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Rassegna alcol e guida del 1° marzo 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta
 

ASAPS

Firenze: al via la proposta di legge popolare per l’Omicidio Stradale. Il sindaco Matteo Renzi raccoglie la sfida dei genitori di Lorenzo Guarnieri, ucciso sulla strada da un uomo ubriaco e drogato
Nel progetto c’è anche l’Asaps, che ha coniato la terminologia e che parteciperà al gruppo di lavoro, composto da professionisti

Lorenzo Guarnieri

FIRENZE, 1 marzo 2011 – È fatta: il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha tenuto fede alla parola data, qualche mese fa, a Stefano Guarnieri, padre di un ragazzo di 17 anni, Lorenzo, ucciso nel capoluogo toscano dal conducente di un motociclo, risultato poi in stato di ebbrezza da alcol e stupefacenti. In questa iniziativa, ora lo possiamo dire, c’è di mezzo lo zampino dell’Asaps che, all’indomani della promessa di Renzi di promuovere una proposta di legge popolare per applicare a certi casi di omicidio colposo le pene di quello volontario, ha elaborato nell’ambito del proprio ufficio studi l’idea che, se davvero si vuole una legge giusta, si deve prevedere una quarta forma di omicidio, oltre a quelle già esistenti. Accanto all’omicidio volontario, a quello preterintenzionale e a quello colposo, serve affiancare l’istituto dell’omicidio stradale. Un abbozzo piuttosto circostanziato, di come secondo noi dovrebbe essere – sentito ovviamente il parere di alcuni esperti in materia, tra cui avvocati e magistrati – ha corredato una notizia apparsa sul nostro sito lo scorso 10 dicembre 2010 (leggi qui): Stefano, un manager di un’importante multinazionale, ha letto la nostra valutazione e ci ha subito contattati per instaurare un rapporto di collaborazione. Il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni, ha dunque incaricato il redattore di quella valutazione, Lorenzo Borselli, di partecipare al gruppo di lavoro che, attorno all’incredibile spinta volitiva di Stefano Guarnieri si è formato. Insieme Il fulcro del lavoro, il perno attorno al quale si svilupperà l’attività, è l’Associazione Lorenzo Guarnieri (www.lorenzoguarnieri.com), che ha approntato una proposta del tutto inedita, nel nostro paese, seguita con attenzione dalla McKinsey & Company, una delle più prestigiose società di consulenza al mondo, che prevede – in caso di successo – di certificare ed esportare il progetto anche all’estero. Oltre alla proposta di legge popolare, infatti, l’associazione ha elaborato – seguendo un approccio anglosassone al problema – un piano strategico per la sicurezza stradale da snodare nel prossimo quinquennio nell’ambito del comune di Firenze. L’esperienza subita dalla famiglia Guarnieri è tragica, ma a differenza di molti altri casi ai quali l’Asaps si è avvicinata, nel suo cammino, non c’è una spirale di dolore attorno al quale babbo Stefano e mamma Stefania si sono lasciati cadere. No. Il progetto è solido e vale la pena di tentare. Noi faremo la nostra parte con un compito preciso: fare il bagno di verità alle parole che i genitori di Lorenzo si sono sentiti dire e che, in questo cammino appena iniziato (ma col vento in poppa) in molti cercheranno di rovesciare loro addosso. Come accettare il fatto che chi ti uccide il figlio travolgendolo con un veicolo, in preda ad alcol e droghe, venga giudicato per un reato colposo? Come accettare il fatto che non esista un progetto, che possa dirsi tale, che nasca con lo scopo di abbattere completamente la mortalità e che non sia al momento considerato possibile conseguire tale obiettivo? Nel nord Europa, col progetto Visione Zero, molti stati ci sono riusciti. Noi siamo ancora all’inizio e vale la pena di tentare.


