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Rassegna alcol e guida del 23 febbraio 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta
 

VINO E BUFALE

Giovedì 24 febbraio, alle ore 21, presso la Sala Consiliare del Comune di San Benedetto Po (MN),  Alessandro Sbarbada e Enrico Baraldi presenteranno il loro libro “Vino e bufale” alla presenza dell’enologo Benso Bertolasi.
Si prospetta un confronto molto interessante.
Vi aspettiamo numerosi.


SEGNALAZIONE DI ELENA TOMMASI PER ACAT BALDO GARDA

Meglio perdere un minuto della vita che la vita in un minuto
In collaborazione con il comune di Lazise e gli assessori ai Servizi Sociali - Diego Zanetti, e alla Sicurezza, Avv. Tommasini, si segnala che VENERDI 25 FEBBRAIO 2011 alle ore 20.30 a Lazise in Dogana Veneta, si terrà una Conferenza  sul tema "SICUREZZA STRADALE: responsabilità di chi? - Meglio perdere un minuto nella vita ... che la vita in un minuto”.
Saranno presenti come relatori:
- Andrea Scamperle - Ispettore di Polizia di Stato
- Massimiliano Maculan - Operatore 118
- Testimonianze di familiari vittime di incidenti stradali Fam Pasquali Luciano e Loretta, genitori di un ragazzo deceduto a causa di incidente stradale, nel quale sono deceduti altri  quattro ragazzi.
La serata riveste grande importanza per il tema trattato e di sicuro interesse per tutti.

REPUBBLICA.IT

Alcol, astemi quattro italiani su 10 ma è allarme consumi tra i giovani
La relazione del ministero parla di mezzo milione di bevitori under 16 e di un fenomeno in crescita a causa di abitudini di "importazione" come il "binge drinking": l’ebbrezza cercata e ottenuta lontano dai pasti attraverso bevande diverse consumate in un tempo ridotto
ROMA - Addio alla sbornia "mediterranea", spesso causata da vino o birra e prossima (o conseguente) a un pasto: in fatto di alcol, il nuovo pericolo, soprattutto per i giovani, viene dal Nord Europa e si chiama "binge drinking", un modo di bere che è finalizzato proprio all’ubriacatura e prevede il consumo di bevande alcoliche diverse in un arco di tempo ridotto e lontano dai pasti.
Ne parla espressamente la relazione che il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha trasmesso ai presidenti di Camera e Senato sugli interventi realizzati da ministero e Regioni in attuazione della legge quadro 125/2001 in "materia di alcol e problemi alcolcorrelati". La relazione contiene i dati più recenti sulla situazione italiana e da essi risulta quasi 8,5 milioni di cittadini bevono oltre la soglia di rischio e che tale abitudine riguarda il 15,8% di chi ha più di undici anni.
Tra di loro ci sono circa 475.000 ragazzi con meno di 16 anni, pari al 18,5% dei ragazzi ed al 15,5% delle ragazze. Secondo il rapporto, la situazione tra la popolazione più giovane è peggiorata anche per abitudini di "importazione" come il binge drinking, divenuta pratica consueta soprattutto per i giovani uomini tra i 18 e i 24 anni (21,6%) e nella fascia 25-44 anni (17,4%), ma diffusa anche fra le donne fra i 18 e i 24 anni (7,9%); fra le giovanissime di 11-15 anni, è addirittura più diffusa che fra i coetanei maschi. Le medie giovanili sono nettamente superiori a quella nazionale che è di 12,4% per gli uomini e del 3,1% delle donne.
Altro dato preoccupante è che nell’ultimo decennio è cresciuta in Italia la quota di chi beve al di fuori dei pasti e che tale aumento è particolarmente significativo tra le donne e fra i giovani, ai quali va il primato in questi consumi: fra gli 11 e i 25 anni, nel 2009 ha riguardato il 34,4% dei maschi e il 22,8% delle donne.
La relazione del ministero afferma, inoltre, che nel 2008 circa 6mila incidenti stradali - per la precisione, 5.920, il 2,12% del totale - sono stati causati dall’eccessivo consumo di alcol e da conducenti in stato di ebbrezza. (*) Infine in Italia risulta ancora bassa rispetto agli altri Paesi europei la diffusione di conoscenze sul tasso legale di alcolemia per la guida e sui limiti di consumo con esso compatibili.
Nell’indagine è riportato un dato contraddittorio rispetto agli allarmi del ministero e riguarda il basso consumo pro-capite di alcol (8,02 litri contro l’11,6 della media Ue) (**) e il fatto che l’Italia risulta essere, assieme al Portogallo, il Paese con il maggior numero di astemi totali: il 39% dei cittadini, secondo un’indagine europea condotta nel 2009, non consuma bevande alcoliche. Record singolare per un Paese che condivide con la Francia il primato mondiale per la produzione di vino e in cui 8,5 milioni di persone presentano "almeno un comportamento a rischio" rispetto al consumo dell’alcol.
Con la relazione è stato presentato anche il primo bilancio dell’operazione "Naso rosso", promossa d’intesa con il ministero della Gioventù. Dai dati emerge che il 34,6% dei giovani arriva in discoteca già con un tasso di alcol nel sangue superiore al limite dello 0,5 concesso dalla legge per poter guidare. A fine serata, la percentuale di giovani sopra la soglia dello 0,5 è aumentata al 44%, mentre quelli a tasso zero, che all’ingresso erano il 33%, sono scesi al 16%. L’unica nota positiva, come ha sottolineato il ministro Giorgia Meloni, è che tra i ragazzi che hanno dichiarato che avrebbero guidato dopo la discoteca la quasi totalità è risultata inferiore al limite dello 0,5. "Questo vuol dire - ha detto Meloni - che è aumentata la consapevolezza tra i giovani che, se devono guidare, bevono con moderazione". (***)
 
