IL GAZZETTINO (Venezia) IL GAZZETTINO (Belluno) Forse il fatto che si trattava di una donna italiana di 80 anni ha condizionato la decisione di non sottoporla all’etilometro? Speriamo proprio di no. IL GAZZETTINO Lettere L’INDAGINE MENO ITALIANI ANCHE NEL BERE Il Ministero della Salute ha reso pubblici i dati di una indagine dalla quale si evince da un lato che sta cambiando molto il modo di consumare le bevande alcoliche (sempre meno durante i pasti e sempre più come drink, anche abbondante, fuori casa come in America); dall’altro che sta aumentando il consumo di alcolici (ma non del vino) tra i giovani e contemporaneamente diminuendo radicalmente tra gli adulti. In poche parole ci stiamo sempre più allontanando dalle nostre tradizioni e dal regime alimentare tipicamente mediterraneo. Un altro tassello per descrivere un popolo con molto passato, poco presente e nessun futuro. La situazione è allarmante e il ministro Fazio dovrebbe invitare i media a sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica. (*) Lettera firmata (*) Nota: detto così sembra che il calo dei consumi alcolici tra gli adulti sia una cattiva notizia. E’ giusto sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica per il problema del bere fuori pasto (“ma non del vino”, secondo “Lettera firmata”) tra i giovani, ma è altrettanto opportuno gioire tutti insieme per i cali dei consumi, soprattutto di vino e anche a pasto, dei meno giovani, e continuare ad impegnarsi perché tali consumi calino ulteriormente. Ricordo quanto dice a proposito di alimentazione il nutrizionista Andrea Ghiselli: “il migliore modello è la dieta mediterranea senza vino” (http://forum.corriere.it/nutrizione/20-10-2010/dieta-mediterranealinee-guida-e-alcol-1638722.html ). TEATRO NATURALE Il mondo del vino torna a sentire i morsi della crisi Distillazione di crisi in sei regioni e vendite nella grande distribuzione, che vale il 60% del mercato nazionale, in calo. Alla vigilia del Vinitaly si tornano ad affrontare gli spinosi problemi di vendita e prezzo di Graziano Alderighi A fronte di un export che sta recuperando terreno, più in volume che in valore, il fronte del consumo interno dà da riflettere al settore. Dopo i trend negativi, ormai consolidati nella ristorazione e nel canale Horeca, anche le vendite di vino nei supermercati nel 2010 risentono della contrazione dei consumi. E’ quanto emerge dall’anteprima dell’indagine sulle vendite di vino nella Grande Distribuzione realizzata dall’istituto di ricerca SymphonyIRI Group. Il dato totale delle vendite del vino confezionato (vino in bottiglia, da tavola e a denominazione d’origine, e vino brik) nel 2010 rispetto all’anno precedente è negativo, facendo segnare – 0,9% a volume (+ 0,4% a valore). Crescono, invece, le vendite delle bottiglie da 0,75 l. a denominazione d’origine (Doc, Docg e Igt) che aumentano del 2,3% a volume ( e del 3% a valore). Ancor più significativo l’aumento delle vendite delle bottiglie a denominazione d’origine della fascia di prezzo da 6 euro in su, che mettono a segno un + 11,2% a volume ( e + 10,8% a valore). “I dati sulle vendite di vino nella Grande Distribuzione non sono positivi – ha commentato Virgilio Romano Client Services Director di SymphonyIRI Group – possiamo parlare di una battuta di arresto rispetto alle speranze di fine 2009, ma lo scenario macroeconomico non ha aiutato. Va sottolineata, tuttavia, l’ottima performance dei vini a denominazione d’origine, specie quelli di fascia alta, a conferma della crescita registrata negli ultimi anni: gli italiani acquistano sempre più anche il vino di qualità nella distribuzione moderna, preferendo questo canale distributivo rispetto ad altri, e non rinunciano al piacere dell’acquisto dei vini tipici e di nicchia”. La ricerca di SymphonyIRI Group indica anche quali sono stati i vini a denominazione d’origine più acquistati dagli italiani nel 2010 nel canale della Gdo, che è largamente il canale più consistente con più del 60% delle vendite totali del mercato. Le classifiche, realizzate incrociando i dati relativi a tipologia di vino e territorio per i vini a denominazione d’origine in bottiglia, vedono il Chianti ed il Lambrusco dividersi il podio, col Chianti che vende di più a valore (più di 54 milioni di euro) ed il Lambrusco che vende di più a volume (più di 14 milioni di litri). Seguono il Nero d’Avola ed il Montepulciano d’Abruzzo. Interessanti novità si affacciano nella classifica dei vini “emergenti”, cioè quei vini col maggior tasso di crescita nel 2010 rispetto al 2009: al primo posto il Pignoletto con + 24,8%, seguito dal “multi regionale” Syrah (+ 18,7%) e dal siciliano Inzolia (+ 16%). Va notato che compaiono in questa speciale classifica, assai indicativa per individuare i trend di consumo, vini che non erano in questa classifica l’anno scorso come Aglianico, Vernaccia, Cirò e Valpolicella. Distillazione di crisi per sei Oltre al Piemonte ed alla Calabria che avevano caldeggiato l’adozione della misura, hanno comunicato il ricorso alla distillazione di crisi per le produzioni a Denominazione di origine e ad indicazione geografica anche il Lazio e la Sardegna, mentre le Marche e la Puglia ne limiteranno l’utilizzo ai soli vini comuni. Da una prima stima, ammontano a circa 114.000 ettolitri i volumi di vini a Do e Ig che saranno sottoposti a distillazione di crisi, concentrati per lo più in particolari aree che hanno manifestato una certa sofferenza di mercato. Per i vini comuni, il quantitativo massimo ipotizzabile si attesta a circa 135.000 ettolitri, in massima parte riferibili alla Regione Puglia. A fronte di tali quantitativi, fanno sapere dal Ministero, la spesa prevista è stimabile intorno ai 7 milioni di euro per i vini a Do e Ig e a 2,9 milioni di euro per quelli comuni, per un costo complessivo di gran lunga inferiore al limite massimo utilizzabile pari al 10% dello stanziamento assegnato al Programma nazionale di sostegno del settore vitivinicolo (23.239.000 euro). di Graziano Alderighi 12 Marzo 2011 Teatro Naturale n. 10 Anno 9 AGI News SICUREZZA ALIMENTARE: NAS BOLOGNA SEQUESTRA 2, 5 MLN LITRI VINO (AGI) - Roma, 12 mar. - Due milioni e mezzo di litri di prodotti vinosi sequestrati per un valore di circa un milione di euro. E’ il bilancio di un’attivita’ del Nas di Bologna che, nell’ambito di programmati servizi di vigilanza nel settore enologico, ha ispezionato un’azienda vitivinicola del Faentino dedita alla produzione di mosti d’uva, succhi di frutta, sciroppi alimentari e bevande