APRO QUESTA RASSEGNA CON UN ARTICOLO CHE FA PENSARE AD UNA GIUSTIZIA PIU’ “GIUSTA”. DALL’INCONTRO “ALCOHOL PREVENTION DAY 2011” AGI ALCOL: ISS, VINO E BIRRA ADDIO, E’ BOOM DI ’BINGE DRINKING’ (AGI) - Roma, 7 apr. - Addio alla tradizionale immagine del consumatore mediterraneo di alcol, quello che, come da tradizione enogastronomica del nostro Paese, consuma vino o birra moderatamente, per accompagnare i pasti. "Il consumatore mediterraneo e’ ormai praticamente un mito - afferma Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol Cnesps e direttore scientifico dell’Apd - considerando che meno del 50% dei maschi adulti, fatta eccezione per gli anziani, segue questo pattern di consumo. Piu’ virtuose le donne - prosegue l’esperto a margine dell’incontro, presso l’Istituto Superiore di Sanita’, "Alcohol Prevention Day 2011", decima edizione - che mantengono un ruolo di ’vestali’ della tradizione. La perdita della connotazione mediterranea del bere e’ una tendenza affrontata di recente in termini di priorita’ di salute, certo sottovalutata anche in funzione della relativa inesperienza del nostro Paese di fronte a fenomeni di marketing noti come ’happy hours’, ’open bar’, pub’s crawl’...". Il consumo di alcol e’ rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi 10 anni, si apprende nel corso dell’incontro all’Iss, ma il modello di consumo mediterraneo e’ cambiato radicalmente ed e’ fortemente in declino tra le generazioni piu’ giovani. Da un lato infatti, e’ aumentato il numero di chi beve alcolici fuori pasto mentre non sembra diminuire il numero di italiani (maschi o femmine non importa), che bevono fino ad ubriacarsi, praticando il ’binge drinking’, il consumo di 6 o piu’ bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione. Per quanto siano sempre gli uomini a bere di piu’, il fenomeno riguarda con maggior frequenza che in passato anche il gentil sesso. In particolare, si apprende, le percentuali delle consumatrici di alcolici fuori pasto minorenni sono equiparabili a quelle dei loro coetanei e l’incremento maggiore rispetto al 1999 si registra tra le consumatrici 25-44enni (+45,2%). L’ALCOL CONTENUTO NEL VINO, NELLA BIRRA E IN TUTTE LE ALTRE BEVANDE ALCOLICHE E’ UNA DROGA A TUTTI GLI EFFETTI. QUINDI LA COMUNITA’ DI SAN PATRIGNANO PRODUCE ED UTILIZZA UN PRODOTTO CONTENENTE DROGA. AGI GIOVANI E ALCOL: IN ITALIA ’BEVONO’ OLTRE 800MILA ADOLESCENTI (AGI) - San Patrignano (Rn), 6 apr. - In Italia diminuisce il consumo di alcolici e vino, ma sempre piu’ giovani bevono solo per "sballare". Secondo il rapporto ESPAD, condotto dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pisa, 800 mila studenti tra i 15 e i 19 anni d’eta’ (in pratica uno studente su tre dei 2 milioni di studenti che consumano alcol) praticano il ’binge drinking’, uno dei comportamenti giovanili di maggiore diffusione e di maggiore pericolo: bere almeno 5 alcolici in meno di 2 ore e senza mangiare nulla. Questo fenomeno, proveniente dal nord Europa, negli ultimi 10 anni si e’ diffuso in Italia, coinvolgendo in modo massiccio il nostro mondo giovanile. Ed e’ con un forte messaggio d’allarme nei confronti di questo problema, che la Comunita’ di San Patrignano caratterizza la sua presenza a ’Vinitaly 2011’, la maggiore manifestazione mondiale dedicata al mondo del vino.(*) Nello stand della comunita’ riminese, da anni produttrice di apprezzate e conosciute etichette, ha trovato infatti collocazione il relitto di un’auto reduce da un incidente stradale dovuto a guida in stato di ebbrezza e pannelli che illustrano, con la fredda chiarezza dei numeri, quanto sia problematico il rapporto tra giovani e alcol. Nel 2010 il numero degli under 14 ricoverati per intossicazione d’alcol e’ aumentato del 28%, e si e’ abbassata l’eta’ d’incontro con l’alcol: accade per il 3,5% dei ragazzi tra gli 11 e 15 anni, al 15,8% tra i 16 e i 17 anni e al 29, 4% tra i 18 e i 24 anni. Tra i minorenni, il 42% dei ragazzi e il 21% delle ragazze bevono solo per ubriacarsi. Mentre gli incidenti d’auto mortali correlati all’alcol arrivano al numero di 1200 (**) (Istituto superiore sanita’). (AGI) Mir (*)Nota: una comunità di recupero per tossicodipendenti è anche produttrice di vino, quel vino che contiene ALCOL, considerato dall’OMS una DROGA. E’ o non è una contraddizione? (**)Nota: e cosa fa San Patrignano per combattere questo triste fenomeno? Produce vino!!! ECCO UN ARTICOLO CHE SPIEGA LA scelta DELL’O.M.S. DI DEFINIRE L’ALCOL UNA DROGA. http://lospecchiodimausabba.blogspot.com/2010/12/lalcol-un-tipo-di-spirito-che-fa-assai.html L’alcol, un tipo di spirito che non fa ridere L’alcol è droga! Non dimentichiamolo. Occorre che ognuno di noi se ne convinca. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) classifica l’alcol fra le droghe; è una droga giuridicamente legale, diversamente dalle altre droghe venduta liberamente quanto pericolosamente in qualsiasi bar o supermercato, ma è una sostanza molto tossica per la cellula epatica, più di molte droghe illegali, ed è causa di una dipendenza il cui grado è superiore rispetto alle droghe più conosciute. Come tutte le droghe anche l’alcol ha un potere psicoattivo (è in grado cioè di modificare il funzionamento del cervello), la sua assunzione protratta nel tempo induce assuefazione (per ottenere lo stesso effetto bisogna aumentare la dose), può nel tempo instaurarsi un legame specifico che condiziona negativamente lo stile di vita della persona che ne fa uso, mettendone a rischio la salute fisica, psichica, familiare e sociale. Riporto cosa scrive in proposito il portale di prevenzione anti-dipendenza Centro Narconon l’Albatros: Con il termine alcolici si raggruppano tutte le sostanze che contengono alcol etilico: vino, birra, superalcolici. L’alcol è farmacologicamente una droga che, secondo le dosi, ha effetti euforizzanti, disinibitori, stimolanti o calmanti. Inoltre se assunto a lungo dà dipendenza. La sindrome di astinenza è più drammatica di quella dell’eroina. Negli stadi iniziali si manifesta con il tremore delle mani, nei casi estremi si hanno delirio e convulsioni (delirium tremens). L’intossicazione da alcol (ubriachezza) provoca mancata coordinazione dei movimenti, lentezza dei riflessi, difficoltà a parlare, e soprattutto tendenza all’aggressività. Secondo le ricerche eseguite in tutti i paesi l’alcol fra tutte le droghe è quella che provoca il più alto livello di violenza verso sé stessi e verso gli altri. Negli ultimi anni si è discusso molto e a lungo riguardo alcune tossicodipendenze ereditarie. L’alcolismo si è detto essere talvolta un male di famiglia, ma non è stato mai trovato un gene connesso all’alcolismo o alla tossicodipendenza. Secondo l’OMS l’Europa è la Regione dove si beve più alcol al mondo. Il consumo d’alcol per abitante è il doppio rispetto alla media mondiale. Non si dimentichi nemmeno che circa l’80% dei nordamericani utilizzano una qualche forma di alcol in modo regolare. L’alcol è il terzo fattore di rischio per i decessi e per le invalidità in Europa, e il principale fattore di rischio per i giovani. Uno studio del 2007 condotto dal professor David Nutt dell’Università di Bristol e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet classifica l’alcol al 5° posto tra le droghe più pericolose e dannose (al 1° c’è l’Eroina, al 9° il Tabacco, all’11° la Cannabis, al 16° gli Steroidi, ecc). Il risultato è frutto di un nuovo sistema di classificazione che tiene conto oltre che della pericolosità