FRANCIA, NASCE LA POLIZIA DELL’IMMIGRAZIONE, SUL MODELLO DI QUELLA ITALIANA. ENTRO LA FINE DELL’ANNO, 300 OPERATORI di POLIZIA ASSUMERANNO NUOVE FUNZIONI |
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(ASAPS) PARIGI – È ufficiale: entro la fine di quest’anno, 300 funzionari della Polizia Nazionale daranno vita all’istituzione della Polizia dell’Immigrazione, in seno a quella di Frontiera (PAF). Il modello è quello italiano, che ormai è a regime e che da alcuni anni dipende da un Servizio Centrale, esattamente come la Polizia Stradale. La creazione di una “polizia dei clandestini”, come è stata ribattezzata con meno formalismi dagli organi di stampa, è stata decisa dopo aver constatato che il fenomeno migratorio è spesso incontrollato: l’esperienza italiana, che convive ormai da decenni con quotidiani sbarchi, e quella spagnola, che ha più della metà delle proprie coste affacciate nel bacino mediterraneo, hanno soltanto anticipato la realtà europea. Nei fatti, essendo impossibile sigillare le rotte clandestine dell’immigrazione, il fenomeno ha assunto una portata europea. La Francia, è solo uno dei primi paesi dell’Unione che prende questa decisione, vista anche la minaccia terroristica ed il proliferare della criminalità organizzata. I servizi di sicurezza, dati alla mano, hanno compreso che la semplice azione frontaliera in stazioni ferroviarie, porti marittimi ed aeroporti non è più sufficiente, e i flussi di migrazione illegale hanno fornito uno spaccato ben diverso da tutte le precedenti interpretazioni, secondo le quali la Francia era un luogo d’arrivo, una meta ambita e basta, scelta per gli effetti della politica coloniale e per la grande capacità recettiva offerta. Oggi, i nostri cugini sono alle prese con un’immigrazione di passaggio, che ha portato ad innalzare i livelli di criminalità e di allarme terroristico. La PAF, letteralmente la police aux frontieres, ha cominciato da tempo a rinforzare i propri capisaldi, in tutti i dipartimenti, ma la novità è la selezione di 300 poliziotti destinati a costituire nuove unità investigative, che avranno il compito di catalogare i flussi, identificarne le matrici e valutarne l’eventuale pericolosità. Da un punto di vista funzionale, le nuove squadre dipenderanno direttamente dalla Prefettura, che in Francia hanno mantenuto intatto il proprio spessore operativo, e che hanno continuato ad alimentare le informazioni al titolare dell’Interno, il ministro Nicolas Sarkozy. Proprio lui, Sarkozy, si era chiesto nel giugno scorso, le ragioni per cui a partire dal 2003, i centri di accoglienza del dipartimento di Corrèze (19), nella regione del Limosino (sud-ovest della Repubblica), sia divenuta improvvisamente meta di minatori cinesi ed africani, o perché – altrettanto improvvisamente – gli uffici immigrazione nella regione delle Calvados siano stati presi d’assalto da centinaia di richieste d’asilo presentate improvvisamente da persone dichiaratamente cecene, divenute poi kossovare nelle Ardenne, bosniache nel dipartimento di Meurthe-et-Moselle nella Lorena o in quello di Indre-et-Loire nella regione del Centro. Centinaia di flussi sono divenuti improvvisamente sospetti e ormai nessuna regione della Francia può dirsi immune, tanto che alcune regioni sono divenute immense polveriere con micce pronte all’innesco, come nel caso delle Calvados. Oggi, la Polizia di Frontiera francese può contare su una struttura centrale, che fa capo al ministero dell’Interno, e di 42 comandi periferici, molti dei quali hanno competenza assoluta su grandi scali aerei, marittimi e ferroviari. La parte autostradale è invece affidata alla Gendarmeria Nazionale, che espleta compiti di polizia stradale anche su gran parte della rete ordinaria, e che può contare su unità d’elite per la sorveglianza terrestre e marittima, oltre che di un efficientissimo servizio aereo. La PAF ha iniziato poi a costituire una decina di BMR, Brigate Mobili di Ricerca, che avranno compiti esclusivamente di polizia giudiziaria e che dovranno investigare. Le prime tre hanno già un organigramma, e saranno operative a Saint-Etienne, a Grenoble ed a Orléans. Alcuni organi di stampa locali hanno criticato la manovra, ritenendo che sarebbe stato più conveniente potenziare le strutture ora esistenti, ma la risposta ufficiale è che per andare a fondo serve un servizio specialistico, che comincerà dalla mano d’opera clandestina a quella stagionale, fino ad arrivare al terrorismo: non è un caso, infatti, che i nuovi detective arrivino proprio dalle UCLAT, le squadre speciali contro partiti armati o contro l’eversione religiosa. I capi area saranno 7 e verranno dislocati nelle prefetture più importanti: Parigi, Lione, Marziglia, Lille, Bordeaux, Renne e Metz. (ASAPS). |
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