ASAPS.IT ASAPS.IT Via la patente, finita la vita Quando un incidente o un ritiro del documento di guida si trasformano in tragedia Il report il Centauro – Asaps conta 29 episodi di suicidio (20 riusciti e 9 tentati) dal 1997 al 2011 Daniel non era un pirata della strada: dopo un incidente ha soccorso l’amico che viaggiava con lui e poi è sparito. E’ stato ritrovato morto. Nell’oceano del cinismo e dell’indifferenza per gli eventi tragici e gravi che solcano le rotte della strada ci sono anche delle isole di ipersensibilità con persone, spesso giovani, che non riescono a superare l’impatto con le conseguenze di un incidente o del ritiro di una patente. L’Asaps da tempo ha puntato l’attenzione su questo aspetto e ne è uscito uno spaccato abbastanza imbarazzante. Una ricerca degli episodi più recenti ha consentito all’associazione forlivese di creare un suo Osservatorio sui suicidi da trauma psicologico per ritiro patente o incidente stradale. I casi non sono tanti ma la ricerca sugli archivi storici delle agenzie è comunque una scoperta. Ad accoppiare sui motori di ricerca le parole “patente” e “suicidio”, si scopre che perfino l’ispiratore del nostro osservatorio sulla pirateria stradale, l’albanese Bita Panajot che il 22 agosto 1999 travolse ed uccise il piccolo Alessandro Conti, alla periferia di Roma tentò il suicidio il 5 dicembre 2000, quando gli ritirarono la terza patente di guida, risultata falsa. Sono 29, dal 1997 ad oggi (18 dal 2009), i casi italiani di suicidio o tentato suicidio di cui abbiamo trovato traccia e 20 sono purtroppo riusciti. Una prima scomposizione ci ha permesso di accertare che 21 episodi (72%) sono riconducibili al ritiro della patente a seguito di una infrazione. La quasi totalità per alcol e droga. Infatti in 17 casi la conseguenza è stata la guida in stato di ebbrezza da alcol, in 3 episodi la guida sotto l’effetto di stupefacenti e in un caso un’altra infrazione. (*) Sono 2 i casi conseguenti a bocciatura all’esame per la patente di guida. Mentre sono 6 gli episodi conseguenti ad incidenti stradali. Due gli episodi indiretti, cioè del suicidio di un componente la famiglia e non del conducente. In 3 casi è emerso un elemento di carattere psichiatrico e in 2 il rimorso, ma su questo ultimo elementi numerosi episodi saranno sfuggiti all’osservazione. La maggior parte dei suicidi o dei tentativi ha visto come protagonisti ragazzi, in particolare sotto i 25 anni, con in 11 casi (38%). Nella classe d’età da 25 a 40 anni 6 episodi (21%), fra i 40 a 50 anni 4 gesti estremi (14%), da 50 a 60 anni 2 casi (7%), e altri 2 sopra i 60 anni (7%). Di alcuni episodi non è stato possibile risalire all’età. Una inchiesta completa del’Asaps sui suicidi è stata pubblicata sulla rivista il Centauro del giugno 2010 ed è riproposta sul portale dell’associazione www.asaps.it . Giordano Biserni Presidente Asaps (*) Nota: già di per sè il consumo di vino, birra e altri alcolici aumenta in maniera molto significativa il rischio di suicidio. LEGGO (Bari) Ha minacciato di suicidarsi… Ha minacciato di suicidarsi dopo aver litigato con la moglie. Protagonista della vicenda, accaduta a Bari, è un pensionato 65enne, salvato dalla polizia. L’uomo, dopo l’ennesimo battibecco con la consorte, ha afferrato una corda ed è uscito di casa senza dire nulla. La figlia, temendo il peggio, ha chiesto l’aiuto degli agenti e insieme si sono recati sul lungomare, dove stava per tuffarsi in acqua. Uno degli agenti della sezione Volanti, parlandogli, è riuscito a farlo desistere dalle sue intenzioni suicide. Il pensionato avrebbe problemi economici e per questa ragione, spesso, si rifugia nell’alcol. (*) (*) Nota: è la vecchia storia dell’uovo e della gallina, può essere che il bere sia un fattore importante rispetto ai problemi economici di