IL CARNEVALE E’ MORTO: LO ANNUNCIANO CON ESTREMO DOLORE PER I MANCATI GUADAGNI TUTTI I BARISTI. POVERI NOI SE PER DIVERTIRCI ABBIAMO BISOGNO DI BEVANDE ALCOLICHE!!! ECCO COSA SUCCEDE AL CARNEVALE ORGANIZZATO DAI BARISTI. RIBADISCO CHE BISOGNEREBBE APPLICARE PIU’ SPESSO L’ART. 690 DEL CODICE PENALE. LA TRIBUNA DI TREVISO Ubriaca dopo la festa: finisce all’ospedale 09 marzo 2011 — pagina 32 sezione: Provincia PIEVE DI SOLIGO. E’ finita con decine di minorenni alticci, molti completamente ubriachi, la festa di carnevale organizzata lunedì sera dal bar «Mixer» di viale degli Alpini. Ad avere la peggio una ragazzina di 16 anni, ad un passo dal coma etilico. Per la minorenne, a cavallo della mezzanotte, si è reso necessario l’intervento di una autoambulanza. La ragazza ha trascorso la notte in osservazione all’ospedale di Conegliano per «eccesso alcolico» ed è stata dimessa all’alba. Ma le decine di ragazzi minorenni in evidente stato di alterazione alcolica, sia all’interno del bar, sia nello spazio esterno tra il plateatico ed il vicino «Parco Vela», ha inferto un duro colpo agli amministratori, agli operatori sanitari e ai genitori impegnati nella lotta contro il consumo di alcol tra i giovani. «Noi serviamo gli alcolici ai maggiorenni, ma non possiamo controllare se i bicchieri vengono poi passati ai minorenni o se, addirittura, l’alcol viene portato da casa e consumato all’esterno del bar». Questa la linea difensiva degli esercenti pievigini. Ma, come segnalato dai genitori, i bar farebbero a gara per accalappiare i giovani clienti, arrivando ad organizzare le serate del «tutto a metà prezzo». Per questo il «Parco Vela» non è nuovo alle sbornie giovanili ed, in passato, i carabinieri sono già intervenuti per identificare minorenni ubriachi.(*) In un caso sono stati sorpresi mentre rompevano bottiglie e bicchieri di vetro nel giardino, in un altro dei giovani alticci sono stati beccati mentre orinavano sulle siepi. «E’ un fatto gravissimo - dichiara l’assessore alle attività produttive e alla sicurezza, Alberto Villanova - non ci sono giustificazioni. E’ intollerabile che una festa degeneri in questo modo, mettendo a repentaglio la salute dei minorenni. Perché sulle responsabilità non ci sono dubbi. Chi organizzare una festa di carnevale di lunedì sera, alla vigilia di carnevale, sa perfettamente che i clienti saranno quasi esclusivamente gli studenti minorenni, a casa da scuola il giorno dopo». E l’assessore punta il dito contro i titolari dei bar. «Faremo le nostre indagini insieme al comando dei carabinieri - puntualizza Villanova - ma, come ho già sottolineato anche in consiglio comunale, con i gestori non c’è collaborazione. Abbiamo fatto vari incontri ed erano stati avvisati che non potevamo più tollerare casi di minorenni ubriachi. Purtroppo qualcuno, pur di far quattro soldi in più, è disposti a somministrare alcolici a chiunque, dimostrandosi non solo senza etica, ma rischiando una denuncia con risvolti penali. E’ una situazione ingiustificabile». Dopo un summit con il comando dei carabinieri, l’assessore ribadisce la linea della fermezza, anticipando nuovi controlli e l’introduzione di nuovi sistemi per l’alcol-test. - Glauco Zuan ED A QUELLO ORGANIZZATO DAL COMUNE… LA TESTIMONIANZA DI UN AGENTE DI POLIZIA SMENTISCE LE DICHIARAZIONI BONARIE DEL SINDACO IL PICCOLO Il Carneval de Muja fallisce la prova dell’etilometro 08 marzo 2011 — pagina 31 sezione: Nazionale di Corrado Barbacini wMUGGIA «Nella notte di sabato ho assistito di persona a un vero e proprio delirio di ragazzi ubriachi che circolavano per la cittadina creando i più svariati problemi di ordine pubblico. Dai coma etilici e alle liti e risse di varia natura: tutte situazioni unite dal legame dell’alcol». Le parole sono di un poliziotto. Si chiama Edoardo Alessio ed è rappresentante dell’Ugl. Commenta così la notte folle di alcol a Muggia con 50 persone finite all’ospedale. Dice il poliziotto: «Non condivido che tutto sia andato liscio come riferisce il sindaco Nerio Nesladek anche se apprezzo gli sforzi fatti dal Comune». E aggiunge: «Ci si chiede come questa gioventù riesca a distruggere danneggiando beni pubblici come autobus in questo modo, scaricando le loro frustrazioni sulla polizia e sui carabinieri. Chi era presente come ero io sul posto ho potuto vedere di persona ragazzini riversi a terra in condizioni pietose, bande di scalmanati che con bottiglie e bicchieri di vino si aggiravano urlanti insultando anche il servizio d’ordine. Altri problemi si sono poi verificati alla stazione delle autocorriere dove una massa di persone si è accalcata contro i mezzi schiacciandosi pericolosamente contro i bus e qualcuno ha rischiato più volte di finirci sotto». Poi l’appello. «L’Ugl Polizia - scrive ancora Edoardo Alessio - chiede al sindaco di vietare il prossimo anno ogni tipo di vendita di alcoolici: i costi di sicurezza e di soccorso medico uniti ai danni provocati sono molto più alti dei ricavi che si possono avere da tale manifestazione, che da gioiosa festa si trasforma sempre in una riunione di giovani senza controllo. Il contributo delle forze dell’ordine sempre presenti può ben poco se non si istituisce una normativa ancora più ristretta di quella dell’ordinanza». Il quadro rappresentato dall’agente conferma la valenza degli episodi che i carabinieri hanno annotato nelle loro relazioni di servizio. All’una di notte in piazzale Curiel i militari di una pattuglia del Radiomobile hanno arrestato per violenza, minacce e interruzione di pubblico servizio N.F., 21 anni. Era salito sul bus della linea 20 e si era acceso una sigaretta. Il controllore gli ha detto che è vietato fumare. E lui ha continuato. Poi quando sono arrivati i carabinieri, si è avventato contro. Alle 4.30 un altro episodio. In via dei Farnei è stato bloccato dai carabinieri un ragazzo del 1987 che completamente ubriaco guidava un ciclomotore. Episodi marginali per l’assessore Roberta Tarlao e il sindaco Nerio Nesladek. «Abbiamo messo in atto misure di controllo che hanno dato i risultati sperati - dice Tarlao - Nulla è stato lasciato al caso e possiamo affermare che il nostro filtro, attuato grazie alle forze dell’ordine e agli steward ha funzionato». Il sindaco Nerio Neladek commenta: «I responsabili delle forze dell’ordine presenti sul campo nella notte di sabato hanno confermato una sensibile diminuzione complessiva degli interventi rispetto agli anni passati, confermando l’efficacia delle misure adottate». CARNEVALE A VENEZIA: SUPERLAVORO PER LE FORZE DELL’ORDINE E PER I BARISTI CORRIERE DEL VENETO – VENEZIA Multe a bar e ubriachi Lancione pizzicato con 30 persone in più Giovedì 10 Marzo, 2011 VENEZIA -Oltre duemila persone ubriache come in una danza tribale, tre bar chiusi dalle forze dell’ordine, decine di contravvenzioni per ubriachezza molesta e quasi diecimila euro di multa ad imbarcazioni che non rispettavano i limiti di velocità e il numero di passeggeri consentiti in bacino San Marco. Quest’anno è stato un carnevale anche per le forze dell’ordine: per garantire l’ordine pubblico la Questura ha dovuto mettere in campo più di quattrocento poliziotti, duecentocinquanta carabinieri e una decina di militari della Guardia di Finanza a cui si sono aggiunti gli