OCCHIO A “OCCHIO ALLA SPESA” Un produttore di vino, Luigi Fraccaroli, comunica attraverso le sue bottiglie: “BERE & GUIDARE è possibile Un uomo di circa 75-80 kg di peso che beve 3 bicchieri (circa un quarto di litro) di questo vino farà registrare nell’espirato un tasso di alcolemia non superiore a 0,5 (limite consentito per la guida)”. Viene anche spiegato che questo succede a seguito di un pasto della durata di almeno due ore e che per le donne bisogna bere al massimo un bicchiere. Questo produttore viene invitato alla trasmissione di Raiuno “Occhio alla spesa”. Da un programma che dichiara di stare dalla parte dei consumatori ci si aspetterebbe una forte denuncia a questo comportamento pericoloso e scorretto, al limite della legge (se non oltre), invece… Invece il conduttore Alessandro Di Pietro definisce l’idea “intelligente”, e il produttore un “pioniere”, e organizza la trasmissione in modo da dimostrare la validità di questa bella trovata. Grazie al vice questore aggiunto della Polizia Stradale dottor Santo Puccia e il dottor Emanuele Scafato l’informazione viene riportata sui binari della correttezza, vengono smontate tutte le tesi esposte fino a quel momento in trasmissione e spiegati i motivi per i quali il messaggio corretto è che chi si mette al volante non deve prima consumare nemmeno un goccio di vino, birra o altri alcolici. Potete vedere l’interessante trasmissione a questo link (a partire dal minuto 18.30) http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a073b88a-ce3c-4040-b238-66d276f16738.html .OPINIONE.IT Il dovere del poliziotto? Essere picchiato di Dimitri Buffa Ogni giorno che Dio manda in terra sei poliziotti vengono picchiati nell’adempimento del proprio dovere da parte di cittadini che intendono impedirgli di compiere il loro dovere. E’ il costo della mobilitazione permanente della piazza. E anche delle manifestazioni spontanee e non autorizzate, come quelle che il 14 dicembre sconvolsero Roma quando non passò la sfiducia a Berlusconi orchestrata da Fli. Sia come sia, ad un numero crescente di appartenenti alle forze dell’ordine nel corso del 2010 è capitata la sorte di venire insultati e picchiati. Gli episodi di violenza registrati ai danni di uomini e donne in divisa sono stati ben 2.079, una media di 173 al mese e poco meno di 6 al giorno, complessivamente l’1,3% in più dell’anno precedente. Ad aggiornare il singolare bilancio è lo speciale Osservatorio “Sbirri Pikkiati” dell’Asaps, cioè l’Associazione amici sostenitori polizia stradale. Dei 2.079 casi monitorati l’anno passato, il 39,3% si è verificato al sud, il 35% al nord e il 25,6% al centro. A finirne vittime per lo più carabinieri (50,3%), poliziotti (37,4%) e vigili urbani (10,8%). Nel 30% degli episodi, l’aggressore era ubriaco o sotto l’effetto di droghe. All’Asaps dicono che “le droghe allentano spesso i freni inibitori e questo è anche uno dei fattori più delicati”. Perché? “Perché in questo contesto noi teniamo un conto impopolare, quello delle botte e della violenza che, quotidianamente, rimediamo sulle strade del paese. A difendere la legalità ci sono poliziotti, carabinieri, finanzieri, agenti delle polizie locali. La loro età media invecchia, il loro numero diminuisce e, con esso, la propria capacità operativa. Spesso perdono anche il rispetto della gente e il ’timore reverenziale’ che, in qualche modo, poteva rappresentare uno scudo protettivo”. Giusto a onore del vero va sottolineato che spesso anche i sindacati delle forze dell’ordine nel 2010 hanno fatto ricorso alla piazza, magari con modalità non molto amichevoli. Per non parlare dei comunicati aggressivi e sarcastici per i quali l’Oscar della fantasia va senz’altro al Coisp di Maccari. Che pochi giorni orsono, all’inizio dell’esodo tunisino verso Lampedusa, aveva mandato a tutti gli organi di informazione un volantino così intitolato: “tunisini ed egiziani venite pure e aiutateci a cacciare Berlusconi”. Salvo poi, in un comunicato dello scorso 16 febbraio, affermare che “a Lampedusa gli operatori della polizia fronteggiano una vera e propria emergenza in condizioni al limite della resistenza ma, incredibilmente, sono gli immigrati a lamentarsi e recriminare”.L’ADIGE Sei ubriaco al volante? Allora paghi lavorando gratis PERGINE - Vi hanno beccati ubriachi al volante? Al posto della multa, potreste andare a lavorare. Dopo aver soffiato nell’etilometro avevate una quantità di alcol nel sangue compresa tra 0,5 e 0,8 grammi su litro, così da prendere una multa di almeno 500 euro? Allora, per un paio di giorni, potreste diventare giardinieri, fare manutenzioni al pubblico arredo o negli uffici sanitari. Lo prevede una convenzione sottoscritta dal Comune di Pergine con il Tribunale di Trento, che consentirà di estendere la pena alternativa del lavoro di utilità sociale ai reati previsti dal nuovo codice della strada (in particolare si tratta dell’articolo 186, comma 9 bis). Come spiegato in questa pagina il 3 febbraio, sarà possibile sostituire la detenzione o la multa con «la prestazione di un’attività non retribuita a favore della collettività da svolgere, in via prioritaria, nel campo della sicurezza e dell’educazione stradale, presso comuni, enti o organizzazioni di assistenza sociale e di volontariato, o centri specializzati di lotta alle dipendenze». A meno che il conducente in stato di ebbrezza non provochi un incidente stradale, perché in questo caso vale il pugno di ferro: sanzioni raddoppiate, fermo amministrativo del veicolo per 180 giorni e - se alla prova dell’etilometro si superano gli 1,5 grammi - patente revocata. Il lavoro di pubblica utilità avrà la stessa durata della sanzione detentiva comminata, mentre per quanto riguarda le pene pecuniarie la conversione sarà effettuata con il criterio che un giorno di servizi sociali sarà pari a 250 euro. Le categorie di lavoro socialmente utili da svolgere in alternativa alla pena sono state messe nero su bianco da un decreto ministeriale del 2001: tutela della flora e della fauna, manutenzione delle strutture sanitarie e del patrimonio pubblico. CORRIERE ADRIATICO Otto anni per abusi sulla figliastra L’imputato nel frattempo si è trasferito all’estero dove ha fatto perdere le tracceAscoli Il collegio giudicante del tribunale di Ascoli, Tatozzi presidente, Bartoli e Fedeli a latere, ha condannato ieri mattina C. D. S. a otto anni di reclusione per aver abusato, con ogni tipo di angherie sia fisiche che psicologiche della figliastra, al tempo dodicenne. L’imputato, 54 anni di origini italiane, attualmente contumace poichè risiede all’estero per quasi un lustro ha vissuto ad Ascoli. Il pubblico Pirozzoli aveva chiesto una condanna a 10 anni. Una vicenda sconvolgente, ricostruita dalla testimonianza della stessa vittima la quale ha raccontato la sua drammatica odissea iniziata nel Duemila. La madre aveva sposato in seconde nozze l’uomo. Per diversi anni C. D. S. ha abusato della ragazzina, a volte quando era in stato di ebrezza. Approfittando dell’assenza della moglie, immobilizzava la dodicenne legandola al letto con il filo del telefono ed infilandole una calza di nylon in bocca, in maniera che non potesse urlare, per poi sottoporla ai suoi turpi desideri erotici. Per anni la dodicenne si è tenuta dentro lo sconvolgente segreto. Poi, dopo che la famiglia si era trasferita nel 2002 ad Ascoli, dove risiedono alcuni parenti dell’uomo, nella speranza di trovare un lavoro dopo la grave crisi finanziaria che aveva colpito l’Argentina, la ragazza si è innamorata di un coetaneo ascolano. Assillata dal tremendo pensiero delle angherie che era stata costretta a subire dal patrigno contro la propria volontà la ragazza ha trovato il coraggio di confessare tutto al suo fidanzato. Quest’ultimo