quest’uomo. CORRIERE DEL VENETO (Treviso) Alcol zero per lo spritz «Più sicuro e meno caro» CONEGLIANO— Ghiaccio, quattro parti di Martini Rosato, sei di Ginger Ale, uno spicchio di arancia. Oppure di nuovo qualche cubetto ghiacciato, con quattro parti di spremuta di ribes e lamponi. O, ancora, la versione originale dello spritz: mezzo di Prosecco e mezzo d’acqua, con una fetta di limone. Ecco a voi, rispettivamente, «Conegliano» , «Cima» e «Degusta la vita»: i tre aperitivi con cui i giovani coneglianesi propongono a tutta la Marca una campagna sul bere consapevole. Il progetto si chiama «Taste life» , un invito appunto a gustare l’esistenza nella sua autenticità, come hanno sottolineato ieri i promotori nella presentazione al Caffè Teatro. Si tratta di un gruppo di ragazzi, sostenuto dal Comune, dall’Ascom e dalla Confesercenti ed apprezzato pure dalla Fipe provinciale, che intende esportare l’idea: «Può diventare davvero -ha detto il presidente Franco Zoppè -un modello da seguire in tutta la provincia. La sua caratteristica è che parte dal basso e quindi è destinata ad avere un grande successo non solo a Conegliano» . Ventuno i locali della città in cui lo slogan «Meno tasso, più spasso» verrà declinato con l’offerta di un tris di aperitivi a prezzo calmierato (da 1,50 a 3 euro) e soprattutto a gradazione alcolica contenuta (fra 5 e 6 gradi). (*) (*) Nota: a Treviso per qualcuno la matematica è un’opinione, e c’è chi scrive i titoli dei giornali con un’idea confusa del significato del numero zero. Gli proponessero un progetto “martellate sui denti zero”, e poi - alla sua adesione - gliene propinassero cinque o sei, probabilmente si accorgerebbe della differenza. IL GAZZETTINO (Treviso) Degusta la vita Con il coinvolgimento di 21 locali della città, sono stati lanciati ieri, con le degustazioni di rito in piazza Cima, tre aperitivi ("Conegliano, Cima" e "Degusta la vita") a basso contenuto alcolico, nell’ambito del Progetto Taste Life «Degusta la vita», avviato lo scorso anno dal Progetto Giovani in materia di sicurezza stradale e di prevenzione dell’abuso di alcol e di sostanze dannose per la salute psicofisica. Insieme ai gestori dei locali, erano presenti il sindaco Alberto Maniero, il vicesindaco Paola Mirto, l’assessore Loris Balliana, il presidente provinciale della Fipe Franco Zoppè, quello mandamentale dell’Ascom Luca Ros, mentre non ha potuto esserci il segretario della Confesercenti Narciso Casagrande. Alla clientela dei 21 locali di ritrovi, ma si aspetta l’adesione di altri, saranno proposti aperitivi a bassa gradazione alcolica (dai 5 ai 6 gradi) in tre varianti. Sono l’aperitivo Conegliano (ghiaccio, 4/10 Martini rosso, 6/10 Ginger Ale, 1 spicchio di arancia), l’aperitivo Cima (ghiaccio, 4/10 spremuta di ribes e lamponi oppure melograno, zucchero liquido e limoni, 6/10 Prosecco), aperitivo Degusta la vita (1/2 Prosecco, 1/2 acqua). I locali aderenti sono: Pasticceria Alpago, Enoteca Bar al Municipio, Hotel Canon d’Oro, Bar Duomo e Ostaria Prosciutteria Cima in via XX Settembre; Caffè al Teatro in piazza Cima; Dolce Vita in corso Mazzini; Bar Lidia e Carducci 3 in viale Carducci; Bar Calvi in via Calvi; Bar Radio Golden in piazza San Martino; Bar Padova, Caffè Centrale e i Ragazzi di via XX Settembre in piazzetta XVIII Luglio; Bar Ristorante al Castello in piazzale San Leonardo; Caffè ai Portici in via Garibaldi; Osteria Antica Guizza in via Guizza; Relax Caffè presso Sala Bingo e Casa del Caffè Carraro in via Colombo; Caffè da Sara in via Lourdes, Pizzeria Tre Stelle in via Marcorà. Si tratta di arginare il fenomeno dilagante, per il quale l’aperitivo, concepito come un rituale positivo e un fattore di aggregazione, tende a perdere il proprio significato originario, associandosi allo sballo, alla trasgressione e al