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Editoriali 16/03/2011

Anche io sono giapponese

Solidarietà e ammirazione per un popolo che nella tragedia sta dando una lezione di coraggio, serietà e ordine come nessun’altro paese al mondo avrebbe saputo fare
 

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Una superstite a Ishimaki (Reuters) - da Corriere.it

La prefettura di Miyagi è stata la più colpita dal sisma e dal devastante tsunami che ne è seguito.Ecco le prime foto dopo la catastrofe nella cittadina di Minami Sanriku (Ap)
da Corriere.it

 

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Il porto di Hitachi, prefettura di Ibaraki, nord-est (Reuters) - da Corriere.it

 

(ASAPS), 14 marzo 2011 - Un altro giorno 11 da dimenticare, questa volta di marzo anziché settembre. Una tragedia senza precedenti ha colpito il Giappone, un paese abituato a registrare una scossa ogni 5 minuti nei suoi 377.835 km² di superficie. Il 20% di tutte le scosse del pianeta Terra si scarica in territorio giapponese. Insomma il paese dei mandorli e dei fior di Loto è abituato da secoli a convivere col mostro che ci fa tremare, in tutti i sensi. Ma questa volta il colpo è stato micidiale, sconvolgente, inimmaginabile. Dopo la scossa del 9° grado di venerdì 11 marzo lo tsunami, che è stato ancora peggiore, poi l’esplosione delle centrali nucleare. Un anticipo di Apocalisse per i 128 milioni di abitanti nipponici.
Eppure anche in questa occasione, vissuta minuto per minuto in diretta dagli altri 6 miliardi di abitanti della terra, c’è un aspetto anche positivo. La constatazione che quel popolo è preparato da secoli a questi eventi e anche in questa tragedia, unica nel suo genere, paragonabile e forse peggiore delle due esplosioni dell’agosto 1945 a Hiroshima e Nagasaki, ha saputo rispondere da par suo.
Ecco perché oggi vogliamo manifestare insieme alla nostra solidarietà tutta la nostra grande stima per un popolo dall’autodisciplina esemplare, coraggiosissimo, serio, capace di rispondere con ordine alle indicazioni delle autorità. Un popolo che non si fa neppure vedere mentre piange perché non sarebbe dignitoso.
C’è da scommettere che nessun imprenditore giapponese verrà intercettato al telefono mentre sghignazza soddisfatto per gli affari che farà per la ricostruzione e loro, vedrete, ricostruiranno eccome!
Ecco perché oggi mi sento non solo molto vicino a tutta la popolazione del Giappone. Ma personalmente mi sento di dire che anche io voglio essere un po’ Giapponese per la grande ammirazione che nutro per quel popolo così lontano al quale vorrei essere più vicino. (ASAPS)

Giordano Biserni
Presedente Asaps

 

Mercoledì, 16 Marzo 2011
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