LEGGO
ROMA, DIVIETO ANTI-ALCOL. TRASTEVERE: RICORSO AL TAR ROMA. Domenica 03 Aprile - Trastevere in rivolta. È partita giovedì sera la raccolta firme per il ricorso al Tar. L’obiettivo è quello di bloccare l’ordinanza anti-alcol, che penalizza i locali notturni. L’iniziativa, partita da Manuele Colonna, proprietario della birreria Ma che siete venuti a fà, ha incontrato il sostegno di una ventina tra pub, birrerie e cocktail pub di Trastevere. «Avevamo solo questa via per opporci - spiega Colonna al Tempo - L’obiettivo del ricorso al Tar è far sospendere l’ordinanza. Non serve a niente vietare di bere fuori dai locali, perché chi vuole, può farlo all’interno. Qual è la differenza? Il problema vero sono i controlli che mancano. Noi avevamo chiesto anche l’installazione di telecamere, ma inutilmente. In questi giorni in piazza Trilussa non c’era nemmeno una pattuglia delle forze dell’ordine. C’erano a gennaio quando era freddo, oggi sono spariti». E continua: «Per rispettare l’ordinanza dovrei mettere una persona fissa alla porta per essere sicuro che nessuno esca fuori con una bevuta». Un altro interrogativo frequente di pub in pub è: una persona dello staff può bloccare un cliente dentro il locale contro la su volontà? A questa domanda, ancora nessuna risposta. Appaiono poco chiare le direttive e il modo corretto per applicarle. «Noi ignoreremo deliberatamente l’ordinanza - conclude Colonna - Tutte le multe che eventualmente prenderemo le appenderemo sulla porta del locale». Sulla stessa porta, fino a ieri, c’era un cartello con la scritta: "Alemanno, più controlli e meno ordinanze. Non possiamo pagare per le vostre mancanze". Un messaggio che ha trovato il favore (e la firma) di clienti e passanti. (*) 24 MULTE A CAMPO DE’ FIORI Sono 24 le multe elevate dalla polizia municipale del I gruppo a seguito dell’ordinanza antialcol del sindaco di Roma scattata ieri sera nella Capitale dopo le 23. Di queste, due hanno riguardato i locali e altre 22 i consumatori. Le sanzioni sono state elevate quasi tutte nella zona della piazza di Campo dè Fiori. Sempre nell’area del centro storico di Roma, altre 12 contravvenzioni sono state elevate nei confronti di locali, tra le violazioni c’era il disturbo della quiete pubblica. Per l’intralcio alla circolazione sono state effettuate 200 multe, di cui 56 su aree pedonali, mentre sono state rimosse cinque auto e denunciato un parcheggiatore abusivo. Gli agenti della polizia municipale hanno anche sedato un principio di rissa in piazza Madonna dei Monti. LOCALE CHIUSO A TRASTEVERE Tre denunce e un arresto da parte degli agenti della polizia per detenzione ai fini di spaccio sono scattate ieri notte a Roma nel centro storico e in zona Flaminio. In particolare, in quest’ultimo caso a finire in manette è stato un 28enne italiano, sorpreso dagli agenti in borghese a spacciare nei pressi di un bar di piazza Euclide. Tra l’area di piazza Trilussa e l’A24 sono invece scattati i controlli degli agenti con etilometro e drug test: sono 14 complessivamente le denunce contestate, di cui 11 per guida in stato di ebbrezza e 3 per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Quindici patenti sono state ritirate insieme a 8 carte di circolazione. A Trastevere sono state sospese invece le licenze a due locali per lavoro nero e sanzioni per un terzo gestore. Un’altra sanzione, questa volta per 3.500 euro per l’assenza del kit per il controllo del tasso alcolemico e delle relativa tabella. Nessuna irregolarità invece per gli altri dieci locali passati sotto la lente delle verifiche effettuate. La polizia ha anche elevato tre sanzioni per la violazione dell’ordinanza anti alcol del sindaco di Roma. Un foglio di via obbligatorio e un avviso orale sono stati invece adottati nei confronti di due persone di circa 50 anni, entrambi con precedenti penali. Il primo, non residente nella Capitale, non potrà tornarvi per tre anni. Complessivamente sono 125 i punti decurtati per le violazioni del codice della strada. CONTROLLI, MA MOLTI BEVONO Controlli serrati soprattutto in centro ma sono in molti a