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Rassegna alcol e guida del 11 aprile 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta
 

In fondo alla rassegna troverete un originale contributo di Aurora Curnis & Roberto Cuni.

SALUTE AMBIENTE.IT

Aprile, mese della Prevenzione Alcologica

L’Associazione Italiana Club Alcologici Territoriali propone in tutta Italia un fitto calendario d’iniziative, mirate all’informazione e alla sensibilizzazione della comunità sui rischi e i danni legati al consumo di alcolici
Torna ad aprile il Mese della Prevenzione Alcologica. Nell’occasione, AICAT (Associazione Italiana Club Alcologici Territoriali), propone in tutta Italia un fitto calendario d’iniziative, mirate all’informazione e alla sensibilizzazione della comunità sui rischi e i danni legati al consumo di alcolici. A Perugia, l’ARCAT Umbria (Associazione Regionale Club Alcologici Territoriali – Metodo Hudolin), in collaborazione con il Cesvol, organizza l’iniziativa “I Club incontrano la Comunità”, in programma sabato 16 aprile a partire dalle ore 10,30 nella Sala CERP della Rocca Paolina. L’evento si propone di valorizzare il lavoro svolto dai Club Alcologici Territoriali sia per l’accoglienza di famiglie con problemi alcocorrelati, sia per il coinvolgimento attivo in programmi di promozione della salute nella comunità.
“Da sempre – dice Valeria Matteucci, presidente dell’ARCAT – lavoriamo per promuovere la cultura della consapevolezza rispetto ai rischi legati al consumo delle bevande alcoliche, sia organizzando Corsi di Sensibilizzazione, rivolti ai cittadini e agli operatori dei Servizi pubblici e privati, sia attivando una rete capillare di Club (gruppi di famiglie che si ispirano ai principi dell’auto-aiuto). Queste attività sono realizzate in stretta collaborazione con i Servizi Pubblici di Alcologia. Non a caso, la giornata del 16 aprile vedrà fra i relatori il dottor Luciano Bondi, responsabile del Servizio di Alcologia della Asl 2 di Perugia, e la dottoressa Mirena Angeli, responsabile del Servizio di Alcologia della ASL di Terni. Saranno inoltre presenti numerosi rappresentanti della comunità: dalla Provincia al Comune, dalla Asl alle Forze di Polizia”. “L’incontro – precisa – fa seguito all’Alcohol Prevention Day del 7 aprile, organizzato a Roma dal Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, con una stretta collaborazione con la nostra Associazione. Nel corso dell’iniziativa, saranno diffusi dati epidemiologici sull’uso di alcol e verranno illustrate nuove strategie di prevenzione”.
“L’approccio ecologico sociale da noi utilizzato – ricorda Marco Trauzzola, presidente dell’Acat Perugia Trasimeno –, mette al centro il protagonismo della persona e il suo senso di responsabilità. Il cambiamento della sigla della nostra associazione da Club degli Alcolisti in trattamento a Club Alcologici territoriali rende con maggiore fedeltà il principio che ispira la nostra attività. Nei Club le famiglie con problemi alcolcorrelati vengono supportate e stimolate a recuperare un sano e corretto stile di vita”.
Oltre a Valeria Matteucci e a Luciano Bondi, ai lavori, che si apriranno alle ore 10,30 parteciperanno, il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, il vice presidente del Consiglio Regionale Orfeo Goracci, il vicepresidente della Provincia, Aviano Rossi, il Direttore Generale della Sanità Regionale, Emilio Duca, il Cordinatore degli Oratori della Regione Umbria, don Riccardo Pascolini; il Coordinatore dell’Attività di prevenzione della Asl 2, Carlo Romagnoli, rappresentanti delle Forze dell’Ordine. E’ stato invitato anche il Direttore dell’Ufficio scolastico Regionale Maria Letizia Melina e la responsabile dell’Ufficio prevenzione della Sanità regionale Maria Donata Giaimo.


CORRISPONDENZA DA VERONA

"L’altra faccia del Vinitaly"
Al ritorno dalla "Rassegna mondiale per la promozione all’uso di bevande alcoliche", dopo aver fatto registrare record di presenze superiori ad ogni previsione...(cifre somministrate ma difficilmente comprovabili),  i visitatori si sono trovati all’interno delle mura antiche della "Città dell’amore" dove i caratteristici vicoli sono stati usati come orinatoi e vomitatoi di quanto ingurgitato nei capannoni della fiera; a far bella mostra di sè alcuni stravaccati a mo’ di pelle d’orso in via Pellicciai, corso porta Borsari e dintorni ed altri, seduti sui marciapiedi ingombrando la carrabile, pronti ad insulti e risse con i residenti che, a bordo delle proprie vetture, a 1 Km all’ora, tentavano di guadagnare la loro casa, senza contare gli strepiti, i canti durati oltre le tre di notte (quest’ultimo disagio presente spesso anche nei "normali" fine settimana a coronamento dei molteplici spritz assunti).
Promozione all’uso di bevande psicoattive e colpevolizzazione per l’uso delle stesse: messaggi contradditori dati da adulti consapevoli tramite mass media e quant’altro anche e soprattutto ai giovani, i quali sappiamo quanto non amino il grigio, il pressappoco ma  pretendano "o il bianco o il nero"; quanto amino, quindi, la chiarezza e la scientificità delle informazioni per poi, giustamente, decidere consapevolmente e liberamente le loro scelte.
Cristina Gioco

