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Rassegna alcol e guida del 9-10 aprile 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta
 

L’AICAT PROMUOVE LA PRIMA GIORNATA NAZIONALE DEI CLUB ALCOLOGICI TERRITORIALI



CI_ass_naz_reg_provCOMUNICATO STAMPA

Mese della Prevenzione Alcologica 2011
10 aprile 2011
I Giornata  Nazionale dei Club Alcologici Territoriali
"I Club incontrano  la comunità"
Nel decennale del mese della prevenzione alcologica che cade  ogni anno in aprile, l’AICAT, associazione  che coordina a livello nazionale le attività dei Club Alcologici Territoriali,  promuove  domenica  10 aprile  la PRIMA GIORNATA NAZIONALE DEI CLUB ALCOLOGICI TERRITORIALI sul tema :  “ I Club incontrano la comunità“.
Con gazebo in piazza, incontri con la popolazione ed altre manifestazioni pubbliche, la giornata intende  dare maggiore visibilità al  lavoro svolto quotidianamente  nella comunità locale  dai Club Alcologici Territoriali, il nome nuovo con cui  i Club degli Alcolisti in Trattamento  hanno scelto di ridefinirsi nel loro ultimo Congresso nazionale a  Paestum.
I  CAT  sono comunità costituite da non più di 12 famiglie e da un servitore insegnante, che promuovono un approccio ai problemi alcolcorrelati  fondato su  un cambiamento di stile di vita  che tenda alla  sobrietà, attraverso  la crescita e la  maturazione  multidimensionale della persona (emozionale, culturale, spirituale, relazionale).  I Club sono presenti  su tutto il territorio nazionale  e  organizzati  in   Associazioni locali  (ACAT,APCAT) e regionali (ARCAT).
I CAT sono  il perno dei programmi legati all’Approccio Ecologico Sociale (AES), ideato ed applicato  da Vladimir Hudolin .  Alla luce  di tale approccio, i Club   lavorano per il superamento dello stigma e delle gabbie  spirituali, morali e sociali che la cultura sociale dominante usa per separare  e proteggere dagli alcolisti  (termine generico e fortemente impregnato di  moralismo  e di pregiudizio verso chi è considerato  malato  o vizioso o deviante per il suo bere) da quanti  praticano il cosiddetto bere sociale o responsabile, che in realtà non solo non è esente da rischi per la salute ma è causa del 30%  degli incidenti stradali,del 10 % degli infortuni sul lavoro,   nonché del 15% delle intossicazioni acute tra i minori di 14 anni e del 25% tra  i giovani tra i 15 e i 35 anni.
Poiché, secondo quanto ribadisce con costanza  da anni l’OMS, il maggior numero di problemi alcolcorrelati nasce nella popolazione dei cosiddetti bevitori sociali, coinvolgendo  circa  9 milioni di italiani, i Club Alcologici Territoriali, in quanto comunità di cittadini solidali e competenti  alla luce di un sapere acquisito attraverso l’esperienza vissuta, avvertono  la responsabilità di  farsi carico  della salute e della vita  di quanti  incorrono in  rischi e danni  causati dall’alcol e di adoperarsi non solo per il superamento delle  condizioni  di sofferenza  individuale e familiare ma anche per concorrere ad  un cambiamento  della cultura  sociale e sanitaria  della   popolazione generale , caratterizzata da alti livelli di permissivismo, tolleranza e liberalizzazione nei  consumi di bevande alcoliche, soprattutto fra i giovanissimi .
Alla luce di tali evidenze  l’AICAT intende rilanciare il suo impegno di sensibilizzazione della popolazione generale con alcune proposte, già preannunciate  nel corso dell’ALCOHOL  PREVENTION DAY tenutosi il 7 aprile scorso  presso l’Istituto Superiore  di Sanità a Roma :

• Promozione e sostegno di iniziative e programmi che favoriscono situazioni ed eventi liberi dal alcol (gravidanza, infanzia,adolescenza, luoghi di lavoro, manifestazioni sportive e musicali  per target giovanili).
• Attuazione  sistematica e verificata dei controlli e delle sanzioni da parte delle amministrazioni comunali in caso  di i somministrazione di alcolici ai minori ai sensi degli artt. 689 e 690 del TULPS
• Sostegno alla proposta di innalzamento a 18 anni del divieto di somministrazione di  bevande alcoliche,in sintonia con gli orientamenti e le normative esistenti  nei paesi dell’UE.
• Maggior rigore nella tutela dei minori rispetto di fronte alla deregulation  sulla  pubblicità  delle bevande alcoliche  nei mass media.
• Sostegno alla proposta di istituzione del reato di omicidio  stradale nei casi di incidenti stradali mortali alcolcorrelati, attualmente in discussione alla Commissione Trasporti della Camera  dei Deputati.
• Obbigatorietà di percorsi info-educazionali sui problemi alcolcorrelati e la sicurezza stradale  per quanti svolgano lavori di pubblica utilità come  sanzione sostitutiva alla pena pecuniaria e detentiva  subite a seguito di guida in stato di ebbrezza .

Per  il mese della prevenzione alcologica ,  in cui ogni  associazione regionale e locale dei CAT  ha organizzato  molteplici eventi locali, reperibili  sul   sito Web  www.aicat.net,  l’AICAT promuove  due  iniziative principali :

• La campagna di comunicazione sociale per la pubblicizzazione dello Spot  del Numero Verde AICAT, 800 974250, realizzato grazie  alla collaborazione gratuita  come testimonial di Luca ABETE, inviato di  “Striscia la Notizia” .  Il Numero Verde è un servizio  svolto da operatori qualificati sia nell’offrire  ascolto alle richieste di aiuto sia nel dare  informazioni utili su cosa sono i CAT e come entrare in contatto con essi . La campagna interesserà le principali  TV locali presenti  in tutta l’Italia.
• L’invio a tutti gli Uffici Territoriali  del Governo ( e prossimamente anche ai Sindaci e ai Presidenti delle province) del Parere  del Ministero dell’Interno relativo  all’equiparazione della  somministrazione alla vendita  delle bevande alcoliche ai minorenni ( art. 689 TULPS) . Tale iniziativa è svolta in collaborazione con il network ALIA  ( consorzio di enti ed associazioni e servizi attivi in campo alcologico) e la Rassegna Stampa su vino, birra e altri alcolici. 

La presidenza AICAT
(in collaborazione  con l’Ufficio Stampa)


MENTRE L’AICAT SI IMPEGNA A SENSIBILIZZARE LA POPOLAZIONE PER PROTEGGERE E PROMUOVERE SALUTE, QUALCUNO CERCA DI VENDERE VINO PENSANDO SOLO AL PROPRIO PORTAFOGLIO E FREGANDOSENE DELLA SALUTE E DELLA VITA DEGLI ALTRI.

