Mercoledì 20 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna alcol e guida del 28 agosto 2010

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

IL MESSAGGERO (Umbria) 

Alcol e giovani, causa di incidenti mortali 

di MARIA RITA CHIACCHIERA

L’alcol determina molti incidenti stradali: in Italia 1/3 circa degli incidenti mortali all’anno è attribuito all’uso di alcol. L’alcol è presente in circa il 50% degli utenti della strada coinvolti in incidenti. In Europa uno studio francese ha dimostrato che circa il 40% degli incidenti stradali mortali, la persona responsabile aveva una quantità di alcol nel sangue maggiore di 80 mg (limite legale in Italia). (*) Si può dire che gli effetti dell’alcol sono del tutto paragonabili a quelli di un anestetico generale. Già a piccolissime dosi compromette la guida.

«Anche la visibilità è notevolmente ridotta, spiega la Dott.ssa Valeria Matteucci, - esperta di alcologia e Membro del Comitato Direttivo Nazionale di alcologia, - il campo visivo diminuisce fino ad arrivare alla cosiddetta “visione a tunnel”: questo significa che la visione laterale è compromessa rendendo difficoltosa la vista dei segnali stradali e dei veicoli provenienti da destra e da sinistra. Progressivamente si riduce anche la capacità di adattamento della retina all’oscurità».

Esiste una dose sicura per guidare?

«No. C’è una grande variabilità individuale nella risposta e nella tolleranza dell’alcol che rende inutile qualsiasi tentativo di fissare dei limiti sicuri nel bere. Il limite varia da persona a persona. Tra l’altro, l’alcol interagisce anche con alcuni farmaci e con altre sostanze, potenziandone l’effetto in modo spesso non quantificabile».

Il viaggio dell’alcol nel nostro corpo inizia dal tubo digerente dove viene assorbito totalmente e rapidamente soprattutto dall’intestino tenue (ma anche nel cavo orale , dallo stomaco, dal colon e dal retto), per passare poi al sangue. L’assorbimento è più rapido, in caso di assunzione a stomaco vuoto, è invece più rallentato in caso di assunzione a stomaco pieno, soprattutto se i cibi sono ad alto contenuto di grassi.

Che cosa s’intende per problemi alcolcorrelati?

«I problemi alcolcorrelati sono tutti quei disagi legati all’assunzione episodica o protratta di bevande alcoliche. Sono di vario tipo ed investono molti aspetti della vita di chi li vive: generalmente compaiono per problemi relazionali, per le difficoltà che si creano nei rapporti interpersonali e soprattutto in famiglia, problemi sociali, per i danni della sfera lavorativa e in molti altri campi della vita di comunità (incidenti, infortuni, licenziamenti), problemi fisici, per i danni organici e per le situazioni a rischio che inducono a malattie alcolcorrelate). C’è da precisare che, nelle nostre comunità i problemi alcolcorrelati sono una delle principali fonti di sofferenze e di danni fisici, psicologici e sociali».

Quando poi la famiglia vive problemi legati all’alcol, parlarsi e dialogare, diventa sempre più difficile, si finisce per litigare, e i rimproveri e le colpe cadono sempre sul familiare accusato di bere che si sente così escluso e svalutato.

Quali consigli per affrontare e prevenire i problemi legati all’alcol?

«Da tempo l’approccio sanitario è la più diffusa e conosciuta modalità alla quale si ricorre per offrire un aiuto e curare chi ha problemi. E’ importante condividere tutti questo aspetto della nostra società e farsene carico, cioè sentirsi tutti responsabili e fare in modo di ridurlo. I genitori devono parlarne con i propri figli e discutere quello che sono le bevande alcoliche e le altre sostanze legate al concetto di droghe e di sostanze psico-attive che creano dipendenza. Rivolgersi al Servizio delle Asl o delle Associazioni che promuovono i gruppi di autoaiuto. Anche la psicoterapia può essere molto utile. Ogni caso può avere le sue esigenze. Quindi, dobbiamo conoscere tutti gli effetti dell’alcol, per usarlo senza danni (**) e rivedere comportamenti, atteggiamenti, modi di pensare, per riprendere poi la propria strada con ancora maggior impegno. L’importante è sapere, che nella vita un periodo di dura prova può capitare proprio a tutti».

