(ASAPS)
RIYADH (ARABIA SAUDITA) – Ha prodotto un vero e proprio terremoto,
in Arabia Saudita, la proposta considerata da molti “blasfema”
o, nella migliore delle ipotesi “rivoluzionaria”, che
concede alle donne il diritto di conseguire la patente e di mettersi
dunque al volante. Eh sì, perché se è vero
che in alcune repubbliche islamiche si è scatenata la guerra
mondiale contro il terrorismo, in altre – considerate “amiche”
dell’occidente – certe nostre consuetudini (non sapremmo
nemmeno come definirle) sono proprio un miraggio. Sono trascorse
appena due settimane dalla messa in discussione dell’iniziativa
politica davanti al consiglio consultivo, dove la proposta è
arrivata dal Parlamento. L’ultima parola, spetterà
ovviamente al monarca, ma il dibattito si è acceso come
un ordigno incendiario e ora divampa sui principali quotidiani
dello stato mediorientale: da una parte gli ultraconservatori,
che non vogliono mollare il tabù (in uno delgi ultimi stati
al mondo dove essere donna è una condanna, nonostante l’ostentazione
di grattacieli e benessere), e dall’altra i progressisti,
che intendono sgretolare il muro altissimo di fondamentalismi
che li divide dal mondo occidentale. Gli “eretici”,
dopo una lunga battaglia, sono riusciti ad ottenere per le donne
il diritto a spostarsi senza l’autorizzazione del marito
o di un uomo della propria famiglia, o quello di sedersi da sole
in un ristorante. Diritti che da noi sono scontati e che cozzano
con alcuni divieti ancora ortodossi che caratterizzano la loro
nuova “libertà” di movimento, condizionata comunque
dall’obbligo di uscire di casa indossando la “abaya”,
una larga tunica nera le deve coprire tutto il corpo. Gli oppositori
al rinnovamento, integralisti tout court, tirano in ballo satana,
ma la loro influenza è ancora fortissima: il Consiglio
dei Grandi Ulema, la massima autorità religiosa del paese,
aveva pubblicato una “fatua” (decreto religioso) nel
1990, stabilendo che concedere la patente alle donne è
“contrario all’Islam”. Ma lo sviluppo del paese,
che vede una crescente presenza di donne occidentali alla testa
delle società che potrebbero consentire all’Arabia
di crescere nel corso dei prossimi anni, ha posto il problema
in termini concreti. Ma per il momento, la proposta è ben
lungi dall’essere approvata. (ASAPS)
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