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La
carta d’identità, in generale, è il documento
più diffuso nel mondo. Nasce con lo scopo di identificare
il cittadino di uno Stato all’interno dello stesso (in Italia
la carta d’identità costituisce mezzo d’identificazione
ai fini di polizia, come previsto dall’art.288 del Regolamaneto
d’esecuzione al T.U.L.P.S), ma, come previsto dalla nostra
legislazione, può diventare anche documento valido per
l’espatrio ed essere utilizzato al di fuori dei confini nazionali,
sostituendo a tutti gli effetti il passaporto.
Quindi per i maggiorenni la carta d’identità è
valida per l’espatrio, purchè gli stessi dichiarino di
non trovarsi nelle stesse particolari condizioni che, per legge,
impediscono il rilascio del passaporto. Questo non vale per i
cittadini stranieri. Per i minorenni (dai 15 ai 18 anni) o interdetti
la carta d’identità può essere resa valida per l’espatrio
con l’assenso di entrambi i genitori o del tutore o nulla osta
del giudice tutelare.
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Attualmente
il cittadino Italiano può recarsi con la C.d’I. nei seguenti
stati del’U.E. ed in altri paesi con cui sono stati stipulati
accordi bilaterali in tal senso: Austria, Cipro, Belgio, Bosnia-Erzegovina,
Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna,
Grecia, Irlanda, Islanda, Lussemburgo, Liechteinstein, Macedonia,
Malta, Principato di Monaco, Norvegia, Olanda, Portogallo, Slovenia,
Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria, Repubblica Federale di Jugoslavia
(Serbia Montenegro). Solo con viaggio organizzato: MAROCCO, TUNISIA,
TURCHIA. In alcuni paesi europei e nel mondo la carta d’identità
è obbligatoria mentre del nostro paese è facoltativa
e sebbene regolata da norme statali il suo rilascio è demandato
alle Autorità Comunali, le quali così come previsto
dalla normativa vigente sono tenute a rilasciare il documento,
della validità di cinque anni, a tutti coloro che ne facciano
richiesta purchè abbiano superato i 14 anni e siano residenti
nel comune dove si effettua la richiesta. Il modello attualmente
in uso è quello istituito con Decreto Ministeriale del
27 gennaio 1994, pubblicato sulla gazzetta ufficiale n.38 del
16.02.94, il quale sostituiva il modello precedente istituito
con decreto ministeriale del 31.10.68. Si tratta di documenti
apparentemente simili, se non fosse per alcune misure di sicurezza
utilizzate nel documento introdotto nel gennaio del 1994. Da maggio
2004 inizierà ufficialmente il processo che porterà
la messa a regime della carta d’identità elettronica,
coinvolgerà 8.102 comuni e terminerà entro i cinque
anni successivi con la distribuzione di 40 milioni di documenti.
Il nuovo documento risponde a diversi requisiti: il primo all’esigenza
di produrre uno strumento sicuro sotto i diversi aspetti della
produzione, rilascio nonché utilizzo da parte del titolare.
La sicurezza non solo deve accompagnare tutti i flussi informatici
necessari al circuito di emissione, ma deve anche essere presente
sul supporto fisico al fine di scoraggiare facili contraffazioni,
nonché di consentire un’identificazione certa da parte
delle istituzioni competenti.