alcoliche. Nel corso del controllo sono state rilevate gravi carenze igienico sanitarie e strutturali attribuibili alla mancata manutenzione ordinaria e straordinaria dello stabilimento. I carabinieri hanno proceduto al sequestro cautelativo sanitario di quasi 2,5 milioni di litri di prodotti vinosi, contenuti in 6 silos che presentavano precarie condizioni igienico sanitarie e cedimenti strutturali che avevano causato alla loro base, nell’interno delle vasche di raccolta, il formarsi d’acqua stagnante inquinata da residui organici di varia natura, con il conseguente rischio di contaminazione del contenuto e delle relative tubature utilizzate per la lavorazione. Il valore del sequestro ammonta a circa 1.000.000 di euro. IL GAZZETTINO (Treviso) Alcol in corpo o troppo stanchi: l’auto non si mette in moto Negli ultimi dieci anni i morti sulle strade della Marca sono stati praticamente dimezzati. Dai 151 decessi registrati nel 2000 si è arrivati ai 78 dell’anno scorso. Un trend positivo che, oltre a togliere Treviso dall’ultimo posto delle classifiche nazionali degli incidenti, ha portato la Provincia a fare incetta di premi. Ma la media di quasi sette morti al mese sulle strade trevigiane è ancora alta e il lavoro, come testimonia il drammatico scontro di ieri a Portobuffolè, non è certo finito. Per questo il Sant’Artemio ha presentato un nuovo dispositivo che impedisce di mettersi al volante, bloccando il motore, se si è troppo stanchi o troppo brilli. Si chiama «Riflessometro». Un congegno, realizzato dalla Victor di Verona, ideato da Giorgio Marcon e Gian Marco Ruboli. Come funziona? Essenzialmente attraverso un misuratore di pressione sul volante, uno schermo tipo navigatore e una «scatola nera». L’auto dotata di questo apparecchio si avvia solo dopo aver testato i riflessi del guidatore (pigiando con le mani sul volante all’accendersi di una spia). La registrazione dei tempi di esecuzione consente al sistema di suggerire al conducente un limite massimo di velocità o, in caso di risultati sballati, addirittura di bloccare il motore. Il dispositivo, che per ora è solo un prototipo, può essere integrato con test antialcol e antidroga e ha enormi margini di sviluppo. L’idea è quella di convincere i produttori di auto a inserirlo nelle catene di montaggio. I costi? Ancora top secret. Anche se, più che ai singoli cittadini, l’orizzonte di applicazione del «Riflessometro» riguarda gli autobus e i mezzi pesanti. «L’istituzione pubblica diventa promotore di uno studio tecnologico e di innovazione da applicare in campo pratico sul fronte della sicurezza stradale - spiega Muraro - tanto più che è un dispositivo tutto Veneto: trevigiani sono gli inventori e veronese è la ditta che l’ha prodotto». IL GAZZETTINO (Treviso) Vogliamo estirpare o ridurre questa criminalità che corre sulle quattro ruote o lasciamo che… «Vogliamo estirpare o ridurre questa criminalità che corre sulle quattro ruote o lasciamo che tutti utilizzino le strade come piloti "assassini" magari imbevuti di alcol e droghe?» È uno sfogo in piena regola quello del vice sindaco, Giancarlo Gentilini, punto nel vivo dalla decisione dei giudici di pace di congelare l’efficacia delle multe staccate lungo il Put con gli autovelox fissi. Lo Sceriffo, come da prassi, ha preso carta e penna e scritto alla solita lista di autorità, dal Presidente della Repubblica Napolitano ai Vescovi delle due diocesi, per denunciare il tentativo di delegittimare la presenza degli occhi elettronici lungo l’anello esterno. Dopo anni di attesa è infatti in arrivo la sentenza della Corte di Cassazione che dovrà stabilire se controllare la velocità sul Put con attrezzature «fisse» sia legittimo oppure no. Nel frattempo è sufficiente fare ricorso contro la multa presa per vedersela «congelare» evitando così di pagare. Un sistema che fa imbufalire Gentilini. «Sono dell’avviso - tuona lo sceriffo - che queste decisioni fanno parte di un disegno diabolico che ha come risultato la negazione di quella giustizia che, invece, dovrebbe essere una colonna portante della nostra civiltà. Volete forse censurare l’operato del sindaco o del prefetto che hanno cercato in tutti i modi, ricorrendo anche agli autovelox, di salvare vite umane? Se è questo il messaggio che scaturisce da queste sentenze, allora è meglio buttare alle ortiche codici, leggi e pandette». (*) Gentilini difende una scelta che in gran parte è sua. Un Put controllato dagli autovelox fissi, quindi funzionanti 24 ore su 24 anche senza la presenza di un agente della polizia locale vicino, li ha voluti lui. E il motivo lo spiega al Presidente della Repubblica, a ministri e amministratori locali: «L’amministrazione di Treviso - scrive il vice sindaco - da molti anni, e con il supporto del prefetto, ha installato alcuni autovelox per evitare che l’anello esterno alle Mura medievali, diventasse un circuito di Monza o Indianapolis. Infatti nella rete di questo apparecchio sono incappati bolidi che correvano a 130-140 chilometri orari; una velocità, questa, da veri criminali della strada». Spegnerli, secondo lo Sceriffo, sarebbe un errore gravissimo. Addirittura quasi un attentato alla giustizia. «Come è lontana la legge che mi è stata insegnata all’Università di Padova negli anni 50 - conclude - sono schifato e deluso e, a mò di Amleto mi domando »Quo vadis Justitia?". Spero nel vostro interessamento ma mala tempora currunt». (*) Nota: senza entrare nel merito della questione specifica, sentire Giancarlo Gentilini - uno dei massimi sostenitori dell’Ombralonga - parlare di sicurezza stradale è un po’ come sentire Rocco Siffredi parlare di castità. CASERTANEWS Spara a rivale in amore ma non lo colpisce: arrestato 46enne carpentiere CRONACA | Villa Literno - Il giorno 09 marzo ultimo scorso, nella tarda serata, in Villa Literno, i carabinieri della locale stazione hanno sottoposto a fermo d’indiziato di delitto d’iniziativa Cossentino Eduardo, nato a Villa Literno, il 21.02.1965, ivi residente, carpentiere, censurato, poiché gravemente indiziato tentato omicidio confronti L. A., liternese classe 1971. Occorso i militari operanti accertavano che durante il pomeriggio del 09 marzo u.s. il Cossentino, causa movente passionale e sotto influenza di alcol, raggiungeva L. A. Presso la propria abitazione, ed a seguito di acceso diverbio e di una colluttazione esplodeva nei suoi confronti un colpo di pistola, non riuscendo però nell’intento di colpirlo grazie all’intervento dei parenti della vittima che gli si avventavano contro