischio: neopatentati. Sono state rilevate infine altre due contestazioni, in questo caso nelle ore pomeridiane. Una di queste nei confronti di una giovane rumena sorpresa a circolare con un tasso alcolemico pari ad 1,17 g/l durante una giornata feriale di lavoro e l’altra ai danni di un ragazzo, operaio, trovato positivo dopo il pranzo domenicale. Complessivamente nel weekend la polizia stradale di Fano ha denunciato per guida in stato di ebbrezza otto conducenti, decurtando dalle patenti degli interessati un totale 110 punti.
Marco Spadola

YAHOO NOTZIE

Sanità: medici sempre più stressati, in Italia 5 mila si rifugiano in alcol e droga (*)
Roma, 15 feb. (Adnkronos Salute) - Medici italiani sempre più stressati. La paura di commettere errori, i turni a volte massacranti, il timore di ritrovarsi ’a spasso’ o in pensione troppo presto, possono risultare fardelli troppo pesanti da sopportare. Soprattutto sulle spalle di quei camici bianchi più fragili che, nella maggioranza dei casi, non volendo o non sapendo a chi rivolgersi, rischiano di precipitare nel ’buco nero’ della depressione. Sono infatti almeno 5 mila i medici italiani che, smarriti e sotto stress, si rifugiano in alcol e droghe, soprattutto cocaina. Un numero che fa impressione, se si pensa che si tratta di professionisti che si occupano della salute dei cittadini.
E’ l’ultima fotografia sui medici italiani colpiti da burnout (dipendenza patologica professionale), una malattia pericolosa che, se non curata, può portare anche a soluzioni estreme. A scattarla è Beniamino Palmieri, professore di chirurgia dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e coordinatore del progetto ’Medico cura te stesso’, network che ha, tra gli obiettivi, proprio la tutela dei camici bianchi che si ammalano o che vengono colpiti da bornout. Il fenomeno riguarda in Italia il 30% dei medici over 50. Praticamente 1 su 3.
Lo scenario - illustrato in anteprima all’Adnkronos Salute - verrà presentato dettagliatamente nel corso del II convegno nazionale del network coordinato da Palmieri, in programma il 4 e 5 marzo a Milano. "I medici - spiega Palmieri - nonostante abbiano dei livelli di mortalità inferiori rispetto alla media della popolazione, hanno però, un rischio maggiore d’essere affetti da alcuni problemi di natura fisica e psicologica. Chi esercita questa professione, rispetto alla media della popolazione, è maggiormente interessato da una o più delle tre ’d’: drugs, drink and depression, vale a dire farmaci, alcolismo e depressione, compreso il suicidio".
Non è un caso che, in tutto il mondo, il tasso di suicidi tra i camici bianchi è due volte superiore a quello della popolazione generale tra gli uomini e addirittura quattro volte tra le donne. Numeri da brividi, che hanno origine proprio dalle dipendenze legate alla professione. "Il burnout - spiega Palmieri - è una sindrome caratterizzata da stress lavorativo, esaurimento (tensione emotiva, ansietà, irritabilità ovvero noia, apatia, disinteresse), conclusione difensiva (distacco emotivo dal paziente assistito, cinismo, rigidità)". A rimanerne colpiti, tra i medici, sono in tanti: "Si stima - sottolinea l’esperto - un 30% dei camici bianchi con più di 50 anni".
A farne le spese sono soprattutto anestesisti, chirurghi, ginecologi e medici del pronto soccorso, in maggioranza uomini (nell’80% dei casi). "Tutti medici - spiega Palmieri - sottoposti a grande stress. Molti lavorano 50-60 ore a settimana, ma il sovraccarico non è solo di fatica: c’è quello emozionale e, sempre di più, c’è il peso della burocrazia e dei conflitti tra colleghi. A tutto ciò si sommano fattori culturali che rendono più difficile per i dottori chiedere aiuto".
E infatti sono davvero pochi quelli che lanciano una sorta di Sos. Si contano sulle dita di una mano. "Circa il 99% dei camici bianchi in difficoltà - sottolinea l’esperto - non vuole o non sa a chi rivolgersi. Di questi - aggiunge - il 45% si autocura". E resta al lavoro. "La quasi totalità, anche tra quelli che fanno uso di droga, soprattutto cocaina, e alcol, trova una coesistenza tra professione e abusi".
A finire nel tunnel della dipendenza sono soprattutto i medici più bravi e stacanovisti. "A cadere nella trappola - spiega Palmieri - sono proprio i camici bianchi che dedicano tutta la loro vita al lavoro. Sempre pronti a correre in ospedale e sostenere turni massacranti". Professionisti ’scoppiati’ che iniziano a essere depressi e a rifugiarsi nell’alcol o nella droga o in entrambi.