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Il
secondo costituisce una novità importante rispetto alla
versione attuale della carta di identità cartacea e consiste,
nel rispetto della normativa vigente, nell’utilizzo del documento
di identità come carta servizi, attraverso l’utilizzo di
tecniche di autenticazione opportunamente combinate alla specificazione
di un codice personale di identificazione (PIN). Il terzo requisito
è relativo alla necessità di dover disporre di un
supporto in grado di funzionare allo stesso modo e su tutto il
territorio nazionale nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni
Centrali. La richiesta di un servizio ad una Pubblica Amministrazione
Centrale deve essere uguale in tutti i Comuni e le diverse modalità
di richiesta, a parte i contenuti specifici del servizio coinvolto,
devono conservare, ai fini dell’usabilità da parte dell’utente,
le stesse caratteristiche di rappresentazione. Quindi la vecchia
carta di identità, che ricordiamo, salvo alcune modifiche,
è utilizzata dal 1968, ormai obsoleta e facilmente falsificabile,
finalmente sta per andare in pensione. L’introduzione del
nuovo documento fa parte di un progetto di grande complessità
e di costo elevato (è previsto un onere a carico dello
Stato ammontante a circa 250 miliardi di vecchi lire), ha richiesto
un percorso complesso di sperimentazione necessario per il perfezionamento
delle procedure tecniche, amministrative ed organizzative attraverso
le quali poter attivare l’erogazione a regime del documento. La
carta d’identità elettronica muove i primi passi, come
idea progettuale, con la "legge Bassanini" n.127 del
1997, quando apparve chiaro che molti comuni in Italia volevano
realizzare una carta della città con cui offrire ai cittadini
differenti tipologie di servizi. Per tutto il 1998, un gruppo
di lavoro costituito presso il dipartimento della Funzione Pubblica
discusse cosa dovesse essere la carta d’identità elettronica
e a quali modelli organizzativi dovesse ispirarsi. Successivamente
viene emanata la legge 191/98 ed in seguito il D.P.C.M. 437/99
e il D.M. 116/2000 "Regole tecniche e di sicurezza relative
alla carta d’identità e al documento d’identità
elettronici", seguiranno varie Circolari Ministeriali esplicative
necessarie a riformare e costituire l’ ampio contesto di innovazione
tecnologica della Pubblica Amministrazione con riferimento appunto
all’ istituzione del nuovo documento. Nel 2001 inizia la
sperimentazione della C.I.E., prevista dal Ministero dell’Interno
e dal Dipartimento della Funzione Pubblica. La prima fase venne
avviata nel 2001 con la sperimentazione in 83 Comuni e circa 170.000
carte emesse, che ha permesso di individuare i problemi di natura
tecnica, legati al software e all’hardware, relativi all’emissione
e all’utilizzo delle carte.
A seguito dei risultati positivi, il Ministero dell’Interno,
d’intesa con il Ministro per l’Innovazione e le tecnologie,
ha varato la seconda fase del progetto in cui, recependo le indicazioni
emerse dalla fase pilota, sono state varate le nuove caratteristiche
organizzative e tecniche delle infrastrutture necessarie per la
diffusione più capillare del nuovo strumento. In questa
nuova fase 2.800.000 carte sono state distribuite in 56 comuni
entro la fine del 2003. A supporto delle attività è
stato istituito un gruppo di lavoro interministeriale a sua volta
articolato in un sottogruppo organizzativo-giuridico-amministrativo
e in uno tecnico-scientifico. Il processo di emissione, ossia
il flusso procedurale che porta al rilascio della C.I.E., inizia
attraverso l’acquisizione dei dati anagrafici e biometrici della
persona, un colloquio telematico con il Ministero dell’Interno:
S.S.C.E.(Sistema di Sicurezza del Circuito di Emissione) per garantire
la sicurezza dell’intero circuito di emissione, con il S.A.I.A.(Sistema
di Accesso ed Interscambio Anagrafico) e con l’I.N.A. (Indice
Nazionale delle Anagrafi) per garantire l’aggiornamento e l’interscambio
delle informazioni anagrafiche riportate nelle banche dati settoriali
della Pubblica Amministrazione, e con l’Agenzia delle Entrate
(ex Ministero delle Finanze) per l’assegnazione e la validazione
dei codici fiscali.
Detto colloquio termina con l’emissione della C.I.E., in un tempo
di produzione sperimentato, per ciascun documento, che va dai
10 ai 20 minuti, con un costo per l’utente di Euro 5,42 per
diritti comunali (diritto fisso e diritti di segreteria).
La CIE materialmente e’ una smart card ibrida in quanto integra
nel supporto in policarbonato una banda a memoria ottica (2,5
Mbyte), e un microprocessore.