superamento dei limiti del tasso alcolico nel sangue. (*) (*) Nota: la strada per prevenire i problemi alcolcorrelati non può essere la promozione di bevande alcoliche. L’ARENA di Verona ABUSI IN FAMIGLIA. L’uomo inizialmente accusato di maltrattamenti Violenza su figlia della ex, il racconto della vittima In aula ha raccontato i disagi e le umiliazioni subite Nascoste dietro il paravento, prima la ragazzina e poi sua madre, hanno raccontato quel che accadeva in casa. Sono state loro a chiedere al tribunale di essere protette dallo sguardo di quello che per la minore era il compagno della madre e che, come raccontò nel corso di un’audizione protetta alla dirigente della Questura che si occupa di abusi su minori, le aveva toccato i seni, infilato le mani sotto la gonna e l’aveva obbligata per due volte a guardare film a contenuto pornografico: questo il reato che ieri il pm Federica Ormanni, modificando il capo di imputazione gli ha contestato. La prima a deporre è stata la minore, ha spiegato che l’uomo che fino al 2008 aveva vissuto con loro, la spiava da un buco della porta del bagno: l’avevano visto anche i fratelli più piccoli e la ragazzina ha raccontato che la mamma lo aveva rimproverato più volte, che li difendeva dalla violenza di lui. Un processo nel quale sono entrate anche le difficoltà di un nucleo familiare in cui l’uso di droga e alcol rappresentavano la quotidianità, la convivenza precaria in una casa che la stessa dirigente della polizia ha descritto essere in condizioni igienicamente insostenibili, maleodorante e lurida. In un contesto non facile entrarono le liti tra i due, le percosse ai bambini più piccoli, le botte alla compagna e il signor N. accusato all’inizio del reato di maltrattamenti in famiglia, all’esito dell’udienza preliminare si vide contestare anche quelle «attenzioni» scabrose nei confronti della ragazzina. E ieri, davanti al collegio, l’uomo difeso dall’avvocato Davide Del Medico ha ascoltato la ex convivente e sua figlia raccontare di violenze e cattiverie, di pugni e schiaffoni dati ai piccoli se si rifiutavano di andare a prendere il vino o se non mangiavano. Tutto raccontato da dietro un paravento perchè entrambe non hanno voluto che lui potesse guardarle in faccia. Una famiglia che ormai non esiste più: la donna, che aveva problemi con l’alcol, si trova al Cerris e ha avuto un altro bambino dal nuovo compagno, i figli più piccoli - che in occasione di uno degli accessi della polizia avvenuto il 13 giugno 2008 furono presi in carico dai servizi sociali - sono attualmente affidati a strutture protette e la stessa ragazzina oggetto delle molestie non è più tornata con la madre: chiese lei di andare a vivere con l’anziana e solo quando fu lontana da casa raccontò quello che le aveva fatto l’uomo che per otto anni aveva vissuto con loro. «Da quando andammo a vivere in borgo Milano la situazione peggiorò», ha raccontato la ex convivente, «aveva traffici con la droga e mi picchiava ogni giorno, una volta mi schiacciò contro il tavolo, in un’altra occasione mi fece battere con la testa contro una mensola. E poi picchiava i bambini, li trascinava giù dal letto. Lo trovai che spiava mia figlia dalla porta del bagno. Mi chiudeva fuori dalla porta ma io volevo che fosse lui ad andarsene». Ma sentita in questura diede una versione diversa, non parlò di botte sistematiche, parlò di qualche ceffoni ai bimbi ma non dato con cattiveria. Ieri in aula la versione è stata diversa. Il processo prosegue, tra tre settimane sarà lui a parlare. F.M. IL GAZZETTINO TERRORE IN AEREO Lui si addormenta, lei bacia l’altro Rissa a quota 10mila metri Un passeggero russo, 42 anni, si addormenta in volo, e l’amico ci prova (e ci riesce) con la sua fidanzata. L’epilogo è una violenta lite sull’oceano Atlantico, a 10 mila metri di