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Rassegna alcol e guida del 25 settembre 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

AMERICAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH

http://ajph.aphapublications.org/cgi/content/abstract/AJPH.2009.186007v1?maxtoshow=&hits=10&RESULTFORMAT=&fulltext=wine+taxes&searchid=1&FIRSTINDEX=0&sortspec=relevance&resourcetype=HWCIT  

Effetti delle imposte sull’alcol e delle politiche sui prezzi sulla morbilità e mortalità: una ricerca sistematica.

Di Alexander C. Wagenaar, Amy L. Tobler, Kelli A. Komro tutti dell’Università della Florida.

Per scrivere a Wagenaar  wagenaar@gmail.com

Abstract:

Obiettivi: Abbiamo rivisto sistematicamente gli effetti delle imposte sull’alcol e dei prezzi sulla morbilità e mortalità per valutare il loro impatto sulla salute pubblica.

Metodi: Abbiamo esaminato 12 data-base, insieme alle bibliografie che compaiono negli articoli di accompagnamento, relativi agli studi che hanno cercato di stimare la relazione fra le imposte sull’alcol, i prezzi, ed i comportamenti a rischio, la morbilità e la mortalità; abbiamo quindi applicato dei codici per raggruppare la misura degli effetti riscontrati, l’ordine di grandezza della popolazione esaminata,  e le caratteristiche degli studi. Abbiamo combinato le singole stime all’interno di modelli adatti a valutare effetti casuali, per ottenere stime aggregate di tali effetti.

Risultati: Abbiamo identificato 50 articoli, contenenti 340 stime. Le meta-stime sono risultate pari a  r= -0.347 per malattie e danni alcol correlati, -0.022 per violenze, -0.048 per suicidi, -0.112 per conseguenze di incidenti stradali, -0.055 per malattie sessualmente trasmissibili, -0-022 per uso di altre droghe, e -0.014 per comportamenti criminali. Tutti eccetto per i suicidi sono statisticamente significativi.   

Conclusioni: Le politiche pubbliche che influenzano i prezzi delle bevande alcoliche hanno effetti significativi sulle malattie e danni alcol correlati. I risultati suggeriscono che raddoppiando le imposte sulle bevande alcoliche si ridurrebbe la mortalità alcol correlata di una media pari al 35%, le morti per incidenti stradali dell’11%, le malattie sessualmente trasmissibili del 6%, le violenze  del 2%, i comportamenti criminali dell’1,4%.

Pubblicato online prima della stampa il 23/9/2010, American Journal of Public Health

Parole chiave:  Health Policy, Injury/Emergency Care/Violence, Prevention, Sexual Health, Mortality, Alcohol

Traduzione a cura di Ennio Palmesino

 


LA GAZZETTA DI MANTOVA del 24 settembre 2010  

Riapre i battenti la disco analcolica

  GOITO. Riapre i battenti domani alle 21, la discoteca analcolica ubicata presso l’area feste Aquilone, distribuita in uno spazio di oltre 350 metri quadrati concessi in uso gratuito dall’amministrazione comunale. La formula, che persegue l’obiettivo di fare divertire i giovani dai 13 ai 18 anni senza rincorrere lo sballo o il consumo di alcol, si riconferma per il 4º anno consecutivo la carta vincente del progetto educativo ideato dall’Associazione culturale «I Saturnali». L’esperienza goitese continua a smuovere centinaia di adolescenti, valicando i confini comunali. Non a caso è prevista l’attivazione di un servizio di autobus per i Comuni che lo richiederanno. La nuova stagione è stata presentata ieri in Municipio dal sindaco Anita Marchetti insieme all’assessore alle Politiche Giovanili, Marco Zampriolo, affiancati dal presidente de «I Saturnali», Massimo Giannachi. Un nuovo modo di incontrarsi che si è imposto anche a Suzzara e quest’anno per la prima volta a Cavriana (inaugurazione 23 ottobre). Ad ottobre i locali di Goito ospiteranno l’assessore regionale allo Sport, Monica Rizzi. (g.s.)