Più specificamente i dati del titolare (compresa la foto)
sono impressi in modo visibile sia sul supporto fisico sia sulla
banda ottica e memorizzati informaticamente sul microchip e ancora
sulla banda ottica. Il motivo della presenza di questa doppia
tecnologia è il seguente: da un lato la banda ottica ha
una funzione di sicurezza in quanto non permette di modificare
i dati in fase di contraffazione dall’altro il microchip viene
utilizzato per consentire il riconoscimento in rete del titolare
e le "negoziazioni transnazionali" tra chi richiede
il servizio e chi lo eroga; sul microchip è inoltre possibile
ospitare dei dati immessi dalle P.A. per accedere ai servizi qualificati
da queste implementati, nonché certificati di firma digitale.
Le carte sono prodotte dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello
Stato, che provvede anche alla "inizializzazione" delle
stesse, procedura che attribuisce al documento la qualità
di documento in bianco.
Le dimensioni della carta rispettano il formato standard descritto
dalla ISO/IEC 7810: 1995 per le carte d’identificazione non embossate,
altezza 53,92/54,03 mm, larghezza 85,47/85,72 mm, spessore 0,68/0,84
mm.
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IL
LAYOUT DEL DOCUMENTO
Il layout del documento la cui descrizione è pubblicata
sulla G.U. n. 169 del 21 luglio 2000 contenente il DM 19 luglio
2000, prevede sul recto una zona superiore destinata a contenere
la foto e i dati personali del titolare del documento, ed una
zona inferiore destinata alla lettura automatica dei dati di personalizzazione;
in questa zona sono riportati i dati personali, visibili in chiaro
nella zona sovrastante, codificati su tre stringhe con caratteri
OCRB, leggibili in automatico con gli appositi lettori.
Sul verso, oltre ad ulteriori dati di personalizzazione, è
presente il chip, un ologramma di sicurezza e la banda di memoria
ottica.
Naturalmente il nuovo documento integra alcuni sistemi di sicurezza
antifalsificazione tra i più diffusi e tecnologicamente
avanzati. Gli standard di sicurezza previsti sono molto elevati
e sono attivi sin dalla fase di richiesta, per poi proseguire
durante l’emissione, nonché al momento dell’utilizzo del
documento da parte del titolare.
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INCHIOSTRI
La stampa del documento è realizzata mediante l’impiego
di inchiostri dotati di caratteristiche speciali, quali:
• Inchiostri fluorescenti (visibili pertanto solo all’ultravioletto).
La fluorescenza è la capacità di alcuni materiali
di emettere luce quando vengono colpiti da raggi ultravioletti
o da altri tipi di radiazioni (anche luce visibile, in tal caso
emettono luce di colore diverso), il nome deriva dalla fluorite,
minerale di calcio e fluoro, alcuni campioni del quale sono, appunto,
fluorescenti, ed è stato proprio nella fluorite che il
fenomeno è stato scoperto.
• Inchiostri interferenziali. Si tratta di inchiostri che
in relazione al punto di osservazione e alla disposizione della
fonte luminosa fornisce una risposta cromatica cangiante.
• Inchiostri ti tipo OVI (Optical Variable Ink). In sostanza
si tratta di immagini o testo stampate con l’inchiostro variabile
otticamente o cangiante, argento o oro e altri colori, otticamente
si rendono particolarmente visibili e cambiano colore solo inclinando
il documento. Gli elementi ottico variabili non possono essere
fotocopiati o alterati.
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Inchiostri
fluorescenti
Stampa invisibile fluorescente - Sotto illuminazione con lampada
U.V. il documento apparirà uniformemente scuro e al centro
si evidenzierà, in colore rosa un’immagine rappresentante
il globo terrestre con la dicitura "CIE" (Carta Identità
Elettronica) in primo piano. Invisibile alla luce diurna
OVI (Optically Variable Ink)
Sul recto nella parte superiore spigolo destro è stampata
una piccola immagine dell’Italia. La stampa di questo elemento
è realizzata mediante serigrafia con inchiostro ottico
variabile cangiante dal colore rosa al colore verde con il variare
dell’angolo d’osservazione.