IL TIRRENO

MARTEDÌ, 01 MARZO 2011
Ubriachi al volante: la campagna parte da Firenze. Renzi: è una grande scommessa sociale, civile e anche economica
Alcol killer, reato di omicidio stradale
Una proposta di legge popolare: aggravare le pene per chi uccide alla guida
FIRENZE. Una proposta di legge popolare per definire il reato specifico di omicidio stradale: la stanno elaborando l’associazione Lorenzo Guarnieri, fondata dai genitori del 17enne ucciso la notte del primo giugno scorso a Firenze da uno scooter guidato da un uomo risultato ai controlli positivo ad alcol e droga, in collaborazione con il Comune. Lo ha annunciato il sindaco Matteo Renzi e il vicepresidente dell’associazione, Stefano Guarnieri, presentando in Palazzo Vecchio l’avvio dei lavori per mettere a punto un piano di sicurezza stradale a Firenze rispetto al profilo del consumo di alcolici.
«Se una persona ubriaca o drogata si mette alla guida e uccide qualcuno è ingiusto che si possa far finta di nulla - ha detto Renzi - e che possa tornare a casa come se on fosse accaduto niente: per questo bisogna far sì che il reato previsto dal codice per questi casi sia aggravato».
«Sono pronto a chiedere un incontro con il presidente dell’Anci perché si discuta di questo - ha aggiunto - è una grande scommessa sociale, civile ed anche economica: per gli incidenti stradali si spende ogni anno più di 20 miliardi». Guarnieri ha spiegato che il reato di omicidio stradale è già presente in altri Paesi e che l’associazione sta scrivendo il testo della proposta di legge popolare che definisca questo reato». Terminata questa fase «partirà la raccolta di 50mila firme».
Il piano in cinque punti, per elaborare una strategia efficace nel ridurre gli incidenti stradali a Firenze (obiettivo concreto, «salvare almeno 58 vite nei prossimi 10 anni») è il fine del progetto “David”. Il piano prevede l’analisi dei dati per delineare il profilo del fenomeno incidenti stradali a Firenze ed individuarne le maggiori cause, con metodologie messe a disposizione da McKinsey, tra le maggiori società di consulenza strategica a livello mondiale.
«Raccolgo la sfida di Matteo Renzi sull’introduzione del reato di “omicidio stradale” in alcuni gravi casi», ha dichiara il presidente della Commissione Trasporti della Camera e responsabile vicario Enti Locali del Pdl Mario Valducci. «C’è bisogno di una scossa e la proposta di Renzi può rappresentare il nuovo fronte della sicurezza stradale. Sono pronto - conclude Valducci - a presentare in maniera bipartisan la proposta in Commissione Trasporti alla Camera».

IL TIRRENO

MARTEDÌ, 01 MARZO 2011
Tredicenni a lezione anti sbronza
La scuola media Gragnani ospita il Comitato “Non la bevo”
DONATELLA FRANCESCONI
TORRE DEL LAGO. Quanti gradi ha una delle bibite soft-drink più colorate, dolci, e accattivanti tra quelle che vanno per la maggiore, purtroppo, tra gli under 16? Probabilmente pochi adulti saprebbero rispondere con la precisione degli alunni di terza media che ieri hanno incontrato Emanuele Palagi, psicologo, e presidente del comitato “Non la bevo”. Da genitore, prima di tutto, la paura è immediata: dove l’hanno imparato? Come fanno ad essere così precisi? E, soprattutto, l’avranno già assaggiato? Per fortuna Palagi ha una risposta. Per i ragazzi, ma soprattutto per i loro insegnati e genitori: «A dodici anni si sono visti, in media, 100mila spot pubblicitari».
 Di questi una buona parte propongono bevande alcoliche, mandando messaggi accattivanti, con i volti più noti ed amati, con i corpi più belli e sensuali: «Spot che passano un unico “credo”: bevi e sarai anche tu così». Dalla pubblicità alla vita, però, le cose cambiano. «Mi gira la testa e non so perché...». Il ragazzino che parla così sta dentro un corpo che già lo fa sentire grande. E lui si atteggia, vestito alla moda, con la cintura che attira l’attenzione. Gli gira la testa perché Palagi ha appena provato a farlo camminare, un piedi avanti all’altro, indossando degli speciali occhiali - acquistati in Spagna - che simulano l’effetto della sbronza.
Mantenere l’equilibrio così non è semplice: il ragazzo sbanda, ha difficoltà. E diventa un’impresa anche prendere al volo quella pallina da tennis che senza occhiali era stata acchiappata al volo, sotto l’occhio amorevole di qualche compagna di scuola.
«L’avete visto camminare - punta dritto al problema Palagi -: ora immaginatelo mentre in quelle stesse condizioni si mette alla guida di un motorino». Le classi tacciono. Però quel liquido colorato e zuccherino di cui si parlava poco prima «è buono». Anche in questo caso è un maschio che parla. E si ritrova al fianco dello psicologo. Che chiede a lui, e ai suoi coetanei: «Sapete cos’è un’erezione?». Qualche sorriso, un po’ di imbarazzo, ma alla fine neppure tanto: perché questa è comunque l’età in cui con gli amici e le amiche si parla degli ormoni che galoppano. Alla fine lo studente se la cava. Il termine che usa non è certo scientifico, ma rende l’idea. A Palagi serve per spiegare quel passaggio pericolosissimo per cui non c’è adolescente che, almeno una volta, non si senta raccontare dagli amici che bere aiuta la sessualità. «Una delle tante bugie», continua lo psicologo dati scientifici alla mano.
Meglio, allora - questo il messaggio che passa dall’incontro che i ragazzi seguono con attenzione e partecipazione, al punto da sacrificare anche la ricreazione - «avere il coraggio di fare scelte impopolari. Bevendo un bel bicchiere d’acqua». Grazie alla scuola, alle insegnanti, alla vice preside Licia Pucci e alla dirigente scolastica Annalisa Misuri - conclude l’assessore al sociale Vittorio Fantoni - «e al “Tirreno” che ha creduto e seguito le iniziative del Comitato insieme al mio assessorato. Grazie a tutti coloro che si impegnano affinché il venerdì ed il sabato sulle nostre strade non si combatta la guerra che lascia tanti giovani morti e feriti».