(*) Nota: è un dato ISTAT cui, a parte forse Luca Zaia, non ha mai creduto nessuno.
Infatti l’anno successivo l’ISTAT ha ammesso che questo valore non era significativo, esplicitando l’incapacità di rilevare un dato credibile.
 
(**) Nota: basso? L’Italia ha sottoscritto l’impegno OMS a scendere sotto i 6 litri pro capite entro il 2015.
Quindi 8,02 litri è ancora un dato decisamente troppo alto per la salute degli italiani.
 
(***) Nota: è un peccato notare come il Ministro Meloni, così come molti servizi del pubblico e del privato che si occupano di prevenzione, tradisca le indicazione di tutti i maggiori esperti nazionali ed internazionali della materia alcol e guida, che da anni spiegano la necessità di proporre la cultura secondo la quale chi beve bevande alcoliche poi non deve guidare.
La cultura del bere poco prima di guidare è un fallimento, oltretutto inapplicabile alle categorie di conducenti la cui alcolemia consentita per guidare è 0,0.
Tra loro, guarda un po’, ci sono proprio i (più) giovani.
Iniziative, come quelle descritte ieri in rassegna, di portare gli etilometri nelle scuole a ragazzi che per guidare devono avere per legge alcolemia zero, prima ancora che dannose sono proprio insensate.