CORRIERE DEL VENETO (Verona) del 9 aprile 2011

Ecco i vini «leggeri» per mettersi al volante anche dopo aver bevuto qualche bicchiere
VERONA — Priorità assoluta al rispetto dell’ambiente e grande attenzione verso i vini a 12 gradi, più facili da bere a tavola e meno rischiosi quando ci si mette al volante. (*) Sono alcuni temi proposti durante questa quarantacinquesima edizione di Vinitaly. Sul fronte ecologico ieri si è svolto un incontro organizzato dall’istituto Grandi Marchi che ha riunito 17 aziende leader dell’enologia italiana (tra cui la veronese Masi), coinvolgendole in un progetto a tutela del sughero in Sardegna: per salvaguardare l’ecosistema della macchia mediterranea verranno piantumati quattromila alberi, così da bilanciare l’abbattimento delle piante per produrre tappi. Simile nello spirito anche un’iniziativa presentata a Sol, il salone dell’olio extravergine: per proteggere gli ulivi plurisecolari del Salento (nella regione pugliese si stima ci siano più di 6 milioni di ulivi di cui un milione con più di cento anni di età), l’associazione a difesa di queste piante ha avviato un progetto di adozione a distanza. Il vino, insomma, assume un ruolo fondamentale nell’orientare le scelte a tutela della biodiversità. A livello commerciale, invece, si pone la questione di proporre prodotti più leggeri. Negli ultimi anni si era infatti registrato un incremento del grado alcolico, legato agli andamenti climatici nelle ultime vendemmie. Il miglioramento delle tecniche viticole e la diminuzione della resa hanno portato alla proliferazione di mosti con un’eccessiva presenza di zuccheri e, quindi, di alcol nei vini. Dopo anni in cui la critica enologica favoriva vini strutturati, ora si cerca d’invertire la rotta, perché si assiste al costante calo dei consumi interni: dai 100 litri pro-capite che si bevevano in Italia negli anni Settanta, si è passati a 45 litri nel 2007 e oggi si sta scendendo sotto i 40 litri. Per questo la rivista di settore «L’Informatore Agrario» ha coinvolto gli esperti sul tema. Il grande problema da superare è quello della qualità, perché vini più leggeri difficilmente mantengono gli aromi e le proprietà organolettiche che si trovano invece su gradazioni più pesanti. Ieri a Vinitaly sono state presentate le statistiche sull’andamento del mercato del vino nella grande distribuzione, curate da SymphonyIri Group: il vino confezionato (in bottiglia e in brik) è sceso l’anno scorso dello 0,9%rispetto al 2009, mentre sono cresciute le vendite di bottiglie a denominazione d’origine (più 2,3%). In particolare è andata bene la fascia tra i 5 e i 6 euro. Se i consumi interni languono, le esportazioni invece crescono. Vinitaly ha presentato uno sturio realizzato da Acqua Market Research in cui si nota che il vino italiano ha successo nei Paesi che hanno una forte crescita economica. L’amministratore delegato di Santa Margherita, Ettore Nicoletto, pensa però che il buon risultato dell’export 2010 non debba trarre in inganno: «Il cambio euro-dollaro l’anno scorso ci ha molto avvantaggiato sul più grande mercato del mondo, che resta quello americano. Parallelamente le valute di Cile e Australia, nostri concorrenti, si sono rafforzate» . Per il futuro, allora, bisogna puntare sull’immagine: «Se tutte le più grandi cantine si uniscono per far capire all’estero il concetto che il vino italiano sta bene col cibo, credo che otterremo importanti risultati».

(*) Nota: il titolo dice chiaramente che si può bere "qualche bicchiere" di vini “leggeri” prima di mettersi al volante. Il testo spiega che si tratta di vini a 12 gradi.

Sullo stesso giornale, lo stesso giorno, è pubblicato l’articolo che segue.
Scrivere i vostri commenti a corrierediverona@corriereveneto.it , e per conoscenza a Alessandro.sbarbada@fastwebnet.it , robargen@fastwebnet.it , guidodella@libero.it .

CORRIERE DEL VENETO (Verona) del 9 aprile 2011

L’ultima lettera all’amico «Stefo, nelle mie mani c’è il peso del tuo sangue»
Il papà: «Hai circondato la tua vita di bene»
VERONA — «Ho nelle mie mani il peso del tuo sangue. Chiedo perdono a tutti per quel che è successo, mi impegnerò per il resto della mia vita a cercare sempre la bellezza e la giustizia, come mi hai insegnato tu. Ciao Stefo» . Ha affidato le sue parole a una lettera, Nicola. Distrutto dal peso di un dramma infinitamente più grande dei suoi 21 anni. Ha chiesto a un amico di leggerla davanti alla chiesa gremita per dare l’ultimo saluto a Stefo. Parenti, amici e conoscenti. Nessuno è mancato ieri pomeriggio nella chiesa di San Bernardino, per dare l’ultimo saluto a Stefano Quintarelli, il giovane 20enne di Arbizzano, morto in un incidente stradale avvenuto nella notte tra lunedì e martedì sulla strada dell’Alpo. Viaggiava insieme ad altri quattro amici su quella Citroen C3 che ha improvvisamente perso il controllo, andando a sbattere prima contro un muro e poi contro il palo di un semaforo. Nicola, 21 anni, era alla guida di quell’auto impazzita. Guidava ubriaco, Nicola. Gli accertamenti hanno riscontrato un tasso alcolemico quasi quattro volte superiore al limite consentito. E quell’ «insostenibile peso» , in questi giorni lo ha distrutto. «Penso continuamente ai momenti vissuti insieme -ha scritto -. A quella canzone dei Genesis che cantavamo sempre insieme» . La musica, la grande passione di Stefano, ricordata da tutti i suoi amici. «Sarai sempre sul palco insieme a noi -hanno detto gli amici del gruppo musicale "Masons"di cui Stefano era il batterista -a darci il tempo, a ricordarci i testi e a sorridere» . Stava organizzando un concerto di beneficienza per Pasquetta, per sostenere un progetto missionario in Mozambico, Stefano. Il volontariato era la sua altra grande passione. «Qui da noi abbiamo avuto modo di conoscerti per la tua grande disponibilità -ha detto padre Giampaolo Cavalli, guardiano del convento dei frati minori di San Bernardino -quando ci aiutavi con la mensa dei poveri» . Era stato in Africa, in una missione della Guinea Bissau, e quest’estate avrebbe voluto ritornarci. «Stefano ha vissuto al meglio la sua vita -ha proseguito padre Giampaolo -e adesso dall’alto ci invita a fare altrettanto: a non sprecare alcun minuto e a realizzare al massimo tutto ciò per cui Dio ci ha chiamati» . Lacrime e dolore per mamma Cristina e papà Silvino. «Le disgrazie si riconoscono subito -ha scritto il padre in una lettera che è stata letta al termine del funerale -, per i miracoli invece ci vuole molto tempo. Qui oggi, vedo il miracolo del bene di cui ha saputo circondarti durante la tua vita» . Anche la madre ha affidato i pensieri a una lettera indirizzata ai tantissimi amici che hanno affollato la chiesa: «Siete belli come il sole, specialissimi come mio figlio. Con il vostro amore e la vostra amicizia mi state aiutando ad affrontare l’abisso di questo oceano di dolore» . Commovente il ricordo della giovane fidanzata: «Ti ho visto qualche giorno fa alla fermata dell’autobus. Quando ci siamo salutati ho pensato che ero davvero fortunata ad avere un ragazzo così bello e sorridente. Ti amo» . Enrico Presazzi

ECCO UNA PRIMA RIFLESSIONE SULL’IGNOBILE BATTUTA CHE INVITA A GUIDARE DOPO AVER CONSUMATO VINO.