IL GAZZETTINO (Pordenone)

LA TESTIMONIANZA

«Il Club Acat mi ha fatto un dono straordinario»

Quando ero piccola mi sentivo proprio brava quando preparavo lo spritz per il papà e lui mi faceva i complimenti. Mi sentivo grande quando coloravo l’acqua col vino e pensavo che un giorno avrei potuto bere anch’io il the col rhum, invece che con il limone. Non mi sembrava strano in un viaggio di 30 km fare 2-3 tappe al bar. Non capivo perché il papà certi giorni restava a casa in pigiama anche se non aveva la febbre. Avevo paura quando il papà certi giorni restava a casa in pigiama anche se non aveva la febbre, avevo paura quando il papà e la mamma discutevano sempre più forte mi chiedevo cosa c’era nella nostra famiglia che non andava. Sentivo e vedevo che la mamma soffriva, e non capivo perché, e avevo paura che un giorno potesse non farcela più e il giorno che lei se n’è andata ho pensato: e adesso, che facciamo? Invece la mamma è tornata, ha tenuto duro e lottato, ed è stato grazie a lei che un giorno del 1988 siamo arrivati al Club Acat. Per me il cammino del Club è stato una grandissima fortuna. Avevo 12 anni e prima di essere cresciuta del tutto ho potuto affrontare tutte le paure, le domande, i pensieri che mi portavo dentro. Il Club mi ha dato la possibilità di partecipare attivamente al cambiamento della mia famiglia, di mettere in discussione quello che eravamo stati, ma senza buttare via ciò che ci legava. Un altro grande dono che mi ha fatto il Club è stato il poter conoscere tante persone, di tante generazioni diverse. Come me vivevano dolori, dubbi e paure, cercando delle risposte. Da ognuno di loro ho ricevuto moltissimo, ho imparato a condividere le gioie e i dolori, a non giudicare chi non ce la faceva, a conoscere e rispettare idee diverse. Di ognuno di loro serbo un ricordo speciale. Voglio ringraziarle tutte, quelle ancora presenti, quelle che hanno preso altre strade, quelle che non ci sono più, perché è anche e soprattutto grazie a loro se oggi sono ciò che sono. Proprio per questo voglio dire a tutte le famiglie che frequentano il Club: non tagliate fuori i bambini da quello che state vivendo. Non aspettate che siano grandi, perché loro sentono, vedono, pensano e capiscono. Condividendo il cammino con loro farete passi da gigante, e il futuro sarà più bello per voi, per loro, e per le generazioni che verranno.

Sara 

 


IL GAZZETTINO (Pordenone)

Regione, Provincia e Comune uniti per abbattere il fenomeno. Definite anche le linee guida

La battaglia contro l’alcol

Lotta senza quartiere agli effetti devastanti derivanti dall’abuso di sostanze alcoliche. Una battaglia senza confini che vede Oms, Istituto superiore della Sanità (Iss), Società italiana d’alcologia (Sia), Regione, Provincia, Enti locali (con il Comune capoluogo di Pordenone a fare da apripista) e Servizi sanitari combattere in prima linea per limitare gli effetti dei comportamenti a rischio. In particolare, la Regione ha attivato un percorso di promozione della salute e prevenzione relativo alle problematiche che il consumo di bevande alcoliche comporta sulla sicurezza nel lavoro, sia per quanto riguarda gli effetti sulla salute dei lavoratori che di terzi. Una tematica amplissima, perché non va ad incidere soltanto su quanto accade a livello professionale (significativa la campagna governativa «tornare a casa è un diritto di tutti», legata allo stillicidio di incidenti mortali sul lavoro, non di rado legati a situazioni psico-fisiche degli addetti non ottimali), ma interessa tutta la vita privata, perché un etilista è tale prima ancora in famiglia di quando inizia a lavorare.

      L’attività preventiva si articola in informazione e formazione, valutazione dei rischi, definizione di una rete di referenti istituzionali e sorveglianza sanitaria dei lavoratori. Fondamentale appare il momento informativo e formativo, essenziale nella promozione all’interno del mondo del lavoro di una conoscenza dei problemi alcol correlati e di corretti stili di vita. L’informazione e la formazione sui rischi che l’assunzione di alcolici comporta deve essere, come previsto per legge (la 81 del 2008), a carattere permanente e l’avvenuta esecuzione del programma formativo e le sue caratteristiche dovranno essere documentabili nel tempo. Insomma: una sorta di appendice alla carta dei diritti e doveri del lavoratore: quest’ultimo deve essere cosciente del rischio cui va incontro sottovalutando il problema. Il protocollo regionale prevede la predisposizione di metodi e strumenti per l’identificazione precoce della popolazione a rischio. Il rischio legato all’assunzione di alcolici si configura per altro anche nel fatto che il lavoratore possa farlo al di fuori dell’azienda e ciò comporta la necessità di attivare due percorsi: da una parte l’eliminazione degli alcolici negli ambienti di lavoro in cui si svolgono lavorazioni a rischio, dall’altra la promozione di una cultura focalizzata su corretti stili di vita.