consumare ugualmente, magari in zone più periferiche. A dare il via all’ordinanza anti alcol in molti quartieri della Capitale tra i malumori dei commercianti è stato ieri sera il sindaco Alemanno in persona che ha compiuto un tour notturno nei luoghi della movida. Una trentina le contravvenzioni per violazione al provvedimento, ma tante le sanzioni e anche severe nell’ ambito dei controlli effettuati da carabinieri, polizia e polizia municipale. «Non c’è nessun proibizionismo - ha esordito il sindaco - ognuno può consumare quello che vuole, basta che non lo faccia in mezzo alla strada. Tra poco arriverà anche l’ordinanza anti-vetro». Ma nella celebre piazza romana, molti non sanno nulla del divieto: «Quando inizia? - si domandano - In che consiste?». Stessa scena a Trastevere e al Pigneto, dove in tanti alle due di notte circolano tranquillamente ’birra alla mano’. Per tutta la serata Campo dei Fiori, dove sabato scorso un turista è stato malmenato nell’indifferenza generale, appare presidiatissima con decine di agenti di polizia e carabinieri all’opera. «Ho chiesto subito al prefetto di coordinare l’intervento delle forze di Polizia e di far vedere le divise - garantisce il sindaco - si comincia oggi ma non è un fatto momentaneo. Ci sarà questa presenza ogni sera dei weekend per tutta l’estate nei luoghi della movida». Ma la voce dei gestori di pub e bar (pressochè unanime) sostiene un’altra tesi: «Questa ordinanza non ci piace - ribadiscono -. Non possiamo pagare noi un problema di ordine pubblico». «I locali che hanno tavolini all’aperto saranno meno penalizzati - afferma amaro un barista di Campo dei Fiori - ma per me è un problema serio...dimezzerò il mio fatturato, andremo avanti a caffè!». «Ci costringerà a vendere di meno - gli fa eco un altro a via dei Giubbonari - e a litigare con i clienti per non farli uscire». E mentre un altro bar del centro storico espone in forma di protesta un cartello con su scritto: «Più ordine, meno ordinanze», tra tanti passanti la notizia del divieto non è proprio arrivata. «Non ne so nulla», «Non ho capito in che consiste», «Ordinanza!?! What?», le reazioni più comuni. I trasgressori, più o meno ignari, sono ben visibili, da Trastevere fino alla zona pedonale del Pigneto. Nonostante la presenza massiccia delle forze dell’ordine impegnate a far rispettare l’ordinanza. Pochi minuti dopo il passaggio del sindaco, nella stessa Piazza Trilussa, piena di agenti in divisa, un ragazzo si aggira tranquillamente con un bottiglione di vino rosso: «Abito qui vicino, l’ho portato da casa - cerca di giustificarsi -. Non sapevo niente di questa ordinanza. Davvero!». Altrove, nei pressi di piazza Navona i ’consumatorì della notte si accalcano all’ingresso dei locali con i cocktails alla mano. E la scena si ripete a via del Pigneto, dove, spente le luci dei locali, le birre si bevono lo stesso. Open-air. Nel corso dei controlli nei luoghi della movida le forze dell’ordine hanno arrestato 19 persone per vari reati come spaccio e furto, e altre 40 sono state denunciate, di cui 15 per guida in stato di ebbrezza. Sono oltre una trentina le contravvenzioni inflitte specificamente per l’ordinanza antialcol mentre più di 200 sono state le multe elevate per intralcio alla circolazione. Almeno 15, invece, sono state le violazioni commesse dai locali, soprattutto per il disturbo della quiete pubblica. In un paio di casi sono state anche ritirate le licenze commerciali. ALEMANNO: "NON E’ COPRIFUOCO" «Adesso daremo i risultati delle multe elevate da parte della polizia municipale e faremo un bilancio. C’e stata una grande presenza ed attività delle forze di polizia che hanno risposto nonostante le difficoltà di organico. Mi sembra che i romani abbiamo accettato con molta tranquillità tutto questo». Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a margine di un convegno in Campidoglio interpellato circa i risultati dell’ordinanza anti-alcol. «Non si tratta di fare il coprifuoco - ha aggiunto Alemanno - I commercianti non pensino che l’ordinanza è contro di loro, perché spesso di chi si ubriaca in strada si porta le bottiglie da casa. Quindi è una regola giusta che può aiutare i commercianti ed i residenti a collaborare. Credo che continueremo su questa esperienza correggendo le cose che andranno modificate. Siamo disponibili ad accettare proposte». ALEMANNO: "A BREVE ORDINANZA ANTI VETRO" «L’ordinanza antivetro è compito del prefetto ma siamo d’accordo che tra un pò arriverà anche quella». Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nel corso di un sopralluogo a Campo dè Fiori, una delle zone di Roma in cui, a partire dalle 23, è scattata l’ordinanza anti-alcol. Il sindaco è arrivato a Campo dè Fiori insieme al comandante della Polizia municipale, Angelo Giuliani, e all’assessore capitolino alla Cultura, Dino Gasperini. «Non vogliamo fare coprifuoco o misure repressive ma quando constatiamo che si supera una certa misura interveniamo - ha detto il sindaco -. Altre volte abbiamo fatto quest’ordinanza e ora l’abbiamo riproposta. La nostra volontà è accompagnare la cittadinanza ad un divertimento controllato. Non è possibile permettere eccessi come quelli di sabato scorso». IL DIVIETO Prima furono le urla notturne dei ragazzi che si trattenevano a Campo de Fiori fino a notte fonda, poi gli stessi che giocavano a pallone oppure comunicavano, sempre di notte, con megafoni, piccoli ma sufficienti a tenere svegli i residenti. Poi furono le risse, le colluttazioni, i tafferugli. Ora un gruppo di teppisti che malmena un turista che si era denudato. Dalle 23 di ieri sera è entrato in vigore nuovamente l’ordinanza antialcol fino al 30 giugno prossimo. Dunque, tutti i giorni della settimana è vietato somministrare o vendere bevande alcoliche per l’asporto o il consumo fuori dei locali dalle 23 fino alla chiusura degli esercizi. Se locali e negozi non possono vederlo, neanche il consumo di alcol è consentito, dalle 23 fino alle 6. Non in tutta la città: nei luoghi della movida sia centrali che periferiche. Certamente il Centro Storico, Trastevere, Testaccio, ma anche Monti, San Lorenzo, Pigneto e perfino Stazione Tiburtina, piazza Bologna, zona Ostiense e Saxa Rubra, Ponte Milvio. Alemanno ha chiesto «con la massima urgenza il coordinamento tra le diverse forze di polizia» per evitare di vanificare il contenuto dell’ordinanza. Stasera, in occasione del varo del provvedimento, lo stesso Alemanno, accompagnato dall’assessore alla Cultura, Dino Gasperini, sarà in giro per i luoghi della movida. «Ci si può divertire - ha detto ieri mattina - ma bisogna farlo nei luoghi consentiti: infatti si può bere dentro i locali ma fuori ci si diverte in altro modo senza ubriacarsi». Un concetto inattaccabile ma che non è piaciuto ai commercianti, i quali prevedono di pagare con notevoli ridimensionamenti delle vendite il salato conto di falle nel controllo del territorio. «Sono disperato» confessa Mario Cimino, gestore del Cuccagna Pub, un locale del centro storico, «un’ordinanza anti-alcol ti manda in crisi un’intera stagione di lavoro. Non è possibile che per un gruppo di cretini, vadano di mezzo migliaia di operatori del settore». E ancora, «quello che è successo a Campo dei Fiori si poteva evitare con i controlli, non possiamo subirne sempre noi le conseguenze», aggiunge un altro commerciante. Continuano le indagini per individuare i teppisti che hanno picchiato il turista nudo; le immagini sono visibili su Youtube.
(*) Nota: l’eterno conflitto tra i tentativi di ridurne il consumo di alcolici e gli interessi di chi lo vende tende a vanificare molte attività di prevenzione. In Inghilterra è stata avanzata la proposta di aumentare il costo degli alcolici, come tra l’altro suggerito dall’Oms, senza passare però attraverso un aggravio di imposte o accise. Si stabilirebbe, cioè, un prezzo minimo, lasciando i maggiori introiti agli esercenti. In questo modo i governi eviterebbero l’accusa di imporre nuove tasse e la collaborazione degli esercenti sarebbe assicurata. Dal punto di vista etico sarebbe come premiare la mancata collaborazione di chi vende alcolici, ma forse ci sarebbero maggiori possibilità di successo.