della sostanza per l’individuo, anche della dipendenza che la sostanza genera e della pericolosità sociale di chi la assume. Si tratta in realtà più che di uno studio sulle sostanze in sé, di un’inchiesta tra intervistati qualificati: psichiatri specializzati in dipendenza da sostanze e ufficiali giudiziari o di polizia con comprovata preparazione scientifica. Il vino, la birra, i liquori e le grappe, da sempre fanno parte della nostra cultura: con questa giustificazione si inizia ad avvicinarsi all’alcol già in età giovanissima (sempre prima) per poi crescere e vivere sempre a stretto contatto con questa sostanza. Le famiglie non ne fanno una tragedia se al rientro da una serata con gli amici i figli sono “allegri” o un po’ su di giri per aver bevuto qualche bicchiere di troppo. Le scuole evitano completamente il discorso e non esistono campagne di informazione o sensibilizzazione sul tema. La piazza in generale, è ormai abituata ed accetta senza problemi tutte le occasioni in cui l’abuso dell’alcol si manifesta: di prima mattina con il bicchiere di bianco dell’anziano, a pranzo con il caffè corretto dell’operaio, di pomeriggio con la birra per “merenda” di qualche studente, prima di cena con l’aperitivo (che è sempre più pesante) e infine la sera con “chi più ne ha più ne metta”. Per non parlare dei molti film in cui il whisky e l’alcol sono pubblicizzati occultamente, o delle pubblicità liberamente proposte in TV. L’alcol viene così celebrato ovunque: nelle feste, nelle sagre, nelle serate, nelle grigliate estive, addirittura nelle manifestazioni sportive (basti pensare ai tornei di calcio locali, tanto per fare un esempio), in qualsiasi occasione. Di ragazzi, che ormai senza alcol non si divertono, in giro ce ne sono tantissimi e sempre di più. Di morti, causati dall’alcol, in Italia ce ne sono 30mila all’anno e sempre di più. Per non parlare dei feriti e delle invalidità, per cui il costo sociale è enorme. Se fosse quantificato dovrebbe spaventare non solo i cittadini ma anche governi e organizzazioni sociali. E’ una situazione gravissima, di cui pochi si rendono conto. Non si fa nulla (o comunque sempre troppo poco) per cambiare le cose. Il problema è di gran lunga sottovalutato e non c’è alcun segnale che faccia presagire un cambiamento. Le amministrazioni (locali e non) per prime dovrebbero fare qualcosa a riguardo, soprattutto per informare la popolazione sui danni e i rischi che una sostanza come l’alcol può provocare. Spesso -al contrario- assistiamo invece a disinformazione, con gente che afferma pubblicamente che “l’alcol non è un droga ma una semplice bevanda” (è il caso di un Sindaco della zona del Cadore) è pericolosissimo: oltre ad essere scientificamente sbagliato, è un messaggio devastante per i giovani. Il fatto che l’alcol sia legale non significa che sia meno dannoso di sostanze illegali o che per questo si possa sottovalutarne gli effetti. Ritengo sia inutile e sbagliato proibire o criminalizzare: bisogna piuttosto informare, diffondere consapevolezza su questi temi ed invitare tutti ad una maggiore responsabilità personale e sociale. L’emblema di questa responsabilità può essere espresso in termini di immaginazione visiva in scene con la contrapposizione tra l’allegra combriccola che si diverte sguaiatamente e la scena successiva con funerali e persone in ospedale a rischio di lesioni permanenti, oppure tra l’allegro bevitore quotidiano e la cirrosi epatica che lo porta al creatore in poco tempo... Allora, perché l’alcol viene separato dalle altre droghe o non trattato come tale? La risposta è semplice, come sempre il colpevole è il denaro. Gli americani spendono più di 90 miliardi di dollari in alcol ogni anno. Si tratta di una industria di massa con grandi società e grandi gruppi di pressione. Ogni anno l’industria dei liquori spende quasi 2 miliardi di dollari di pubblicità per incoraggiare il consumo di bevande alcoliche. Ogni anno, un giovane medio negli Stati Uniti è inondato con più di 1.000 spot pubblicitari sull’alcol. In Italia non siamo da meno. Basta fare mente locale: il consumo di alcol è talmente diffuso da passare addirittura inosservato. E’ questo elemento, da solo, a dirci molte cose, per chi le vuol sentire ovviamente. Per approfondire: Analisi scientifica dell’alcol come droga Se bevi alcolici sei in realtà un consumatore di droga. L’alcol è una buona droga che permette di trascorrere bei momenti, ma non possiamo dimenticarci che è una droga come tutte le altre. Coloro che sono favorevoli alla separazione dell’alcol dalle altre droghe vi diranno che la maggior parte delle persone che usano alcol lo fanno in modo responsabile o in modo "sociale". Questo è vero, ma l’alcol non è l’unica droga che viene utilizzata in modo responsabile. La stragrande maggioranza dell’uso di cannabis è fatto in modo responsabile. Lo stesso vale per la maggior parte delle droghe illecite tra cui cocaina, eroina, ecstasi, LSD e molte altre. L’uso irresponsabile è semplicemente non sostenibile per un lungo periodo di tempo. L’alcol non solo è una droga, ma è una droga pesante. Può creare dipendenza ed è potenzialmente letale. L’alcol può causare anomalie cellulari, ipertensione, danni agli organi e cancro. Anche un uso moderato di alcol porta alla compromissione della funzione motoria, ad un comportamento avventato, ad una cattiva articolazione della parola. Dosi più elevate possono portare a vomito, perdita di coscienza e morte. E’ incredibilmente facile raggiungere un’overdose di alcol, visto che la quantità di alcool che può uccidere non è molto più alta di quella assunta durante le bevute ricreative. Sei considerato legalmente ubriaco con una concentrazione di alcol nel sangue (BAC) di .08 in molti paesi, mentre un tasso alcolemico di .37 può uccidere. Una dose potenzialmente letale è equivalente a 7 bevande in un’ora per una femmina di 100 libbre o 12 bevande in un’ora per i maschi di 140 libbre. Gli studi dimostrano che l’alcol pone un rischio più elevato per la società di molte droghe illegali. Nota: dopo aver letto questo articolo non dovrebbero esserci più dubbi che l’alcol sia una droga e che la produzione di vino della Comunità di San Patrignano è alquanto discutibile!!! Serve anche da risposta a quanti, come vedrete in seguito, cercano di difendere il vino solo perché sono produttori o ex ministri dell’agricoltura. ASCA VINITALY: ZAIA, BERE INTELLIGENTE, DUE BICCHIERI SONO UN PIACERE Verona, 7 apr - ’’Bere intelligente, bere responsabile: due bicchieri di vino a tavola sono un piacere della vita del quale non dobbiamo certo privarci. Voglio ricordare che il 98 per cento degli incidenti stradali si verifica a prescindere dal consumo di alcol’’.(*) Lo ha ribadito il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, intervenendo nel corso della cerimonia inaugurale del 45* Vinitaly. ’’Il vino e’ il marchio di eccellenza della nostra cultura identitaria e racconta la storia del nostro territorio.