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Rassegna alcol e guida del 9 marzo 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta
 

GUARDIAN.CO.UK/SCIENCE


Traduzione di Roberto Argenta
Non esiste un livello di sicurezza nel consumo di alcolici
L’idea che bere piccole quantità di alcolici non faccia alcun male è un mito.
Lo afferma il professor David Nutt. I cibi e le bevande contaminati con la quantità di acetaldeide prodotta da una unità di alcool dovrebbero essere proibiti.
Di David Nutt
*
La scorsa settimana ho partecipato a un gruppo di discussione sulla salute presieduto dall’observer’s health correspondent Denis Campbell, dove uno degli esperti, un medico del servizio sanitario pubblico, ha affermato che l’alcol deve essere trattato diversamente da tabacco (e dalle altre droghe) perché per il tabacco non esiste un dosaggio sicuro, mentre l’alcol esiste una soglia di sicurezza fino a che non si supera un certo livello. I suoi benefici per la protezione del sistema cardiovascolare sono spesso utilizzati a sostegno dell’affermazione che in basse dosi l’alcol è sicuro. Quale garanzia migliore per un protettore della salute? 
Il pregiudizio della esistenza di un livello di bere sicuro è una questione importante. È ciò che molti operatori sanitari sembrano credere e anche quello che l’industria delle bevande alcoliche usa per difendere la sua strategia di rendere questa droga a basso prezzo disponibile. Tuttavia la questione è sbagliata e gli elementi di prova viziati. 
Non vi è alcuna dose sicura di alcol per questi motivi: 
• L’alcol è una tossina che uccide i microrganismi quali sono le cellule. È il motivo per cui lo usiamo per conservare la pelle, il cibo e per la sterilizzazione di aghi ecc L’alcol uccide anche l’uomo. Una dose di solo quattro volte superiore ai limiti di alcolemia consentiti nel Regno Unito può uccidere. La tossicità di alcol è aggravata dal fatto che per essere eliminato dall’organismo deve essere metabolizzato in acetaldeide, una sostanza ancora più tossica. I cibi o le bevande contaminati con la quantità di acetaldeide prodotta da una unità di alcool dovrebbero essere proibiti perché sono un rischio inaccettabile la salute. 
• Sebbene la maggior parte delle persone non diventi dipendente dall’alcol, su alcuni il primo drink ha già un effetto. Come psichiatra clinico che ha lavorato con gli alcolisti per più di 30 anni, ho visto molte persone che hanno sperimentato una forte attrazione verso l’alcol già al loro primo approccio e poi hanno continuato fino a diventarne dipendenti. Non possiamo al momento prevedere chi saranno queste persone, sappiamo però che in alcune persone qualsiasi esposizione all’alcol rischia di produrre dipendenza. 
• I presunti benefici cardiovascolari di un basso livello di assunzione di alcol, in alcuni uomini di mezza età, non possono essere presi come prova dei benefici dell’alcol. Occorrerebbe una ricerca randomizzata, in cui una parte del campione non beve alcolici, altri lo bevono in piccole quantità e altri più pesantemente. Fino a quando questo studio sarà fatto, non avremo la prova che l’alcol abbia effetti benefici sulla salute. Un esempio recente, in cui si è scoperto che una associazione epidemiologica era falsa, è stato quando si è testato adeguatamente la terapia ormonale sostitutiva. Alcune osservazioni sulla popolazione avevano suggerito che la TOS fosse positiva per le donne in post-menopausa, ma quando sono stati condotti degli studi controllati si è scoperto che fa più male che bene. 
• Per tutte le altre malattie alcol correlate non ci sono prove di qualsivoglia vantaggio con un consumo moderato - i rischi di incidenti, tumori, ulcere, ecc aumentano inesorabilmente con l’assunzione. 
Spero che queste osservazioni contribuiscano a portare una certa onestà intellettuale al dibattito su alcol. Alcol che uccide quasi 40.000 persone l’anno nel Regno Unito e oltre 2.250.000 in tutto il mondo, secondo l’ultimo rapporto 2011 dell’OMS. 
Non dobbiamo permettere agli apologeti di questa industria tossica di gettare fumo negli occhi con il mito della dose sicura di alcolici. Potrebbe essere utile, per tutti i cosiddetti bevitori "sicuri", ricordare le parole di un uomo la cui grande ricchezza e influenza famigliare è stata costruita sull’alcol illegale: "Il grande nemico della verità, molto spesso, non è la menzogna - deliberata, artificiosa e disonesta - ma il mito -. La persistente, persuasiva ed irrealistica credenza nel pregiudizio che ci permette la comodità di avere un parere senza il disagio di pensare". (John F Kennedy) 


* David Nutt è professore di Neuropsicofarmacologia presso l’Imperial College di Londra e presiede il Comitato scientifico sulla droga.

