Più
in voga che nella circolazione stradale, dove è indossato
solamente dal 34 percento delle persone, negli ultimi anni fra
i ciclisti il porto del casco fuori strada ha guadagnato terreno:
dal 48 percento nel 2003, oggi il 58 percento delle persone si
protegge il capo nel tempo libero passato in bicicletta. Un risultato
incoraggiante per l’Ufficio svizzero per la prevenzione degli
infortuni upi, la cui campagna «Enjoy sport - protect yourself»
mira a generalizzare l’uso dell’equipaggiamento di protezione
nello sport.
Un casco da bicicletta regolato a dovere riduce del 70 percento
le probabilità di subire una ferita alla testa. In altri
termini, il casco consente di evitare numerosi traumi cranici
e cerebrali, sia sulle strade secondarie, sia sui percorsi naturali
riservati agli amanti delle due ruote. Nonostante l’aumento
dal 48 al 58 percento tra il 2003 e il 2005, in mountain bike
il casco è ancora più diffuso fra gli sportivi provetti
che fra i ciclisti occasionali. Come per lo sci e lo snowboard,
sono soprattutto i giovani a dare il buon esempio: i risultati
migliori si registrano nella classe d’età sotto i
14 anni, con oltre il 70 percento di ciclisti protetti! Nessuna
differenza invece tra i sessi: l’indice di porto del casco
è lo stesso (il 58 percento) sia fra le donne che fra gli
uomini. A livello regionale la ripartizione è la seguente:
il casco è indossato dal 62 percento dei ciclisti svizzero-tedeschi,
dal 50 percento dei romandi e solamente dal 37 percento dei ticinesi.
Inserito nel programma della campagna upi «Enjoy sport -
protect yourself», realizzata in collaborazione con l’Associazione
Svizzera d’Assicurazioni ASA, il mountain bike si colloca
nell’albo d’onore degli sport più in voga fra
la popolazione svizzera. Per diminuire il rischio d’infortunio
l’upi incoraggia l’uso dell’equipaggiamento di
protezione individuale, che comprende non soltanto il casco, ma
anche guanti e occhiali.