Spett. Corriere del Veneto - Verona
Il titolo dell’articolo che avete pubblicato oggi ECCO I VINI "LEGGERI" PER METTERSI AL VOLANTE ANCHE DOPO AVER BEVUTO QUALCHE BICCHIERE offende le persone e le famiglie devastate da sofferenze conseguenti ad incidenti stradali alcolcorrelati, danneggia gravemente il lavoro di coloro si impegnano per prevenire questi drammi.
Tutti gli esperti nazionali ed internazionali della materia alcol e guida concordano che il messaggio da dare ai cittadini sia di non assumere affatto bevande alcoliche prima di guidare.
Di contro voi, irresponsabilmente, indicate in questo titolo la possibilità di mettersi al volante dopo "qualche bicchiere" di un vino che poi, nel testo, di scopre essere a 12 gradi.
La birra è molto meno alcolica, eppure da tempo "Assobirra" promuove il messaggio "O bevi o guidi" http://www.beviresponsabile.it/pag.php?catgen=pbere_guida .
I produttori di vino si mettano una buona volta una mano sulla coscienza e una sul portafoglio, e si allineino a questa fondamentale indicazione di salute pubblica.
La coincidenza con il servizio - nello stesso numero del vostro giornale - sui funerali del ragazzo morto a causa di "qualche bicchiere" assunto da un suo amico appare agghiacciante.
La frase scritta da questo ragazzo: "Stefo, nelle mie mani c’è il peso del tuo sangue" scuote profondamente le coscienze dei lettori.
I quali lettori poi girano pagina,  e trovano il titolo ECCO I VINI "LEGGERI" PER METTERSI AL VOLANTE ANCHE DOPO AVER BEVUTO QUALCHE BICCHIERE , dove si parla di fredde strategie di marketing.
La molecola alcol è sempre la stessa, nel vino, nella birra e negli altri alcolici, e comporta le stesse conseguenze.
Ascoltiamo e diffondiamo il grido di dolore che sale dalle nostre strade: "per favore, prima di guidare, non bevete".
Voglio credere che, per quanto grave, si sia trattato di una svista fa parte vostra, e che abbiate l’umiltà ela saggezza per scusarvi e rettificare.

Cordiali saluti.
Alessandro Sbarbada
Viale Col di lana, 4
46100 mantova
0376/329571
331/9874448
alessandro.sbarbada@fastwebnet.it

DOPO AVER LETTO L’ARTICOLO DEL FUNERALE E’ DIFFICILE DIGERIRE CERTE AFFERMAZIONI

IL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

Il nutrizionista Calabrese critica il limoncello Vinitaly 2011
«Non fa parte della dieta mediterranea»(*)
DAL NOSTRO INVIATO VERONA -Un’affermazione che farà certamente discutere. Non solo per la sua intrinseca carica provocatoria. Ma anche per l’autorevolezza di chi l’ha pronunciata: Giorgio Calabrese, il nutrizionista per antonomasia, popolare per i suoi studi e per le frequenti apparizioni televisive. «Il limoncello, così come la grappa, non appartiene alla cultura alimentare mediterranea» . Lo scienziato lo ha detto ieri al Vinitaly, durante il suo intervento nel padiglione della Campania. Naturalmente, la sua affermazione va contestualizzata. E non deve apparire come una bocciatura tout court del fortunato infuso di limoni. Tuttavia Calabrese ha voluto marcare con chiarezza la linea di confine tra il vino che «rientra in pieno nella dieta mediterranea» e i superalcolici che «restano rigorosamente fuori» . La distinzione non ha tanto una valenza eminentemente culturale. Piuttosto, delle ricadute pratiche notevoli. «Non credo che nessuno dei pirati della strada che hanno causato incidenti sotto l’effetto dell’alcol abbia abusato del vino»(**). Già, abuso, perché anche il nettare di Bacco va assunto nelle quantità appropriate. E non, come sosteneva Oscar Wilde, per causare tutti gli effetti dell’ubriachezza. A questo proposito Calabrese ha affiancato alla concezione moderna che identifica il vino come bevanda finalizzata al piacere sensoriale l’avvertimento che «il vino resta comunque un alimento, al pari del latte e dell’olio d’oliva» . Per questo motivo «non se ne può fare un uso indiscriminato» . Ancora un riferimento all’alta gradazione dei vini del Sud. «Ricordate -ha ammonito Calabrese -che prodotti del genere non vanno assunti a stomaco vuoto. Anzi, hanno bisogno di un sostanzioso supporto prima di essere bevuti» . Oggi sul rapporto tra la dieta mediterranea e il vino si «esibiranno» due delle massime autorità in materia: il professore di Enologia Luigi Moio e lo chef pluridecorato Alfonso Iaccarino. Il secondo giorno di fiera ha fatto registrare un vero e proprio boom di presenze. L’assessore all’Agricoltura campano Vito Amendolara ha fornito i dati ufficiosi relativi all’’affluenza dei primi due giorni nel padiglione campano «pari a 3mila visitatori, con un aumento di circa il 20 per cento rispetto allo scorso anno» . Non solo degustazioni. Si è parlato anche delle prospettive di valorizzazione. A questo proposito si è registrata la netta presa di posizione del presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli che ha invitato Amendolara a seguire l’esempio dell’Enoteca provinciale (un consorzio pubblico-privati, guidato dal laico, cioè non produttore, Ferdinando Cappuccio) piuttosto che seguire il precedente progetto di Enoteca regionale «mai attuato» . Gimmo Cuomo

(*)Nota: si lamenta che non fa parte della dieta mediterranea, e non si preoccupa dell’alcol contenuto nel vino e nel limoncello, alcol che come vediamo nel prossimo articolo è una sostanza cancerogena. C’è da preoccuparsi che un nutrizionista presti attenzione alla dieta mediterranea e non accenni nemmeno al rischio cancro?

(**)Nota: anche questa è una affermazione basata su evidenze scientifiche?

L’ANGOLO DELLA SCIENZA

ANSA

In aumento tumori dovuti all’alcol
Studio in 8 Paesi europei, 10% negli uomini e 3% nelle donne
08 aprile 2011, 17:22
- ROMA, 8 APR - Almeno il 10% dei tumori dell’uomo e il 3% di quelli delle donne sono in qualche modo relazionati all’alcol, e la maggior parte potrebbe essere evitata con un consumo moderato. Lo afferma uno studio pubblicato dal British Medical Journal ed effettuato in 8 Paesi europei tra cui l’Italia. Nel 2008 il consumo di alcol (superiore a due bicchieri al giorno) e’ stato responsabile di 57.600 casi negli uomini e 21.500 nelle donne di tumori del tratto digestivo superiore, del colon-retto e del fegato.

VIRGILIO NOTIZIE

Salute/ Bere più di due alcolici al giorno aumenta rischi cancro
Lo rivela studio del British Medical Journal
Roma, 8 apr. (TMNews) - Bere più di due alcolici al giorno può incrementare significativamente il rischio di contrarre alcuni tipi di cancro: almeno 13mila casi all’anno in Gran Bretagna sono collegati al bere.
Le linee guida del Ministero della Sanità britannica (Nhs) indicano che gli uomini debbano assumere non più di tre o quattro unità alcoliche al giorno (tra i 24 e i 32 grammi), mentre le donne dovrebbero oscillare tra le due e le tre unità alcoliche (tra i 16 e i 24 grammi). La ricerca, pubblicata dal British Medical Journal (Bmj), ha tuttavia riscontrato rischi di tumore anche a livelli inferiori.
"I nostri dati evidenziano che molti tumori avrebbero potuto essere evitati se il consumo di alcol si fosse limitato a due alcolici al giorno per gli uomini e a uno per le donne, che sono le avvertenze di molte organizzazioni sanitarie", hanno affermato gli autori del rapporto, "Addirittura un numero superiore di neoplasie sarebbe stato scongiurato se le persone avessero ridotto il consumo di alcol sotto le linee guida raccomandate, o avessero addirittura smesso di bere del tutto".
Tra i tumori più diffusi imputabili all’alcol ci sono quelli alla faringe, all’esofago e alla laringe, seguiti dal fegato. Gli esperti hanno analizzato i dati di otto nazioni europee.