DIRETTANEWS.IT

Adolescenti: la nuova generazione non fuma e non beve alcolici
ADOLESCENTI POCO FUMO E ALCOL
Altro che gioventù bruciata. Gli adolescenti italiani, dal Nord al Sud, “sono in maggioranza bravi ragazzi, che per lo più non fumano (80,1%), non bevono mai alcolici (lo fa solo il 19,9%). E quando escono al sabato sera non fanno tardi”.
La buona notizia arriva dal pediatra Italo Farnetani, docente a contratto dell’Università di Milano-Bicocca, che analizza i comportamenti dei teenager italiani nel volume “Prevenzione: appuntamenti per la salute”, pubblicato dal Comune di Monza.
“L’unica differenza – spiega – è che al Nord sono più impegnati in casa, mentre al Sud sono più coccolati dalle famiglie”.
L’identikit dei teenager alle prese con stili di vita e prevenzione sarà presentato domani alle ore 18 (Urban Center di Monza) nella tavola rotonda “La prevenzione nell’età pediatrica e adulto geriatrica”.
Farnetani anticipa all’Adnkronos Salute alcuni numeri relativi all’assunzione di bevande alcoliche e all’abitudine al fumo degli adolescenti italiani, con un focus su quelli lombardi, milanesi e monzesi.
“In Italia, secondo gli ultimi dati Istat, la popolazione degli under 18 dal 2007 è passata da 10.744.030 a 10.831.152 nel 2010, con un aumento di 87.122 (che equivale allo 0,8%)”.
E, stando ai dati degli Osservatori regionale e nazionale, la stragrande maggioranza dei soggetti fra 11 e 15 anni, pari a quattro adolescenti su cinque, “non assume mai alcolici”. (*)
In particolare, a Monza “4.290 adolescenti non bevono e solo 1.065 ragazzi si concedono sporadicamente qualche drink. In Lombardia, poi, 346.751 adolescenti non consumano mai alcolici e 86.146″ alzano il gomito “solo sporadicamente. Se si guarda il comune di Milano, poi, in 39.033 non assumono mai alcolici e solo 9.697 lo fanno sporadicamente”.
Passando al fumo, vediamo che quattro adolescenti su cinque non fumano e solo il 19,9% lo fa.
“In Lombardia 709.120 adolescenti sono smoke-free, e solo 176.174 fumano. A Milano il rapporto è di 80.252 contro 19.938, e a Monza 8.195 ragazzi non fumano contro i 2.035 giovani con il vizio della sigaretta”.
E ancora: “Se andiamo a vedere ciò che succede nelle ultime classi delle superiori, il numero degli adolescenti che fuma è ancora più basso. Ha il vizio della sigaretta solo il 7,4% dei ragazzi prossimi al diploma. In pratica, fuma uno ogni 13, il che significa che in una classe delle superiori, formata in media da 26 ragazzi – spiega Farnetani – solo due fumano, mentre 24 non hanno questa abitudine”.
Dai dati emerge inoltre che per i giovanissimi il fumo rappresenta una forma di aggregazione, infatti tra i fumatori tre adolescenti su quattro (73,6%) accendono la sigaretta in compagnia.
“Non solo: il consumo di alcol o tabacco a quella età è spia di un disagio, di una insicurezza. Segnali che vanno colti dagli specialisti e dalla famiglia”, sottolinea il pediatra. In generale “questa immagine positiva degli adolescenti si ritrova anche nella partecipazione alla vita familiare. Si pensi che in Italia il 91% degli adolescenti fra 11 e 17 anni fa qualche lavoretto di casa – prosegue l’esperto citando dati Istat – Una percentuale che arriva per la Lombardia al 97%”.
In Italia, in particolare, un adolescente su due (il 50%) si rifà il letto. “Più alta la percentuale degli adolescenti che apparecchia o sparecchia la tavola: la media italiana è del 70%, che corrisponde a un 60% al Sud e a un 80% al Nord”.
Adolescenti bravi ragazzi anche per quanto riguarda le uscite del sabato sera.
“Esce un adolescente su due (il 53,5%), ma solo il 12% (256.003) rientra a casa dopo mezzanotte. In Lombardia, in particolare, in 323.930 escono il sabato sera e 38.871 rientrano tardi”.
Insomma, nonostante i ripetuti allarmi, “la stragrande maggioranza dei teenager italiani ha uno stile di vita positivo”. Parola di pediatra.
 
(*) Nota: questo articolo dimostra come, girovagando tra dati e statistiche, si possa affermare tutto e il contrario di tutto.
Va detto che, per inequivocabili motivi di salute, tra 11 e 15 anni dovrebbe essere normale e scontato che nessun bambino-adolescente consumasse bevande alcoliche: l’Organizzazione Mondiale della Sanità spiega chiaramente come a questa età il consumo debba essere pari a zero.
Quindi questo dato di un bevitore ogni cinque appare tutt’altro che rassicurante a quell’età.
Idem per il fumo di sigaretta, o per tornare tardi al sabato sera.
TERMOLIONLINE