 


 

CRONACAQUI

08 Marzo 2011
Salute: l’Italia sta bene ma è grassa, pigra e beve troppo
La sedentarietà, la cattiva alimentazione e il consumo eccessivo di alcol iniziano a prendere il sopravvento sui comportamenti degli italiani. Se un tempo la salute del Bel Paese era discreta, ora è sempre meno buona a causa delle cattive abitudini. Le peggiori sono le donne che ormai hanno assunto dei tipici atteggiamenti un tempo tipicamente maschili. Il dato più preoccupante è il loro consumo d’alcol: sono infatti aumentate le donne adulte (19-64 anni) con consumi a rischio. Ciò che è indicativo e preoccupante è, per esempio, che l’aspettativa di vita femminile si è arrestata: basti pensare che nell’arco di tempo che va dal 2006 al 2010 l’aspettativa femminile è cresciuta di 3 mesi, mentre quella maschile, nello stesso arco di tempo, di 7. 
Questa la fotografia dello stato di salute dell’Italia, scattata anche quest’anno dall’ottava edizione del Rapporto Osservasalute (2010), pubblicato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che ha sede presso l’Universita’ Cattolica di Roma. Secondo questo studio nel quale si sono impegnati 203 esperti, sulla salute femminile "esistono ancora rilevanti problemi di prevenzione", ha ricordato la professoressa Roberta Siliquini, ordinario di Igiene all’Universita’ di Torino. "Il dato dell’estensione effettiva dello screening mammografico in Italia, ad esempio, e’ basso: pari al 62% delle donne che dovrebbero fare la prevenzione, per di piu’ con rilevanti differenze Nord/Sud - spiega l’esperta - e la percentuale di tagli cesarei e’ ancora elevatissima (media Italiana sopra il 40%) e tristemente in aumento, malgrado linee guida specifiche ormai diffuse da tempo". "I problemi di salute degli italiani non dipendono solo dalla loro cattiva volonta’ che li porta a essere sedentari e poco inclini a corretti stili di vita’ - ha dichiarato il Professor Walter Ricciardi, coordinatore della ricerca - bensi’ anche dal deteriorarsi, soprattutto nelle regioni in difficolta’ sul piano economico (e soprattutto al Sud), di interventi adeguati per mancanza di investimenti nella prevenzione. A cio’ si aggiunge il problema della chiusura degli ospedali che, sebbene concepita per razionalizzare il sistema, determina pero’ poi la riduzione dei posti letto e della ricettivita’ per le emergenze".


AGI

SALUTE
Le ragazze si ubriacano piu’ spesso dei coetanei maschi
’BINGE DRINKING’ MOLTO DIFFUSO TRA LE SEDICENNI
Londra - Le ragazze di 16 anni si ubriacano molto piu’ spesso dei coetanei maschi. Secondo una ricerca del Karolinska Institute, un numero crescente di donne adolescenti consuma mezza bottiglia di vodka in momenti particolari della vita. E anche se questo non significa che bevono piu’ dei ragazzi, e’ indubbio che le porti a essere piu’ ubriache di loro visto che l’organismo femminile metabolizza in modo differente l’alcol. I ricercatori, come riportato dal quotidiano britannico ’Daily Mail’, hanno trovato che l’80 per cento delle ragazze tra i 15 e i 16 anni d’eta’ beve regolarmente anche cinque unita’ di alcol alla volta. Per arrivare a queste conclusioni gli scienziati hanno raccolto dati su oltre 38.370 ragazzi provenienti da 23 Paesi. I risultati sono stati comuni ovunque: le ragazze sono sempre piu’ propense al ’binge drinking’ (la nuova moda diffusa tra giovani che cercano lo sballo con l’alcol) e allo stesso tempo hanno piu’ probabilita’ di andare male a scuola e di avere rapporti sessuali non protetti. .