GIA’ NEL 2009 L’ISTITUTO NAZIONALE DEL CANCRO FRANCESE PRECISAVA CHE ANCHE CON LE PICCOLE DOSI C’ERA UN AUMENTO DEL RISCHIO DI CANCRO

DOCTORNEWS 33

Bandire l’alcol per prevenire il cancro
19.2.09 Anno 7, numero 30
Un solo bicchiere al giorno è in grado di far aumentare i rischi dal 9% al 168%, a seconda dell’organo colpito. La cattiva notizia per i sostenitori dei benefici delle piccole dosi arriva dalla Francia, dall’Istituto nazionale del cancro (Inca), che in una brochure - "Alimentazione e prevenzione del cancro. Dalle conoscenze scientifiche alle raccomandazioni - destinata agli operatori sanitari fa un bilancio degli studi più recenti sul legame tra cancro e nutrizione. Per quanto riguarda l’alcol gli esperti francesi, basandosi sulle evidenze scientifiche, precisano che l’aumento di rischio tumori è significativa a partire da un consumo medio di un bicchiere al giorno, circa 10 grammi di etanolo secondo la misura standard stabilita dai ricercatori. E non dipende dal tipo di bevanda scelta, ma solo dalla quantità di alcol: whisky (basta un quarto di bicchiere), vino (un bicchiere da rosso), birra (una pinta media)(*). Anche con piccole dosi giornaliere, dunque, cresce del 168% il rischio di cancro della bocca, della faringe e della laringe . E aumenta del 28% quello dell’esofago, del 10% quello del seno e del 9% quello al colon.

(*)Nota: quindi anche il vino e la birra e non solo i superalcolici!!!

FINALMENTE QUALCUNO CHIEDE QUALCHE COSA DI UTILE

SALUTE. Bevande alcoliche, Codacons chiede etichette che informino sui rischi per la salute
08/04/2011 - 15:36
Etichette su bottiglie di birra, vino e alcolici, che informino i consumatori sugli effetti pericolosi dell’alcol sulla salute. E’ l’idea del Codacons, che ha inviato oggi una diffida ai Ministero della Salute e a quello dello Sviluppo Economico, chiedendo etichette sugli alcolici simili a quelle che ci sono sui pacchetti di sigarette, allo scopo di favorire un consumo sano e responsabile. "Una corretta etichettatura dei prodotti alimentari è essenziale per garantire non solo la qualità degli stessi, ma anche una scelta consapevole da parte dei consumatori - scrive il Codacons nella diffida - L’etichettatura delle bevande alcoliche è però certamente tra gli aspetti più problematici della legislazione alimentare. I consumatori necessitano di informazioni chiare circa il contenuto di alcool, i rischi per la salute che derivano dal consumo di bevande alcoliche, e gli effetti collaterali, al fine di bere in modo responsabile"(*).
Il Codacons ricorda che proprio pochi giorni fa sono stati pubblicati i dati Istat secondo cui 9 milioni di italiani (il 16,1% del totale) hanno comportamenti a rischio nel consumo di alcol, mentre Il 13,6% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni (392.000 persone) già beve alcolici. "La questione è cosi delicata ed importante - scrive l’Associazione - che al Parlamento Europeo vi è stato un incontro tra politici, esperti di salute pubblica e rappresentanti dell’industria delle bevande alcoliche per discutere il tema delle etichette da apporre sulle bottiglie". Da una recente indagine, inoltre, emerge che una schiacciante maggioranza di cittadini europei vuole essere informata circa le conseguenze del bere alcolici: il 79% sostiene la necessità di avere avvertimenti sulla salute in etichetta, e l’82% vuole gli stessi avvertimenti anche all’interno della pubblicità.
Il Codacons ha quindi chiesto ai due dicasteri provvedimenti urgenti volti a far indicare obbligatoriamente nelle etichette delle bevande alcoliche le avvertenze relative alla pericolosità per la salute, le prescrizioni relative agli ingredienti di tali prodotti e le informazioni sui loro effetti dannosi, per consentire al consumatore di bere in modo responsabile. 2011 - redattore: GA

(*)Nota: l’unico modo di bere in modo responsabile una bevanda alcolica è non berla!

ALCUNI DATI SUI CONSUMI.
ANCHE SE C’E’ ALLARME TRA I GIOVANI, RISPETTO AL 2009 C’E’ STATA UNA DIMINUZIONE NEI CONSUMI.

VIVERE IN ARMONIA
Allarme alcolismo tra i giovanissimi
Aumenta il consumo tra i 14 e i 19 anni
Sono allarmanti i dati forniti dall’Espad (European school survey project on alcohol and other drugs) e dall’Iss (Istituto superiore della sanità) sul consumo di alcol nel nostro Paese, soprattutto per quel che riguarda i giovani d’età compresa tra i 14 e i 19 anni. Secondo le statistiche, il 6% dei cittadini italiani (circa 2 milioni) rientra nella categoria di “bevitore a rischio”, cioè di chi tiene un comportamento pericoloso nei confronti dell’assunzione di sostanze alcoliche. L’Iss fornisce anche le agghiaccianti stime sulla mortalità in Italia: ogni anno nel nostro Paese sono 20.000 le persone (circa 13.000 uomini e 7.000 donne) di età superiore ai 15 anni che muoiono a causa dell’alcool.
Giovani. Il dato più preoccupante riguarda i giovani: in particolare, quelli che bevono solo per il gusto di “sballarsi” sono in costante aumento. L’età media dei consumatori, inoltre, sì è abbassata notevolmente. Nel 2010, il numero dei minori di 14 anni ricoverati per intossicazione da alcol è aumentato del 28%. Sempre secondo l’Iss, ad avere un rapporto rischioso con gli alcolici sono un milione e quattrocentomila ragazzi tra gli 11 e i 25 anni.
Cosa si cela dietro questo elevato consumo adolescenziale? Lo abbiamo chiesto a Roberto Cafiso, psicoterapeuta, autore di numerose pubblicazioni e da sempre attento alle dinamiche del mondo giovanile. «C’è un disagio – afferma - che affonda le sue radici in criticità della società che si riflettono sulla famiglia e da qui al singolo, quindi al bambino, al minore, il quale, per condizione di fragilità strutturale, può risentire dell’incertezza o del mancato apporto di figure-guida, subendo degli scompensi».
Perché l’alcol? «L’alcol – risponde il dottor Cafiso - è una sostanza che, alterando, dà una pseudo-sicurezza che il ragazzo, da solo, non trova nel suo habitat. L’alcol è incentivato, addirittura utilizzato come strumento di socialità anche dagli adulti. È una droga accettata e questo ne fa un pericolo pubblico. Essere astemi oggi è divenuto un disvalore. Ovviamente l’alcol costituisce un “rimedio” che nel tempo lascerà i suoi segni e potrà fare da apripista anche per altri consumi, come le droghe».
L’età d’esordio diminuisce sempre di più. Secondo lo psicoterapeuta ciò avviene «perché si abbassa la soglia delle esperienze in genere e, quindi, la bevanda alcolica o la canna (e spesso entrambe) diventano le risposte per tollerare la paura. Nella miscellanea di sostanze c’è l’effetto potenziato alterante che talvolta può diventare fatale. Non solo alla guida di un auto».
Come intervenire? «La cultura della moderazione – conclude Cafiso- è la sola, se appresa alle elementari, in grado di disincentivare consumi e abusi. Si adotterà? Ho paura di no. A fronte di circa 250.000 morti all’anno per le conseguenze delle bevande etiliche, esiste circa un milione di persone che vive attraverso il settore della viticultura e della produzione di alcolici. Basta fare due più due, in una società edonista e basata solo sull’economia quale è la nostra, per darsi una risposta».
Massimiliano Perna