altezza. Con un uomo tradito - e ubriaco - che minaccia di aprire il portellone dell’aereo; dove c’erano anche due agenti della Polaria che sono riusciti ad ammanettare l’aggressore. È accaduto sul volo AZ 687 da Caracas a Roma. IL GAZZETTINO (Venezia) Quella bevuta se la ricorderà fin che vive… Quella bevuta se la ricorderà fin che vive tanto gli è costata cara. Infatti, oltre a rimetterci l’auto, finita confiscata, si è preso pure una condanna a sei mesi di arresto (pena sospesa) e 3 mila euro di ammenda, oltre alla sospensione della patente di guida per sei mesi. A farne le spese di questa dura sentenza, emessa dalla giudice Nicoletta Stefanutti del Tribunale di Venezia, sezione distaccata di Dolo, è stato un trentunenne di Fiesso d’Artico. Il giovane era stato fermato a Stra, il 28 novembre del 2009 da una pattuglia dei carabinieri, impegnata in un controllo notturno della circolazione stradale. Sottoposto, come da procedura, all’alcoltest, in entrambi i casi aveva fatto registrare un valore di alcol nel sangue superiore a 1,5. Ciò gli aveva comportato il ritiro della patente, la denuncia per guida in stato d’ebbrezza ed il sequestro dell’auto. Lunedì, quindi, M.C.C. si è presentato in Tribunale a Dolo, accompagnato dal suo avvocato, Stefano Marrone. Ma neppure l’esperienza del suo avvocato l’ha salvato dalla «mannaia» della giudice Stefanutti. Ascoltata l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Giovanni Coli, e la difesa, la giudice ha poi emesso la sentenza. Condannando l’imputato a sei mesi di arresto, 3 mila euro di ammenda, 6 mesi di sospensione della patente e confisca dell’auto, una Volkswagen Golf di sua proprietà. Una sentenza piuttosto rigida, che comunque ha fatto capire il metro di giudizio che utilizzerà la giudice per casi simili. Di fatto un avvertimento agli automobilisti con il vizio del «bere»: state attenti prima d’ingerire un bicchiere di troppo, perché rischierete una condanna piuttosto pesante. (*) (*) Nota: il principale motivo per evitare di bere prima di guidare non può essere evitare le sanzioni, ma tutelare la vita e la sicurezza, propria ed altrui. VIAEMILIANET.IT Botte alla compagna col ferro da stiro L’ennesima lite tra conviventi è finita con il ferimento di una donna di 38 anni, raggiunta al volto dal pesante elettrodomestico. Denunciato l’uomo, un 42enne residente a Quattro Castella. Nel corso dell’ennesima lite ha preso a calci e pugni la compagna, poi l’ha addirittura colpita con una ferro da stiro causandole un trauma cranico. Protagonista di tanta brutale violenza un 42enne residente a Quattro Castella. Tutto è accaduto nella notte tra venerdì e sabato scorsi: l’uomo, ubriaco e non nuovo a simili episodi, ha dapprima aggredito a parole la convivente, una commerciante di 38 anni, poi è passato alle botte servendosi anche - come dicevamo - di un pesante ferro da stiro. È stata la stessa vittima, una volta riuscita a chiudersi in bagno, a chiamare i soccorsi. La malcapitata, curata all’ospedale di Montecchio, ha rimediato ferite giudicate guaribili in una ventina di gioirni. Per il compagno è invece scattata una denuncia per lesioni e percosse. VIAEMILIANET.IT Aggredita e rapinata Vittima ieri pomeriggio la titolare del C’est la vie Cafè di via Puccini in città. La donna ha però bloccato il malvivente. In manette il 47enne Giovanni Qualina. Ha atteso che la barista fosse sola e l’ha aggredita, per rubarle l’incasso. Ma lei l’ha bloccato e fatto arrestare dalla polizia. In manette il 47enne Giovanni Qualina, già noto alle forze dell’ordine. Tutto è accaduto ieri pomeriggio, al ’C’est la vie Cafè’ di via Puccini in città. Qualina, dopo aver giocato tutta la mattina ai videopoker e bevuto alcolici, ha atteso che la donna fosse sola e l’ha presa per la gola urlandole di consegnargli tutti