IL TEMPO
Sbronza garantita Rispunta il tour etilico Ordinanza antialcol. Gli stranieri si organizzano. Birra e vino senza limiti con soli 25 euro. 03/04/2011 - A romani e turisti è vietato bere una birra davanti al Colosseo o passeggiando in centro, mentre con pochi euro si può fare un vero e proprio tour alcolico di locale in locale tracannando litri di vino e birra. L’ordinanza del sindaco Alemanno che da venerdì scorso è in vigore nella Capitale, infatti, vieta il consumo di bevande alcoliche all’aperto dalle 23 alle 6 del mattino. L’obiettivo è quello di salvaguardare il decoro, la sicurezza e la pulizia della città evitando che i tanti giovani e turisti attirati dalla movida del centro alzino il gomito. Peccato che quasi in contemporanea con l’entrata in vigore del provvedimento del Comune è ripartito il fenomeno «Pub crawl». Si tratta di serate organizzate tutti i giorni della settimana da una manciata di agenzie di eventi e consistono in tour notturni della città ad alta gradazione alcolica. Fino al 31 dicembre erano vietati da un’altra ordinanza del sindaco ma il provvedimento non è stato rinnovato. E gli organizzatori hanno rimesso in moto la macchina. Si parte di solito da Piazza di Spagna o dal Colosseo dopo aver versato una quota di circa venticinque euro. Nel primo locale i giovani, soprattutto ventenni americani e spagnoli, fanno subito il pieno. Un’ora di open bar: birra e vino sfuso senza limiti. Il copione non cambia negli altri locali, con l’aggiunta di giochi e animazioni che immancabilmente si concludono in brindisi e «shottini» bevuti d’un fiato. «Bar hop», lo chiamano sui siti usati per reclutare i partecipanti, ovvero saltare di bar in bar. Prenotare è semplice, basta cercare su internet «pub crawl roma» per trovare diversi siti che offrono il servizio. E per prenotare il tour alcolico è sufficiente mandare una mail. «Organizziamo feste a tema tute le sere - ci risponde uno dei siti interpellati - Stasera (ieri, ndr) c’è il party più grande della settimana. Vino e birra senza limiti per un’ora e trattamento vip: shot extra e una maglietta omaggio». Il messaggio del nostro nuovo amico di baldoria si conclude con un’espressione che è tutta un programma: «Poi si salta in un altro locale per concludere la sbronza in discoteca». I «Pub crawl», dunque, sono tornati ad essere legali a partire dal primo gennaio. Gli organizzatori, però, per evitare guai hanno preso qualche provvedimento. C’è ad esempio chi sul proprio sito si scusa con i clienti e candidamente ammette di aver dovuto cambiare il nome al servizio «per problemi burocratici». Insomma per gli organizzatori non c’è nessun problema con il tour alcolico, la questione ruota solo intorno all’espressione «Pub crawl». Per l’assessore alla Cultura e Centro storico Dino Gasperini al momento quello del «Pub crawl» non è un fenomeno che desta preoccupazione. «Il provvedimento l’estate scorsa ha prodotto i suoi effetti - ha detto - e al momento non c’è bisogno di riproporlo». Davide Di Santo
VIRGILIO NOTIZIE
Incidenti stradali/ Ascoli, in auto ubriaco uccide 17enne in moto Arrestato 43enne per omicidio colposo aggravato Ubriaco alla guida dell’auto travolge uccide un 17enne in moto: arrestato 43enne ad Offida, in provincia di Ascoli Piceno, per omicidio colposo aggravato. L’incidente è avvenuto ieri sera intono alle 20.30 - spiega la Polstrada - sulla circonvallazione nel centro abitato di Offida. Per cause in corso di accertamento, l’auto condotta dal 43enne, mentre percorreva la circonvallazione in direzione Valtesino, si è scontrata violentemente con la moto guidata da un 17enne del posto, che si stava immettendo sulla stessa strada da una via laterale. Nell’urto, il giovane centauro è stato sbalzato dalla sella e catapultato a lato della strada, mentre la moto è stata trascinata dall’auto in avanti per molti metri e completamente distrutta. Le condizioni del ragazzo sono apparse subito critiche: l’ambulanza lo ha trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Ascoli Piceno, ma poco dopo il suo arrivo il 17enne è morto a causa delle gravissime lesioni riportate. Il conducente dell’auto è stato sottoposto ai controlli alcolemici dagli agenti della polstrada di Ascoli Piceno: l’uomo è risultato positivo e con "valori elevati" di alcol nel sangue. Il 43enne, su disposizione del magistrato di turno, è stato arrestato e posto ai domiciliari per omicidio colposo aggravato dalla circostanza della guida in stato di ebbrezza.