(**) Quale sede migliore di Vinitaly -ha affermato Zaia - per farlo scendere una volta per tutte dal banco degli imputati sul quale e’ stato messo ingiustamente. Non abusiamo dell’alcol - ha concluso - ma assaporiamo un prodotto identitario che in Veneto trova la sua espressione piu’ alta’’. fdm/sam/rob (*)Nota: non si è più aggiornato il presidente Zaia ma è rimasto ancora ai vecchi e sballati dati forniti dall’ISTAT alcuni anni fa! (**)Nota: racconta anche le disgrazie del nostro territorio come si può notare da questa rassegna stampa. ASCA ALCOL: CIA, NON E’ VINO CAUSA ’SBALLO’ TRA GIOVANI. NO CRIMINALIZZAZIONI Roma, 5 apr - ’’Lo ’sballo’ con gli alcolici tra i giovani non e’ causato dal vino(*), ma da altre bevande, come aperitivi, amari e superalcolici, come la nuova moda del ’binge drinking’ (bere molti e piccoli superalcolici uno dietro l’altro). La conferma viene oggi dall’Istat che rileva come siano diminuiti i consumatori di vino e aumentati, soprattutto tra le nuove generazioni, coloro che bevono altri tipi di bevande alcoliche’’. E’ quanto sottolinea la Cia, Confederazione italiana agricoltori, in merito al rapporto ’’L’uso e l’abuso di alcol in Italia’’ presentato oggi dal nostro Istituto di statistica(**). Quindi, evidenzia la Cia, ’’no’ alla criminalizzazione del vino in quanto con il demonizzare non si ottiene nulla, se non colpire l’immagine della produzione vitivinicola italiana. Bisogna, invece, far crescere, soprattutto tra i giovani, la logica di una degustazione consapevole, moderata. Ben diversa dall’uso sregolato di alcolici’’. com-map/mar/lv (*)Nota: I produttori continuano a difendere il vino ma essendo “produttori” hanno poca credibilità! (**)Nota: è un rapporto di parte e quindi poco credibile anche quello! SARA’ ANCHE DIMINUITO IL CONSUMO DI VINO, MA RESTA UGUALMENTE LA BEVANDA ALCOLICA PIU’ BEVUTA IN ITALIA E QUINDI QUELLA CHE PRODUCE PIU’ GUAI DI TUTTE. ASCA ALCOL: ISTAT, UOMINI BEVONO PIU’ DELLE DONNE. IN TESTA IL VINO Roma, 5 apr - Il 78,9% degli uomini di 11 anni e piu’, consuma alcol, in particolare vino, birra e altri alcolici come aperitivi, amari e superalcolici, mentre le donne consumatrici sono il 53,4%: anche per loro il vino e’ la bevanda alcolica piu’ diffusa, seguita da birra e altri alcolici. Lo rende noto l’Istat. I consumatori giornalieri di alcol scelgono prevalentemente il vino: il 35,3% degli uomini e il 13,7% delle donne. Per la birra le percentuali scendono rispettivamente al 7,5% e all’1,3%. Residuale e’ il consumo quotidiano degli altri tipi di alcolici (1,4% dei maschi e 0,2% delle femmine). Il consumo di alcol riguarda soprattutto gli adulti. In particolare, nella popolazione tra i 25 e i 74 anni circa tre persone su quattro dichiarano di aver consumato alcol nell’anno considerato. Tra gli uomini la quota e’ almeno pari all’81%, mentre per le donne non supera il 60%. Rilevante appare la quota dei ragazzi di 11-15 anni che ha assunto alcolici negli ultimi 12 mesi: 15,2% dei maschi e 12% delle femmine. Gia’ a partire dai 18-19 anni i valori di consumo sono prossimi alla media della popolazione (76% dei maschi e 59,8% delle femmine). com-dab/sam/rob ECCO QUANTI GUAI PROVOCANO IL VINO, LA BIRRA E LE ALTRE BEVANDE ALCOLICHE ASCA ALCOL: ISS, OGNI ANNO 20MILA MORTI PER CAUSE CORRELATE - Roma, 7 apr - Ogni anno in Italia, circa 13.000 uomini e 7.000 donne di eta’ superiore ai 15 anni muoiono per una causa totalmente o parzialmente alcol correlata. Sono le cifre dell’ISS diffuse oggi in occasione dell’Alcohol Prevention Day. L’Organizzazione Mondiale della Sanita’ stima che nel mondo ci siano circa 2 miliardi di persone che consumano bevande alcoliche, circa 2,3 milioni di persone che muoiono per una causa alcol-correlata e 76,3 milioni che hanno disordini dovuti all’alcol. E l’alcol, in Italia e’ la prima causa di morte tra i giovani sino all’eta’ di 24 anni: decessi sono prevalentemente legati al problema di uso e abuso di alcol alla guida. Inoltre, sono attribuibili all’alcol il 38,1% dei decessi maschili e il 18,4% di quelli femminili; il 60,5 % dei decessi per cirrosi epatica nei maschi, il 51,5% di quelli tra le donne; il 36,6% e il 21,8% dei decessi per tumori orofaringei maschili e femminili, rispettivamente; il 49,2% dei decessi tumori laringei maschili e il 37,1% di quelli femminili; i morti per tumore al fegato con valori pari al 36,5% per gli uomini e al 26,1% per le donne; il 49,5% e il 43,3% dei decessi per epilessia per gli uomini e per le donne, rispettivamente; il 57,7% e il 49,2% dei decessi rispettivamente maschili e femminili per varici esofagee. mpd/sam/rob ASCA ALCOL: ISS, SULLE STRADE CAUSA 30% DECESSI E 50% INCIDENTI NON MORTALI Roma, 7 apr - In Italia il 30% dei decessi per incidenti stradali e il 50% degli incidenti non mortali, secondo i dati della Commissione Europea e le elaborazioni dell’Istituto Superiore di Sanita’ illustrare oggi, hanno una correlazione con l’uso di alcol. Inoltre: piu’ di 1 incidente su 4 in Europa e’ causato dall’uso di alcol alla guida (circa 10.000 ogni anno). Oltre 1 decesso su 4 in Europa registrato tra i ragazzi e 1 su 10 tra le ragazze e’ causato dall’alcol. L’alcol rappresenta la prima causa di morte tra i giovani di eta’ compresa tra i 15 e i 29 anni. Nel 2008 sono stati rilevati in Italia 218.963 incidenti stradali (-5,2 % rispetto al 2007), che hanno provocato 4.731 morti (-7,8%) e 310.739 feriti (-4,6% ). L’analisi effettuata dall’ISS della mortalita’ alcol correlata stima che il 38,1% dei decessi per incidente stradale fra gli uomini e il 18,4% tra le donne sono da attribuire all’alcol. E che i decessi dovuti ad incidente stradale avvengono per tutte le fasce di eta’ ma i tassi piu’ elevati (per 100.000 individui) si registrano tra gli uomini nei giovani di eta’ 15-29, tra le donne di eta’ 15-24 e negli anziani. mpd/sam/rob ASCA TUMORI: RISCHIO CANCRO GASTRICO AUMENTA DEL 75% CON 3 BIRRE AL GIORNO - Roma, 7 apr - Chi beve 2 o 3 birre al giorno per diversi anni ha un rischio maggiore di sviluppare il cancro gastrico del 75% rispetto a chi beve meno di una birra al giorno: il rischio arriva al 700% in piu’ se i bevitori ’’appassionati’’ possiedono anche, nel loro patrimonio genetico, una determinata variante genetica. A sostenerlo e’ uno studio presentato al meeting annuale dell’American Asssociation for Cancer Research che si e’ concluso ieri a Orlando (Usa) da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Catalano di Oncologia di Barcellona guidati da Eric Duell. I ricercatori hanno esaminato consumo di alcol e incidenza del cancro gastrico in 521000 persone tra i 35 e i 70 anni. I ricercatori spiegano che la variante genetica del gene rs1230025 e’ piuttosto comune (presente nel 20% della popolazione) e che, da sola, predispone a un rischio maggiore di sviluppare il cancro gastrico del 30%. noe/mar/rob ASCA ALCOL: ISS, RAGAZZE TRA 11 E 15 ANNI BEVONO 3 VOLTE PIU’ DI ADULTE - Roma, 7 apr - Sono a rischio abuso alcolici(*) in Italia il 18,5% dei ragazzi e il 15,5% delle ragazze al di sotto dei 16 anni. Lo evidenziano i dati diffusi oggi all’Istituto Superiore di Sanita’, in occasione dell’Alcohol Prevention Day (PAD). La prevalenza dei consumatori a rischio nel 2009 e’ pari al 15,8% della popolazione di eta’ superiore a 11 anni, con una consistente differenza di genere (25% dei maschi, 7,3% delle femmine). ’’Preoccupano in particolare le preadolescenti - commenta Emanuele Scafato, Direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e direttore scientifico dell’APD - tra le 11-15enni si registra una media di consumatrici nettamente superiore alla media femminile italiana, tripla rispetto a quella delle donne adulte e comunque superiore a quella registrate per tutte le classi di eta’ esaminate’’. Anche salendo con l’eta’ l’evidenza conferma i trend consolidati nell’ultimo decennio; si stima, infatti, che nel 2009 sono stati oltre 395.000 i giovani di 16-20 anni (19% maschi e 6,9% femmine) e circa 500.000 