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Articoli 07/05/2004

Gli incidenti mortali del traffico nel territorio senese ed umbro dell’autostrada del Sole, A1

(Indagine di otto anni presso il Compartimento della Polizia Stradale dell’Umbria dal 1995 al 2002).

Gli incidenti mortali del traffico
nel territorio senese ed umbro
dell’autostrada del Sole, A1

(Indagine di otto anni presso il Compartimento della Polizia Stradale dell’Umbria dal 1995 al 2002).

di Donati L.° Pizzinelli M.* Gabbrielli M.° Maffei U.°


Introduzione
Gli incidenti stradali nel nostro paese determinano gravissime conseguenze, sia sul piano economico, sia, e soprattutto, sulla vita e sulla salute di molte persone, tanto da potersi fare paragoni con eventi bellici. L’ISTAT ha reso noto che nel 2001, nell’intera rete stradale nazionale, sono stati rilevati oltre 220.000 incidenti, che hanno avuto come conseguenza 334.679 feriti e 6.682 morti, cifre sostanzialmente in linea con gli anni precedenti. L’importanza del fenomeno è sottolineata dal fatto che l’Unione Europea si è prefissata già dal ’97 l’obiettivo di ridurre del 40% gli incidenti stradali entro il 2010; risulta pertanto indispensabile la necessità di porre in pratica, da un lato la promozione di programmi educativi sul tema della sicurezza stradale, dall’altro migliorare la qualità delle infrastrutture. Le cause che determinano una tale situazione sono infatti molteplici e devono essere analizzate attentamente: un primo sommario esame fa rilevare che, accanto ad errori umani, spesso conseguenza di comportamenti imprudenti o conseguenza dell’uso-abuso di sostanze psicoattive , ricorrono altri elementi di non secondaria importanza, quali, ad esempio, una segnaletica stradale insufficiente o poco chiara, l’uso di barriere di protezione inappropriate, il manto stradale scarsamente omogeneo e, non ultimo, la ridotta estensione della stessa rete stradale nazionale, non più adeguata al costante aumento del numero di mezzi circolanti. In questo contesto, risulta interessante analizzare quanto avviene sulla rete autostradale, sia per la sua estensione (oltre 6000 Km nel nostro paese ), che per il numero di decessi (750 nel 2000, 730 nel 2001). Si tratta infatti di incidenti che avvengono in condizioni strutturali fondamentalmente omogenee e caratterizzate, da un lato da elementi positivi (separazione dei flussi del traffico, carreggiate multiple, assenza di pedoni e di veicoli particolarmente lenti), dall’altro da una velocità di percorrenza elevata. Proprio il tema della velocità in autostrada è stato recentemente oggetto d’interesse del legislatore: con il Decreto Legge 25 Ottobre 2002, n.236 è stata disposta la diminuzione della velocità massima a 110 Km/h in caso di pioggia, mentre (forse a causa delle polemiche che ha suscitato la proposta) resta da attuare la proposta di elevare a 150 Km/h la velocità di percorrenza di tratti autostradali a tre corsie. Allo scopo di acquisire ulteriori elementi utili per capire, quindi prevenire, il realizzarsi di incidenti stradali, abbiamo deciso di analizzare i dati relativi a quelli verificatesi sul tratto dell’autostrada A1 dal Km 410 (Chiusi Siena) al Km 500+900 (Magliano Sabina Roma), competenza della Polizia Stradale dell’Umbria. Si tratta di un argomento che ha già suscitato l’interesse di chi è a contatto con il problema; si ricordano infatti il contributo dell’Istituto di Medicina Legale e delle assicurazioni dell’Università di Parma, relativo agli accidenti del traffico nel tratto parmense dell’autostrada ed altre pubblicazioni di carattere statistico ed analitico.