CORRIERE DELLA MAREMMA

Problemi dell’alcol, arriva il quinto corso formativo.
Dal 14 a 19 marzo le lezioni alla media Ungaretti.
GROSSETO, 01.03.2011 - Sono aperte le iscrizioni al quinto corso di sensibilizzazione sui problemi alcol correlati e complessi, secondo il metodo del professor Hudolin, promosso dalla Società della Salute grossetana e dalla nuova associazione dei club alcologici territoriali di Grosseto, in collaborazione con la Asl 9 - attraverso le Unità funzionali Dipendenze e Salute mentale adulti del Distretto Area grossetana -, l’amministrazione provinciale, il Comune di Grosseto e il Centro alcologico territoriale. Il corso viene organizzato ogni due anni per potenziale il programma alcologico territoriale di Grosseto, che sta raggiungendo ottimi risultati su scala regionale, e gli incontri si terranno dal 14 al 19 marzo nelle aule messe a disposizione dalla scuola media ‘Ungaretti’ in via Portogallo. Il corso, di 50 ore, si articolerà in lezioni frontali, lavoro esperienzale in piccoli gruppi condotti e autogestiti e di lavoro pratico e darà diritto a 45 crediti Ecm, dell’educazione continua, riconosciuti per tutte le figure professionali. Per ottenere il riconoscimento dei crediti formativi è necessario partecipare a tutte le attività del corso e produrre l’elaborato finale

LA NAZIONE

POLIZIA  ARRESTATO QUARANTENNE
Torna a casa ubriaco e tenta di violentare l’affittuaria
FIRENZE - E’ TORNATO a casa ubriaco, domenica pomeriggio e approfittando dell’assenza da casa della sua compagna, un peruviano ha cercato in due volte, tra le diciotto e le diciannove, di violentare una romena  a cui ha affittato, in nero, una stanza del suo appartamento. La donna, sfuggita ai due tentativi di aggressione, si è rifugiata da un vicino di casa e da lì ha chiamato il 113. Glia agenti sono intervenuti tempestivamente e hanno arrestato l’uomo, 44 anni, con l’accusa di tentata violenza sessuale.
L’episodio è accaduto in un condominio di viale Fanti. Secondo quanto ricostruito dai poliziotti delle volanti, la donna, una romena di 43 anni, è stata aggredita una prima volta in cucina: l’uomo l’avrebbe afferrata per il collo chiedendole una prestazione sessuale. “Vieni, fai questo… rumena di m…”.
Lei è però riuscita a divincolarsi e a rifugiarsi nella sua camera, chiudendo bene a chiave la porta. Poco dopo però è uscita, si è messa ai fornelli perché era già ora di cena. Ha pensato che l’uomo si fosse calmato, ma non era così. E’ partita la seconda, pesantissima avance, con l’uomo intento anche ad afferrare al collo la signora che, a quel punto, dopo essere riuscita a liberarsi anche dal secondo tentativo di aggressione, è uscita precipitosamente dalla porta di casa per, letteralmente, riparare al piano inferiore, nell’abitazione di un vicino, da dove ha chiamato la polizia.
E’ emerso che l’aggressore aveva già molestato la 43enne affittuaria. Quando beve in particolare il suo stato d’animo sconfina nella violenza. E comunque si tratta di persona con precedenti – per scippo e maltrattamenti e famiglia – che lo hanno anche portato in carcere, da dove è uscito lo scorso mese di ottobre.