e gli deviavano il braccio. Il Lionetti si dava a successiva fuga a bordo di una autovettura venendo nella tarda serata bloccato dai militari operanti. Furtunosamente nessuno rimaneva ferito per il colpo di pistola. Il sopralluogo presso l’abitazione di L.A. consentiva di repertare un bossolo calibro 6.35., mentre l’arma non veniva rinvenuta. Nella giornata odierna il G.i.p. di Santa Maria Capua Vetere convalidava il fermo e sottoponeva il Cossentino al regime degli arresti domiciliari L’ARENA di Verona Al volante alticcio, paga con i lavori socialmente utili Quindici giorni di volontariato e patente sospesa per tre mesi Oggi è un giorno importante per S.M., 45 anni. Dopo tre mesi, potrà andare in Prefettura e ritirare la patente che gli è stata ritirata a dicembre. Nel giro di 90 giorni, ha risolto le sue disavventure iniziate con un controllo anti alcol delle forze dell’ordine. In pratica, se l’è cavata con 15 giorni di lavori socialmente utili e tre mesi di sospensione della patente. Si tratta forse del primo caso a Verona di un automobilista che ha pagato i suoi conti con la giustizia in un tempo così breve. Il merito è della nuova legge che prevede come pena per chi si mette alticcio al volante lo svolgimento di un lavoro come volontario in un’associazione di solidarietà. E la normativa è stata applicata in pieno per l’operaio, difeso da Stefano Zanini che, al termine dell’udienza davanti al gup Laura Donati, è uscito con una preoccupazione in meno. Il calvario (*) per l’operaio inizia il 12 dicembre quando viene fermato a Verona ad un posto di controllo di uomini in divisa con tanto di alcoltest. Al quarantacinquenne la verifica va male anche se per poco: aveva un tasso alcolemico di 0,86 contro il limite dello 0,50 previsto dalla legge. Gli viene ritirata la patente e si avvia il procedimento penale. Nel frattempo, spunta la nuova legge che alleggerisce le pene per chi viene trovato alticcio al volante. E l’operaio si organizza. Si accorda con la Protezione civile. L’impegno è per 15 giorni di volontariato. Pur non avendo alcuna specializzazione, sale in ambulanza e fa assistenza ai concerti e svolge anche funzioni di ordine pubblico. Tutto viene certificato e recapitato nella cancelleria del giudice Donati. Due giorni fa, il nullaosta: "condonata" la multa da 1250 euro e dimezzamento dei tempi di sospensione della patente che diventano tre mesi. G.CH. (*) Nota: riserverei il termine “Calvario” a chi ha visto la propria vita o quella di un proprio caro distrutta da conducenti ebbri. IL GIORNALE Ventimiglia Chi guida ubriaco condannato a fare il giardiniere Iniziativa singolare,quella tra il Comune di Ventimiglia e il tribunale di Sanremo: ci sarebbe la possibilità di scontare la pena per aver guidato ubriachi, lavorando come giardinieri. Si tratta di lavori socialmente utili che hanno il doppio obiettivo:quello di rieducare chi ha sbagliato e fare un lavoro utile alla cittadinanza. «Siamo il primo Comune d’Italia ad avere messo in piedi questa iniziativa - commenta il sindaco Gaetano Scullino- .Di sicuro si tratta di un progetto vincente, che offre la possibilità a chi deve scontare piccoli reati con il pagamento di sanzioni salate di evitare l’esborso economico prestando un servizio utile alla collettività. Lavori temporanei che permettono di recuperare persone che hanno sbagliato ». LA PROVINCIA DI VARESE Ci aveva già provato lo stupratore arrestato Era sospettato per un’altra violenza sessuale il trentenne preso per il sequestro di martedì SARONNO Era già un volto noto alle forze dell’ordine il marocchino di 30 anni che nella notte fra martedì e mercoledì avrebbe cercato di violentare una conoscente in una casa abbandonata di Saronno. Un balordo con diversi precedenti, che nei mesi scorsi era già stato attenzionato come possibile autore di violenza sessuale commessa nei confronti di una donna. In quel caso però la vittima aveva deciso di non sporgere denuncia. L’uomo, arrestato dai carabinieri della compagnia di Saronno, che hanno sventato il tentativo di stupro, rimane in carcere. È fissato per oggi l’interrogatorio di garanzia, durante il quale il marocchino avrà la possibilità di raccontare la sua versione dei fatti davanti al gip del Tribunale di Busto Arsizio. Dovrà rispondere di gravi reati, tentata violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni. Si sta riprendendo intanto dallo choc la vittima, un’ucraina di 33 anni con regolare permesso di soggiorno, che ha vissuto una notte di terrore, iniziata con una cena assieme all’aggressore e all’uomo, amico del marocchino, con il quale aveva una relazione sentimentale. Quello del nordafricano, che durante la serata aveva bevuto parecchio, potrebbe essere stato un vero e proprio raptus. Si è ritrovato da solo con la donna, dopo che l’amico era rincasato dicendo di sentirsi poco bene. Forse anche l’alcol ha contribuito a far emergere i suoi istinti repressi e avrebbe pensato così di sequestrare l’ucraina e di costringerla a subire un rapporto sessuale in un edificio dimesso sulla provinciale Varesina, colpendola con pugni e schiaffi al volto quando questa ha cercato di opporre resistenza. Un intento sventato dalle reazione della vittima, che è riuscita a fuggire, e dal rapido intervento dei carabinieri del Nucleo operativo radiomobile. I militari lo hanno arrestato prima che riuscisse ad allontanarsi e lo hanno portato nel carcere di Busto Arsizio. Andrea Gianni LA PROVINCIA DI COMO «Il dramma di mia sorella accoltellata» Il fratello della donna ferita dal marito: «Voleva separarsi da quell’uomo violento» Lurate Caccivio Per le coltellate che le ha vibrato il marito si trova ancora ricoverata in prognosi riservata all’ospedale Sant’Anna: nella sua camera la stanno andando a trovare il fratello Kalil, una sorella giunta da Parigi e amici di Lurate Caccivio. Le condizioni di Kenza Kadmiri, 42 anni, una donna forte, sono comunque in lento miglioramento: «Mia sorella è molto coraggiosa e sta affrontando questa esperienza con forza - dice Kalil Kadmiri, il fratello che da 25 abita in Italia e che ha portato qui Kenza - La sua intenzione era quella di separarsi da un marito violento e con problemi di alcol, già in passato l’aveva aggredita ed erano venuti i carabinieri in casa a Lurate ma non era mai successo nulla di così grave. A mia sorella stavano a cuore i figli, non voleva che loro soffrissero». Kalil ricorda con dolore alcune vicende del passato: «Quando venivo a parlare con il marito di Kenza, lui si comportava come