Svariate le forme depressive. "Ci sono - spiega l’esperto - quelle che si manifestano con rabbia e irritabilità. E ancora, casi in cui prevalgono mal di testa, nausea, disturbi del sonno". Le conseguenze di questo quadro clinico non possono non riflettersi anche sull’attività medica. "Aumenta ad esempio - afferma Palmieri - il rischio di ferirsi con un bisturi, o di pungersi con una siringa". A rimetterci è anche il rapporto con il paziente. "Studi scientifici - aggiunge l’esperto - hanno infatti dimostrato che un medico stressato non solo è meno disponibile al dialogo, ma rischia più facilmente di commettere errori, anche fatali".
Per far fronte a questo tipo di problemi ci si dovrebbe rivolgere a strutture assistenziali pubbliche, ma non è così semplice. "Il più delle volte - spiega Palmieri - il medico non chiede aiuto, perché ha paura di essere riconosciuto e di avere ripercussioni sulla carriera". C’è poi un altro fattore che non facilita la risoluzione del problema. Non tutti i medici colpiti da burnout sanno davvero di trovarsi in difficoltà. "C’è un 15% di camici bianchi che ignora di esserne colpito. E circa il 18% convive con uno stato cronico di depressione". Intanto, a fronte di dottori inconsapevoli e di una rete di assistenza debole, il fenomeno cresce. "Negli ultimi cinque anni - spiega l’esperto - il burnout nel nostro Paese è aumentato ogni anno dell’1%".
Un trend che sembra trovare conferma in alcuni episodi balzati di recente alle cronache, con medici protagonisti di strane storie. L’ultimo caso in ordine di tempo è quello di una guardia medica di 58 anni che, a Roma, beveva durante il servizio. Avrebbe dovuto rispondere al telefono dell’ambulatorio e all’occorrenza curare i malati, di persona oppure dando indicazioni via cavo. Invece era spesso ubriaco. Oppure non c’era, avendo l’abitudine di anticipare di parecchio il suo orario di fine turno.
Fatto sta che si è ritrovato imputato in un’aula del tribunale di Roma, con l’accusa di interruzione di servizio di pubblica utilità e minacce nei confronti dei suoi colleghi che, dopo mesi di sopportazione, lo avevano denunciato provocandone la sospensione. E lui, per vendicarsi, aveva cominciato a telefonare a tutte le ore, sulle linee riservate alle emergenze sanitarie, per riempirli di minacce e di improperi.
Un altro camice bianco finito recentemente sulle pagine dei giornali per motivi tutt’altro che medici è quello che, in servizio in un pronto soccorso del napoletano, è stato sorpreso dai Carabinieri a comprare cocaina. Ma in fatto di droghe l’episodio che ha fatto più scalpore si è registrato a dicembre a Galatina, in provincia di Lecce, dove il direttore sanitario dell’ospedale ’Santa Maria Caterina Novella’ ha addirittura inviato una circolare interna per ammonire il personale medico e gli infermieri a non fare uso di cocaina durante l’orario di servizio. L’invito era stato rivolto dopo alcune segnalazioni anonime giunte alla direzione sanitaria del nosocomio salentino. A pagarne il conto è stato però proprio il direttore sanitario, che è stato sospeso dalla direzione generale dell’Azienda sanitaria.
Naturalmente il problema è internazionale e varca i confini italiani. Anche se negli altri Paesi sembra esserci una maggiore attenzione al fenomeno. "In Italia, da questo punto di vista siamo indietro", sottolinea Palmieri. "Manca un monitoraggio attento del fenomeno. Il ministero della Salute del Galles - aggiunge - sta ad esempio compilando un registro dei medici e studenti di medicina che hanno avuto esperienza di malattie psichiatriche o di abuso di sostanze, in modo da stabilire come queste persone possano continuare a lavorare o studiare proteggendo l’interesse pubblico".
Nel corso del II congresso del network ’Medico cura te stesso’, verranno presentati anche altri studi internazionali sulla materia. "E’ stato svolto - spiega Palmieri - uno screening sui medici australiani e neozelandesi attraverso un questionario di valutazione dell’ansia e della depressione, che ha evidenziato come i più alti livelli di stress si potessero riscontrare fra i medici di famiglia, rispetto alla media della popolazione. Conclusioni simili sono risultate da uno studio condotto in Gran Bretagna in cui si ricercava una correlazione tra la personalità e l’attività lavorativa, mediante un questionario relativo ad ansia e depressione nei medici di base".
I risultati dell’indagine sono eloquenti: "Si è notato - spiega l’esperto - che i casi di depressione (10% non grave e 16% borderline) erano statisticamente associati alla mancanza di tempo libero a causa del lavoro stressante per le continue richieste dei pazienti, alla quantità ingente di telefonate, a una vita frenetica, all’essere single e senza figli, all’abuso di alcol, all’obesità, a una carriera insoddisfacente e a lavorare in ambienti poco stimolanti".

