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Rassegna alcol e guida del 23 settembre 2010

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

LA MORTE DELLA LORO AMICA LI HA AIUTATI A RIFLETTERE SUI LORO COMPORTAMENTI NEI RIGUARDI DELL’ALCOL E VORREBBERO FAR RIFLETTERE ANCHE ALTRI GIOVANI

 

TRENTINO Pagina 35 - Cronaca

Sono scesi in campo in nome della sedicenne vittima del sabato sera: «Il suo ricordo è la nostra benzina»

Contro l’alcol gli amici di Jessica

Il primo incontro a due mesi dall’incidente: «Mai brilli al volante»

FRANCESCO MORANDINI

GIOVEDÌ, 23 SETTEMBRE 2010

VAL DI CEMBRA. Sono scesi in campo, l’altra sera a Tesero, gli amici di Jessica Piffer, la ragazza di Faver morta il primo agosto in un incidente stradale causato dall’alcol: «Ragazzi, non bevete quando vi mettete al volante» hanno detto, mostrando la sedia vuota della giovane.

Lo hanno fatto l’altra sera nel corso dell’incontro promosso dall’Adsvp (l’associazione dei donatori di sangue di Fiemme e Fassa) sul tema della responsabilità degli adulti nei confronti del consumo di bevande alcoliche da parte dei giovani.

Assieme al portavoce Mattia Arcidiacono, a Valentina e Saverio, c’era un altro Mattia, il consigliere provinciale Civico, e Alice, figlia del presidente dell’Adsvp Clerio Bertoluzza, che assieme all’insegnante Cristina Giacomelli ha parlato dell’esperienza “Alcoperiamo” il progetto di peer-education avviato da alcuni anni dall’Itc di Predazzo.

Il giovane parrucchiere perginese ha spiegato - dopo la proiezione di un video commemorativo dell’amica Jessica e con l’emozione della prima volta - che il loro obiettivo è combattere il mix alcol e guida: «Io parlo da ragazzo - ha spiegato - e ai ragazzi non posso dire: “non bevete”, ma devo dire “non bevete quando guidate”. Questo e il ricordo di Jessica sono il nostro motore, la nostra benzina».

 Ha ricordato che su Facebook il gruppo “Quell’attimo inaspettato” ha già 1.400 amici, di cui Valentina, anche lei appena maggiorenne, ha sottolineato gli obiettivi: sensibilizzare la comunità, ricordare Jessica e fare informazione.

Il gruppo collabora anche con l’azienda sanitaria, s’è fatto uno statuto. Insomma vuole fare le cose in grande: elaborare dei video, parlare ai ragazzi. Come fanno da 4 anni i giovani di “Alcoperiamo” che hanno coinvolto migliaia di ragazzi.

Il pubblico presente fra cui molti appartenenti ai Cat, ha capito l’emotività di questi ragazzi proiettati nel giro di 40 giorni in un mondo prima sconosciuto, che a loro volta hanno compreso che il problema alcol non è legato solo alla guida: «Su 30.000 morti all’anno a causa dell’alcol» ha spiegato Guido Dellagiacoma già presidente dell’Apcat, solo 1.600 sono dovuti alla guida in stato di ebbrezza. Ricco e intenso il dibattito che ha contribuito ad arricchire i giovani da una parte, ma anche gli adulti dall’altra.

Si replicherà il 2 ottobre a Cavalese con la presenza del vicequestore di Trento, Roberto Giacomelli. Anche in quell’occasione saranno presenti gli amici di Jessica, con la loro testimonianza, il loro video e (probabilmente) con la sedia vuota per ricordare la giovane scomparsa quando aveva appena 16 anni. Nel frattempo è previsto un altro incontro, il 28 settembre, nel bar di Faver gestito dai genitori della giovane. Anche in quell’occasione sarà proiettato il video realizzato da Sara Tomaselli e dagli amici della scuola per parrucchieri.

E QUESTE, INVECE, SONO LE INTELLIGENTI PROPOSTE DEGLI “ADULTI”!

 

IL TIRRENO

«Giovedì bevute a un euro» Riecco la promozione alcol

il Tirreno — 22 settembre 2010   pagina 05   sezione: GROSSETO

GROSSETO.  Per le vie del centro storico torna a scorrere l’alcol a poco prezzo, e questa volta toccherà quota un euro. Non si è placato ancora l’eco delle polemiche che hanno visto i residenti del centro impegnati in una crociata contro gli schiamazzi notturni e le risse con tanto di atti di vandalismo, che il Bar Nirvana ha deciso di proporre nella serata del giovedì, gli “shortini” ad un euro.  Il chicchieratissimo bar di via Montanara ha deciso di far ripartire la serata del giovedì sera con alcolici a prezzi scontati e lo ha annunciato on-line. «A grande richiesta - si legge nella bacheca di facebook - ritornano i mitici shortini di 1 euro di Mimma. Naturalmente siete tutti invitati, non servono tessere o iscrizioni a circoli culturali, Mimma vuole bene a tutti basta che non fate danni».  L’adesione dei giovani grossetani è stata massiccia, in tanti hanno gradito l’invito all’ evento e si sono detti pronti a divertirsi: «Allora giovedì ci si mezza bene bene - scrive Gianluca - con dieci euro sai che sbornia». Ma le serate alcoliche a prezzo scontato non finiscono qui, perchè ogni venerdì il Nirvana propone serate a 4,50 euro e questa volta non solo per gli “shortini”, che prevedono bevande come vodka, whisky, limoncello e rum serviti in un piccolo bicchiere, ma anche per i coktails alcolici che solitamente hanno prezzi più elevati.  Con questi presupposti, sembra proprio che il bubbone sia pronto ad esplodere di nuovo e il Nirvana, è quasi certo, rientrerà nell’occhio del ciclone. - Roberta Bogi Pagnini

