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Rassegna alcol e guida del 16-17 marzo 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

TRENTINO

Questa mattina a Predazzo il progetto Alcooperiamo
PREDAZZO. Questa mattina dalle 10 alle 12 presso il cinema teatro comunale di Predazzo sarà presentato il progetto “Alcooperiamo”, promosso dalle scuole di Fiemme e Fassa in collaborazione con i piani giovani della zona. Il progetto, che vede coinvolti gli studenti delle scuole superiori in un progetto di “peer-education”, di educazione tra pari, vedrà come da alcuni anni un gruppo di studenti delle scuole superiori nel ruolo di educatori dei compagni delle medie e delle prime classi superiori dopo aver frequentato un corso di sensibilizzazione ai problemi alcolcorrelati organizzati dall’Apcat del Trentino. Il progetto infatti, che ha il sostegno della Comunità Territoriale di Valle e dell’Azienda sanitaria, tende a favorire, fra i giovani ma non solo, la riduzione dei consumi di alcol. (*)
(f.m.)

(*) Nota: si tratta di un eccellente progetto, che può essere d’esempio per tutte le altre realtà italiane.


JULIENEWS.IT

UNA VERSIONE PIÙ AGGRAVATA DELL’OMICIDIO COLPOSO ATTUALE
In Commissione Trasporti si prepara il reato di "omicidio stradale"
ROMA - In Parlamento stanno preparando un nuovo reato: quello di omicidio stradale. Si tratta di una modifica per inasprire le pene. Attualmente, chi provoca un incidente stradale mortale, risponde di omicidio colposo, un reato che comporta una pena che varia da 6 mesi a 5 anni (il minimo è di un anno a persona, quando è un omicidio colposo plurimo). Invece dalla commissione dovrebbe uscire un nuovo reato (probabilmente un articolo 589 bis del Codice Penale) che prevede sanzioni più severe per coloro che provocano incidenti stradali, in modo da creare un forte deterrente.
Tuttavia la decisione non è detto che vada così liscia. In Parlamento c’è un buon accordo, ma si potrebbero sollevare alcuni problemi di diritto. Infatti, l’omicidio colposo raduna tre grandi gruppi di processi: gli incidenti stradali mortali, i casi di malasanità che portano il paziente a morire e i morti sul lavoro. Siamo sicuri che si possa fare distinzione tra la disattenzione e l’imperizia di chi guida per esempio ad alta velocità e l’imperizia o disattenzione del medico che, operando, provoca una lesione al paziente che lo porterà alla morte?
A meno che non limitino questo nuovo reato ai soli casi in cui il guidatore è sotto l’effetto dell’alcool o della droga. In quel caso sarebbe più facile evitare ricorsi. Anche se non mi sentirei di escluderli.
IL GIORNALE DI VICENZA

NEL BELLUNESE.
È la sopravvissuta di un tragico incidente a Quero
Schianto mortale
Positiva all’alcoltest
Vicentina indagata per il decesso di una 64enne
Indagata per omicidio colposo e positiva al test alcolemico. È questa la posizione di D.Z., una donna di 36 anni di Vicenza, che domenica sera era al volante della Ford C-Max che, nel Bellunese, si è scontrata contro la Fiat Panda guidata da un’infermiera di 64 anni, deceduta per le gravi lesioni subite.
L’incidente mortale è avvenuto sulla strada regionale feltrina all’altezza dell’abitato di Quero. Poco dopo le 21 le due autovetture, una Ford C-Max e una Fiat Panda, si sono scontrate in curva. L’impatto è stato frontale e molto violento. È scattato, immediato, l’allarme ha richiamato sul luogo dell’incidente una pattuglia della polizia stradale di Belluno e i vigili del fuoco di Feltre e Belluno, oltre naturalmente all’ambulanza del Suem.
All’arrivo del personale medico del 118, le condizioni della conducente della Panda, la sessantaquattrenne Elisa Mondin, sono apparse subito gravissime. L’infermiera di Quero infatti è rimasta incastrata tra le lamiere dell’auto. I pompieri hanno dovuto lavorare per oltre mezz’ora per estrarre il corpo. A nulla sono valsi i tentativi dei sanitari di tenere in vita la donna. Nell’incidente sono rimasti feriti anche i due occupanti della Ford C Max, la conducente D.Z., vicentina di 36 anni, e A.D., 35 anni. Sono stati trasportati al pronto soccorso dell’ospedale di Feltre per politraumi.
La dinamica dell’incidente è ancora al vaglio degli agenti della polizia stradale che hanno eseguito il rilievi del tragico episodio e che ora stanno cercando di ricostruirlo nei dettagli per chiarire le eventuali responsabilità.
La procura di Belluno ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Sul registro degli indagati ha iscritto il nome dell’automobilista vicentina. Gli esami tossicologici e alcolemici a cui è stata sottoposta hanno evidenziato che si era messa alla guida dopo aver assunto alcol oltre i limiti consentiti dal Codice della strada.
ADNKRONOS

Roma, uccise la moglie a botte: confermato carcere
Roma - (Adnkronos) - Le indagini svolte sul caso dai militari hanno appurato che le sevizie dell’uomo nei confronti della moglie andavano avanti da alcuni anni e non si arrestavano nemmeno di fronte alla figlia 15enne che tutte le volte tentava di fermare la furia cieca del padre, spesso in preda all’alcool.
Roma, 16 mar. - (Adnkronos) - Lo scorso 8 marzo aveva picchiato la moglie fino a provocarne la morte. Sabato scorso, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tivoli ha emesso nei confronti dell’uomo, un romeno di 39 anni, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’uomo, accusato di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla morte della vittima, si trovava gia’ in cella, arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Palestrina la stessa notte in cui e’ stato ritrovato il cadavere della donna con evidenti ecchimosi su tutto il corpo.
Le indagini svolte sul caso dai militari hanno appurato che le sevizie dell’uomo nei confronti della moglie andavano avanti da alcuni anni e non si arrestavano nemmeno di fronte alla figlia 15enne che tutte le volte tentava di fermare la furia cieca del padre, spesso in preda all’alcool. La salma della donna, dopo l’autopsia, e’ stata restituita ai familiari che la faranno traslare in Romania per la esequie che si terranno entro il fine settimana.
IL GAZZETTINO (Treviso)

Attraverso l’avvocato aveva fatto sapere…
Attraverso l’avvocato aveva fatto sapere di essere innocente e di non aver servito alcolici alla ragazzina sedicenne arrivata alla soglia del coma etilico il 7 marzo scorso al termine della festa di carnevale, ma ieri i carabinieri della stazione di Pieve lo hanno denunciato per somministrazione di bevande alcoliche a minori. Nei guai C.F. 40 anni il titolare del bar Mixer di via degli Alpini. Nel corso delle indagini su quella serata lo avrebbe inchiodato infatti un’altra minore, 16 anni, di Farra di Soligo, che quella sera aveva chiesto e ottenuto alcolici al banco. È successo che a seguito di quell’episodio e dei successivi incontri con l’amministrazione comunale per combattere il fenomeno dell’abuso di alcol tra i giovani, i carabinieri abbiano voluto ricostruire attentamente e nei dettagli la serata nel locale. Hanno accertato che la ragazzina che si era sentita male, ricoverata per eccesso di sostanze alcoliche, in base alle testimonianze dirette, aveva potuto bere a dismisura grazie effettivamente ad alcune amiche maggiorenni della compagnia che chiedevano i drink alcolici agli inservienti anche per le altre ragazze minorenni. E questa era stata la linea dei titolari del locale: «Non possiamo controllare se i bicchieri vengono poi passati dai maggiorenni ai minori o se l’alcol viene portato da casa», avevano detto. Ma è stato accertato pure che una sedicenne di Farra di Soligo, che lo ha confermato direttamente ai carabinieri, quella sera era riuscita senza difficoltà a ordinare alcolici e consumarli. E questo ha indotto il comando della stazione a deferire C.F. proprio per aver tollerato la somministrazione di alcolici a minori e per la violazione dell’ordinanza che stabiliva il divieto di musica dopo le 23.
ALTO ADIGE