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STAMPA
Nella realizzazione del supporto fisico della CIE sono previsti
tutti quegli elementi di sicurezza propriamente tipici delle carte
valori, quali:
• Motivi anti-fotocopiatura a colori;
• Motivi anti-scansione;
• Motivi grafici multicolore;
• Embedded Hologram (ovvero, incisione grafica su banda ottica);
• Stampa a sfumatura di colore graduale e progressiva (effetto
rainbow);
• Processo di masterizzazione con stampa ad alta risoluzione
di immagini direttamente su film ottico.
La stampa della CIE presso i Comuni od i Centri Servizi è
realizzata mediante la tecnica della termografia a colori su policarbonato.
Al fine di garantire l’uniformità della compilazione grafica
su tutto il territorio nazionale è stato realizzato un
apposito "font" di caratteri che viene distribuito contestualmente
al software di sicurezza del SSCE.
Inoltre al termine del processo della stampa termica, viene applicato
sul fronte un "overlay" di circa 12 micron al fine di
garantire la durata del documento nel tempo, oltre i 5 anni previsti.
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Microscrittura
Sul verso del documento, i contorni della stella del logo della
Repubblica Italiana sono composti da microscrittura, sotto opportuno
ingrandimento la linea si mostrerà composta da una microscrittura,
in positivo, recante, ripetuta, la dicitura "CIE".
Recto: Microscrittura - sul recto del documento, nella zona di
separazione tra la parte superiore del documento e quella inferiore
per la lettura automatica è presente una striscia di colore
azzurro: sotto opportuno ingrandimento la striscia si mostrerà
composta da una microscrittura, in positivo su fondo bianco, recante
la dicitura "REPUBBLICA ITALIANA".
La striscia sormonta la parte bassa della foto del titolare.
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Laser
engraving
Al punto 1. dei dati di personalizzazione è indicato il
nome del Comune che ha rilasciato il documento; questo elemento
è realizzato mediante incisione con laser e si distingue
dagli altri elementi della personalizzazione per la profondità
del tratto rispetto alla superficie della carta. Con la stessa
tecnica sono realizzate le numerazioni del documento ripetute
sul recto e sul verso, nell’apposito spazio sotto l’ologramma.
La combinazione tra la scheda in policarbonato e l’incisione
di alcuni dati con tecnica al laser offrono una delle protezioni
più sicure contro eventuali falsificazioni.
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Fondo
di sicurezza
Su tutto il documento sono stampati, con diverse grafiche, fondini
di sicurezza utili ad evitare le riproduzioni mediante scanner.
I principali sono:
Recto:
Fondo di sicurezza con (2) elementi variabili di colore blu.
Verso:
Fondino di sicurezza: restituzione grafica di immagine in scala
di grigi con elemento grafico di colore blu.
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OLOGRAMMA
Sul verso, nell’angolo destro in alto è applicato a caldo
un ologramma di sicurezza metallizzato-alluminio, realizzato con
tecnica mista Dot-Matrix + 2D/3D. L’ologramma presenta diverse
apparenze secondo le condizioni di osservazione.
In primo piano appare lo stemma della Repubblica circondato dalla
raffigurazione di un’orbita satellitare; la stella dello stemma
della Repubblica e l’interno della ruota dentata mostrano un effetto
cinetico di contrazione-espansione ruotando l’ologramma sia intorno
all’asse verticale che intorno all’asse orizzontale.
La microscrittura "REPUBBLICA ITALIANA" appare prospetticamente
in secondo piano.
Se si ruota l’ologramma intorno all’asse orizzontale
i colori dell’immagine variano dal rosso al blu seguendo
la successione dei colori dell’arcobaleno.
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BANDA
OTTICA
Già dalle prime fasi progettuali venne individuata l’esigenza
di trovare una tecnologia che permettesse elevati standard di
sicurezza, un riconoscimento in rete, e una lettura a vista dei
dati.