 

I DISCOBUS POSSONO RIVELARSI DEGLI AUTENTICI BOOMERANG SPECIALMENTE SE AD USARLI SONO DEI MINORENNI SENZA PATENTE


MESSAGGERO VENETO

Sicurezza, tredicimila i giovani trasportati sui pullman nelle discoteche della costiera

Messaggero Veneto — 22 settembre 2010   pagina 03   sezione: GORIZIA

Sono stati quasi 13 mila i giovani trasportati nel corso dell’estate da Overnight alla volta dei locali della baia di Sistiana. Ieri in Provincia sono state tirate le somme sulla sesta edizione della versione estiva del progetto, che si propone di trasmettere la cultura della sicurezza, insegnando ai ragazzi a evitare di mettersi alla guida se si è troppo stanchi o si ha bevuto. Per lo più si è trattato di passeggeri tra i 15 e i 18 anni(*), che per 13 sabati sera hanno raggiunto in tutta tranquillità uno dei principali punti di ritrovo delle serate estive. Nel 60 per cento dei casi i ragazzi avrebbero potuto raggiungere Sistiana con i propri mezzi, ma hanno preferito ricorrere a Overnight proprio per non mettere a rischio la propria patente o la vita. A seguirli sono stati in media 22 operatori per serata, che hanno fornito loro informazioni e risposto a eventuali quesiti. Proprio la presenza di personale preparato a gestire la situazione è stata determinante, in quanto ha consentito di prestare assistenza a 42 minorenni che hanno avuto bisogno di cure(**). In particolare nell’ultima serata è stata letteralmente salvata una vita, quella di una ragazza che era rimasta vittima di un arresto respiratorio, tanto che è stato necessario incubarla in ambulanza. Nel complesso si sono avvalsi delle corriere gratuite 1.700 giovani di Gorizia, 4.300 di Monfalcone e 6.500 di Trieste, grazie all’unione delle forze di vari soggetti, ovvero le Province di Gorizia e Trieste, le due Aziende sanitarie, le due Aziende provinciali trasporti, l’associazione carabinieri nucleo volontari e protezione civile, l’associazione Etnoblog e le cooperative la Quercia e 2001 agenzia sociale. Il progetto, giunto alla sesta edizione, è stato sostenuto dalla Regione, che nei mesi scorsi ha sottoscritto una convenzione con la Provincia di Gorizia, ente capofila. A tirare le somme sull’esito dell’iniziativa sono stati i rappresentanti dei vari enti coinvolti, con l’assessore provinciale Licia Morsolin che ha fatto gli onori di casa, alla presenza dell’assessore regionale alla sicurezza, Federica Seganti, che ha rimarcato che Overnight resta l’unico progetto di valenza regionale in questo settore: «Overnight, abbinato all’intensificazione dei controlli sulle strade, alla diffusione degli alcol test nei locali e alle iniziative per la guida sicura, ha sicuramente sortito i suoi effetti. La Regione tiene molto alla sensibilizzazione dei giovani, ma è impegnata anche in altri campi, come il bullismo, la violenza sulle donne e le truffe ai danni degli anziani. In futuro, sperando nel bilancio, contiamo di proseguire su questa strada». A scanso di equivoci, il presidente dell’Apt, Paolo Polli, ha ribadito lo spirito del progetto: «Overnight è sentito non perché portiamo i ragazzi a bere, ma in quanto consentiamo loro di muoversi in sicurezza.(***) Del resto hanno provato a imitarci anche fuori regione, a conferma della validità del progetto che portiamo avanti da sei anni»(****). Francesca Santoro

 

(*)NOTA: si tratta di ragazzi di 16-18 anni che non hanno ancora la patente e quindi se lo scopo del progetto è quello di “trasmettere la cultura della sicurezza insegnando ai ragazzi a evitare di mettersi alla guida…”, mi sembra che NON sia stato raggiunto. Hanno invece accompagnato nelle discoteche dei ragazzini che altrimenti non sarebbero andati.

 

(**)NOTA: non vorrei che la causa sia proprio il consumo di bevande alcoliche!!!

 

(***)NOTA: ….dopo aver bevuto…

 

(****)NOTA: hanno provato sì, ma poi si sono accorti che c’era un aumento del consumo di alcolici tra i ragazzi e quindi per salvaguardare la loro salute, e non solo la sicurezza stradale, hanno sospeso l’iniziativa.