è riuscito a convincerla che la cosa migliore da fare era di raccontare tutto alla magistratura. E’ quindi scattata la denuncia nei confronti del patrigno per i reati di violenza sessuale aggravata dalla giovanissima età della giovane, dallo stato di inferiorità psicologica e dal legame di parentela in quanto la ragazza è una figlia legalmente riconosciuta dalla legge ed affidata alla sua custodia. Numerosi gli episodi che sono stati contestati a C. D. S. ma per alcuni di essi l’uomo è stato assolto per avvenuta prescrizione o perchè nel frattempo i reati si sono estinti. Reati che sono stati commessi in un paese straniero ma è toccato alla giustizia italiana occuparsi della spinosa vicenda in quanto, in base all’articolo 604 del codice penale, quando il fatto è commesso all’estero da cittadino italiano o in suo danno o da uno straniero in concorso con un cittadino italiano, il processo deve essere celebrato in Italia. Attualmente C. D. S. è contumace in quanto risiede all’estero e non si conosce la sua attuale residenza. La sua difesa nel dibattimento è stata affidata ad un legale d’ufficio.YAHOO.COM Salute: Alcol Non Concilia Sonno, Chi Beve Dorme Meno (ASCA) - Roma, 17 feb - Il bicchierino della staffa non concilia il sonno, anzi l’alcol rischia di buttare giu’ dal letto anticipatamente. Un fenomeno che interessa piu’ le donne che gli uomini secondo quanto si legge in uno studio su Alcoholism: Clinical & Experimental Research. Qualche drink di troppo puo’ ridurre drasticamente la qualita’ del sonno, agendo in due fasi: la prima di sonno piu’ profondo, favorito dal tepore provocato dall’alcol, la seconda annunciata da occhi sbarrati e veglie prolungate. ’’Molti utilizzano l’alcol in modo regolare per aiutarsi con i problemi di sonno’’, dice Todd Arnedt, psichiatra dell’Universita’ del Michigan e autore della ricerca che ha coinvolto 93 adulti sani con un’eta’ media di 20 anni.IL GAZZETTINO (Vicenza) A PESCARA 45enne bassanese stroncata da un probabile cocktail di alcol e metadone PESCARA - Un mix di metadone e alcol è probabilmente tra le cause della morte di Monica Tonin, 45 anni, nativa di Bassano, da qualche tempo trasferitasi nelle Marche, trovata priva di vita, ieri, in un’abitazione di Pietranico (Pescara). Il rinvenimento è stato fatto dal trentottenne che l’aveva ospitata per la notte. I due si erano conosciuti martedì allo scalo ferroviario di Ancona. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri di Penne (Pe), la donna, in stazione, aveva incontrato e poi raccontato all’uomo di dover andare a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) per incontrare un’amica. Il treno intercity non fermava, però, nella cittadina marchigiana, e così i due sono arrivati insieme a Pescara e poi a Pietranico. Giunti a casa del 38enne, avrebbero bevuto molto, ingerendo poi medicinali per il mal di testa insieme a metadone. Ieri mattina l’uomo si è destato, ha trovato la conoscente esanime e ha cercato di rianimarla. Visto vano ogni tentativo, ha allertato i sanitari del 118 che, al loro arrivo, hanno solo potuto constatare il decesso della vicentina. La salma della Tonin è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale di Pescara. Il magistrato inquirente, Paolo Pompa, ha disposto l’autopsia che sarà forse effettuata oggi. I carabinieri hanno impiegato alcune ore per identificare la donna, sprovvista di documenti. Domiciliata a Civitanova Marche (Mc), da qualche mese Monica viveva in una comunità di recupero a Forlì. In casa del 38enne pescarese, che comunque non risulta indagato, sono state sequestrate confezioni di metadone. REPUBBLICA.IT Rugby, in Spagna no al terzo tempo "Solo una scusa per ubriacarsi" Incredibile a Barcellona: la tradizione del dopo partita della palla ovale è stata vietata con tanto di macchina della polizia municipale, lampeggianti e palette. "Ci accusano