OGGISCIENZA

No grazie, non bevo
8 aprile 2011
di Francesca Petrera
NOTIZIE – A Verona è iniziata la quarantacinquesima edizione di Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati, che accoglie ogni anno migliaia di espositori da diversi paesi. In un comunicato stampa della fiera, si evidenzia come, “mentre l’export italiano cresce, prosegue il calo dei consumi interni: dai 100 litri pro capite degli anni Settanta si è passati a 45 litri del 2007 fino ai circa 40 litri a testa di oggi; un trend destinato, secondo le previsioni, a diminuire ulteriormente entro il 2015″.
Ma quanto e come bevono realmente gli italiani? A questa domanda ha risposto l’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, che ha recentemento pubblicato i dati del consumo di alcol in Italia nel 2010.
Nel 2010, il 65.7% della popolazione sopra gli 11 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica durante l’anno (un dato in dimunizione rispetto al 2009), ma il 26.3% della popolazione (14 milioni 126 mila persone secondo l’Istat) beve alcolici quotidianamente.
Purtroppo negli ultimi 10 anni tra i giovani sono aumentati i consumatori occasionali, quelli che bevono fuori pasto e di chi consuma altri alcolici oltre a vino e birra, mentre si sono ridotti i consumatori giornalieri.
Forse non sorprende che l’alcolico più consumato sia il vino, bevuto occasionalmente dal 53.3% delle persone di età superiore agli 11 anni.
Come riferisce ancora l’Istat, nel complesso i comportamenti a rischio nel consumo di alcol (cioè il consumo giornaliero non moderato), il binge drinking (sei o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione) e il consumo di alcol da parte dei ragazzi di 11-15 anni, riguardano 8 milioni e 624 mila persone.
È preoccupante vedere come il 13,6% dei ragazzi di 11-15 anni (392 mila persone) consuma alcol, comportamento già a rischio in sé, ma ancora più grave perché pone le basi per possibili consumi non moderati nel corso della vita. Tra i giovani di 18-24 anni che frequentano assiduamente le discoteche il consumo di alcol è maggiormente diffuso (33,9%) rispetto ai coetanei che non vanno in discoteca (7,2%).
Nonostante queste premesse, la popolazione più a rischio di consumo non moderato è quella anziana. Un totale di 2 milioni e 915 mila persone di 65 anni e più, in larga maggioranza uomini, che consumano alcol quotidianamente eccedendo le raccomandazioni, spesso mantenendo comportamenti acquisiti nel corso della vita, non consapevoli degli aumentati rischi per la salute dovuti all’avanzare dell’età.

UN ESEMPIO DI COME CI SI PUO’ DIVERTIRE ANCHE SENZA BEVANDE ALCOLICHE

IL TIRRENO

In discoteca senza alcool: un ponte anti eccessi da Carrara fino alla Spezia
Per il progetto di Arci e Ogap «Ballo Senza Sballo» grande festa domani al Passion
SABATO, 09 APRILE 2011
CARRARA. «Ballo senza Sballo», il primo progetto nazionale di discoteca senza alcool, si sta avviando alla conclusione con dati positivi e con novità per la giornata di domani pomeriggio. A cominciare da un inedito gemellaggio con La Spezia.
L’Ogap, gruppi di auto aiuto per alcolisti e politossicodipendenti, assieme all’Arci -le due anime del progetto- hanno deciso di avviarsi alla conclusione del progetto, prevista per il prossimo mese, organizzando un grande evento in collaborazione con lo staff di Radio Nostalgia.
E’ stato deciso di proporre, per la giornata di domani, un gemellaggio tra le città di Carrara e di La Spezia per cercare di dare un segnale di superamento dell’astio tra le due città, qualche settimana dopo il drammatico omicidio di Jonathan Esposito.
Per l’appuntamento di domani, sempre alla discoteca Passion di Nazzano (inizio ore 15), oltre al supporto del dj Andrea Secci di Radio Nostalgia ci sarà il dj resident della Capannina Riccardo Gava, nato e residente a La Spezia. In più domani gli organizzatori hanno annunciato la presenza di gruppi di giovani da Pisa e da Fidenza; addirittura dall’Emilia arriverà un pulman di 50 giovani che sono venuti a conoscenza della discoteca sulle pagine facebook dell’evento (gruppo: ballo senza sballo).
Gli organizzatori hanno già annunciato che per i mesi estivi Ballo Senza Sballo potrebbe approdare in alcuni locali della zona, tra cui il Re Gambrinus, e poi in cantiere c’è una grande festa in piazza. Sempre all’insegna di un divertimento sano. Senza eccessi.
L.Bo.

CONSEGUENZE DEL CONSUMO DI VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI

IL TIRRENO

Denuncia e patente ritirata per un quarantenne
Ubriaco al volante
SABATO, 09 APRILE 2011
PISA. Denuncia per guida in stato di ebbrezza e ritiro della patente di guida per un pisano di 45 anni trovato al volante totalmente ubriaco.
L’uomo è stato fermato ieri all’alba da una pattuglia della polizia stradale in centro, in via Benedetto Croce, alla guida della sua auto. Il conducente presentava tutti i sintomi dei postumi di una grande bevuta: alito fortemente alcolico, occhi lucidi, discorsi sconnessi, difficoltà di coordinamento dei movimenti.
È scattata subito la denuncia, che prevede un procedimento penale, il ritiro del permesso di guida e la perdita di dieci punti.
Purtroppo le denunce per guida sotto l’effetto di droga o alcol sono in continuo aumento, una vera piaga.

IL TIRRENO

Donna ubriaca si scaglia contro i carabinieri
VENERDÌ, 08 APRILE 2011
PISTOIA. Prima si è ubriacata, poi ha pensato bene di insultare gli avventori di un noto ristorante del centro. E quando sono arrivati i carabinieri anziché calmarsi si è scagliata pure contro di loro. Ma non si è limitata a male parole. Gli si è lanciata contro con un bicchiere rotto in mano. I militari sono riusciti a fermarla senza che nessuno si facesse male e l’hanno portata in caserma.
Ora sulla donna russa, 50 anni residente a Pistoia, pende una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale.

VIRGILIO NOTIZIE

Sicurezza stradale/ Controlli di Polizia a Roma: 45 denunce
Ritirate 41 patenti e 11 carte di circolazione
9.4.11 Nell’ambito delle attività volte alla prevenzione delle ’stragi del sabato serà, la Polizia Stradale di Roma ha svolto negli ultimi fine settimana, dal 19 marzo ad oggi, dei servizi mirati con l’impiego di 51 pattuglie sul Grande Raccordo Anulare, alle barriere autostradali di Roma Est e Roma Sud e in A/24 in zona Portonaccio. Sono state effettuate anche verifiche sull’eventuale uso di sostanze psicotrope o stupefacenti da parte dei conducenti, nell’ambito del Progetto «Tox Test», con l’ausilio di medici e personale sanitario della Polizia di Stato. Il progetto, nato in collaborazione tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Politiche Antidroga, prevede l’impiego di drug-testing rapidi su saliva, in grado di rilevare la presenza delle varie sostanza stupefacenti. Sono state controllate 699 persone e 562 veicoli. Dagli accertamenti sono scaturite 46 violazioni per guida in stato d’ebbrezza alcolica e 14 per guida sotto effetto di sostanze psicotrope o stupefacenti (i test antidroga effettuati sono stati 56); sono state ritirate 41 patenti di guida ed 11 carte di circolazione. Sono state poi rilevate altre 123 infrazioni al Codice della Strada, con decurtazione di un totale di 598 punti patente, oltre ad 11 fermi amministrativi e 3 sequestri di veicoli. I controlli hanno comportato la denuncia in stato di libertà di 45 persone.