un angelo: era sobrio, diceva che non avrebbe mai più bevuto alcol. Poi, quando mi allontanavo, era capace di picchiare mia sorella: lei aveva deciso che questa storia non poteva andare avanti e, soprattutto per il bene dei figli, voleva separarsi. Il marito di mia sorella, quando riceveva lo stipendio, andava prima a saldare i debiti con il bar e poi usava i soldi per la famiglia». Ora, oltre alla preoccupazione per le condizioni di Kenza, i suoi famigliari sono in ansia anche per i piccoli di 8 e 10 anni, attualmente in carico ai servizi sociali. «Vorremmo rivederli e abbracciarli, cosa che spero faremo al più presto dopo quello che è successo e che purtroppo hanno visto». G. d. V. CORRIERE DEL VENETO (Treviso) Accoltella la moglie dopo una lite fusiosa: la salvano i carabinieri TREVISO— Accoltella la moglie a pochi metri dalla caserma dei carabinieri. Ma alcuni vicini di casa, richiamati dai rumori, riescono ad avvisare i militari, che intervengono sul posto e la salvano dall’ira dell’uomo. È accaduto ieri sera a Treviso, in via Cornarotta. La donna è stata portata in ospedale, dove è ancora ricoverata. Per l’uomo, nel corso della notte, sono state valutate eventuali misure restrittive alla luce della gravità del fatto. La telefonata al 112 è giunta ieri sera verso le 20.30. Secondo la prima ricostruzione dei fatti, pare che a chiamare siano stati dei vicini, preoccupati per i rumori che sentivano dall’appartamento dirimpettaio, in via Cornarotta, al civico 4. Era in corso una violenta lite tra coniugi, come peraltro, pare, ve ne fossero capitate delle altre. I militari, che hanno la caserma proprio a pochi metri dal luogo dell’aggressione, si sono precipitati sul posto in pochi attimi. All’inizio, nessuno apriva la porta. Dentro, si sentivano botte e urla. Dopo qualche attimo, la donna è riuscita a liberarsi dal convivente e ha raggiunto la salvezza. Appena vista, i militari hanno chiamato il suem. Il personale medico l’ha immediatamente condotta al Ca’ Foncello, dove è stata medicata. Aveva un trauma cranico, il volto coperto di lividi. Ma ciò che è più grave, presentava ferite da taglio sulle braccia e sulle gambe e perdeva sangue anche dall’addome. Con ogni probabilità l’uomo aveva cercato di accoltellarla con una lama. Attorno, l’appartamento era a soqquadro. Mobili spostati, vetri rotti, oggetti buttati alla rinfusa. A quel punto, sono scattati gli accertamenti. Entrambi sono stati identificati. Lei è polacca e ha 33 anni, coetanea del suo compagno, un trevigiano, che al momento dell’intervento dei militari pareva in chiaro stato di alterazione psicofisica causata dall’abuso di bevande alcoliche. Alla luce dei fatti, l’uomo è stato trattenuto in caserma per la qualificazione dei reati che aveva commesso. Non si esclude che la polizia giudiziaria possa procedere nei suoi confronti di iniziativa, con una misura restrittiva: se quelle ferite fossero state profonde, avrebbe forse potuto uccidere la donna. Ma. Pi. IL MESSAGGERO (Pesaro) Alcol vietato al circolo per 15 giorni di DANIELE DI PALMA Niente più alcool per il circolo Arci “Amici del pugilato”. La sospensione della vendita di alcolici, per una durata di 15 giorni, è stata adottata dalla questura per motivi di sicurezza pubblica. Infatti, in diversi controlli, è stata riscontrata la presenza abituale di alcuni soggetti con diversi precedenti penali a carico. Inoltre, in occasione di un controllo effettuato dalla polizia amministrativa, è stata registrato qualche atto di ostilità verso la pattuglia. «Tutto - afferma il gestore Maurizio Annibalini- è nato da un controllo in cui una persona esterna al circolo ha sputato contro una volante della polizia. Un atto, sicuramente, da condannare. Ma perché, ora, a pagare siamo noi? Molti dei precedenti penali contestati sono ritiri della patente per guida in stato di ebbrezza o altri piccoli reati. Così dovrebbero chiudere tutti i circoli». Inoltre, diverse sono state le segnalazioni anonime per disturbo della quiete pubblica da parte di alcuni residenti. «Ma a noi non è mai stato verbalizzato nulla a proposito. Ci sentiamo presi di mira, ma non ci resta che accettare. In questi 15 giorni resteremo chiusi, non ha senso aprire il circolo se non possiamo vendere. (*) Approfitteremo per mettere a norma il locale». Il circolo “Amici del pugilato”, presente da circa 50 anni e con 140 iscritti, è ora chiuso per lavori dato che i vigili urbani hanno contestato l’inadeguata visibilità e sorvegliabilità delle vie d’accesso e d’uscita dell’esercizio pubblico. (*) Nota: questa frase rende l’idea di quanto le bevande alcoliche incidano sul guadagno di questo locale. IL MESSAGGERO (Pesaro) Tenta di rapire il figlio, arrestato Espulso dopo anni di maltrattamenti familiari, era rientrato da clandestino di EMY INDINI FANO - Per vent’anni ha sopportato di tutto. Dietro la porta di casa, tra le mura domestiche dove nessuno vedeva, ha ricevuto solo violenze fisiche e verbali, minacce e ossa rotte. Quando il dolore era insopportabile, A.N. operaia di 40 anni di origini albanesi, si trascinava al Pronto Soccorso di Fano per farsi curare ma senza mai dire la verità. Quelle costole si erano incrinate per una caduta dalle scale, quell’occhio era tumefatto per una botta contro lo stipite della porta. Bugie per nascondere una realtà di soprusi in cui da sempre era costretta a vivere. La bestia era in casa. Era il marito, P.N., 46 anni, dipendente fino a qualche tempo fa di un cantiere navale. Vittima di una cultura diversa ma anche della paura, la donna ha resistito fino a quando quell’uomo, reso ancora più irascibile dall’alcol che ingurgitava di continuo dopo aver perso il lavoro, ha iniziato a sfogare la violenza sui figli, una ragazza appena diciottenne (ma all’epoca dei fatti ancora minore) e un ragazzo adolescente. In quel momento A.N. ha tirato fuori le unghie, la forza di madre e l’orgoglio di donna. Ha cercato giustizia e chiesto aiuto. Era la primavera dello scorso anno quando ha varcato la soglia del commissariato di Fano per denunciare il marito. In quell’occasione P.N è stato allontanato dalla famiglia con un provvedimento del tribunale e arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale avendo aggredito alcuni agenti che lo avevano convocato in commissariato. Dopo sei mesi di carcere viene espulso dall’Italia e accompagnato in Albania dove è rimasto fino a un paio di settimane fa. Ma il suo pensiero era sempre qui, alla moglie e ai figli che non accettava potessero vivere senza di lui. La