TRENTINO

Trentini i più salutisti a tavola 
In aumento il consumo di frutta e verdura, in calo dolci e olio di semi
Il consumo di alcol resta tra i più alti in Italia

Preoccupa la diffusione tra i giovanissimi
ROBERT TOSIN 
TRENTO. Bravissimi nell’attività fisica, bravi a tavola, attenti nella prevenzione. Malino invece in quanto a consumo di alcolici e di sigarette tra i giovanissimi. I dati presentati dall’Osservatorio sulla salute alla fine danno una buona pagella ai trentini che hanno tutto sommato comportamenti corretti per assicurarsi una buona salute. Ma c’è anche qualche ombra.
 Fumo e alcol. Le sigarette sono un vizio del 19,4 per cento dei trentini. Una media relativamente bassa, se non altro a confronto di quella nazionale che è del 22,2 per cento e peggiore alla sola valle d’Aosta. Il consumo quotidiano è di 11,8 sigarette al giorno. Preoccupa invece il fumo tra i giovani e giovanissimi, mentre si comincia a registrare un calo dopo i 45 anni.
 Per quanto riguarda l’alcol si rispetta la media - alta - del Nord est. Se da un anno all’altro si è registrato un lieve calo dei consumatori, quello che preoccupa è l’aumento dei bevitori a rischio, cioè quelli che eccedono regolarmente le quantità “normali”. Tra questi, i giovani e le teenager. Spopolano i binge drinking (19,1% tra i maschi, 4,6% tra le donne), cioè coloro che bevono più di 6 bicchieri di alcol nel giro di poche ore.
 A tavola. I trentini si stanno abbuffando di pomodori, melanzane e zucchine, ma anche di bevande gassate e aperitivi alcolici. In forte crescita anche il consumo di pane, pasta, riso, olio e superalcolici. In calo invece il gradimento di latte, dolci e burro. Primi in Italia, invece, per consumo ottimale di frutta e verdura: l’8,1% si assicura le 5 porzioni salutari giornaliere, a fronte di una media nazionale del 5,7%.
 Sovrappeso e attività fisica. Qualche chiletto di troppo andrebbe però abbattuto. A confronto della media nazionale di persone in sovrappeso ci va abbastanza bene, però il dato del 32,3 per cento andrebbe migliorato. Già meglio per quanto riguarda gli obesi che sono «solo» il 9,7 per cento. La soddisfazione arriva dai bambini, che vantano le percentuali più basse d’Italia sia per il sovrappeso (3,5%) che per l’obesità (17,2%). Andiamo molto bene nell’attività fisica con un trentino su quattro che pratica sport in modo continuativo. Stracciati dai bolzanini, scontano qualcosina solo da veneti, lombardi e valdostani. In compenso solo il 14,4% (record a Bolzano col 14,1%) non pratica mai alcuna attività.
 Incidenti. Un dato positivo, anche se mai abbastanza: è confermato il trend di calo marcato sulla mortalità in incidenti stradali, arrivando ad essere uno dei più bassi d’Italia: si parla di 0,79 decessi ogni 10 mila abitanti contro l’1,28 di nove anni fa. In leggero calo, anche se non abbastanza, gli infortuni sul lavoro (496,32 casi ogni 100 mila addetti). Cinquemila invece gli infortuni domestici, uno dei più bassi tassi d’Italia.
 Malattie. Le donne valdostante e quelle trentine fra i 45 e i 54 anni sono quelle meno colpite da malattie ischemiche al cuore, mentre i maschi rispettano la media nazionale. Sono gli over 75, invece, a soffrirne di più.
 Molto bassi, tra i migliori d’Italia, i tassi relativi alla mortalità per diabete melito e si registra pure in considerevole calo di casi nel giro di un anno. E’ causa di morte per 10,98 over 75 ogni 10 mila.
 Droghe. Sono numeri in aumento, ma comunque lontani dalla media nazionale. Gli utenti del Sert per questioni di tossicodipendenza negli ultimi anni sono aumentati del 2 per cento. In quasi tutti i casi la dipendenza è dovuta all’eroina, scarso l’uso di cocaina e cannabinoidi.
 Donazioni. Generosi i trentini che di fronte alla richiesta di donazione organi non si tirano indietro. Ci sono tassi di donazione alti per reni, cuore e fegato; meno per pancreas e polmoni.
 Degenze. In Trentino si resta in ospedale un giorno in più rispetto alla media nazionale. Se da un certo punto di vista questo può essere considerato un dato negativo, dall’altra può anche significare maggiore prudenza nelle dimissioni con aggiunta di controlli più approfonditi sui pazienti.