di fare bere anche i bambini, ma è assurdo, il motivo è che non conoscono il nostro sport" di RAFFAELE R. RIVERSO BARCELLONA - Quando ha visto la macchina della polizia municipale allo stadio, non poteva crederci. Jordi Homs, presidente del club di rugby CN PobleNou-Enginyers, sapeva che i vigili erano venuti a controllare "il normale svolgimento" del terzo tempo: "Ci accusano anche di ubriacare i bimbi, è assurdo". Casualmente alla partita di terza divisione, che il club barcelonista giocava contro una squadra di Valencia, c’era in visita il presidente della federazione spagnola di rugby, Alfonso Mandado, che è rimasto impietrito quando ha visto lampeggianti e palette. I problemi sono iniziati quando il comune di Barcellona ha deciso di attuare "senza eccezioni" la normativa che proibisce bere e mangiare all’interno di impianti sportivi fatto salvo il recinto del bar: "Quello che vogliono - inveisce Homs - è che andiamo a fare il terzo tempo al bar e non nel nostro clubhouse (sempre all’interno dello stadio) dove abbiamo i nostri trofei, le nostre fotografie, le magliette internazionali. L’ambiente perfetto per un terzo tempo. Non è una questione di soldi, bensì di principi". Ed è per questo motivo che i vigili erano lì: "Ci fanno mobbing. Controllano che nessuno di noi esca a prendere una boccata d’aria fuori dal clubhouse, con una birra o un panino, anche solo per pochi istanti". Il perché di questo "sequestro" secondo Jordi sta nel fatto che al Comune "conoscono così poco il rugby che pensano che il terzo tempo sia un momento per ubriacarsi. Il nostro è uno sport di aggressività regolata. Il terzo tempo è il ritorno all’ordine dopo il caos". Naturale, come la quiete dopo la tempesta: "Si tratta di un momento di pace dove sfogare tutta l’adrenalina che si è accumulata durante gli 80 minuti. Perché nel rugby non ci sono nemici, ma solo avversari. Il fatto è che al Comune di Barcellona per quando riguarda il rugby regna l’ignoranza". Il terzo tempo, infatti, è il trait d’union tra una partita del Sei nazioni e una di Terza divisione. È il momento in cui si annullano le differenze tecniche e tutti i rugbisti si sentono uguali. Però il peggio è arrivato quando sono stati accusati di ubriacare i bambini: "Non sanno più cosa fare. Ci hanno addirittura accusato di dare della birra ai bambini, quando l’unica cosa che bevono è aranciata. E poi lasciano che la gente si ubriachi, questa volta per davvero, sulla Rambla". Il divieto, inoltre, proibisce di fatto al club di "organizzare un barbecue, perché farlo all’interno del clubhouse vorrebbe dire intossicarci di fumo. Questo non ci permette di fare le cose come vorremmo. Il terzo tempo è il momento in cui si dimostra il proprio spirito di ospitalità nei confronti della squadra avversaria, che farà lo stesso quando noi andremo a visitarli". Capire questo, per una società calcio-pensante, dove spesso il tuo avversario è anche il tuo nemico, non sempre è facile.IL TIRRENO Droga e alcol, consumo in crescita Tra i pazienti del Sert sempre più detenuti tossicodipendenti PORTOFERRAIO É l’eroina la sostanza più diffusa fra gli over 30. A seguire alcol e cocaina. Una percentuale in crescita quella legata agli utenti del Sert. In totale 249, un più 5 per cento rispetto allo scorso anno, cifra che sale se riferita al 2008 quando gli utenti in cura erano 185. Una crescita legata, soprattutto, alla presenza di numerosi utenti reclusi al Forte San Giacomo. «Il numero di utenti seguiti - dice Giancarlo Gasparini, responsabile del Sert, il servizio tossicodipendenze di Portoferraio - è composto da 203 residenti, mentre 42 sono provenienti da altri comuni. Significativo, e in crescente aumento, anche il dato dei detenuti che hanno intrapreso il percorso di cura: 80 hanno problematiche legate alla tossicodipendenza e 2 all’alcol». I dati del Sert evidenziano una popolazione