CORRIERE  VENETO

«I ragazzi saltano le lezioni e si sballano»
Linea dura di De Carlo contro l’alcolismo

Durante la Giornata Ecologica sono state raccolte 100 bottiglie da terra. Il sindaco di Calalzo annuncia sanzioni: «Il paese è diventato un bar a cielo aperto» 
BELLUNO - L’area di Lagole diventa un bar a cielo aperto, rifugio ideale di gruppi di giovani che, soprattutto al mattino e nelle ore pomeridiane, consumano alcolici e si sballano senza alcuna regola. A lanciare l’allarme è il sindaco di Calalzo Luca De Carlo, che annuncia il pugno di ferro contro coloro «che non rispettano le regole basilari del vivere civile, provocando un danno, oltre che a se stessi, anche a tutta la cittadinanza e ad un’area a forte valenza identitaria come Lagole». Il fenomeno è emerso durante la Giornata ecologica che domenica ha visto impegnati 15 volontari: nella zona dei laghetti sono state trovate oltre 100 bottiglie e lattine, abbandonate dopo l’ultima pulizia di mercoledì scorso, evidentemente eredità «di gruppi di studenti che scelgono Lagole per ubriacarsi».
«Questi ragazzi - spiega il sindaco - saltano le lezioni del mattino, acquistano alcolici e li consumano sulle rive del laghetto. Contro questa cultura dell’alcolismo giovanile la mia amministrazione ha già emesso ad ottobre un Regolamento contro il consumo, la cessione e la vendita di alcolici ai minori di 16 anni, prevedendo sanzioni fino a 500 euro o un corrispondente numero di ore di lavori socialmente utili». Da oggi, dopo diversi mesi di informazione ed educazione sulla pericolosità dello sballo nell’età dell’adolescenza anche grazie alle campagne promosse dal camper del Sert, il sindaco annuncia misure ancor più drastiche. «Ho dato mandato ai vigili di applicare alla lettera l’ordinanza, punendo e sanzionando - sottolinea -. Non spetta al sindaco l’educazione e il controllo di cosa fanno i ragazzi in orario di scuola, ma di certo è nostra prerogativa la repressione verso chi non rispetta le regole del vivere civile». E sul rischio che il suo pugno di ferro non venga accettato è deciso: «Chi mi conosce sa che non sono un "bacchettone" e non temo certo di diventare impopolare: tra qualche anno questi giovani comprenderanno i danni che può fare la cultura dello sballo se intrapresa fin dall’età dell’adolescenza.
Infine, il sindaco annuncia la linea dura anche contro l’abbandono dei rifiuti: «Siccome per taluni evidentemente non è bastato tutto questo tempo per imparare l’educazione, già da oggi scatteranno controlli severissimi e di conseguenza le relative sanzioni. Ho dato personalmente mandato alla polizia locale, affinché l’inciviltà di pochi non vanifichi il lavoro e il rispetto delle regole da parte di tutti gli altri».

VICENZAPIU’

Alcol e droghe leggere: giovedì 14 aprile 400 studenti delle superiori al Teatro Astra
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Comune di Vicenza  -  Alcol e droghe leggere: giovedì 14 aprile 400 studenti delle superiori al Teatro Astra per una mattinata di prevenzione tra racconti di esperienze, musica, poesie e drink analcolici
Comune di Vicenza e Ulss 6 insieme anche quest’anno per la prevenzione contro l’abuso di alcol e sostanze stupefacenti nell’ambito della campagna di sensibilizzazione "Meno alcol più gusto".
L’assessorato alle politiche giovanili del Comune promuove infatti lo spettacolo culturale e musicale che si terrà giovedì mattina 14 aprile al Teatro Astra di Vicenza, in contrà Barche 53, in cui circa 400 studenti delle classi quarte e quinte degli istituti Da Schio, Lampertico, Montagna, Rossi, Lioy e Quadri si confronteranno sul tema "Musica, poesia e dipendenza da droghe e alcol".
Curato dal Ser.T. di Vicenza, l’appuntamento vedrà la partecipazione di Edoardo Polidori, direttore del Ser.T. di Forlì, già ospite dell’edizione 2010 di "Meno alcol più gusto", che porterà all’attenzione dei ragazzi numerosi esempi ed esperienze significative che provengono dal mondo dell’alcol e delle droghe leggere, che spesso vengono assunte dai giovani nella convinzione che possano aiutare a socializzare.
Grazie alla collaborazione del Lions Club Vicenza Host, il programma della mattinata prevede inoltre alle 10.30 l’esibizione gruppo musicale vicentino Babata Trio (Nicola Maranzan, Francesco Corona e Daniele Piva) che eseguirà brani di musica leggera, alternati alla lettura di poesie.
A partire dalle 11.30, inoltre, con "Spazio gusto" verranno offerti aperitivi analcolici preparati dai docenti e dagli studenti dell’istituto Da Schio, che ne sveleranno le ricette e li serviranno accompagnati da un ricco buffet di stuzzichini della ditta Morato Pane, partner dell’iniziativa.
La web tv indipendente on demand Unotv.net, specializzata in musica indie, riprenderà la mattinata per trasmetterla sulla propria piattaforma (www.unotv.net, ) in modo da raggiungere un pubblico più vasto.