INIZIATIVE DI INFORMAZIONE E PREVENZIONE

IL TIRRENO

Incontro sulla lotta all’alcolismo
VENERDÌ, 08 APRILE 2011
PIOMBINO. Per improvvisi problemi familiari, Patrizia Moretti Aldrovandi non potrà partecipare all’incontro di oggi nel bar del museo archeologico di Cittadella inserito nel ciclo su “Le verità nascoste”. Il pomeriggio dell’associazione Ex Aequo si svolgerà ugualmente, a partire dalle 17,30, alla presenza di Manfredo Bianchi, presidente regionale di Arcat (associazione club alcologici territoriali). Bianchi parlerà delle esperienze maturate in anni di impegno nella lotta all’alcolismo.
Venerdì prossimo sarà la volta di “ Moby Prince: 140 morti nessun colpevole”. Parteciperà Loris Rispoli, presidente del Comitato dei familiari nato dopo la tragedia livornese.

PIACENZA24

Pericolo alcol: simulazione d’incidente per i ragazzi del liceo Gioia
Pubblicato: venerdì 8 aprile 2011 - 10:27
Piacenza -  E’ stato l’aspetto psicologico quello che nella giornata di ieri è stato messo in primo piano dagli operatori della Croce Bianca, che nel parcheggio dello stadio Garilli hanno organizzato una simulazione di incidente cui hanno preso parte 8 ragazzi del liceo Gioia, 4 nei panni di soccorritori, 4 in quelli di vittime. Oggi il percorso, inscritto nel progetto di 3 giornate di flessibilità e iniziato mercoledì con una lezione frontale riguardante i danni legati all’abuso di alcol, si conclude con un talk show in cui verranno analizzate le reazioni dei ragazzi in un talk-show con la psicologa Margherita Spezia e la simulazione di un processo, per analizzare anche l’aspetto giuridico che può derivare dalla smodata assunzione di alcolici.
I ragazzi hanno risposto positivamente ed anche paolo rebecchi della croce Bianca, che ha spiegato ai nostri microfoni i dettagli del progetto, si è detto soddisfatto per la riuscita dell’iniziativa.

L’ARENA

Studenti vanno a lezione di sicurezza stradale
09/04/2011
ISOLA DELLA SCALA. Duecentocinquanta ragazzi tra i 14 e i 17 anni coinvolti nel progetto
Gli esperti mostreranno i danni da incidenti per guida scorretta Lo scopo è insegnare a non tentare mai manovre pericolose
C’è un detto in agricoltura: se si vuole far crescere dritto un albero occorre indirizzarlo sin da piccolo. E da questo assunto sono partiti i due istituti scolastici Ettore Bolisani e Stefani-Bentegodi di Isola della Scala per organizzare «La bussola del conducente 2011». Sarà una giornata tutta dedicata all’educazione stradale e alla sicurezza, proposta a 250 ragazzi delle prime tre classi delle due scuole, tra i 14 e i 17 anni. Si aprirà martedì alle 8.15 nell’aula magna del Bolisani, per proseguire nel pomeriggio con quattro laboratori a Prà Piganzo.
Il progetto si svolgerà per la prima volta a Isola, ma ha ottenuto il sostegno attivo dell’amministrazione comunale, della Polizia urbana locale e di quella di Legnago e di ben 31 sponsor isolani. Parteciperanno anche l’associazione nazionale Carabinieri e quella dei vigili urbani, la Croce verde, la Protezione civile, il Gruppo logistico Sicurezza ambiente di Verona e l’associazione gemellaggio Budenheim.
Alla presentazione, avvenuta ieri all’auditorium Santa Maria Maddalena, c’erano i due presidi del Bolisani e dello Stefani-Bentegodi, Luigi Santillo e Lauro Bernardinello; gli assessori all’istruzione e alla sicurezza Paola Perobelli e Carlo Ferro; i docenti, promotori del progetto Flavio Dalla Valle e Silvia Donno; l’agente scelto della polizia municipale Rudy Garzotto, con il comandante Michele Modaudo.
L’obiettivo è quello di dissuadere i ragazzi da comportamenti scorretti quando sono sulla strada, sia che siano in sella al loro motorino, sia che viaggino a piedi o in bicicletta.
Durante la mattinata, riceveranno informazioni sul codice stradale, ma anche sugli effetti degli incidenti, soprattutto quando si guida senza casco o sotto gli effetti di alcol e droga. Saranno illustrati loro i mezzi di monitoraggio delle strade e spiegata l’importanza di avere il casco ben allacciato.
Nel pomeriggio, tramite quattro laboratori, potranno cimentarsi su un circuito didattico allestito per l’occasione. Assisteranno alla simulazione di un incidente, dove sarà loro spiegato cosa fare, come muoversi e cosa non fare in attesa dei soccorsi. In ultimo apprenderanno che esiste un servizio logistico che entra in campo per pulire i tratti stradali dai resti di un incidente, a tutela dei viaggiatori e dell’ambiente. Gli incidenti stradali rilevati a Isola della Scala, lo scorso anno, sono stati una cinquantina, di cui cinque con motocicli. In due di questi erano protagonisti dei ragazzini: «Per ciò che riguarda i giovani», spiega Garzotto, «rileviamo soprattutto infrazioni al codice della strada come comportamenti scorretti, mancanza del casco, impennate e disturbo alla quiete. Con l’arrivo della primavera fioccano le segnalazioni di cittadini in merito. L’iniziativa serve a educare e prevenire».  Maria Vittoria Adam

Rassegna alcol  e guida 10 aprile 2011

10 APRILE 2011 PRIMA GIORNATA NAZIONALE DEI CLUB ALCOLOGICI TERRITORIALI (metodo Hudolin)

TRENTINO
Nel mese della prevenzione alcologica oggi i Club illustrano il proprio lavoro
REMO MENGON
DOMENICA, 10 APRILE 2011
In Italia da anni il mese di aprile viene indicato dall’Istituto Superiore di Sanità come “Mese della prevenzione alcologica”, ma all’interno di questo mese è importante e significativo dedicare un giorno specifico al lavoro dei Club Alcologici Territoriali-metodo Hudolin (una volta si chiamavano Club degli Alcolisti in Trattamento). Quest’anno è stata scelta come data quella di oggi. Per tale occasione ogni realtà locale si attiva per far conoscere il lavoro svolto nel Club, sistema dinamico, non immobile... che produce, inventa, propone.
La metodologia dei Club, importata dalla Croazia nel 1979 e in Trentino nel 1984 per mezzo del suo ideatore prof. Vladimir Hudolin in questi ultimi anni ha fatto passi enormi, ha saputo coinvolgere le Famiglie dei Club, rendendole compartecipi e responsabili nell’assumersi decisioni forti, ma necessarie. Una di queste riguarda termini come “Alcolista” e “Trattamento”, non più rappresentativi o “imperfetti” nella quotidianità, legati a una terminologia culturale sanitaria e sociale ancora esistente. Oggi parlare di “alcolisti” significa etichettare un “gruppo di persone” che, per vari motivi hanno scelto un sistema di vita non perfetto verso il vivere quotidiano, tralasciando il pensiero positivo di ogni persona. La cultura sanitaria è in sintonia con il termine “trattamento” come cura, ma il Club non cura o tratta nessuno: altre sono le motivazioni in cui cogliere tutte le sfumature ottenendo quel giusto riconoscimento chiamato sobrietà. La consapevolezza di molte persone dei Club ha condiviso questi concetti, giungendo a una terminologia in linea con concetti più attuali.
Il lavoro profuso dal Club è imperniato sulla condivisione di una problematica che interessa molte famiglie, cercando di attuare una forma di “recupero” esistenziale degno di un futuro migliore. La caratteristica dei Club è che non abbisognano di particolari “accorgimenti” per individuare il percorso più idoneo; il solo trovarsi settimanalmente è occasione per accrescere la propria autostima e la propria responsabilità verso una migliore qualità di vita che si ripercuote oltre che sulla famiglia anche nelle comunità portando ovunque benessere sociale. In Trentino operano 165 Club sparsi su tutto il territorio provinciale raggruppati in associazioni zonali (Acat) e in un’Associazione Provinciale (Apcat).
Un aforisma ci insegna che è “meglio prevenire che curare”, per cui è indispensabile “anticipare” le problematiche alcolcorrelate o altre devianze che potrebbero insorgere nelle famiglie e nelle comunità, individuando percorsi idonei verso una prevenzione e promozione di concetti e valori che migliorino la qualità di vita sociale. Molte volte la gente mormora: “L’abitudine a consumare alcolici è cosa nota”; si può dire però che non tutto ciò che è un’abitudine è utile o necessario. I cambiamenti culturali e sociali vengono attivati quasi sempre su iniziativa di poche persone, magari spesse volte “colpevolizzate”, ma che hanno saputo dare impulsi propositivi che con il tempo si sono trasformate in realtà. In questo modo lo strumento dei Club è diventato un nodo importante nella rete sociale e sanitaria che promuove la promozione e protezione della salute nella popolazione trentina.
In questi anni molte sono state le iniziative proposte in ogni angolo del nostro territorio provinciale da Associazioni e Famiglie dei Club, avendo nelle amministrazioni comunali, Enti provinciali, Azienda Sanitaria un valido supporto e coinvolgimento non solo economico. Il lavoro proficuo nei Club assume una forte connotazione etico-sociale di enorme importanza nel quotidiano, utile a riacquistare e dare un senso alla propria esistenza. All’interno dei Club le famiglie con problemi di alcol trovano sensibilità, umanità, solidarietà, amicizia e un ascolto attento, ma non giudicante. Per questo, oltre al fatto che sono davvero efficaci nell’aiutare a smettere di bere, i Club sono così diffusi nella nostra provincia e molte famiglie si rivolgono ad essi per risolvere i propri problemi.
presidente Apcat Trentino