SALERNONOTIZIE

Movida Sicura; associazione contro l’alcol e droghe nelle Disco...
Informare sui rischi legati all’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti che interessano soprattutto la popolazione giovanile nei locali notturni. E’ questo l’obiettivo del video, che uscirá prossimamente, realizzato nell’ambito del progetto "Movida sicura", messo in campo dall’associazione cavese ObiettivoNotte.com, guidata da Antonio Roberto, Gaetano Apicella e Raffaele Carratù. 
Il progetto è stato intrapreso in concomitanza del lancio di "Movida", il secondo disco del giovane deejay salernitano Simone Pisapia, accompagnato dalla ritmica vocale di Jonathan La Lokura. 
A curare la realizzazione del video, per il quale sono servite 350 persone tra modelle e ballerine professioniste e figuranti, sono stati la Models Milano Management, la stessa associazione ObiettivoNotte.com, Corrado Boni, discografico e produttore della Saifam Group e Paolo Mantero, regista dell’Armonica Film e Five Stars. 
«La necessitá che spinge un gruppo di giovani che vivono la movida a proporre un progetto di questo genere - si legge in una nota dell’associazione - trae origine dal bisogno di informare i giovani sugli effetti, sia fisici che mentali, dell’uso di sostanze psicotrope che girano soprattutto nei locali notturni e sui pericoli dell’alcool. 
E’ soprattutto quest’ultimo, peraltro, uno dei fenomeni più preoccupanti in cittá, che è stato oggetto anche di numerosi interventi in Consiglio comunale, da parte di esponenti politici di maggioranza ed opposizione». 
Il problema maggiore legato all’abuso dell’alcol tra la popolazione giovanile è che l’alcolismo è un fenomeno sommerso e difficilmente individuale, a differenza dell’utilizzo di droghe di vario genere. Questo perché la vendita di alcolici è legale ed è difficile controllarne l’acquisto da parte di minorenni. (*) 


(*) Nota: la vendita di alcolici ai minori di sedici anni è vietata. L’articolo 689 del codice penale dice: Somministrazione di bevande alcooliche a minori o a infermi di mente - L’esercente un’osteria o un altro pubblico spazio di cibi o di bevande, il quale somministra, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, bevande alcooliche a un minore degli anni sedici, o a persona che appaia affetta da malattia di mente, o che si trovi in manifeste condizioni di deficienza psichica a causa di un’altra infermità, è punito con l’arresto fino a un anno.
Il termine “somministrazione” è sempre stato inteso nel senso di mescita, e differenziato quindi dalla vendita. In base a questa interpretazione un bambino poteva acquistare qualsiasi tipo e quantità di alcolici senza che nessuno violasse la legge.
Nel marzo 2009, però, il ministero dell’Interno ha chiarito che: “i termini “vendita”, “consumazione” e “somministrazione” sono utilizzati come sinonimi e non indicano categorie distinte sul piano semantico e giuridico”.
Secondo il ministero dell’Interno, infatti, la giurisprudenza di settore, ha evidenziato che somministrare bevande alcoliche “significa fornire tali bevande ad una persona perché questi le consumi bevendole e non occorre che la bevanda sia effettivamente ingerita, bastando che la stessa sia posta a disposizione della persona”.   
Nonostante questo parere del ministero dell’interno, la situazione non è cambiata, c’è stata un’assoluta mancanza di diffusione di questa interpretazione, alla quale si devono aggiungere le storiche inadempienze della maggior parte dei gerenti di locali dove si bevono alcolici. 
Mi sono fatto promotore di una iniziativa per una diffusione capillare del parere del ministero dell’Interno. In collaborazione col l’AICAT e l’ALIA, circa venti giorni fa, è stato inviato a tutte le prefetture, via posta elettronica, una nota informativa con allegato il parere in questione. Prossimamente le associazioni locali del Cat si faranno promotrici presso comuni e province di una attività di informazione.