BLOGOSFERE

Nuovi scenari capitolini: atmosfera surreale per le strade senza alcool di Roma by night
Valeria Sirabella
Lunedì 11 Aprile 2011 - Durante il weekend appena terminato, così come durante la settimana precedente, i romani che sono usciti all’aria primaverile della sera per bere una cosa - tormentone delle serate dei giovani romani - sono per lo più rimasti delusi.
Il setting del loro sabato sera era stravolto, quasi surreale: lo scenario che si aspettavano, fatto di strade gremite di gente, agitazione e traffico pedonale, era cambiato. Intorno a loro, luoghi mediamente affollati e un’atmosfera "strana", quasi da passeggiata pomeridiana.
Il mistero è presto svelato: bastava entrare in uno dei soliti bar e chiedere un mohjito, per consumarlo come sempre passeggiando, per ricevere un rifiuto. Alemanno ha infatti predisposto un’ordinanza (in atto dal 1° aprile) che impone un doppio divieto: da una parte ai gestori dei locali è vietato vendere alcolici per l’asporto e il consumo al di fuori del locale dalle 23; dall’altra, è vietato ai clienti consumare alcolici in strada a partire dalla stessa ora.
Tutto ciò fino al 30 giugno, e in tutte le zone di Roma in cui si concentra la "vita" serale.
Pazzesco scoprire che basta vietare il consumo di alcool per trovare una città trasformata.  (*)  

(*) Nota: è ancora più pazzesco scoprire che il provvedimento è temporaneo e scade il 30 giugno. Tutto tornerà come prima fino alla prossima violenza, stupro o rissa.

ASCA

SALUTE: DONNE CHE BEVONO ALCOL PIU’ A RISCHIO PARTO PREMATURO 
Roma, 11 apr - Troppi drink alcolici durante la gravidanza innalzano di tre volte il rischio di un parto pre-termine. E’ quanto emerge da un rapporto pubblicato sulla rivista Bmc Pregnancy and Childbirth che avverte anche di un probabilità il 50% più alta che il bambino nasca sottopeso.
La ricerca del Trinity College di Dublino è stata condotta su 60.000 neomamme irlandesi alle quali è stato chiesto di dichiarare quanto avessero bevuto nelle settimane precedenti e subito successive al concepimento. Le più forti consumatrici, classificate come quelle che bevono più di 20 unità da 12 mg di alcol a settimana o un bicchiere di vino grande al giorno, sono state incluse nella lista di rischio per le nascite premature.
noe/sam/lv

GIORNALE DI SICILIA

Giornale della Sicilia online
Canicattì: minorenne travolto ed ucciso da un’auto
Lunedì 11 Aprile 2011 - Tragedia a Canicattì, nell’agrigentino. Un 17enne alla guida di uno scooter è stato travolto ed ucciso da un’auto. A bordo del mezzo a due ruote c’era anche un altro giovane rimasto ferito. Il guidatore dell’automobile è risultato positivo all’alcool test.