IL GAZZETTINO

Tutta la piazza è analcolica
Barbara Turetta
Domenica 10 Aprile 2011,
Un aperitivo rigorosamente analcolico per creare un momento piacevole nel quale avvicinare le persone e offrire informazioni. Saranno in piazza a Rubano domani mattina (domenica 10 aprile) dalle 11 alle 13, proprio nell’ora dell’aperitivo e contemporaneamente in altre quattro piazze di Padova e provincia, per parlare di come l’alcol possa diventare il «tuo peggior nemico» se non si conosce, o non si è consapevoli di ciò che si fa. La particolare iniziativa è promossa dai Cat (Centro Alcologici Territoriali) aderenti all’associazione Acat Il Ponte e Acat Colli Euganei. Associazione che raccoglie quindici club, ossia punti sparsi nel territorio che organizzano incontri con cadenza settimanale dove si segue un programma algologico, delle regole, c’è la formazione, si parla ovviamente dell’uso e l’abuso dell’alcol, il tutto collegato con il Sert di Padova. «Come gruppo abbiamo l’esigenza di farci conoscere all’esterno - ha spiegato Emanuela Gobbin presidente Acat Il Ponte -, per parlare delle nostre esperienze, sapendo che dal problema dall’alcool non si può uscire da soli. Ci sono persone che hanno riconosciuto, anche attraverso la propria esperienza di vita, che l’alcol produce problemi e che hanno capito che questi problemi sono potenzialmente presenti in tutti quelli che usano bevande alcoliche - continua Gobbin -, queste persone non vogliono solo astenersi dall’alcol vogliono piuttosto capire che cosa cerchi una persona nell’alcol, a partire dai giovani che vogliono sentirsi forti e adeguati alle prestazioni sociali». Quella di domani mattina è una delle iniziative pensate per sensibilizzare le persone sul problema dell’alcol, promossa proprio da chi il problema l’ha conosciuto da vicino, o l’ha vissuto in famiglia. Oltre che nel piazzale della parrocchia di Rubano, l’iniziativa sarà anche nel piazzale di Mejaniga a Cadonege, ad Abano Terme vicino all’hotel Orologio, nella città di Padova vicino alla chiesa San Daniele e alla chiesa delle Cave.

SE VI RICORDATE LA CONSULTA NAZIONALE SULL’ALCOL(*) E’ STATA  SOPPRESSA PER MANCANZA DI FONDI.
ED ORA IL GOVERNO TROVA 8 MILIONI DI EURO PER VALORIZZARE L’ENOTURISMO, CREANDO “UN APPOSITO COMITATO” ED UN “GRUPPO DI LAVORO CONGIUNTO”!!!

VERONA - 09 APRILE 2011, ORE 13:07
L’ENOTURISMO SOTTO L’ALA DEI MINISTERI DELL’AGRICOLTURA E DEL TURISMO: A VINITALY FIRMATO PROTOCOLLO D’INTESA PER LA VALORIZZAZIONE DI DISTRETTI TURISTICO-AGROALIMENTARI E NUOVI ITINERARI DI ECCELLENZA. PRIMO INVESTIMENTO: 8 MILIONI DI EURO IN 2 ANNI
Contributo Audio da winenews.tv: ‘‘Il turismo del vino e della gastronomia rappresenta il 5% del settore: 5 milioni di persone all’anno visitano l’Italia alla scoperta delle eccellenze della tavola’’.
Se è vero che l’enoturismo è una delle risorse più importanti dell’attrattiva italiana, con un giro d’affari che va dai 3 ai 5 milioni di euro, serve che anche le istituzioni se ne occupino in maniera più profonda. E chissà che il protocollo d’intesa firmato oggi a Vinitaly tra il Ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano, e quello del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, non sia un primo passo in questo senso”. “Questo protocollo d’intesa mira a valorizzare il turismo enogastronomico, una realtà fondamentale per il settore - ha commentato Romano - anche perché la bottiglia di vino italiano è il miglior ambasciatore del nostro, per un prodotto che vale quattro miliardi nella bilancia dell’export, uno dei pochi settori in cui il saldo commerciale è attivo”. “È un accordo storico, che unisce due asset strategici per il nostro Paese, e che non saranno mai delocalizzabili. Vogliamo promuovere la cultura dell’enogastronomia di tutti i territori italiani, dal momento che nel 2010 i turisti enogastronomici sono stati 18 milioni”, ha spiegato la Brambilla. Obiettivo della convenzione è quello di valorizzare e promuovere in maniera integrata il sistema turistico e quello agroalimentare e rurale del nostro Paese, risultato possibile solo se si raggiungono determinati obiettivi: dal coordinamento delle azioni di comunicazione istituzionale alla definizione di un programma nazionale di valorizzazione del sistema turistico-agroalimentare e di progetti pilota di valorizzazione integrata dei sistemi locali, dalla definizione di distretti “turistico-agroalimentari” e di itinerari enogastronomici alla valorizzazione dell’immagine dell’Italia attraverso la promozione e la comunicazione delle eccellenze enogastronomiche italiane. Per fare tutto questo, ovviamente, servono risorse: inizialmente la dotazione finanziaria è di 8 milioni di euro, che potranno essere speso dalle Regioni che istituiranno le cosiddette “strade del gusto”. Un apposito comitato, non ancora istituito, valuterà la bontà dei progetti e sarà chiamato a dare il proprio parere all’eventuale istituzione di un circuito delle eccellenze, al momento ancora in fase di progettazione. Il protocollo svilupperà anche politiche organiche d’intesa con gli enti preposti per città storiche, piccoli comuni itinerari turistico culturali e per le produzioni tipiche di qualità e resterà in vigore per due anni, rinnovabili tacitamente per un egual periodo. Per raggiungere tutti questi obiettivi sarà istituito anche un gruppo di lavoro congiunto tra i due Ministeri, che dovrà definire un piano annuale delle attività, proponendo anche interventi normativi che ne consentano lo sviluppo, e monitorare l’effettivo avanzamento delle iniziative intraprese. La convenzione avrà una validità di due anni, ed è previsto un tacito rinnovo per un uguale periodo.
Una risposta indiretta all’appello delle Città del Vino, che con il presidente Giampaolo Pioli aveva rinnovato la richiesta di “una regia nazionale per un settore fondamentale per l’intera economia italiana”.
Un nuovo percorso, dunque, che, quasi simbolicamente, riparte dall’accordo firmato a Verona. “Proprio nel ’93, a Vinitaly, è partito il primo movimento sul turismo legato all’agroalimentare e all’enogastronomia di qualità - ha ricordato il presidente di Veronafiere, Ettore Riello - e parliamo di un settore fondamentale per il rilancio dell’economia, che coinvolge contemporaneamente storia, cultura, ambiente e territorio. E Veronafiere riassume in sé tutti questi valori, attraverso brand di riferimento internazionale come Vinitaly, Sol, Agrifood, Siab, strumenti di valorizzazione per le imprese ad ampio spettro”.