      Non trascurabile appare in questo senso la possibilità di sviluppare nuove e innovative azioni con il coinvolgimento delle aziende della distribuzione e ristorazione. In coerenza con questi principi preventivi, all’interno delle strutture sanitarie regionali sarà vietata la distribuzione, vendita ed assunzione di bevande alcoliche. Verrà inoltre attivata una sorveglianza sanitaria dei lavoratori: da un lato è mirata al controllo preventivo e periodico per i lavoratori addetti alle mansioni a rischio; dall’altro è finalizzata ad affrontare specifiche situazioni di bere a rischio-problematico e alcoldipendenza del singolo. Sia per valutare casi di dipendenza che di assunzione di bevande alcoliche, in quanto sostanze psicotrope, il medico competente può effettuare accertamenti mirati nell’ambito di programmi di sorveglianza sanitaria. I controlli sanitari mirati posti in essere dal medico competente per i lavoratori addetti a mansioni a rischio, dovranno realizzarsi attraverso un protocollo possibilmente concordato con i lavoratori e i loro rappresentanti e i risultati degli stessi dovranno essere riportati nella cartella sanitaria e di rischio del lavoratore. (*)

(*) Nota: tutto molto buono.

Il prossimo articolo mi fa però temere che in Regione Friuli Venezia Giulia non tutti la pensino allo stesso modo.


IL MESSAGGERO VENETO del 24 settembre 2010

Vino e salute , appuntamento a Cividale Violino e Kosic: «Bere bene fa bene»

CIVIDALE. Torna in Friuli Venezia Giulia, a 15 anni di distanza dalla prima edizione (e dopo tappe a Santiago, Cape Town e Bordeaux), il convegno “Vino e salute-Winehealth”, appuntamento di alto rilievo scientifico ideata e promossa dal professor Fulvio Ursini, direttore del Dipartimento di chimica biologica dell’università di Padova, e sostenuta dalla Regione, tramite l’Ersa, dal Consorzio Colli Orientali e Ramandolo e dalla Bcc di Manzano. L’evento, in calendario dal 3 al 6 ottobre, si svolgerà tra l’abbazia di Rosazzo – scelta come sede congressuale –, la Rocca Bernarda, Cormons e Cividale, dove sono previsti eventi collaterali. E proprio a Cividale ieri mattina si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del congresso, che focalizzerà l’attenzione sui benefici di un moderato consumo di vino, «documentatamente preferibile – ha sottolineato Ursini – all’astensione ingiustificata». Sull’argomento si confronteranno i massimi esperti del settore, da tutto il mondo (*). «Il vino è l’“ambasciatore” del Friuli Vg – ha commentato Violino –, espressione di un’antica sapienza contadina, e proprio per questo stiamo investendo tanto sulla sua promozione. Sentir affermare con convinzione dagli esperti che un suo consumo sapiente giova alla salute non può, dunque, che farci estremo piacere». Di "valore antropologico" del vino ha parlato anche l’assessore Kosic, che ha aggiunto: "Tutto sta nella responsabilità individuale, nel senso del limite. Ritengo sia importante promuovere un’educazione al bere. E faccio presente, nel contempo, che mettere sullo stesso piano vino e stupefacenti è un errore madornale». (**)

(l.a.)

(*) Nota: tutti tutti?

(**) Nota: ha ragione, non c’è proprio confronto. Non si possono mettere sullo stesso piano 800 morti/anno (solo in Italia) da tutte le droghe illegali messe insieme con 30.000 morti/anno da alcol, almeno la metà delle quali prevalentemente vino correlate.