IL TIRRENO

MARTEDÌ, 01 MARZO 2011
Ubriaco dà in escandescenze al pronto soccorso dell’ospedale
SARZANA. Completamente ubriaco, dà in escandescenze al pronto soccorso dell’ospedale, al punto di costringere i sanitari a telefonare ai carabinieri che, giunti sul posto e vedendo inutile ogni tentativo di calmarlo, prima lo allontanano e poi lo denunciano per ubriachezza molesta.
L’episodio è accaduto la sera di domenica scorsa quando un polacco di circa 50 anni (non sono state fornite altre generalità) si è presentato al pronto soccorso, chiaramente in preda ai fumi dell’alcol.
Non si sa cosa lo abbia indotto a presentarsi lì, ma sta di fatto che dopo pochi minuti la situazione è precipitata.
Il cittadino polacco ha iniziato a infastidire chiunque si trovasse nei pressi, oltrechè alzare il tono della voce.
Evidentemente era reduce da una colossale bevuta e forse non sapeva bene dove era finito.
Sta di fatto che la performance gli è costata una seria denuncia di cui dovrà presto rispondere.

IL CORRIERE DI COMO

Trentacinque patenti ritirate nei controlli di fine settimana    
Martedì 01 Marzo 2011
ANCHE CINQUE AUTO CONFISCATE. Trentacinque patenti ritirate per guida sotto l’effetto di alcol (32) e di droghe (3). Cinque veicoli confiscati ad automobilisti alla guida ben oltre tre volte la soglia limite di alcol nel sangue, che è a 0,50. È questo l’esito dei controlli effettuati tra sabato e domenica sulle strade lariane. Un servizio coordinato che ha visto impegnate sul territorio tutte le forze dell’ordine, ovvero polizia, carabinieri, guardia di finanza, le polizie locali di Como, Alzate Brianza, Cantù, Erba, Lomazzo, Mariano, l’Unione Terre di Frontiera, l’Unione della Tremezzina e il Consorzio del Segrino, in collaborazione con Asl e Ufficio Sanitario della polizia di Stato. In totale sono stati ben 691 i veicoli controllati.

CORRIERE ADRIATICO

Trovata droga
Guidavano ubriachi Cinque denunce
Fabriano Controlli a tappeto, scattano le denunce per droga e i ritiri di patenti. Nella notte compresa tra sabato e domenica, è stata di nuovo intensa l’attività dei carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Fabriano, guidata dal capitano Benedetto Iurlaro, impegnata con 30 uomini nella prevenzione sulle strade del nostro vasto comprensorio. Cinque le patenti ritirate. Al riguardo, due automobilisti erano sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, due in stato di ebbrezza alcolica, mentre un quinto si trovava al volante della propria vettura, nonostante gli fosse stata revocata la patente per essere stato già sorpreso in più circostanze alla guida in stato di ebbrezza.
Molte, inoltre, anche le segnalazioni nei confronti di giovani assuntori di sostanze stupefacenti. Infatti, ben cinque soggetti di età compresa tra i 19 e i 24 anni sono stati segnalati alla prefettura, poiché, nel corso di perquisizioni personali, veicolari e domiciliari, sono stati trovati in possesso di varie quantità di hashish, tra 1 e 5 grammi. Non conosce soste l’attività dei militari finalizzata a garantire la sicurezza sulle strade e stroncare il traffico di droga, problematiche da qualche anno piuttosto sentite dalle famiglie.