Alcol dopo le 2: chiuso il Cheope
Laives, i gestori: «Riapriremo venerdì dopo 4 settimane di sosta forzata»
di Massimiliano Bona
LAIVES. La discoteca Cheope di Pineta - vero punto di riferimento per gli amanti del latino-americano e del liscio - riaprirà venerdì, dopo una chiusura di 4 settimane, per la somministrazione di alcolici dopo le 2. Si tratta di multe risalenti al 2008, che erano state "congelate" da una sospensiva del Tar. Si tratta di due sanzioni, inflitte in due serate diverse nel 2008. In un caso - come spiegano i titolari Alessandro e Patrizia Pezzetta, molto noti e stimati in zona anche per la gestione della pizzeria La Torre - era stato servito un amaro Montenegro alle 2.20 del mattino. Poi, sempre tre anni fa, è stata comminata un’altra multa per la somministrazione di una bevanda dopo le 2 del mattino, a ridosso pertanto dell’orario consentito.
Successivamente il Tar ha disposto, per la discoteca Cheope come per molti altri locali altoatesini, la sospensione delle sanzioni, che di fatto sono state congelate. Lo stesso tribunale amministrativo regionale, poi, si è dichiarato incompetente in materia e ad occuparsi dei divieti anti-alcol è stata la giustizia ordinaria. Nel frattempo la normativa è cambiata. La scorsa estate, infatti, sono state approvate le modifiche al Codice della Strada, che hanno obbligato i locali a non servire alcolici dopo le 3 e ad installare all’interno dei vari esercizi etilometri a scopo preventivo. Tornando alla discoteca Cheope, il provvedimento è stato notificato a febbraio e sono state inflitte complessivamente 4 settimane di chiusura: tre per un’infrazione e un’altra per la successiva. Il provvedimento si concluderà giovedì e pertanto il locale da ballo riaprirà regolarmente i battenti venerdì 18.
«Abbiamo approfittato della chiusura - spiega Patrizia Pezzetta - per apportare alcune migliorie alla discoteca. Da questo weekend torneremo ad essere un punto di riferimento per gli amanti del latino-americano e del liscio della zona di Bolzano, Laives e di tutta la Bassa Atesina». Sul divieto di somministrare alcol dopo le 3 è tuttora in corso un dibattito. C’è chi ritiene la sanzione "dovuta" e utile per prevenire le stragi del sabato sera e chi, al contrario, la reputa troppo pesante per gli esercenti e per chi lavora di notte. Confcommercio in particolare si dice critica sull’efficacia della legge, «che, per ottenere più sicurezza sulle strade, limita la libertà individuale. Il divieto, però, vale per tutti. Finalmente è passata la linea di fermare le situazioni incontrollabili, permettendo il consumo di bevande alcoliche solo nei luoghi che possono garantire professionalità e responsabilità: i pubblici esercizi». Chi non ha la licenza per la somministrazione ma solo per la vendita (ambulanti compresi) non può più vendere, infatti, alcol dopo mezzanotte.
LA SICILIA

Morto clochard di Niscemi È stata disposta l’autopsia.
Giacomo Cardaci viveva in un sottoscala vicino l’ospedale
Niscemi.
Triste storia di solitudine, degrado e di indifferenza sociale quella di Giacomo Cardaci, l’operaio niscemese di 46 anni, disoccupato, che come si ricorderà, viveva all’addiaccio, in un sottoscala di una struttura esterna laterale dell’ospedale "Suor Cecilia Basarocco". Cardaci ieri mattina, poco prima delle sette, per cause ancora poco chiare, ha cessato improvvisamente di vivere al nosocomio niscemese dove era stato ricoverato nelle prime ore del mattino, perché in forte stato di ubriachezza.
Giacomo Cardaci è stato rinvenuto all’alba di ieri mattina completamente ubriaco in una strada del centro storico. Alcune persone, essendosi accorte del suo forte stato di sofferenza psicologica e fisica, hanno chiesto l’intervento del 118 affinché potesse essere soccorso e trasferito in ospedale.
Giunto con l’ambulanza del 118 al pronto soccorso, Giacomo Cardaci è stato ricoverato per le opportune cure sanitarie, ma purtroppo verso le sette del mattino, il suo cuore ha cessato di battere.
Sul caso della morte dell’uomo, che conduceva una vita solitaria ed in stato di abbandono, indagano i carabinieri del Comando stazione di Niscemi. Da una prima ispezione medico legale sul corpo di Cardaci, sembra che non siano stati accertati segni che possano lasciare pensare a cause non naturali della sua morte e comunque dipendenti da circostanze diverse dal suo stato psicofisico per gli effetti dell’alcol.
Al fine comunque di verificare l’esatta causa del decesso, l’Autorità giudiziaria ha disposto sul corpo dell’uomo che è stato trasferito presso l’obitorio del Cimitero di Niscemi, l’esame autoptico.
Giacomo Cardaci, aveva alle spalle una vita turbolenta ed abbastanza sofferta: oltre ad essere stato in carcere per furto ed altri reati contro la persona ed il patrimonio, da circa 16 anni, viveva in assoluta povertà, separato dalla moglie e dalla sua bambina.
Ultimamente era rimasto anche vedovo della sua compagna e si era ridotto a vivere in un sotto scala di una struttura laterale del nosocomio niscemese, perché impossibilitato a pagarsi una casa in affitto.
Nel sotto scala che aveva in qualche modo lateralmente coperto con tele per ripararsi meglio dal freddo invernale, aveva collocato una brandina ed un vecchio materasso dove era solito dormire e per lavarsi utilizzava l’antico bevaio del vicino Santuario della "Madonna del Bosco".
Giacomo Cardaci viveva di lavori saltuari in campagna quando veniva ingaggiato da agricoltori della città per 20 euro al giorno. Una somma che non gli consentiva di pagarsi una casa in affitto e che lo aveva ridotto a vivere sotto le stelle.
Una storia umana crudele quella di Giacomo Cardaci, caratterizzata dalla sofferenza continua e da un tragico e triste epilogo.
Alberto Drago
ALTO ADIGE

Rissa in centro: sfregiato al volto
Alcol e botte vicino all’università: ragazzo colpito con una bottiglia
BOLZANO. Un’altra maxi-rissa è scoppiata durante il fine settimana in città. E’ la terza in poco tempo e al centro della rissa c’è il solito gruppo: una banda di marocchini che gira per le vie del centro storico, alza troppo il gomito e poi viene messo alla porta dai gestori che vogliono evitare disordini. Questa volta, però, la rissa l’avrebbero fatta scoppiare vicino all’università dove era in corso una festa. Il bilancio della serata: un ragazzo è stato ricoverato presso l’ospedale con uno sfregio al volto.
Era da poco passata la mezzanotte quando in pronto soccorso si è presentato un giovane straniero con il vestiti pieni di sangue. Il ragazzo, infatti, aveva una ferita profonda al volto e cercava di fermare il sangue con una maglietta. Insieme a lui c’erano due amici che lo avevano accompagnato presso l’ospedale San Maurizio di Bolzano. Immediatamente i soccorritori hanno avvisato i carabinieri e sul posto è arrivata una pattuglia della Radiomobile, guidata dal tenente Christian Spagnuolo, per capire come il giovane si fosse procurato la ferita al volto. A quel punto i ragazzi hanno spiegato alle forze dell’ordine di avere preso parte ad una festa vicino a piazza Sernesi, nei pressi dell’università. Ad un certo punto un gruppo di giovani marocchini, in evidente stato di ebrezza, avrebbero iniziato ad insultare verbalmente altri ragazzi. Dopo le parole pesanti il gruppo sarebbe passato ai fatti.
Qualcuno ha spaccato una bottiglia di vetro e il giovane ferito è stato colpito. Gli uomini dell’Arma stanno ora cercando di identificare gli autori della rissa. Si tratterebbe dello stesso gruppo che nelle scorse settimane è finito nel mirino degli inquirenti a seguito di altre due risse. La prima era avvenuta in piazza Domenicani. Gli inquirenti avevano arrestato diversi ragazzi marocchini, mentre uno straniero era rimasto ferito dopo avere ricevuto un pugno in faccia. Pochi giorni dopo e le forze dell’ordine erano dovuti intervenire nel cuore della notte presso la stazione ferroviaria di Bolzano. In quel caso il gruppo di marocchini aveva iniziato una rissa vicino ai giardini di fronte alla stazione. Anche in quel caso uno dei giovani aveva spaccato una bottiglia, colpendo all’addome un giovane straniero. Anche in quel caso erano scattate le manette per diversi giovani che avevano preso parte alla maxi-rissa. Quello dello scorso fine settimana è la terza.
LA PROVINCIA DI VARESE