 

CHE SIANO GIA’ LE CONSEGUENZE DEI SEI ANNI DI “OVERNIGHT”

 

IL PICCOLO

Piaga-alcol nell’Isontino, si inizia a bere a 13 anni

il Piccolo — 22 settembre 2010   pagina 04   sezione: GORIZIA

di FRANCESCO FAIN Si abbassa sempre di più l’età dei giovani che alzano il gomito. Secondo lo studio ”Passi per l’Italia”, già a 13 anni ci sono i primi approcci con l’alcol. Ed è un dato preoccupante. In particolare, si sta diffondendo sia a Gorizia che a Monfalcone il cosiddetto ”Binge drinking”, una problematica psico-sociale emergente, definibile come il bere ripetutamente in modo compulsivo fino ad ubriacarsi. In altre parole, il giovane ingerisce volutamente quantità ripetute di alcol in misura maggiore rispetto alle sue capacità psicologiche e fisiologiche e al contesto nel quale si trova. L’obiettivo (patologico), oltre quello di provare ebbrezza, è quello di arrivare all’ubriacatura completa. Su questi dati si innestano quelli di una recente indagine multicentrica contenuta nella relazione al bilancio dell’Azienda sanitaria isontina: dati secondo i quali il 21,8% degli adolescenti scolarizzati maschi e l’11,5% delle adolescenti scolarizzate femmine fanno un uso abituale (un giorno su tre) di alcol. Addirittura il 28,7% sempre degli adolescenti maschi e il 12,9 per cento delle rappresentanti del gentil sesso abusano di vino o birra. E sono numeri che non fanno altro che confermare l’importanza che ha avuto e sta avendo ”Overnight”. Come evidenziato di recente, lo studio ”Passi per l’Italia” dell’Istituto superiore di sanità ha evidenziato, nella nostra regione e anche nella nostra provincia, un numero di bevitori - indipendentemente dall’età - superiore a quello nazionale (75,6% contro il 63,7%), una percentuale di bevitori fuoripasto più elevata (24,4 contro 12,4%) ed infine una frequenza di bevitori eccessivi superiori alla media (10,4% contro l’8%). «La mancanza di interessi e l’assenza di obiettivi porta alla noia e a sentimenti di inutilità - sottolineano gli esperti -. Molti giovani si accostano all’alcol proprio per vincere questi sentimenti e per sentirsi vivi emozionalmente. È molto importante, perciò stimolare i ragazzi a porsi degli obiettivi (nello sport, a scuola….) e ad imparare a programmare il loro tempo libero. A tal scopo può essere utile che i genitori li rendano partecipi dei loro progetti e delle loro mete. Ma perché un giovane è portato a bere? Lo fa per sentirsi grande, beve per moda e lo fa senza nessun tipo di criterio. Passa molto spesso nella stessa serata dalla birra, al vino, fino ai superalcolici, spesso acquistati al supermercato per risparmiare qualche euro.

ECCO LE CONSEGUENZE DEL CONSUMO DI VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI

 

DENUNCE

 

TRENTINO Pagina 26 - Provincia

Autista ubriaco rischia 18 mesi di carcere

Alle 8 di mattina aveva un tasso alcolemico di 1,7: per la legge doveva essere zero

GIANCARLO RUDARI

GIOVEDÌ, 23 SETTEMBRE 2010

ROVERETO. La prima certezza: non ha fatto colazione con brioche e cappuccino. La seconda: ha alzato decisamente il gomito tanto che all’esame con l’etilometro, alle otto di mattina, è risultato un tasso alcolemico di 1,75 grammi per litro. E così: patente revocata, ammenda fino a 9.000 euro, arresto da 8 mesi a 1 anno e mezzo, fermo del veicolo per 60 giorni. Praticamente un disastro.

 Peggio di così non poteva andare per un autista di Tir slovacco che sulla sua strada ieri mattina ha incrociato una pattuglia del radiomobile di Rovereto. I carabinieri si sono accorti subito che J. D. 54 anni non aveva quella che si può definire una guida esemplare. Qualche sospetto lo hanno avuto quando hanno visto il camion procedere in maniera irregolare tanto che lo hanno fermato.

 E i sospetti sono aumentati quando si sono avvicinati all’uomo per chiedere i documenti: alito alcolico e occhi lucidi. Ahi, ahi, ahi, hanno pensato: ci siamo. Una prima verifica delle condizioni dell’autista è stata effettuata con il pretest dell’“alcol blow”, uno strumento che rileva la presenza di alcol. E la prima risposta è arrivata con il semaforo rosso. A questo punto inevitabile l’esame più accurato con l’etilometro. E i sospetti sono diventati certezza quando lo strumento ha segnato un tasso di 1,75. Dunque l’autista è ubriaco, a maggior ragione considerato che il limite è zero per gli autisti professionisti. E, come se non bastasse, il Tir aveva gli pneumatici quasi senza battistrada.