Materiali e metodi
I dati sono stati raccolti presso il compartimento della Polizia Stradale dell’Umbria (l’unica Autorità che ha il compito di rilevare gli incidenti stradali che avvengono in Autostrada) e constano di dati analitici (la data, l’ora, il riferimento chilometrico, il comune, il numero di veicoli, il numero dei morti e la dinamica dell’incidente) degli eventi realizzatisi nel periodo compreso tra l’anno 1995 e l’anno 2002. Ci siamo soffermati con particolare interesse sugli eventi mortali, prendendo in considerazione separatamente il dato relativo alla mortalità assoluta ed il dato relativo all’ incidenza degli eventi mortali, operando poi un confronto statistico tra i due dati.
Ripartizione annuale
Nell’ intervallo di tempo considerato (1995-2002) si sono verificati, nel tratto autostradale esaminato, 67 incidenti mortali con 76 vittime; una media di mortalità di 9,5 vittime per anno ed 1,17 per ogni evento incidente. Il dato più negativo è quello relativo al 1996, in cui sono stati osservati 13 incidenti mortali, con 15 decessi. L’analisi della ripartizione annuale ha evidenziato (Fig.1) un aumento della mortalità, tra il 1995 ed il 1996 (da 8 a 15 decessi), con successivo decremento fino al 1999 (5 decessi), un nuovo picco, nel 2000 (11 decessi). Nel 2001 si è registrato un solo incidente mortale; nel 2002 vi sono stati 6 decessi. Il dato relativo agli incidenti mortali rispecchia sostanzialmente il dato mortalità, con la vistosa eccezione del 1999, quando si ha una media di 2 morti per incidente; questo dato è stato determinato da un evento particolarmente grave, in cui persero la vita ben sei persone.
Ripartizione mensile
L’andamento degli incidenti e della mortalità in relazione ai mesi dell’anno sono rappresentati nella Fig. 3, dove si può rilevare che i valori più elevati, si trovano in corrispondenza del mese di Gennaio (10 morti), Aprile (6 morti), Luglio (12 morti), Settembre (11 morti); in particolare, esaminando i dati relativi al mese di Luglio, si può rilevare che, pur in presenza di un non elevato numero di incidenti, la mortalità è elevata perché si ha una media di 2 morti per incidente. Questa ripartizione mensile è sostanzialmente in linea con le statistiche a livello nazionale, significative del fatto che la maggior parte degli incidenti avvengono nel periodo autunnale ed invernale, con il picco degli incidenti estivi in corrispondenza del mese di Luglio .
Ripartizione oraria
Molto interessante è la questione delle ore in cui più frequentemente si verificano incidenti mortali, il grafico della Fig. 4 testimonia la presenza di un picco in corrispondenza delle ore 9.00 (5 morti), con successivo progressivo decremento fino alle ore 12.00, in cui si rileva un solo evento mortale. La mortalità risale poi subito alle ore 13.00 per rimanere piuttosto elevata fino alle ore 22.00, in cui comincia a calare fino ad un valore 0 tra le ore 24.00 e le ore 2.00; poi i valori ricominciano progressivamente ad aumentare. Il picco di mortalità più elevato è in corrispondenza delle ore 13.00. Tale dato è in contrasto con i dati nazionali, in quanto, secondo la distribuzione oraria degli incidenti e della mortalità nel grafico elaborato dall’ISTAT (Grafico 2.8), la mortalità risulta più alta nelle ore in cui l’incidentalità è più bassa, in altre parole il tasso di mortalità è inversamente proporzionale alla densità del traffico: in corrispondenza delle ore di punta, la densità del traffico aumenta ed aumenta anche il tasso di incidentalità.