(*) Nota: l’ansia e lo stress sono fattori che in alcune persone favoriscono il consumo di alcolici. Ma non credo che sia questa la causa della maggiore incidenza di problemi alcol correlati nelle professioni mediche. Il lavoro è stressante per definizione. Ciò che rende a rischio certe professioni è la convinzione che possedere maggiori strumenti di conoscenza offra la possibilità di controllare meglio il proprio bere, mentre invece è esattamente il contrario. Lo dimostra il dato che i problemi alcol correlati sono maggiormente diffusi tra le professioni che più conoscono gli alcolici, come ristoratori e baristi.

WINENEWS

Roma - 15 Febbraio 2011
CERCHIO ALLA TESTA, ADDIO. È NATO IL LIEVITO TRANSGENICO CHE LIMITA LA FORMAZIONE DI AMMINE, MOLECOLE CHE CAUSANO EMICRANIE E MAL DI TESTA ANCHE DOPO POCHI BICCHIERI DI VINO. E VIENE GIÀ USATO DA ALCUNI PRODUTTORI DEL NORD AMERICA
Il piacere della buona tavola non può prescindere dal vino. Ma quanti, anche dopo un consumo moderato, hanno il classico cerchio alla testa o un’emicrania? Colpa delle ammine, molecole derivate dall’ammoniaca, presenti nei vini rossi e nello Chardonnay. Beh, da oggi il problema è superato, perché Hennie van Vuuren, biotecnologo alimentare della University of British Columbia, ha messo a punto ... la pozione magica!
O meglio, dopo 8 anni di ricerca e 7 di sperimentazione, ha messo a punto un lievito geneticamente modificato che riduce la presenza di queste molecole tossiche, che si formano durante la seconda fermentazione, quando vengono aggiunti i batteri malolattici per trasformare l’acido malico (amaro) in acido lattico, rendendo il gusto del vino più morbido.
In sostanza, van Vuuren ha introdotto nel gene del lievito il Dna del batterio malolattico. Sorge, inevitabile, un dubbio: stiamo parlando di “vini Ogm”? Sì e no. Sì, perché c’è un intervento genetico sul Dna del lievito; no perché non c’è aggiunta di materiale genetico diverso da quello che si trova in natura: si tratta di “unire” due componenti altrimenti aggiunti separatamente. Certo, non è facile far “digerire” la novità al pubblico, una novità che - se non spiegata - potrebbe essere scambiata per manipolazione genetica, una sorta di “eno-Frankenstin”.
Tanto che già molte aziende in Usa e Canada usano il lievito, ma evitano di dirlo (non è obbligatoria la dichiarazione in etichetta), per paura di una reazione negativa dei consumatori. Il che significa che un buon numero di vini provenienti da Usa e Canada hanno già in sé queste modifiche, ma non possiamo sapere quali. Se però si pensa che sono identici ai vini figli di “combinazioni naturali”, ma senza spiacevoli effetti indesiderati, si può dormire tranquilli. D’altronde il lievito transgenico è sì figlio della passione scientifica di van Vuuren ... ma anche delle sue personali esigenze: “ho sviluppato questo progetto perché soffro di terribili mal di testa quando bevo vini ricchi di queste molecole”, ha detto lo scienziato.