IL TIRRENO

MARTEDÌ, 01 MARZO 2011
Alcol alla guida, puniti 4 automobilisti
Continuano i controlli a tappeto dei carabinieri nel weekend
VENTURINA. Continuano i controlli dei carabinieri contro il fenomeno delle guide in stato di ebbrezza.
Solo nel corso dell’ultimo weekend, in particolar modo durante le ore serali e notturne, sono stati effettuati numerosi posti di controllo nell’ambito del territorio, con una quarantina di automobilisti sottoposti al test alcolemico e quattro patenti ritirate. Primo caso intorno all’1,40 di sabato. I carabinieri, alla periferia di Venturina, hanno notato una autovettura di grossa cilindrata che procedeva a zig-zag, nonostante si trattasse di una strada rettilinea e senza ostacoli.
Il conducente, un 33enne venturinese, aveva i sintomi dell’abuso di alcol, confermati dal test che ha fatto registrare un tasso alcolemico di 0,96. Per lui è scattata la denuncia per guida in stato di ebbrezza e il ritiro della patente di guida.
Un’ora dopo, nel centro di Campiglia, i militari hanno controllato il guidatore di un’utilitaria. Il test ha rivelato un tasso di 1,47. Anche per lui denuncia e ritiro della patente, evitato per poco il sequestro dell’auto. Infine, sempre nel corso della notte, nel centro di Venturina, sono state comminate dai carabinieri altre due sanzioni amministrative per guida in stato di ebbrezza, a carico di giovani neopatentati, puniti secondo la legge nonostante un tasso alcolemico inferiore a 0,50 grammi per litro.

ALTALEX

Guida in stato d’ebbrezza? Non basta per negare la cittadinanza italiana
Consiglio di Stato , sez. VI, sentenza 14.01.2011 n° 1037 (Cesira Cruciani)
Un cittadino marocchino residente in Italia da oltre dieci anni, si è visto respingere dal Commissariato del Governo presso la provincia di Trento l’istanza di naturalizzazione italiana a causa di una denuncia per guida in stato di ebbrezza, risultante dal certificato del casellario giudiziale.
Anche il Tribunale regionale di Giustizia amministrativa del Trentino Alto Adige respingeva il ricorso presentato avverso il diniego, sul presupposto dell’ampia discrezionalità di cui gode l’Amministrazione nel valutare la domanda di concessione della cittadinanza italiana e della dimostrazione, desunta dal certificato del casellario giudiziale, di non completa integrazione nella comunità nazionale da parte del ricorrente, condannato nel 1995 per guida in stato d’ebbrezza. (*)
Il Consiglio di Stato in riforma della sentenza precisa, che ai sensi dell’art. 9 legge n. 91 del 1992 il provvedimento di concessione della cittadinanza italiana è adottato sulla base di valutazioni ampiamente discrezionali circa l’esistenza di un’avvenuta integrazione dello straniero in Italia, tale da poterne affermare la compiuta appartenenza alla comunità nazionale, il sindacato giurisdizionale sul corretto esercizio del potere, avendo natura estrinseca e formale, ben può e deve verificare la ricorrenza di un idoneo e sufficiente supporto istruttorio, oltre alla veridicità dei fatti posti a fondamento della determinazione amministrativa e alla sussistenza di una giustificazione motivazionale che appaia logica, coerente e ragionevole (per tutte, Consiglio di Stato, sez. VI, 26 luglio 2010, n. 4862). Il contestato diniego ha fatto riferimento ad elementi tali da non ritenere opportuna la concessione della cittadinanza, mentre in realtà è stato unicamente richiamato un decreto penale di condanna, emesso nel 1995 per la commissione di una contravvenzione. In tale ipotesi la cittadinanza va concessa.

(*) Nota: a Trento, a un cittadino straniero era stata rifiutata la cittadinanza. Era stato considerato non completamente integrato nella comunità nazionale perché aveva guidato in stato di ebbrezza. Eppure apprezzare gli alcolici e ritenere di poter guidare lo stesso dopo aver bevuto sono caratteristiche specifiche di noi italiani. Forse hanno ritenuto che non fosse abbastanza integrato negli nostri usi e costumi perché ha pagato la contravvenzione senza accampare scuse puerili, citando sciroppi per la tosse o colluttori o contestando la validità dell’etilometro.
Qui di seguito il testo della sentenza