Per contro, l’andamento orario della mortalità nel tratto da noi analizzato dimostra che nelle ore di punta la mortalità è piuttosto alta, mentre risulta bassa nelle ore notturne, in cui il traffico diventa meno intenso.
Grafico estratto dalla pubblicazione online dell’ISTAT dal titolo: Statistica degli incidenti stradali anno 2001. pg.15 – www.istat.it



Ripartizione topografica (per Km)
Gli incidenti mortali non sono avvenuti in modo omogeneo in tutto il tratto autostradale preso in considerazione. Il numero massimo di vittime risulta in corrispondenza del Km 460, in cui le vittime sono state 6; abbiamo inoltre rilevato che gli eventi verificatisi in corrispondenza di questo Km autostradale si sono verificati perlopiù in mesi invernali, con una frequenza pressoché sovrapponibile tra corsia Sud e Nord. Il tratto che va dal Km 449 al Km 462 ha, tra l’altro, un tasso di mortalità abbastanza elevato,come testimonia anche il grafico nella Fig. 5. Da un sopralluogo effettuato sul tratto in questione e dalle informazioni forniteci dalla Polizia Stradale, abbiamo rilevato una particolare tortuosità della strada, che, per la probabile alta velocità di percorrenza, costituisce un motivo di pericolosità.
Dinamica
Dall’analisi delle dinamiche degli incidenti rilevati, si evince che quella più frequente è stata la fuoriuscita dalla sede stradale (Fig.6); questo tipo di dinamica si ritrova costantemente e variamente distribuita per tutti gli anni considerati e per tutti i tratti autostradali ed è talora legata all’alta velocità. L’altra dinamica più presente è la collisione tra veicoli marcianti nella stessa direzione con frequente coinvolgimento di più di due veicoli.
Un dato che ci pare di particolare interesse ai fini della sicurezza attiva stradale è quello di aver constatato la presenza di ben sei incidenti mortali in cui la dinamica è stata quella del tamponamento di veicoli fermi in sosta o, addirittura, fermi in corsia di emergenza ed alcuni casi di investimento di pedone. Particolarmente grave è un incidente accaduto al Km 458+525 Nord, in cui un veicolo ha saltato la carreggiata (per distrazione del conducente), coinvolgendo così 19 vetture nell’altra carreggiata. La fuoriuscita dalla sede stradale come causa principale di morte è un dato confermato dalle statistiche ISTAT riferite all’anno 2001 . Nel grafico abbiamo riportato, in base ai chilometri, il numero di morti per fuoriuscita dalla sede stradale, confermando la pericolosità del Km 460.
Tipologia di mezzi coinvolti
In complesso sono stati coinvolti 172 veicoli in un totale di 65 incidenti mortali; 127 veicoli rappresentanti la maggioranza di quelli coinvolti (Fig. 7) erano autovetture; 44 erano rappresentati da mezzi pesanti, i quali sono presenti con una certa costanza in tutti gli incidenti, sia misti ad autovetture sia a mezzi dello stesso genere. Da segnalare l’anno 2002, in cui non sono coinvolti mezzi pesanti, nonostante un tasso di mortalità in linea con quello degli altri anni.
Considerazioni conclusive
Da questo studio emergono alcuni elementi relativi alla incidentalità del tratto autostradale esaminato:
• Data l’elevata mortalità che abbiamo rilevato in corrispondenza del Km 460 e dei chilometri subito precedenti e successivi, tutti avvenuti in mesi invernali, emerge, da un lato, la necessità di migliorare le condizioni del tratto in esame, ad esempio intervenendo sul manto stradale, dall’altro, sarebbe opportuno valutare se imporre un limite di velocità inferiore a quello attuale. Attualmente, qualcosa è stato fatto in questa direzione, infatti è stato imposto il limite a 110 Km/h in caso di pioggia (pensiamo alla correlazione che esiste tra condizioni atmosferiche e tasso di incidentalità).
• La ricorrenza della dinamica "fuoriuscita dalla sede stradale" conferma la necessità di elevare le barriere laterali (opera che peraltro è stata da poco iniziata, su questo tratto, dal gestore dell’A1), con lo scopo di mantenere i veicoli all’interno della carreggiata.
• Da non sottovalutare è la ricorrenza dei casi di "tamponamento di veicoli in sosta" o, addirittura, "in corsia di emergenza"; si impone la necessità di misure tese a limitare il fenomeno, misure che non possono certo ritenersi esaurite con l’obbligo dell’uso di giubbotti catarifrangenti in caso di sosta forzata, previsto dal codice della strada dal 1° Gennaio 2004.
• Nella nostra indagine è emersa la massiccia presenza dei mezzi pesanti negli incidenti stradali; pensiamo che, al livello Nazionale, gli autocarri sono aumentati di circa il 4,5% tra l’anno 2000 ed il 2001. Si tratta di una questione connessa alla preponderanza del trasporto delle merci su gomma, la cui incidenza rispetta sostanzialmente ciò che avviene mediamente nel resto dell’U.E.. E’ ben evidente la pericolosità di tali mezzi, sia per la massa sia per la loro velocità.
In conclusione, la riflessione sui dati forniti dalla Polizia Stradale dell’Umbria, ci porta ad affermare che solo una profonda conoscenza delle modalità e delle circostanze in cui si realizzano gli incidenti stradali può permettere di mettere in atto efficaci misure preventive. Tale conoscenza non potrà che scaturire da una collaborazione tra chi rileva le modalità degli incidenti e chi esamina le lesioni dei soggetti infortunati: medici del pronto soccorso, traumatologi e, in caso d’incidenti mortali, i medici legali.
° Dipartimento di Scienze Medico-Legali
e Socio-Sanitarie "G. Bianchini"
dell’ Università degli Studi di Siena
Direttore: Prof. Paolo Martini
* 1° Dirigente Polizia Stradale "Umbria"

di Donati L.° Pizzinelli M.* Gabbrielli M.° Maffei U.°

da "Il Centauro" n.86
Venerdì, 07 Maggio 2004
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