BARENTS OBSERVER

Un uomo russo su cinque muore di alcool
Ogni abitante della Russia beve una media di 15,76 litri di alcol puro all’anno, il che rende questo Paese la quarta nazione più bevitrice al mondo. Questo è quanto si legge nell’ultima relazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
14.02.2011 - La Russia è al quarto posto tra le nazioni più bevitrici al mondo nella lista presente nel rapporto appena pubblicato dall’OMS.
Secondo l’indagine, i russi bevono una media di 15,76 litri di alcool puro all’anno. Solo i moldavi (18,22), i cechi (16,45) e gli ungheresi (16,27) bevono di più. Le cifre comprendono sia i consumi registrati e non registrati.
Degli altri paesi nella regione di Barents, la Finlandia consuma di più con una media di 12,52 litri per persona, seguita dalla Svezia con 10,40 litri e la Norvegia con 7,81 litri.
The Global Status Report on Alcohol and Health, presentato dall’OMS l’11 febbraio descrive le gravi conseguenze sulla salute del consumo di alcol e afferma che "di gran lunga la più alta percentuale di mortalità alcol correlata è nella Federazione Russa e nei paesi limitrofi, dove un decesso su cinque tra gli uomini e il 6% dei decessi tra le donne sono attribuibili al consumo nocivo di alcol ".

ASCA

CINEMA: CHARLIE SHEEN, ESSERE SOBRI E’ MOLTO NOIOSO 
’’Sono rimasto sobrio per cinque anni molto tempo fa e mi sono annoiato a morte’’.
New York, 15 feb - L’attore Charlie Sheen, appena dimesso dall’ospedale per un malessere dovuto a eccessi di droga e alcol, non sembra intenzionato a cambiare stile di vita, come ha rivelato in un’intervista telefonica alla DirecTV/Fox Sports Radio.
Sheen, il cui vero nome e’ Carlos Irwin Estevez, e’ finito piu’ volte sulle pagine dei tabloid per uso di sostanze stupefacenti, alcolismo e frequentazione di prostitute e attrici porno. Figlio dell’attore Martin Sheen (Ramon Gerardo Antonio Estevez) e star della serie Tv ’’Two and a Half Men’’, ha costretto la produzione a sospendere la registrazione degli episodi quando due settimane fa e’ stato ricoverato in ospedale per ’’gravi dolori addominali’’ legati ai suoi eccessi e nell’intervista radiofonica ha chiesto di poter tornare presto al lavoro, malgrado una clausola contrattuale gli imponga un comportamento corretto. ’’E’ il solito blah blah, si cerca il pelo nell’uovo. Non ho letto la clausola, ma non credo che ci sia scritto ’facci comandare e interferire nella tua vita privata’’’, ha detto Sheen.
red-uda/sam/alf

CORRIERE DELLA SERA

Milano - 15 anni, ubriaca finisce in ospedale

 

 

 

Mercoledì, 16 Febbraio 2011
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