 

IL SECOLO XIX

Nel borgo di torri
Difende il figlio, ammazzato a calci e pugni
dall’inviato Renzo Parodi
Ventimiglia, 11 aprile 2011 - Una macchia scura sull’asfalto, a ridosso del muretto che fa da sponda al torrente Bevera, acque fresche che canticchiano tra i sassi e corrono veloci in mezzo alle case di Torri, borgo medievale sulla collina di Ventimiglia. Quella macchia è la traccia di un feroce omicidio. E’ il sangue di Walter Allavena, 52 anni, addetto alle vendite alla “Borea idraulica e sanitari”, a Vallecrosia.
Era sposato con Daniela Cortese, impiegata in Dogana all’Autoporto di Ventimiglia, e padre di due Claudio e Flavia, di 20 e 18 anni. Proprio in quell’angolino di strada, accanto al ponte dove, tese dal vento, sventolano gagliarde tre bandiere tricolori, si è spenta la vita di un uomo buono, gran lavoratore, impegnato nel volontariato e nelle attività a favore della comunità. Allavena ha pagato con la vita lo slancio di padre che l’ha spinto a proteggere il figlio, preso a pugni da una gang di romeni della zona.
E’ stato picchiato selvaggiamente da quattro romeni indiavolati dal vino che avevano già preso a pugni il figlio Claudio Allavena e i suoi amici adolescenti che stavano festeggiando all’insegna delle “Mille e una notte” nel gazebo dell’Osteria del Nonno, a Torri. Una festicciola da ragazzi, 5 euro per l’ingresso, musica, balli in maschera sul tema arabeggiante e cena a buffet.

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La locandina che reclamizzava la festa a Torri, finita in tragedia

Con quei romeni violenti c’era già stato uno screzio il sabato precedente, in paese parlano di questioni di ragazze, esplose durante una festa. I romeni se l’erano legata al dito e sono tornati a regolare i conti. Una vera spedizione punitiva.
Domenica mattina la polizia raduna in commissariato, a Ventimiglia, una decina di romeni residenti in zona. I killer vengono identificati e fermati con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Hanno ancora le mani sporche di sangue. Il più anziano è Sebastian Aureliano Mereut, ha 37 anni. Il fratello Ciprian Marius Mereut ne ha 32, Andrei Mihut 23 e il più giovane, Aredelean Mihai, appena 19. Per oggi è fissato l’interrogatorio di garanzia. Il pm della procura di Sanremo, Marco Zocco, disporrà l’autopsia sul cadavere di Allavena.
Il flash back del dramma è illuminante. Le prime scintille tra i romeni, una decina, e i ragazzi italiani scoccano di fronte all’Osteria del Nonno, a Torri. Sono le undici e mezzo di sabato. «Erano ubriachi e tenevano in mano grandi bottiglie di birra», racconta Luciana Ballestra, la titolare del locale. «Hanno cominciato a molestare un cagnolino, un jack russell di proprietà di uno dei ragazzi italiani. Una parola tira l’altra, hanno alzato le mani. Sono uscita e ho tentato di fare da paciere ma mi sono beccata un pugno. La rissa è andata avanti , tutti urlavano e io non ho più capito quello che succedeva. Sono rientrata nel mio locale e mi sono chiusa dentro. Sapete com’è finita». Il bilancio finale della prima rissa scoppiata di fronte all’Osteria del nonno, contempla, oltre all’occhio nero e al volto tumefatto di Claudio Allavena, la mascella fratturata di un diciassettenne, ricoverato all’ospedale di Bordighera.
Tutt’altro che placata da quell’irruzione in stile bulli di campagna, la banda dei romeni prende di mira Claudio Allavena, che riceve un pugno sull’occhio destro, lo certifica il suo viso tumefatto.
Il padre di Claudio, Walter, sente le urla dei contendenti, si affaccia alla finestra di casa e capisce al volo che sta accadendo qualcosa di brutto a Claudio. Scende a precipizio dalle scale dell’abitazione di famiglia (una casetta intonacata a tre piani, in piazza Martiri della Libertà) e si precipita a difendere il figlio. Attraversa di corsa il ponte, raggiunge Claudio e lo strappa dalle mani degli aggressori. I due Allavena riescono a riguadagnare l’opposta sponda del Bevera. Ma romeni partono all’inseguimento e loro si ritrovano circondati. Sono in quattro, gli aggressori scatenati sotto l’effetto dell’alcol. Si avventano su Walter Allavena, che tenta di fare scudo al figliolo, e lo massacrano a calci e pugni. Un assalto selvaggio, bestiale. Infine lo abbandonano agonizzante sull’asfalto. Come un cane.
La moglie di Allavena, Daniela Cortese e la figlia Flavia, 18 anni, studentessa di liceo, inorridite assistono alla scena senza poter fare nulla. Anche loro sono scese in strada richiamate dalle grida di Floriana Burtea, la badante, romena, della mamma di Daniela, Rita Ballestra, una novantenne inferma. sente le sue urla anche a Sergio Cortese, il cognato di Allevena: «Corri in strada, i romeni stanno massacrando Walter». Sergio Cortese ricostruisce la sequenza mortale: «Ho sentito le urla e mi sono precipitato per vedere cosa fosse successo, quando sono arrivato mio cognato era già steso per terra. Erano ubriachi e non sono gente del paese. Avevo saputo che la scorsa settimana avevano avuto dei battibecchi con mio nipote Claudio». E’ passata la mezzanotte. Parte la chiamata al 118. I militi dell’ambulanza da Ventimiglia impiegano quasi mezz’ora a risalire i tornanti che conducono a Torri. Via cellulare, impartiscono istruzioni sulla rianimazione d’emergenza. Inutile. Allavena spira all’una.
Una sequenza da noir americano, girata in un sordido sobborgo newyorkese popolato di gangster e tagliagole. Rissa e omicidio esplodono invece in un quieto angolo di Liguria. Torri, 200 abitanti, si arrampica sulle balze che dal mare salgono ai contrafforti delle Alpi Marittime. Non fosse per le padelle della tv satellitare appese ai muri di pietra delle case, si potrebbe pensare di aver viaggiato a ritroso nel tempo. «Qui si vive ancora con le porte aperte», dice la gente, sconvolta. A Torri risiedono due famiglie romene: grandi lavoratori e gente perbene, dicono in paese. Sembra che uno dei romeni di Torri sia intervenuto per placare la furia dei connazionali.