agenti della polizia municipale e la Guardia costiera. E proprio la Guardia costiera tra venerdì mattina e la sera del martedì grasso ha fermato dodici imbarcazioni che non rispettavano i limiti di velocità. Al contrario uno dei lancioni fermati procedeva troppo lento perché aveva imbarcato trenta persone più del consentito. Sulle terre emerse invece le pattuglie di agenti in borghese hanno arrestato un romeno dalla mano lesta che alleggeriva i turisti intenti a godersi l’aperitivo al caffè Florian in piazza San Marco e una ragazzina romena (arrestata e poi subito rilasciata) che truffava i turisti chiedendo cinque euro per entrare nei bagni di San Marco. Martedì sera inoltre la polizia ha deciso di sanzionare i tre bar di campo Bella Vienna che erano rimasti aperti molto oltre l’orario consentito e ha identificato (senza conseguenze) decine di persone che con strumenti musicali giravano per le calli suonando e cantando a squarciagola. Decine gli interventi delle forze dell’ordine anche per ritrovare persone disperse nella bolgia. I controlli poi sono proseguiti in terraferma dove la stradale nel solo fine settimana fino a martedì grasso ha sanzionato più di venti autombilisti che si erano messi alla guida con tassi alcolici superiori al consentito e ha sequestrato due vetture a conducenti che, superando di gran lunga l’1.50 di tasso alcolemico, non riuscivano nemmeno a uscire autonomamente dall’auto per il controllo documenti. In tre casi, i conducenti fermati ubriachi indossavano ancora la maschera. Sul fronte della stazione di Santa Lucia invece la polizia ferroviaria ha segnalato due persone per ubriachezza molesta e uso di sostanze stupefacenti. Una coppia di fidanzatini è invece stata denunciata per oltraggio a pubblico ufficiale per aver risposto in maniera non proprio cortese a un agente che chiedeva loro i documenti. La ragazza è stata segnalata anche per ubriachezza. Nei giorni di carnevale il consumo di alcol ha decisamente battuto quello di droga: i numerossismi controlli antidroga predisposti dalla Questura hanno infatti dato tutti esito negativo. Al. A. CURIOSA QUESTA PROPOSTA DELL’ASCOM IL GIORNALE DI VICENZA L’Ascom fa guerra alle sagre IL CASO. L’associazione propone ai 121 sindaci vicentini un regolamento: “paletti” su calendario e vendita di alcolici I commercianti: «Le "finte feste" paesane proliferano nei Comuni ma penalizzano ristoranti e bar Servono limiti e nuove regole» 10/03/2011 La Confcommercio punta il dito contro il proliferare di "finte sagre" slegate dalle tradizioni Stop ai "furbetti" delle finte sagre. Lo chiede la Confcommercio Vicenza che ha inviato nei giorni scorsi alle 121 amministrazioni comunali della provincia una bozza di regolamento per arginare la proliferazione di sagre e feste paesane. L’associazione dei commercianti chiede ai sindaci di imporre alcuni paletti per impedire che attività di ristorazione a scopo di lucro siano equiparate a manifestazioni per la promozione del territorio e dei prodotti tipici che hanno meno regole da seguire e ricevono più agevolazioni. «Basta con le finte sagre e feste paesane fatte solo a fini commerciali - si legge nel comunicato dell’Ascom, a firma del direttore Andrea Gallo - senza rispettare le norme sanitarie e tributarie. Danneggiano sia il settore della ristorazione sia le vere manifestazioni tradizionali. La Confcommercio punta a mettere un freno al proliferare di queste feste paesane che non hanno nulla a che fare con la promozione del territorio o con finalità sociali e che trasformano per settimane intere vie in bar e ristoranti "on the road" in concorrenza con i pubblici esercizi». L’accusa dell’Ascom è di concorrenza sleale da parte di chi, travestendo l’attività da sagra, non è obbligato a rispettare le regole igienico-sanitarie, fiscali e di sicurezza di bar e ristoranti anche se offre gli stessi prodotti. «La nostra posizione non è a priori contro le sagre e le feste paesane - precisa il direttore Gallo -. Chiediamo però ai Comuni di valutare la "genuinità" di tali manifestazioni prima di autorizzarle, se sono espressione di un’identità culturale del territorio e se siano legate a tradizioni o produzioni locali. Negli ultimi anni il fenomeno è cresciuto a dismisura con centinaia di appuntamenti in ogni comune, frazione, quartiere». Nella lettera di accompagnamento alla bozza di regolamento inviata ai sindaci, il presidente della Confcommercio Sergio Rebecca e il direttore Gallo invitano alla collaborazione: «Le aziende della ristorazione si rendono disponibili a collaborare con le amministrazioni comunali nell’organizzazione e svolgimento delle sagre per la salvaguardia e valorizzazione delle ricette tradizionali». Il regolamento suggerito dall’Ascom parte dalle definizioni di sagra, la cui finalità è la valorizzazione del legame tra prodotti enogastronomici e territorio, e di festa che ha l’obiettivo di promuovere attività di volontariato, culturali, politiche, religiose, sportive, ricreative e sindacali. Secondo l’associazione gli eventi non dovrebbero superare i 4 giorni consecutivi, dovrebbero terminare entro mezzanotte e nel corso di un anno ogni Comune non dovrebbe autorizzare più di 30 giorni di manifestazioni. L’Ascom chiede di vietare l’intitolazione delle sagre a prodotti alcolici, ad esempio la "festa della birra", di interrompere la distribuzione di birra e vino un’ora prima della chiusura dell’evento e di bandire i superalcolici, di imporre un limite alla capacità dei contenitori delle bevande alcoliche alla spina che non dovranno superare il mezzo litro e di rendere obbligatoria alle sagre la disponibilità di strumenti per effettuare l’alcoltest. Il regolamento prevede la messa al bando nelle sagre e feste paesane di coltelli, forchette e piatti monouso non biodegradabili per gli alimenti. N.R. COSA POSSIAMO FARE PER IL 78,4% DEI GIOVANI AFFINCHE’ NON VADA AD INCREMENTARE L’ALTRO 21,6%? LA PERFETTA LETIZIA I giovani e l’alcolismo: una grave piaga della società italiana I dati del Ministero della Salute parlano chiaro: in Italia si beve prima che in ogni altra nazione europea e già all’età di 11 anni i nostri figli sanno cosa significhi bere alcol ed ubriacarsi. Attualmente, almeno il 21,6 % dei giovani tra gli 11 ed i 24 anni abusa di alcol, una percentuale destinata a crescere di anno in anno. della nostra collaboratrice Beatrice Niciarelli 9.3.11 Già da qualche anno, il Ministero della salute propone campagne anti-alcol destinate principalmente ai giovani, che sembra siano sempre più interessati a questa particolare forma di “divertimento”; secondo i dati ufficiali, quasi 8,5 milioni di cittadini bevono oltre la soglia di rischio, e tra questi la maggior parte sono ragazzi e ragazze appena adolescenti. Negli ultimi anni i fenomeni legati al consumo dell’alcol si sono moltiplicati e mentre prima esisteva la solita bevuta del fine settimana, oggi spuntano in ogni città occasioni considerate buone per bere, come gli aperitivi a base alcolica o i recentissimi binge drinking, in cui ragazzini in giovane età si divertono ingurgitando più bevande alcoliche possibili in minor tempo: è un metodo per ottenere uno sballo veloce e più potente della normale ubriacatura. Per molti ragazzi, è più facile affogare