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STATI UNITI - STATI UNITI, ALLARME MOTOCICLISTI: IL LORO TASSO DI MORTALITÀ È AUMENTATO DEL 35%. UNA CHIAVE DI ANALISI IN CHIAVE EUROPEA ARRIVA DALLA FRANCIA

STATI UNITI, ALLARME MOTOCICLISTI: IL LORO TASSO DI MORTALITÀ È AUMENTATO DEL 35%. UNA CHIAVE DI ANALISI IN CHIAVE EUROPEA ARRIVA DALLA FRANCIA


(ASAPS) WASHINGTON – Negli Stati Uniti il numero di quarantenni e cinquantenni che viaggiano in moto aumenta continuamente, come del resto i dati relativi alla sinistrosità di questo settore. Lo rivela un’indagine della NHTSA, acronimo di National Highway Traffic Safety Administration, una sorta di FBI della sicurezza stradale, che ha registrato un netto aumento di vittime tra i senior emuli di Easy Rider. Perché ci riferiamo al celebre film? Che cos’hanno Billy (Dennis Hopper, anche regista)  e Wyatt (Peter Fonda) in comune con i motociclisti meno giovani di oggi? In effetti, gli anni ’60 – e il film uscì appunto nel 1969 – furono quelli del grande allarme mondiale sull’uso delle droghe e dell’alcol, presi a vessillo della ribellione e della contestazione da parte di una generazione che voleva rappresentarsi “on the road”. Quei ragazzi, di allora, oggi sono manager, imprenditori, professionisti, che forse attirati dalle ampiezze del continente americano, tornano in sella a gustarsi il vento sulla faccia sulla Route  66. ma con quali conseguenze? Alcuni ci sapevano andare, ma la ruggine ha compromesso le loro capacità, mentre altri che non ci erano proprio mai saliti, si sono improvvisati smanettoni su rumorosi choppers. Fatto sta che negli ultimi anni, il mercato degli Stati Uniti – che in alcune zone non prescrive l’obbligo del casco, mentre in altre le dueruote devono stare in fila insieme alle macchine – ha registrato un grande aumento nelle vendite del nuovo e dell’usato: +25%, dicono contenti i venditori, mentre l’agenzia federale della sicurezza batte i pugni sul tavolo e mostra le cifre della sinistrosità del settore, salita del +35% nello stesso periodo. Le statistiche dicono anche altro, però: nel 1980 gli ultraquarantenni costituivano il 15% dei motociclisti, mentre nel 1998 la percentuale è salita al 43,7%. La NHTSA non ha ancora molti argomenti a sostegno della propria tesi, ma alcuni analisti sono stati messi al lavoro con la consegna di vederci chiaro. L’ipotesi è che l’aumento della mortalità tra i bikers, un 35% che non può andare a genio in un paese dove la sicurezza stradale è al primo posto negli impegni politici fin dagli anni ’50, sia dovuta all’accresciuto numero di utenti proprio tra i senior. Una congettura in cerca di conferme che crea molto allarme, “anche perché – dicono all’agenzia – un incidente dovuto a molteplici cause tutte ascrivibili ai comportamenti di una sola categoria, è un rischio ed un pericolo per tutti”. Alcuni dati però ci sono, e la NHTSA li usa: i motociclisti ultraquarantenni sono quelli più coinvolti in sinistri stradali con esito letale: nel 2004 il 47%  dei 3.900 sinistri mortali che hanno coinvolto la categoria, con un’incidenza del 60% sull’aumento complessivo. Il 32% delle vittime facenti parte dei “sospetti” avevano preso la patente per la moto da meno di un anno. La notizia è già filtrata in Francia, dove i Motards hanno un peso politico non indifferente sulle politiche della sicurezza stradale e della prevenzione decisa dalle istituzioni. Proprio loro dicono che sarebbe interessante affrontare il problema anche in Europa, introducendo fonti statistiche che consentissero di verificare questi sospetti dell’agenzia americana. E questo, non tanto per scoprire quanti fan di Easy Rider abbiamo sulle nostre strade, ma anche per capire quanto scooteristi – che scelgono di cavalcare una dueruote sulle strade urbane – abbiano poi in effetti l’esperienza e la capacità tecnica per scorrazzare (e lo fanno in molti) a tutta velocità nelle arterie intasate dei centri storici. (ASAPS)


Lunedì, 12 Dicembre 2005
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