IL GAZZETTINO (Venezia)
Marinai ubriachi sfasciano bar a Chioggia: i carabinieri li salvano da un linciaggio Due russi scesi da una nave si sono denudati, hanno rotto tavoli e bottiglie e minacciato titolare e avventori: arrestati VENEZIA. Domenica 03 Aprile 2011 -- Si sono denudati e hanno sfasciato il locale dove si erano fermati a bere due marinai russi ubriachi scesi al porto di Chioggia (Venezia). Sono stati arrestati dai carabinieri, che li hanno salvati dal linciaggio. Alterati dall’alcol, qualche ora dopo essere scesi dalla nave "Astra", hanno iniziato a dare spettacolo denudandosi parzialmente, mimando atti sessuali, urinando sui muri del bar. Il gestore, dopo aver servito loro diversi bicchieri di whisky, si è opposto a servirne ancora causando lo scoppio d’ira dei due marinai i quali, minacciando lui, gli altri avventori e i passanti, hanno fracassato tavoli, sedie e bottiglie. All’arrivo dei carabinieri, supportati da agenti del commissariato, i due - Dmitri Saga, 24 anni, e Alexander Bezmen, 53 - erano prossimi a subire un linciaggio. Il proprietario del locale, infatti, aveva già radunato un gruppo di connazionali marocchini per fronteggiarli. I militari hanno diviso i contendenti e invitato i russi ad allontanarsi su un taxi. Giunti al porto, però, i due si sono scagliati contro i carabinieri che a fatica li hanno ammanettati e accompagnati in caserma, dove i russi hanno continuato a dar di matto fino al trasferimento nel carcere di Venezia. Dovranno rispondere di danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale, minacce, lesioni e oltraggio.
LA VOCE DI ROVIGO
Ubriachezza molesta Scattano due denunce ROVIGO - Un intervento della volante si è concluso, secondo quanto reso noto, con la denuncia di due giovani cittadini marocchini con l’ipotesi di reato di ubriachezza molesta. In base a questa ricostruzione, allora, tutto è iniziato poco dopo le 21, quando alla centrale operativa della polizia è stato segnalato che c’erano problemi in un locale di via Fiume, evidentemente legati all’atteggiamento di alcune persone che si trovavano lì. Una volta arrivati sul posto e fatti gli accertamenti del caso, allora, gli operanti di polizia hanno provveduto a fare scattare la denuncia a piede libero per due marocchini di 28 e 31 anni, segnalati all’autorità giudiziaria.
LA REPUBBLICA
L’INTERROGATORIO "Un whisky per farmi coraggio, poi la uccisi". Olgiata, 20 anni dopo la confessione di Winston "E poi ho coperto il viso" Il domestico filippino confessa in lacrime: "Ho ucciso io la contessa dell’Olgiata. "Sono vent’anni che voglio raccontare quello che è successo" di MASSIMO LUGLI "Ho bussato alla porta della stanza della contessa e lei mi ha aperto. Non ricordo più niente di quello che è successo dopo. Nella mia mente c´è il buio totale". "So che le ho avvolto il viso con il lenzuolo e dopo sono scappato, passando dalla stessa porta da cui ero entrato". Un uomo piccolo, imbolsito, che piange e singhiozza di continuo nella stanza magistrati del carcere di Regina Coeli. Il pm Francesca Loy e il colonnello Bruno Bellini lo ascoltano ammutoliti dalla tensione e dall’attesa. È il momento clou della confessione di Winston Manuel Reves, l’assassino di Alberica Filo della Torre, un caso che dopo vent’anni di errori, false piste e sviste clamorose, si chiude in tre giorni con la confessione dell’arrestato. Una svolta definitiva che neanche gli investigatori si aspettavano, non così presto almeno. Winston è raggomitolato su se stesso, schiantato, distrutto. Indossa una vecchia felpa di pile e un paio di pantaloni a scacchi e dimostra molto di più dei suoi 41 anni. Un’ora di sfogo disperato con molte lacune e molti dettagli ancora da chiarire. "Ogni volta che sentivo parlare del delitto sentivo un groppo alla gola e una stretta allo stomaco...", aggiunge tra le lacrime. Una confessione