Consiglio di Stato Sezione VI
Sentenza 14 gennaio 2011, n. 1037 - N. 01037/2011REG.PROV.COLL. N. 00505/2006 REG.RIC.
REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 505 del 2006, proposto dal signor H. H., rappresentato e difeso dagli avvocati Mauro Bondi e Agostino Catalano, elettivamente domiciliato presso lo studio dell’avvocato Celina Frondizi in Roma, via Flaminia n. 195;
contro
Il Ministero dell’Interno, in persona del Ministro in carica, Commissariato del Governo per la Provincia Trento in persona del Commissario in carica, rappresentati e difesi dall’Avvocatura generale dello Stato, domiciliataria in Roma, via dei Portoghesi, 12; per la riforma della sentenza del T.R.G.A. - DELLA PROVINCIA DI TRENTO n. 00247/2005, resa tra le parti, concernente NEGATA ISTANZA DI NATURALIZZAZIONE ITALIANA.
Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio del Ministero dell’Interno e del Commissariato del Governo per la Provincia Trento;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nell’udienza pubblica del giorno 18 gennaio 2011 il consigliere Roberta Vigotti e udito per l’Amministrazione resistente l’avvocato dello Stato Palmieri;
Considerato che:
il Commissariato del Governo presso la Provincia di Trento ha respinto l’istanza di naturalizzazione italiana presentata dall’appellante, cittadino marocchino risiedente in Italia da oltre dieci anni, ai sensi dell’art. 9 comma 1 lettera f) legge 5 febbraio 1992, n. 91, “visto il certificato del casellario giudiziale n. 21/0000 in data 18 gennaio 2001, da cui emergono elementi tali da non ritenere opportuna la concessione della cittadinanza”;
con la sentenza impugnata il Tribunale regionale di Giustizia amministrativa del Trentino Alto Adige ha respinto il ricorso presentato avverso il diniego, sul presupposto della ampia discrezionalità di cui gode l’Amministrazione nel valutare la domanda di concessione della cittadinanza italiana e della dimostrazione, desunta dal certificato del casellario giudiziale, di non completa integrazione nella comunità nazionale da parte del ricorrente, condannato nel 1995 per guida in stato d’ebbrezza;
il Giudice di primo grado ha reputato che le considerazioni positive espresse dal Commissario del Governo per la Provincia di Trento nel parere favorevole allegato alla domanda dell’interessato, corredato dalla relazione della Questura di Trento e della Digos, non fossero idonee a condizionare le valutazioni definitive sulla personalità del richiedente;
- la sentenza merita, sul punto, la riforma chiesta con l’appello in esame, dal momento che, fermo restando che ai sensi dell’art. 9 legge n. 91 del 1992 il provvedimento di concessione della cittadinanza italiana è adottato sulla base di valutazioni ampiamente discrezionali circa l’esistenza di un’avvenuta integrazione dello straniero in Italia, tale da poterne affermare la compiuta appartenenza alla comunità nazionale, va tuttavia sottolineato che il sindacato giurisdizionale sul corretto esercizio del potere, avendo natura estrinseca e formale, ben può e deve verificare la ricorrenza di un idoneo e sufficiente supporto istruttorio, oltre alla veridicità dei fatti posti a fondamento della determinazione amministrativa e alla sussistenza di una giustificazione motivazionale che appaia logica, coerente e ragionevole (per tutte, Consiglio di Stato, sez. VI, 26 luglio 2010, n. 4862);
- nel caso di specie, il supporto istruttorio valorizzato dall’Amministrazione non appare completo, essendo stato del tutto obliato il parere ampiamente favorevole espresso dal Commissario del Governo di Trento a sostegno della richiesta dell’interessato, neppure citato o preso in considerazione dall’Amministrazione procedente nel provvedimento conclusivo del procedimento;
- inoltre, il contestato diniego ha fatto riferimento ad ‘elementi tali da non ritenere opportuna la concessione della cittadinanza’, mentre in realtà – a fondamento dell’atto – è stato unicamente richiamato un decreto penale di condanna, emesso nel 1995 per la commissione di una contravvenzione;
- sussistono, quindi, i vizi di eccesso di potere dedotti con l’appello, che deve conseguentemente essere accolto, sicché – in riforma della sentenza impugnata – va accolto il ricorso di primo grado e va annullato il provvedimento che ne è oggetto, salvi gli ulteriori provvedimenti dell’Amministrazione, la quale dovrà determinarsi anche tenendo conto delle valutazioni favorevoli espresse nel corso del procedimento.
- le spese dei due gradi del giudizio vanno poste, come di regola, a carico della parte soccombente e si liquidano in dispositivo
P.Q.M.
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta), definitivamente pronunciando sull’appello in epigrafe indicato n. 505 del 2006, lo accoglie e, per l’effetto, in riforma della sentenza impugnata, accoglie il ricorso di primo grado e annulla il provvedimento che ne costituisce oggetto, salve le ulteriori determinazioni dell’Amministrazione.
Condanna il Ministero dell’Interno, in persona del Ministro in carica, a rifondere all’appellante le spese del doppio grado del giudizio, nella misura di 4.000 (quattromila) euro, oltre IVA e CPA.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.
Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 18 gennaio 2011 con l’intervento dei magistrati:
Luigi Maruotti, Presidente; Rosanna De Nictolis, Consigliere; Roberto Garofoli, Consigliere; Roberto Giovagnoli, Consigliere; Roberta Vigotti, Consigliere estensore
DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 18/02/2011