IL GIORNALE

Il delitto di Ventimiglia, la legge della giungla vige nelle nostre strade
di Cristiano Gatti
Orrore a Ventimiglia, ucciso a calci e pugni un uomo di 53 anni che era intervenuto per sedare una rissa. Lo hanno massacrato un gruppo di romeni ubriachi  (*)
Non esiste, non si possono accettare morti così. Ce ne stanno infliggendo sempre di più, a un ritmo esponenziale che mette i brividi, ma nemmeno la coscienza più sonnolenta può rassegnarsi a considerarla abitudine. Certo la tendenza che si respira nell’aria è subire questa ferocia spicciola più o meno come deprecabile effetto collaterale dei tempi d’oggi, così segnati da nuove problematiche, quali la promiscuità tra etnie, il disagio giovanile, l’affollamento demografico (siamo 60 milioni, media 200 abitanti per chilometro quadrato, 6 volte la media europea: ci diamo un limite o continuiamo a oltranza?). Ma sì, guardiamo l’America: in certi sobborghi di certe città i ragazzini ammazzano e si ammazzano per le questioni più stupide. Sull’onda di questo fatalismo sociologico, c’è chi pensa che semplicemente l’Italia paghi l’inevitabile prezzo di tutti i Paesi moderni, dove il benessere e la libertà concedono praterie invitanti alle pulsioni più bestiali. È singolare: questa edificante visione attribuisce a libertà e benessere gli stessi meccanismi che da sempre si riconoscono alla legge della giungla, come se il progresso umano non corresse in avanti, ma inconsapevolmente si piegasse a un percorso circolare, tornando malinconicamente al punto di partenza. Rifiutiamoci di crederlo. Non possiamo accettare sia così. Non può essere che nei tempi e nei luoghi di maggiore civiltà si finisca nuovamente per impaludarci nei crudi rapporti di forza e nelle gerarchie della violenza. È un fatto che tanta brava gente, ormai, abbia il terrore anche solo di passare sul marciapiede conquistato da certi ceffi tagliagola. È un fatto che le sagge madri sempre più spesso invitino figli e consorti a non reagire mai, nemmeno con semplici parole, alle prepotenze e alle provocazioni di certa gentaglia. È entrato nel nostro lessico quotidiano un nuovo modo di esprimerci: a testa bassa, scantonando, voltandoci dall’altra parte, comunque subendo in silenzio. Perché purtroppo ha preso piede una certezza atomica: al giorno d’oggi basta niente per morire. La statistica conferma: basta niente per essere presi a calci e a ginocchiate, basta niente per subire una coltellata. Si sta facendo strada l’idea che i conti vadano regolati personalmente e velocemente, se basta a mani nude, all’occorrenza con le armi. Orgoglio, prepotenza, vendetta: tutto ci gioca. E la violenza è accettata come germe annidato nell’organismo stesso della civiltà, senza anticorpi capaci di debellarlo. Qualcosa di sinistramente, diabolicamente fisiologico. Eppure non esiste, nemmeno in quest’atmosfera plumbea da perenne arancia meccanica, che un padre di famiglia venga giustiziato per strada. E c’entra poco che gli assassini siano romeni: le nostre baby o senior gang non hanno nulla da invidiare alla crudeltà di quelle importate. Non possiamo perderci in questi dettagli da talk-show, finendo per non comprendere più la sostanza. Che resta una: anche se l’abbiamo banalizzata e routinizzata con massicce dosi di narcosi virtuale, tramite video e videogioco, la morte resta la morte. Un evento grave ed eccezionale, umanamente insopportabile. E così dovrebbe sempre essere. Il suo peso e il suo valore non possono svalutarsi tanto miseramente, neppure alla borsa più sgangherata dei cervelli più collassati. Non c’è «perdita di valori» - la diagnosi che più ci piace scomodare - che possa in qualche modo giustificare la follia dei nostri marciapiedi. Se cominciamo a considerarla in qualche modo normale, spiacevole però inevitabile, perdiamo tutto. Non è la legge della giungla che torna, è la legge del vuoto che avanza.