letteralmente i loro problemi in una serata da sballo piuttosto che affrontare la realtà quotidiana, fatta magari di lunghe giornate noiose, a cui pongono rimedio con incontri a base di alcol che avvengono anche in pieno pomeriggio. In Europa, il nostro Paese è al primo posto nella classifica dell’età media in cui si inizia a bere; mentre in altre nazioni l’età si aggira intorno 12-13 anni, in Italia il primo incontro con l’alcol avviene ad 11 anni, in occasioni lontane dai pasti e con orari diversi, che vanno dal primo pomeriggio alle ore serali, quando le città si popolano di giovani pronti a scatenare il divertimento a suon di bottiglie e bicchieri. In aumento anche il numero delle ragazze che ne fanno uso: fino a pochi anni fa, i ragazzi avevano un primato assoluto in fatto di alcolismo, mentre oggi la percentuale media delle donne che iniziano ad avere una sorta di dipendenza da bevande alcoliche è salita spaventosamente. Le conseguenze disastrose di questo eccessivo consumo di alcol, che include bevande di tutti i tipi (dal vino alla birra, dai superalcolici ai cocktail proposti nei locali), colpiscono sia la salute fisica che quella mentale, spingendo chi beve a vivere una realtà ‘limite’ di cui non si rende conto e in cui si sente sicuro di poter fare cose che altrimenti non farebbe. Un esempio su tutti è la guida in stato di ebbrezza: in Italia, l’alcol è in assoluto la prima causa di morte per incidente stradale e a causa di esso ogni anno muoiono sulle nostre strade più di 4000 persone, senza contare i feriti gravi. Recentemente, il Ministero della Gioventù ha dato vita al progetto “Naso Rosso”, per elaborare dati incentrati solo sui giovani frequentatori di discoteche e locali notturni e promuovere un uso corretto dell’assunzione di alcol(*). Allo stesso tempo, esistono sul territorio nazionale molti centri appositi, dove poter curare persone affette da alcolismo e dove professionisti adeguati potranno seguire i più giovani in un percorso rieducativo. Per informazioni potete visitare il sito del Ministero della salute all’indirizzo www.salute.gov.it. (*)Nota: non esiste un uso corretto di una droga!!! UNA INIZIATIVA DA IMITARE CORRIERE DELL’ ALTO ADIGE - ALTO ADIGE «Io rinuncio» : adesioni in crescita Giovedì 10 Marzo, 2011 BOLZANO — Risparmio, prevenzione, ecologia, psicologia personale; questi alcuni degli obiettivi che si possono raggiungere partecipando durante la quaresima all’iniziativa «Io rinuncio» , facendo cioè a meno di qualcosa per le sei settimane che ci separano dalla Pasqua. Giunta quest’anno alla settima edizione, sta diventando un rito condiviso da sempre più persone e associazioni. Ieri mattina nel centro pastorale di Bolzano in più di 20 hanno partecipato alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa. Per estrazione, gruppo linguistico e professione erano un microcosmo dell’Alto Adige. Hanno aderito a «Io rinuncio» associazioni professionali, sociali, di volontariato, sportive, istituzioni scolastiche (le tre soprintendenze) e numerosi gruppi cattolici. Fra coloro che hanno invitato a aderire c’era Florian Zerzer, direttore del dipartimento della sanità della Provincia e Norbert Rier, voce e leader dei Kastelruther Spatzen. Accanto a loro i rappresentanti di moltissime associazioni italiane e tedesche. Peter Koler è l’anima di un’iniziativa alla quale aderiscono anche cinque Länder austriaci: «La quaresima è l’occasione giusta per riflettere sulle proprie abitudini, modificarne qualcuna e migliorare così la propria vita – ha spiegato -. Per questo invitiamo tutti anche quest’anno ad aderire all’iniziativa e per questo abbiamo organizzato numerose iniziative per convincere gli altoatesini a partecipare» . Una delle novità è un’iniziativa del centro pedagogico teatrale di Bressanone che porterà in scena in tutta la Provincia uno spettacolo di cabaret dal titolo «È facile rinunciare”» , nel quale verranno rappresentati in modo ironico esempi di comportamento sbagliato e dipendenze. Anche le scuole sono in prima fila: le soprintendenze tedesca e ladina hanno preparato un programma mirato a coinvolgere gli studenti nel progetto. Dall’esperienza degli anni scorsi è emerso come le principali cose alle quali rinunciano gli altoatesini sono dolci, alcool o tabacco. Tuttavia non sono pochi quelli che rinunciano anche a una propria abitudine che considerano un vizio, come l’auto o alcuni riti come l’aperitivo. Una delle prove della popolarità dell’iniziativa è il fatto che molte delle associazioni di volontariato (per esempio La strada) che quest’anno aderiscono per la prima volta hanno spiegato di aver deciso di aderire ufficialmente dopo aver verificato l’adesione personale di molti componenti. Tutti hanno sottolineato l’importanza dell’iniziativa come momento di riflessione sul proprio stile di vita e sui propri reali bisogni. Damiano Vezzosi STATISTICHE LA REPUBBLICA Campania virtuosa si beve meno alcol 09 marzo 2011 — pagina 5 sezione: NAPOLI IN CAMPANIA si beve meno alcol che nel resto d’Italia. E le ragazze mandano giù meno soft drink dei loro coetanei maschi. Ma anche gli uomini risultano virtuosi, con una prevalenza di consumatori a rischio tra 11 e 18 anni pari al 12,6 per cento, percentuale seconda solo alla Sicilia (valore medio nazionale del 18 per cento). Il record della Campania è assoluto in tema di alcolismo: è la regione in cui dal 2007 c’è stato un incremento di coloro che non hanno mai consumato bevande alcoliche. Sono alcuni dei dati che emergono dal "Rapporto Osservasalute". È l’analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell’assistenza presentata ieri alla Cattolica di Roma. Il rapporto, a cui hanno lavorato 203 esperti, è stato coordinato dal professor Walter Ricciardi ( foto ), direttore dell’Istituto di Igiene. Di poco superiore alla media il tasso di fecondità totale (pari a 1,44 figli per donna rispetto all’1,43 nazionale), mentre l’età media al parto corrisponde a 30,5 anni contro quella nazionale di 31,1. E la mortalità? Qui si muore di più: la mortalità complessiva oltre il primo anno è pari a 99,2 per 10 mila abitanti tra i maschi, contro una media nazionale di 89,8, mentre è pari a 62,5 per 10 mila tra le donne contro una media nazionale di 54,5. In compenso siamo la regione più giovane: solo l’8,4 % dei cittadini ha tra 65 e 74 anni. - (g. d. b.) IL PICCOLO E il Fvg ha il record degli infortuni in casa 09 marzo 2011 — pagina 10 TRIESTE Che si scivoli da una scala mentre si tenta di afferrare un maglioncino infilato nell’angolo di un armadio, o che ci si tagli un dito mentre si affetta un’anguria, non fa tanta differenza: sono tutti incidenti domestici. Frequentissimi in Friuli Venezia Giulia, tanto da far balzare la nostra regione al primo posto in Italia per numero di infortuni che si verificano tra le mura domestiche. Un primato decisamente poco confortante, che emerge dal rapporto "Osservasalute" 2010. Da noi le disavventure casalinghe sono 20,5 per 10mila abitanti contro una media nazionale di 13,5 (i dati sono realtivi al 2008). E ahimè questo non è l’unico ambito negativo in cui primeggiamo. Guidiamo la classifica nazionale anche nella mortalità femminile per tumori, che si attesta a 19,4 su 10mila abitanti, mentre nel resto d’Italia il dato si ferma a 16,6. Considerando entrambi i sessi, l’incidenza dei decessi causati da malattie oncologiche resta comunque tra le più alte: 34,1 per 10mila abitanti, contro il 31,1 medio nazionale. Ma un po’ di luce arriva dal sistema sanitario, che risulta tra i migliori del Paese. Lo dimostrano i dati sul tasso di dimissioni ospedaliere, che è il più basso d’Italia (148,5 per mille contro 187,3 medio nazionale). Ciò testimonia un tasso di ospedalizzazione inferiore a quello delle altre regioni, raggiunto grazie a un buon «processo di razionalizzazione della rete ospedaliera e allo sviluppo dei servizi territoriali». Anche il grado di apprezzamento dei cittadini per le cure e il trattamento in ospedale è alto: solo il 4,7% degli intervistati si dichiara insoddisfatto, mentre nel resto dello Stivale le bocciature salgono al 7,9%. Lo studio conferma che il Friuli Venezia Giulia è la regione con il numero più alto di donatori di organi e trapianti effettuati. La mortalità infantile è la più bassa d’Italia subito dopo la Basilicata (1,9 casi per mille nati vivi, quando a livello italiano il dato è pari a 3,4). Una curiosità riguarda poi gli infermieri. Il rapporto dimostra che in Friuli Venezia Giulia sono numerosi. La nostra regione presenta il tasso maggiore di personale infermieristico in attività (i dati sono relativi al 2007): 5,8 per mille abitanti, contro un valore medio nazionale di 4,4. Ecco poi altri due dati interessanti per opposti motivi. Il primo riguarda i parti con taglio cesareo: sono il 23,6% sul totale dei parti, mentre in Italia mediamente li si pratica nel 39,1% dei casi; siamo la regione in cui tale metodo è meno utilizzato. Il secondo, invece, si riferisce alla vaccinazione degli over 65: nella stagione 2009-2010 si è vaccinato solo il 49,7% degli anziani, contro una media nazionale del 65,6%, quando l’obiettivo minimo di copertura per questa fascia d’età è del 75%. Ovviamente non mancano i dati sui cattivi stili di vita. Neanche a dirlo, in Friuli Venezia Giulia il maggior nemico della nostra salute è il bicchiere. Sempre troppo pieno. I consumatori di alcol rappresentano il 72% della popolazione (nel resto del Paese il 68%). Preoccupanti le stime sui giovani a rischio tra gli 11 e i 18 anni: sono il 25,3% (contro il 18% dato italiano). Ed è probabilmente l’eccesso di drink che contribuisce ai chili di troppo. Infatti, nonostante la nostra regione sia nella parte alta della classifica per consumo di frutta e verdura, e per la pratica di sport (il 24% della popolazione si allena regolarmente contro il 21,6% dei connazionali), siamo più obesi degli altri (10,4% dei cittadini contro il 9,9%). (el.col.) SULLA PROPOSTA DELL’ASAPS DI INSERIRE L’OMICIDIO STRADALE CONTROSTERZO Ancora morti sulle strade per alcol e droga: è ora di inserire nel codice penale il delitto di "omicidio stradale" Di Nestore Morosini 07/03/2011 Un altro fine di settimana insanguinato sulle strade italiane. Due promesse della pallanuoto uccisi in un incidente sulla A4 da un ubriaco al volante. Una ragazza uccisa e una ferita mentre passavano sulle strisce pedonali da un conducente fatto di cocaina. Cosa aspetta il governo a varare una legge che colpisca questi omicidi stradali? Mi associo all’Asaps (associazione amici e sostenitori polizia stradale) nella richiesta dell’inserimento nel Codice Penale del “delitto di omicidio stradale”. E chi guida in stato di ebbrezza non riveda più la patente! IL LAVORO DELLE FORZE DELL’ORDINE ASCA ROMA: CONTROLLI CC, 9 DENUNCE PER GUIDA SOTTO EFFETTO DI ALCOL E DROGA - Roma, 9 mar - Nove automobilisti denunciati a piede libero perche’ alla guida delle proprie autovetture in stato di alterazione psicofisica, dovuta all’ assunzione di alcol e sostanze stupefacenti . Questo l’esito dei controlli svolti dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma sulle principali arterie della Capitale finalizzati a prevenire, nella notte del martedi’ grasso, eventuali situazioni di pericolo agli utenti della strada, specie nei pressi dei locali notturni, dove si e’ festeggiato l’ultimo giorno di carnevale. Dei nove denunciati, spiega una nota dei militari, sette sono cittadini italiani e due sono stranieri di eta’ compresa tra i 19 e i 48 anni, nei confronti dei quali oltre alla denuncia e’ scattato anche il ritiro della patente e il sequestro dei mezzi a bordo dei quali viaggiavano. Altri tre automobilisti, due italiani e un cittadino bosniaco, di eta’ compresa tra i 24 e i 34 anni sono stati invece denunciati perche’ trovati a condurre i loro veicoli senza aver mai conseguito la patente di guida. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma nel corso della stessa attivita’ hanno ritirato altre 6 patenti di guida e 10 carte di circolazione ed elevato 148 contravvenzioni per diverse violazioni al Codice della Strada che hanno comportato la decurtazione di 353 punti patente. Sedici i veicoli sottoposti a fermo e a sequestro. res-map/sam/bra ANCONA INFORMA Jesi: sette patenti ritirate per alcol e droga 09/03/11 Jesi (Ancona) - Nel Corso del fine settimana e della nottata appena trascorsa i Carabinieri della Stazioni di Chiaravalle e Staffolo in collaborazione con i colleghi del Radiomobile di Jesi , hanno attuato un dispositivo per il controllo delle principali arterie stradali che vanno da Chiaravalle ad Jesi, miranti alla prevenzione e repressione di quei comportamenti di chi si mette alla guida di mezzi e non mantenendo un corretto comportamento di guida in violazione alle norme sulla circolazione stradale causano incidenti a volte anche con esiti mortali. Durante i controlli cinque conducenti, tra cui una donna , di una età compresa tra i 20 e i 35 anni , sono stati trovati alla guida dei propri mezzi in stato di alterazione psico-fisica dovuta all’assunzione di sostanze alcoliche, accertata mediante apparato di misurazione “etilometro”, per tutti è scattato il ritiro della patente di guida e la segnalazione all’Autorità Giudiziaria per guida in stato di ebbrezza. In uno di questi casi l’intervento dei Carabinieri è avvenuto in via Garibaldi, quando una auto aveva incidentato cinque vetture in sosta. I militari anno accertato che l’autista di una punto di anni 20 mentre transitava in via Garibaldi aveva perso il controllo del mezzo andando ad impattare contro cinque auto in sosta danneggiandole. L’autista è stato sottoposto ad accertamenti con “alcool test” risultando positivo di quasi il triplo del consentito. In una altra circostanza un uomo di anni venti è stato fermato dai carabinieri in quanto andava con l’auto su cui prendevano posto altri tre suoi coetanei a fortissima velocità. Nella disponibilità del conducente è stato trovato uno spinello confezionato con hashish , il giovane sottoposto ad esami biologici presso l’ospedale di Jesi è stato trovato positivo ai cannabinoidi, per cui è stato segnalato all’A.G. per guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti con contestuale ritiro della patente di guida , inoltre è stato segnalato alla Prefettura di Ancona quale assuntore di stupefacente. Sia lui che i suoi amici sono tornati a casa a piedi, magari così hanno evitato di farsi del male e fare del male ad altri. Analogamente un Tunisino di anni 30 che è stato trovato in possesso di una piccola dose di “hashish” e sottoposto a esami di laboratorio è stato trovato positivo ai “cannabinoidi”, si è visto privato della patente di guida e segnalato alla prefettura di Ancona. Nel corso dei controlli sono state inoltre rilevate e contestate varie infrazioni al codice della strada riconducibili agli eccessi di velocità e alla guida pericolosa. Durante il servizio, che ha impegnato 8 militari , sono stati controllati complessivamente 47 mezzi, identificati oltre un centinaio di persone . Detti servizi di controllo continueranno e saranno intensificati nei fine settimana da parte dei Carabinieri della compagnia di Jesi. LA NAZIONE LUCCA CONTROLLI DEI CARABINIERI, PIZZICATA LA TITOLARE DI UN’AUTOSCUOLA Alcol, istruttrice di guida perde la patente 10.3.11 LUCCA E’ FINITA nei guai una quarantenne titolare di un’autoscuola lucchese, < SEMPRE nell’ambito dei controlli delle pattuglie dotate di etilometro, a San Lorenzo a Vaccoli i carabinieri hanno denunciato un’operaia 33enne lucchese per guida in stato di ebbrezza. Anche lei si era messa alla guida della propria auto senza pensare che aveva bevuto troppo. Per l’operaia è così scattato il ritiro immediato della patente di guida. Stessa sorte, infine, per un operaio di 30 anni nel quartiere periferico di Sant’Anna, denunciato dai carabinieri del Norm. I militari si erano recati sul posto, in via Ferri, a seguito di un incidente stradale: il giovane era finito fuori strada da solo con la propria auto. Un rapido esame ed ecco saltare fuori la causa dell’incidente: era ubriaco fradicio. Paolo Pacini ALCUNE CONSEGUENZE DEL CONSUMO DI VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI IL MATTINO DI PADOVA Processo all’assassino di Federica 09 marzo 2011 — pagina 29 sezione: Provincia SAN GIORGIO DELLE PERTICHE. Saranno formalizzate oggi le accuse nei confronti di Victor Diaz Silva Santiago, il trentaduenne uruguaiano soprannominato «El Gordo» (il ciccione) che ha confessato di aver ucciso la notte del 30 giugno 2008 Federica Squarise, La ventitreenne di San Giorgio delle Pertiche era in vacanza con un’amica a Lloret de Mar, sulla Costa Brava. Uccisa e violentata secondo la pubblica accusa. Stamane si apre l’udienza preliminare davanti al giudice del tribunale di Blanes, a pochi chilometri da Lloret de Mar. Giudice che, udito l’esito dell’indagine da parte del pubblico ministero, deciderà il capo d’imputazione e fisserà la data del processo a carico dell’imputato, in detenzione preventiva dal 9 luglio 2008 quando, pochi giorni dopo il delitto, fu arrestato mentre era in fuga a Tarragona, grazie alla soffiata di alcuni amici. Amici ai quali il trentaduenne, separato e cameriere precario, aveva chiesto rifugio. Loro, tuttavia, non se la sentirono di aiutare un assassino e chiamarono la polizia: Victor aveva raccontato di aver ucciso sotto l’effetto di alcol e droghe. In aula, per la famiglia Squarise, ci sarà l’avvocato padovano Agnese Usai, pronta a costituirsi parte civile e decisa a reclamare giustizia. L’obiettivo è accelerare i tempi del processo: nel luglio 2012 scadrà la detenzione preventiva e se entro quella data non sarà stata pronunciata la sentenza di primo grado, El Gordo verrà scarcerato nonostante abbia confessato l’omicidio, mentre ha sempre negato lo stupro. Eppure i segni di quella infame violenza sono stati individuati dal medico legale nel corso dell’autopsia, così come gli investigatori hanno ricostruito la tragica sera che si concluse con l’orrenda morte di Federica. La ragazza aveva trascorso la serata nella discoteca Yates con la compagna di viaggio Stefania, poi era andata a fare una passeggiata con l’uruguaiano, conosciuto nel locale. Victor l’avrebbe accompagnata in un parco, a una decina di chilometri dall’albergo in cui alloggiava, l’avrebbe schiaffeggiata per stordirla, poi le sarebbe saltato addosso. Difficile per lei liberarsi e impedire la violenza: il giovane è robusto e pesa più di 100 chili. Quindi la ragazza sarebbe stata soffocata con una maglietta per evitare che denunciasse il suo aggressore.- Cristina Genesin LA GAZZETTA DI REGGIO In coma per aver diviso due fratelli 09 marzo 2011 — pagina 13 sezione: Cronaca In coma per aver tentato di dividere due fratelli che stavano litigando. E’ lo sfortunato destino di un ragazzo di origine rumena di 26 anni che ora è ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Santa Maria Nuova. Su quanto accaduto sta ancora indagando la squadra mobile, ma gli uomini del dirigente Antonio Turi, hanno già denunciato una persona che dovrà difendersi dall’accusa di lesioni gravi. E’ domenica sera, sono da poco passate le 22 e il giovane rumeno è ospite a casa di due fratelli, suoi amici. Con lui c’è un’altra persona e la serata - forse «arricchita» da abbondante alcol - in fretta diventa rovente. I due fratelli padroni di casa iniziano a litigare furiosamente e in fretta, dalla parole passano alle mani. Si picchiano, volano calci e pugni. A quel punto il giovane rumeno interviene e uno dei due fratelli lo colpisce. Il giovane cade e batte la testa contro lo spigolo del mobile porta televisore. Il ferito perde i sensi, mentre l’uomo che lo ha colpito continua a litigare col fratello, prima di scendere in strada, rifugiarsi in un bar e chiedere aiuto al 118. Il 26enne viene medicato e accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale santa Maria Nuova dove le sue condizioni precipitano, tanto che ieri mattina viene ricoverato in Rianimazione. Intanto, gli investigatori della Mobile trovano l’abitazione dove è avvenuto l’incidente domestico e rintracciano la persona che ha colpito il 26enne. - Marco Martignoni REPUBBLICA Ruba anello a una turista per regalarlo alla fidanzata Prima ha cercato di corteggiare due giovani straniere, l’ha seguite fino in albergo e poi minacciate con un cacciavite. Identificato e denunciato, l’uomo di 27 anni ha confessato il furto: voleva dare il prezioso alla sua compagna per la festa dell’8 marzo Ha cercato di "conquistare" due turiste canadesi in un locale di via dell’Anima, in pieno centro, mostrandosi gentile e premuroso. Così all’uscita del locale le aveva regalato una rosa offrendosi di accompagnarle in albergo, ma le due giovani canadesi dopo averlo ringraziato hanno rifiutato l’invito, tornando con l’autobus. Arrivate vicino all’hotel, in zona Viminale, sono state avvicinate ancora una volta dal "ragazzo gentile" che probabilmente le aveva seguite a bordo della sua vettura. Questa volta, però, invece della rosa, aveva in mano un grosso cacciavite con il quale ha minacciato le ragazze, facendosi consegnare trenta euro in contanti e un anello d’argento. Spaventate le due turiste hanno fermato subito una volante della polizia. Negli uffici del Commissariato Viminale, diretto da Carmine Belfiore, con l’aiuto di un interprete, hanno raccontato la loro disavventura. Le indagini degli agenti, anche nel locale di via dell’Anima, hanno consentito in breve tempo di identificare l’autore della rapina, conosciuto con il nome di "Michel". Accertamenti più approfonditi hanno permesso poi di appurare che l’uomo aveva lavorato per un certo periodo come cameriere in un noto ristorante del centro. Quest’ultimo