Marito violento con la moglie
Parola al giudice
GALLARATE (ti.s.) Un marito violento e ubriacone, accusato di maltrattamenti in famiglia e una moglie che, per difendersi, chiama i due fratelli, che restituiscono le botte. «Quella notte ero di turno e attorno alle 4 del mattino mi chiamarono per un litigio in famiglia - ha raccontato ieri in tribunale, a Gallarate, uno dei carabinieri intervenuto sul luogo della lite - Ho trovato un gran disordine e delle macchie di sangue per terra. La donna mi disse che aveva colpito il marito in testa. Difficile da credere, considerando la differenza di statura e forza tra i due coniugi».
I fatti risalgono al 24 dicembre del 2004, una triste vigilia di Natale a Jerago con Orago. «Quaranta minuti prima del mio arrivo il nucleo radiomobile dei carabinieri di Gallarate era già intervenuto per un litigio, sedato, tra marito e moglie». Dopo la partenza dei militari, però, sarebbero arrivati i due fratelli della moglie, straniera, per picchiare il marito, R. Y, anch’esso extracomunitario. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine per problemi legati all’abuso di alcol e non era nuovo a violenze nei confronti della moglie. «La donna aveva già sporto numerose denunce, ma poi le querele non venivano mai portate avanti» ha spiegato ancora il carabiniere. Quella sera, dopo le botte ricevute, la donna avrebbe chiamato i due fratelli che, a detta del marito, l’avrebbero minacciato con un coltello e mandato all’ospedale.
Sentenza il prossimo 7 novembre.
IL GAZZETTINO (Venezia)

Ubriaco fradicio, finisce in carcere
PORTOGRUARO - Completamente ubriaco da non reggersi in piedi, cintese si «appoggia» ad un carabiniere procurandogli una contusione alla mano. È così finita in carcere la notte di F.S., trentenne di Cinto Caomaggiore che è accusato di violenza, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Verso le 2 di sabato notte il giovane era in compagnia di un coetaneo e di un ventenne marocchino, entrambi di Portogruaro, nel centro storico della città del Lemene. Il gruppo aveva passato la serata a bere alcol (*), tanto da finire ubriachi sugli scalini del Liceo XXV Aprile di via Martiri. Così quando è passata di lì la pattuglia dei carabinieri della locale stazione, i militari hanno preferito sottoporre il trio ad un normale controllo. Mentre i due di Portogruaro hanno consegnato i documenti senza tante storie, il cintese non s’è dimostrato accondiscendente. Anzi, ha iniziato ad inveire contro gli uomini in divisa e quindi ha cercato di andarsene. Peccato che non riuscisse a tenersi in piedi, cosicché quando uno dei carabinieri ha cercato di sollevarlo, s’è procurato la distorsione alla mano destra. Il trentenne è stato trasferito in caserma, dove i carabinieri gli hanno trovato la carta d’identità, mentre il cintese continuava il suo show di insulti. Su disposizione del Pm è stato arrestato per resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale e quindi trasferito in carcere a Venezia. Nell’udienza l’arresto è stato convalidato, mentre oggi il cintese sarà processato per direttissima. Il militare è stato medicato e dimesso dall’ospedale con una prognosi di 5 giorni. (M.Cor.)

(*) Nota: non ci credo. Presumibilmente avranno bevuto vino, birra o altri alcolici, non alcol. Idem per l’articolo successivo. Sarebbe utile chiamare le cose con il loro nome.
IL GAZZETTINO (Treviso)

Alterati dall’alcol raggiunsero…
MORGANO - (Ro) Alterati dall’alcol raggiunsero il "Bar La Rotonda" a Badoere di Morgano, dove chiesero ancora da bere, ma la barista oppose un perentorio rifiuto che scatenò la furia degli ubriachi (due operai albanesi). In pochi minuti il locale si trasformò in saloon dei film western: sedie, bottiglie e pugni volarono a casaccio. La barista, seppure ammaccata, riuscì a telefonare ai carabinieri di Istrana, per chiedere aiuto. Immediato l’intervento dei militari che a fatica riuscirono a fermare la furia devastatrice dei due albanesi che, prima di essere ammanettati, riuscirono anche a mandare in frantumi il finestrino dell’auto dei carabinieri. Dalle prime stime la violenza dei due ubriachi avrebbe causato danni per oltre 15mila euro.
Per quella vicenda (risalente a qualche giorno prima dello scorso Natale), chiamati a rispondere delle ipotesi d’accusa di violenza privata, lesioni personali e danneggiamenti ieri sono sfilati davanti al giudice Elena Rossi gli albanesi Orlando Hima, 27 anni, di Paese; e Dritan Domi, 34 anni, di Piombino Dese. I due imputati, consigliati e assistiti dagli avvocati Fabio Crea e Guido Galletti, hanno chiesto e ottenuto di concordare la pena, patteggiando rispettivamente un anno e nove mesi di reclusione. Nel processo, con l’avvocato Paolo Bottoli, si erano costituiti parte civile, chiedendo i danni, la barista e un cliente, ma il patteggiamento li ha beffati. Unica possibilità per rifarsi dei danni subiti: la causa civile.
IL GAZZETTINO (Venezia)

Tampona un’auto guidando ubriaco
Un anno di carcere e patente sospesa
CHIOGGIA - Condannato a un mese di reclusione (pena sospesa), trecento euro di multa e patente sospesa per sei mesi per guida in stato di ebbrezza. Oscar Cimiero, 42 anni, è comparso davanti al giudice monocratico di Chioggia Enrico Ciampaglia e al pm d’udienza Angela Pellizzeri. L’uomo, che nella notte tra il 19 e il 20 maggio 2007 stava percorrendo a bordo del suo Fiorino via Lungo Adige a Cavanella, ha tamponato la vettura che viaggiava davanti a lui, una Peugeot 206. Il conducente vittima del sinistro ha notato che Cimiero mostrava evidenti segni di ubriachezza, decidendo quindi di chiamare la Polizia. Da un primo test effettuato col "precursore" l’uomo risultava positivo all’alcol, quindi si è reso necessario anche l’intervento dei carabinieri dotati di etilometro per un’analisi più precisa. L’imputato è stato sottoposto al nuovo controllo, che ha rilevato un tasso alcolemico di 1.29 grammi per litro al primo controllo, 1.41 al secondo. (E.Bur.)
VERONAFIERE – VINITALY

Italia, un mercato maturo fatto di consumatori che non conoscono il vino
Si discute su come conquistare nuovi mercati e intanto non si fa niente per i nuovi consumatori italiani. Lo sostengono Riccardo Ricci Curbastro di Federdoc, Antonio Capaldo della Feudi di San Gregorio, la giornalista Veronika Crecelius, Giancarlo Vettorello del Consorzio del Conegliano Valdobbiadene e Marco Selmo di Carrefour nella quarta intervista di Vinitaly
“Vi preoccupate tanto di come avvicinare i consumatori degli altri Paesi al vino, ma avete dimenticato che il cambio generazionale a casa richiede lo stesso sforzo”. Per Veronika Crecelius, giornalista tedesca corrispondente in Italia della rivista Weinwirtschaft il mercato italiano è stato “semplicemente trascurato”.
Meno diretti forse, ma sulla stessa linea di pensiero gli altri protagonisti della quarta serie di interviste a istituzioni di categoria, produttori, comunicatori, operatori della distribuzione, pubblicitari/esperti di costume realizzate daVinitaly (7-11 aprile 2011). Il dibattito sul calo dei consumi interni proposto dal più importante Salone internazionale dedicato al vino coinvolge questa settimana, oltre a Veronika Crecelius, Riccardo Ricci Curbastro presidente diFederdoc, Antonio Capaldo presidente della Feudi di San Gregorio, Giancarlo Vettorello direttore del Consorzio del Conegliano Valdobbiadene e Marco Selmo responsabile liquidi del gruppo Carrefour.
Il confronto, pubblicato sul sito www.vinitaly.com è aperto ai commenti e verte su tre domande.
Può il Paese primo produttore vivere di solo export, con i rischi rappresentati dalle fluttuazioni monetarie e dalle agguerrite politiche di marketing e distribuzione dei competitori dei cosiddetti Nuovi Mondi?
Il gap del mercato italiano è di natura economica, culturale o è un problema di comunicazione?

