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Rassegna alcol e guida del 23 marzo 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta
 
IL GAZZETTINO (Treviso)

Seconda serata…
VEDELAGO - (gvolp) Seconda serata organizzata dall’Associazione Pensionati San Martino, dedicata ai problemi degli anziani. Questa sera alle 20,30, nella sede di via Lazzaretto 36, verrà sviluppato il tema: "Vino, birra e la patente", ovvero le conseguenze di mettersi al volante sotto gli effetti dell’alcol. Relatore Benedetto Allegro, nuovo comandante della Polizia Locale. (*)
 
(*) Nota: come mai ho messo in testa alla rassegna stampa questo articolo, che potrebbe sembrare di secondaria importanza?
Perché contiene due bellissime perle, che hanno colpito la mia attenzione.
Provate a leggerlo bene… se vi arrendete nelle prossime righe vi svelo il mistero.

Guardate il tema della serata: non parla di alcol!!!
A differenza di quanto viene fatto nella gran parte degli incontri di questo tipo, non si parla di una sostanza che nessuno beve e che quindi non coinvolge i presenti né li motiva a riflettere sui propri comportamenti, ma si discute di vino e di birra, ovvero proprio di quello che bevono le persone. I presenti sapranno che si sta parlando anche di loro.
Le parole sono importanti: se vogliamo essere incisivi nel nostro lavoro di prevenzione dovremmo imparare dall’Associazione Pensionati San Martino, e smettere una buona volta di parlare di alcol, buono per le pulizie domestiche, per occuparci finalmente del vino, della birra e delle altre bevande alcoliche.
La seconda perla è forse un po’ più nascosta, ma non meno rilevante: in una cultura che tende ad associare sempre ai giovani tutte le sofferenze legate al bere, questa straordinaria associazione organizza un incontro “Vino, birra e la patente” in un ciclo di incontri sui problemi degli anziani!
In Italia il bere della terza e della quarta età è problema enormemente sottostimato, eppure anche oggi in rassegna abbiamo testimonianza di quanto dolore possa provocare.
IL GAZZETTINO (Treviso)

«Venite a prendermi, altrimenti la ammazzo»…
di Valeria Lipparini
«Venite a prendermi, altrimenti la ammazzo». Dopo aver pestato l’anziana madre, infierendo su di lei con calci e pugni, Sergio Bassan, 63 anni, residente a Villorba, ha chiamato i carabinieri. Poi, è sceso in strada e ha aspettato l’arrivo della pattuglia.
I militari dell’Arma di Spresiano, giunti sul posto, coordinati dalla compagnia di Treviso, hanno capito subito che l’uomo era in preda ai fumi dell’alcol. Sono saliti in casa e hanno trovato la donna, 89 anni, a terra, incapace di alzarsi. È stato allertato il Suem e i medici l’hanno immediatamente soccorsa e trasportata in ospedale dove è stata medicata: le sono state riscontrate contusioni in ogni parte del corpo e un trauma alla mano. È stata giudicata guaribile in sette giorni.
Il figlio, invece, è stato arrestato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, lesioni, minacce e violazione dell’obbligo di assistenza. Torna così in carcere, dopo esserne uscito due mesi fa. Era stato arrestato per furto in abitazione e aveva interamente scontato la condanna. Dalla galera, era tornato ad abitare con l’anziana madre, che ha gravi difficoltà di deambulazione, non esce mai di casa e si sposta appoggiandosi a un bastone. La vita tra i due, però, non è mai stata serena. Le botte, per l’anziana donna, erano all’ordine del giorno e la sua paura era cresciuta proporzionalmente con l’intensificarsi delle violenze subìte dal figlio. Per questo non aveva mai denunciato i fatti e non aveva cercato protezione nè dalle forze dell’ordine, nè dalle assitenti sociali del Comune.
Poi, lunedì, poco dopo le 18.30, l’ennesimo e più terribile episodio. Bassan era rientrato completamente ubriaco e aveva cominciato a urlare imputando all’anziana madre la sua sfortuna. A far scattare la molla era stata la parcella dell’avvocato che lo aveva assistito nelle ultime traversìe legali. Il conto non era stato pagato e lui, che ha da sempre problemi con l’alcol, ne ha addossato la colpa alla mamma. All’arrivo dei carabinieri l’anziana donna non voleva sporgere denuncia contro il figlio. Ha paura. Lui le ha promesso che, prima o poi, riuscirà ad ammazzarla. Eppure, lunedì si è fermato un attimo prima di compiere l’estremo gesto. E, in un attimo di lucidità ha chiamato i carabinieri perchè gli impedissero di infierire ancora sul corpo della povera donna. L’anziana, in cuor suo, spera che quel figliolo si ravveda e smetta di pestarla a sangue, com’è successo lunedì scorso. Proprietaria dell’abitazione in cui abita, ha anche un altro figlio che, però, non vive con lei.
SAVONANEWS.IT