Dai minorenni: è facile comprare gli alcolici
TERMOLI. Risale allo scorso agosto l’ordinanza del sindaco della città adriatica Antonio Basso Di Brino nella quale si imponeva un divieto agli esercizi commerciali, di vendere qualsiasi tipo di bevanda alcolica ai minori di 18 anni.
Un provvedimento restrittivo che è stato foriero di polemiche da parte di coloro che hanno dato a questa ordinanza la connotazione di un provvedimento degno di un’amministrazione leghista, e dall’altro canto l’approvazione di numerosi, che hanno visto nel provvedimento un voler mettere freno a quello che nei giovani termolesi era diventato, ed è tuttora, un modo di vivere.
Ricordiamo che l’ordinanza si apprestava ad essere varata dopo pochi giorni dall’inchiesta condotta da questa testata giornalistica, dopo il sacro fuoco di San Basso che ha visto l’arenile della città rivierasca ridursi a un campo di battaglia, dove i colpi che hanno stordito i numerosi adolescenti sono stati sferrati dall’alcool. Scene immortalate dai nostri scatti, e qualcuno le ha definite "scene raccapriccianti".
Nel periodo a seguire la suddetta ordinanza, abbiamo seguito la reazione sia degli adolescenti che degli esercenti dediti alla somministrazione di alimenti e bevande. E mai come in questo caso la massima, “fatta la legge trovato l’inganno”, è stata più calzante. I giovanissimi dichiararono di non nutrire preoccupazione “in ogni comitiva c’è sempre un maggiorenne – asserirono convinti nel corso di un’intervista – sarà compito di questi recarsi al supermercato a fare spesa per tutti".
Si desume, purtroppo, che questa sia stata la condotta adottata per ovviare al "problema ordinanza no alcool" e ad oggi la conferma ci giunge da un’allegra comitiva incontrata lo scorso fine settimana. Sette giovanissimi, tre ragazze e quattro ragazzi dai 13 ai 18 anni, erano muniti di due bottiglie di vino da 2 litri, una di vodka, sette birre e una coca-cola che non era destinata all’astemio di turno, ma solo per completare il tutto con una birra e coca, “la coca senza alcol non sa di nulla”, beffeggia un ragazzino.
Ci hanno confidato che acquistare alcool non è un problema in quanto, nei bar e nei supermercati i controlli non ce ne sono, o meglio "non in tutti i locali e noi - ci partecipa spavaldo uno di loro - andiamo dove sappiamo che i documenti non li chiedono mai”. (*)
Ida Petrone
 
(*) Nota: ingegnarsi pur di bere alcolici non è una prerogativa dei giovanissimi, come dimostra il prossimo articolo.
LA SICILIA

Vendere alcolici con... parola d’ordine
Neanche due settimane fa la questura gli aveva intimato la sospensione dell’attività di vendita di alcolici, sia perché non si sarebbe premurato di «risparmiare» gli ubriachi, continuando a servirli, sia per carenze igieniche.
Insomma, il titolare delle rivendita di piazza Iolanda avrebbe dovuto bloccare gli affari, ma evidentemente non se ne è dato per inteso. Anzi, ha pure cercato di raggirare le forze dell’ordine, ricevendo i propri clienti dal retro, ma soltanto dopo che questi avessero bussato in maniera convenzionale.
Dopo avere assistito ripetutamente alla scena, vedendo numerose persone uscire da «quel» portone con bicchieri di plastica colmi di vino, gli agenti delle «volanti» hanno deciso di fare irruzione nel locale, sorprendendo il titolare in piena «attività». A quel punto è scattata una nuova denuncia a piede libero, foriera per l’uomo di guai ben maggiori.
AGI NEWS

STRAGI CICLISTI: SALE A OTTO NUMERO VITTIME
(AGI) - Lamezia Terme (Catanzaro), 23 feb. - Sale a otto il numero delle vittime del grave incidente stradale verificatosi il 5 dicembre scorso in localita’ Marinella di Lamezia Terme, costato la vita ad un gruppo di cicloamatori travolti ed uccisi da un’auto condotta da un giovane immigrato marocchino.
All’ospedale di Cosenza, dove era stato ricoverato in coma, e’ deceduto, dopo una lunga agonia, uno dei feriti, Domenico Stranges, 48 anni, avvocato di Lamezia Terme. In seguito al grave incidente il giovane marocchino che travolse il gruppo fu arrestato. Le analisi effettuate su disposizione della magistratura ne evidenziarono lo stato di ebbrezza alcolica.
CORRIERE ADRIATICO

