SE TUTTI I VENDITORI DI BEVANDE ALCOLICHE RISPETTASSERO LA LEGGE, FORSE SI EVITEREBBE QUESTO SPIACEVOLE BOOM! E’ ANCHE QUESTIONE DI ONESTA’
AGI
ALCOL: MINISTERO, ’BINGE DRINKING’ BOOM TRA LE RAGAZZE UNDER 16
Roma, 19 feb. - Le ragazze, a volte addirittura ragazzine, bevono alcolici e superalcolici sempre di piu’, tanto da aver superato i coetanei maschi nel ’binge drinking’, il fenomeno del bere in modo compulsivo fino a ubriacarsi e a volte a perdere i sensi. Lo rivela la settima relazione del ministero della Salute sugli interventi realizzati da Ministero e Regioni in materia di alcol, trasmessa a dicembre al Parlamento. Le ragazze sotto i 16 anni hanno per la prima volta superato i ragazzi nel ’binge drinking’, tanto da indurre il ministero a sollecitare "interventi gender oriented che tengano conto della specificita’ del rischio femminile e siano in grado di contrastare i modelli e le culture del bere che minacciano la salute e la sicurezza della donna. In generale, tra i giovani c’e’ una grande diffusione di consumi a rischio, che riguardano circa 1 milione e 200 mila soggetti fra gli 11 e i 24 anni. Si tratta soprattutto di binge drinking e consumo fuori pasto, quest’ultimo particolarmente cresciuto negli ultimi 15 anni, soprattutto tra i giovanissimi di 14-17 anni e in particolare tra le ragazze, tra cui la prevalenza si e’ quasi triplicata nell’ultimo quindicennio. Secondo l’Istituto Superiore di Sanita’ circa uno su cinque dei casi di intossicazione acuta alcolica che giungono al Pronto Soccorso riguardano ragazzi al di sotto dei 14 anni. Altri problemi nascono dalla diffusione di un uso dell’alcol simile a quello delle altre sostanze psicoattive, con finalita’ di sballo e ricerca dell’ubriachezza, dato anche il basso costo e la grande disponibilita’ di alcune bevande alcoliche;(*) uso che rischia tra l’altro di fungere da ponte verso le sostanze psicoattive illegali. La diffusione di un policonsumo di sostanze psicoattive legali e illegali viene confermata da varie fonti e la rilevazione del Ministero della Salute sui comportamenti di consumo degli utenti dei servizi alcologici segnala che circa il 10% fa uso anche di sostanze stupefacenti. Gli alcoldipendenti in trattamento nei servizi pubblici sono in costante crescita dal 1996 e nel 2008 ne sono stati rilevati 66.548. Fra essi in particolare la percentuale degli utenti al di sotto dei 30 anni rappresenta il 10,2% del totale, con un valore in crescita rispetto a quello rilevato nel 2007(10%).
Inoltre nei servizi alcologici si conferma una stabile percentuale di giovani utenti di eta’ inferiore ai 20 anni la cui entita’ oscilla nel tempo, a partire dal 1996, tra lo 0,5 % e lo 0,7% e che nei nuovi utenti si presenta nel lungo periodo in costante anche se lieve crescita. (AGI) .
(*)Nota: l’O.M.S. per diminuire i problemi alcolcorrelati suggerisce, tra l’altro, l’aumento del costo delle bevande alcoliche e la riduzione dei punti vendita.
STANDO ALLA RELAZIONE DEL MINISTERO DELLA SALUTE, SEMBRA CHE CI SIA UN AUMENTO DEI PROBLEMI ALCOLCORRELATI. COME PREANNUNCIATO PRIMA, VEDIAMO COME DAI DATI ACI-ISTAT DEL 2009 POSSIAMO RILEVARE UN CALO CONTINUO DEI DECESSI PER INCIDENTI STRADALI ASAPS Prime considerazioni sui dati ACI-ISTAT del 2009 attualità di Pietro Marturano* Come noto, lo scorso 17 novembre, i Presidenti dell’ACI e dell’ISTAT hanno presentato i dati statistici dell’incidentalità stradale relativi all’anno 2009. In questo breve articolo evidenzieremo e commenteremo i principali dati pubblicati nel volume, con riserva di tornare sull’argomento per uno studio più approfondito od analisi specifiche. Il primo elemento che caratterizza i macrodati del 2009 è sicuramente la continuazione della tendenza alla forte diminuzione del numero dei decessi. Una tendenza che si conferma positiva dal 2003. Rispetto alla mortalità rilevata nel 2008, il dato del 2009 si conferma, tra l’altro, uno dei migliori degli ultimi anni, anzi, per la precisione, è il migliore degli ultimi quindici anni (vedi grafici e tabelle a seguire): -10,3%. Una riduzione superiore finanche di quell’ormai “storico” -6,7% che si rilevò nel corso del 2004 (rispetto al 2003) quando fu introdotta nel nostro ordinamento la famosa “Patente a punti” (1). Chi credeva dunque che l’obiettivo europeo non fosse alla nostra portata si sbagliava, chi credeva che non si potesse “fare di più” è stato smentito dai fatti. Certo sarà difficile che i dati del prossimo anno possano contare meno di 3500 morti (che concretizzerebbero, di fatto, il pieno raggiungimento dell’obiettivo europeo: -50%) ma è altrettanto vero che anche un -45,4% di riduzione della mortalità (vedi tabelle allegate, con stime al 31.12.2010) rappresenterebbe realmente una meta di grande prestigio a livello europeo e forse mondiale (2). Sempre rispetto al 2008, anche i dati relativi al numero totale di incidenti e di feriti evidenziano diminuzioni, anche se meno consistenti rispetto ai morti (-1,6% per gli incidenti e -1,1% per i feriti). In definitiva, dal 2003 ad oggi, il numero di incidenti, di feriti e di morti è sempre diminuito senza soluzioni di continuità. Questo, a parere di chi scrive, è il vero dato su cui riflettere. Questa tendenza, che ormai perdura da oltre sei anni non può essere il frutto del caso, ma è il risultato dei piani, dei programmi e delle azioni attuati dal 2003 ad oggi. Occorre quindi proseguire su questa strada e – se possibile – migliorare ancor di più l’incisività delle migliori pratiche ad oggi messe in campo. Da ciò non potranno che conseguire altri buoni risultati. Nel sottolineare che il raggiungimento dell’obiettivo europeo del -50% resta verosimilmente assai difficile da raggiungere, i progressi ad oggi conseguiti sono, comunque, di indiscutibile valore, prova tangibile dell’impegno e delle contromisure che il legislatore e le nostre istituzioni hanno attuato in questi ultimi anni. Si evidenzia, altresì, che, come ricorda lo stesso Istituto Nazionale di Statistica, dal 2001 al 2009 il nostro parco veicoli è cresciuto di circa il 18%, una percentuale non trascurabile che aumenta ulteriormente il valore dei risultati conseguiti. E’ importante segnalare, infine, che dalle statistiche è sparito il dato sulla percentuale di incidenti causati dalla guida in stato di ebbrezza alcolica. Tale percentuale era sempre stata considerata dagli addetti ai lavori poco significativa ovvero affetta da una palese sottostima (fino al 2008, questo valore oscillava tra il 2 ed il 3%). Sui motivi di questa sottostima si è ampiamente discusso sulle pagine di questa rivista e – non meno – in molti convegni ed occasioni, anche ufficiali. A questo punto, sembra doveroso riconoscere il merito, in primis, a chi ha individuato e sollevato il problema (e, tra questi, vi è certamente l’ASAPS), ma anche a chi, potendolo ampiamente motivare, ha deciso di non rendere nota l’informazione (3). A seguire si riportano i principali dati estratti dalle statistiche ACI-ISTAT aggiornate a tutto il 2009, con l’elaborazione di qualche raffronto percentuale ed in valore assoluto. Lunedì, 21 Febbraio 2011
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