rabbia è montata a tal punto da rientrare da clandestino a Fano, con l’appoggio di alcuni connazionali, e farsi trovare sotto quella che un tempo era stata la sua casa. P.N. era nella macchina di un suo amico, sui sedili posteriori quando ha visto rientrare il figlio quindicenne. E’ sceso, lo ha aggredito e preso con la forza nel tentativo di farlo entrare in macchina. Ma il ragazzo gli ha tenuto testa divincolandosi dalla morsa di quelle mani che troppe volte si erano alzate su di lui, sulla sorella e sulla madre. Una breve fuga verso il portone e poi via, sulle scale per chiudersi il portone di casa dietro le spalle. Fuori l’ex operaio urlava e tirava calci alla porta, dentro madre e figlio chiamavano la polizia. Pochi minuti e la Volante arriva sul posto ma l’albanese è scappato. Qualche giorno di ricerche a tappeto e la polizia lo trova in casa di amici a Cervia. Il blitz all’alba e l’arresto del 46enne che, stavolta, resterà in cella per un bel pezzo visto che dovrà rispondere di tentato sequestro di persona aggravato, percosse, violazione di domicilio e ingresso illegale nel territorio nazionale. IL MESSAGGERO (Viterbo) MONTEROSI: MALTRATTAMENTI, UN ARRESTO In preda ai fumi dell’alcool incomincia a picchiar.. IL TIRRENO gelato e vino mix da scoprire - enrico bimbi LA SICILIA Danneggia porta della chiesa era ubriaco: arrestato LA TRIBUNA DI TREVISO infermiera ebbra al volante: denunciata minorenni ubriachi, menegon: la giunta ha creato degrado - glauco zuan LIBERTA’ Ubriaco e multato, si rimette al volante LA NAZIONE (Livorno) «Nel distributore di via Roma ci sono alcolici» IL GIORNO (Como) Alcol e droga Via una patente al giorno IL CITTADINO Si ubriacano in "trasferta" e devastano la stazione Rassegna alcol e guida del 13 marzo 2011 PENSO CHE GIOVANARDI LE SAPPIA QUESTE COSE MA ANCHE LUI PUO’ FARE POCO CONTRO LE POTENTI LOBBY DEI PRODUTTORI IL FATTO QUOTIDIANO Ne uccide più l’alcol che la droga 10 marzo 2011 Il giulivo Giovanardi, sottosegretario alla Famiglia, va molto fiero dei suoi spot antidroga. Quelli con lo slogan “Non ti fare. Fatti la tua vita” e la voce di Nek che sprona i bravi ragazzi a girare le spalle alla droga per dedicarsi al piccolo grande amore che li aspetta sulla soglia della vita con i capelli biondi e gli occhi blu. Niente di male, ci mancherebbe. Salvo che al sottosegretario andrebbe anche spiegato che la droga più pericolosa consumata in Italia non è tanto la demoniaca bustina bianca dei suoi spot, ma i milioni di bottiglie di alcol che arredano la vita degli italiani, intasano gli spot, i film, le città. Ogni anno in Italia muoiono 40 mila persone per cause collegate all’alcol. E ne muoiono 500 per tutte le altre droghe, eroina, cocaina, eccetera. Secondo l’Istat ci sono 3 milioni di bevitori a rischio e 1 milione di alcolisti duri. Eppure dell’alcol si parla malvolentieri, non solo per abitudine culturale o interesse. La diffusione è la sua miglior difesa. Come capita alle piaghe della violenza sessuale e della pedofilia, contro le quali si strepitano sempre allarmi, ma guai a dire che otto volte su dieci avvengono tra le sacre pareti della sacra famiglia. ECCONE QUI UNO CHE DIFENDE IL VINO AD OLTRANZA, FORSE DIMENTICANDO CHE IL VINO, CONTIENE LO STESSO ALCOL DELLE ALTRE BEVANDE ALCOLICHE. DAL BLOG “VINO AL VINO” I due volti dell’alcol e una scomoda intrusa… Di Vincenzo Zappalà Vincenzo Zappalà, alias Enzo, che i lettori di Vino al vino si sono abituati a conoscere per i suoi interventi diciamo molto tranchant, oltre che Professore Ordinario di Astrofisica (uno che quindi é stato spesso, e non per modo di dire, con la testa tra le nuvole) è un grande appassionato di vino e considera centrale il tema del proibizionismo, becero e manicheo, che sta letteralmente criminalizzando, a colpi di etilometro, i consumatori. Dopo essere intervenuto in ogni dove, aver promosso dibattiti, Zappalà ha ora scritto un libro, I due volti dell’alcol (Arduino Sacco editore) dove affronta di petto l’argomento. D’accordo con Zappalà, con il quale, ne sono certo, continuerò ad incrociare il fioretto, pubblico la prefazione al volume, che da sola dà perfettamente l’idea del taglio dato dall’’autore allo spinoso argomento. “Ho a lungo combattuto contro una certa ipocrisia dilagante che accetta supinamente la campagna proibizionistica che si sta abbattendo contro l’alcol e in particolar modo contro il vino. Ho addirittura contattato uno dei massimi fisiologi polmonari del mondo (Mike Hlastala dell’Università di Seattle) per avere conferme scientifiche inoppugnabili della fallacità degli strumenti utilizzati per il controllo della guida in stato di ebbrezza sulle strade. Ci siamo incontrati e siamo diventati amici. Chi avesse ancora voglia di sapere e di documentarsi, può trovare il dossier completo e tutta la bibliografia scientifica qui: http://www.megaupload.com/?f=0W7NC3LC e la storia della mia battaglia, solitaria o quasi, qui: http://www.vinix.it/myDocDetail.php?ID=4535 (anche se da allora anche la FIVI ha preferito ritirarsi). Purtroppo, la scienza oggi non paga e si preferisce ricondurre il tutto a falsi moralismi e a percentuali arbitrarie. Da solo non ho potuto andare oltre, anche se vi erano tutte le prove per costruire e inviare una denuncia alla Magistratura. L’opinione pubblica, stimolata dai “media”, preferisce chiudere un occhio (spesso tutti e due) sulle responsabilità ben maggiori che hanno la velocità, la droga, la stanchezza, gli psicofarmaci, la frustrazione, ecc. E’ comunque ora di dire basta a questa Crociata che vede nell’alcol, e in particolare nel vino, il colpevole indiscusso di qualsiasi tragedia avvenga lungo le strade della Penisola. Le tragedie hanno solo due responsabili: o l’alcol (perseguibile) oppure i fenomeni naturali come la nebbia, il vento, il ghiaccio, la pioggia, la neve, sempre e comunque assassini, ma non perseguibili. Tutto il resto non conta. Ho quindi pensato di scrivere questo libro. Esso vuole fare chiarezza (e sembra che ce ne sia veramente bisogno) sul significato di alcol e sulla sua doppia faccia: quella allegra, distensiva, emozionante del nettare di Bacco e quella maligna, idiota e becera che domina migliaia di intrugli preparati solo e soltanto per aiutare a mandar giù le nefande droghe sintetiche che comandano lo “sballo” da discoteca. Percentuali completamente ingannevoli e manovre attentamente costruite a tavolino vogliono fare di tutte le erbe un fascio, trascurando totalmente le cause maggiori delle tragedie. Il mondo