i giovani di 21-25 anni (23,8 % maschi e 8,4 % femmine) che hanno adottato almeno un comportamento a rischio per la loro salute. mpd/sam/rob (*)Nota: che cosa vorrà dire questa frase? Cosa significa “rischio abuso alcolici”? Si dovrebbe essere più chiari: consumando bevande alcoliche c’è il rischio di provocare incidenti, il rischio di sviluppare il cancro, il rischio di compiere violenze, il rischio di essere violentate, il rischio di diventare dipendenti, il rischio di distruggere la famiglia, il rischio di distruggere tutti I rapporti umani… LA SILB DOVREBBE INSEGNARE AI SOCI A “VENDERE CONSAPEVOLMENTE” CIOE’ A RISPETTARE GLI ARTICOLI 689, 690 E 691 DEL CODICE PENALE. AGI VINO: FIPE, L’IMPORTANTE E’ BERE BENE PERICOLOSO ABUSARE 13:16 07 APR 2011 (AGI) - Roma, 7 apr. - "Benvengano le fiere come il Vinitaly e tutte le iniziative dove si puo’ parlare e insegnare la cultura del bere consapevole. L’alcol e’ un alimento e deve essere trattato come tale. Si tratta di una sostanza affascinante, ma di cui e’ pericolosissimo abusare". E’ questo il commento di Maurizio Pasca, presidente Silb, l’associazione delle imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo aderente a Fipe-Confcommercio in occasione dell’apertura della Fiera di Verona, la piu’ importante rassegna dedicata al mondo dei vini e distillati. "Noi gestori dei locali serali -prosegue Pasca- siamo i primi a combattere chi ricerca volutamente lo stato di ebbrezza(*). Un cliente dalla mente annebbiata non e’ in grado di riconoscere la qualita’ del servizio e l’incapacita’ del consumatore di scegliere il divertimento sano da quello effimero rappresenta una sconfitta dell’imprenditore. Per questo motivo ci battiamo per la cultura del saper bere, soprattutto fra i giovanissimi(**). Infatti, la moda scriteriata del ’bere per stare male’, piu’ conosciuta come binge drinking, e’ ricorrente soprattutto in occasione delle movide notturne stradali (famose come ’botellon’), dei rave-party e delle feste private e non certo nelle discoteche dove i controlli sono serrati". (*)Nota: la prima cosa da fare per evitare lo stato di ebbrezza è non bere bevande alcoliche e quindi… (**)Nota: non so quanti anni possono avere i giovanissimi citati dal presidente Silb. Forse non ricorda che in Italia è vietata la vendita di bevande alcoliche ai “giovanissimi” minori di 16 anni!!! IL SINDACO DI GENOVA SPIEGA COME AFFRONTA I PROBLEMI ALCOLCORRELATI DELLA SUA CITTA’ LA REPUBBLICA Il sindaco: ’Al bando chi dà l’ alcol ai minorenni’ 06 aprile 2011 — pagina 4 sezione: GENOVA «I locali che entrano in un determinato circuito e vendono alcol ai minorenni, vanno stangati». Marta Vincenzi è intervenuta ieri sera a Matrix, su Canale 5, nella puntata dedicata al tema dello sballo del sabato sera e ha raccontato quello che si sta facendo a Genova sulla movida. «Bisogna trovare delle mediazioni al conflitto fra quelli che vogliono trascorrere la serata fuori e i residenti che hanno diritto di dormire - ha detto, rispondendo alle domande del conduttore, Alessio Vinci - noi abbiamo vietato l’ utilizzo di lattine e bottiglie di vetri fuori dai locali e abbiamo limitato gli orari di chiusura». «Abbiamo una buona collaborazione con le forze dell’ ordine - ha aggiunto poi - è evidente che occorre indagare, controllare e quando non rispettano le regole bisogna far chiudere i locali». La Vincenzi ha anche puntato il dito sulla prevenzione e sull’ attenzione che occorre dare al mondo giovanile, oggi frastornato da una cultura «nella quale l’ undicesimo comandamento è consumare. Per tanti quindicenni, sedicenni, ventenni si va allo movida per lo sballo e quindi non serve solo informare sui rischi dell’ alcol, occorre lavorare anche a livello di educatori». Il sindaco ha raccontato così lo studio avviato dal Comune assieme al Sert che nel corso di tre anni ha coinvolto 3000 ragazzi interrogandoli sulle loro esperienze e sulla loro percezione dello sballo. «Un’ altissima percentuale di giovani conosce i rischi - ha raccontato la Vincenzi - ma una percentuale altrettanto alta utilizza lo stesso queste sostanze, ecco perché occorre lavorare su altri fronti. Noi ad esempio stiamo promuovendo il biodrink e cento locali hanno già aderito all’ iniziativa, bisogna farlo diventare appetibile, di moda, perché è su questo elemento che si riescono a cambiare gli atteggiamenti». DAL MONDO DEI CLUB ALCOLOGICI TERRITORIALI LA NUOVA SARDEGNA Acat, la festa delle famiglie 06 aprile 2011 — pagina 03 sezione: Cagliari QUARTU. La festa delle famiglie. Si terrà sabato 9 aprile, a partire dalle 9, nella sala Michelangelo Pira in via Brigata Sassari. Un incontro organizzato da Acat “Il Faro” (Associazione dei Club Alcologici Territoriali), Metodo Hudolin. Circa 37 comunità multi familiari dell’area vasta cagliaritana, che promuovono stili di vita sani e si adoperano per la prevenzione e la riabilitazione delle persone con problemi legati all’acool attraverso il metodo Hudolin, si aprono alla società e raccontano le loro esperienze, a partenti, amici, e a tutti coloro che vogliono partecipare alla festa. Il metodo Hudolin pone alla base di ogni attività la famiglia. «Normalmente sono delle comunità molto riservate, può accedere alla comunità solo chi ha problemi legati all’alcol - spiega Ernesto Marongiu, presidente di Acat (associazione dei club degli alcolisti in trattamento) - hanno poche occasioni per potersi aprire al mondo esterno». La giornata di sabato sarà una di quelle opportunità che vede circa sessanta famiglie avvicinarsi alla società locale. Partiranno dalla discussione del tema “Il club e la promozione della salute” per poi rivolgersi a coloro che cercano un aiuto, o che semplicemente vogliano saperne di più, e in particolare a tutte le famiglie che vivono nella provincia di Cagliari e hinterland. Trasmetteranno le loro conoscenze sia a chi ha problemi con l’alcol e sia a chi non beve, per far capire alla comunità quali sono le cause e gli effetti della dipendenza da alcol. A Quartu sono presenti 2 club, ogni club è costituito da 2 fino a un massimo di 12 famiglie e si basa sul concetto che l’alcolismo non è una malattia ma un tipo di comportamento. Una campagna di sensibilizzazione all’interno di una festa rivolta a tutta la società.(mo.ma.) CREMONAONLINE Scuola alcologica territoriale mer 6 aprile 2011 Una scuola alcologica territoriale di Terzo modulo giovedì 7 - venerdì 8 aprile, Cremona Apcat insieme a Cisvol organizza due serate sulla protezione e promozione della salute riguardo ai problemi alcolcorrelati. Gli incontri si tengono il 7 e 8 aprile alle ore 21.00 presso il Cisvol di via San Bernardo 2 a Cremona, con il patrocinio di Comune di Cremona e Provincia di Cremona. Il Terzo Modulo della Scuola Alcologica Territoriale è rivolto a tutte le persone e famiglie che vivono nel territorio. È un invito affinché i partecipanti possano ricevere informazioni chiare e aggiornate su argomenti relativi alla salute, ai problemi alcolcorrelati ed ai Club degli Alcolisti in Trattamento. È un momento di sensibilizzazione che farà riflettere sulla cultura alcolica esistente, introducendo principi ed esperienze nuove rispetto al concetto di salute, facendo tesoro dell’esperienza e delle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, della Carta Europea sull’Alcol e della Dichiarazione su “Giovani e Alcol” di Stoccolma. Relatore delle due serate sarà Giorgio Reali, presidente del Cisvol e responsabile nazionale Aicat - Associazione Italiana Club Alcolisti in Trattamento. Gli incontri verteranno sulla promozione e protezione della salute, sull’alcol e i suoi effetti, luoghi comuni, sui problemi alcolcorrelati e complessi, sulla posizione personale e la prevenzione e sui sistemi di trattamento e la promozione della salute. Le serate sono aperte alle famiglie della comunità locale, autorità civili e religiose, associazioni di volontariato, assistenziali e ricreative, medici. A seguire un rinfresco analcolico. Per informazioni rivolgersi a: Giorgio Reali (0372.710955 Giancarlo Pisciarelli 0372.29340 Cisvol di Cremona 0372.26585 INIZIATIVE DI INFORMAZIONE E PREVENZIONE JULIENEWS Nola, Convegno “Guida e alcol: strategie e modelli di interventi” 7.4.11 Si terrà domani, venerdì 8 aprile 2011, alle ore 9.30, presso la Casa del Mutilato, il convegno “Guida e alcol: strategie e modelli di interventi”, organizzato dall’U.O. Psicosociale delle dipendenze, diretta dal dr. Carmine Papilio e patrocinato dal Comune di Nola. L’idea del convegno nasce dalla necessità di pianificare e programmare strategie nel campo delle politiche sociali e preventive, in considerazione dell’aumento di uso e, alle volte, abuso, di bevande alcoliche nella fascia di età giovanile ed il conseguente, elevato numero di incidenti stradali. L’incontro, che vede la collaborazione di numerosi relatori, ha l’obiettivo di favorire la formazione specifica degli operatori del settore, affinché si rendano promotori di interventi che favoriscano nei giovani, comportamenti consapevoli e responsabili. Il convegno intende anche favorire lo sviluppo di sinergie tra vari soggetti istituzionali, che, a vario titolo, sono coinvolti nel fenomeno. RICEVIAMO DALL’AMICO CORRADO, CHE RINGRAZIO, QUESTO ARTICOLO CON L’AUGURIO SIA IL PRIMO DI UNA LUNGA SERIE. L’ADIGE Tra oggi e domani a Riva e Arco incontri informativi e una festa free-alcol con i ragazzi delle terze medie L’alcol e i giovani «Il problema esiste» Carpineta: costruire la percezione del rischio ARCO – 7.4.11 - In poco più di un anno, dalla metà di novembre del 2009 alla metà di dicembre del 2010, 106 persone tutte residenti nell’Alto Garda sono «transitate» dal Pronto Soccorso dell’ospedale di Arco per problemi legati all’uso di sostanze alcoliche. In 96 di questi casi le problematiche «alcol correlate» sono state successivamente esplicitate nella diagnosi che ha accompagnato le dimissioni dei pazienti. Ma di questi solo 23 hanno deciso di guardare in faccia la realtà e affrontare la situazione rivolgendosi al Servizio di alcologia del Distretto sanitario per mettersi in gioco e iniziare un percorso di recupero: 15 sono stati gli uomini, 8 le donne. E non sono mancati i giovani perché purtroppo, e le statistiche anche su scala nazionale lo confermano, l’uso e spesso l’abuso di alcol nelle fasce giovanili è stato e rimane un problema. «Un problema importante in generale - osserva il dottor Sandro Carpineta, responsabile del Centro di Alcologia del Distretto Alto Garda e Ledro - Anche se in questi anni è cresciuta l’attenzione e un movimento di sensibilizzazione verso queste problematiche». Aprile è il mese della prevenzione delle problematiche alcol-correlate e il Centro di Alcologia del C9 è il promotore dell’iniziativa che si svolge oggi (a Riva) e domani (ad Arco) rivolta ai ragazzi delle terze medie di tutta la zona. Due incontri informativi che coinvolgeranno circa 400 ragazzi dal titolo eloquente («Mi sento inFORMAto») ed una festa dal titolo altrettanto chiaro («Ballo senza sballo», una festa «free alcol») che si terrà domani sera presso il circolo tennis di Arco e alla quale parteciperanno tutti i ragazzi coinvolti nel processo formativo e informativo. L’iniziativa è partita dal Centro di Alcologia e ha trovato il patrocinio delle amministrazioni comunali di Riva e Arco, della Comunità di Valle, ma anche la fondamentale collaborazione logistica e organizzativa dell’associazione «EnjoyLife» per la festa, dei gruppi Ana di Riva e Arco e dei Nuvola dell’Alto Garda e Ledro. Un momento importante per «informare e formare» gli adolescenti di oggi e gli adulti di domani. Con il dottor Sandro Carpineta, responsabile del Centro di Alcologia, interverrano le dottoresse Teresita Grottolo e Loretta Bortolameotti, anche loro del servizio alcologia del C9. «Quello dell’alcol tra i giovani è un problema alla pari del fumo - osserva il dottor Carpineta - Un problema che diventa più serio quando si prende in esame il cosiddetto "bere accessuale", ovvero la consuetudine ad accompagnare i fine settimana con l’uso di sostanze alcoliche». Il lavoro che va compiuto, come in tutte le cose, è soprattutto sulla «testa». Basti pensare, senza citare il nome della suddetta società, che per festeggiare una vittoria a calcio l’obiettivo dei ragazzi era quello di comprarsi un cassone di birra e bere tutti insieme in allegria. Nei giovani, come osserva lo stesso dottor Carpineta, vi sono alcuni luoghi comuni che andrebbero modificati ma che in verità sono difficili da rimuovere. Come ad esempio che l’alcol sia un fattore «facilitante ed aggregante». «Bisogna costruire nei ragazzi la percezione del rischio, che esiste - afferma ancora il dottor Carpineta - E far sì che assumano la consapevolezza che sono loro i protagonisti della loro salute, senza aderite a modelli che individuano e suggeriscono scorciatoie per avere successo». I dati su scala provinciale che emergono dallo studio Hbsc che ha coinvolto 2.700 ragazzi di 11, 13 e 15 anni delle scuole secondarie di primo grado e superiori (comprese quelle di Riva, Arco e Val di Ledro) dicono che «l’esperienza con gli alcolici è rilevante già a 11 anni, il 23,98% dichiara di averne già fatto esperienza (circa 3 ragazzi su 10) mentre il 3,1% degli 11enni, il 6,94% dei 13enni ed il 30,22 dei 15enni dichiara di essersi ubriacato almeno una volta. In particolare - proseguo lo studio nelle sue conclusioni - il 20% dei 15 enni (1 su 5) dichiara di essersi ubriacato più di una volta. L’esperienza di ubriachezza è riportata più frequentemente dai maschi rispetto alle femmine» LA NUOVA SARDEGNA Gian Luigi Gessa a Santa Teresa per parlare di alcol e droga 06 aprile 2011 — pagina 08 sezione: Olbia SANTA TERESA. Un interessante convegno sulle dipendenza da alcol, fumo e droghe con un prestigioso scienziato, Gian Luigi Gessa, professore emerito di neuropsicofarmacologia dell’università di Cagliari. L’appuntamento è per questo sabato, a partire dalle 11, al palazzetto dello Sport. L’iniziativa dell’assessorato alla Sanità guidato da Liliana Scano, è rivolta agli studenti delle scuole del territorio, ma anche agli adulti. La dipendenza da alcol, fumo e droghe non è una questione di carta di identità. Il sottotitolo dell’appuntamento di questo sabato è molto eloquente “come Ulisse è possibile resistere alle sirene?”