Un’immagine della refurtiva recuperata dalla Polizia Locale di Milano-Foto da Milanotoday.it
(ASAPS), 24 febbraio 2011- Furti d’auto, ricettazione, contraffazioni. Queste erano le specialità di due bande di professionisti del crimine sgominate dalla Polizia Locale di Milano dopo lunghe e articolate indagini, che hanno condotto all’arresto di 7 persone e a 57 denunciati. Nel bottino dei malfattori non solo automobili ma anche camper, autocarri, 173 motorini, in qualche caso contraffatti, 51 navigatori, 50 autoradio il tutto per un "giro" di diversi milioni di euro. Per stroncare l’attività criminale delle due organizzazioni si è reso necessario il lavoro congiunto di due Comandi di zona e la collaborazione della Polizia svizzera. Sequestrati inoltre attrezzi di vario genere, per scassinare e contraffare i mezzi. La prima operazione, denominata Fabio Massimo, è partita grazie alle verifiche che il Comando di Zona 4 ha effettuato sulla regolarità delle attività svolte da un’officina della periferia sud-est di Milano che operava senza le necessarie autorizzazioni, riversando nel terreno materiale tossico e custodendo alcuni autocarri d’illecita provenienza. Arrestati il titolare dell’officina, di fatto lo "specialista dei furti" e i suoi due "meccanici", mentre una quarta persona di nazionalità tunisina è latitante. Un’altra indagine, partita sempre da un’officina meccanica questa volta della zona nord della città, denominata Centro Direzionale, è stata invece portata a compimento dal Nucleo Problemi del Territorio. Tre in questo caso gli arrestati, il titolare dell’attività, il suo socio e il ricettatore che affiancava l’attività illecita al quella regolare di rottamatore. Nell’ambito delle inchieste le Forze dell’Ordine hanno operato con intercettazioni telefoniche e localizzazioni satellitari, avvalendosi delle telecamere dislocate in vari punti della città. I ladri d’auto infatti agivano con estrema professionalità servendosi a volte del "jammer", un inibitore dei sistemi d’allarme delle auto che interferisce sulle onde radio impedendo all’automobilista di chiudere le portiere attraverso il comando a distanza. I predatori d’auto che si appostavano nelle vicinanze potevano così entrare in azione indisturbati e senza destare sospetti. In altri casi invece arrivavano a travestirsi da addetti alle rimozioni e utilizzavano i carri-gru per "prelevare" le auto, che poi talvolta, per non dare nell’occhio, erano lasciate per qualche giorno in vie desolate della città. (ASAPS)
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