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Notizie brevi 05/04/2011

ONU: entra in vigore l’11 maggio il "Piano globale per il Decennio di Azione per la Sicurezza Stradale 2011-2020"

Sulla scia dei risultati positivi conseguiti in Europa, sono stati predisposti nuovi obiettivi e una grande campagna a livello mondiale
Nel mondo 1.300.000 morti l’anno e fra i 20 e 50 milioni di feriti
 

Foto di repertorio dalla rete

(ASAPS), 5 aprile 2011- In Italia, l’obiettivo dell’UE di dimezzare le morti per incidenti stradali entro il 2010, è stato quasi raggiunto: i dati ufficiali indicano infatti una diminuzione dei sinistri mortali superiore al 40% nel decennio 2001-2010.
A contribuire al successo l’introduzione di norme e strumenti sempre più efficaci come la patente a punti e il tutor autostradale. Ora è giunto il momento di alzare l’asticella degli obiettivi e puntare ancora più in alto. Per questo motivo, sulla base dei risultati positivi conseguiti in Europa, l’ONU, ha deciso di lanciare una grande campagna a livello mondiale e ha predisposto il nuovo "Piano globale per il Decennio di Azione per la Sicurezza Stradale 2011-2020" che entrerà in vigore il prossimo 11 maggio. Si tratta di un documento di orientamento per favorire lo sviluppo di politiche locali e nazionali e, allo stesso tempo, un punto di partenza per attuare attività coordinate a livello globale sul tema della sicurezza stradale. Infatti se le condizioni della viabilità sicura nel Vecchio Continente sono migliorate nell’ultimo decennio, non si può dire altrettanto del resto del mondo dove ogni anno circa 1 milione 300mila persone, muoiono a causa di incidenti automobilistici con una media di oltre 3mila morti al giorno. E sempre per colpa di incidenti stradali, sono tra i 20 e i 50 milioni le persone che rimangono ferite annualmente, con conseguenze che vanno dalle contusioni lievi ai traumi permanenti.
Secondo le previsioni delle Nazioni Unite, se non si adottano immediatamente misure efficaci, i traumi da incidenti stradali diventeranno ben presto la quinta causa mondiale di morte, con una cifra pari a 2 milioni e 400 mila vittime all’anno. Il documento dell’ONU mette inoltre in evidenza che a pagare il prezzo più alto sono i paesi più poveri. Le statistiche a questo riguardo sono impietose: il 90% delle morti su strada avviene in quelle nazioni con un reddito medio pro capite basso o medio-basso e dove risultano immatricolate meno della metà delle vetture circolanti nel mondo. Tra le cause: le infrastrutture stradali fatiscenti, i veicoli poco sicuri le norme sulla sicurezza antiquate.
Per questo motivo l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel marzo del 2010, ha adottato la risoluzione 64/255 "Miglioramento della sicurezza stradale nel mondo" con cui ha proclamato il periodo 2011-2020 "Decennio di Azione per la Sicurezza Stradale". Le aree su cui si concentrerà l’azione sono cinque: gestione della sicurezza stradale, strade e mobilità più sicure, veicoli più sicuri, utenti stradali più sicuri, risposta agli incidenti.
Tra gli interventi da adottare proposti agli Stati membri figurano la pianificazione urbana e dei trasporti, il progetto di strade e autostrade con standard di sicurezza più elevati, autorità indipendenti in materia di sicurezza stradale per una valutazione dei nuovi progetti di costruzione più trasparente, promozione del trasporto pubblico. Altri punti su cui si concentrerà l’azione sono, il controllo efficace della velocità da parte della Polizia e mediante l’uso di misure per decongestionare il traffico, l’approvazione e l’osservanza di leggi che stabiliscano l’uso dei dispostivi di sicurezza (cinture, caschi, seggiolini per bambini), l’imposizione dei limiti del tasso alcolemico e il miglioramento delle cure rivolte alle vittime degli incidenti automobilistici. Un ruolo fondamentale lo avranno anche le campagne di sensibilizzazione della popolazione.
Il documento delle Nazioni Unite quantifica anche l’impegno economico necessario per porre in essere le misure previste. Saranno necessari circa 200 milioni di dollari all’anno per ogni Paese, vale a dire circa 2 miliardi di dollari nell’arco di un decennio. Cifre all’apparenza alte ma neanche troppo se si considera che gli incidenti stradali hanno ripercussioni sotto il profilo sanitario, sociale ed economico che vanno dall’1% al 3% del PIL di ogni Paese.
Ridurre la sinistrosità stradale quindi, oltre ad attenuare il tragico bilancio di morti e feriti, equivale anche a liberare risorse pubbliche da destinare ad altre voci importanti del bilancio statale. (ASAPS)

 

Martedì, 05 Aprile 2011
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