Settantatreenne ubriaco con la 600: auto sequestrata e patente sospesa
Sequestro del veicolo e sospensione della patente per il conducente
Martedì 22 Marzo alle ore 21.10, una unità operativa della Polizia Municipale di Albenga, nel corso del servizio di pattuglia auto del turno serale presso la Strada Provinciale 1 Aurelia, ha provveduto al controllo di una autovettura FIAT Seicento, condotta da G.W.G., 73enne residente a Pietra Ligure.
Il conducente, in stato di alterazione psico-fisica, evidenziata da caratteristiche sintomatiche quali sproloquio di frasi sconnesse, instabilità sulle gambe ed esalazioni riconducibili presumibilmente all’assunzione di bevande alcoliche, è stato sottoposto ad accertamento del tasso alcolemico che, eseguito prima con apparecchio precursore, quindi con apparecchiatura etilometro, ha dato esito positivo (1,96 g/l). Gli agenti della Polizia Municipale hanno quindi provveduto al sequestro del veicolo e alla sospensione della patente per guida in stato di ebbrezza e per accertato valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro.
LA NAZIONE

Ucciso dalla povertà
Dramma in stazione
Il clochard è morto di crepacuore, resta il giallo dell’aggressione. L’autopsia esclude la morte violenta. Tanti lividi a ‘testimonianza’ di colpi e cadute
di CORRADO RICCI
La Spezia, 22 marzo 2011 - IL CUORE di Alessandro Diamanti non ha più retto alle sofferenze di un’esistenza minata dall’alcol, dall’ansia per il domani, dal vuoto indotto dai fallimenti, dalla perdita del lavoro e dalle difficoltà a trovare un’occupazione. Il peso delle tribolazioni lo ha schiacciato.
Sì - sul corpo del clochard di 44 anni, nativo di Bedonia, con residenza pregressa a Follo, morto alla stazione ferroviaria - ci sono degli ematomi, quelli che avevano lasciato ipotizzare un’aggressione, ma se anche questa ci fosse stata non avrebbe potuto avere conseguenze letali. L’autopsia, questa la certezza di giornata dopo i dubbi, non ha fatto emergere traumi che possano giustificare il decesso. E’ durato circa quattro ore, ieri pomeriggio, l’accertamento disposto dal pubblico ministero Claudia Merlino ed eseguito dall’anatomopatologa Susanna Gamba. Risultato: nessuna traccia di lesioni interne, di emorragie indotte da ferite. Solo alcuni lividi in varie parti del corpo: agli avambracci, all’emitorace, alle gambe. Ematomi circoscritti sul piano dimensionale; l’area delle singole superfici è quella delle monete da due euro. Più che a pugni proibiti, lasciano pensare a ’colpi’ autoprocurati, magari indotti dall’instabilità tipica dei momenti in cui l’alcol allenta la presa con il suolo e l’ubriaco sbanda, picchia contro gli spigoli, cade. Caso chiuso? Ci vorranno novanta giorni per conoscere il risultato degli esami istologici e tossicologici; ma appare escludibile, allo stato, la morte violenta.  Quelle frasi sillabate ad un amico clochard, alla stazione ferroviaria, prima di accasciarsi sul marciapiede tra il quarto e quinto binario, avevano avuto l’effetto di aprire inquietanti scenari.
«MI SENTO MALE... ho dei dolori...» «Ti hanno picchiato?» è stata la domanda dell’amico, forse memore di fatti pregressi.
E lui, ambiguo, esausto: «Ti spiegherò domani...». Come che qualcosa fosse successo davvero. Poi è crollato, senza più riprendere conoscenza. Vane le manovre rianimatorie effettuate sul campo dai sanitari del 118. E, con gli ematomi evidenziati dalla prima ricognizione esterna, l’ipotesi choc dell’aggressione, con l’idea parallelo del possibile luogo: sotto i portici nei pressi della cattedrale, dove Alessandro era solito chiedere l’elemosina. Gli investigatori hanno setacciato la zona. Ma da lì non è emerso alcun riscontro, dopo una giornata, quella di domenica, quanto mai ’movimentata’ per via della fiera di San Giuseppe. Se davvero fosse successo qualcosa di grave, i testimoni avrebbe dovuto essere molti e qualcuno disposto a riferire ci sarebbe stato. Invece nessuno ha visto, nessuno si è presentato in questura in mattinata, dopo il clamore e degli interrogativi indotti dalla notizia della morte del clochard. Questa mattina il magistrato, con ogni probabilità, firmerà il nulla osta per i funerali. Ma per ora nessun familiare si è fatto avanti in procura o presso le pompe funebri per assicurare ad Alessandro un funerale, una sepoltura.
IL NOLANO