 

ANSA

Giovani e alcol, emergenza Italia

Ubriachi nel weekend, superalcolici in happy hour e tanta birra

(ANSA) - ROMA, 24 SET - In Italia c’e’ una vera e propria emergenza alcol per i giovanissimi nonostante la legge impedisca di vendere alcol ai minori si 16 anni. Sono sempre piu’ frequenti le bevute di branco, happy hour con superalcolici, ma anche tanta birra fino allo sballo, concentrati nel week end per un consumo di alcol che inizia fin da piccoli. L’Italia, infatti, detiene un tragico primato in Europa: la media dell’eta’ delle prime bevute e’ intorno ai 12 anni contro i 14,6 anni della media europea. A fare luce su un fenomeno preoccupante, soprattutto perche’ vissuto dai giovani che si ubriacano come se fosse una cosa normale, e’ una recente ricerca di Eurispes e Telefono Azzurro secondo cui ’il consumo di alcol da parte dei giovanissimi sembra aver assunto proporzioni sempre piu’ rilevanti, accompagnandosi ad un cambiamento delle abitudini e delle ragioni’, con una tendenza al ’binge drinking’ (bere per ubriacarsi) e all’abbassamento ’’dell’eta’ di esordio dei comportamenti di uso/abuso’’. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanita’ l’alcol - si legge nello studio - e’ la prima causa di morte tra i giovani uomini europei: determina un decesso su 4 tra i ragazzi dai 15 ai 29 anni; 55.000 morti l’anno per incidenti automobilistici causati dall’alcol, avvelenamento, suicidio indotto dalla dipendenza, omicidi causati dal consumo di alcol. E’ inoltre la causa del 10% dei decessi delle ragazze. E in questo contesto, l’Italia detiene il primato negativo dell’eta’ piu’ bassa del primo contatto con l’alcol. Inoltre, il 54,6% dei ragazzi tra 15 e 19 anni ha gia’ sperimentato, almeno una volta, l’ubriachezza.

 


ANSA

TERAMO

Psicolabile uccide padre invalido in casa nel Teramano

Confessione ai Cc, presi i medicinali aveva bevuto vino

(ANSA) -TERAMO, 25 SET- Affetto da schizofrenia bipolare, per la quale era regolarmente in cura, un 51enne di Giulianova ha ucciso l’anziano padre, invalido. Gli ha rotto sulla testa una sedia di legno. Nelle prime ore di stamani, in un momento di lucidita’, lo ha confessato ai Carabinieri. Dopo le solite medicine aveva bevuto del vino che si era comprato da solo. L’uomo, accusato di omicidio volontario, e’ ora nel carcere di Teramo, controllato a vista. Si attende l’interrogatorio da parte del magistrato. (*)

 

(*) Nota: in questo drammatico evento è vino, in quello descritto nel prossimo articolo è birra (anche se nel titolo lo chiamano “alcol”, ma  in realtà nessuno beve alcol).

Ci sono due considerazioni da fare:

1) nella gran parte dei più drammatici episodi di cronaca nera il responsabile ha assunto bevande alcoliche

2) c’è poca coscienza ed informazione sui rischi della contemporanea assunzione di vino (o birra o altri alcolici) e farmaci, psicofarmaci in particolare.

 


IL RESTO DEL CARLINO (Modena)

Bellarosa: mix di farmaci e alcol prima di uccidere

Davanti al giudice il figlio della coppia assassinata conferma: "Ho perso la testa e ho fatto quello che ho fatto" e intanto sembra sfumare il movente economico.

La difesa potrebbe presto chiedere una perizia psichiatrica

di Valeria Selmi

Reggio Emilia, 25 settembre 2010.

Ha confermato la sua confessione. Nessuna incertezza, nessuna contraddizione, anzi «un contributo logico, lineare e persuasivo e un atteggiamento collaborativo». Daniele Bellarosa, accusato di duplice omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, ieri mattina in carcere nel corso dell’udienza di convalida del fermo davanti al gip Domenico Truppa e al pm Maria Angela Sighicelli ha ripercorso nuovamente quel venerdì 17 e quei tre giorni successivi in cui ha fatto finta di niente.