Violenza di gruppo a Portonovo
Sesso con una quindicenne turista ubriaca, tre ragazzi rischiano il processo
Ancona
Avrebbero approfittato di una turista quindicenne, su di giri per il troppo alcol, facendo sesso con lei in una notte d’estate nella pinetina del parcheggio dietro la Torre di Portovono. Tre ragazzi anconetani rischiano un processo con l’accusa di violenza sessuale di gruppo e omissione di soccorso ai danni di una teenager austriaca che due anni fa era in vacanza con la famiglia in un hotel della baia. Fabio Melchiorre 31 anni, Ciro Troilo, 21, e Luca Pacella, 21, il prossimo 9 marzo compariranno davanti al Gup Francesca Zagoreo per l’udienza preliminare, dopo le richieste di rinvio a giudizio avanzate dal Pm Valeria Sottosanti. Ad abusare della ragazzina, la notte tra il 19 e il 20 luglio 2009, sarebbe stato anche un altro giovane della stessa comitiva, che però a quell’epoca non era ancora maggiorenne (avrebbe compiuto gli anni all’indomani, era lì con gli amici proprio per festeggiare) e dunque è sotto inchiesta alla Procura minorile.
I ragazzi giurano di non aver costretto la ragazza a fare nulla contro la sua volontà. Sarebbe stata lei, al contrario, a fare delle avances. Ma secondo le conclusioni della Procura la ragazzina austriaca sarebbe stata così ubriaca (le analisi al pronto soccorso accertarono un tasso alcolemico di 2,90) da non poter capire cosa le stessero facendo. Per questo agli imputati vengono contestate come aggravanti sia la minore età della vittima, all’epoca 15 anni e mezzo, sia la sua diminuita capacità di difendersi, proprio perché semistordita dagli alcolici.
La minorenne austriaca venne trovata seminuda e stordita alle tre di notte nella zona della terrazza di Portonovo. Tremava dallo spavento, indossava una canottierina da spiaggia, aveva bevuto così tanto da rischiare il coma etilico. Alcuni testimoni aiutarono i carabinieri a mettere a fuoco meglio l’episodio, dopo il racconto molto confuso fatto al pronto soccorso di Torrette dalla quindicenne austriaca, figlia di un ricco imprenditore innamorato dell’Italia al punto da passarci tutti gli anni le vacanze estive. Qualcuno raccontò di aver notato i primi approcci del gruppo di ragazzi, anche loro piuttosto sbronzi, gasatissimi davanti a quella ragazzina che sembrava più grande della sua età. Un corteggiamento via via più spinto, secondo la testimonianza di un ragazzo del gruppo, sentito come persona informata sui fatti, che riferì di aver sentito dire: “Kiss me, kiss me”. La situazione poi sarebbe sfuggita di controllo, i quattro ragazzi avrebbero palpeggiato la ragazza coinvolgendola in giochi erotici. Gli accertamenti fatti al pronto soccorso, dove la minore venne sottoposta a visita ginecologica, avevano escluso un rapporto carnale completo e non erano state trovate tracce di liquido seminale. La Procura aveva incaricato un consulente medico legale, il professor Adriano Tagliabracci, di esaminare alcuni reperti prelevati nel luogo dei presunti abusi: il vestito e gli slip della ragazzina, una gomma masticata e un fazzolettino usato. Le difese stanno ancora decidendo se chiedere il rito abbreviato. “Il mio assistito - spiega l’avvocato Nando Piazzolla, difensore di Melchiorre - respinge ogni accusa anche sulla base della perizia secondo cui non esistono tracce di Dna riconducibili a lui”.
Lorenzo Sconocchini
IL GAZZETTINO (Treviso)

Lettere
SALUTE
CHE INFERNO AVERE UN FIGLIO ALCOLISTA
Caro direttore, sono un genitore, purtroppo, di un figlio alcolista, e assieme a mia moglie passo una vita d’inferno. Non c’è pace. Sento altre persone che hanno i miei stessi problemi. Molti alcolisti girano anche in bicicletta per le strade e sono pericolosi. Per sè e per gli altri. Penso che un controllo da parte dei vigili possa aiutare e fermare qualcosa. E’ poco, lo so, ma è già qualcosa. Mi limito a queste poche righe.
F.G.
IL GAZZETTINO (Vicenza)