(*) Nota: questo articolo è a commento di un omicidio commesso da persone che avevano bevuto vino e birra. Nella sua analisi cita il sovraffollamento demografico, la promiscuità tra etnie, il disagio giovanile, la veloce modernizzazione, la banalizzazione della violenza, l’eccessiva virtualizzazione della realtà. Non vi sembra che manchi qualcosa?

RIVIERA24

Erano ubriachi
Centro di accoglienza per immigrati di Bevera, 5 tunisini danno in escandescenze
Grazie all’aiuto fondamentale dei poliziotti, che sono vicini al centro di accoglienza a presidiare la zona, i 5 ubriachi sono stati tenuti fuori. Gli agenti hanno poi accompagnato un paio di immigrati in Commissariato, per accertamenti
Ventimiglia - Al Centro di accoglienza per immigrati di Bevera, a Ventimiglia, l’altra notte alcuni tunisini sono stati bloccati dalle forze dell’ordine perché stavano dando in escandescenze. Dopo aver alzato troppo il gomito e intorno a mezzanotte si sono presentati al centro di accoglienza visibilmente ubriachi e molto agitati. Grazie all’aiuto fondamentale dei poliziotti, che sono vicini al centro di accoglienza a presidiare la zona, i 5 ubriachi sono stati tenuti fuori. Gli agenti hanno poi accompagnato un paio di immigrati in Commissariato, per accertamenti.
di Ma. Gu.

ADNKRONOS

Vip: ex tronista Karim ferito grave in incidente, era ubriaco al volante
Roma, 9 apr. - (Adnkronos) - Karim Capuano, ex tronista di ’Uomini e donne’, e’ rimasto gravemente ferito in un incidente ieri sera sulla via Appia, al km 44, in provincia di Roma. Dagli esami effettuati e’ risultato positivo al test dell’alcol con un tasso (1,5) triplo rispetto a quello consentito. L’ex tronista e’ stato denunciato dal nucleo radiomobile dei carabinieri di Velletri, intervenuti sul posto, per guida in stato di ebbrezza.

CORRIERE DEL VENETO

Jesolo
Sei ragazzi ubriachi alla guida Denunciati. Sequestrata una Porche
Operazione dei carabinieri. Tutti giovani tra i 24 e i 31 anni residenti tra Venezia, treviso, Belluno e Padova
JESOLO - Sei persone, quattro ragazzi e due ragazze, sono state denunciate dai Carabinieri della Compagnia di San Donà di Piave impegnati, dalla mezzanotte alle sei di domenica, in un servizio per contrastare il fenomeno della guida di veicoli in stato di ebbrezza alcolica nel comune di Jesolo. Altri tre giovani, due ragazzi ed una ragazza, si sono visti ritirare la patente, come gli altri sei denunciati, e contestare una sanzione amministrativa di 500 euro.
Il servizio, al quale hanno partecipato militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di San Donà di Piave, della stazione di Jesolo e di Cavallino Treporti, è stato eseguito costituendo dei posti di controllo lungo le vie di accesso principale della città balneare, nel contesto dei quali sono stati eseguiti gli accertamenti con gli apparati alcoltest. Le nove persone che sono incorse nelle contestazioni penali ed amministrative sono giovani dell’età compresa tra i 24 ed i 31 anni, provenienti da vari comuni del Veneto ubicati nella provincia di Venezia, Treviso, Belluno e Padova.
Uno di questi, oltre che ritrovarsi una denuncia per il reato di guida in stato di ebbrezza alcolica, si è visto anche sequestrare una Porsche boxster, così come prevede la normativa nel caso di chi supera il valore di 1.50 g/l di alcol nel sangue. Gli altri giovani che sono stati controllati presentavano un tasso alcolemico compreso tra 0.71 e 1.26 g/l. Nel corso del servizio sono stati eseguiti anche dei controlli amministrativi nei confronti di tre esercizi pubblici, ai quali sono state contestate sanzioni amministrative per un totale di 1.548 euro, per aver esercitato l’attività fuori dai limiti di orario consentiti. 