Tale tecnologia è stata individuata nell’utilizzo della
banda laser che consente la scrittura di un ologramma recante
la fotografia, il codice fiscale e le altre informazioni anagrafiche
in modo sicuro (l’accesso in scrittura è possibile al solo
il comune di emissione della carta) e indelebile (una volta scritto
l’ologramma sulla banda laser non può più essere
modificato). In modo estremamente sintetico e in parte impreciso,
si può dire che l’ologramma sulla banda laser sostituisce
la fotografia con timbro a secco presente sugli attuali documenti
di riconoscimento. Oltre a tale caratteristica, la banda laser
consente di ottenere un’elevata sicurezza informatica, quindi
non visibile a occhio nudo, ma riscontrabile con opportuni lettori,
in quanto contiene la sequenza di tutte le autorizzazioni necessarie
al processo di produzione, formazione ed emissione della carta
d’identità elettronica: solo quando l’ultima autorizzazione
viene memorizzata su di essa, il documento risulta essere un documento
valido. Il supporto, inoltre, consente la possibilità di
memorizzare, in modo non riscrivibile, informazioni per milioni
di caratteri (circa quattro megabyte).
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La
zona riservata alla memoria di lettura-scrittura con tecnologia
ottica si presenta come una banda orizzontale di aspetto metallizzato
brunito. Nella zona inferiore sono riportate delle diciture tra
cui, nella parte sinistra, la ditta di produzione “Istituto
Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.”. L’affidabilità
e l’inalterabilità dei dati è garantita dalla tecnologia
di scrittura WORM (write one, read many) e dalle metodologie di
identificazione e correzione d’errore. Il sistema WORM consente
la memorizzazione permanente dei dati in formato digitale sulla
banda laser; inoltre garantisce la possibilità di aggiungerne
di nuovi senza però poter modificare in alcun modo quelli
già esistenti. L’utilizzo di metodi di identificazione
e correzione d’errore nella banda laser assicurano un elevata
conservazione dei dati stessi, in quanto consentono la ricostruzione
delle informazioni digitali perse per cause accidentali. Sulla
zona superiore della banda è riportata una fascia di 3
mm recante una successione di stemmi della Repubblica uniti da
elementi a guilloche. Nella parte di sinistra della zona di memoria
vera e propria è inserito un elemento chiamato “Embedded
Hologram”, realizzato in fase di personalizzazione, riproducente
la stessa foto presente in chiaro sul recto del documento e la
numerazione del documento stesso. Questo elemento si rende meglio
visibile, come l’ologramma, sottoponendo l’immagine
ad idonea illuminazione.
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MICROCIRCUITO
La carta di identità possiede un microchip che genera una
coppia di chiavi asimmetriche, con la peculiarità che la
chiave privata non è esportabile e la chiave pubblica viene
inserita, insieme ad altre informazioni anagrafiche del titolare,
in un certificato inserito nella carta e sottoscritto digitalmente
dal ministero dell’Interno che è responsabile e garante
dell’intero sistema di sicurezza che sottende i processi di produzione,
formazione ed emissione. Il sistema di sicurezza del ministero
dell’Interno, in verità, è quello che permette la
centralizzazione virtuale delle informazioni che ruotano attorno
alla carta d’identità elettronica, infatti può essere
paragonato ad un caveau di banca dove le informazioni vengono
archiviate, in maniera crittografata, e solo il proprietario dei
dati può accedere, tramite la sua chiave privata, a quelle
di sua competenza.
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La
salvaguardia della privacy è fatta salva e nessuno ha visibilità
delle informazioni fatta eccezione di quelle di propria competenza,
per cui i comuni potranno accedere a certi dati, le questure territorialmente
competenti ad altri e così via. Una cosa è certa:
nessuno può accedere a tutte le informazioni della carta
d’identità elettronica e non esiste alcuna "banca
dati" centralizzata.
Il microcircuito contiene tre tipologie di dati, quali:
• Informazioni proprie dell’hardware e del software;
la registrazione di tali dati può avvenire solo dopo il
superamento di particolari condizioni di test ed, il termine della
sua effettuazione comporta l’aggiornamento dei diritti di accesso
agli stessi al fine d’impedirne una successiva alterazione.
• Informazioni anagrafiche dei titolari; la registrazione
di tali dati può avvenire solo dopo il superamento di particolari
condizioni di test ed, il termine della sua effettuazione comporta
l’aggiornamento dei diritti di accesso agli stessi al fine d’impedirne
una successiva alterazione.
• Dati della Carta Servizi; l’accesso a questi dati
è possibile solo previo consenso del titolare espresso
tramite la digitazione del codice PIN.