del vino è il più debole e il più colpito. E pensare che esso rappresenta una delle maggiori ricchezze economiche e culturali d’Italia(*). Il libro è parlato in prima persona dagli attori principali coinvolti in quest’assalto mediatico: il lievito che dà origine alla fermentazione alcolica, il rum, la coca, il papavero, l’etilometro, le droghe sintetiche, ecc. Essi spiegano ciò che hanno fatto e ciò che fanno; poi lasciano il lettore a riflettere attraverso racconti ironici, sarcastici, commoventi, dolci, duri, accusatori. Alla fine, tornano per fare il punto e per partecipare a una tavola rotonda con l’autore. Senza pietismi, ipocrisie, luoghi comuni, prediche, cercano di dare consigli e di fare alzare le palpebre, troppo spesso chiuse, dei lettori. Sono stato spesso duro e non ho cercato di nascondermi dietro frasi fatte o luoghi comuni. Mi prendo, quindi, tutta la responsabilità delle accuse e delle asserzioni che ho scagliato sia attraverso dati scientifici sia attraverso l’ironia e il sarcasmo. E’ comunque indubbio che tutto il libro sia permeato dalla presenza di un’entità immateriale, ma antica e invincibile: lo spirito del vino, quello vero, quello che può aprire gli animi e aiutare l’essere umano a raggiungere la partecipazione e la comprensione che ancora cerca inutilmente in questo misero granello di sabbia, immerso in un Universo forse troppo vasto per lui. Anche se sono ormai deluso e pessimista, speriamo che il mio umile contributo possa servire a qualcuno o a qualcosa e che magari smuova qualche scimmietta che non vede, non sente e non parla. Vincenzo Zappalà, Professore Ordinario di Astrofisica ma, soprattutto, grande appassionato ed amico del “vero” vino e dei suoi artefici. Il libro sarà presentato sia a Terre di Toscana (Lido di Camaiore, 13-14 marzo 2011) che a Vinitaly (10 aprile 2011) Vendita internet (pagamento alla consegna) http://www.arduinosacco.it/product.php?id_product=480. (*)Nota: a pag. 68 del libro VINO E BUFALE di Enrico Baraldi e Alessandro Sabarbada, ed. Eretica, è spiegato come il vino sia un “prodotto perdente” ed una continua perdita economica. INIZIATIVE DI INFORMAZIONE E PREVENZIONE NOI TV A convegno su giovani ed alcol Inserito dalla redazione di NoiTv il 12/03/2011 CASTELNUOVO - Al cinema Eden convegno promosso dal centro studi Benedetto Croce - Gruppo Esedra con l’obiettivo di dare ai giovani della Valle del Serchio la giusta dimensione dell’uso e dell’abuso degli alcolici. All’appuntamento era presente anche il sindaco di Castelnuovo, Gaddo Gaddi, ed il comandante della Polizia Stradale di Bagni di Lucca, Luca Bacci, che ha ricordato i rischi di mettersi alla guida sotto l’effetto degli alcolici. I dati, a livello nazionale, dicono che per il 70% degli adolescenti tra i 14 ed i 16 anni, il forte consumo di alcool durante il weekend e’ un’abitudine. L’incontro a Castelnuovo rientra in un ciclo di attivita’ promosse dal centro studi Benedetto Croce per sensibilizzare i giovani sui corretti stili di vita, alternativi all’abuso di sostanze alcoliche. IL CORRIERE DELLE ALPI Serata con il Sert sull’abuso di alcolici 11 marzo 2011 — pagina 23 sezione: Provincia SANTA GIUSTINA. Il bar Centrale di Santa Giustina ospita oggi la seconda serata degli incontri promossi dalla sezione “G. Magnani” dell’Associazione feltrina donatori di sangue, con l’intento di promuovere soprattutto tra i ragazzi uno stile di vita sano. Relatore della serata, con inizio alle 21, sarà Serse Polli, direttore del Sert dell’Usl 2 di Feltre, che affronterà la tematica del consumo responsabile delle bevande alcoliche, con una particolare attenzione alle conseguenze che possono avere in quantità anche limitate sulla guida, in base anche ai nuovi limiti di legge per non rischiare la patente. Come la precedente serata, anche questa, pur essendo indirizzata in modo particolare ai giovani è comunque aperta a tutti, ed è a ingresso libero. Un’opportunità per conoscere i pericoli per la propria salute legati all’abuso di alcol. (a.a.) INIZIATIVE PER I GIOVANI CHE SANNO DIVERTIRSI SENZA SBALLARE IL MATTINO DI PADOVA Guizza, domani la festa antisballo 11 marzo 2011 — pagina 33 sezione: Cronaca GUIZZA. Format che vince non si cambia: domani alle 20 i giovani della Guizza del gruppo «Respiriamo» ricordano il secondo appuntamento della stagione al Centro parrocchiale dei Santi angeli custodi di via Delle Scuole per dimostrare che i giovani sanno divertirsi senza sballare. Tanto da far funzionare una serata culturale. Il trucco è già provato: intervalli musicali, spritz come acqua (rigorosamente analcolico) e food ammiccante dalla pizza low-cost e dolci. Domani sera il tema saranno i movimenti religiosi con cenni su scientology. A parlarne ai ragazzi due ospiti di riguardo: il professore Aldo Natale Terrin, docente di storia delle religioni all’università Cattolica di Milano e Enrico Furlan, dottore di ricerca in filosofia morale a Padova. I gruppi (nella foto) che suoneranno sono due band con la loro testata nicchia di fans: in prima serata i Rancho Texano e a seguire i Cib (un gruppo ska con due chitarre, un basso, una batteria e un sax, oltre alla voce). L’ingresso, naturalmente, è libero e durante la serata è previsto anche un gioco a premi (e.sci.) UNA INTERESSANTE INIZIATIVA CON ISTRUTTORI E DOCENTI DELLE AUTOSCUOLE SASSUOLO2000 Formigine: guida sicura senza alcol e sostanze, il primo incontro 12 mar 11 - (57) • Categoria Attualita’,Formigine Si è tenuto sabato 12 marzo al Castello di Formigine nell’ambito del progetto regionale “Guida sicura senza alcol e sostanze”, il primo incontro del corso di formazione e aggiornamento per istruttori e docenti delle autoscuole di Modena, organizzato dall’Azienda USL in collaborazione con l’Assessorato provinciale alle Politiche sociali. Il corso intende fornire strumenti e conoscenze agli insegnanti per rendere più efficace il percorso per il conseguimento della patente. “L’azione formativa – ha detto il dott. Claudio Annovi, referente del progetto per l’Azienda USL – verte sugli aspetti metodologici-didattici e informativi relativi alla propensione al rischio di guida pericolosa e agli effetti sulla guida di alcol, droghe e farmaci, nonché sulla normativa nazionale e regionale in tema di violazione degli articoli 186 e 187 del Codice della Strada”. Nel corso della giornata alla quale ha partecipato anche il Sindaco Franco Richeldi, è stato ribadito come in Italia almeno il 30% degli incidenti stradali siano attribuibili direttamente o indirettamente