i soldi. La titolare del locale ha però reagito, è stata gettata a terra dal malvivente, che si è avventato sulla cassa arraffando circa 900 euro. La barista è però riuscita a bloccare il rapinatore e a trattenerlo fino all’arrivo della polizia, chiamata da alcuni passanti che avevano assistito alla scena. CORRIERE DEL MEZZOGIORNO (Lecce) Picchiato alla festa, giura vendetta Il messaggio di Alessio Pennetta, 19 anni, sul profilo di Facebook LECCE — E’ stato pestato a sangue dopo una festa tra amici e dall’ospedale promette vendetta su Facebook. Alessio Pennetta, 19enne di Torre San Giovanni (Ugento), picchiato nella notte tra sabato e domenica a Marina di Taviano, affida al popolare social network un messaggio ben preciso al suo aggressore. messaggio Dall’ospedale Vito Fazzi di Lecce dove è ricoverato da tra giorni con la gamba fratturata, il ragazzo scrive ai suoi amici tramite Iphone: «Spero di uscire presto -si legge sul suo profilo on line -e a quello che mi ha ridotto così gli aspetterà una brutta sorpresa mio ritorno» . I carabinieri del comando provinciale di Lecce, agli ordini del colonnello Maurizio Ferla, aspettano che le condizioni di salute del 19enne migliorino per poterlo interrogare, e capire meglio cosa sia successo quella notte. Stando a quanto accertato finora, il ragazzo, da poco diplomato all’istituto Alberghiero di Ugento, sabato sera era in compagnia di un amico a Mancaversa (marina di Taviano). Quando è uscito dal locale, verso due, è stato pestato a sangue. L’amico e coetaneo con cui stava rientrando casa ha raccontato ai militari che i due avrebbero litigato per futili motivi. Ma i carabinieri non sono convinti che le cose siano andate esattamente così. Tant’è che il presunto aggressore, è stato denunciato per lesioni gravi. Sabato notte i carabinieri di Ugento sono stati avvertiti dai colleghi di Taviano. A chiamare il 112 è stata una famiglia alla quale Pennetta si è rivolto per essere soccorso quando si è trovato per strada sanguinante, e con la gamba dolorante. Il giovane allora è stato accompagnato in ospedale, prima a Casarano, e poi trasferito d’urgenza in ambulanza al Vito Fazzi di Lecce. Anche i medici del pronto soccorso hanno avvertito i carabinieri, dopo aver verificato che le lesioni sul copro di Pennetta erano state causate da percosse e non da una caduta accidentale. ragazzo è arrivato al pronto soccorso con le ossa del viso rotte, trauma cranico e gamba fratturata. Le indagini Il referto ha insospettito i medici che hanno ricoverato il giovane in prognosi riservata. Resta quindi il mistero sull’aggressione, causata molto probabilmente da uno stato alterato dei due ragazzi, che alla festa avrebbero ingerito una grossa quantità di alcol. I carabinieri hanno denunciato l’amico per lesioni gravi, ma stanno cercando anche di capire se sia stato veramente troppo alcol a scatenare una violenza tale da rischiare di mandare in coma Pennetta. Ora il ragazzo è ancora ricoverato in ospedale. Dal letto sul quale è immobilizzato per via della frattura alla gamba, maneggia un cellulare Iphone e annuncia vendetta su Internet. Valentina Marzo IL CENTRO alcol e morte: riflettori sui giovani - maridea pavone IL PICCOLO DI TRIESTE tir assassino, il camionista resta in cella IL MESSAGGERO (Viterbo) In preda ai fumi dell’alcol aggredisce la moglie e, all’arrivo dei carabinieri, si scaglia... IL GIORNALE DI VICENZA Serve alcolici ad un ubriaco È denunciato Controlli sulle strade Alcol, positivo uno su 7 Causò l’incidente mentre era ubriaco Confiscata l’Harley IL GIORNO (Como) Alcuni sconcertanti dati sull’abuso di alcol IL MATTINO di Padova ubriaco provoca un incidente patente sospesa per 18 mesi pozzetto di cittadella in coma etilico, si schianta con la bmw
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