 Tanto basta, e avanza, per far scattare la procedura di ritiro della patente con tutto ciò che ne consegue. E che le conseguenze siano pesanti è fuori dubbio, tanto più con l’inasprimento delle pene previsto dall’articolo 186 bis del codice della strada per gli autisti professionisti oltre che per altre categorie di guidatori ai quali è vietato anche un goccio di alcol. Il conto della spesa è salatissimo: revoca della patente, ammenda da 2.000 a 9.000 euro, arresto da 8 mesi a 1 anno e mezzo, fermo del veicolo fino a 60 giorni. Se difficilmente andrà in carcere, potrebbe decidere di convertire ogni giorno di arresto che gli verrà comminato nella pena pecuniaria di 250 euro al giorno.


IL CENTRO

Arrestato al pronto soccorso

il Centro — 22 settembre 2010   pagina 10   sezione: L’AQUILA

AVEZZANO. Fugge alla vista dei carabinieri ma, dopo un inseguimento, si schianta contro un albero e poi finisce al pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano. Qui, dopo il caos combinato con minacce ai medici, è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, in quanto ha aggredito i carabinieri. Il giovane, G.G. , 32 anni di Avezzano, è risultato positivo a cocaina e alcol. Dopo l’alt eluso, la sua fuga a bordo di un’Alfa 147 è finita a Paterno con l’uscita di strada. E dopo l’ospedale è finito in cella.  Sempre ad Avezzano, i carabinieri hanno fermato un giovane di Collarmele a piazza Matteotti, vicino alla stazione ferroviaria, trovato in possesso di 13 grammi di hashish. E’ stato denunciato per detenzione di droga. I militari hanno inoltre controllato una trentina di immigrati nell’area del Fucino. Tre di loro, già espulsi in precedenza, sono stati arrestati. Dall’inizio dell’anno sono stati più di cento gli arresti nella zona. (p.g.)


CORRIERE DI COMO

Entra in una casa per rubare ma si ubriaca: in manette                

GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2010

Il proprietario, quando è rientrato, ha trovato un 23enne riverso sul divano intento a cantare canzoni ebbro di gioia e non solo. Ieri il direttissimo: ha rimediato dieci mesi

Alla vista di una vetrinetta con whisky, amari e limoncello non ha saputo resistere alla tentazione

L’obiettivo erano i gioielli e il denaro. Ma di fronte a quella vetrinetta piena di alcolici, evidentemente la sua grande passione, non è riuscito a resistere. Tanto da scolarsi in tutta allegria una bottiglia di wisky, una di amaro e, buon ultima, una di limoncello. «Decisamente la migliore», ha poi detto ai carabinieri intervenuti in un appartamento di Cantù per arrestarlo, tra una canzone siciliana e stornelli di ogni tipo, inebriato dalla magia dell’alcol. L’episodio tanto incredibile quanto reale, è avvenuto in una abitazione di via Pastonchi, nella città del mobile, e ha avuto come protagonista un 23enne nativo di Catania ma da tempo sul territorio brianzolo senza fissa dimora. Il tentativo di furto è iniziato nel modo usuale, ovvero con la forzatura di una finestra del soggiorno da parte del ladro che si è introdotto nella casa approfittando dell’assenza dei proprietari. Qui, però, tra un cassetto aperto e un cuscino ribaltato, in cerca di denaro e preziosi, ecco una visione tale da togliere il fiato: quella di una vetrinetta piena di bottiglie di ogni tipo, alcolici e superalcolici. La tentazione è troppa. La prima a bruciare la gola del 23enne è una bottiglia di whisky. Poi a cadere è una di amaro. Alla fine, la curiosità è per il limoncello. Svuotato anche quello. Il seguito del tentativo di furto è inevitabile. Il mondo comincia a girare, lo stomaco a ribellarsi e a farne le conseguenze sono i bagni dell’abitazione di un ignaro canturino che, quando infila la chiave nella toppa, scopre, riverso sul divano, il ladro completamente ubriaco. Dopo il comprensibile spavento, il proprietario chiama i carabinieri che, all’arrivo, si trovano di fronte ad una scena surreale, con il 23enne di origini siciliane intento, tra una canzone e l’altra, a decantare le doti di quel «limoncello che era il migliore di tutti».

La vicenda è inevitabilmente approdata ieri mattina in un’aula di Tribunale, per il processo per direttissima del giovane che ha poi rimediato una pena di 10 mesi.

IL CORRIERE ADRIATICO

Ubriaco al bar armato di coltello

23.9.10 - Civitanova Era stato allontanato perché ubriaco infastidiva i clienti di un bar del lungomare nord. L’uomo, un civitanovese di 50 anni, fermato l’altra notte dai Carabinieri della Compagnia di Civitanova, aveva con sé un pugnale. Il gestore del locale aveva segnalato al 112 che un uomo, in stato di ubriachezza, molestava i clienti ed era stato allontanato, ma dalla sua reazione sembrava non avesse tollerato e molti temevano volesse vendicarsi. Per questo hanno chiamato il 112 fornendo una descrizione dell’uomo, che tuttavia i carabinieri immaginavano di conoscere già.

