(ASAPS), 23 febbraio 2011 - Sulle strade elvetiche calano le vittime e i feriti gravi da incidenti stradali. Nel 2010 sono stati 328 i morti (nel 2009 furono 349, pari a un -6%), mentre i feriti gravi sono stati 4.508 (nel 2009 furono 4.708, -4%). A rivelarlo è un sondaggio effettuato dall’Upi, Ufficio prevenzioni infortuni, realizzato negli uffici dei corpi di polizia cantonale. A registrare il calo più significativo, confermando per altro una tendenza già osservata negli anni scorsi, è la categoria degli occupanti di automobili. Tra i motivi che hanno contribuito maggiormente alla sicurezza degli automobilisti e dei loro passeggeri sono stati i progressi compiuti nella tecnologia dei veicoli, le migliorie infrastrutturali e la giusta combinazione di misure preventive e repressive da parte della polizia stradale. Lo sviluppo positivo dell’andamento dell’incidentalità non deve far dimenticare tuttavia che gli occupanti di automobili che subiscono un incidente grave o che perdono la vita sulle strade svizzere sono ancora troppi. Meno incoraggianti invece le cifre relative agli utenti deboli della strada, come pedoni e ciclisti. Anche se nel 2009 il risultati per la categoria dei ciclisti avevano suscitato preoccupazione, nel 2010 sono tornati a scendere. Rimangano allarmanti, invece, le cifre relative ai pedoni: il numero di morti è aumentato di circa un quarto rispetto al 2009. In particolare l’incremento di quest’ultimo dato è attribuibile esclusivamente a incidenti verificatisi al di fuori dei passaggi pedonali, mentre il numero delle vittime sulle strisce bianche, è rimasto stabile (nel 2010 i pedoni morti sulle strisce pedonali furono 21 contro le 20 del 2009, mentre le vittime al di fuori delle strisce sono state 39 contro le 56 del 2009). L’abbassamento sistematico dei limiti di velocità potrebbe evitare numerosi incidenti o ridurne la gravità. Gli studi dimostrano che in caso di collisione tra un pedone e un veicolo a 30 km/h, la letalità è del 10% mentre a 50 km/h il tasso sale al 70%. Alla luce di questi dati, l’Upi promuove una suddivisione delle strade comunali in due categorie: quelle con un limite di velocità a 50 km/h (perlopiù strade principali e strade secondarie importanti) e quella delle zone 30 (strade in quartieri residenziali). Oltre ad aumentare la sicurezza oggettiva sulle strade, questa misura contribuirebbe ad accrescere il senso di sicurezza degli utenti più lenti. In quest’ottica, l’Upi dedicherà il suo 13° forum sulla circolazione stradale al tema “Sicurezza stradale nei paesi e nelle città: abbiamo dimenticato i pedoni?”. Inoltre l’Upi rielaborerà e aggiornerà i dossier sicurezza dedicati al traffico ciclistico e quello pedonale. (ASAPS)
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