Perché al contrario il trend dell’export è in crescita?
“Il vino italiano di qualità gode di corsie preferenziali sui mercati esteri - dice Ricci Curbastro – ma il mercato italiano non va trascurato, perché la crescita dell’export non compensa affatto le perdite dei consumi interni”. Per questo, a fronte di una società che sta cambiando, servono programmi di comunicazione sulla corretta assunzione del vino e di promozione del legame con il territorio e le tradizioni culturali e culinarie.
“Occorre riscoprire l’attività di degustazione come propedeutica alla vendita – dice Capaldo - come si fa in tantissimi mercati considerati a torto meno evoluti, perché se il cliente non degusta non acquista”, mentre per Vettorello “molto possono fare la ristorazione e la distribuzione, anche emarginando i troppi vini generici che vediamo sulle tavole”.
Individuate le strategie, non manca la nota dolente, rappresentata dalla mancanza di coordinamento della filiera. Responsabilità anche, ma non solo, della frammentazione del sistema vitivinicolo italiano, rappresentato, secondo Selmo, da una “miriade di piccole aziende a volte tra loro concorrenti, che non riescono a dare un messaggio univoco che migliori l’immagine del vino agli occhi del consumatore”.
COMUNICATI.NET

ALEXANDRE PATO: “RAGAZZI, CONTRO IL CANCRO NON FATE AUTOGOL”
Il tumore l’ha visto in faccia, a 10 anni. L’ha sconfitto, oggi è un campione e Alexandre Pato dice ai giovani: “Non giocate con la salute, nessuno è immune dal cancro e la prevenzione può tenervi al sicuro”. Il goleador rossonero è stato accolto questa mattina con grande entusiasmo da una platea d’eccezione: oltre 450 emozionatissimi studenti dell’Istituto “Artemisia Gentileschi” di Milano riuniti in Auditorium per una lezione indimenticabile, tenuta dal fuoriclasse brasiliano e dal compagno di squadra Nicola Legrottaglie, protagonisti del progetto nazionale “Non fare autogol” promosso dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). Una campagna di prevenzione innovativa che da oggi a fine campionato toccherà 7 scuole in 7 città (Milano, Palermo, Firenze, Genova, Napoli, Torino e Roma), coinvolgendo alcuni dei più importanti calciatori italiani (oltre ai due milanisti, Miccoli, Gilardino, Palombo, De Sanctis, Chiellini, Sculli e Perrotta) e il CT della nazionale Cesare Prandelli. Saranno loro stessi a “salire in cattedra” per spiegare agli studenti come tenersi alla larga dai sette vizi capitali ed evitare il cancro. “La prevenzione oncologica comincia da giovani – ha spiegato il prof. Carmelo Iacono, presidente nazionale AIOM -: fumo, alcol, sedentarietà, alimentazione scorretta, sesso non protetto, lampade solari e doping sono abitudini molto pericolose, soprattutto se iniziate da adolescenti. Circa il 40% dei tumori è causato da fattori modificabili ed evitabili. Con il nostro progetto, grazie all’aiuto dei calciatori, vogliamo spiegare ai ragazzi quali siano i rischi e convincerli che per vincere la partita contro il cancro è indispensabile giocare d’attacco”. Oltre agli incontri, è attivo il sito www.nonfareautogol.it ed è stato realizzato un opuscolo, in distribuzione in decine di istituti secondari italiani. Al fianco di AIOM, con i campioni, si sono schierati anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il CONI, la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e la Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI). Il progetto è reso possibile da Boehringer-Ingelheim. L’incontro di Milano è dedicato in particolare al fumo: il capoluogo lombardo è infatti la città in cui questa pessima abitudine è più diffusa, soprattutto fra i giovani, che accendono la prima sigaretta in media 6 mesi prima rispetto ai coetanei italiani, a 15 anni e mezzo. “Sappiamo di essere un esempio per tanti ragazzi – ha affermato Nicola Legrottaglie – e questo ci dà grandi responsabilità. Possiamo far capire loro quali sono i comportamenti positivi e gli stili di vita negativi da eliminare. È con grande piacere e onore, quindi, che ho deciso di partecipare a un progetto così importante”. Anche l’Assessore alla Sanità lombardo, dr. Luciano Bresciani, ha voluto essere presente per testimoniare il rilievo dell’iniziativa: “Il fumo è un attore decisivo nella genesi del cancro ed esalta l’azione di altri fattori che concorrono all’insorgere delle neoplasie. L’uso delle sigarette è aumentato significativamente nell’ambito femminile e tra i ragazzi, in età sempre più giovanile. Ragazzi, non fumatevi la vita!” I tumori provocano ogni anno oltre 250.000 nuovi malati nel nostro Paese ma fortunatamente sono sempre più curabili: “Oggi oltre 2 milioni di italiani hanno affrontato un cancro, di questi un milione e mezzo l’ha superato – ha spiegato il prof. Marco Venturini, presidente eletto AIOM –. Questo dimostra l’efficacia dei programmi di prevenzione, i progressi nella diagnosi e gli avanzamenti raggiunti nelle terapie. L’attuale riduzione di mortalità porta l’Italia al livello dei Paesi occidentali più avanzati e la nostra oncologia è fra le migliori al mondo”. L’AIOM, che riunisce oltre 2.000 specialisti, ha identificato nella fascia d’età 14-16 un target prioritario per la formazione e la sensibilizzazione. Per questo ha ideato una campagna ad hoc che mira a contrastare i principali fattori di rischio parlando la loro lingua. “Quella universale dello sport, con cui veicolare alcuni importanti valori e messaggi di salute – ha dichiarato Enrique Manzoni, Presidente di Boehringer-Ingelheim –. La nostra azienda è lieta di essere al fianco degli oncologi con questo importante messaggio veicolato da testimonial prestigiosi come i calciatori di serie A”. Per massimizzare la ricaduta educazionale è attivo anche un canale YouTube e un gruppo su facebook (che ha già raggiunto oltre 1.000 amici), con un gioco educazionale che mette in palio l’incontro dal vivo con gli idoli sportivi: chi vince potrà incontrarli in occasione delle tappe nelle scuole e ricevere una loro maglietta autografata. Nel sito è prevista inoltre un’area dedicata agli insegnanti (e più in generale agli educatori), strutturata con schede pratiche e consigli, a cura di AIOM, su come prevenire i principali fattori di rischio. “Fra i giovani la conoscenza di questi aspetti è molto scarsa – ha affermato il coordinatore regionale AIOM della Lombardia, prof. Giordano Beretta -, pochissimi sanno che oltre il 30% dei tumori è direttamente collegato ad una dieta scorretta, che i sedentari hanno una probabilità del 20-40% superiore di ammalarsi, che esiste una forte relazione tra alcol e cancro. E ancora, che il sesso senza protezioni può provocare anche patologie oncologiche o che le lampade abbronzanti sono cancerogene al pari delle sigarette”. Il fumo, in modo particolare, è un vizio sempre più diffuso tra gli italiani e i milanesi: la media di sigarette fumate in città è di 13 pro capite. Il 70% dei tabagisti ha provato almeno una volta a smettere, senza successo. “Meglio non iniziare nemmeno ha concluso il prof. Iacono - un messaggio tanto più chiaro se lo lanciano i campioni del cuore”.
IL GAZZETTINO (Padova)

Ubriaco alla guida dell’auto forza il posto di blocco: denunciato
(C.Arc.) Denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e guida in stato d’ebbrezza.
Un uomo di quarant’anni, G.S., residente a Villanova di Camposampiero, l’altra notte s’è messo in un guaio serio.
Incurante del fatto che tempo fa gli fosse stato già ritirato il documento di guida per positività all’alcoltest, ha deciso di rischiare lo stesso mettendosi al volante.
È così salito sulla sua automobile per andare a divertirsi. Ha bevuto parecchio, tanto da non riuscire a tener l’auto dritta lungo via Noventana e via Oltrebrenta.
Ma quando G.S. ha visto i militari, invece di fermarsi all’alt è fuggito in direzione Stra.
È stato raggiunto dai carabinieri dopo un paio di chilometri.
L’uomo non si reggeva in piedi. All’alcoltest ha fatto registrare un valore di 1.98 grammi di alcol per litro.
Gli è stata inevitabilmente sequestrata la macchina ed è stato denunciato. La bravata di correre in auto senza patente e per di più ubriaco, gli costerà a breve un processo.