Effettivamente i militari avevano capito di chi si trattasse, un giovane del luogo che non è nuovo a simili episodi. Era ad una cinquantina di metri dal bar e sembrava ci stesse ritornando, quando alla vista dei militari ha gettato a terra un pugnale avente una lama di 11 cm. I Carabinieri l’hanno bloccato e condotto nella Caserma di via Carnia. La scena del pronto intervento dei carabinieri non è passata inosservata ai clienti del bar che si sono subito resi conto del rischio che stavano per correre. Il coltello, sequestrato, era portato abusivamente e per tale reato l’uomo è stato denunciato alla magistratura del capoluogo.

INCIDENTI STRADALI

 

MESSAGGERO VENETO

Ubriaco e senza patente esce di strada Scattano denuncia e sequestro dell’auto

Messaggero Veneto — 22 settembre 2010   pagina 04   sezione: PORDENONE

Il caso E’ uscito di strada con la sua auto in maniera autonoma, sottoposto ad alcoltest non solo è risultato positivo, ma la polizia municipale ha pure accertato che l’automobilista guidava senza patente (perché gli era stata ritirata per analogo motivo) e senza copertura assicurativa. Portato al comando per accertamenti, la sua posizione, almeno dal punto di vista giudiziario e amministrativa, si fa decisamente seria. Il tutto è accaduto ieri, alle 17.30, all’incrocio tra via Montereale e viale Venezia, a Pordenone, dove un pordenonese di 38 anni, L.L., è uscito autonomamente di strada con la sua Citroen Diane d’epoca. Uscito illeso dal fossato dov’era finita l’auto, al momento dei rilievi la polizia municipale l’ha sottoposto ad alcoltest, accertato una guida in stato d’ebbrezza piuttosto elevata: l’esito è stato di 2,40 grammi di alcol per litro di sangue, terza fascia di gravità, essendo il massimo consentito pari a 0,50. Immediata è scattata la denuncia per guida in stato d’ebbrezza così come l’auto è stata sottoposta a sequestro: se sarà accertato che è di proprietà dell’automobilista conducente, è molto probabile la confisca. L’uomo è risultato avere già un provvedimento di sospensione della patente a seguito di un incidente stradale in cui era rimasto coinvolto e risultato già positivo all’alcoltest. Dagli accertamenti è pure emerso che l’auto non risultava assicurata.

ATTI DI VANDALISMO

 

ALTO ADIGE

Piazza Erbe: «Dateci le telecamere»

Alto Adige — 22 settembre 2010   pagina 15   sezione: CRONACA

BOLZANO. Piazza Erbe: esercenti e abitanti dicono basta agli atti di vandalismo, al degrado, ai recenti atti di violenza. A maggio, in un’accorata lettera a sindaco, presidente della Provincia e forze dell’ordine, avevano chiesto un intervento. Ma sinora nessuno ha risposto. E adesso monta la rabbia.  Gli abitanti e gli esercenti di piazza Erbe non ce la fanno più. Anzi, per meglio dire: non ce la fanno più da molto tempo. Tanto che sono sempre più i residenti che si trasferiscono altrove per trovare almeno la pace notturna. A fine maggio - esasperati dai continui atti di vandalismo e dallo stato di degrado in cui versa la piazza, specie in orario notturno, nei finesettimana - commercianti e abitanti avevano scritto una accorata lettera al sindaco Spagnolli, spedita per conoscenza anche al presidente Durnwalder e ai rappresentanti delle forze dell’ordine. Sostanzialmente, si chiedeva maggior tutela per la piazza e l’installazione di un sistema di videosorveglianza, che servisse in primo luogo da deterrente per i comportamenti incivili e, secondariamente, per identificare e punire gli autori di atti di vandalismo o peggio. Nella lettera ci si chiedeva: «Cosa si aspetta ad intervenire? I primi feriti? Peggio?».  «È trascorsa tutta l’estate, ma nessuno si è degnato di risponderci», commenta irritato Pippo Mainone, portavoce dei titolari di bancarelle in piazza. «Purtroppo siamo stati dei profeti. Perché oltre alla inciviltà e agli atti di vandalismo, sempre più diffusi, nell’ultimo mese in piazza e negli immediati dintorni sono capitati diversi atti violenti. Nell’ordine: prima hanno pesantemente sfregiato un ragazzo in via Streiter; in seguito un nostro collega è stato addirittura accoltellato e derubato di 700 euro nel parcheggio sotterraneo in via dei Vanga; infine, le bottigliate in testa venerdì notte. Noi lo avevamo scritto nero su bianco, che le cose stavano via via peggiorando, ma nessuno ci ha dato retta. Ora ne abbiamo le tasche piene».  E non sono soltanto i titolari delle bancarelle, a lamentare una situazione insostenibile, ma pure i baristi, come Daniele Turrina, del Downtown: «Le serate davvero difficili per fortuna sono una ogni due o tre settimane, ma non è possibile che come gestore io a volte abbia paura di parlare con qualcuno dei miei avventori. C’è chi, su di giri per l’alcol, si ferma a bere sui tavolini esterni del mio bar e se li mandi via rischi grosso. Le bevande se le portano da casa, come il 99% di chi crea problemi in piazza. E siamo noi a dover pulire, compresi bottiglie e lattine di bevande che non vendiamo noi. Questo non è corretto, non è giusto». Le telecamere? «Non mi piacciono, ma possono servire. Sto per installarle addirittura nel mio bagno al piano di sotto».  D’accordo sull’uso delle telecamere anche Birgitta Puustinen, titolare di vineria e annesso negozio di specialità. «Ben vengano, ma solo se poi si agirà di conseguenza. Cioè se serviranno per identificare e in qualche modo punire chi trasgredisce».  Infine il fronte di chi non ce l’ha più fatta: abitava in piazza, se n’è andato. Il macellaio Gottfried Egger: «Io non me lo posso permettere, ma mio fratello, con due bimbi, ha deciso di trasferirsi altrove: qui in estate non si dorme più». Idem Sonia Ebner, stand dei würstel: «È sempre peggio. Mica puoi telefonare tutte le sere a 112 o 113. Trasferirsi è una necessità. Almeno per chi è in affitto, perché se è casa tua... Se hai comprato, casa tua non vale più niente». Conferma la cliente Diana Fister: «Anche io mi sono trasferita».   - Davide Pasquali