arrivata dopo un primo round senza risultati. L’ex domestico, davanti al gip Francesco Patrone, si era avvalso della facoltà di non rispondere, come avevano già annunciato, il giorno prima, i suoi avvocati Matteo La Marra e Francesco Caldani. Il magistrato si era riservato di convalidare il fermo e, secondo voci insistenti, aveva molte perplessità. Poi un lungo colloquio coi difensori e, dopo l’ora di pranzo, il filippino ha chiesto di parlare nuovamente col pm. IL RACCONTO "Sono vent’anni che voglio raccontare quello che è successo" esordisce Winston nel suo italiano approssimativo e a questo punto gli investigatori capiscono che è fatta. Nella stanza cala un silenzio di ghiaccio. Ma l’uomo la prende alla larga e comincia a parlare della sua vita. È un momento delicatissimo, nessuno lo interrompe, tutti sanno che bisogna dargli corda, non incalzarlo. E Winston va avanti a ruota libera. "Sono arrivato dalle Filippine giovanissimo. Mi sono sposato con una ragazza da cui non ho avuto figli, poi ho divorziato, ho conosciuto un’altra donna del mio paese e da lei ho avuto tre figlie. Nel ’93 sono stato molto male, sono dovuto tornare nelle Filippine su una sedia a rotelle, mi era venuta l’encefalite per lo stress ma mi sono curato, ho conosciuto la mia seconda moglie e poi sono venuto di nuovo in Italia a lavorare". Winston, in passato, aveva sofferto di una grave forma di malaria. IL DENARO "È vero, avevo chiesto più volte degli anticipi alla signora Alberica - ammette l’ex domestico - alla fine ero stato licenziato. Ero disperato, avevo bisogno di lavorare. Per questo quella mattina sono tornato nella villa. Avevo bevuto un whisky per farmi coraggio. Sono entrato come se ancora lavorassi nella villa e nessuno mi ha visto. Sono passato dal garage e sono arrivato davanti alla porta della contessa. Volevo parlarle. Abbiamo cominciato a discutere...". Ma su questo punto il pm Francesca Loy ha qualche dubbio. La ricostruzione dell’omicidio è sempre stata diversa: la contessa sarebbe stata sorpresa dall’assassino che era già entrato nella sua camera. Ma non è il momento delle contestazioni. IL DELITTO "Abbiamo discusso poi non so cos’è successo. Ricordo di aver preso uno zoccolo e, alla fine, di averle avvolto il viso con il lenzuolo. Poi sono uscito dalla porta-finestra, sono passato ancora per il garage e sono fuggito". Anche questa ricostruzione lascia parecchie perplessità perché la porta finestra, a quanto pare, era chiusa a chiave. "Non sapevo che la contessa fosse morta" dirà più tardi l’uomo all’avvocato La Marra. I GIOIELLI "Quei gioielli non li ho presi - si difende Winston Manuel - non so che fine abbiano fatto. Dopo l’omicidio ho raccontato quello che era successo a mia moglie ma lei non ha voluto credermi". Potrebbe trattarsi di una strategia per evitare l’aggravante della rapina ma Winston, obiettivamente, non sembra in grado di elaborare una tattica difensiva: troppo sconvolto. IL KALI "Sì, da ragazzo ho praticato un po’ di Kali, l’arte marziale del mio Paese", risponde Winston a una domanda del pm. Il particolare è importante perché le discipline da combattimento asiatiche puntano molto sui colpi sferrati coi gomiti (dove l’uomo aveva una ferita) e su quelli ai punti vitali come la gola. IL RIMORSO "Chiedo scusa alla famiglia della contessa e a tutti gli italiani per il dolore che ho causato" conclude il filippino che, dopo la confessione, sembra realmente sollevato. Poi stringe le mani del colonnello Bellini tra le sue con un ossequioso "Grazie dottore" e si rivolge al pm, Francesca Loy: "Grazie giudice". Un’ora per liberarsi dal rimorso. Vent’anni per trovare il colpevole.
CORRIERE DEL VENETO (Ed. Vicenza)
Serve alcol senza permessi, sigilli al locale
CORRIERE DEL VENETO (Ed. Treviso)
Ubriaco per i farmaci: patente restituita
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