AGI

VINO: QUELLO ROSSO UN TOCCASANA CON PASTO RICCO DI GRASSI (*)
Trento, 11 apr. - Il vino rosso, soprattutto durante pasti molto grassi, e’ un toccasana per le sue doti antiossidanti. Lo ha appurato uno studio dell’Inran, l’Ente pubblico italiano per la Ricerca in materia di Alimenti e nutrizione, in collaborazione con il Centro ricerca e innovazione della Fondazione Edmund Mach- Istituto Agrario di San Michele all’Adige (Trento) e con il Dipartimento di Scienze Biochimiche dell’Universita’ Sapienza di Roma. La ricerca, finanziata dal Mipaaf nell’ambito del progetto "Nume" Nutrigenomica Mediterranea, e’ stata recentemente pubblicata sul "British Journal of Nutrition". Lo studio e’ stato effettuato su un campione di 12 volontari sani, 6 uomini e 6 donne, tra 24 e 35 anni, a cui e’ stato chiesto di mantenere la dieta abituale e di non prendere medicine o supplementi vitaminici. I soggetti, hanno mangiato un doppio cheeseburger di 200g con 300 ml di acqua; dopo 2 settimane l’esperimento e’ stato ripetuto e il pasto e’ stato accompagnato con 300 ml di vino rosso. "Dai dati dello studio - afferma Fausta Natella, ricercatrice Inran che ha condotto lo studio - e’ emerso che il consumo di vino rosso durante il pasto ha prevenuto l’aumento nel sangue dei prodotti di perossidazione lipidica, sia lipidi idroperossidi che ossidi del colesterolo, che si e’ osservato invece dopo il consumo del pasto con acqua. Questi composti possono avere effetti negativi sulla salute". Secondo la ricercatrice "siamo continuamente esposti all’azione di agenti ossidanti, che si trovano sia nell’ambiente sia in cio’ che mangiamo. La capacita’ di reazione del nostro organismo e’ una determinante essenziale del nostro stato di salute. E noi possiamo contribuire con una dieta appropriata: scegliendo sia alimenti capaci di generare poche scorie ossidate (quindi soprattutto alimenti poveri in grassi) sia alimenti ricchi di antiossidanti (come frutta e verdure). Il vino rosso, se rappresenta una fonte piuttosto ricca di sostanze antiossidanti e’ anche una fonte importante di alcol, che invece e’ tossico per l’organismo. Per questi motivi e’ fondamentale ribadire le parole chiave per il consumo di vino: moderazione e modalita’ di consumo, cioe’ esclusivamente durante i pasti".

(*) Nota: l’alcol causa altre due milioni di morti all’anno. Senza gli alcolici il mondo sarebbe sicuramente più in salute e meno sofferente. Non so se gli alcolici mi farebbero bene o male, ma non li bevo perché so che sicuramente fanno male al mondo.

Premessa.
Questo alfabeto sull’alcol e dintorni lo abbiamo scritto, io e Roberto, dopo che su L’Adige uno dei quotidiani trentini, in occasione del Vinitaly che si è svolto nei giorni scorsi a Verona, aveva pubblicato oltre a vari articoli sull’iniziativa, anche un bell’abc sul vino ed era proprio simpatico e tutto così  sano.
Così insieme a Robi ci siamo messi a pensare e a scrivere un altro alfabeto, partendo dalla A di amore per arrivare alla Z di zero alcol, che abbiamo poi inviato al giornale L’Adige nella speranza che venisse pubblicato.
Per ora niente e ci dispiace perché poteva essere un modo diverso di ricordare il mese di aprile come mese dedicato all’informazione e sensibilizzazione sui problemi legati al consumo di bevande alcoliche, ma il mese di aprile è all’inizio, magari  verrà pubblicato più avanti, nell’attesa lo inviamo all’amico Alessandro sicuri che troverà un po’ di posto nella rassegna stampa.
L’abc dalla A di amore alla  Z di zero alcol, senza grandi pretese, in onore ad Aprile che è il mese dedicato alla prevenzione alcolica e in tutta Italia ci saranno iniziative mirate all’informazione e alla sensibilizzazione delle comunità sui rischi e danni legati al consumo di bevande alcoliche (vino, birra e liquori).

Amore e alcol non si sposano.  L’alcol è una delle più grandi barriere affettive tra le persone, costruisce grandi muri dove l’affetto, le emozioni i sentimenti non entrano o spariscono e così l’amore se ne va.

Bambini e adolescenti hanno il diritto a crescere in un ambiente protetto dalle conseguenze negative legate al consumo di bevande alcoliche e, quanto è più possibile, dalle spinte promozionali a favore delle bevande alcoliche.

Comunità, nelle nostre comunità i problemi alcol correlati sono una delle principali cause di morte, sofferenza e di danno fisico, psichico e sociale.

Danni. I problemi sociali per i danni ed i costi nell’ambito del lavoro e della guida, per i costi in quello dell’assistenza sanitaria e sociale ed in svariati ambiti della vita di una comunità.

Educare e informare le persone degli effetti che il consumo di bevande alcoliche può avere sulla famiglia e la società e delle misure efficaci che  si possono prendere per prevenire o ridurre i possibili danni.