ADNKRONOS

Folle corsa sul lungomare di Napoli, Porsche sbanda e muore un giovane
Vittima un 27enne.
Illeso il proprietario, 22 anni, portato in ospedale è stato medicato, non ha accettato il ricovero ed ha rifiutato di fare i test alcolemici e antidroga. L’auto su via Acton ha travolto pali della segnaletica, paletti antisosta e fioriere, una di queste, scagliata contro un’auto in sosta, l’ha distrutta
Napoli, 9 mar. (Adnkronos) - Tragedia in via Acton, nei pressi del lungomare di Napoli, davanti al porticciolo turistico del molo Beverello: all’alba di oggi una Porsche Boxter lanciata a forte velocita’ ha sbandato e ha concluso la sua corsa contro un palo della luce. 
Un giovane di 27 anni, Mario Pollio, e’ morto sul colpo. Illeso il proprietario della potente vettura tedesca, un ragazzo di 22 anni. Portato in ospedale, il giovane e’ stato medicato ma ha preferito andare via anziche’ accettare il ricovero. 
Il conducente della Porsche si e’ rifiutato di essere sottoposto ai test alcolemici e antidroga. Riferiscono i vigili urbani intervenuti in via Acton che il giovane verra’ considerato come se avesse ingerito alcol e droga ai massimi livelli. 
Erano trascorse da poco le 4;30 quando la Porsche uscita a forte velocita’ dal tunnel della Vittoria ha imboccato via Acton, dove sono in corso lavori stradali, ma giunto in curva all’altezza del molo Beverello il conducente ha perso il controllo della vettura. 
L’auto ha travolto ogni cosa abbia trovato lungo il suo percorso, pali della segnaletica, paletti antisosta, fioriere, una di queste fioriere addirittura e’ stata scagliata contro un’auto in sosta distruggendola. 
Poco dopo sono intervenuti i vigili urbani e l’infortunistica stradale. Dal groviglio di lamiere e’ stato estratto il cadavere di Pollio. Poi la corsa in ospedale per il conducente dell’auto. I vigili urbani stanno ancora cercando di ricostruire la dinamica dell’incidente e la velocita’ cui era lanciata la Porsche.



QUOTIDIANO.IT


Guida in stato d’ebrezza e provoca un incidente
Porto Sant’Elpidio 09/03/2011 - Un cittadino albanese ha invaso la corsia opposta della SS 16 provocando un frontale con un’altra auto.
 Nella notte del giorno 3 marzo a Porto Sant’Elpidio un cittadino straniero di origini albanesi mentre percorreva la SS 16 con una Opel Zafira, invadeva la corsia opposta al suo senso di marcia ed andava a collidere violentemente con un’altra vettura , condotta da un cittadino italiano, che viaggiava nel senso inverso. Quest’ultimo nel sinistro riportava lesioni consistenti.
Sul posto per i rilievi si portava la pattuglia del Distaccamento di Polizia Stradale di Amandola in servizio di vigilanza stradale.
Durante i rilievi, come previsto dal Codice della Strada il conducente straniero veniva sottoposto al controllo con l’etilometro per verificare se avesse assunto sostanze alcoliche.
L’esito della verifica dava risultati assolutamente sorprendenti:il cittadino straniero alla prima prova aveva 3.33 grammi per litro di alcol nell’alveo polmonare ed alla seconda prova, dopo cinque minuti, 3.26 g/l. Entrambi i valori erano assolutamente alti ed inconsueti da rilevare su strada.
Data la risultanza dell’accertamento al personale operante non rimaneva che procedere nei confronti dello stesso per la guida in stato di ebbrezza con il contestuale ritiro della patente di guida e sequestro del veicolo.



IL MATTINO

Alla guida ubriaco causa un incidente
Guardia, 09/03/2011 - B.R. 47 anni di Guardia Sanframondi è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza alcoolica accertata a seguito di incidente stradale. L’incidente si è verificato ieri sulla provinciale fra Cerreto e Guardia Sanframondi ove venivano coinvolti il denunciato che era alla guida di una Punto scontratosi con una Fiat Brava. Sottoposto gli accertamenti B.R. è risultato avere un tasso alcolemico di quasi quattro volte superiore al limite consentito dalla normativa vigente. San Marco dei Cavoti Fogli di via a due pregiudicati I carabinieri di San Marco hanno avanzato la proposta per il foglio di via obbligatorio nei confronti di due cittadini di Benevento fermati proprio nel centro cittadino e già noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio. Uno dei fermati, inoltre, è stata ritirata anche la patente di guida.