Il magazziniere 46enne ha precisato meglio la scansione temporale delle sue mosse e spiegato per filo e per segno come ha ucciso i genitori e si è liberato dei corpi gettandoli nel lago di Garda. In particolare, è emerso che prima di strangolare il babbo Enzo, 79 anni, e la mamma Francesca Benetti, 76, aveva ingurgitato un cocktail di antidepressivi e birra. Un ‘rituale’ ripetuto anche dopo il brutale delitto. «Ho perso la testa e ho fatto quello che ho fatto», ha spiegato. Insomma, sarebbe stata una reazione improvvisa o, meglio, un «cedimento strutturale nella sua tenuta psichica pare senza pianificazioni», come ha scritto il giudice. Frasi che, almeno per ora, frenano sulla premeditazione che il pm non ha, infatti, contestato. E ancora, il provvedimento del giudice precisa che si è trattato di un «cedimento a fronte di quelle che riteneva difficoltà diventate insuperabili». Ci si riferisce ai genitori da accudire. Era stanco, esasperato.

L’interrogatorio di ieri vede sfumare il movente economico, anche se la pista continuerà ad essere battuta dai carabinieri di Verona e Carpi che stanno passando al setaccio i conti della famiglia. Pare, comunque, che i coniugi avessero in banca solo poche migliaia di euro. Insomma, nessuna eredità. Piuttosto Bellarosa ha fatto luce sui litigi in famiglia, litigi che scoppiavano per qualsiasi cosa, dalla spesa a un semplice ritardo. Ma anche qui, tra i motivi non ha fatto alcun riferimento ai soldi. Altro punto chiave, l’eventuale aiuto di qualcuno. L’imputato ha ribadito di aver fatto tutto da solo. Dunque, non ci sarebbe alcun complice.

Tutte le sue dichiarazioni dovranno trovare dei riscontri oggettivi: per questo i carabinieri stanno sentendo a tappeto tutti i parenti di Daniele Bellarosa, a partire dal fratello Valerio, così come convocheranno l’amica marocchina, ora in patria, con la quale l’accusato aveva una frequentazione e che, pare, gli chiedesse spesso denaro. Al termine di due ore di interrogatorio, dalle 8 alle 9.50, il giudice non ha convalidato il fermo (non sussiste il pericolo di fuga) ma ha, invece, emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere per il pericolo di reiterazione del reato.

Passando al suo stato di salute, «secondo il medico di base — spiega il legale Henrich Stove — prima del delitto faceva uso irregolare dei farmaci che gli erano stati prescritti. E’ stato accertato che era in cura al Simap già dal 2008 ma ora le sue condizioni psichiche vanno approfondite». La difesa potrebbe presto chiedere una perizia: intanto è stato nominato uno psichiatra di Bologna, il dottor Renato Ariatti, per una prima consulenza e chiesta l’autorizzazione per un percorso di visite in carcere. Il 46enne ieri avrebbe chiesto di mettersi in contatto con i familiari, con i quali comunque i rapporti erano già distanti. «Ora stanno spuntando numerosi amici, ma lui, invece, non ne sa indicare nessuno. E’ una persona molto schiva», precisa il legale che si dice soddisfatto del provvedimento del giudice. «E’ confortante, ha riconosciuto l’apprezzabilità del contributo confessorio».


BRESCIA OGGI

A SINERGIA. Provincia a Apcat hanno varato un nuovo percorso

Una nuova cura per l’alcolista «moderno»

L’alcool non è quasi mai l’unica dipendenza: necessario cambiare radicalmente lo stile di vita

Il vecchio alcolista non esiste più. Nel ventunesimo secolo sono le polidipendenze a fare da padrone: chi abusa di alcol solitamente abusa anche di droga ( cocaina, anfetamina o eroina) e in alcuni casi manifesta una propensione anche per il gioco d’azzardo o per il cosiddetto «skid row alcoholism», l’alcolismo dei senza fissa dimora. Un fenomeno inquietante, ancor più se letto in accostamento ai dati che parlano di una riduzione esponenziale dell’età di coloro che manifestano simili problemi, non più solo persone adulte o emarginate, ma anche giovani di venti-venticinque anni socialmente inseriti che in breve tempo si trovano coinvolti in una spirale di assuefazione non più controllabile.

Per questo servono interventi mirati. Per questo le realtà del territorio devono fare rete, e non semplicemente per arginare il problema ma per combatterlo, dando vita a percorsi articolati per le vittime delle dipendenze ma anche per i loro familiari, spettatori impotenti di una autodistruzione molto difficile da accettare.