OPINIONE.IT

Picchiato perchè indossa i lacci tricolore
01 Marzo 2011 - Un pugno in faccia che l’ha mandato diritto all’ospedale, tutto a causa dei lacci tricolore che non sono andati a genio all’energumeno che l’ha aggredito nel corso di una festa alla Casa delle associazioni di Scena. Vittima dell’intolleranza a sfondo etnico un minorenne di origine macedone.
L’odioso episodio è accaduto attorno all’una di ieri mattina all’interno della Sala delle associazioni di Scena mentre era in pieno svolgimento un’affollata festa giovanile. La violenza, probabilmente favorita anche da qualche eccesso alcolico, è scattata quando un ragazzo del posto ha notato le scarpe del minorenne di origine macedone, ma italiano a tutti gli effetti, con i lacci bianco-rosso-verdi.
L’energumeno gli ha chiesto perché portasse quei lacci. La risposta del ragazzo è stata che non sapeva fosse vietato. Abbastanza per scatenare la reazione violenta, dapprima con un crescendo di insulti. Inutile il tentativo del giovane macedone di telefonare alla madre perché lo venisse a prendere in anticipo: il minorenne è stato colpito da un violento pugno al volto che l’ha steso a terra tramortito.
Un pugno di violenza tale da lasciar dolorante anche la mano dell’aggressore. Sul posto sono subito intervenuti i carabinieri della vicina stazione che, sentite le testimonianze, hanno ben presto identificato l’energumeno, che è stato denunciato all’autorità giudiziaria per violenza aggravata dalla pregiudiziale etnica.

IL GAZZETTINO (Treviso)

Tumori a bocca e faringe: nella Marca un triste primato
TREVISO Martedì 1 Marzo 2011 - Treviso, assieme alle altre province venete, ha conquistato un triste primato: si trova in vetta alla classifica dei casi di tumore orofaringeo. La zona tra la testa e il collo risulta offesa nelle donne ma soprattutto negli uomini: dalla bocca alla faringe, dalla laringe alle ghiandole salivali, alle mascelle. Un dato preoccupante che vede impegnati nell’analisi delle motivazioni e nella cura dei pazienti gli specialisti dell’Uls 9 dove l’Unità clinicizzata di Otorinolaringoiatria (collegata all’Università di Padova) è divenuto cinque anni fa Centro di riferimento regionale per questa tipologia di tumori, attualmente sotto la guida di Maria Cristina Da Mosto. Nella struttura, dove operano esperti di diverse specialità, si registrano ogni anno 80 nuovi casi con un’incidenza doppia rispetto alla media nazionale, quattro volte superiore rispetto al sud. In oltre 20 anni all’ospedale di Treviso sono stati valutati 2.200 pazienti con tumore del distretto cervico-facciale ed eseguite 15mila visite. Il 68 per cento delle persone in cura a Treviso riesce a guarire nell’arco dei tre anni, conservando la laringe.
Il prezioso lavoro degli specialisti trevigiani è apprezzato a livello internazionale e gode del supporto dell’associazione Anna Maria Brugnaro. Grazie ai fondi messi a disposizione anche nel 2011, un medico dell’Usl 9 potrà lavorare nell’Agenzia per la ricerca sul cancro con sede a Lione, dove verrà avviato un nuovo progetto di ricerca.
Ma quali sono le cause del cancro che colpisce testa e collo? E perché nella Marca trevigiana miete tante vittime?
Circa l’80% dei tumori maligni del cavo orale, faringe e laringe è attribuibile al fumo di tabacco e all’alcol. «Purtroppo nella Marca trevigiana così come nel bellunese e in molte zone del Friuli si registra un grave abuso di sostanze alcoliche» precisa la Da Mosto. Inoltre l’associazione dei due fattori aumenta enormemente il rischio: il fumo ha un’azione cancerogena diretta sui tessuti; l’alcol ha un effetto locale sulle mucose che vengono sensibilizzate ai cancerogeni del tabacco.
Vi sarebbe poi un’altra causa: viene fatta risalire alle abitudini sessuali -in particolare il sesso orale- e al trasferimento del papilloma virus dagli organi genitali alla bocca.
Laura Simeoni

