Foto Blaco-archivio Asaps
(ASAPS), 30 marzo 2011- “Il fatto non costituisce reato”, lo schianto mortale fu causato ”dall’eccessiva velocità alla quale procedeva la moto della vittima”. Il giudice del tribunale di Chiavari, ha assolto con queste motivazioni un automobilista accusato di omicidio colposo in relazione all’incidente avvenuto a Rapallo nel marzo del 2009 costato la vita ad un centauro di 21 anni. Secondo quanto ritenuto dai magistrati della Procura della Repubblica di Chiavari anche e soprattutto sulla base delle perizie effettuate nel corso delle indagini, l’uomo è stato assolto perché l’incidente fu causato dalla velocità della moto. Decisiva in questo senso la consulenza fornita dall’ingegnere nominato dalla difesa. Il tecnico ha ricostruito nel dettaglio l’incidente, verificatosi di notte, alla periferia di Rapallo. Il consulente ha calcolato che prima della frenata, la moto della vittima viaggiava a una velocità di 120 chilometri orari in quel tratto di strada urbana dove la velocità prevista è pari a 50 chilometri all’ora. Se la motocicletta fosse transitata a un’andatura inferiore, ad esempio a 70 chilometri orari, lo schianto non si sarebbe verificato. Inoltre, sia secondo l’accusa, sia per la difesa e il perito, il motociclista procedendo a quella velocità, sebbene con il faro anabbagliante acceso, non era chiaramente visibile da parte del conducente della vettura che impegnò l’incrocio quando il semaforo per la moto era “giallo” da circa due secondi. (ASAPS)
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