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Articoli 06/05/2004

Carta d’identità biometrica per garantire più sicurezza nei trasporti

Carta d’identità biometrica
per garantire più sicurezza nei trasporti

di Lorenzo Borselli

l mondo occidentale è oggi dipendente dalla propria capacità di spostare merci e uomini. Questa è la sua forza e la sua debolezza, tanto che i terroristi di Al Qaeda non hanno esitato a sfruttare questa sua capacità di movimento insinuandosi nei delicati e vulnerabili meccanismi posti a sicurezza della mobilità globale ritorcendola contro al “Grande Satana”. Il tragico attentato delle Twin Towers e quello di Madrid hanno insegnato al mondo intero che per muoversi senza rischi è paradossalmente necessario rinunciare ad una enorme parte di libertà di movimento che finora aveva contraddistinto proprio gli occidentali, deboli nella propria difesa perché esposti agli spifferi di frontiere colabrodo e controlli sempre meno efficaci, davanti alla capacità mimetica di molti suoi nemici infiltratisi negli anni e messi in stand by, dotati di tecnologie innovative e capaci di riciclare migliaia di identità con documenti falsi e contraffati in maniera sempre più vicina alla perfezione dello specimen.
In una recente mostra annuale sulla sicurezza alla periferia di Parigi, un’azienda transalpina (la SAGEM) ha dichiarato che è operativo un gruppo di lavoro che comprende Aeroports de Paris, che gestisce gli scali dello Charles de Gaulle e di Orly, la compagnia di bandiera Air France e la Polizia Nazionale, impegnato in studi volti all’individuazione di una tecnologia per consentire al passeggero dell’aria di ricorrere ad un tipo di check-in completamente nuovo. Il sistema si baserà sulla possibilità da parte di un viaggiatore di mostrare la sua identità mediante una smart card (simile ai chip dei nostri telefonini) e la propria impronta digitale.
In sostanza una carta d’identità biometrica, che potrebbe fornire alle forze di sicurezza di contrastare la possibilità, da parte di terroristi o semplici criminali, di oltrepassare i varchi d’imbarco mediante l’utilizzo di falsi documenti.
Gli amanti della fantascienza ricorderanno l’uso di sistemi analoghi nel celebre capolavoro di Ridley Scott “Minority Report”, in cui il detective della polizia futuristica interpretato da Tom Cruise doveva ricorrere al trapianto di cornee per eludere i controlli del sistema di controllo cittadino, una sorta di Grande Fratello di cui lui stesso aveva fatto parte ed al quale si era ovviamente ribellato per sfuggire ad un’ingiusta condanna e dimostrare la propria identità; in realtà, senza dover correre troppo in là con gli anni, sistemi analoghi – come il retina scan - sono attivi da molto tempo all’interno di strutture militari e in alcuni scali aeroportuali degli Stati Uniti dopo la tragedia dell’11 settembre: è probabile che con il protrarsi dell’allarme terrorismo il sistema venga presto adottato da tutti gli aeroporti del mondo.
Ma come funziona il sistema? Il viaggiatore in regola, abilitato a possedere questo nuovo tipo di carta d’identità, dovrà sfilare al varco strisciando la propria smart card – delle dimensioni e fattura di una normale carta di credito – in un apposito lettore, poggiando un dito o l’intera mano sull’interfaccia biometrica. In realtà al sistema potrebbe essere aggiunta presto la capacità di utilizzare non solo le impronte digitali, ma la retina, il timbro di voce, i tratti somatici come elementi di riconoscimento del viaggiatore.
Il primo progetto pilota è già in atto proprio all’aeroporto principale di Parigi, lo Charles de Gaulle, uno degli scali più grandi d’Europa.
Ai check in gli operatori sono in grado da alcune settimane di verificare l’identità del passeggero mediante la lettura elettronica dell’impronta digitale e la corrispondenza dei dati riportati sulla banda magnetica della carta d’imbarco.
C’è chi parla di perdita graduale di libertà, di privacy e c’è chi invece decanta tali nuove tecnologie come necessarie al raggiungimento di standard di sicurezza adeguati; assoluti no di certo, come l’esperienza ci insegna. Di sicuro cambierà il nostro modo di vivere, così come l’11 settembre 2001 ha cambiato la storia del mondo. La stessa tecnologia aveva accantonato da tempo la scelta di affidare i controlli a sistemi così innovativi, complice anche l’adozione da parte dei paesi europei e degli Stati Uniti di nuovi stampati e modelli per permessi di soggiorno e passaporti, certo più difficili da falsificare ma non così tanto da scoraggiare i potenti della mala o del terrore.
Altri paesi hanno nel frattempo adottato sistemi di identificazione diversi, come i passaporti elettronici contenenti chip con impronte, effigi o impronte oculari. Per dare uniformità, e quindi efficienza ai controlli, altri gruppi di lavoro sorti tra le autorità aeroportuali che dovranno individuare, in breve tempo, quali standard tecnologici testati potranno fornire maggiori garanzie internazionali.

di Lorenzo Borselli

da "Il Centauro" n.86
Giovedì, 06 Maggio 2004
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