Famiglie, oltre gli evidenti danni fisici l’alcol procura problemi relazionali per le alterazioni che creano nei rapporti interpersonali e soprattutto nelle famiglie, vedere anche lettera A.

Giovani, sono una risorsa importante per il cambiamento della cultura esistente legata all’alcol e delle modalità di consumo a rischio. Dovrebbero essere meglio mobilitati e resi capaci di partecipare al processo di costruzione del loro ambiente e di cambiamento dei comportamenti e delle pratiche a rischio della società adulta.(Organizzazione Mondiale della Sanità)

Horeca. Il canale Holetterie-Restaurant-Cafè  per fortuna batte la fiacca in Italia, forse anche grazie agli etilometri.

Importante  è l’uomo ma il comportamento umano.

Liberi di scegliere di bere alcolici, ma anche liberi di scegliere di non bere alcolici senza condizionamenti più o meno accattivanti, esempio la pubblicità.

Meno è meglio. È lo slogan proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per ridurre i consumi dell’alcol e quindi minori problemi alcol correlati nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità.

Non è vero che : l’alcol  aiuta a sopportare la fatica, l’alcol riscalda,  fa buon sangue, aiuta il sesso ….

OMS. L’Organizzazione Mondiale della Sanità scrive nei suoi documenti che :” Tutelare e proteggere la nostra salute e quella della nostra famiglia è un diritto e un dovere. Difficilmente però cambieremo la qualità delle nostra vita se non impareremo sempre di più a proteggerci in prima persona, per noi stessi e per i nostri cari.”

Promuovere ambienti pubblici, privati e di lavoro, protetti da incidenti, violenza e altre conseguenze negative dovute al consumo di bevande alcoliche.

Quotidianità. L’alcol fa parte della nostra quotidianità. Ovunque, e per qualsiasi occasione, è facilmente reperibile, il suo uso è percepito e apprezzato come mezzo di socializzazione, come modo di rilassarsi e come parte della buona tavola. Con l’alcol ci si sente a proprio agio, qualcosa di familiare, e proprio per questo è difficile essere obiettivi e renderci conto dei rischi e dei disagi che derivano dal suo consumo.

Resveratrolo, antiossidante  contenuto  nei mirtilli, olive, fragole, pomodori, semi di arachide e nell’uva rossa e  che a scadenza fissa gli “ esperti”;  visto che tale sostanza si trova “anche” nel vino rosso (in minima quantità) fanno  scattare l’informazione che bere un bicchiere di vino rosso “fa bene”.

Spesso, interrogandoci in merito alla prevenzione degli incidenti stradali, causati dall’alcol, siamo portati a chiederci come aiutare i giovani a riflettere in merito al loro bere. Ma come è possibile chiedere al giovane di fare cose che l’adulto spesso fa?

Troppi gli incidenti stradali legati all’uso dell’alcol, un incidente stradale  mortale su tre, è alcolcorrelato, basta aprire qualsiasi quotidiano il lunedì mattina, il martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica……

Uva, frutto della vite che può essere  mangiata… e dove possiamo trovare il resveratrolo. Perché gli “esperti” non ci consigliano di consumarne!?

William Shakespeare. Drink provokes the desire, but it takes away the performance”, scriveva William Shakespeare nel Macbeth (‘Bere stimola il desiderio, ma abbassa la performance sessuale’).

Vladimir Hudolin. ( Oguilin, 2 maggio 1922 – Zagabria, 26 dicembre 1996) fu un neurologo psichiatra docente universitario croato,  direttore della clinica di neurologia, psichiatria, alcologia e altre dipendenze dell’ospedale universitario di  Zagabria titolare della cattedra di neurologia, psichiatria e psicologia medica dell’Università di Zagabria, è stato uno dei massimi esperti mondiali sui problemi alcolcorrelati. È stato fautore della nascita di un’ampia rete di Club degli Alcolisti in Trattamento in Italia,  oggi Club Alcologici Territoriali, che favoriscono un nuovo stile di vita più sano di migliaia di famiglie con problemi alcolcorrelati.  Attualmente sono  circa 2 200 distribuiti su tutto il territorio nazionale, di cui ben 160  nel nostro Trentino, Inoltre, i Club sono attivi e diffusi in diversi Paesi del mondo.

Zero alcol.  Quando  è meglio dire zero alcol? Durante la gravidanza e l’allattamento,  fino ai 18 anni di età,  durante la guida ….. se bevi non guidi, se guidi non bere, nei luoghi di lavoro, persone che hanno avuto  problemi  alcol correlati, tutte le persone con malattie croniche o che stiano assumendo farmaci …  e comunque per tutti gli altri il bere alcolici è un comportamento a rischio.

Roberto Cuni & Aurora Curnis - Gruppo Stampa Centro Studi APCAT Trento

 

 

 

 

Martedì, 12 Aprile 2011
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