VIRGILIO NOTIZIE

Scienza/ Studio, uso moderato alcol previene malattie cuore
A piccole dosi riduce del 25% disturbi cardiovascolari
Roma, 1 feb. (TMNews) - Non è un buon motivo per cominciare a bere e soprattutto guai ad alzare il gomito, ma uno studio canadese promuove il consumo moderato di piccole dosi di alcol come toccasana per il cuore. Dopo una revisione di 84 studi - pubblicata sull’autorevole British Medical Journal - che ha coperto 30 anni di ricerca, gli studiosi dell’Università di Calgary (Canada) hanno potuto affermare che "sorsi" d’alcol hanno un effetto protettivo sul muscolo cardiaco che va dal 14 al 25% in più di chi non ha mai bevuto. Piccole dosi, appunto: il rischio di infarto o ictus si abbassa, ma solo restando nei limiti di 2,5 e 14,9 grammi al giorno. "Che equivale a uno o due bicchieri al giorno, non di più", afferma William Ghali, autore dello studio e ricercatore presso l’Institute for Population and Public Health. Ma attenzione, aggiunge l’esperto, "chi non ha mai bevuto non ha motivi per cominciare adesso, dato che gli stessi benefici si raggiungono con una buona dieta e con più movimento". Senza contare, continua l’esperto di salute pubblica, che con l’alcol c’è sempre in agguato "il lato pericoloso dei problemi sociali e della cirrosi epatica da alcol".

WINWENEWS

Roma - 01 Marzo 2011
DISTILLAZIONE DI CRISI PER I VINI DO: SÌ, PER ORA, DA PIEMONTE, CALABRIA E, COME DICE A WINENEWS IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, SARDEGNA. E, NEI PROSSIMI GIORNI, SAPREMO SE ALTRE REGIONI HANNO CHIESTO DI UTILIZZARE IL PROVVEDIMENTO (*)
A ricorrere alla distillazione di crisi, per i vini a denominazione, non saranno solo Piemonte e Calabria (le due regioni che di fatto hanno spinto perché questa misura fosse applicata a queste tipologie), ma anche la Sardegna, che, per la produzione ad Igt, ha inviato la sua richiesta al Ministero.
Questo è il quadro che emerge dal Ministero delle Politiche Agricole che, a WineNews, fa sapere che anche altre Regioni potrebbero richiedere l’attuazione di questa misura, ma lo sapremo solo nei prossimi giorni. Bisogna aspettare tutti i passaggi ufficiali per conoscere il numero complessivo delle Regioni che potrebbero aver richiesto questa misura, visto che i dati definitivi saranno disponibili solo tra alcuni giorni, con il completamento dell’arrivo delle domande. Il provvedimento scaccia-crisi si inserisce, in realtà, in un momento congiunturale in cui i vini italiani si dimostrano competitivi, soprattutto nei mercati esteri, ma, evidentemente, le giacenze accumulate nel passato da alcune Regioni continuano a rappresentare una criticità.

(*) Nota: la distillazione delle eccedenze costerà circa dieci milioni di euro. Esiste un modo molto più economico per smaltire il vino che nessuno vuol bere. Prima o poi i fiumi hanno dei regimi di grande portata. In quei periodi ci si potrebbe versare il vino dentro, con poca spesa e senza il timore di inquinamenti. Del resto se si sostiene che il vino può essere somministrato puro agli essere umani, non vedo perché dovrebbe far male, estremamente diluito, ai pesci. Il denaro avanzato è sicuramente più utile per altri progetti.

ANSA

Aguilera arrestata per ubriachezza
A Los Angeles, era con il fidanzato Matthew Rutler
WASHINGTON, 1 MAR - La cantante Christina Aguilera e’ stata arrestata questa notte a Los Angeles insieme al fidanzato Matthew Rutler per ubriachezza. I due sono stati portati alla stazione di polizia di West Hollywood dove sono stati fotografati e incriminati, riferisce il sito TMZ. L’arresto e’ avvenuto alle 2.45 del mattino, mentre la coppia era nella propria auto. Rutler, che era al volante, e’ stato incriminato per guida in stato di ebbrezza. La cantante e’ stata incriminata per ubriachezza.

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Mercoledì, 02 Marzo 2011
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