IL TIRRENO

Esce di cella, picchia i carabinieri e viene arrestato nuovamente
LIVORNO. Un marocchino che era stato incarcerato per rapina, appena uscito di prigione ha aggredito i Carabinieri che lo hanno controllato ed è stato arrestato
Alle 18 di martedì una pattuglia di carabinieri ha notato in piazza Bartelloni il marocchino di 45 anni, arrestato nel novembre 2009 per una rapina all’Oviesse. Il nordafricano è stato fermato e, dal controllo, è emerso che, uscito dal carcere da pochi giorni, era stato colpito dal decreto di espulsione. L’uomo, in evidente stato di ebbrezza, ha da subito iniziato a manifestare insofferenza ed ha strattonato i carabinieri che lo hanno preso e portato in caserma. Qui ha iniziato a dare in escandescenze, danneggiando un estintore e alcuni mobili, ma soprattutto ha aggredito a calci e pugni i militari, due dei quali hanno riportato contusioni ed escoriazioni guaribili in 7 e 5 giorni. Il magrebino è stato arrestato per violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e riportato in carcere.
TIGULLIOVINO.IT

Louis Ignarro, Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina, all’apertura del LXIII Anno Accademico dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino
di Benedetta Catanese
L’apertura del LXIII Anno Accademico dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino avrà luogo, quest’anno, a Firenze, mercoledì 23 marzo p.v., presso l’Accademia dei Georgofili. La Tornata avrà come argomento i rapporti fra vino e aspetti del metabolismo cardiovascolare e sarà illustrata dal professor Louis Ignarro, ordinario di Farmacologia presso UCLA School of Medicine di Los Angeles, dipartimento di Medicina e Farmacologia Molecolare; nel 1998, ha ricevuto il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina, per la scoperta della molecola NO (ossido nitrico), modulatore fisiologico del tono vascolare. Il professore Ignarro, la cui presenza è stata consentita grazie alla collaborazione con la Fondazione Menarini, terrà una Prolusione sull’importante tema “L’ossido nitrico e i meccanismi patogeni coinvolti nello sviluppo delle malattie vascolari: il ruolo dei polifenoli”.
L’ossido nitrico svolge una importante funzione di regolazione della pressione arteriosa e di azione antiaggregante piastrinica. L’NO ha trovato vasta e concreta applicazione nella farmacologia mondiale, in quanto farmaci come la trinitrina e il viagra agiscono su meccanismi legati a questa molecola. L’ossido nitrico riveste una grande importanza nelle malattie cardiovascolari e per la cura di alcuni tipi di tumore.
La dieta mediterranea (olio d’oliva, cereali non raffinati, frutta, verdura, pesce e vino in quantità moderate) aiuta a prevenire la mortalità sia da malattie cardiovascolari che da tumori. Tra le sostanze della dieta mediterranea spiccano i polifenoli (contenuti nel vino rosso e nella frutta) che, attraverso l’aumento della sintesi e dell’attività dell’NO, prevengono l’insorgere di trombosi e lo sviluppo dei tumori. (*)
Questo il programma completo della giornata:
Ore 10.30 Apertura LXIII Anno accademico dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino.
Saluto delle Autorità
Relazione del Presidente.
Presentazione dei nuovi Accademici
Ore 12.00 Assemblea del Corpo Accademico
Ore 15.00 Conferenza del Prof. Louis J. Ignarro

L’Accademia Italiana della Vite e del Vino è stata costituita il 30 luglio 1949 dal Comitato Nazionale Vitivinicolo con decreto firmato dall’allora Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, ed eretta a Ente Morale il 25 luglio 1952. L’Accademia attualmente comprende 555 membri suddivisi tra Onorari, Ordinari, Corrispondenti italiani, Corrispondenti stranieri e Soprannumero. Ciascuna categoria è a numero chiuso.

Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Accademia Italiana Vite e del Vino c/o Studio G. Vizioli & Associati
Benedetta Catanese, benedetta.catanese@studiovizioli.it , 02.48023658, Giorgio Vizioli c. 3355226110
Segreteria Accademia Italiana della Vite e del Vino, t. 0553215200, c. 3358304926

(*) Nota: il comune lettore, con tutte queste informazioni, è portato a credere che QUINDI bere un po’ di vino faccia bene contro le malattie cardiovascolari e addirittura contro i tumori.
Ma i lettori di questa rassegna stampa – al contrario - ormai sono in grado di riconoscere dove e quando l’informazione scientifica viene manipolata.
Sarebbe bello se a questa conferenza fosse invitata qualche autorevole personalità scientifica in grado di spiegarlo anche a tutti coloro che saranno presenti in quella elegante e sfarzosa sala.
IL TIRRENO

prevenire individuando i potenziali alcolisti

IL GIORNO (Bergamo-Brescia)

Ubriaco dopo l’uso di colluttorio? Non era vero, condannato

CORRIERE DELLA SERA (Roma)

Alcol e marijuana pericolo per studenti

IL PICCOLO DI TRIESTE

emergenza alcool, caccia allo sballo serale
ass e sissa in tandem per combattere l’alcol tra i giovani

LA NUOVA SARDEGNA

gli rifiutano una birra, cerca di dar fuoco al bar - elia sanna

GIORNALE DI BRESCIA

Groppello: un convegno col bicchiere in mano

Rassegna alcol 17 marzo 2011

COMUNICATO STAMPA DI EUROCARE (BRUXELLES) IN OCCASIONE DELLA SEDUTA DEL PARLAMENTO EUROPEO SUL TEMA DEGLI AVVERTIMENTI IN ETICHETTA DELLE BEVANDE ALCOLICHE.

Libera traduzione a cura di Ennio Palmesino



32051


PUBBLICATO GIOVEDI’ 17 MARZO 2011
COMUNICATO STAMPA
Contatto: Mariann Skar (Eurocare Secretary General)
Tel.: +32(0) +32(0)474830041
email: mariann.skar@eurocare.org
Website: www.eurocare.org

Cos’è che manca sulle bottiglie?