particolare ha messo gli investigatori sulle tracce del rapinatoreche è stato rintracciato nella sua abitazione, nel quartiere Casalotti. M. S., brindisino di 27 anni, ha confessato ai poliziotti di aver compiuto la rapina sotto l’effetto dell’alcol e di essersi impossessato dell’anello con l’intenzione di regalarlo alla fidanzata in occasione della festa dell’8 marzo. Denunciato in stato di libertà, ha riconsegnato l’anello, poi restituito dagli agenti alla ragazza straniera. ROMAGNAOGGI Rimini, alcol a go go. E la lite è servita. Nei guai quattro ragazze 10 Marzo 2011 - 15.43 (Ultima Modifica: 10 Marzo 2011) RIMINI - E’ degenerata in aggressione una lite tutta al femminile scoppiata mercoledì sera a Rimini in zona Largo San Giuliano. Un 24enne di nazionalità serba, presumibilmente per qualche bicchiere di troppo, ha cominciato ad inveire contro un’amica con la quale stava trascorrendo la serata, cominciando poi a colpirla con un paio di forbici. Fortunatamente la malcapitata non ha riportato gravi conseguenze fisiche. Alla discussione hanno partecipato anche altre due ragazze. La 24enne è stata denunciata dalle forze dell’ordine con l’accusa di lesioni, minacce, porto d’armi e oggetti atti ad offendere, mentre le altre tre dovranno rispondere dell’accusa di ubriachezza. VARESENEWS La sequestra e tenta di violentarla, lei fugge e chiama i soccorsi SARONNO 10/03/2011 In manette un uomo di 30 anni che aveva offerto un passaggio a una 33enne che già conosceva perchè amico del fidanzato Tentata violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni aggravate. Sono le pesanti accuse che pendono su un uomo di 30 anni, di origine marocchina, in Italia senza permesso di soggiorno. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, che hanno evitato accadesse il peggio, l’uomo, nella notte tra martedì e mercoledì, avrebbe ha offerto un passaggio sulla propria auto a una donna di 33 anni. La donna, di origine Ucraina e regolare in Italia, conosceva bene il 30enne perchè amico del fidanzato, anch’egli di origine marocchina. Tutto è iniziato dopo una lunga serata che i tre hanno consumato insieme in un locale di Saronno. A un certo punto il fidanzato della ragazza non si è sentito bene ed è ritornato a casa. Intorno alle 4 del mattino, il 30enne, che aveva bevuto diversi bicchieri alcolici, si è offerto di accompagnare a casa la ragazza. Lei si è fidata, come già accaduto altre volte. L’uomo però non l’ha portata a casa, ma in un edificio abbandonato della città, nella zona del Santuario della Beata Vergine dei Miracoli. Secondo la ricostruzione effettuata poi dai carabinieri, l’uomo ha costretto la ragazza a scendere, l’ha fatta entrare nell’edificio e, una volta dentro, ha iniziato a strapparle i vestiti che indossava. Lei ha resistito all’aggressione, si è liberata ed è fuggita all’esterno della casa abbandonata. Con il telefono cellulare ha chiamato i carabinieri che prontamente sono giunti sul posto, con il Nucleo operativo radiomobile di Saronno. L’uomo è così stato fermato dai carabinieri, arrestato e portato in carcere a Busto Arsizio. Dovrà rispondere di gravi accuse: tentata violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni aggravate. Era già conosciuto per un precedente del genere, dove però la vittima non aveva infine sporto denuncia. Nei prossimi giorni dovrebbe già svolgersi l’interrogatorio di fronte al giudice. La donna, ancora sotto shock, è stata portata all’ospedale di Saronno: ha riportato feriti e lividi sul volto e sul corpo, ed è stata dimessa con cinque giorni di prognosi. redazione@varesenews.it L’ANGOLO DEL GIUDIZIO UMANO IL TIRRENO Investì un bimbo: in carcere 09 marzo 2011 — pagina 01 sezione: Grosseto MANCIANO. Cala il sipario della giustizia sulla tragedia di Michele Ballerini, il bimbo travolto e ucciso da un’auto a Marsiliana di Manciano nel 2007. Cala il sipario e copre una scena abitata solo dal dolore. Un padre e una madre che piangono il loro unico figlio, un padre di famiglia che entra in carcere e i suoi figli non li vedrà a lungo. L’uomo che con la sua auto investì Michele è stato prelevato qualche giorno fa dai carabinieri. Il Tribunale, in primo grado con sentenza confermata in appello, gli ha inflitto una condanna severa, tre anni e mezzo di reclusione per il reato di omicidio colposo. Impossibile per la legge italiana, vista l’entità, la sospensione condizionale della pena, nonostante l’imputato fosse incensurato. E così l’uomo, che ha scelto di non tentare il ricorso in Cassazione, è in cella. Dovrà scontare la sua condanna. In carcere per almeno sei mesi dopodiché - raggiunta la soglia dei tre anni di residuo pena - potrà chiedere l’affidamento a a misure alternative. Un dramma che si somma alla tragedia. Due famiglie distrutte che - ironia del destino - vivono una di fronte all’altra, nella campagna ai piedi del colle di Marsiliana. Il 21 settembre 2007 Alessio Marmotta, allora 29enne, a casa ci stava tornando, al volante della sua Ford Fiesta. Percorreva la strada provinciale che dal bivio di Marsiliana porta a Capalbio. La stessa sulla quale - in senso opposto - stava pedalando Michele Ballerini, 12 anni, figlio unico e baby talento del calcio. Michele di casa era appena uscito, un bel pomeriggio di sole, per farsi un giro. L’impatto fu violento. Il ragazzino e la sua bici volarono in un prato che oggi i genitori di Michele hanno trasformato in un piccolo campo giochi attrezzato, per onorare la memoria del loro bambino. Michele morì in pochi istanti. Le successive perizie accertarono che la Fiesta non procedeva a velocità elevatissima, ma l’uomo al volante aveva in corpo una quantità d’alcol assai superiore ai limiti di legge. A Orbetello partì il processo per omicidio colposo e Marmotta - con una scelta che lasciò molti stupiti - decise di non patteggiare. In primo grado la condanna, pesante: tre anni e mezzo. Quasi il massimo, all’epoca, quando il codice prevedeva per questo reato dai due ai cinque anni (oggi è dai tre ai dieci). Poi la conferma in appello, a Firenze. E ora l’epilogo. In piedi resta la partita dei risarcimenti. Primo e secondo grado hanno sancito una provvisionale di diverse centinaia di migliaia di euro. Soldi che i genitori di Michele intendono investire in gran parte nel loro impegno maggiore, la solidarietà con i bambini africani e un progetto - per ora solo un’ipotesi - di una casa famiglia a Manciano. Ma in sede civile le richieste sono di gran lunga superiori. Saranno i giudici a decidere se e quanto spetta ai familiari di Michele. Di certo non sarà il denaro a chiudere le ferite, così come non le chiuderà il carcere. Due famiglie a pezzi, un dolore collettivo che resta lì. Sulla scena della tragedia, dietro il sipario calato dalla giustizia. IL CENTRO Era alla guida dopo aver bevuto GIOVEDÌ, 10 MARZO 2011 CIVITELLA PAGANICO. Dieci giorni di arresto (convertiti in 2.500 euro) e 600 euro di ammenda la pena patteggiata da Maurizio Matteini, 46 anni, di Montevarchi, sorpreso alla guida di una Fiat Brava in stato di ebbrezza: 1,03 in entrambe le misurazioni (fatti dell’agosto scorso). Il giudice dell’udienza preliminare Valeria Montesarchio ha ritenuto congruo l’accordo raggiunto tra il difensore Donati e il pm Ferraro, concedendo