. Gessa spiegherà in modo dettagliato quali sono gli effetti della sigaretta, dell’alcol e delle droghe sul cervello e sul corpo umano. Un viaggio nella scienza per sensibilizzare i giovani alle conseguenze di gesti che fanno sempre più parte della quotidianità dei giovani come accendersi una sigaretta. L’obiettivo è mostrare al pubblico i meccanismi della dipendenza, pericolosa trappola in cui si può evitare di cadere e resistere come Ulisse fece con il melodioso canto delle sirene. Nel corso della conferenza verranno forniti anche alcuni dati sul legame tra le diverse forme di dipendenza e il mondo giovanile. Per citarne alcuni, il 44 per cento delle ragazze sarde fuma più di 5 sigarette al giorno. Il 25 per cento dei giovani della nostra regione prende una sbronza, scientificamente detta intossicazione alcolica, più di 5 volte in un anno. Situazioni che mettono a rischio la salute. (se.lu.) BOLOGNA 2000 Alcol: non sei uno di famiglia, campagna promossa dalle Aziende sanitarie 07 apr 11 • Categoria Modena,Salute - 9 letture La famiglia gioca un ruolo fondamentale nell’educare i giovani a un rapporto corretto con l’alcol, ecco perché la campagna promossa quest’anno dalle Aziende sanitarie per il mese della prevenzione alcologica è stata intitolata “Alcol: non sei uno di famiglia. Il consumo responsabile si insegna anche con il buon esempio”. Numerosi gli eventi in programma in tutta la provincia organizzati nelle scuole, nei servizi sanitari e in generale nei luoghi frequentati dalle famiglie, che rappresentano i destinatari principali del messaggio di prevenzione della campagna (il programma completo è sul sito www.ppsmodena.it/alcol). Quanto ai dati sul consumo di alcol nel nostro territorio, le stime del rapporto PASSI (sistema di sorveglianza sui comportamenti di salute) dicono che in provincia di Modena 325mila persone fra i 18 e i 69 anni, pari al 69% della popolazione, assumono alcolici, mentre il 24% delle persone adulte possono essere classificate come consumatori a rischio. I più esposti sono i maschi giovani (il 50% fra i 18 e i 24 anni). Particolarmente preoccupanti i dati regionali che si riferiscono all’uso di alcolici da parte dei giovanissimi: già dall’età di 11 anni i ragazzi cominciano ad avere un rapporto problematico con l’alcol, se si pensa che il 5% degli undicenni, l’8% dei tredicenni e il 25% dei quindicenni ha riferito di aver bevuto tanto da ubriacarsi almeno una volta. Il 6% dei 15enni poi dichiara di assumere alcolici quotidianamente. Inoltre il consumo smodato di alcol (binge drinking) riguarda l’8% degli intervistati PASSI e si associa alla giovane età (si passa dal 18% dei 18-24enni al 4% dei 50-69enni) e al sesso maschile (13% contro il 3% delle donne). In compenso, sempre secondo le stime PASSI, la circostanza di vivere con ragazzi under 14, indipendentemente dal grado di parentela, è un elemento di responsabilizzazione per gli adulti: il 19% dei modenesi che vivono con minori di 14 anni consuma alcol in modo rischioso per la propria salute rispetto al 26% di chi non ha ragazzi in famiglia. Da questi dati si evince che 89 mila persone tra i 18 e i 69 anni assumono alcol in modo rischioso per la propria salute pur avendo in casa un bambino o un ragazzo. La campagna di prevenzione “Alcol: non sei uno di famiglia” – sostenuta dalla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, realizzata insieme alle associazioni di auto-aiuto attive sul territorio provinciale (AA, ACAT e Al-ANON) e in collaborazione con Ordine dei Medici, Ordine dei Farmacisti, Federfarma Modena e Farmacie comunali di Modena S.p.A. con la partecipazione degli ospedali privati Villa Igea e Villa Rosa – ha dunque l’obiettivo di raggiungere le famiglie per il ruolo di esempio giocato dagli adulti. L’alcol fa parte del nostro stile di vita: nel nostro Paese è una tradizione bere alcol ai pasti, nelle ricorrenze o semplicemente per festeggiare, e spesso il sapore dell’alcol viene scoperto già in tenera età con l’approvazione dei genitori e dei nonni. E’ infatti in famiglia che i bambini e gli adolescenti assaggiano il loro primo bicchiere di vino ed è proprio in famiglia che si apprende l’atteggiamento verso l’alcol. I genitori non sono soltanto veicoli di informazioni ma sono modelli di riferimento per il consumo: giocano, quindi, un ruolo fondamentale per fare interiorizzare ai bambini e agli adolescenti un atteggiamento responsabile nel bere. I suggerimenti per i genitori I genitori giocano un ruolo fondamentale per fare interiorizzare ai bambini e agli adolescenti un atteggiamento responsabile nei confronti dell’alcol, che non enfatizzi comportamenti a rischio o di abuso/dipendenza da alcol. Come? Ecco alcuni suggerimenti. Non esortare mai i bambini a bere! Sono troppo piccoli, per loro l’alcol è dannoso anche in modiche quantità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che i ragazzi sotto ai 16 anni non bevano alcolici perché il loro organismo non è in grado di digerire l’alcol in maniera efficace. In caso di assunzione, infatti, vi è un elevato rischio di danni fisici e psichici. non sottovalutare l’influenza che i comportamenti di consumo di alcol hanno sui figli: adottare modalità di consumo moderate e dimostrare loro che in determinate situazioni, ad esempio se si deve lavorare o guidare, non si beve; informare i figli sugli effetti e sui rischi dell’alcol; insegnare ai figli a saper dire di “no”: è fondamentale per resistere alle pressioni del gruppo di pari e agli stimoli provenienti dalla società e dalla pubblicità; non comprare bevande alcoliche per i figli e non incaricarli di comprarle; non dare ai figli alimenti che contengano alcol, così da non abituarli al sapore prima del tempo; controllare se nelle associazioni o società sportive che frequenta il proprio figlio circola alcol; parlarne con le altre persone che vivono in zona, con i gestori dei locali, con gli altri genitori, con i responsabili delle associazioni; se un figlio, purché abbia almeno 16 anni, mostra un interesse particolare per l’alcol parlarne con lui per sottrarre all’alcol il fascino del proibito, insegnargli a gestirlo in modo responsabile e a farne un uso moderato; ascoltare, dialogare e mostrare comprensione verso i problemi e le ansie dei figli; cercare di cogliere nei figli i segnali di un possibile problema con l’alcol (“sbronze” frequenti, consumo non moderato, difficoltà emotive come irritabilità, ecc) e parlarne con loro o rivolgersi ai servizi; ricordare che dare il buon esempio con il proprio atteggiamento verso l’alcol è il modo più efficace per tutelare i figli. IL MATTINO DI PADOVA Si finisce sugli argini 06 aprile 2011 — pagina 38 sezione: Sport PADOVA. Stavolta si finirà sugli argini. CorriperPadova dopo l’estemporanea edizione domenicale nello stadio Plebiscito nel corso del derby tra Petrarca Rugby e Rovigo, torna alla sua naturale collocazione del giovedì sera. Come spesso è accaduto anche domani la manifestazione ideata da Fiamme Oro polizia di Stato, organizzata in collaborazione con il Comune di Padova e promossa dal mattino di Padova, prenderà il via alle 20.30 da Prato della Valle (ritrovo ore 20). Il tracciato si snoderà, dopo un giro del Prato, lungo via Cavazzana, via Sanmicheli, piazzale Pontecorvo, via Modena, via Forcellini, via Savini, sottopasso Voltabarozzo, Lungargine Condotto Maronese, via d’Acquapendente, via Sanmicheli, via Cavazzana, entrata Prato Valle fronte ristorante Zairo. Come ormai è tradizione la Polizia di Stato lega l’appuntamento della CorriperPadova ad un progetto di prevenzione e informazione. Domani sera si parlerà di droga e alcol, due piaghe della società moderna che colpiscono soprattutto i giovani. La Questura di Padova, in collaborazione con l’Usl 16, ha elaborato un breve vademecum che ha l’obiettivo di diffondere le conoscenze sulle problematiche della droga e dell’alcol nella società civile, la famiglia, la scuola, le Forze di Polizia e ogni cittadino. Sarà proprio questo il volantino informativo che i poliziotti di Quartiere distribuiranno e illustreranno. L’opuscolo contiene dieci consigli