Con questi presupposti l’assessorato provinciale alla Famiglia e alle Attività Socio Assistenziali e l’Apcat (associazione provinciale dei club degli alcolisti in trattamento) hanno organizzato dal 27 settembre al 2 ottobre il «Corso di sensibilizzazione all’approccio ecologico sociale ai problemi alcolcorrelati e complessi», un progetto finanziato dal fondo dell’Osservatorio nazionale per il volontariato che mira a approfondire i problemi medici e sociali connessi all’uso di alcol e il loro legame con altre sostanze che siano psicoattive.

IL PUNTO DI RIFERIMENTO per il progetto e per i Club degli alcolisti in trattamento (11 nella nostra città, 76 in provincia, 300 in Lombardia e oltre 2000 in tutta Italia) è il metodo elaborato dal noto neuropsichiatra croato Vladimir Hudolin che ha dato l’avvio ad una nuova esperienza basata sull’idea dell’alcolismo come uno stile di vita, e come tale modificabile.

«Il metodo dà dei buoni risultati - dichiara il presidente dell’Arcat Lombardia Francesco Roda -. Più o meno il 70 per cento di coloro che partecipano ai nostri incontri nell’arco di tre anni riescono a superare la dipendenza, anche se noi consigliamo di continuare a frequentare il club anche dopo». Di «un percorso efficace, che mira a fornire degli strumenti concreti per superare la dipendenza» parla il presidente dell’Apcat bresciano Carlo Riva, mentre l’assessore provinciale Aristide Peli esprime il suo apprezzamento per un’ iniziativa volta a combattere «un fenomeno di costume come quello dell’uso e dell’abuso di alcol sempre più diffuso».

Il corso, che durerà complessivamente sei giorni e si svolgerà all’Istituto tecnico industriale Castelli di Brescia, è gratuito e aperto a tutti: per informazioni è possibile telefonare al 335/367552, al 3394602401 o al 3386555782.


IL GIORNALE DI VICENZA

Paciere in fin di vita Lieve lo sconto per i tre aggressori

ARSIERO. Da 7 anni a 6 anni 6 mesi in Appello

Le pene per tre dei quattro aggressori di nazionalità romena sono state sostanzialmente confermate in appello. I giudici di Venezia hanno limato pochi mesi di reclusione, da 7 a 6 anni 6 mesi per ciascuno dei tre imputati: Marius Gindac, 21 anni, di Posina, via Zanchi; Vasile Oancea, 31 anni, e Ion Firel Tudor, di 23 anni, entrambi residenti ad Arsiero in via Pasteur. Tudor e Gindac sono ai domiciliari.

Il terzetto era accusato di lesioni gravi nei confronti dell’operaio Diego Scarabelli, che nella disgraziata vicenda aveva svolto il ruolo del paciere, ed era finito in coma. Anche se, come aveva stabilito il gup Furlani, non si era trattato di un tentato omicidio. Per tutta la sera del 7 dicembre 2008 ad Arsiero quattro romeni cercarono «la spedizione punitiva contro gli italiani» dopo essersi carburati con l’alcol prima a casa, dove festeggiarono il compleanno della donna di uno di loro. Volevano menare le mani, fare del male. Purtroppo ci riuscirono.

L’aggressione avvenne all’esterno del bar Spritz, dove l’operaio Scarabelli se la vide davvero brutta. Il processo d’appello si è svolto in camera di consiglio perchè le avvocate Elena Peron e Daniela Marchioro avevano chiesto il rito abbreviato. Per la parte civile era presente l’avv. Silvia Cogolo. È stato confermato il risarcimento danni a 90 mila euro per Sc arabelli e di 10 mila euro per Franco olanaro e Andrea Fontana.

Nel frattempo, il giudice Cristina Bertotti del tribunale di Schio mercoledì ha rimesso in libertà Marian Gelu Vicol, 25 anni, indicato come colui che colpì con il pugno Scarabelli, facendolo crollare per terra.

Il processo a carico dell’immigrato, che è difeso dall’avv. Sarà Motta, si concluderà l’11 maggio dell’anno prossimo.

