Roma, 7 aprile 2011 – «Ogni due ore sulle strade italiane muore una persona. Nel solo 2009 a causa degli incidenti stradali ci sono stati 4.237 morti, 1.200 dei quali sotto i 30 anni, un milione di feriti e 20mila paraplegici. Statisticamente l’80% dei sinistri è dovuto a errati comportamenti umani e soprattutto a un mancato rispetto delle regole al volante. Grazie alle recenti modifiche al codice della strada, l’apparato normativo prevede sanzioni pesanti per chi causa incidenti commettendo infrazioni gravi. I controlli, però, non sono ancora sufficienti e, soprattutto, manca la certezza della pena. Si tratta di una situazione insostenibile che non possiamo più tollerare. E’ tempo che si arrivi alla modifica del Codice Penale introducendo una fattispecie normativa che regoli il reato stradale, soprattutto quando si causano morti o feriti gravi».
Con queste parole Sandro Salvati, Presidente della Fondazione ANIA è intervenuto al Convegno “Gli italiani e la cultura delle regole” che si è tenuto oggi al Parlamentino del CNEL a Roma.
Nel corso della mattinata, aperta dal saluto dal Presidente del CNEL Antonio Marzano e del Ministro dell’Interno Roberto Maroni e conclusa dall’intervento del Presidente dell’ANIA, Fabio Cerchiai, si è discusso del rifiuto delle regole da parte degli italiani, in particolare di quelle stradali, il cui rispetto è inteso come fattore di civiltà.
Momento centrale del convegno è stata la presentazione dell’indagine ISPO, “Gli italiani e il rispetto delle regole”, promossa dalla Fondazione ANIA per approfondire il grado di osservanza delle norme. E’ emerso che il 91% degli italiani condanna la violazione delle principali regole di convivenza civile, comprese quelle stradali. Ai primi posti figurano le truffe verso il prossimo e lo Stato. Le violazioni al codice della strada sono solo al quinto posto (91,3% degli intervistati).
«E’ deprimente constatare che nella considerazione degli italiani il rispetto delle regole della strada arrivi solo al quinto posto, – commenta il Presidente Salvati – dopo comportamenti sicuramente deplorevoli, ma che non mettono a repentaglio la vita delle persone. Eppure sulle strade del nostro Paese nel 2009 si sono registrati un morto e 70 feriti ogni due ore. Tutto questo deve farci riflettere, dobbiamo ricordarci che quando siamo al volante ci sono delle regole che vanno rispettate. Condotte di guida scorrette e sconsiderate causano alcuni tra i più gravi delitti stradali. E’ giusto che, in taluni casi, si configuri l’ipotesi di dolo eventuale, per la gravità sociale, umana ed etica degli incidenti stradali. Il legislatore dovrebbe prendere atto che l’84% degli italiani, e in misura forte i giovani, si è dichiarato favorevole all’introduzione del “reato stradale” e, quindi, agire di conseguenza».
Nonostante gli italiani condannino la violazione delle regole, il 58% ritiene che quando si è al volante non venga rispettato il codice della strada. La violazione delle norme è di fatto molto diffusa, oltre il 70% degli automobilisti dichiara di infrangere le regole, pur essendo consapevole (lo ha dichiarato oltre l’80% degli intervistati) dei rischi e delle conseguenze sociali ed economiche degli incidenti stradali. Le infrazioni considerate più gravi sono quelle che possono recare danno agli altri, in particolare guidare in stato psico-fisico alterato (76%), passare con il semaforo rosso (60%) e superare i limiti di velocità (52%).
Deve far riflettere che, paradossalmente, il 74% degli italiani dichiara di rispettare con più attenzione le regole della strada quando si trova all’estero. Questo comportamento è ancor più accentuato tra i giovanissimi dai 18 ai 24 anni (77,2%) e per gli intervistati compresi tra i 45 e i 54 anni (78%). A livello complessivo, le donne condannano le infrazioni al codice della strada in maniera più netta rispetto agli uomini: mentre tra i maschi la percentuale si ferma all’88%, sono il 95% le femmine che non accettano la mancanza di rispetto delle regole al volante. Il Sud ha la percentuale più alta, come ripartizione geografica, tra quanti ammettono di fare più attenzione alle regole della strada quando si trovano in altri Paesi: il 76,6% contro il 70% del Centro e il 73% del Nord.
L’infrazione del codice stradale, infine, viene spiegata in modo simile da automobilisti e non. In primo luogo c’è una sottovalutazione del rischio (91%), seguita dalla tendenza a considerare i controlli scarsi ed inefficaci (72%) e dalla percezione che le sanzioni previste non sono così pesanti da far paura e, soprattutto, non vengono applicate (70%). Significativo che oltre un terzo degli italiani (35% del campione) ritiene che le violazioni siano dovute anche alla poca chiarezza del codice della strada.
Nota1: L’indagine è stata condotta da ISPO nel 2011, con metodologia CATI (Computer Aided Telephone Interviewing) su un campione di 807 casi, uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni, rappresentativo della popolazione italiana e per titolo di studio, condizione professionale, area geografica, ampiezza comune di residenza.
Leggi lo studio "Gli Italiani e la cultura delle regole"
|