VIOLENZA

 

IL GAZZETTINO

Cesare Arcolini

Si barrica nel bar armato di coltello

Giovedì 23 Settembre 2010,

Notte di terrore tra corso del Popolo e l’Arcella. Due tunisini hanno creato il panico, tentato di uccidere un carabiniere, poi sono stati arrestati. In manette sono finiti Wahbi Abdawi, 24 anni e Nasseroine Karfi di 26. Probabilmente annebbiati dai fumi dell’alcol all’una di notte sono entrati in un negozio di kebab di corso del Popolo 75. Al titolare avrebbero chiesto della birra e un coltello. L’uomo, spaventato si è chiuso dentro e ha chiamato il 112. Quando i carabinieri del Norm si sono presentati sul posto, l’esercente ha riferito che i due sospettati si erano già dileguati in direzione strazione ferroviaria. Così è stato. All’uno e trenta i militari hanno sentito urla provenire dal cavalcavia di viale Codalunga. Si sono avvicinati e hanno visto due individui che con dei cocci di bottiglia intimavano ai militari di allontanarsi. La «gazzella» è stata oggetto anche di una sassaiola. Dopo qualche minuto, quando la situazione sembrava essersi calmata, è giunta un’ulteriore telefonata alla centrale operativa. Arrivava da via Tiziano Aspetti 14. Era il titolare dell’Istambul kebab che chiedeva aiuto perché due maghrebini stavano disturbando davanti alla sua vetrina mentre lui stava facendo le pulizie. In forze i carabinieri si sono recati sul luogo della segnalazione. Nasseroine è stato il primo ad arrendersi. Dopo aver minacciato i militari con un coccio di bottiglia, è stato disarmato e portato via. L’altro si è barricato nel kebab. È andato in cucina e ha afferrato due coltellacci. Ad un carabiniere che gli si poneva davanti, ha detto: «Ho muori te o muoio io» e altri frasi senza senso. Quando con un fendente ha sfiorato la gola di uno dei militari, d’istinto, un collega ha fatto partire un colpo di pistola in aria per far desistere l’aggressore. Così è stato. Wahbi Abdawi, che nel frattempo si era denudato della maglia, ha avuto una esitazione ed è stato bloccato. Nessun militare è rimasto ferito. Lievi abrasioni per i due maghrebini. Coordinati dal pubblico ministero Federica Baccaglini, i due sono finiti in carcere. Abdawi con le pesanti accuse di tentato omicidio, tentata rapina, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, minacce e danneggiamenti. Il «socio» per resistenza a pubblico ufficiale e minacce. Seppur ammanettati, nelle «gazzelle», hanno danneggiato gli interni e hanno commesso atti di autolesionismo.

IL MATTINO

Infastidisce la clientela, gestore lo bastona.

Alessandra Montalbetti Un apprezzamento di troppo, frasi offensive e l’insistente disturbo della clientela, prevalentemente femminile: questi gli elementi alla base della violenta rissa scatenatasi nella centralissima piazza Libertà e che ha fatto perdere la calma al gestore di un noto esercizio pubblico, fino ad armarsi di un bastone. Un trentunenne tunisino B. H. K., in evidente stato di ebbrezza e già noto alle forze dell’ordine, una volta entrato nell’esercizio pubblico, in tarda serata, inizia ad infastidire la clientela e ad importunare le ragazze che stavano consumando dei drinks. Il gestore del bar assiste alla scena, lo invita dapprima ad uscire dal locale per far ritornare la calma tra i presenti, ma i suoi tentativi cadono nel vuoto. La situazione degenera in un attimo. B. H. K. non ha nessuna intenzione di abbandonare il locale e continua nel suo intento. Volano parole grosse tra il gestore e il cliente non gradito. Ma quel che è peggio è che dalle parole i due sono passati rapidamente alle mani. Il gestore dell’esercizio pubblico non ci pensa su due volte, prende un bastone e colpisce il trentunenne alla testa. Ad evitare il peggio e che la rissa finisse in tragedia, il rapido intervento di una volante della polizia che, da ieri pomeriggio, ha intensificato i controlli in vari punti strategici della città con la presenza di pattuglie anticrimine. Gli uomini della volante hanno provveduto a bloccare il giovane tunisino e durante il tragitto in ospedale, per sottoporlo alle cure mediche, sono stati a loro volta aggrediti. Il trentunenne si scaglia anche contro gli agenti: inveisce e li colpisce con violenza; tanto che i militari in servizio sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari, per le ferite riportate, giudicate guaribili in sette giorni. Il giovane tunisino invece ne avrà per quaranta giorni, ma per il suo comportamento violento si sono spalancate le porte del carcere. A suo carico la denuncia per violenza, danneggiamento aggravato, resistenza e minacce a pubblico ufficiale. Gli agenti hanno provveduto a denunciare anche il gestore dell’esercizio pubblico, un irpino di 48 anni, per lesioni aggravate e detenzione di oggetti atti ad offendere.