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Il futuro delle etichette delle bevande alcoliche in discussione al Parlamento Europeo
Bruxelles, 17 Marzo 2011- Prendete una qualunque bottiglia in un supermercato e troverete sull’etichetta tutte le informazioni sugli ingredienti, le calorie etc. A meno che non abbiate deciso di bere vino, birra o liquori, perché allora le informazioni sono molto più limitate. L’alcol etilico in Europa è uno dei principali fattori di rischio per morte prematura o malattia grave, soprattutto fra i giovani. Esso aumenta il rischio di cancro, soprattutto all’apparato digestivo ed al seno, è responsabile del 25% delle morti fra i maschi giovani, causa depressione etc. Perché dunque i consumatori non dovrebbero essere informati sugli effetti collaterali del consumo di bevande alcoliche ?
Campione proposto da esperti di salute
Oggi si incontrano al Parlamento Europeo politici, esperti di salute pubblica e rappresentanti dell’industria delle bevande alcoliche per discutere il tema delle etichette sulle bottiglie di bevande alcoliche. Discuteranno cosa è più efficace, e perchè qualcosa va fatto a livello europeo. Il focus sarà sul Progetto PROTECT, una ricerca che ha raccolto le opinioni di giovani nella fascia di età 18-25 anni in Belgio, Francia, Ungheria, Lituania, Romania e Spagna, a proposito degli avvertimenti sulla salute da mettere sulle etichette. Edita Petrauskaité dell’Associazione Consumatori della Lituania, che ha presentato una parte dei risultati, ha detto ‘in generale i giovani sono d’accordo che le etichette degli alcolici devono riportare queste informazioni. Tuttavia dicono di voler evitare le immagini scioccanti che mostrano gente morta, incidenti stradali o un fegato cirroso. Questo però fa capire che i messaggi scioccanti hanno effettivamente un impatto e servono allo scopo di ricordare le conseguenze negative al momento giusto, cioè quando ci si appresta a bere’. Patrick Veillard, ricercatore presso l’Associazione Consumatori Belga CRIOC, che ha coordinato il progetto PROTECT, ha aggiunto: ‘Come a tutti noi, ai giovani non piace sentirsi dire cosa non devono fare, quindi un messaggio “non devi bere” non funziona. Ma sono sicuro invece che gli interesserebbe sapere quante calorie ci sono nelle bevande alcoliche’.
Il Parlamento Europeo sta dibattendo la proposta della Commissione Europea su “Informazioni sui cibi da fornire ai consumatori”. Ma mentre queste informazioni sono previste per succhi di frutta e bevande analcoliche, vino, birra e liquori sono stati ESENTATI dall’obbligo di elencare gli ingredienti e fornire informazioni nutrizionali. Questo nonostante le bevande alcoliche siano ricche di calorie, carboidrati ed alcuni altri ingredienti che possono causare allergie ed intolleranze.
Mariann Skar, Segretario Generale dell’Alleanza Europea per le Politiche sull’Alcol, ha sottolineato: ‘è curioso che le bevande alcoliche siano l’unico prodotto di largo consumo venduto in Europa di cui non si riesca a sapere cosa c’è dentro, noi crediamo che i consumatori dovrebbero essere informati sui rischi per la salute che derivano dal consumo di bevande alcoliche. Perché rischi piuttosto gravi, come quello di contrarre una cirrosi epatica, di sviluppare una dipendenza, o di causare danni al feto durante la gravidanza, non dovrebbero essere tempestivamente comunicati ai consumatori ?’
Il parlamentare europeo Alyn Smith, cha rappresenta la Scozia, ha commentato: ‘Il rapporto con l’alcol che si trova in Scozia non è un segreto, e in questo campo l’Unione Europea può giocare un ruolo importante. Non sto dicendo che la gente non deve bere alcolici, ma credo che la gente debba avere accesso ad informazioni corrette su quello che butta giù per la gola, per poter fare scelte informate. Il Parlamento Europeo ha obbligato tutti i tipi di cibo e tutte le bevande non alcoliche a fornire informazioni più mirate, ora è il momento che anche i produttori di bevande alcoliche facciano lo stesso"
Una schiacciante maggioranza di cittadini europei vuole essere informata circa le conseguenze del bere alcolici: il 79% sostiene la necessità di avere avvertimenti sulla salute in etichetta, e l’82% vuole gli stessi avvertimenti anche all’interno della pubblicità (Eurobarometer 2009).
Nessuno può negare in nostro diritto a conoscere cosa c’è in quello che beviamo e quali sono i rischi a cui ci esponiamo quando prendiamo un drink. La strenua resistenza dell’industria delle bevande alcoliche contro gli avvertimenti in etichetta ci dovrebbe far pensare tutti: MA IL PRODOTTO È COSÌ CATTIVO CHE NON SI PUÒ NEMMENO SCRIVERE IN ETICHETTA ?
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Per informazioni:
Alyn Smith (parlamentare Europeo) Ufficio:
Contatto: Catrion Matheson
Email: Catriona.matheson@europarl.europa.eu
Tel: +32 (0)2 284 71 87
Website: www.alynsmith.eu
Alleanza Europea per le Politiche sull’Alcol
Contatto: Mariann Skar
Email: mariann.skar@eurocare.org
Tel: +32 (0)2 736 05 72
CRIOC (Centre de recherche et d’information des organisations de consommateurs):
Contatto: Patrick Veillard
Email: Patrick.Veillard@oivo-crioc.org
Tel: +32 (0) 547 06 63
Website: www.crioc.be
Fatti e cifre sulle bevande alcoliche:
· L’Europa ha il più alto livello di consumo di bevande alcoliche al mondo, e di conseguenza ha il più alto tasso di problemi alcolcorrelati.
· L’alcol è il 3° più grande fattore di generazione di malattie croniche.
· In Europa i danni sanitari e sociali delle bevande alcoliche sono stimati in circa € 125 miliardi all’anno (equivalenti all’1.3% del PIL). Questa stima risale al 2004 ed oggi è sicuramente più elevata.
· Le bevande alcoliche sono la causa principale degli incidenti stradali: 1 su 3 di tutte le morti sulle strade sono causate dall’alcol
· Le bevande alcoliche causano in Europa circa 195,000 morti all’anno
· 1 morte su 4 dei giovani maschi dai 15 ai 29 anni sono a causa dell’alcol

UN INTERESSANTE ARTICOLO SCRITTO DA UNA STUDENTESSA DELLA IV LICEO DI TRIESTE

IL PICCOLO

Emergenza alcool, caccia allo sballo serale
16 marzo 2011 — pagina 36 sezione: Nazionale
«L’alcool? Mi aiuta a sballarmi il sabato sera.» La frase riportata è una delle risposte più usate dai ragazzi per motivare il loro utilizzo di bevande alcoliche. Da questa frase si può comprendere che, dalla maggior parte dei giovani, l’alcool viene visto sia come una sostanza che aiuta ad affrontare, almeno per un certo arco di tempo, determinate difficoltà personali come: la timidezza, la paura, l’imbarazzo; sia come bevanda che aiuta ad avere gioia e divertimento. Molte volte però, come si è potuto constatare nell’indagine sull’uso di bevande alcoliche che ha coinvolto ragazzi dai 14 ai 19 anni i giovani vedono l’alcool in due modi: come un’automedicazione per dimenticare almeno per un breve lasso di tempo, che corrisponde alla durata dell’effetto dell’alcool, i propri problemi spesso legati ad un momento di crisi adolescenziale; o come bevanda da bere in compagnia per divertirsi tutti assieme. Ovviamente i ragazzi in base all’obiettivo della serata, divertirsi o trovare consolazione, bevono diverse quantità di alcool anche se la maggior parte di essi afferma che in media in una serata normale bevono 2 o massimo 3 "bicchierini". Ormai i giovani, come è emerso analizzando i dati dell’inchiesta, si avvicinano alle bevande superalcoliche fra i 14-15 anni e lo fanno per un semplice motivo: hanno già a questa età la possibilità di uscire la sera e di utilizzare i soldi dati dai propri genitori per la serata, solamente per "comprarsi da bere". Molti dei ragazzi intervistati inoltre hanno affermato che hanno assaggiato a quest’età i superalcolici per cercare di assomigliare alle persone più grandi di loro. Si parla di bevande superalcoliche perché analizzando i dati riportati nell’intervista svolta, i ragazzi provano per la prima volta gli alcolici a casa in presenza dei propri genitori che sono i primi a proporgli di assaggiare vino o birra durante i pasti ma in maniera innocua. In ogni caso per quanto riguarda l’utilizzo dei superalcolici i ragazzi tra i 16 e i 19 anni, se pur hanno già conosciuto l’alcool ed i suoi effetti, continuano a bere per ritrovare ogni volta quello stato di euforia e benessere. Molti ragazzi però si fanno piacere l’alcool perché hanno il timore o di essere esclusi dal gruppo, ad esempio ordinando un’aranciata invece di un malibù-cola o un gin-lemon, oppure perché hanno la paura di non riuscire a divertirsi nella stessa maniera degli altri se non bevono come loro o infine semplicemente perché hanno paura di non riuscire a lasciarsi andare ma di essere sopraffatti dalla propria timidezza. Ma siamo sicuri che ci sia bisogno dell’alcool per divertirsi il sabato sera? E per quanto riguarda la timidezza, non bisognerebbe sconfiggerla prima o poi da soli senza alcuno strumento esterno? In ogni caso l’alcool è una bevanda per cui è necessario sia sapersi controllare nell’assunzione sia avere conoscenza di quanto il proprio fisico riesca a reggerla perché, se non si sa bere, si possono avere gravi conseguenze come rischiare l’intossicazione e quindi il coma etilico, oppure causare o essere coinvolti in incidenti stradali. Infatti come viene riportato sul sito "alcol.info", statisticamente, su 170.000 incidenti stradali 50.000 sono attribuiti all’uso di alcool; mentre, per guando riguarda l’intossicazione dall’alcool, si può constatare, in due articoli di giornale, pubblicati sul sito de Il Piccolo, che in questi ultimi due capodanni a Trieste sono stati ricoverati per intossicazione etilica 80 ragazzi nel 2009 e altri 47 nel 2010. Annalisa Benci Classe IV gamma Liceo socio-psico-pedagogico G. Carducci