il beneficio della non menzione e la rateazione della pena; ha anche sospeso a Matteini la patente di guida per 6 mesi. LA TRIBUNA DI TREVISO Ebbro alla guida finisce ai domiciliari 09 marzo 2011 — pagina 27 sezione: Provincia MOGLIANO. Ubriaco alla guida, finisce agli arresti domiciliari. Dovrà trascorrere tre mesi e dieci giorni tra le mura domestiche M.S., 36 anni, residente a Mogliano. L’uomo era stato fermato durante un controllo stradale il 3 luglio 2009: alla verifica con l’alcoltest era risultato positivo con un tasso pari a 1,60 g/l. Ora la giustizia ha fatto il suo corso: l’uomo, che non ha pagato il decreto penale di condanna - che permette di tramutare la pena in economica - dovrà ora scontare tre mesi e dieci giorni ai domiciliari. Le sanzioni sono differenziate a seconda del livello di alcol presente nel sangue. Con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l le sanzioni sono l’arresto fino a un anno, la sospensione della patente fino a due anni, oltre a un’ammenda compresa tra millecinquecento e seimila mila euro. Infina, scatta il sequestro del veicolo con la confisca alla pronuncia della sentenza di condanna. (f.p.) LAVORI SOCIALMENTE UTILI SAVONANEWS Lavori socialmente utili per due 28enni fermati per guida in stato di ebbrezza I due hanno patteggiato periodi di lavoro in sostituzione di altrettanti periodi di detenzione in carcere I lavori socialmente utili al posto di pene detentive. Oggi presso il Tribunale di Savona due 28enni fermati per guida in stato di ebbrezza hanno patteggiato periodi di lavoro in sostituzione di altrettanti periodi di detenzione in carcere. Il 26 giugno scorso L.M., originario di Rivoli, è stato fermato ad Alassio dalla Stradale il 21 maggio scorso. Sottoposto al test dell’etilometro, nel suo sangue è stato trovato un tasso alcolemico di 1.56. Condannato a 2 mesi e 20 giorni di carcere e 750 euro di multa, ha patteggiato 166 ore di lavoro socialmente utile da svolgere presso l’Associazione Pandha di Torino. A.C., originario di Torino, è stato invece fermato dalla Stradale ad Andora il 26 giugno. Il suo sangue presentava un tasso pari a 2.16, ben 4 volte oltre il limite di legge. Anche in questo caso è stato condannato a 2 mesi e 20 giorni di carcere e 750 euro di multa, poi commutati in 166 ore di lavoro presso il Cottolengo di Torino. Entrambi si sono visti sospendere la patente per un anno. LA PROVINCIA DI TORINO CONTROLLA I TASSISTI LA REPUBBLICA Licenza ritirata al tassista che alza il gomito 09 marzo 2011 — pagina 4 sezione: TORINO GIRO di vite per i taxisti che alzano il gomito. Il consiglio provinciale ha approvato un provvedimento che per la prima volta stabilisce una connessione diretta tra l’abuso di alcol e la possibilità di svolgere la professione. Se un tassista verrà «beccato» per tre volte nell’arco dello stesso un anno con il tasso alcolemico superiore ai limiti consentiti, dovrà pagare una multa finoa 500 euro e, non solo perderà la patente, come è previsto per tutti, ma si vedrà anche revocare la licenza. Ben peggio delle ganasce alle ruote della macchina. «Il provvedimento - sottolinea l’assessore ai Trasporti della Provincia di Torino, Piergiorgio Bertone - nasce da una serie di segnalazioni da parte degli utenti e dalla necessità di verificare periodicamente che chi guida in città e trasporta passeggeri sia in possesso dei requisiti psico-fisici, a tutela di loro stessi, di chi trasportano e degli altri utenti della strada». Oltre al giro di vite sull’alcol, il nuovo regolamento prevede anche sanzioni salate per chi non espone tassametro e tariffe in maniera ben visibile anche per chi è seduto sul sedile posteriore. A svolgere servizio di vigilanza, sugli oltre 1570 taxi che circolano a Torino e negli altri undici comuni dell’area metropolitana a tariffa unica, sarà la polizia municipale torinese attraverso personale specialistico. «Le novità approvate - aggiunge l’assessore Bertone - sono state concertate, in un tavolo di lavoro, con associazioni di categoria, Comune di Torino e rappresentanti dei consumatori». - (mc. g.) UN CORSO DI SENSIBILIZZAZIONE ALL’APPROCCIO ECOLOGICO SOCIALE AI PROBLEMI ALCOLCORRELATI E COMPLESSI (metodo Hudolin) IL TIRRRENO Corso per i problemi di alcol 09 marzo 2011 — pagina 06 sezione: Grosseto GROSSETO. È ancora possibile iscriversi al quinto corso di sensibilizzazione sui problemi alcol correlati e complessi, secondo il metodo del professor Hudolin, promosso dalla Società della Salute grossetana e dalla Nuova associazione dei club alcologici territoriali di Grosseto. Un programma fatto in collaborazione con la Asl 9 - attraverso le unità funzionali dipendenze e salute mentale adulti del distretto Area grossetana -, l’Amministrazione provinciale, il Comune di Grosseto e il Centro alcologico territoriale. Il corso viene organizzato ogni due anni per potenziale il programma alcologico territoriale di Grosseto, che sta raggiungendo ottimi risultati su scala regionale, e gli incontri si terranno dal 14 al 19 marzo nelle aule messe a disposizione dalla scuola media “G. Ungaretti” in via Portogallo a Grosseto. Il corso gratuito, di 50 ore, si articolerà in lezioni frontali, lavoro esperienzale in piccoli gruppi condotti e autogestiti e di lavoro pratico e darà diritto a 45 crediti Ecm, dell’educazione continua, riconosciuti per tutte le figure professionali (medici, psicologi, infermerie, educatori professionali). Per ottenere il riconoscimento dei crediti formativi è necessario partecipare a tutte le attività del corso e produrre l’elaborato scritto finale. Ai partecipanti saranno fornite le principali nozioni nel campo dell’alcologia, dell’epidemiologia alcologica, del trattamento complesso dei problemi alcol correlati e di tutti gli altri problemi complessi che si combinano con l’uso dell’alcol (ad esempio droga, disagio pisichico, ecc...), dell’approccio familiare e dei principi etici connessi. La partecipazione al corso, inoltre, permetterà di conoscere direttamente il funzionamento del Club alcologico territoriale per le famiglie con problemi alcol correlati e delle scuole alcologiche territoriali. Info. Per iscrizioni e informazioni: signora Tina Falchi, tel. 347 5502151, loris.volpi@email.it, dottoressa Paola Valenziano 0564 483741 - 331 9978207, p.valenziano@usl9.toscana.it. INIZIATIVE DI PREVENZIONE E DI INFORMAZIONE IL TIRRENO Concorso per capire i rischi del vizio da fumo e alcol 09 marzo 2011 — pagina 04 sezione: Pontedera SAN MINIATO. Certi ragazzi frequentano ambientacci? Nel Valdarno non è proprio così. Ma comunque, per prevenzione, il Lions Club San Miniato, che festeggia 50 anni dalla fondazione, e l’azienda santacrocese Lapi group, che opera nel settore dei prodotti chimici addirittura da 60, essendo stata avviata nel 1951 da Francesco, Mario e Dino, i “figli di Guido Lapi”, hanno avviato un concorso, rivolto ai giovani, sui temi della dipendenza e dei danni da fumo e alcol. Il concorso s’intitola “Bacco tabacco e... cenere!”