IL CORRIERE DI COMO

L’autista del Tir non potrà più guidare in Italia
L’incidente di via Brogeda.
Nel sangue alcol cinque volte oltre il consentito  
Mercoledì 09 Marzo 2011 (m.pv.) In corpo, secondo gli accertamento condotti dagli uomini della polizia locale di Como, aveva una quantità di alcol nel sangue pari a quasi cinque volte il consentito, 2.32 contro lo 0.50 ammesso. 
Un livello che desta scalpore, soprattutto considerando l’ora dell’incidente che ha coinvolto il 40enne spagnolo alla guida di un mezzo pesante lungo via Brogeda, ovvero le 10 della mattina. 
Ma proprio per questo eccesso di alcol - unito all’aggravante che l’uomo è un autista di professione e che, in più, ha causato un serio incidente - lo stesso 40enne non potrà più guidare sul territorio italiano. 
Un passaggio scontato, che dovrà ora essere ratificato dalla Prefettura, una volta ricevuti tutti gli atti di quanto avvenuto nella mattinata di lunedì, tra Maslianico e Ponte Chiasso, con un mezzo pesante iberico uscito di strada in un tratto rettilineo e finito nel torrente Breggia dopo un salto di una decina di metri. 
L’autista è stato estratto dalla motrice dai vigili del fuoco senza nemmeno un graffio, ma ancora intontito per quanto accaduto e, probabilmente, visti i riscontri all’alcoltest, per quanto bevuto. 
Le operazioni di recupero del mezzo sono poi proseguite per tutta la giornata. Un incidente che solo per una fortunata coincidenza non ha causato vittime. 
Ora la questione, come detto, passa sul tavolo del Prefetto di Como.

ASAPS


Assolta automobilista ferita che rifiutò l’alcoltest in ospedale
Secondo la Corte di Cassazione il fatto non costituisce reato
Ravenna, 9 marzo 2011- Gravemente ferita sul lettino di un ospedale, rifiutò di sottoporsi all’alcoltest, per questo motivo un’automobilista è finita a processo ma è stata assolta perché il fatto non costituisce reato. La vicenda risale a maggio 2009 quando la giovane, di origine romena, ebbe un incidente con la sua auto procurandosi serie lesione e finendo ricoverata in prognosi riservata in ospedale. Qui la giovane venne avvicinata da un ispettore di Polizia che, riscontrandole un sentore di alcol nell’alito, le chiese di sottoporsi alla prova dell’etilometro ottenendo dalla ragazza un netto rifiuto. 
Il giudice ha giustificato il rifiuto della giovane a sottoporsi alla prova sulla base del fatto che “è dubbio che la giovane cittadina romena, politraumatizzata e molto dolorante, mentre era sottoposta alle prime cure, e non tanto lucida, possa avere ben compreso la richiesta”. Il magistrato ha inoltre ritenuto che la richiesta dell’agente fosse superflua, poiché il medesimo accertamento sarebbe emerso attraverso le analisi del sangue eseguite per fini medici. D’altronde, si legge ancora nella sentenza, “con fondamento l’efficace e puntuale difesa dell’imputata ha messo in dubbio che gli stessi medici, in quella situazione” di emergenza “avrebbero consentito di sospendere gli urgenti trattamenti terapeutici in corso per effettuare la prova dell’etilometro, peraltro superflua”.

LA REPUBBLICA

Ubriaco si veste da prete e chiede offerte pasquali
Bologna - Suonava ai campanelli fingendosi un sacerdote, ma è stato smascherato dall’alito alcolico e dall’orecchino. E’ stato denunciato
Per racimolare qualche soldo si era vestito da sacerdote e, con la scusa di fare le benedizioni pasquali, si presentava alle porte chiedendo offerte. A tradire il finto prete, un ventottenne bolognese che è stato denunciato dalla polizia, sono stati un orecchino all’orecchio sinistro e l’evidente stato di ubriachezza. Ieri pomeriggio, il giovane ha suonato diversi campanelli di condomini in via Tibaldi, alla periferia di Bologna, ma qualcuno si è insospettito. (*) A chiamare il 113 è stata una romena di 28 anni: dopo avere spiegato all’uomo che non intendeva farsi benedire l’appartamento perchè non era cattolica, si è accorta dell’orecchino e del forte alito vinoso del sedicente sacerdote. Gli agenti lo hanno rintracciato ancora lungo la via e accompagnato in questura. Gli accertamenti hanno confermato che, nonostante l’abito talare, non si trattava di un religioso. Il ventottenne, che è risultato avere qualche precedente, è stato denunciato per sostituzione di persona e disturbo del riposo delle persone (fonte Ansa). 



(*) Nota: a destare i sospetti su questo finto prete probabilmente non è stato il fatto che avesse bevuto, quanto piuttosto l’orecchino.

 

 

 

Giovedì, 10 Marzo 2011
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