Prof alza il gomito, auto confiscata
NOLA - Professore col vizietto per l’alcol. Può accadere, purché non in classe; se poi incappi nei controlli della Polstrada puoi scordarti la patente. Ieri sera gli agenti della Polizia stradale di Nola, diretta dal comandante Sabato Arvonio, hanno aggiunto un nuovo “caso” all’album di curiosità che ogni notte aggiornano dal loro punto di vista privilegiato: quello di chi quotidianamente lavora per prevenire incidenti e fermare chi si mette alla guida alterato dall’alcol o da altre sostanze. Ne hanno viste tante i poliziotti, compresa quella accaduta ieri sera lungo la 7bis, in direzione Acerra. Un’auto che viaggiava a zig zag sulla carreggiata. Fermata da una pattuglia, all’interno in evidente stato di ebbrezza un distinto signore di 50 anni, un docente di educazione fisica in evidente stato confusionale e con l’alito vinoso. La pattuglia ha proceduto al controllo con l’etilometro e l’accertamento ha dato un valore 4 volte superiore al consentito. La patente gli è stata ritirata e sarà sospesa per un anno, inoltre gli è stata comminata una sanzione di 1500 euro di sanzione. Rischia inoltre da 6 mesi ad un anno di arresto. L’auto gli verrà confiscata.
CI SCRIVE RENATO BERNARDINIS