prevalentemente maschile, 176 uomini contro 27 donne: la sostanza maggiormente usata è l’eroina e coinvolge persone di età media intorno ai 40 anni, a seguire alcol, cocaina ed infine cannabinoidi. La prevenzione è legata a una serie di iniziative. Su tutte il progetto del Camper, che nasce all’interno del finanziamento del Progetto Elba. «Grazie all’utilizzo del camper aziendale - prosegue Gasparini - riusciamo a realizzare un insieme di attività di sensibilizzazione ed informazione rivolte specificatamente ai giovani sui rischi derivanti dall’uso di alcol e nuove droghe. Il camper, grazie alla collaborazione con le associazioni P24 e Ceis di Livorno, ha compiuto, nel 2010, 32 uscite, coinvolgendo più di 2.147 giovani i quali sono stati somministrati dagli operatori sanitari 1.388 test dell’etilometro”. Il progetto “Con il Camper...” è partito nel 1996 e, da allora, sono stati contattati 14 mila persone e sono stati effettuati più di 8500 test dell’etilometro. “Il camper per i giovani - conclude Gasparini - è un punto di riferimento. Dopo una serata trascorsa in discoteca si avvicinano agli operatori per fare il test e verificare se sono o meno in condizione di mettersi alla guida. Si tratta di un’attività di prevenzione dove non sarà mai possibile quantificare il numero di vite salvate, ma che, siamo sicuri essere molto preziosa. Per il futuro ci sono, poi, altri progetti in cantiere, fra i quali, uno con il servizio delle autoscuole di Portoferraio». QUOTIDIANODELNORD.IT Nuovo presidente Silb (associazione imprese da ballo aderente a Fipe-Confcommercio) (Sesto Potere) - Roma - 16 febbraio 2011 - Passaggio di testimone fra Renato Giacchetto e Maurizio Pasca per la poltrona più rappresentativa dell’associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo, meglio conosciuta come Silb. Renato Giacchetto ha guidato il sindacato dei locali da ballo negli ultimi otto anni, affrontando momenti difficili come quelli del disegno di legge governativo per la chiusura anticipata delle discoteche e del divieto di somministrazione dell’alcol. È così giunto al termine massimo consentito del suo mandato ed ha lasciato il posto a Maurizio Pasca già vicepresidente vicario. L’avvicendamento avviene in una situazione di linearità, anche se il nuovo presidente ha già anticipato alcune sue idee per rinnovare il sindacato e dare un nuovo impulso al settore. La nomina è avvenuta il 16 febbraio 2011 per acclamazione all’interno del Comitato direttivo recentemente rinnovato che vede la presenza di numerosi giovani dirigenti. Maurizio Pasca, classe 1954, è impegnato nell’attività sindacale da oltre un decennio ed è imprenditore di lungo corso. Attualmente è titolare de “Le Quattro Colonne”, rinomato locale di ristorazione e intrattenimento danzante vicino Gallipoli, nel Salento. Il Direttivo ha nominato, su proposta del nuovo presidente Pasca, Paolo Artelio come amministratore.ROMAGNAOGGI.IT Cesena, ubriaco semina il terrore in un bar e ferisce tre carabinieri CESENA - Ubriaco fradicio ha ferito tre Carabinieri, intervenuti in un bar di via Emilia Levante per calmarlo dopo aver terrorizzato i clienti. Un foggiano di 37 anni, residente a Cesena, F.S. le sue iniziali, è stato arrestato nel cuore della nottata tra martedì e mercoledì con l’accusa di danneggiamento, lesioni, ingiurie ed oltraggio a pubblico ufficiale. Ora si trova al fresco alla Rocca di Forlì a disposizione della magistratura. Lievi lesioni per i militari. A chiedere l’intervento del 112 è stato il titolare del bar, che poco prima si era rifiutato di servire all’esagitato cliente da bere. Ma l’alcol si era già preso possesso del 37enne, il quale ha cominciato a seminare qua e la terrore, costringendo i clienti a mettersi al riparo all’esterno. Sul posto è intervenuta una pattuglia dell’Arma per cercare di calmare l’esagitato. Portato al ‘Bufalini’, ha