. Una sensibilizzazione importante, perché lo sballo comincia da una sigaretta, prosegue con un bicchiere e statisticamente inizia all’età delle scuole medie. Così l’iniziativa è indirizzata proprio a tali studenti, negli istituti dei comuni di San Miniato, Fucecchio, Santa Croce, Montopoli, Castelfranco e Santa Maria a Monte. Un impegno che coinvolgerà 35 classi, circa 850 studenti, a partire da domani mattina a Castelfranco, le 4 classi di prima media. Il fumo e l’alcol sono i principali fattori di rischio che incidono sulla salute, soprattutto dei giovani, e sono la prima causa evitabile di malattia e di morte. In che cosa consiste l’ambizioso progetto triennale? In totale, il progetto si svilupperà in un periodo di tre anni con azioni differenziate, al fine di promuovere le abilità dei ragazzi (lettura critica, creatività, capacità comunicative, gestione dello stress) e stimolare modelli di comunicazione più efficaci ed accettati. Primo anno: da febbraio a maggio 2011. In una mattinata un gruppo di medici esperti terrà una lezione frontale sulle problematiche legate al fumo e all’alcol, con discussione con gli studenti delle prime classi medie. I quali poi, individualmente o in gruppo, prepareranno un manifesto con una frase-slogan. La commissione giudicante sceglierà un elaborato per ciascun istituto, il migliore verrà premiato. La prima premiazione è prevista il 30 maggio 2011, “Giornata mondiale contro il tabacco”. Secondo anno, 2011-12: realizzazione di uno spot pubblicitario destinato ai giovani, sempre sui temi fumo e alcol. Il migliore in assoluto verrà premiato. Terzo anno 2012-13: divulgazione dello spot prodotto l’anno precedente e misurazione dell’impatto sui giovani. Premiazione finale di tutte le scuole. Dunque, da un elaborato sulla promozione dei corretti stili di vita (primo anno), si passa alla creazione di uno spot pubblicitario (secondo anno). Per poi concludere con un’operazione di marketing che lancia sul mercato “il prodotto” per misurare l’impatto e il ritorno (terzo anno). L’iniziativa è stata presentata da Roberto Lapi, esponente del gruppo di famiglia e socio Lions, con Galileo Del Sarto che è presidente Lions, il dottor Giovanni Susini della commissione Salute e la professoressa Diana Cavallini della commissione Problematiche Giovani. E inoltre Tommaso Guerrini (Leo club giovani), nonché il medico Alberto Silva dell’educazione alla salute dell’Asl 11 e Walter Borghini per la comunicazione pubblicitaria. ALTOADIGE Famiglia e antisocialità, ne ha parlato “La Strada” 09 marzo 2011 — pagina 30 sezione: Agenda BOLZANO. Si è svolta nei giorni scorsi alla Lub, l’università di Bolzano, la seconda giornata del convegno “Antisocialità tra devianza e patologia”, organizzato dall’associazione La Strada, sul tema de “La famiglia nella gestione di fenomeni di antisocialità” e ha visto la presentazione di tre relazioni per approfondire in particolare la tematica “Ruolo e limiti della famiglia d’inizio millennio”. La prima a parlare è stata Eva Maria Schuster, pedagogista, assistente sociale e docente universitaria a Magonza: ha sviluppato il tema “Sistemi - famiglie al limite”, evidenziando come anche in Germania vi siano ormai numerosi cambiamenti nelle famiglie. La maggior parte dei ragazzi - di tutti i ceti sociali - abbandona la scuola con conseguente abbassamento del ceto medio e formazione di una “detradizionalizzazione”, cioè di una perdita nella capacità delle famiglie di svolgere funzioni che le erano proprie e di cui nessuno ormai si occupa. La relatrice ha quindi sottolineato l’importanza della disponibilità di tempo affinché le famiglie mantengano determinate abilità e sviluppino in modo armonico una necessaria cultura umanistica: infatti, se la società nel suo complesso sviluppa solo i temi dell’efficienza e della utilità, anche le famiglie perdono la possibilità di avere e trasmettere ai figli senso di giustizia e di solidarietà. Il lavoro delle famiglie andrebbe dunque compensato e riconosciuto pubblicamente, anche riorganizzando il lavoro in funzione della famiglia e non viceversa. L’intervento successivo ha visto la presentazione di Emanuele Scafato, medico, ricercatore all’Istituto superiore di sanità (Roma), presidente della Società italiana di alcologia: ha parlato del ruolo della famiglia nella prevenzione dell’alcolismo identificando il problema centrale con la sottovalutazione del rischio. Basti pensare che il rischio per la salute conseguente all’uso di alcol è stato valutato dal dottor Scafato ben maggiore rispetto a quello derivante dall’uso di droghe illegali... Nell’ultima relazione Manuela Bina, ricercatrice all’università di Torino e Aosta, ha esaminato le connessioni tra le istituzioni scuola e famiglia, ricordando come i comportamenti a rischio sono messi in atto dagli adolescenti non casualmente, ma perché permettono loro di raggiungere obiettivi significativi in relazione a traguardi di crescita. La relatrice ha confrontato tra loro vari stili educativi (autorevole, autoritario, permissivo/supportivo, inesistente) e li ha correlati alle personalità dei genitori e alle condizioni sociali della famiglia. Infine sono stati analizzati i possibili interventi preventivi diretti e indiretti, osservando come i risultati di maggiore efficacia siano giunti grazie a interventi a lungo termine e congiunti. Ultima conferenza tematica de La Strada, domani alla Lub, dalle ore 9 su “Progetti per il futuro”. (dafo) DETTO DAL COLOSSO “WINE&SPIRIT” E RIPRESO DA WINENEWS MI FA PENSARE CHE IL PROGETTO DEL GUIDATORE DESIGNATO VADA BENE SOPRATTUTTO AI PRODUTTORI DI BEVANDE ALCOLICHE. INFATTI CHI NON E’ DESIGNATO ALLA GUIDA PUO’ BERE TRANQUILLAMENTE QUANTO VUOLE!!! WINENEWS PER I GIOVANI IL GUIDATORE DESIGNATO È LA SOLUZIONE MIGLIORE PER EVITARE I RISCHI DELLA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA. A DIRLO L’INDAGINE GFK EURISKO-DIAGEO NEL PROGETTO “DIVERTITI RESPONSABILMENTE” ROMA - 10 MARZO 2011, ORE 12:20 Altro che etilometri a ripetizione e tabelle nei locali! E’ il guidatore designato la soluzione migliore per evitare i rischi della guida in stato di ebbrezza. A dirlo sono i giovani, indicati tra i maggiori responsabili-vittime del problema, secondo l’indagine Gfk Eurisco e Diageo Italia, divisione tricolore del colosso del wine & spirits mondiale, per misurare l’efficacia della campagna itinerante di sensibilizzazione “Divertiti Responsabilmente”, con il patrocinio del Ministro della Gioventù, che ha coinvolto migliaia di giovani in 13 province su tutto il territorio nazionale. Dall’indagine, condotta su un campione di ragazzi tra i 18 e i 34 anni, è emerso che il 37% dei giovani ha introdotto regolarmente tra le proprie abitudini la pratica del guidatore designato, colui che per una sera decide di non bere bevande alcoliche per riaccompagnare a casa gli amici in tutta sicurezza con la propria auto. E per il 93%, questa soluzione sarebbe la più efficace per evitare i rischi derivanti dalla guida in stato di ebbrezza. Il 91% dei ragazzi chiede, inoltre, nuovi sforzi di sensibilizzazione da parte delle istituzioni e l’82% auspica maggiori controlli sulle strade. “Le interviste condotte nella campagna - spiega José Aidar Neto, amministratore delegato di Diageo Italia - mostrano che i giovani non sono così irresponsabili come spesso vengono dipinti, e che anzi emerge una sempre maggiore consapevolezza dell’importanza di assumere comportamenti cor Venerdì, 11 Marzo 2011
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