INIZIATIVE DI SENSIBILIZZAZIONE E DI PREVENZIONE

TRENTINO

Alcooperiamo entra nel vivo Tutti i nomi dei premiati
17.3.11 - PREDAZZO. E’ partita ieri mattina da Predazzo l’avventura per il 2011 di Alcooperiamo. Molti i momenti che hanno caratterizzato l’apertura al teatro comunale. Inizio dedicato all’Unità d’Italia e poi via con la storia di questo progetto che da cinque anni cerca di sensibilizzare “alla pari” studenti delle terze medie e prime superiori locali sul problema “alcol”, partito dalla sede di Predazzo dell’istituto “La Rosa Bianca” nel 2006 coinvolgendo poi dal 2010 anche Fassa e da quest’anno l’altra sede della “Rosa Bianca” a Cavalese, e che in questi anni ha formato circa 80 “peer leader”, i protagonisti del progetto.
Dopo gli interventi delle autorità, il dottor Claudio Zorzi ha ricordato che “Alcooperiamo” non tratta solo il problema dell’alcol ma aiuta i ragazzi a diventare cittadini responsabili. Quindi la premiazione del concorso per il nuovo logo di “Alcooperiamo” con primo posto per l’opera di Oscar Moser (2°Css Rosa Bianca Cavalese). A seguire Alice Dondio (2°Bs Rosa Bianca Cavalese), Giovanni Melis (3°E scuola media Campitello), Stella Vanzetta (1°Es Rosa Bianca Cavalese), Chiara Longo (3°Bs Rosa Bianca Cavalese) e Marta Varesco (2°Bs Rosa Bianca Cavalese). Altra premiazione con consegna dei diplomi ai ragazzi che hanno partecipato alla fase formativa delle scorse settimane e a concludere due filmati, il primo dedicato a Jessica Piffer, giovane morta lo scorso agosto in un tremendo incidente stradale dovuto all’abuso di alcol, e il secondo realizzato dalla 1° scientifico dell’istituto ladino di Fassa su “Alcooperiamo. Il 28 marzo partono gli incontri nelle scuole mentre il 14 maggio a Pozza è in programma la festa finale. (hanno collaborato Anastasia Sandri, Francesca Piovesan, Cristina Giacomelli) (mi.za.)

TARGATOCN

Ceva: alla “Momigliano” si discuterà di alcol e droghe
16.3.11
Serata di informazione e confronto, venerdi 18 marzo, alle 20.45 presso la scuola media “A. Momigliano” di Ceva, promosso dal dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Asl CN1, che da alcuni anni collabora con l’Istituto. L’incontro prevede la presentazione del progetto “Alcol e droghe - divertimento e rischio”, che coinvolge i ragazzi delle classi terze.
“Partendo dalle conoscenze dei ragazzi - spiegano gli organizzatori - ci si pone l’obiettivo di fornire loro una corretta informazione sulle sostanze psicoattive e sollecitarli a ragionare relativamente alla loro connessione con i concetti di divertimento e rischio. I docenti che negli anni hanno seguito il progetto hanno creduto molto in esso e destinato alcune ore per ulteriori lavori di approfondimento con gli alunni, che hanno sempre risposto con interesse e partecipazione”.

LA PROVINCIA PAVESE

Ci sarà anche una «Iena» al progetto di prevenzione della Città dei giovani
16 marzo 2011 — pagina 46 sezione: Cronaca
TORTONA Il 2011 vuole essere un anno con risultati e prospettive per l’associazione tortonese «La Città dei Giovani», presieduta da Nicola Santagostino. Il progetto di punta al quale sta lavorando l’associazione è il «Progetto Prevenzione», un lavoro ambizioso che, realizzato grazie ai contributi di enti e fondazioni, per la prevenzione di problematiche del mondo giovanile come il bullismo, l’abuso di alcol e droghe, gli incidenti stradali. Tutti questi temi sono stati affrontati con un cortometraggio, molto forte e intenso, che lascia un messaggio ben chiaro per lo spettatore. Il progetto prevede che dopo la proiezione del cortometraggio segua un dibattito interattivo con i ragazzi che esprimeranno il loro punto di vista. «In questa esperienza - dicono i giovani dell’associazione - abbiamo trovato un altro importante amico interessato ed attento alla realtà della Città dei Giovani, Niccolò Torielli, un componente del programma televisvo “Le Iene” il quale si occupa da anni di prevenzione». (s.b.)
PARCO DEI NEBRODI

“GIOVANI ZER0 ALCOL” ALLA MARCONI DI SANT’AGATA MILITELLO
Sant’Agata Militello, 16/03/2011 - Dopo le scuole medie di Caronia, la campagna “Giovani Zer0 Alcol”, patrocinata dall’Unione dei Nebrodi ha toccato la scuola media del secondo istituto comprensivo "Guglielmo Marconi" di Sant’Agata Militello, accolta dalla referente professoressa Damiano e dalla prof. Catina che hanno collaborato nella messa a punto del percorso educativo.
Infatti la campagna si è inserita ed ha completato il filone iniziato già dai professori dell’Istituto che nei mesi scorsi avevano già lavorato con i ragazzi di terza media sulle mode giovanili legate al consumo di bevande alcoliche.
“ Giovani Zer0 Alcol” ha, dunque, trovato terreno fertile negli studenti della Marconi, i quali hanno potuto sfruttare il palcoscenico dell’auditorium della scuola per mettere in scena i "Role play" che chiudono la parte psicologica, esperienziale ma anche didattica della campagna.
Spiegare ai giovani l’effetto dell’alcol sul giovane organismo, informarli su come le performance individuali cambino sotto l’influenza dell’alcol; come anche una banale serata in pizzeria può trasformarsi in una situazione a rischio quando si deve tornare a casa in motorino.
Ma anche insegnare ai ragazzi a leggere le etichette e analizzare con loro le bottiglie e le lattine contenenti alcol da cui sono attirati per la forma, il colore e il sapore, è utile a prevenire o, quantomeno, limitare l’uso di alcol in giovane età.
Per spiegare ai giovani il danno dell’ approccio facile e spensierato alle bevande alcoliche e farli riflettere sulle scelte sbagliate che ogni giorno rischiano di compiere, gli animatori hanno utilizzato anche video e cartelloni e l’Unione dei Nebrodi ha distribuito a tutti gli alunni della scuola un depliant didattico informativo per completare con un l’approccio ludico - partecipativo questa campagna antialcol.
IL PICCOLO