cercato di spaccare qualcosa cosa gli ha capitasse davanti. Nella circostanza tre militari sono rimasti lievemente feriti.ASCA ROMA: SENZA FISSA DIMORA CADE SUI BINARI, TRAM 8 FERMO PER VENTI MINUTI (ASCA) - Roma, 17 feb - Alle 12.10, in piazza Ippolito Nievo, a Roma, un uomo apparentemente senza fissa dimora e ubriaco, nel salire a bordo di un tram della linea 8 ha sbattuto la testa contro una porta del tram ed e’ caduto sul marciapiede. Lo riferisce in una nota Roma Servizi per la Mobilita’ spiegando che il servizio del tram e’ stato interrotto in direzione Argentina, sino alle 12.30, quando e’ stato attivato un bus navetta fino a ripresa del servizio regolare. Sul posto e’ intervenuto il 118 per soccorrere il ferito.IL GAZZETTINO (Treviso) In fuga dopo le sgommate: il bolide si rovescia, denunciato 32enne ubriaco Ubriaco, cerca di sfuggire ai carabinieri ma si ribalta con l’automobile. Denunciato il 32enne alla guida del bolide, una Bmw 330. È accaduto attorno alle 22 della scorsa notte nel centro abitato di San Polo, dove i carabinieri della stazione locale stavano controllando la circolazione delle automobili nel centro. Ai militari non è sfuggita la Bmw 330 con a bordo due giovani, che percorreva via Mura zigzagando da un lato all’altro della strada e sgommando attorno alla rotatoria. Immediato è scattato l’intervento dei carabinieri, così da scongiurare ogni possibile pericolo per la circolazione stradale: lampeggianti azionati per far desistere i due bulli dalla bravata e alt intimato per bloccare il mezzo e sottoporlo alle verifiche del caso. I due, vistisi scoperti, si sono subito dati alla fuga cercando di seminare la gazzella dei carabinieri nelle vie della periferia. L’alcol in corpo al conducente, però, ha giocato un brutto scherzo e l’automobile è sbandata finendo la sua corsa fuori strada. La carambola ha finito per ridurre il Bmw ad un rottame, distruggendolo completamente: illesi, fortunatamente, i due occupanti. Per il 32enne del posto, conducente, è scattato il controllo alcolimetrico: positivo, aveva nel sangue un valore d’alcol pari a 1.15 g/l contro il limite massimo previsto dal Codice della strada di 0.5 g/l. Ora dovrà rispondere penalmente alla guida in stato di ebbrezza e pure per non essersi fermato all’alt dei carabinieri.IL GAZZETTINO (Treviso) I segreti di "Vino in villa" IL FESTIVAL Si tiene dal 21 al 23 maggio nel castello di San Salvatore a Susegana TREVISO - Il "fatto a mano" per riscoprire il valore del lavoro manuale nell’epoca dell’automazione e della globalizzazione: è il tema dell’edizione 2011 di "Vino in Villa", la tre giorni del Festival internazionale del Conegliano Valdobbiadene che si terrà nel borgo medievale del XIII secolo del castello di San Salvatore a Susegana. Un centinaio di cantine produttrici del Prosecco Superiore si riuniranno per presentare i propri vini al pubblico e agli operatori del settore. Degustazioni, convegni, approfondimenti e seminari al centro della rassegna dal 21 al 23 maggio per sviluppare il concetto del "sapere italiano" legato all’esperienza e alla manualità. Una scelta non casuale perché nell’area storica del Prosecco, a Conegliano Valdobbiadene, la viticoltura è ancora un "sapere manuale". L’elevata pendenza delle colline, infatti, impone ai viticoltori di lavorare i vigneti a mano e la fatica è stata nei secoli ripagata dalla creazione di un ambiente straordinario e suggestivo che lo scorso autunno è stato inserito nella "tentative list" italiana dei Patrimoni Unesco. "Vino in Villa", aperto al pubblico il 21 e 22 maggio, offrirà la possibilità di degustare più di 300 vini, una selezione di specialità gastronomiche "fatte a mano" e di provare esperienze come assemblare una cuvèe, partecipare ad un corso di degustazione o prendere parte al simposio dedicato al vino nella storia classica. Ad aprire il Festival sarà l’incontro "Fatto a mano", un confronto fra sociologi, imprenditori ed economisti, quindi i simposi, realizzati con l’università Ca’ Foscari di Venezia. La giornata del lunedì sarà invece dedicata a ristoratori ed operatori del settore, che potranno unire all’assaggio dei vini gli abbinamenti proposti da Alma, Scuola Internazionale di Cucina Italiana. In un mondo in costante corsa verso la tecnologia, a volte esasperata, il Distretto del Conegliano Valdobbiadene fa ancora dell’arte del saper fare uno dei principali elementi di distinzione, valorizzando una tradizione produttiva che oggi può contare su una comunità di 3000 viticoltori, 166 case spumantistiche, 250 enologi e oltre 1500 addetti al settore enologico, capaci di generare un giro d’affari di 380 milioni di euro.IL GAZZETTINO (Treviso) «Con che coraggio hanno rubato i fiori di Claudia? «Con che coraggio hanno rubato i fiori di Claudia? Sono una mamma che ha perso un marito e una figlia. Questa cosa mi ha addolorato ancora di più». Marilena Fruscalzo, la mamma di Claudia Martignago, la 17enne liceale di Maser morta all’alba del 6 febbraio in un incidente stradale in via Cal di Riese, parla con la voce rotta dal pianto, mentre guarda il campo dove la vita di sua figlia si è spenta. Troppo grande per lei il peso da sopportare. Dopo aver perso Claudia in un tragico, quanto assurdo, schianto ora deve affrontare altro dolore. Qualcuno è andato in via Cal di Riese, dove amici e familiari hanno posato fiori e lettere, a rubare i giacinti posati da una mano pietosa. «Oltre alla disgrazia -continua la mamma- ora dobbiamo sopportare anche il furto dei fiori, portati da una persona che veniva da lontano». A finire nelle mani degli ignobili ladruncoli, un cestino di giacinti, che sarebbero fioriti ogni anno. Bulbi posati da una persona cara a Claudia, che non potendo andare quotidianamente aveva pensato di lasciarli nella speranza che rifiorissero più volte. Una speranza resa vana da un gesto vile. «C’è ancora il sangue di mia sorella qui per terra - dice Francesca, indicando con il dito il luogo della tragedia - non so con che coraggio abbiano potuto inchinarsi e raccogliere quel cestino. Qui la gente viene a pregare, e qualcuno ha deciso invece di rubare un ricordo». In via Cal di Riese a Maser rimane qualche pezzo della Fiat 500 nella quale si è consumata la tragedia, ma anche un cd con il «best of 883», oltre ai mazzi di rose che qualcuno ha lasciato alla 17enne. Dei giacinti però nessuna traccia. Una rabbia composta e dignitosa quella della famiglia Martignago, provata duramente dalle tragedie che hanno strappato prima il padre a causa di un incidente sul lavoro e ora Claudia. La giovane lo scorso 6 febbraio, si trovava in macchina, con un conducente con il tasso alcolico di 1.7 (g/l) e positivo al test della cannabis. «Chiunque abbia raccolto quel cestino - prosegue Francesca - e magari lo tiene a casa. Credo si debba solo vergognare di aver fatto qualcosa di simile. Non ci sono parole per definire un gesto così spregevole».L’ARENA di Verona BUSSOLENGO «IN PISTA PER AMORE» SERATA DEDICATA AI DIVERSAMENTE ABILI L’associazione Arcobaleno di Mariangiola Vantini e la Strada del vino della Valpolicella promuovono dalle 20.30 al Tower «In pista per amore», serata dedicata alle persone diversamente abili di Bussolengo e non solo. Musica con Amedeo Gagliardi. L.C. SALERNO NOTIZIE Problemi e danni legati all’abuso di alcol nel mondo del lavoro; Incontro all’Asl di Nocera con esperti nazionali IL RESTO DEL CARLINO (Cesena) Ubriaco fradicio s’avventa furioso contro tutti al bar e in ospedale IL RESTO DEL CARLINO (Bologna) «Sotto la bottiglia» di Kalomenidis la banda dei Robin Hood dell’alcol IL MESSAGGERO VENETO assemblea generale dell’acat udinese LA NUOVA SARDEGNA la sardegna, isola di bacco - Giovanni Fancello
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