 


IL MESSAGGERO VENETO del 24 settembre 2010

Vino e salute , appuntamento a Cividale Violino e Kosic: «Bere bene fa bene»

CIVIDALE. Torna in Friuli Venezia Giulia, a 15 anni di distanza dalla prima edizione (e dopo tappe a Santiago, Cape Town e Bordeaux), il convegno “Vino e salute-Winehealth”, appuntamento di alto rilievo scientifico ideata e promossa dal professor Fulvio Ursini, direttore del Dipartimento di chimica biologica dell’università di Padova, e sostenuta dalla Regione, tramite l’Ersa, dal Consorzio Colli Orientali e Ramandolo e dalla Bcc di Manzano. L’evento, in calendario dal 3 al 6 ottobre, si svolgerà tra l’abbazia di Rosazzo – scelta come sede congressuale –, la Rocca Bernarda, Cormons e Cividale, dove sono previsti eventi collaterali. E proprio a Cividale ieri mattina si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del congresso, che focalizzerà l’attenzione sui benefici di un moderato consumo di vino, «documentatamente preferibile – ha sottolineato Ursini – all’astensione ingiustificata». Sull’argomento si confronteranno i massimi esperti del settore, da tutto il mondo (*). «Il vino è l’“ambasciatore” del Friuli Vg – ha commentato Violino –, espressione di un’antica sapienza contadina, e proprio per questo stiamo investendo tanto sulla sua promozione. Sentir affermare con convinzione dagli esperti che un suo consumo sapiente giova alla salute non può, dunque, che farci estremo piacere». Di "valore antropologico" del vino ha parlato anche l’assessore Kosic, che ha aggiunto: "Tutto sta nella responsabilità individuale, nel senso del limite. Ritengo sia importante promuovere un’educazione al bere. E faccio presente, nel contempo, che mettere sullo stesso piano vino e stupefacenti è un errore madornale». (**)

(l.a.)

(*) Nota: tutti tutti?

(**) Nota: ha ragione, non c’è proprio confronto. Non si possono mettere sullo stesso piano 800 morti/anno (solo in Italia) da tutte le droghe illegali messe insieme con 30.000 morti/anno da alcol, almeno la metà delle quali prevalentemente vino correlate.

 


IL MESSAGGERO VENETO del 24 settembre 2010

Alcol, incontro informativo con il gruppo Sorriso

VARMO.

Il Gruppo “Sorriso” Varmo con la collaborazione di A.A. Villa Bianca Codroipo organizza una riunione informativa aperta a tutti dal titolo “L’alcol ti ha teso una trappola? Se vuoi, una soluzione esiste!”. La riunione si svolgerà il 15 ottobre alle 20.30 nella palestra comunale in via Giovanni Da udine a Varmo. All’evento sono stati invitati a presenziare i gruppi familiari Al-Anon, Alcolisti recuperati, il dottor Soardo, epatologo Ospedale di Udine, Franco Lapadula, medico condotto di Varmo, il Sindaco Sergio Michelin, l’assistente sociale di Varmo Bosa Sabrina e il Consigliere comunale Sara Chittaro. La cittadinanza è invitata a partecipare. Per info: 338/9538798. (m.a.)

 


ADNKRONOS

Usa: Lindsay Lohan lascia carcere su cauzione con bracciale anti-alcol

Los Angeles, 25 set. - (Adnkronos) - L’attrice ventiquattrenne Lindsay Lohan e’ stata scarcerata la notte scorsa dal carcere di Lynwood, in California, dopo aver pagato una cauzione di 300.000 dollari. In un primo tempo un giudice aveva ordinato la detenzione per almeno 30 giorni, ma un magistrato di rango superiore ha annullato la sentenza dopo il ricorso dell’avvocato di Lohan.


CORRIERE.IT

collatino

Lite tra vicini di casa: trentenne prende a bastonate pregiudicato

L’uomo colpito, ubriaco, aveva iniziato la lite con una aggressione, ma è stato disarmato. Operato al cervello

ROMA - Ha attaccato briga con il vicino di casa minacciandolo con un bastone ma, per tutta risposta, è stato disarmato e preso a bastonate. Un uomo di origini calabresi è stato ricoverato al policlinico Casilino di Roma in gravi condizioni dopo essere stato colpito alla testa con un bastone da un romeno, suo condomino, con il quale aveva avuto ieri una lite per futili motivi. E’ accaduto venerdì sera nella capitale.