E QUESTE SONO LE CONSEGNUENZE NEI PAESI MUSSULMANI

 

ANSA

Turchia: aggrediti perche’ bevono alcol

Aggressori gridavano ’Allah e’ grande’, nessun arrestato

22 settembre, 11:48

 (ANSA)- ANKARA, 22 SET- Almeno 5 persone che partecipavano ad un vernissage a Istanbul sono state ferite a colpi di spranga e di coltello perche’ bevevano alcolici. Ad aggredirli una trentina di persone. L’incidente, nello storico quartiere di Beyoglu, sulla riva europea della metropoli.’Siamo stati assaliti perche’ stavamo bevendo in strada,davanti all’ingresso delle gallerie d’arte’,ha detto alla Ntv uno degli invitati. Gli aggressori ’gridavano ’Allah Akbar’ (Allah e’ grande).La polizia ’non ha arrestato nessuno’.

 


IL LAVORO DELLE FORZE DELL’ORDINE

 

IL TIRRENO

Veicoli sequestrati e patenti ritirate

il Tirreno — 22 settembre 2010   pagina 07   sezione: LUCCA

  LUCCA. Prosegue l’attività di controllo notturno condotta dalla polizia municipale con il progetto “Notti sicure”. «L’estensione del controllo - sottolinea l’assessore Elio Cappellini - sta dando importanti risultati». Venerdì 17 settembre, controllati 10 veicoli, effettuati 10 pretest alcol, sequestrati 2 ciclomotori, rilevate 10 infrazioni nel centro storico, controllati 10 esercizi pubblici. Sabato 18 la pattuglia ha ritirato una patente e rilevato 44 violazioni nel centro. Controllati anche 10 esercizi pubblici e rilevato un sinistro stradale con feriti. Domenica 12: 23 controlli, 55 pretest alcol, un etilometro, rilevata una guida in stato di ebbrezza, effettuata una rimozione e contestate 17 violazioni nel centro storico.  Inoltre, nei giorni di fiera, sanzionati due ambulanti che occupavano il suolo pubblico oltre il previsto.

 


IL TIRRENO

Picchia un vigile dopo un incidente

il Tirreno — 22 settembre 2010   pagina 01   sezione: MONTECATINI

MONTECATINI. Viaggiava su un’auto rubata, in stato di ebbrezza, senza aver mai preso la patente. In queste condizioni ha anche provocato un incidente ed è fuggito. Quando l’hanno fermato è saltato fuori che aveva i documenti falsi, si spacciava per romeno quando in realtà era un albanese clandestino. Per chiudere la serata in crescendo ha pure picchiato un vigile urbano. La sorpresa finale per il collezionista di reati è arrivata con la scoperta di una pena da scontare per vecchi reati. Dopo la gazzarra inscenata in centro domenica sera per l’albanese di 29 anni, domiciliato in città, è scattato l’arresto.  Sono stati i carabinieri del nucleo radiomobile con gli agenti della polizia municipale a bloccarlo.  Tutto nasce da un incidente stradale in via Toti tra una moto e l’auto condotta dal giovane che fugge.  Rintracciato poco dopo in via Mameli da una pattuglia dell’Arma e da una dei vigili urbani, nel tentativo di sottrarsi al controllo si è scagliato contro un vigile urbano procurandogli lesioni giudicate guaribili in dieci giorni. Subito bloccato e portato in caserma in arresto per violenza e resistenza a pubblico Ufficiale, ricettazione, guida senza patente e in stato di ebbrezza alcolica.  L’auto sulla quale viaggiava è risultata rubata a Chiesina Uzzanese e l’albanese positivo all’alcol test nonché sprovvisto i patente di guida perché mai conseguita.  Un personaggio del genere meritava un approfondimento sul suo passato. E così i carabinieri sono riusciti, attraverso le impronte digitali, a scoprire che inizialmente aveva esibito un documento falso che è stato sequestrato; invece di essere un cittadino romeno era un albanese, clandestino, in Italia senza fissa dimora. Immediata la denuncia anche per quel reato. A suggellare la giornata no è arrivata anche la notifica di una ordinanza di carcerazione per scontare una pena di quattro anni e due mesi di reclusione per ricettazione, furto, lesioni ed evasione. P.B.