Ass e Sissa in tandem per combattere l’alcol tra i giovani
16 marzo 2011 — pagina 42 sezione: Nazionale
Sei lezioni di comunicazione per combattere l’abuso di alcol tra i giovani. È il nuovo progetto di formazione proposto dalla Direzione centrale salute della Regione assieme all’Azienda sanitaria triestina in collaborazione con il Master in comunicazione della Scienza della Sissa. Una full immersion di tre giorni per sei lezioni destinate a una trentina di operatori dei Dipartimenti di prevenzione e delle dipendenze delle sei Aziende sanitarie territoriali regionali. L’obiettivo è prevenire l’alcol tra i giovani, soprattutto tra gli adolescenti, coinvolgendo il personale sanitario in un programma di studio mirato a migliorare le forme di comunicazione per cercare di trovare soluzioni a un problema che sta diventando un’emergenza, come ha sottolineato il direttore dell’Ass triestina Fabio Samani. «Per la prima volta - ha spiegato Samani - la nostra Azienda collabora con i professionisti della Sissa sull’abuso di alcol tra i ragazzi. Acquisire capacità comunicative su questo tema è importante per promuovere la salute e prevenire i danni da alcol». La comunicazione della salute è stata anche inserita tra gli obiettivi del Piano triennale regionale di prevenzione. «Lo scopo è intervenire attraverso la comunicazione sugli stili di vita delle persone - è intervenuto Roberto Ferri, direttore d’area della Direzione centrale salute - Noi puntiamo sulla libera scelta, ma informata, perché le persone si adoperino a restare in buona salute. E in questo caso comunicare significa, grazie al supporto della Sissa, partire da elementi scientifici. L’alcol tra gli adolescenti e soprattutto tra le ragazze è un problema importante. L’obiettivo finale è in termini di salute». Gli esperti della Sissa, che da più di vent’anni si occupano di comunicazione della scienza, hanno sottolineato che l’abuso e la dipendenza da sostanze implica la perdita di controllo cognitivo e volontario del comportamento per l’effetto stesso che le sostanze, come l’alcol, hanno sul sistema nervoso centrale. Il corso vuole fornire competenze e pratiche di base per comprendere le potenzialità dei programmi di prevenzione sull’alcol e realizzare delle campagne di comunicazione pubblica efficaci tra i giovani; sondare la percezione dei rischi, i limiti e l’utilità di campagne choc, e saper valutare i rischi della pubblicità e il ruolo dei media. Ivana Gherbaz
IL TIRRENO

Allarme alcol, esperti a confronto
14 marzo 2011 - PISTOIA. Un convegno regionale di grande spessore, quello sul "Rischio e danni da consumo di alcol" che si terrà nella giornata di domani nella sala ex emodialisi dell’ospedale del Ceppo di Pistoia. Il simposio, a cui parteciperà anche l’assessore regionale per il Diritto alla salute, Daniela Scaramuccia, fa seguito ai corsi di formazione organizzati dall’azienda sanitaria pistoiese e previsti dal progetto Hph Alcol, che hanno coinvolto quasi tutti i responsabili di unità operative con lo scopo di formare personale medico e tecnico-infermieristico. Lo scopo principale è quello di confrontare esperienze e competenze tese ad individuare precocemente anche casi di alcolismo occulto. I consumi di alcol rappresentano ormai da anni una delle principali cause di morte a livello mondiale, e la Toscana non fa eccezione.
Anzi, secondo l’Iss (Istituto superiore di sanità) la nostra regione è quella con maggiore prevalenza di consumatori a rischio. In Toscana, infatti, il numero dei decessi per malattie alcol-correlate è superiore alla media italiana e i ricoverati che ogni anno ricevono diagnosi di una patologia correlata all’alcol sono più di 3.200 (di cui il 72 per cento sono uomini). Ancor più grave sono i consumi in aumento nei minorenni (dagli 11 anni di età in su) e l’aumento dei ricoveri per intossicazione acuta da alcol, rispetto ai ricoveri per patologia alcol correlata. Il convegno è aperto a tutti (registrazioni alle 8,30). Ai partecipanti che ne hanno diritto verrà rilasciato un attestato che comprende 6 crediti formativi.
ECCO I RISULTATI DEL CONVEGNO SUDDETTO

IL TIRRENO

Prevenire individuando i potenziali alcolisti
16 marzo 2011 — pagina 03 sezione: Pistoia
PISTOIA. La sala riunioni dell’ex padiglione Emodialisi del Ceppo ha ospitato il convegno regionale sul “Rischio e danni dal consumo di alcol”. «Lo scopo principale - ha spiegato Alessandro Natali, direttore di Gastroenterologia e moderatore del convegno, in veste di responsabile del gruppo Hph-Alcol (dall’acronimo inglese Ospedale per la promozione della salute) - era quello di confrontare esperienze e competenze per prevenire e curare l’alcolismo, che rappresenta ormai da anni una delle principali cause di morte a livello mondiale. Ma in particolare abbiamo indirizzato l’attenzione sull’individuazione del “potenziale alcolista”, ossia di quei soggetti che, spesso senza accorgersene, stanno andando verso una vera e propria dipendenza dall’alcol».
«Individuare questi soggetti - ha aggiunto la direttrice del Sert di Pistoia, Cinzia Groppi - costituisce un doppio vantaggio: per loro e per il servizio sanitario. Perché, da un lato è più breve il cammino per tornare a un corretto stile di vita, dall’altro perché sono minori i rischi di patologie correlate all’alcol e quindi anche di minori costi per la sanità pubblica».
Non è però un’opera semplice. «Perché - ha spiegato Fabrizio Fagni, direttore del Sert della Valdinievole - questi soggetti tendono ad evitare i nostri servizi, un po’ per vergogna, ma anche, e soprattutto, perché tendono a minimizzare il loro stile di consumo e i rischi che ne derivano».
La valenza regionale del convegno, che ha visto la partecipazione dell’assessorato regionale per il Diritto alla salute nella figura di Lorenzo Roti, medico responsabile dei Servizi alla persona sul territorio, è dovuta anche a un dato poco confortante: secondo l’Istituto superiore di Sanità, la Toscana è la regione con maggiore prevalenza di consumatori a rischio di malattie alcol-correlate. La scelta di Pistoia come sede del simposio, invece, è un po’ il riconoscimento dell’esperienza maturata nell’Asl 3 che, come afferma Giuseppe Balli, alcologo e project management Hph, «è stata fra le prime a strutturare progetti organici per la prevenzione e la cura dell’alcolismo a partire dal progetto Skypper, varato diversi anni fa dalla Regione e sperimentato dal Ceis nella nostra provincia: il padre di tutti i progetti di comunità successivi contro l’alcolismo».
L’ANGOLO DELLE RICERCHE

POUR FEMME

La passione si accende con l’alcol per molte donne
Pubblicato da Francesca Bottini in Afrodisiaco, Libido, Piacere.
Mercoledì, 16 Marzo 2011.
Per moltissime donne, l’alcol diventa un irrinunciabile “aiutino” prima di avere rapporti con il partner.(*) Sembra un’esagerazione ma invece, stando ai dati di un recente ricerca, è proprio così. Le donne sono frenate nell’intimità e spesso, bere un bicchiere in più, può aiutare a superare le proprie paure e le proprie inquietudini. Lo studio è stato condotto dalla ricercatrice statunitense Kathryn Lakeland su 3mila donne in età fertile, tra i 18 e i 50 anni. Pensate che quasi la metà delle donne intervistate ha ammesso di fare uso di bevande alcoliche prima di una notte di passione per riuscire così ad essere più disinvolta.
Il vero problema di questa condizione, oltre al fatto che l’alcol è dannoso per la salute, è soprattutto il fatto che, poi, ricordare quello che si è fatto diventa davvero difficile. Inoltre quattro donne hanno anche ammesso di aver bevuto prima di un rapporto con il proprio fidanzato.
C’è poi un dato davvero preoccupante: ben il 75% delle intervistate è solita dare uso di alcolici prima di fare l’amore con il partner.
L’ansia da prestazione femminile esiste dunque? A sentire questi dati parrebbe proprio di si, perché le donne, e non solo gli uomini, hanno spesso paura di affrontare l’intimità ma soprattutto di lasciarsi andare alle proprie emozioni.
Il problema è che poi, se questa diventa un’abitudine, ci sono donne che hanno seri problemi ad affrontare l’intimità con il partner da sobrie.
(*)Nota: l’alcol toglie i freni inibitori e ti fa fare anche quello che non vorresti mai fare!
DONNA TUTTOGRATIS

New York Upstate Medical University: effetti dell’alcol durante la gravidanza
15
Venerdì, 18 Marzo 2011
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