(*) Nota: il limite legale in Italia è 0,50 per tutti, tranne che per neo patentati e conducenti professionali, per i quali il limite è 0,00.

(**) Nota: il metodo più efficace per usare l’alcol senza danni è evitare di ingerirlo per il tramite delle bevande alcoliche. Al contrario utilizzarlo per le pulizie domestiche comporta rischi decisamente minori.

 


 

QUOTIDIANO.NET

Bergamo, tenta di accoltellare l’automobilista che uccise l’amica

Il 21 luglio a Vidolasco, Cristiano Legramandi, 35 anni, ubriaco al volante, in fase di sorpasso aveva ucciso Linda Scaburri, 17 anni. Un suo amico, folle di rabbia, ha cercato di accoltellare l’uomo che è ai domiciliari

Bergamo, 28 agosto 2010 - Folle di rabbia, ha affrontato con un coltello l’uomo che un mese fa, ubriaco, ha causato la morte della sua amica. Per fortuna non è riuscito a colpirlo, e poco dopo G.Y.Y., 21 anni, cremonese di Vidolasco, è stato identificato e denunciato per minaccia aggravata.

Lo scorso 21 luglio a Vidolasco, Cristiano Legramandi, 35 anni, di Mozzanica, ubriaco al volante, in fase di sorpasso aveva travolto e ucciso Linda Scaburri, 17 anni del paese, urtando anche altri tre ragazzini in bici. L’automobilista era stato arrestato e aveva poi ottenuto i domiciliari.

L’altro giorno l’amico della ragazza, in un momento di rabbia, ha deciso di fargliela pagare. È andato a bussare alla sua casa di Mozzanica e con la scusa di dovergli consegnare una lettera, si è fatto aprire il cancello. Quando se l’è trovato davanti gli si è lanciato addosso armato di un coltello urlando "Ti ammazzo".

Legramandi è riuscito a rientrare subito in casa e a chiudersi dentro. Il suo aggressore si è dovuto accontentare di sfogare la abbia la porta e poi se n’è andato. Dopo la denuncia i carabinieri hanno identificato l’aggressore grazie a un piercing al labbro, e lo hanno denunciato.

TRENTINO

Vino, un milione per l’export

Finanziamento della Provincia per i mercati extra europei

I progetti possono interessare Paesi come la Svizzera ma anche Cina e Usa

GIOVANNA RAUZI 

 TRENTO. Quasi un milione di euro è stato destinato dalla Provincia di Trento alla promozione di vino sui mercati esteri extrauropei. Il denaro arriva direttamente dal Ministero delle politiche agricole che ha previsto una dotazione di fondi per il 2011.

 Sono esattamente 924 mila euro, arrivati in Provincia dal Ministero dell’agricoltura che, in un decreto, raccoglie le modalità attuative per incentivare la promozione dei vini trentini in Paesi terzi all’Unione europea.

 La Provincia ha quindi destinato i fondi per il 2011, accettando come criteri di ammissione al finanziamento quelli contenuti nello stesso decreto ministeriale.

 «Il finanziamento - spiega l’assessore all’agricoltura Tiziano Mellarini - interessa l’allargamento del mercato in Paesi terzi, esterni alla comunità europea. Penso ad esempio a tutti i produttori trentini che hanno svariati contatti con la Svizzera». Ma non si escludono espansioni verso Usa e la Cina.

 Al momento i progetti non sono ancora delineati, ma la comunicazione è stata invita alle aziende e ai produttori interessati, dai quali la Provincia si aspetta una buona risposta. I termini di presentazione delle domande di finanziamento cominciano a decorrere dall’approvazione della delibera e la priorità di accoglimento seguirà proprio un criterio temporale, sull’ordine di presentazione dei progetti.

 Il comitato di valutazione sarà quindi composto da Mario Chemolli (in qualità di presidente), direttore dell’ufficio tutela delle produzioni agricole del servizio vigilanza e promozione delle attività agricole. da Giuseppe Bax, direttore dell’ufficio per la promozione territoriale del servizio turismo e da Paolo Benati di Trentino Spa.