utili per riconoscere quei segnali di allarme che consentano ai genitori, ai fratelli, agli insegnanti di intervenire tempestivamente e di individuare gli interlocutori professionalmente competenti che possano essere di aiuto alle famiglie ed ai ragazzi, avendo ancora una volta fiducia nelle Forze di Polizia che sono sempre vicine ai cittadini e al mondo dei giovani. I poliziotti di Quartiere, insieme agli agenti dell’Ufficio Minori e della Digos della Questura di Padova, nel corso di questi ultimi anni, hanno realizzato numerosi e sempre più richiesti incontri negli Istituti di Istruzione per creare una rete di contrasto ad atteggiamenti scorretti e condotte illecite ma soprattutto per allenare gli studenti alla condivisione del rispetto delle regole. MESSAGGERO VENETO Sicurezza, a lezione in cantiere 06 aprile 2011 — pagina 23 sezione: Nazionale Oggi, terza giornata del Festival della sicurezza tra la gente (Udine, 4-17 aprile) che si prefigge di far crescere la cultura della sicurezza non solo sul luogo di lavoro, ma anche a casa, a scuola e sulla strada. Il programma del Festival, che come noto coinvolge 45 soggetti a vario titolo impegnati sul fronte della sicurezza, prevede per oggi, dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 16.30, le visite guidate a cura dell’amministrazione comunale di Udine al cantiere della ristrutturazione della scuola media Manzoni di Udine. Alle 11, in casa Cavazzini, avrà invece luogo l’incontro a tema Alcol, salute e sicurezza, a cura delle Aziende per i Servizi sanitari. Chiuderà la giornata il seminario organizzato, alle 17, a palazzo Torriani, dal Consorzio Industriale per lo Sviluppo industriale dell’Aussa Corno sul tema Edmosis best practices - mobilità e sicurezza integrata sostenibile. Si ricorda, inoltre, che dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19, sarà possibile visitare in casa Cavazzini la mostra fotografica No! Contro il dramma degli incidenti sul lavoro, curata dall’Anmil con il contributo dell’Inail. Sempre in casa Cavazzini, negli stessi orari, sarà operativa con proiezioni e dimostrazioni una postazione del Comando provinciale Vigili del fuoco di Udine. Per ulteriori informazioni sul Festival della sicurezza tra la gente è possibile consultare il sito www.sicurezzalavoro.fvg.it, strumento molto utilizzato da soggetti pubblici e privati coinvolti in attività inerenti la sicurezza in quanto contiene le notizie, la legislazione, la giurisprudenza e le buone prassi più aggiornate. CONSEGUENZE DEL CONSUMO DI VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI IL TIRRENO Ubriaco in bici provoca incidente Denunciato dalla polizia stradale GIOVEDÌ, 07 APRILE 2011 PISA. Ubriaco fradicio in bici sull’Aurelia, ha provocato un incidente. Denunciato dalla polizia stradale per guida in stato di ebbrezza un rumeno di 47 anni. Con un tasso di alcol di volte superiore al consentito, l’uomo attraversava l’Aurelia in bicicletta, all’altezza del Ponte dell’Impero. Scendendo da un marciapiede, ha tentato di attraversare così, tagliando al strada ad un motociclista che viaggiava in direzione di Livorno. Il motociclista è riuscito a restare in equilibrio nonostante lo scontro, il ciclista ubriaco è caduto ferendosi. Soccorso, è stato portato all’ospedale di Cisanello dove è stato giudicato guaribile in pochi giorni. Ma i medici hanno anche scoperto che era completamente imbottito d’alcol, fuori da ogni previsione. Così è scattata la denuncia degli agenti della polizia stradale. Una denuncia che riguarda molto spesso automobilisti e motociclisti e che statisticamente è in continua crescita nei rapporti delle forze dell’ordine. Il ciclista ubriaco mancava, è una vera novità. TRENTINO «Finalmente qualcuno ci ascolta» Vandalismi e schiamazzi. Lettera dei residenti LOCO’S «Subito la pattuglia nel fine settimana» GIOVEDÌ, 07 APRILE 2011 ROVERETO. Alcuni residenti del centro, a proposito dei problemi verificatisi a più riprese fuori dal “Loco’s” (vandalismi e schiamazzi) e al grido d’aiuto dei gestori rivolto al Comune, che per voce del sindaco Miorandi si è dichiarato disponibile ad intervenire attraverso un tavolo con il vicinato, affermano, in una lettera: «Ora, finalmente, c’è qualcuno che ha ascoltato, ha visto e ha capito. Finalmente c’è qualcuno che intende far valere le regole di normale rispetto e civiltà. Finalmente c’è qualcuno che ha capito che il centro è “morto” se la gente che vi abita decide di andarsene in periferia perchè trova maggior tranquillità e un parcheggio». «Finalmente - proseguono i residenti - qualcuno ha capito che il centro può vivere se si organizzano manifestazioni ed eventi che coinvolgono tutta la cittadinanza. A qualcuno sfugge - continua l’intervento - cosa vuol dire abitare a ridosso di alcuni locali. Vuol dire sentire vociare, urlare, gridare, bestemmiare oltre le 2 di notte (in particolare il venerdì e il sabato). Vuol dire ritrovarsi fioriere, auto, lampade, portoni e muri imbrattati o danneggiati. Vuol dire non riuscire a passare con l’auto per andare a casa propria e dover percorrere un giro alternativo perché la massa di persone che si affolla all’esterno del locale non si scansa e non ti permette di tornartene a casa». I titolari del Loco’s (Walter Bonaventura, Giuliana Bonavida e Davide Clementi) nel ricordare che mai, con la loro gestione, sono intercorse con il vicinato «comunicazioni per via legale, querele e denunce», intervengono a loro volta dopo aver richiesto nei giorni scorsi un interessamento dell’amministrazione comunale. E dopo aver cercato da tempo di risolvere il problema, come scritto qualche giorno fa in una loro precedente lettera pubblicata dal Trentino. «Sulla proposta del sindaco Miorandi - scrivono - siamo confortati dall’atteggiamento dialogante dell’amministrazione e, pur dichiarandoci assolutamente disponibili ad un confronto con il vicinato, riteniamo che, allo stato dei fatti, la situazione non sia risolvibile esclusivamente con un “tavolo” di questo genere» (il tavolo è stato proposto dal sindaco Miorandi che ha anche detto che «della questione si parlerà in commissione sicurezza, bisogna cercare il dialogo, la sola repressione non paga», n.d.r.). «Sono inalienabili - proseguono i titolari - sia il diritto al riposo dei residenti che il diritto al lavoro di un esercizio commerciale come il nostro. Guardiamo con favore la notizia che da giugno, forse, almeno un giorno alla settimana ci sarà una pattuglia notturna della Polizia locale. E questo non riteniamo che si possa configurare come un’azione repressiva. Anzi, confidiamo accoratamente nel fatto che l’amministrazione comunale trovi le risorse per anticipare già da adesso la misura per poter istituire una pattuglia notturna di vigili urbani e possibilmente estendere l’iniziativa all’intero fine settimana». LA TRIBUNA DI TREVISO Ubriaco e con patente falsa: ristoratore nei guai 06 aprile 2011 — pagina 29 sezione: Provincia PEDEROBBA. Ristoratore ubriaco alla guida: la patente gli era stata ritirata 10 anni fa, girava con un documento falso. Grossi guai per un 39enne fermato la notte scorsa sulla Feltrina, nel territorio comunale di Pederobba: per l’uomo ora scattaranno provvedimenti esemplari. La notte scorsa verso le 2.40 il ristoratore è stato fermato dalla polizia stradale di Castelfranco lungo la strada regionale Feltrina. Al normale controllo degli agenti si sono evidenziate diverse problematiche. Alla richiesta dei documenti. L’uomo infatti guidava