Disabilità e alcool
Il giorno 6 marzo2011 sono stato testimone di un increscioso e quanto mai diseducativo comportamento da parte di persone adulte che erano accompagnatrici di persone down, alcolisti, minori o con gravi problemi d’infermità mentale. A Cividale del Friuli era stata organizzata una festa di carnevale per le persone sopra elencate e, dopo la S.Messa c’era il pranzo conviviale carnevalesco poiché tutti si erano messi in maschera, il tutto in un capannone messo a disposizione da una ditta locale.
Personalmente accompagnavo un gruppo di minori ospiti della “Casa Immacolata di don Emilio de Roja”, ma con noi c’erano anche alcuni Alcolisti. Iniziato che fu il pranzo e dopo aver mangiato il primo piatto, alcune donne dell’organizzazione iniziarono a passare tra i tavoli offrendo del vino a quanti lo desideravano. Potete ben immaginare la mia rabbia e il mio risentimento a fronte di tale comportamento, ma, molto deciso e con educata garbatezza, sono andato dai responsabili del convivio per sospendere immediatamente quella distribuzione.
Perplesso e fortemente risentito per la risposta che mi è stata data dagli addetti ai lavori, i quali, così mi hanno riferito; “ il vino era stato messo a disposizione dalla ditta stessa che aveva fornito i locali e, a loro avviso, era una buona cosa “allietare” la festa con un bicchiere di vino”. Evidentemente queste persone, o non leggono i giornali e non guardano la TV oppure sono loro stessi nel “problema”.
Concludendo, credo che i disabili abbiano già abbastanza sofferenza da sopportare e subire, senza che altri interferiscano nella loro già travagliata esistenza con comportamenti a dir poco assurdi e incomprensibili. Questo scritto è per prevenire che altre persone, facenti parte del volontariato, prima di agire in modo errato nei confronti di persone già sofferenti, riflettano sul loro operato.
Renato Bernardinis
Udine 21 marzo 2011
ROMAGNA OGGI

Forlì, devastano casa durante lite. Nei guai marito e moglie
FORLI’ - Violenta lite familiare lunedì sera sedata dagli agenti della Volante della Questura di Forlì. L’episodio, che ha visto coinvolti una ventottenne di nazionalità russa ed il marito italiano di 32 anni, si è consumato intorno alle 20 in un’abitazione al quartiere Romiti. A chiedere l’intervento del 113 è stato l’uomo quando la discussione è degenerata. Quando i poliziotti sono giunti sul posto, l’appartamento si presentava in uno stato pietoso.
C’era vetro e sangue sul pavimento. La coppia ha avuto una colluttazione, durante la quale è andata in frantumi la porta a vetro. Nella circostanza sono rimasti feriti entrambi: la donna ha riportato un taglio al braccio, mentre il compagno ha riportato una ferita ad una spalla. I due sono stati soccorsi dai sanitari del ‘118’. Per entrambi, autori e parte offese della discussione, è scattata una denuncia a piede libero per minacce e lesioni.
La coppia ha anche due figli, un maschio ed una femmina di 5 e 10 anni, che sono stati portati via dallo zio poco prima che si scatenasse il pandemonio. Non chiaro il motivo della lite, presumibilmente degenerata dall’alcol. La donna infatti presentava uno stato d’alterazione dovuto a qualche bicchiere di troppo.
POLITICA SULL’ALCOL DEL REGNO UNITO

Notizie e analisi per il settore della riduzione di alcol danno 
Libera traduzione di Roberto Argenta
Il limite di alcol consentito alla guida rimarrà a 80mg, ma verrà rafforzata l’applicazione  delle norme attuali
Londra, 21 marzo 2011 - Il segretario ai trasporti Philip Hammond ha annunciato che il limite legale di alcol alla guida rimarrà 80 mg per 100 ml di sangue.
Secondo un comunicato stampa del governo il punto centrale sul tema sarebbe invece "una migliore attuazione dell’educazione sulle bevande e le droghe  che mettono a rischio la vita umana alla guida".
La decisione ha tuttavia attirato critiche, visto che lo scorso anno una relazione indipendente ha chiesto di  abbassare il limite legale.
Nella relazione Sir Peter Nord ha proposto l’abbassamento del limite a 50 mg, sostenendo che in questo modo si potrebbero salvare centinaia di vite. Il limite sarebbe in linea con quelli della maggior parte dell’Europa.
Il Ministro dei Trasporti Philip Hammond sostiene: "il numero di decessi alcol/guida è sceso di oltre il 75% dal 1979. Ma il bere alla guida uccide ancora centinaia di persone, quindi abbiamo necessità di prendere provvedimenti duri ... Dopo un attento esame abbiamo concluso che il migliorare l’applicazione delle norme esistenti probabilmente avrà un impatto maggiore sui guidatori a rischio piuttosto che abbassare il limite”.
In merito a proposte e consigli su alcol e guida, sono state delineate ulteriori misure, tra cui:
-  Decadenza del diritto di effettuare un esame del sangue per le persone il cui risultato all’etilometro sia risultato inferiore al 40% oltre il limite.
-  Introduzione di un protocollo "più rigido" per la riabilitazione richiesta a coloro che vengono trovati molto oltre il limite legale e che devono seguire un corso di recupero.
-  Fornitura di etilometri sia portatili che fissi alla polizia.
-  Contrasto agli espedienti utilizzati dai trasgressori ad alto rischio per ritardare gli esami medici.
-  Semplificazione della procedura per gli esami pertinenti ad alcol e guida in ospedale.
IL GIORNALE DI CALABRIA