alla guida in stato di ebbrezza per alcol e/o sostanze psicoattive. Sull’importante tema è intervenuto anche il Comandante della Polizia Municipale di Formigine Mario Rossi che ha sottolineato il sensibile calo dei comportamenti ad alto rischio alla guida sul territorio comunale, dovuto anche all’intensa attività di controllo sulle strade. “Nonostante questi riscontri confortanti, proseguiremo ovviamente la nostra attività sulla sicurezza stradale mantenendo un alto livello di attenzione sul territorio – ha spiegato Rossi – Su questo fronte occorre un impegno sempre maggiore, in osservanza alla nuova disciplina sulla materia regolata sia dalle ordinanze locali che dalla recente normativa nazionale”. I prossimi appuntamenti del corso sono in programma sabato 26 marzo a Modena e sabato 9 aprile a Mirandola. SONDAGGIO NELLE SCUOLE BRESCIANE: IL CONSUMNO DI BEVANDE ALCOLICHE CREA ALLARME SOCIALE BRESCIA DOMANI Binge drinking: a Brescia giovani alcolizzati crescono A Brescia è allarme Binge drinking: giovani e giovanissimi cercano lo sballo e lo stordimento offerti dall’alcol, ingurgitando grosse quantità di liquidi ad alta gradazione alcolica nell’arco di poche ore.(*) Da un sondaggio di bresciadomani.net nelle scuole superiori bresciane, quasi il 72% dei ragazzi e il 38% delle ragazze beve per ubriacarsi. Consumano alcol con lo scopo preciso di “evadere”, appannare sensi, concentrazione e riflessi, in una sorta di pratica autolesionista molto pericolosa. L’alcol sta diventando un vizio sempre più giovane e i dati statici in Italia sono drammatici: il problema interessa quasi 500 mila minorenni, il 18,5% dei ragazzi e il 15,5% delle ragazze al di sotto dei 16 anni. Ma più in generale colpisce 1.5 milioni di giovani under 25. Solo il 26% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni dichiara di non avere bevuto negli ultimi tre mesi, ciò significa che il 74 % ha bevuto almeno una volta alcolici o superalcolici. Il 60% dei giovani consumatori beve prevalentemente birra e il 40 % vino. Gli aperitivi e i digestivi sono assunti dal 34% e i superalcolici (per lo più sotto forma di cocktail) dal 21% dei ragazzi in età tra i 15 e i 24 anni.(**) L’alcol è diventato per i giovani il vero protagonista dello svago, l’ingrediente immancabile di serate e pomeriggi con gli amici. Le caratteristiche principali dei giovani che abusano del consumo di alcolici sono: l’iperattivismo, la paura della quotidianità e della noia il che orienta la loro vita verso l’avventura, l’imprevisto, l’iper-stimolazione e le condotte trasgressive a tutti i costi. I minorenni non dovrebbero assumere alcol. Chi è più grande dovrebbe farlo in modo intelligente. Ma l’abuso di alcol rappresenta per i giovani d’oggi una vera emergenza sociale che cresce ogni anno. Le conseguenze riempiono le pagine della cronaca nera dei nostri quotidiani. Non solo incidenti autostradali, ma vandalismo, violenze, furti, stupri… Nella nostra cultura vi è ormai un totale e assodato consenso sociale relativo al consumo di bevande alcoliche. Tant’è che “l’iniziazione” al bere avviene spesso in ambito familiare, con un consumo di alcol che potremmo definire “alimentare” (un po’ di vino durante i pasti è una componente della dieta mediterranea). Dopo questa iniziale esperienza il consumo di vino, e soprattutto di birra diventa abituale e i genitori accettano tale abitudine a condizione che rimanga contenuta e sotto il loro “controllo”. Il consumo di alcolici da parte di un giovane all’interno della propria famiglia non si configura quindi mai, sin dall’inizio, come un comportamento inadeguato. Col passare del tempo però il “controllo” dei familiari viene esercitato sempre meno, gli adolescenti tendono a sfuggire alle regole imposte dai genitori nella ricerca di un’identità propria che si delinea all’interno del gruppo di pari. E’ qui che si sperimentano le bevande “alternative” (ad esempio la birra in luogo del vino) e i comportamenti trasgressivi come l’abuso. Il senso di questo utilizzo eccessivo, anche se non quotidiano, di alcolici, si può comprendere solo se ci si svincola dall’idea che esso sia legato al piacere del gusto. Quest’ultimo è infatti assolutamente secondario all’effetto che si va ricercando nella sostanza, a quello stato di euforia e benessere che può dare o a quella disinibizione che risulta funzionale all’interno di un gruppo di adolescenti. In altri termini, non è tanto importante la qualità di ciò che si beve, ma che la gradazione e i quantitativi siano tali da avere un effetto “potente”. Si può quindi comprendere perché l’alcol sia considerato da alcuni un valido “sostituto” delle droghe: è una sostanza che può provocare uno stato di profonda alterazione psicofisica ed allo stesso tempo è una sostanza legale e socialmente accettata. (*)Nota: come vedremo più avanti i giovani e giovanissimi cercano lo sballo ingurgitando birra (60%), vino (40%), superalcolici (21%). (**)Nota: ecco cosa bevono i giovani e non “grosse quantità di liquidi ad alta gradazione”!!! ANCHE IN ABBRUZZO E’ EMERGENZA IL CENTRO Emergenza alcolici fra gli adolescenti 12 marzo 2011 — pagina 13 sezione: L’Aquila SULMONA. Dilaga l’abuso di alcol tra i giovanissimi in Valle Peligna. Il direttore del Sert peligno, Elia Dora Di Ciano, lancia un appello alle famiglie e alle istituzioni affinchè siano più attente a disagi ed esigenze delle nuove generazioni. Da una ricerca condotta dal Sert su 300 studenti della Valle Peligna di età compresa tra i 15 e i 19 anni, emergono dati preoccupanti: circa 180 hanno risposto di fare abuso di alcol. «La sostanza psicotropa più diffusa fra i giovani», spiega la dottoressa Di Ciano, «è l’alcol. Gran parte dei ragazzi ha inoltre praticato, almeno una volta, il cosiddetto “binge drinking”: ha cioè assunto, in un’unica occasione - ad esempio nel corso di una serata - cinque o più bevande alcoliche una dietro l’altra. Un fenomeno diffuso e molto pericoloso per la salute di chi ne abusa anche soltanto una volta». Gli studenti, in maniera anonima, hanno risposto a un questionario. I dati sono stati elaborati dal Cnr di Pisa. Ed è emerso poi che il 32,5 per cento dei giovani peligni consuma quotidianamente sigarette. Dati allarmanti sono emersi anche riguardo l’abuso di cannabinoidi che sono stati sperimentati, in almeno una occasione, da circa il 30 per cento degli studenti intervistati. Fra questi il 2.8 ne riferisce un utilizzo quotidiano. L’eroina è stata utilizzata almeno una volta nella vita dal 2.7 per cento degli studenti