in palese stato d’ebbrezza, e con patente di guida falsificata in quanto la sua «originale» gli era stata ritirata e mai più avuta nel lontano 2001 per mancanza di requisiti psico-fisici. Lui, un 39enne originario di Valdobiadene ma di fatto dimorante all’estero per lavoro nel settore della ristorazione, l’altra notte l’ha combinata proprio grossa: oltre ad essere stato denunciato per guida in stato di ebbrezza avendo avuto un tasso alcolico che superava ben quattro volte di quello previsto dalla legge, è stato denunciato anche per falsificazione di documenti. La patente di guida che aveva presentato alla richiesta degli agenti era stata manomessa, in quanto gli aveva cambiato la foto in modo poco originale: per la pattuglia della Polstrada è stato un gioco da ragazzi capire che c’era qualcosa che non andava. E così oltre alle due denunce penali e il sequestro della patente falsificata, gli è stato posto sotto sequestro il veicolo per tre mesi, e dovrà pagare quasi 1.900 euro di multa. Inoltre scatterà la revoca della patente di guida: il 39enne era solito guidava ugualmente quando si trovava a soggiornare in Italia. Una piaga, quella dell’abuso di alcol da parte di chi si trova la guida, che sta prepotentemente tornando in auge nella Marca: ogni weekend, infatti, polizia e carabinieri ritirano decine di patenti agli automobilisti che cercano di aggirare la normativa che impone il limite di 0,50 grammi d’alcol per litro di sangue. Spesso gli incidenti stradali degli ultimi tempi hanno riscontrato la presenza di alcol per i conducenti dei mezzi. - Dario Guerra L’ANGOLO DELLA GIUSTIZIA UMANA IL CORRIERE DELLA ALPI Alcol, patteggia 6 mesi 6.4.11 LIMANA Ha patteggiato 6 mesi di arresto e 1400 euro di multa un 46enne di Limana (difeso dall’avvocato Luca Di Pangrazio), accusato di essersi rifiutato, il 10 settembre 2010, nel corso di un controllo dei carabinieri, a sottoporsi all’alcoltest. Il furgone su cui viaggiava l’imputato, grazie al ricorso del legale, è stati dissequestrato. LAVORI DI PUBBLICA UTILITA’ TRENTINO Attivati 5 posti per cittadini condannati per guida in stato di ebbrezza La pena: volontari in casa di riposo FERNANDO VALCANOVER GIOVEDÌ, 07 APRILE 2011 PERGINE. L’Apsp S. Spirito, tramite il Comune, ha sottoscritto una convenzione con il Tribunale di Trento con la quale dà la disponibilità a cinque persone incorse in infrazioni, di tramutare la pena pecuniaria in prestazioni di lavoro di pubblica utilità nelle strutture per anziani. Ne hanno dato notizia il presidente del cda Marco Casagrande e il direttore Giovanni Bertoldi, presentando anche altre iniziative per il personale, per volontari e ospiti. Di particolare rilevo la convenzione che permette ai cittadini incorsi in infrazioni, di optare per un lavoro di pubblica utilità, con durata rapportata a quella della sanzione e determinata dal giudice del tribunale, convertendo la pena pecuniaria in ore di servizio. I cinque “lavoratori” impegnati nelle strutture di via Pive e via Marconi potranno occuparsi di varie mansioni: supporto e affiancamento nel servizio di animazione, supporto agli operatori e in attività manuali e di intrattenimento di piccoli gruppi di ospiti, nel servizio di accompagnamento esterno, di ascolto e compagnia, in alcuni servizi generali, ad esempio quelli di manutenzione. Non potranno tuttavia essere impiegati in mansioni puramente assistenziali e sanitarie. Le prestazioni di lavoro saranno distribuite dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 12 e dalle 13.30 alle 17.30. Un’altra iniziativa presa dal consiglio di amministrazione è rivolta al personale che ha limitazioni di lavoro legate a problemi articolari. I dipendenti potranno chiedere di partecipare ad uno o più cicli gratuiti di fisioterapia presso la struttura della casa che comprendono sedute di ginnastica, trattamenti di fisioterapia personalizzati, elettroterapia, ultrasuoni terapeutici. Le necessità saranno valutate dal medico che stabilirà anche la durata e con il fisioterapista il calendario delle prestazioni. C’è ancora una terza iniziativa: la S. Spirito, in collaborazione con l’assessorato alle attività sociali del Comune, organizza il corso di formazione “Stare accanto all’anziano...”, per dare senso e significato ad azioni, attività e progetti che vengono attivati. Si terrà nella sala polivalente di via Pive nei martedì 3, 10, 17, 24 e 31 maggio, dalle 17 alle 18.30 per volontari che operano nelle Apsp e Rsa. SARA’ DIFFICILE CHE I PRODUTTORI ACCETTINO DI PRODURRE VINO MENO ALCOLICO!!! TRENTINO Se il vino diventa meno alcolico Nel giorno dell’inaugurazione del Vinitaly gli esperti si confrontano CARLO BRIDI GIOVEDÌ, 07 APRILE 2011 TRENTO. Abbiamo impiegato decenni per riuscire ad aumentare la gradazione alcolica dei vini, particolarmente in Trentino Alto Adige, in quanto questa è sempre stata considerata come una delle caratteristiche di un buon vino, ma non solo, fino agli anni Ottanta il prezzo del vino si faceva sulla base del grado alcolico. Ebbene, complice una legislazione molto rigida che porta i consumatori al terrore del palloncino, ma non solo, si sta affrontando seriamente a livello sperimentale il problema di produrre vini con un minor grado alcolico, visto l’aumento della domanda di questo tipo di vini. In questi giorni se ne parla da più parti. Il Centro sperimentale di Laimburg ha organizzato una interessante tavola rotonda sull’argomento chiamando a confrontarsi esperti dei vari settori, ma il tema terrà banco anche al Vinitaly che si apre oggi a Verona, con un convegno che si terrà oggi pomeriggio alla sala Rossini del Centro Servizi Arena. A Laimburg, il professor Roberto Ferrarini dell’università di Verona, ha fra l’altro affermato, come anche alla luce dell’attuale congiuntura dei consumi e delle esigenze sociali in merito all’assunzione di alcool la de alcolizzazione del vino è più una necessità che una possibilità. Esistono oggi, diverse possibilità di ridurre la gradazione alcolica dei vini, tuttavia ciascuna delle diverse tecniche utilizzate, ha proseguito il professore, presentano qualche criticità di tipo economico, qualitativo e gestionale. Altro elemento emerso è quello che si può arrivare al massimo ad una riduzione di 1,5 gradi, andare oltre porterebbe ad una notevole modifica della percezione sensoriale. Andando oltre, ed è possibile, si ottiene un prodotto completamente diverso da quello di partenza. La sperimentazione ha già fornito diversi dati utili per l’utilizzo di alcune tecniche,i risultati più interessanti si hanno operando con il mosto in fase di fermentazione, altro dato emerso è quello che è meglio operare su un vino giovane, ed è meglio dealcolizzare fortemente una porzione da tagliare, con un prodotto non trattato ha concluso il professore. Molte perplessità sulla possibilità di ridurre la gradazione alcolica sono state espresse dal direttore della Cantina di San Michele Appiano, Hans Terzer secondo il quale la de alcolizzazione porta alla perdita di qualità ed anche il vendemmiare le uve con un grado alcolico di maturazione minore porterebbe a ridurre un costituente qualitativo del vino ottenuto con la maturazione ottimale delle uve. Intanto il consumo medio di vino in Italia è sceso sotto i 40 litri pro capite e si profilano nuovi stili di consumo fortemente segnati dalla necessità di “bere consapevolmente” anche non solo in relazione al pericolo palloncino.
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