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Spagna: le “morti bianche” insanguinano l’asfalto

Secondo uno studio quinquennale della Mapfre, il 15% degli incidenti stradali avviene in contesti professionali
Nel solo 2009 ben 283 morti e 70mila feriti vittime sulla strada per lavoro
 




(ASAPS) MADRID, 23 marzo 2011 – Anche in Spagna gli infortuni professionali stradali costituiscono una parte importante della sinistrosità: un incidente stradale su dieci è infatti un infortunio sul lavoro, eventi rilevati nel percorso casa-lavoro e viceversa, i cosiddetti infortuni in itinere (71,1%), e quelli che, invece, avvengono in orario di lavoro nel corso di spostamenti ad esso dipendenti (23%). La maggior parte di essi, secondo un’indagine condotta dalla fondazione Mapfre e pubblicata sul quotidiano iberico El Mundo nei giorni scorsi, avviene nelle prime ore del mattino, soprattutto al lunedì mattina, e non vede coinvolti solo i settori professionali dell’autotrasporto, che incidono poi nel 15% del totale. Il rapporto redatto dalla Mapfre “l’evoluzione della sinistrosità stradale professionale in Spagna (2005-2009)” chiude con un bollettino inquietante, anche se la tendenza è in diminuzione: 283 morti (e 70mila feriti) su un totale di 1.897 vittime della strada rilevate dalla Direzione Generale del Traffico nel 2009, pari al 14,9%. Una considerevole parte di incidenti stradali professionali avviene al volante di un’auto, mezzo che nell’incidenza generale ha fatto registrare un continuo incremento fin dal 2005, anno di inizio dello studio passando dal 38 al 50%, rispetto ad altri mezzi come le due ruote o i veicoli commerciali. Sul fronte delle professioni, desta molta preoccupazione il fatto che aumentino gli infortuni tra gli amministrativi e quelli dei dipendenti delle imprese di pulizia di uffici ed hotel: è possibile che sia la crisi a spingere sui pedali di questi soggetti. Ciò è direttamente confermato anche dal fatto che sono in diminuzione gli eventi infortunistici di categorie proverbialmente a rischio incidente professionale, come i veicoli da trasporto collettivi di operai edili, i camionisti e gli operai impiegati in costruzione e manutenzione di opere stradali. Il sesso: se la percentuale di uomini è in discesa, dal 66,5% del 2005 al 59,7% nel 2009, aumenta il numero di donne coinvolte, 40,3% nella rilevazione del 2009 contro il 33,5% annotato nel primo anno di rilevazione statistica. L’88,2% dei coinvolti, tra morti e feriti, è di nazionalità spagnola, mentre il 12,8% è straniero, in prevalenza colombiani e rumeni: questo indicatore è molto importante perché attesta, se affiancato ai dati degli osservatori ASAPS sulla sinistrosità, che se un 25/30% dei sinistri vede coinvolti in maniera attiva cittadini esteri, una buona parte di essi è vittima della strada. Nel caso dei pirati, ad esempio, i dati raccolti dall’ASAPS nel 2010 indicano che il 7,9% delle vittime non sono italiane. (ASAPS)

 

Venerdì, 25 Marzo 2011
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