"IO NON LA BEVO"
Ieri in municipio premiati i migliori lavori presentati al concorso promosso da Bassano e Nove
Banner e spot per combattere l’abuso di alcol
BASSANO - (R.F.) Con la premiazione dei vincitori si è conclusa ieri la 2. edizione del concorso "Io non la bevo". Promosso dalle amministrazioni di Bassano e Nove, in collaborazione con la Società italiana di alcologia, il progetto ha coinvolto 90 studenti delle superiori allo scopo di aumentarne la consapevolezza sui rischi derivanti dall’abuso di alcol. I ragazzi hanno risposto realizzando originali video, spot, cartelloni, slogan contenenti messaggi incisivi finalizzati a promuovere uno stile di vita sano. Un percorso nel quale sono stati supportati da insegnanti ed esperti e, soprattutto, da Giovanni Greco, vicepresidente della Sia.
Tra i 30 banner presentati il primo premio è andato a Enrico Novello del liceo artistico "De Fabris"; nella stessa sezione è stato segnalato anche l’elaborato di Linda Fachinat, sempre del "De Fabris". Per gli "Spot web" sono stati segnalati Giovanni Toso e Federico Stefani del "Fermi"; nella sezione "Spot video" è stato premiato il lavoro di Angelica Guidolin, Stefano Lunardon, Damiano Zarpellon, Gianluca Frison, Stefano Artuso e Giulia Moro del liceo "J. da Ponte"; per Athena Arsiè, sempre del "Da Ponte", segnalazione.
Nell’ottica della peer education, i lavori vincitori saranno utilizzati per una campagna (attraverso affissioni e spot) finalizzata a sensibilizzare i giovani sul consumo dell’alcol. «Il progetto non intende demonizzare, nè esprimere giudizi morali - sottolineano il sindaco di Nove, Emanuele Bozzetto, e l’assessore alle Politiche giovanili di Bassano, Annalisa Toniolo - ma responsabilizzare i ragazzi sul tema».
AGRICOLTURA ONWEB

Vino, marketing e web
Master e seminari aperti al pubblico con docenti d’eccezione a San Michele all’Adige
Familiarizzare, anche nel settore del vino, con le opportunità offerte dalla rete e dalle nuove tecnologie e indagare i principali aspetti di neuromarketing che ’scannerizza’ il cervello umano per analizzare il comportamento dei consumatori e il loro coinvolgimento nei messaggi pubblicitari.
Sono i temi al centro dei due seminari, in programma il 10-11 marzo e il 24-25 marzo, all’Istituto Agrario di San Michele, nell’ambito del master sui vini di origine, che vedranno intervenire esperti internazionali del settore, come Richard Halstead, direttore esecutivo di Wine Intelligence di Londra,  uno dei maggiori centri di studio sul marketing del vino a livello internazionale. Gli incontri, a numero chiuso e solo su iscrizione, sono organizzati in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, Selecta-Winejob risorse umane per il vino eVinix Lab Academy. Molti saranno gli spunti di riflessione e i suggerimenti pratici per affrontare le sfide future nel mondo del vino.
Seminario Marketing&Vino. Strategie e strumenti di fronte alle nuove realtà del vino
San Michele all’Adige 10-11 Marzo 2011
Organizzato in collaborazione con la Società Selecta-Winejob, affronterà le problematiche della domanda mondiale di vino di qualità con un docente d’eccezione, Richard Halstead, Direttore Esecutivo di Wine Intelligence di Londra. Verranno analizzati gli aspetti di neuromarketing, come l’alba del nuovo mercato del vino. Una tavola rotonda vedrà diversi operatori di grandi aziende vinicole nazionali discutere sugli elementi competitivi nel mercato del vino. Esperti del settore della grande distribuzione e di quello Horeca daranno il loro contributo alla comprensione delle complessità e delle tendenze evolutive. Il seminario è a numero chiuso e richiede l’iscrizione.
Seminario Vino & Web: le nuove opportunità per comunicare il vino ai tempi dei social media
San Michele all’Adige 24-25 Marzo 2011
Un seminario per imparare a familiarizzare con le opportunità che la rete e le "nuove" tecnologie mettono a disposizione dell’operatore del mondo del vino e del cibo. Davide Cocco di Studiocru parlerà dei nuovi scenari e nuovi strumenti per la comunicazione; Pamela Guerra di Pr & Press Comunicare il Vino spiegherà come costruire una rete sociale, i Blog/WebSite, la nostra casa nel web, Twitter lancio di notizie, segnalazioni, creazione network, FaceBook, lo spazio divertente per coinvolgere, Mailing e Newletter, la geolocalizzazione, come comunicare con gli eventi; Filippo Ronco di Tigullio Vino, Vinix, VinoClic affronterà temi quali: la pubblicità online, VinoClic e Vinix Social network, strumenti e opportunità. Il seminario è a numero chiuso e richiede l’iscrizione.
AGRICOLTURA ONWEB