frequentanti le scuole di secondo grado della Valle Peligna. «Le famiglie hanno un ruolo importante con l’educazione al rispetto delle regole», aggiunge Di Ciano, «devono inoltre avere il coraggio di dire anche dei “no” ai propri figli». Secondo i dati in possesso del Sert, negli anni precedenti la fascia più a rischio era quella degli adolescenti: una soglia che si è alzata. Ora anche tra gli ultraventenni c’è chi si affaccia, per la prima volta, nel mondo della tossicodipendenza. Da qui l’appello alle famiglie a vigilare. Anche attraverso controlli tossicologici periodici. «Non è un un atteggiamento punitivo», rassicura la dottoressa. «La prevenzione deve cominciare il più presto possibile e deve essere continua». Dal Sert cittadino, quindi, l’invito alle istituzioni a promuovere una maggiore cultura della prevenzione alla tossicodipendenza anche con manifestazioni culturali rivolte ai giovani. - Chiara Buccini A MILANO IL BINGE DRINKING DA MODA E’ DIVENTATO ALLARME IL CORRIERE DELLA SERA ED MILANO Quando i ragazzi se la bevono Domenica 13 Marzo, 2011 MILANO Mix di superalcolici, nel weekend o nelle feste in casa: il «binge drinking» era una moda, ora è un allarme. Come regolarsi tra bravate isolate e sbornie ricorrenti È successo poche settimane fa. Casa libera durante nel weekend, Davide, 16 anni, terza liceo al Virgilio, passa la voce fra i compagni: «Tutti da me, chi vuole si ferma a dormire» . Non è la prima volta che il gruppo di amici ha una casa a disposizione il sabato sera, ma è la prima volta che i ragazzi decidono di comprare una bottiglia. Vino o spumante? «Roba da vecchi» , ride Davide. «Abbiamo preso vodka alla pesca e alla menta e Malibu al cocco (rum, ndr) al supermercato con la cassa automatica per evitare storie; anche se noi abbiamo già l’età per comprare alcolici» . Ma tu bevi? «Praticamente astemio: ho assaggiato qualche volta il vino a tavola con i miei e un cocktail nei locali, ma non amo molto» . Allora perché una festa ad alto tasso alcolico? «Eravamo tutti d’accordo, così per provare» . Non è stata una gran festa: la bottiglia ha continuato a girare (anche il bicchiere è «roba da vecchi» ), nessuno si è tirato indietro. Risultato, tutta la notte a rimettere, tutti in bagno. «Un incubo» , ricorda Davide. «La mattina dopo, con una nausea tremenda, a pulire come matti. Mai più» . Se Davide dice «mai più» , per altri bere smodatamente sta diventando un appuntamento del fine settimana. Tanto in poco tempo All’inizio di febbraio la Doxa ha presentato il sesto rapporto sull’alcol commissionato dall’Osservatorio Permanente su Giovani e Alcol. Lo studio evidenzia che i sedicenni come Davide sono «non bevitori» solo nel 30%dei casi, anche se, per fortuna, l’attitudine al bere dei giovanile evolve in generale nella direzione di un consumo moderato, in linea con la tradizione del nostro Paese. Il dato allarmante riguarda il «binge drinking» , lo sballo da alcool: tanto e in poco tempo, dai cinque bicchieri in su in meno di due ore, con un mix di superalcolici. È la moda del weekend: fra i sedicenni beve così il 20,4%di maschi e l’8,6%di femmine, ma l’abuso sistematico è in crescita e tocca anche i ragazzini delle medie. Perché il fumo fa più paura? «Il fenomeno è preoccupante, ma è grave che i genitori ne siano così poco al corrente» , sottolinea Raffaella Rossin, psicologa e presidente Sia Lombardia, Società Ital i a n a d i A l c o l o g i a (s i a l o m b a r -dia. webs. com). «Quante mamme e papà conoscono il binge drinking? Chi saprebbe indicare se il figlio consuma il chupito, il superalcolico dei teenagers a base di rum e succo di frutta? Senza inutili colpevolizzazioni bisogna prendere atto che c’è più attenzione verso fumo e droghe e meno sull’alcol» . È una questione legata anche ai nostri costumi, abitudine di un paese che produce e consuma vino. La bottiglia compare in tavola, spesso i figli sono incoraggiati ad assaggiare un po’ «di quello buono» , e la percezione della pericolosità dell’alcool si abbassa. Che fare? La dottoressa Rossin risponde senza esitazioni: «Informarsi, anche su Internet. Aprire il dialogo con i figli, senza timori, e nel caso rivolgersi al servizio pubblico: la Asl ha punti Noa, Nucleo Operativo Alcologia (www. asl. milano. it), in diverse parti della città. Non ci vuole l’impegnativa del medico e l’incontro è gratuito» . Il divieto non ha presa L’occasione per far riflettere le nuove generazioni su abusi e dipendenze c’è: il Comune rilancia «Giovani in Salute» , promosso con la stessa Sia e Lilt, Lega Italiana Lotta Tumori: un ciclo di incontri sugli stili di vita salutari per giovani dai 14 ai 24 anni, che partirà a metà aprile (gratuito, adesioni su www. «Giovani in Salute» it). E la scuola? Non abbassa la guardia: durante questo anno scolastico Ala (www. alainrete. org), storica onlus che si occupa di prevenzione, entra con il progetto «Abilmente socievoli» in trenta classi di scuole superiori milanesi fra cui Natta, Rosa Luxemburg, Besta, Galilei. «Quattro incontri di due ore per aumentare la consapevolezza delle proprie scelte» , racconta Antonio D’Ercole, responsabile Ala-Area Scuola. E spiega: «Il divieto non ha presa, l’informazione da sola non è sufficiente e c’è di mezzo anche il bisogno di trasgredire tipico dell’adolescenza. Si lavora allora sulle dinamiche del gruppo e sulla capacità individuale di dire no al momento giusto. Senza per questo tralasciare discorsi sul danno e la dipendenza fisica, snobbata dai giovani che pensano che l’alcool dia solo assuefazione psicologica» . Sono i motivi che spingono l’associazione Saman (www. saman. it), che gestisce una comunità di recupero per alcolisti alle porte di Milano e in città offre ai genitori un percorso di gruppo, a chiedere da anni il divieto di pubblicizzare l’alcool, come già succede in Francia, Canada, Brasile. «È un condizionamento indiretto» , dice il presidente Achille Saletti, «che fa leva sulle fragilità individuali, pericolosissimo. Per le pubblicità degli alcolici, e soprattutto dei superalcolici, sono proposte immagini di belle donne, macchine potenti, professioni gratificanti: il messaggio subliminale è chiaro, l’alcool apre queste porte. E’ora di ribellarci!» Marta Ghezzi IL CORRIERE DELLA SERA ED. MILANO Il bisogno di «tagliare» con l’infanzia e la differenza tra «ciucca» e sballo di SILVIA VEGETTI FINZI Domenica 13 Marzo, 2011 MILANO Non ci può stupire che a Milano, famosa per il Lunedì, 14 Marzo 2011
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