Giovedì 18 Luglio 2024
area riservata
ASAPS.it su

Alcol, astemi quattro italiani su 10 ma è allarme consumi tra i giovani

La relazione del ministero parla di mezzo milione di bevitori under 16 e di un fenomeno in crescita a causa di abitudini di "importazione" come il "binge drinking": l’ebbrezza cercata e ottenuta lontano dai pasti attraverso bevande diverse consumate in un tempo ridotto
 

ROMA - Addio alla sbornia "mediterranea", spesso causata da vino o birra e prossima (o conseguente) a un pasto: in fatto di alcol, il nuovo pericolo, soprattutto per i giovani, viene dal Nord Europa e si chiama "binge drinking", un modo di bere che è finalizzato proprio all’ubriacatura e prevede il consumo di bevande alcoliche diverse in un arco di tempo ridotto e lontano dai pasti.
Ne parla espressamente la relazione che il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha trasmesso ai presidenti di Camera e Senato sugli interventi realizzati da ministero e Regioni in attuazione della legge quadro 125/2001 in "materia di alcol e problemi alcolcorrelati". La relazione contiene i dati più recenti sulla situazione italiana e da essi risulta quasi 8,5 milioni di cittadini bevono oltre la soglia di rischio e che tale abitudine riguarda il 15,8% di chi ha più di undici anni.

Tra di loro ci sono circa 475.000 ragazzi con meno di 16 anni, pari al 18,5% dei ragazzi ed al 15,5% delle ragazze. Secondo il rapporto, la situazione tra la popolazione più giovane è peggiorata anche per abitudini di "importazione" come il binge drinking, divenuta pratica consueta soprattutto per i giovani uomini tra i 18 e i 24 anni (21,6%) e nella fascia 25-44 anni (17,4%), ma diffusa anche fra le donne fra i 18 e i 24 anni (7,9%); fra le giovanissime di 11-15 anni, è addirittura più diffusa che fra i coetanei maschi. Le medie giovanili sono nettamente superiori a quella nazionale che è
di 12,4% per gli uomini e del 3,1% delle donne.

Altro dato preoccupante è che nell’ultimo decennio è cresciuta in Italia la quota di chi beve al di fuori dei pasti e che tale aumento è particolarmente significativo tra le donne e fra i giovani, ai quali va il primato in questi consumi: fra gli 11 e i 25 anni, nel 2009 ha riguardato il 34,4% dei maschi e il 22,8% delle donne.
La relazione del ministero afferma, inoltre, che nel 2008 circa 6mila incidenti stradali - per la precisione, 5.920, il 2,12% del totale - sono stati causati dall’eccessivo consumo di alcol e da conducenti in stato di ebbrezza. Infine in Italia risulta ancora bassa rispetto agli altri Paesi europei la diffusione di conoscenze sul tasso legale di alcolemia per la guida e sui limiti di consumo con esso compatibili.

Nell’indagine è riportato un dato contraddittorio rispetto agli allarmi del ministero e riguarda il basso consumo pro-capite di alcol (8,02 litri contro l’11,6 della media Ue) e il fatto che l’Italia risulta essere, assieme al Portogallo, il Paese con il maggior numero di astemi totali: il 39% dei cittadini, secondo un’indagine europea condotta nel 2009, non consuma bevande alcoliche. Record singolare per un Paese che condivide con la Francia il primato mondiale per la produzione di vino e in cui 8,5 milioni di persone presentano "almeno un comportamento a rischio" rispetto al consumo dell’alcol.
Con la relazione è stato presentato anche il primo bilancio dell’operazione "Naso rosso", promossa d’intesa con il ministero della Gioventù. Dai dati emerge che il 34,6% dei giovani arriva in discoteca già con un tasso di alcol nel sangue superiore al limite dello 0,5 concesso dalla legge per poter guidare. A fine serata, la percentuale di giovani sopra la soglia dello 0,5 è aumentata al 44%, mentre quelli a tasso zero, che all’ingresso erano il 33%, sono scesi al 16%. L’unica nota positiva, come ha sottolineato il ministro Giorgia Meloni, è che tra i ragazzi che hanno dichiarato che avrebbero guidato dopo la discoteca la quasi totalità è risultata inferiore al limite dello 0,5. "Questo vuol dire - ha detto Meloni - che è aumentata la consapevolezza tra i giovani che, se devono guidare, bevono con moderazione".

da Repubblica.it

 

Mercoledì, 23 Febbraio 2011
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK