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Marocco pericoloso, camionisti incastrati

Da Solo Camion

Marocco pericoloso, camionisti incastrati

I familiari dei camionisti ora detenuti in Marocco e di coloro i quali lo sono stati denunciano, con una lunga lettera pubblicata dal mensile spagnolo Solo Camion, le condizioni inumane delle carceri marocchine. Secondo i familiari, quando un camionista è recluso con l’accusa di traffico di droga, il governo marocchino gli requisisce il veicolo, lo impiega a piacimento e poi lo vende all’asta. Spesso il camionista è obbligato a pagare una multa di molte decine di migliaia di euro, e se non può pagare l’alternativa è il carcere, normalmente in condizioni igieniche penose, dove si pratica la tortura e non ci sono medici. Aurelio Llave ha passato un lungo periodo in carcere, nonostante il suo grave enfisema polmonare, senza essere curato. José Belando ha denunciato di essere stato torturato. Gli è stata applicata la corrente elettrica alle caviglie per fargli confessare un traffico di droga che non aveva mai effettuato, dopo che la polizia non era riuscita a trovare sul suo camion, interamente smontato, neanche un grammo di droga. Spesso i camionisti vengono avvicinati alla frontiera tra Spagna e Marocco da criminali che li obbligano al trasporto di mercanzie sconosciute di colli che possono nascondere droga. O la droga viene infilata di nascosto nel carico senza che il camionista se ne accorga. A causa di questo stato di cose ci sono grandi imprese spagnole che hanno rinunciato definitivamente a trasportare in Marocco.


Sabato, 06 Agosto 2005
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