Mercato interno o export: il dilemma del vino
Cresce l’export, ma cala il consumo di vino in Italia. Da oggi fino all’apertura di Vinitaly 2011, una serie di interviste sul tema che verranno pubblicate da lunedì 21 febbraio settimanalmente sul sito www.vinitaly.com
Nel momento dell’euforia per le esportazioni italiane di vino che prima tengono testa alla crisi internazionale e poi volano, qualcuno pensa che "non si può vivere di solo export".
Lo dice a Vinitaly Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini, che riflettendo sui numeri ricorda come, negli anni 1980/90, Italia e Francia rappresentassero il 75% delle esportazioni mondiali, mentre ora raggiungano solo il 50%.
"Può e deve essere così", invece per Lorenzo Biscontin, responsabilemarketing di Santa Margherita, per il quale sarebbe antistorico nell’era della globalizzazione non pensare a un grande mercato mondiale.
"In vista della 45° edizione Vinitaly - dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – abbiamo aperto il dibattito su cosa pensano di fare i produttori vitivinicoli italiani di fronte al calo dei consumi interni. Un dibattito che culminerà con la presentazione, durante la rassegna, di una specifica ricerca di mercato, commissionata per capire il fenomeno e le strategie possibili da adottare". Il fatto che lo zoccolo duro rappresentato dai consumi interni non dia gli stessi segnali positivi dei mercati internazionali, con una flessione degli acquisti anche nel 2010, deve infatti far riflettere il sistema enologico italiano. Il trend parte da lontano, con i consumi che sono scesi dagli anni ’70 ad oggi da oltre 100 a circa 40 litri pro capite.
Nel confronto sono coinvolti istituzioni di categoria, produttori, comunicatori, operatori della distribuzione e della ristorazione, pubblicitari/esperti di costume, che ogni settimana fino all’inaugurazione del più grande salone mondiale dedicato al vino (7-11 aprile 2011), sul sito www.vinitaly.com  risponderanno a tre domande:
. Può il Paese primo produttore vivere di solo export, con i rischi rappresentati dalle fluttuazioni monetarie e dalle agguerrite politiche di marketing e distribuzione dei competitori dei cosiddetti Nuovi Mondi?
. Il gap del mercato italiano è di natura economica, culturale o è un problema di comunicazione?
. Perché al contrario il trend dell’export è in crescita?
Il declino dei consumi nazionali è avvenuto nonostante un deciso miglioramento della qualità del vino prodotto, frutto di un cambiamento di mentalità dei produttori e di forti investimenti nella vigna e in cantina. Questo però non è un fatto di per sé strano, perché, come dice Ermanno Gargiulo, responsabile category diCoop Italia, "in generale, all’aumento della qualità non sempre corrispondono aumenti dei consumi; anzi statisticamente è possibile che avvenga il contrario". Comunque per Gargiulo "l’export può essere un valore aggiunto, importante, ma non il business principale del settore enologico".
Anche per Aldo Cibic, architetto e designer di fama internazionale, è importante dare la giusta chiave di lettura del fenomeno italiano: "L’evoluzione qualitativa del vino corrisponde a un pubblico più esigente che probabilmente non incide sul volume di produzione, ma che premia il salto in avanti fatto in questi anni".
Per Fabio Giavedoni, curatore della Guida Slow Wine di Slow Food, "quello sul mercato interno probabilmente è un problema culturale, che potrebbe essere colmato con un’efficace comunicazione". L’obiettivo dovrebbe essere quello di dare valore alla storia e alla cultura del vino già nelle scuole dell’obbligo, in contrapposizione alle periodiche ondate di proibizionismo basate su convinzioni non sempre ben verificate.
Le interviste complete sono scaricabili dal sito www.vinitaly.com , dove è possibile partecipare al dibattito. (*)
 
(*) Nota: invito tutti i lettori di questa rassegna stampa a dare il loro contributo di idee a questo dibattito.
IL RESTO DEL CARLINO (Reggio Emilia)

Il dramma di un papà con figlio alcolista «Da troppi anni non gli davo un bacio...»

 

 

 

Giovedì, 24 Febbraio 2011
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