FERITO ALLA TESTA - Il romeno, già ricercato per furto, è stato arrestato. L’uomo aveva denunciato venerdì ai carabinieri di essere stato aggredito dall’italiano sul pianerottolo nel palazzo dove abitava in zona Collatina. Secondo una prima ricostruzione, i due avrebbero avuto una lite intorno alle 22.45. L’italiano, 36 anni, pregiudicato, era ubriaco e avrebbe aggredito con un bastone il rumeno, un operaio di 32 anni. Quest’ultimo avrebbe reagito riuscendo a sottrarre il bastone e colpire alla testa l’italiano, che è scappato e andato in ospedale con una grossa ferita alla testa.

TROVATO INCOSCIENTE - Le sue condizioni parevano serie anche se non gravi, ma dopo appena due ore l’uomo è scappato dall’ospedale: è stato poi ritrovato da una volante della polizia sulla via Casilina, dove giaceva a terra in stato di incoscienza. L’uomo è stato nuovamente ricoverato e operato al cervello. Per il romeno, che ore è in arresto per il precedente reato di furto a suo carico, si profila l’ipotesi di lesioni gravissime o quella di tentato omicidio. Sulla vicenda indaga il nucleo radiomobile dei carabinieri di Roma. (fonte Ansa)


L’ARENA di Verona

Le Strade del vino protagoniste ai tre giorni di Mondiali di pallavolo

SOAVE. Degustazioni e tour alla scoperta dei prodotti tipici

Le Strade del vino e dei prodotti tipici dell’Est veronese entrano nel medagliere dei Mondiali di pallavolo: la tre giorni sportiva che da oggi a lunedì ospiterà al Palazzetto dello sport di Verona le partite del girone eliminatorio B, diventa infatti vetrina per le eccellenze veronesi.

Il capitano è la Strada del vino Soave. È questo ente che porta la bandiera dei sapori scaligeri: in squadra, in questa prova in cui il vino e i prodotti tipici fanno sistema, giocano la Strada del vino Lessini Durello, la Strada del vino Arcole, la Strada del vino Valpolicella, la Strada vini Terradeiforti, la Strada del riso Vialone Nano veronese Igp, il Consorzio Prosciutto Veneto Euganeo ed il Consorzio Formaggio Monte Veronese Dop.

Brasile, Cuba, Spagna e Tunisia: sono queste le nazionali che giocheranno sottorete al Palazzetto e proprio a questo pubblico internazionale le Strade, alla loro ennesima prova di lavoro in rete, si propongono offrendo a stampa e vip delle squadre ospiti i prodotti di qualità, che fanno della provincia una immensa tavola dei sapori. Lo strumento è una degustazione che durerà tre giorni, al Palazzetto; e poi i tour promossi in collaborazione con l’assessorato all’agricoltura della Provincia, nelle aziende agricole e vinicole. P.D.C.



LA NUOVA VENEZIA

annone, i bambini a scuola di vendemmia e vinificazione

GIORNALE DI BRESCIA

Allarme alcolismo Corsi per arginarlo Dall’Associazione club alcolisti in trattamento

Urago Picchia la moglie e poi lotta con i carabinieri

Montirone Beve troppo, disturba i vicini e reagisce ai Cc

IL SECOLO XIX

Alcol liberoal distributore automatico, blitz dei carabinieri

LA REPUBBLICA

misure speciali per salvare la cattedrale dissuasori di moto e niente alcol

IL GIORNALE DI VICENZA

Gara di drink analcolici Elisir de Taal va a Roma

LA NAZIONE (Massa Carrara)

MASSA VAGAVANO ubriachi per le strade di Massa. Avevano bevuto talmente tanto da se...

GAZZETTA DI REGGIO

i furti spaventano ma le vere tragedie sono sulle strade

IL GAZZETTINO (Venezia)

CAORLE - Fiumi di birra, musica, tradizioni e solidarietà: tutto questo è il "Septemberfes...

Tre giovani, visibilmente ubriachi, hanno aggredito i vigili urbani in servizio in piazza San Marco....

IL GAZZETTINO (Udine)

CIVIDALE - (E.V.)Ubriaco al volante della sua bicicletta urta da solo un manufatto in cemento e cade...

L’UNIONE SARDA

Sbronza al volante causa un incidente: ragazza denunciata

 

Domenica, 26 Settembre 2010
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