 


IL TIRRENO

Denunce e sequestri

il Tirreno — 22 settembre 2010   pagina 03   sezione: PIOMBINO

  PIOMBINO. I dati che emergono dalle statistiche delle forze dell’ordine, rilevano, nei primi otto mesi del 2010, una situazione pressoché stabile rispetto all’anno passato.  Per quanto riguarda le sostanze stupefacenti, il comando dei carabinieri di Piombino conta 7 arresti per droga, 16 denunciati in stato di libertà, 42 persone segnalate. Le sostanze sequestrate: 550 grammi di hashish, 160 dosi tra cocaina ed eroina, 51 piante di marijuana. Al commissariato di polizia, rendono noti 13 arresti, 3 denunce, 3 segnalazioni alla prefettura.  Nell’ambito poi delle requisizioni, il vicequestore Alberto Tricoli invita però alla prudenza di fronte alle cifre, spesso conseguenza della casualità negli interventi e quindi non sempre statisticamente paragonabili. Cinque comunque i grammi di cocaina sequestrati (l’anno scorso erano stati 362), addirittura oltre 10 chilogrammi l’hashish rispetto ai soli 12 grammi del 2009. Alto anche il valore dell’eroina, complice il recente fenomeno che vede la possibilità di assunzione diversa dalla solita iniezione, ad esempio attraverso l’inalazione.  «Il pusher piccolo è spesso a sua volta consumatore - spiega Tricoli - Considerevole il numero degli stranieri coinvolti, soprattutto nordafricani. Contrariamente a quanto si possa pensare, spesso i fermati sono individui integrati socialmente. È capitato poco tempo fa anche un operaio delle acciaierie».  In crescita anche i casi di guida in stato di ebbrezza. Qundici sono state le violazioni dell’articolo 186 del codice della strada sull’abuso di alcol contestate nell’ultimo anno dalla polizia stradale nel tratto fra San Vincenzo e Follonica. Oltre un centinaio (25 solo nel periodo estivo) dai carabinieri di Piombino, che hanno intensificato i controlli soprattutto il sabato sera. F.L.

 


SICUREZZA ALLA GUIDA SIGNIFICA ZERO ALCOL E NON BEVANDE A BASSO CONTENUTO ALCOLICO

 

IL TIRRENO

Baristi in gara all Hermitage in nome della sicurezza alla guida

il Tirreno — 22 settembre 2010   pagina 06   sezione: PIOMBINO

  PORTOFERRAIO. Divertirsi in sicurezza.  Non rinunciare a un drink ma bere con consapevolezza senza abusi utilizzando bevande a basso contenuto alcolico.  Il tutto per rimanere nei limiti di tolleranza imposti dal Codice della strada ed evitare in questo modo la positività dei controlli dell’etilometro.(*)  Il tutto partendo da un concetto di base: una corretta preparazione del cocktail, con la giusta dose di alcool, può consentire di concedersi un drink senza sgarrare.  Di certo qualcosa di più di una prova di abilità quella del concorso nazionale per barmen che giovedì si svolge all’hotel Hermitage legato ad un concorso dedicato a Vincenzo Gasparri e uno legato al premio Elba Drink.  Si inizia alle 15 con il ritrovo dei partecipanti e a seguire le due iniziative.  Un concorso, giunto alla sua quindicesima edizione, che vede concorrenti barmen (provenienti da tutte le sezioni Aibes d’Italia) impegnarsi nella creazione di una categoria di cocktails moderatamente alcolici con un massimo di gradazione alcolica non superiore ai dodici gradi. Un progetto portato avanti dall’Aibes e Elba Drink in accordo con Usl 6 di Livorno e polizia stradale per una guida consapevole.  Hanno collaborato al progetto anche l’Anca, l’Associazione nazionale contro l’Alcol e personaggi famosi ospiti abituali dell’Elba (in testa a tutti Attilio Romita conduttore del Tg1 che presenterà la serata), che hanno garantito con la loro partecipazione di amplificare il messaggio che dall’Elba uscirà, quello di “divertirsi in sicurezza”.  Bernardo Ferro capo barman dell’hotel del Golfo, insieme a Marco Giovarruscio (hotel Hermitage) e Paolo Stoppa (hotel Villa Ottone) è uno dei promotori dell’iniziativa. Dice: «Il bere sia sempre e solo un piacere. Con questo messaggio vorremmo sensibilizzare i nostri clienti, in particolar modo il target giovanile e i nostri colleghi barman, sui rischi collegati all’abuso di bevande alcoliche».  Vacanze insomma senza rischio quello che può derivare dall’abuso di alcol dopo una serata trascorsa con gli amici.  Rimarca Marco Giovarruscio: «L’isola d’Elba non è solo spiagge mare ambiente incontaminato ma è anche divertimento alla sera nei bar nei locali di musica dal vivo per i giovani ed è bello incontrarsi e socializzare e non vi è niente di meglio che bere un drink insieme. Ma è ancor più importante tornare insieme nelle case o negli alberghi con il proprio mezzo in sicurezza».

 

(*)NOTA: per i primi tre anni di patente il limite di alcol è zero, per cui tutti i giovani fino ai 21 anni non possono consumare alcolici prima di mettersi alla guida.

Venerdì, 24 Settembre 2010

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