Ucciso per un furto di 25 euro      
È quanto hanno scoperto i Carabinieri di Cirò Marina che hanno fatto luce sull’omicidio di Stoica Costel arrestando il presunto assassino
CROTONE. Un furto di 25 euro è alla base del delitto avvenuto lo scorso 8 febbraio in un’abitazione di Cirò Marina che l’assassino ha poi tentato di far passare per un incidente. L’omicidio di Stoica Costel, il rumeno di 32 anni ucciso con un colpo contundente alla testa, è stato ricostruito dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Cirò Marina diretta dal capitano Paolo Nichilo nel corso di una rapida indagine che ha permesso di scoprire l’autore. Si tratta di un altro rumeno, Cornel Nelu Ghinea, manovale di 36 anni, che nella tarda serata di lunedì è stato rintracciato mentre percorreva in bicicletta via Roma, a Cirò Marina. I militari gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Crotone. “Un omicidio maturato in un contesto segnato da grande squallore e miseria in cui si vive di espedienti e segnato anche da un alcolismo sfrenato. All’inizio sembrava un fatto accidentale, ma le successive indagini hanno consentito di ricostruire i fatti” ha spiegato il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, Raffaele Mazzotta nel corso di una conferenza stampa - svoltasi presso il Comando provinciale dei Carabinieri di Crotone dove sono stati illustrati i particolari dell’arresto di Cornel Nelu Ghinea. Il procuratore della Repubblica, dando atto della rapidità con la quale gli investigatori dell’Arma hanno individuato l’esecutore del fatto di sangue, ha parlato di un “altro importante risultato” tanto che su cinque omicidi compiuti dall’inizio dell’anno, quattro sono stati risolti. Il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Francesco Iacono, ha parlato di “giallo risolto in quello che all’inizio sembrava il rinvenimento di un cadavere per morte causata da uso smodato di sostanze alcoliche e che le indagini hanno invece dimostrato trattarsi di omicidio maturato in contesto di estremo degrado”. Proprio in questo ambiente è nata la vicenda, come ha spiegato il capitano Paolo Nichilo, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Cirò Marina: una lite che ha coinvolto i due rumeni, che occupavano la stessa abitazione a Cirò Marina, perchè la vittima contestava a Cornel Nelu Ghinea l’ammanco di 25 euro dal giubbotto di suo fratello, terzo inquilino della casa. Ne è seguita una prima lite verbale alla quale è seguita una seconda nel corso della quale Cornel Nelu Ghinea ha colpito la vittima alla nuca e ha poi cercato di simulare un malore del connazionale adagiandolo su un divano; in questa circostanza si è fatto aiutare da una terza persona alla quale aveva riferito che Stoica Costel aveva avuto un malore dopo aver ingerito molto alcol. Le successive indagini dei Carabinieri, sorrette dai riscontri dell’esame autoptico sul corpo di Stoica Costel, da testimonianze raccolte e da intercettazioni, hanno fatto concentrare l’attenzione su Ghinea che, nel frattempo, ha cercato di costruirsi un alibi, di concordare la versione che i testimoni avrebbero dovuto fornire agli investigatori.
IL SOLE 24 ORE