GOMARCHE.IT

Numana: aggredisce gli Agenti, in manette un 48enne anconetano

Un uomo di 48 anni, in evidente stato di ebbrezza, ha dato in escandescenza davanti agli Agenti della Polstrada di Ancona. Calci, pugni ed insulti rivolti alle Forze dell’Ordine che avevano intercettato l’auto sulla quale viaggiava ad alta velocità insieme ad un albanese.

Inseguiti da Marcelli di Numana fino a Camerano, G.R. di Ancona è stato fermato sulla via Loretana. A seguito della collutazione, i Carabinieri di Camerano intervenuti in ausilio hanno bloccato l’uomo con precedenti e lo hanno tratto in arresto. Arrivati in caserma, il 48enne ha continuato a dare in escandescenze.

L’uomo si trova ora rinchiuso nel carcere anconetano di Montacuto.

LA PROVINCIA DI COMO

Botte per la ragazza, dal carcere ai domiciliari

Ridimensionata a lesioni personali l’accusa di tentato omicidio nei confronti di Cristhian Pozzi

Porlezza

Si alleggerisce la posizione giudiziaria di Cristhian Pozzi, il venticinquenne di Carlazzo che la notte fra il 7 e 8 agosto, in occasione della Notte Bianca, venne arrestato e incarcerato con l’accusa di tentato omicidio. Imputazione ora ridimensionata in lesioni personali tanto che Pozzi ora si trova agli arresti domiciliari.

Il giovane, attorno alle tre di notte, ebbe una violenta colluttazione con un 23enne di Limbiate, Stefano Clerici, che colpito con pugni e calci fu trovato a terra dai carabinieri in stato di incoscienza. All’origine del litigio gli apprezzamenti fatti dal giovane brianzolo alla ragazza dell’altro, ma anche i fumi dell’alcol. Mentre il gip di Como, Maria Luisa Lo Gatto, aveva respinto l’istanza della difesa tesa ad alleviare la posizione del venticinquenne carlazzino, il tribunale del riesame di Milano, presieduto da Paolo Guidi, ha invece riformato il capo d’imputazione da “tentato omicidio” a “lesioni personali”: Cristhian Pozzi, di conseguenza, ha ottenuto gli arresti domiciliari in luogo della custodia cautelare in carcere.

«Dopo quella terribile notte il mondo mi è crollato addosso - confida la madre dell’imputato, Lisetta Mancassola - Non riuscivo a capacitarmi di quell’accusa di tentato omicidio, che pesava come un macigno. Mio figlio ha sicuramente sbagliato, ma lo conosco troppo bene per dubitare che possa aver tentato di uccidere un’altra persona. Fa un lavoro che lo assorbe (è cuoco in Svizzera) e, per il resto, pratica sport e ha poco tempo per uscire a divertirsi. Finora, come possono testimoniare tutti coloro che lo conoscono, non aveva mai avuto problemi di alcun tipo, tanto meno con la giustizia. Il nostro legale (l’avvocato Ernestina Lancetti di Porlezza) ha svolto delle indagini investigative ed è emerso che la vittima, in compagnia di un amico, quella sera aveva già rischiato di provocare risse in ben due locali di Porlezza, tra cui la discoteca del camping International. Grazie a nuove testimonianze, insomma, è stato possibile inquadrare i fatti in maniera diversa».

Anche il difensore è convinto che sia stata fatta la necessaria chiarezza: «L’accusa iniziale, formulata dai carabinieri di Porlezza e dal pubblico ministero Daniela Meliota e confermata dal gip, è stata ridimensionata - afferma Ernestina Lancetti - Dalle indagini fin qui esperite dalla difesa e dalle prove documentali raccolte risultano notevoli divergenze fra quanto sostenuto in atti dall’accusa e la realtà dei fatti, con significative testimonianze a favore dell’imputato».

Rimane la gravità dei fatti, che in occasione di una festa dell’intrattenimento non dovrebbero mai avvenire.

Gianpiero Riva 

ILTEMPO.IT

Patente sequestrata
Brinda al compleanno e il palloncino gli dà gli auguri appiedandolo

Al volante, ubriaco, la sera del compleanno.