(*) Nota: La Consulta nazionale sull’Alcol era un organismo interdisciplinare istituito dall’articolo 4 della legge 30 marzo 2001, n.125 “ Legge quadro in materia di alcol e di problemi alcol correlati”; composta da rappresentanti delle amministrazioni competenti e da esperti della materia, la Consulta veniva rinnovata ogni tre anni e si riuniva periodicamente per dibattere temi inerenti l’alcol e stabilire strategie efficaci in materia di salute fornendo anche dati sul problema. Con la direttiva del Presidente del consiglio dei Ministri del 4 Agosto 2010, che andava ad individuare gli organismi collegiali che beneficiavano della deroga tra tutti quelli che erano stati tagliati per limitazione di spesa e costi di gestione, la Consulta nazionale sull’Alcol non era presente; in poche parole non rientrando all’interno di questa deroga se ne stabiliva la soppressione.

SALUTE E VINO, BIRRA E LE ALTRE BEVANDE ALCOLICHE

DONNA.TUTTOGRATIS

Alcol e donne, rischio tumore in aumento
Pubblicato da Alessandra Rosso il 09/04/2011 in: Malattie, Salute
Le donne e i tumori, un binomio che purtroppo sempre di più vediamo e che rischia di aumentare la sua incidenza a causa dell’abuso di alcol. Il British Medical Journal (BMJ), ha pubblicato da poco questo dato preoccupante che gli studiosi affermano da anni: bere più di due alcolici al giorno aumenta il rischio di sviluppare malattie e specialmente il cancro. I dati precisi dicono che sono sufficienti di 16 grammi per le donne e 24 per gli uomini, e quindi di quantità non elevate di questa sostanza per incorrere in rischi seri.
Per capire meglio la situazione è necessario considerare i dati presentati dall’Osservatorio Nazionale Alcol-Cnes dell’Iss (Istituto Superiore di Sanità) in occasione dell’Alcool Prevention Day
Il 70% degli italiani e cioè 9 milioni di persone fa uso di alcolici di vario genere e almeno 4 milioni di questi si sono ubriacati almeno una volta in un anno.
I bevitori abituali sono più che altro uomini, ma i numeri delle donne che bevono è in aumento. Il fenomeno del Binge Drinking e cioè bere in maniera compulsiva fino all’ubriacatura, coinvolge almeno 600.000 adolescenti e in testa alla classifica purtroppo ci sono le ragazzine di 16 e 17 anni. Questi dati sono veramente preoccupanti perchè rishiano di trasformare questi ragazzi in adulti malati, probabilmente di cirrosi epatica. Anche i preadolescenti abusano di alcol e dalle statistiche si evince che le ragazzine tra gli 11 e i 15 anni bevono il triplo delle donne adulte, ed è stato accertato che proprio le donne vanno incontro a un rischio maggiore di sviluppare tumori al seno se bevitrici abituali.
Inoltre un altro rischio legato all’abuso di alcol è anche la guida in stato di ebbrezza responsabile della morte di molti giovani sotto i 24 anni.
Il vino che è la bevanda alcolica più salutare, (*) viste le proprietà benefiche delle sostanze contenute al suo interno, anche se deve essere comunque assunta durante i pasti e possibilmente limitandosi a un bicchiere, è di fatto l’alcolico meno consumato.(**) I giovani preferiscono i superalcolici come rum, whisky e gin che garantiscono uno sballo più veloce e quindi un danno maggiore per la salute.

(*)Nota: come si fa a definire “salutare” una bevanda alcolica, dopo aver scritto che l’alcol aumenta il rischio di sviluppare tumori?
(**)Nota: nonostante i giovani preferiscano altre bevande alcoliche, in Italia il vino resta la bevanda alcolica più consumata!

CITTAOGGIWEB

Salute, aumentano i tumori causati dall’alcol
10 Aprile 2011
Lo dice uno studio effettuato in otto Paesi europei
Dal Web Alcol e cancro. Un binomio letale, i cui effetti sono in continua crescita.
Almeno il 10% dei tumori dell’uomo e il 3% di quelli delle donne, infatti, sono in qualche modo relazionati all’alcol.
La maggior parte potrebbe essere evitata con un consumo moderato.
Ad affermarlo è uno studio effettuato in otto Paesi europei tra cui l’Italia e pubblicato dal British Medical Journal.
Nel 2008 il consumo di alcol - superiore a due bicchieri al giorno - è stato responsabile di 57.600 casi negli uomini e 21.500 nelle donne di tumori del tratto digestivo superiore, del colon-retto e del fegato.

ANCHE I RAGAZZI SICULI BEVENO, E SEMBRA SIA NORMALE

LA SICILIA

I giovani del bicchiere, sballati e malati
Domenica 10 Aprile 2011  Ragusa
Cominciano a bere a 12, 13, 14 anni. Poco più che bambini, praticamente. Lo fanno per "spaccarsi", cioè per sballare, per essere fashion, ossia alla moda, ma anche per mettersi alle spalle la quotidianità, che considerano brutta, sporca e cattiva. Sono i giovani del "bicchiere": quelli che entrano nel tunnel dell’alcolismo sicuri di poterne uscire come quando vogliono. Ma non sempre è così, a volte ci restano dentro per mesi, per anni, per tutta la vita. Cosa bevono? Quando bevono? Perché bevono? A Vittoria e dintorni si beve al pub, soprattutto. Oppure per strada, dentro le auto in attesa di andare in discoteca.
Già, la discoteca. Sbaglia chi crede che l’abuso di alcolici (cocktail, birra, ecc) avvenga mentre si balla. E’ al pub, il sabato, o anche il venerdì, comunque prima di andare in discoteca, che i giovani si "spaccano" con i superalcolici. E sono le donne ad alzare il gomito più dei loro coetanei maschi. Lo confermano gli addetti ai lavori. "Le ragazze - spiega Donatello Bonuomo, direttore artistico di una nota discoteca del Comisano frequentata da moltissimi giovani di Vittoria, Comiso e del Gelese - sono quelle che si ubriacano di più, almeno rispetto ai maschi. E’ un fenomeno che stiamo notando da mesi. Le stesse ragazze sono poi quelle che litigano tra di loro con estrema facilità, e che lasciano i bagni, dopo una serata, in condizioni che definire pietose è poco». Anche nel Vittoriese e nel Comisano comincia a fare capolino un nuovo fenomeno, quello
Lunedì, 11 Aprile 2011
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