Quest’ultima tipologia va ulteriormente divisa in;
• Dati individuali aggiuntivi; sono informazioni relative
al titolare che vengono registrate sulla carta ad integrazione
delle informazioni anagrafiche e che possono essere utilizzate
ai fini dell’erogazione di servizi. Esse hanno la caratteristica
di estendere l’identità del titolare, non essere specifiche
di un servizio ed essere immodificabili a seguito dell’erogazione
dei servizi stessi. Vengono registrate (o modificate) sulla CIE
a seguito di una esplicita richiesta del titolare e, di fatto,
consentono l’accesso della carta ai servizi delle Amministrazioni
locali e centrali la cui erogazione è imprescindibile da
queste.
• Dati relativi ai singoli servizi; l’elenco di questi
dati viene definito ed aggiornato dal Dipartimento della Funzione
Pubblica, d’intesa con il Ministero dell’Interno e l’ANCI (Associazione
Nazionale dei Comuni d’Italia). I dati relativi ai singoli servizi
sono delle informazioni registrabili sulla carta (ed eventualmente
modificabili durante l’erogazione del servizio) che consistono
in attributi del titolare della CIE funzionali esclusivamente
all’amministrazione erogante il servizio stesso.
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Microcircuito
La protezione dei dati conservati nella carta è realizzata
su due distinti livelli: uno fisico e l’altro logico. A livello
fisico è lo stesso produttore del chip che provvede a mascherare
indelebilmente il sistema operativo proteggendolo tramite una
chiave segreta di sua esclusiva conoscenza.
A livello logico, invece, la protezione è gestita da due
differenti entità: quella che inizializza la CIE e l’ente
che la personalizza. Quindi finalmente un documento estremamente
sicuro che ci pone al passo con altre nazioni europee che in questi
ultimi tempi stanno riconsiderando i loro documenti identificativi.
Dopo l’11 settembre e 11 marzo scorso con il problema del
terrorismo internazionale tutti sono consapevoli che bisogna assolutamente
elevare gli standard di sicurezza dei nostri documenti. Ma in
questo caso è stato fatto molto di più, la CIE oltre
ad essere un documento identificativo sicuro, agevola il controllo
da parte degli organi di polizia, permette un’acquisizione
e una gestione dei dati semplice sicura e veloce e diventerà
uno strumento di servizio per il cittadino il quale la utilizzerà
per innumerevoli servizi, da quelli più importanti come
quelli sanitari o fiscali, ma anche molto più semplicemente
per pagare il parcheggio o come biglietto d’ingresso al museo
della propria città. L’unico problema che mi sembra
di poter rilevare, avvertito anche dalla stessa Comunità
Europea, è la mancata armonizzazione dei nuovi documenti
emessi dai vari stati della U.E.. In questi mesi si stanno cercando
delle soluzioni che consentano l’interoperabilità fra le
carte di diversi produttori, o fra i vari prototipi di carte emesse
a livello europeo. Mi sembra che si stia perdendo l’occasione
per l’adozione di una carta d’identità europea,
che potrebbe rendere ancora più semplice e soprattutto
sicuro lo spostamento dei cittadini all’interno dell’unione.
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NORMATIVA
DI RIFERIMENTO
Regio Decreto 18.6.31, n. 773
- Approvazione del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza
Regio Decreto 6.5.40, n. 635
- Approvazione del regolamento per l’esecuzione del T.U. 19.6.31,
n. 773 delle Leggi di pubblica sicurezza
Decreto del Presidente della Repubblica 30.12.65, n. 1656: - Norme
sulla circolazione e soggiorno dei cittadini degli Stati membri
della CEE
Legge 21.11.67, n. 1185:
- Norme sui passaporti
Decreto del Presidente della Repubblica 6.8.74, n. 649:
- Disciplina dell’uso della carta d’identità e degli altri
documenti equipollenti al passaporto ai fini dell’espatrio
- D.P.R. 28.12.200 n. 445:
"Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari
in materia di documentazione amministrativa"
- D.P.C.M. 22/10/1999 n. 537
- D.M. 19/7/2000
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Ispettore Capo
Sezione Polizia Stradale
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