Si è conclusa con una denuncia per guida in stato di ebbrezza alcolica e il ritiro della patente, una serata di festeggiamenti per un giovane di Silvi che proprio giovedì ha compiuto 36 anni. I carabinieri della Compagnia di Montesilvano lo hanno bloccato all’alba di ieri mentre tornava a casa dopo aver trascorso una serata in allegria con gli amici a Pescara. Il posto di blocco lo ha fermato in via Aldo Moro. Immediatamente è scattato il test di rilevazione del tasso alcolemico e per il trentaseienne si sono interrotti bruscamente i festeggiamenti.

ILTEMPO.IT

È stato denunciato per ubriachezza molesta e atti osceni in luogo pubblico.

Controlli sui cantieri edili

Si denuda nel pub davanti a tutti

Carabinieri L’uomo era già noto alle Forze dell’Ordine per alcuni precedenti penali

Vita notturna, alcool e calura estiva. Sembrano essere questi gli ingredienti esplosivi che hanno dato alla testa ad un cittadino isernino L’uomo, già noto alle Forze dell’Ordine per alcuni precedenti penali, si è reso protagonista di una esibizione davvero poco edificante. «Ubriachezza molesta ed atti osceni in luogo pubblico» i "capi d’accusa" per il giovane. La vicenda si è consumata di sera in un locale pubblico dove il ragazzo, dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo, ha cominciato ad infastidire i clienti. La sua performance ha però raggiunto il culmine quando in preda all’effetto dell’alcool ha esposto i genitali agli avventori. Subito è scattata la segnalazione ai Carabinieri, i quali, ricostruito l’accaduto, hanno segnalato immediatamente l’episodio alla competente Autorità Giudiziaria.



IL MESSAGGERO (Abruzzo)

Una madre disperata al Sert: aiutatemi a salvare mio figlio

Il dottor D’Egidio: «Ragazzi lasciati come pacchi»

di SAVERIO OCCHIUTO 

Si presenta in redazione con le lacrime agli occhi e una lettera stretta fra le dita: “...la vita di mio figlio è finita. Alcol, droga, sequestri di moto e di auto”. E poi gli amici poco raccomandabili portati in casa nel cuore della notte, gli insulti e i maltrattamenti continui, “...e la mia vigliaccheria che mi spinge a desistere”.

Si è rivolta ai carabinieri, la risposta l’ha gelata: «Deve denunciare suo figlio».

Ma lei non ce la fa ad arrivare a tanto: «Se fossi sicura che il carcere è un luogo dove non si subisce violenza ...».

Ora a chiedere aiuto è questa madre disperata, sola, senza mezzi, con un marito che l’ha piantata una decina di anni fa e il figlio adottivo che ha trasformato la sua vita in un inferno: «Non ce la faccio più, ditemi cosa devo fare».

Proviamo a girare la domanda a Pietro Fausto D’Egidio, responsabile del Sert, consulente della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il contrasto alle tossicodipendenze, tra i massimi esperti di devianze giovanili.

Intanto i lavori della nuova sede del Sert (nella primavera scorsa ci fu la posa della prima pietra, ndr) non sono ancora partiti. Perché?

«Purtroppo dopo l’affidamento dell’appalto è stata approvata una nuova legge in materia di controlli antisismici che ha comportato una rivisitazione del progetto, anche in termini economici. Mi è stato tuttavia assicurato che in settembre sarà avviato il cantiere».

Quanto è importante per voi uscire da questa specie di condominio nel quale è oggi ubicata la struttura?

«Intanto la nuova sede è stata costruita per le attività che si svolgono in un Sert e collocata all’interno della cittadella ospedaliera. Un passo avanti enorme, in quanto il nostro rapporto con i reparti è fondamentale. E’ importante ribadire che le tossicodipendenze sono malattie non sole, ma accompagnate da patologie infettive e psichiatriche, tra l’altro in aumento a causa del consumo di cocaina».

Che risposta si può dare oggi all’appello di questa madre disperata?

«La prima riflessione da fare è che per la nostra legge l’uso di droghe non si configura come incapacità di intendere e di volere. Quindi nessuno può obbligare alle cure una persona che non ha la volontà di essere curata o la consapevolezza di avere una malattia. Se non c’è la volontà del paziente non funziona».

Qual è la situazione in città vista dal suo osservatorio speciale?