Enologia, passione a corto di posti
Giorgio Dell’Orefice
Professione enologo. Una volta era semplicemente il tecnico di cantina. Oggi, e sempre più spesso, riveste posizioni direttive per diventare il vero e proprio perno dell’azienda vitivinicola. Il ruolo dell’enologo mantiene intatto il proprio fascino ma resta anche una professione che richiede un’attenta valutazione delle trasformazioni avvenute negli anni di pari passo con i cambiamenti del settore vitivinicolo.
La figura dell’enotecnico diventa rilevante a partire dall’inizio del secolo scorso dopo che, nella seconda metà dell’Ottocento, l’avvento dall’America di tre parassiti (oidio, filossera e peronospera) aveva rischiato di cancellare dall’Europa la vite e il vino. Fu in quegli anni che ci si convinse che il settore vitivinicolo aveva bisogno di basarsi su solide competenze tecniche e non più sulle tradizioni colturali tramandate di padre in figlio.
Così nel corso del ’900, con la regìa dei tecnici vitivinicoli si affermarono fermentazione a temperatura controllata, analisi enochimiche, controlli microbiologici e aumentò l’attenzione per l’igiene in cantina. Aspetti che ridussero per i viticoltori il rischio di compromettere intere annate mentre consentirono ai vini di accrescere la loro qualità e di conquistare così mercati sempre più vasti.
A cavallo degli anni ‘80 e ‘90, nella fase di maggiore espansione del comparto del vino made in Italy enotecnici ed enologi hanno vissuto il loro “magic moment” culminato nella legge 129 del 1994 sull’”Ordinamento della professione di enologo”. Il decreto ha sancito il passaggio da una formazione scolastica (si prevede che con la recente riforma Gelmini le scuole enologiche si ridurranno nei prossimi anni di un 50%) a una di stampo universitario. Per cui se in passato si otteneva il titolo di enotecnico al termine di un corso di studi di sei anni in un istituto superiore (vanno ricordate le scuole enologiche di Conegliano e di Alba, con oltre 130 anni di attività) dopo la legge del ’91 si diventa enologi solo dopo una laurea triennale. Al momento sono venti le università italiane (da Torino a Milano, da Bologna a Firenze fino a Napoli e a Palermo) che prevedono il corso di laurea in enologia.
A partire però proprio dagli anni ’90 la figura dell’enologo ha subìto un ripensamento in linea con i principali trend del settore vitivinicolo. Il vigneto italiano è passato dagli 1,2 milioni di ettari degli anni ’80 ai 640mila di oggi. Mentre la produzione di vino, da una media di 63,6 milioni di ettolitri del periodo 1986–95 è scesa ai 45,5 milioni degli ultimi tre anni. Aspetti che non mancano di avere riflessi sulla professione. Secondo le stime di Assoenologi, l’associazione degli enologi ed enotecnici italiani (che associa il 90% dei 4.400 tecnici attivi in Italia) la dimensione minima richiesta a un’azienda per poter giustificare e sostenere il ricorso a un enologo è di 30 ettari. E nonostante in Italia operino circa un milione di aziende vitivinicole quelle che raggiungono tale dimensione minima sono circa 5mila. «La profonda razionalizzazione del settore vitivinicolo ha fatto sì che in passato gli enologi venissero assorbiti appena terminato il corso di studi – spiega il direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli – ma adesso non è più così. Secondo le nostre stime in media si iscrivono ai corsi di laurea in enologia circa 600 studenti l’anno. Di questi però il 50% abbandona gli studi nel corso del primo biennio e solo 200 circa giungono alla laurea. Dal canto suo il settore è in grado di assorbire, compreso il normale turnover, non più di 150 enologi l’anno. Quindi, da un lato, la domanda e l’offerta di tecnici di cantina si sono molto avvicinate. Dall’altro non va dimenticato che l’Italia, rispetto a Francia, Spagna, e ai nuovi produttori, resta il paese che continua a offrire i maggiori sbocchi ai tecnici vitivinicoli».
Oltre al ridimensionamento del settore vitivinicolo la figura dell’enologo ha affrontato un ulteriore cambiamento. Il vino, ormai da tempo, è percepito sempre meno come un alimento quotidiano e sempre più come un prodotto di moda. «E l’enologo – aggiunge Martelli – che in passato era esclusivamente un tecnico di cantina ha poi via via sviluppato le proprie competenze commerciali e di marketing allargando sempre più all’interno dell’azienda vitivinicola il perimetro della propria attività. È per questo che, sugli oltre 4mila enologi oggi attivi in Italia, ben il 40% ricopre ruoli direttivi in aziende private o cooperative».
La chiave di volta resta però quella di una formazione in grado di andare al di là del semplice corso di studi. «La richiesta delle aziende – conclude il direttore di Assoenologi – ormai privilegia sempre più il percorso professionale e le esperienze sul campo che il solo corso di studi. E guarda anche alle competenze commerciali oltre quelle tecniche e alla conoscenza delle lingue straniere. E questo perché rispetto alla capacità di inventare un vino cult da oltre 100 euro a bottiglia è sempre più apprezzata quella di concepire e sviluppare un prodotto con un buon rapporto qualità/prezzo capace di produrre numeri e fatturato sui mercati».
IL GIORNALE

Genova
IN PIENA NOTTE, NELLA GALLERIA NINO BIXIO
Ubriaco guida contromano, bloccato da una volante
«Vado a destra o a sinistra? Va be’, andiamo a sinistra»: chi si è posto il dubbio, l’altra notte, è un ventitreenne genovese, ispirato da tutt’altri ardori che quelli politici. In realtà lui, reduce da abbondanti libagioni, era al volante della propria autovettura, in preda ad annebbiamento di riflessi più che a riflessioni ideologiche. In ogni caso, la scelta di «tenere la sinistra»-che è sempre penalizzante comunque la si vogli considerare - gli è stata doppiamente fatale: ha imboccato contromano la galleria Nino Bixio e, massimo della sfiga, si è trovato di fronte una «volante»della polizia. Stridore di freni, da parte del poliziotto alla guida, e blocco provvidenziale delle due vetture. C’è voluto poco, agli agenti, per capire chi fosse il temerario e, soprattutto, in che stato fisico e mentale si trovasse al momento. Diciamo che sono bastati una serie di singulti e l’afrore inconfondibile dell’ eccesso alcolico per capire che, insomma, in poche parole: quel giovane era ubriaco fradicio. Neanche in grado di reggersi in piedi, figurarsi di indovinare la strada giusta. L’autista del mezzo «fuori rotta» - annota Laura Rossi, della Questura di Genova - è stato dissuaso dal proseguire e denunciato per una serie di reati, mentre l’auto è stata affidata a un parente, perfettamente sobrio. Il quale, pur in presenza di qualche difficoltà, si è tenuto doverosamente e moderatamente a destra..
LIBERTA’

Minorenne ubriaco finisce in coma etilico

TRENTINO

ubriaco e violento

ALTO ADIGE

il tema: l’alcol nel vino

IL TIRRENO

wine art? e’ mancata la folla ma non gli affari - aronne angelici

LA REPUBBLICA

immigrati e alcol, l’ultimo allarme del sert

IL RESTO DEL CARLINO (Modena)

Controlli sui ragazzi che entrano in discoteca In molti non superano la «prova-etilometro»


IL RESTO DEL CARLINO (Cesena)

IN UN APPARTAMENTO DEI ROMITI ESPLODE UN LITIGIO TRA MOGLIE E MARITO, DI 28 E 32 ANNI LEI, UBRIACA, ...

 

Si picchiano sotto gli occhi delle figlie


LA NAZIONE (Livorno)

IL CASO
Ubriaco travolge il muretto che delimita la Fortezza Nuova Pagherà i danni


IL TEMPO ondine

Alcol e droga Denunciati 10 alla guida

WALL STREET ITALIA

Nadal testimonial mondiale contro l’abuso di alcol

 

Giovedì, 24 Marzo 2011
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