«Al Sert continuiamo ad accogliere più gente di quella che potremmo curare. Il fatto nuovo di questo agosto è che sono venuti molti padri, più che madri, ad accompagnare i loro ragazzi. Ho detto loro: è inutile che li portate qui come pacchi postali, convinceteli a prendere un appuntamento. Bisogna partire da una diagnosi: le condizioni psicologiche, le patologie aggiunte, l’intensità e la gravità della tossicodipendenza. Poi ci vuole un aiuto della famiglia, che deve essere il pilastro fondamentale con un comportamento omogeneo dei genitori: non si può essere permissivi da un lato e autoritari dall’altro”.

Che funzione può avere il carcere in certi casi?

«Il carcere non cura una malattia. Nel momento in cui uno commette un reato o assume un comportamento violento in famiglia, ci sono due aspetti di competenza del giudice: l’espiazione della giusta pena e il percorso di cura. Ma non si può dire, siccome non ti curi ti metto in carcere».

CORRIERE ADRIATICO

 “Il centro in mano ai vandali”

Marzia Crali: mancano i controlli, molti proprietari costretti a vendere le case

Macerata

C’è chi si lamenta del centro storico deserto, chi della perduta capacità attrattiva e chi di migrazioni bibliche, soprattutto di giovani, verso luoghi più vivi e accoglienti; c’è, invece, chi del centro dà l’immagine di terra di feste notturne, raduni e schiamazzi che debordano nel vandalismo. Lo fanno soprattutto i residenti, e non da oggi, per i quali non vi è stagione senza la sua dose di caos e danneggiamenti per le vie. Anche in questi giorni, la descrizione che ne fanno non è diversa.

Lo fa Marzia Crali, residente in via Garibaldi, in una lettera, in cui ricorda che “sono anni che i residenti, attraverso raccolte firme ed esposti, chiedono all’amministrazione comunale di intervenire, riportando il quieto vivere in una via che, fino al qualche anno fa, era il fiore all’occhiello di Macerata. Ma nel corso degli ultimi tempi molte persone, stanche di non essere mai ascoltate, sono state costrette a mettere in vendita le proprie abitazioni, a riparare, di tasca propria, automobili danneggiate, spesso a più riprese, da vandali sotto gli effetti dell’alcol e di stupefacenti. Non sono di certo mancate anche le segnalazioni relative a spaccio di droga nella zona dei “cancelli”, nonché nel primo tratto di via Garibaldi”.

Il problema, secondo la Crali, è dei controlli che “non sembrano così frequenti come ci si aspetterebbe”. “Nonostante le promesse fatte dal sindaco Carancini, dalla Polizia di Stato, dalla Polizia municipale - dice- la situazione di via Garibaldi non è affatto migliorata, anzi”.

La residente descrive il clima che da qualche tempo si vive nella zona, fatto di “serate universitarie, ’movida’ del bar, del kebab, del transito di motorini lungo la via e dei tanti ubriachi che fino alle prime luci del mattino cantano, ascoltano musica a tutto volume e danneggiano automobili dei residenti”.

E a proposito di movida, la Crali “si augura che l’amministrazione comunale non conceda nuovamente, alla fine della stagione estiva, i permessi per le serate universitarie del giovedì notte. Più di un membro della giunta comunale ha affermato la volontà di negare tali permessi: speriamo che almeno questa promessa si traduca in un fatto concreto, al contrario di tante altre”.

Giuseppe Porzi

LA NUOVA SARDEGNA

lite tra due turiste ubriache aggrediti anche i poliziotti

LA GAZZETTA DI PARMA

Alcol e droghe: stasera dibattito in piazza della Pace

LA PROVINCIA DI CREMONA

Ubriaco insozza di rifiuti via Centauro

IL RESTO DEL CARLINO (Ravenna)

Cuoco alticcio’ minaccia e poi colpisce due carabinieri

LA TRIBUNA DI TREVISO

notte di caos per un ubriaco

GAZZETTA DI REGGIO

musica alta e ubriachi fino a tarda notte ad albinea non ne possiamo più

IL PICCOLO DI TRIESTE

alcol al volante, una mozione in consiglio

Giovedì, 30 Settembre 2010
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK