(ASAPS) PARIGI – È un tasso in forte decrescita,
quello della sinistrosità francese, tanto da spingere
il governo di Raffarin a rivolgere un inedito appello agli automobilisti,
quello “di continuare così”. L’esecutivo
ha reso noto i più che lusinghieri dati del bollettino,
che per la terza volta consecutiva sono preceduti da un confortante
segno meno. “Da 35 mesi, continuiamo a registrare continui
miglioramenti – ha dichiarato orgoglioso il ministro dei
trasporti Gilles De Robien – e il numero delle vittime
della strada, ad eccezione dei soli mesi di settembre 2004 e
di marzo 2005 (sulla cui controtendenza hanno inciso alcuni
eventi plurimortali, ndr)”. L’orgoglio è tanto,
e il dettaglio della statistica conferma che gli impegni assunti
e ribaditi a suon di campagne medianiche e di giri di vite da
parte dei severi gendarmi e degli agenti di polizia nazionale
e locale, hanno dato i risultati sperati, proprio in quei segmenti
più temuti: i morti per incidenti legati ad alcol e velocità,
sono in netta diminuzione. Complessivamente, nel 2004, sono
morte 5.232 persone, l’8,7% in meno rispetto all’annata
precedente, mentre i feriti sono stati 108.727, cifra che ha
fatto segnare il -6,2%. In Francia, rispetto all’Italia,
esiste una voce statistica che tiene il conto anche dei feriti
gravi, la cui diminuzione è ancora più netta,
-9,2%, ma è con il numero complessivo degli incidenti
con lesioni (morti e feriti) che il cerchio si chiude: 85.390,
che ne abbassano il tetto del 5,4%. “In tre anni –
ha sottolineato De Robien – siamo stati in grado di salvare
più di 5mila vite umane. Merito nostro, certo, ma anche
degli automobilisti francesi, che hanno dimostrato condivisione
alle nostre iniziative ed un comportamento sempre più
responsabile. Se i nostri conducenti continueranno a comportarsi
così, potremo scendere sotto la soglia delle 5mila vittime
entro la fine di quest’anno”. E questo significa che
la Francia è già praticamente uno dei tre paesi
europei in cui la strada è più sicura, insidiando
ormai da vicino la Gran Bretagna. Da mesi, ormai, l’Asaps
segue le vicende dei nostri partner europei, e abbiamo segnalato
da tempo le numerose campagne portate avanti in Eurolandia.
Quelle francesi, sono sempre state concentrate nella lotta alla
guida in stato di ebbrezza ed alla velocità eccessiva,
tanto i punti neri sono stati difesi con massicce installazioni
di postazioni radar automatiche. Dovremo aspettare invece ancora
qualche settimana per conoscere i risultati degli sforzi pubblicitari
e informativi sull’uso delle cinture di sicurezza, al centro
di una serie di spot che ne ha consigliato “vivamente”
l’uso anche ai passeggeri posteriori. Vediamo prima di
tutti alcuni particolari. Come abbiamo già evidenziato,
l’alcol è uno dei punti d’orgoglio della politica
del primo ministro: gli incidenti legati all’assunzione
di bevande alcoliche, infatti, sono scesi del 38%, cifra fotocopia
anche del decremento di eventi legati alla velocità.
Sulle strade nazionali e sulle autostrade, i controlli si sono
letteralmente moltiplicati, tanto che sulle arterie a 4 corsie
la mortalità del 2004 è scesa del 27,5%. Il riflesso
sui veicoli commerciali è ancor più evidente,
con un abbassamento delle vittime in eventi concomitanti alla
presenza di tir del 25,2%. Un dato incredibile, che non ha uguali
in Europa, ma che non è ancora completo: anche tra gli
automobilisti, quelli al volante dei normali automobili, la
percentuale di sopravvivenza aumenta, con un calo della mortalità
del 23%. Stona, invece, la situazione dei centauri e quella
dei patentati più giovani (18-24 anni di età),
definita “preoccupante” dal ministro. La mortalità
nelle due categorie di utenti, è infatti cresciuta dello
0,1 e dello 0,7%. Un’analisi superficiale, o quantomeno
erroneamente ottimistica, indurrebbe a ritenere il dato stagnante,
o stazionario. In realtà, dal ministero dicono che c’è
davvero poco da scherzare, visto il rapporto che c’è
tra l’effettiva percorrenza chilometrica media dei centauri
ed il loro pesante tributo di sangue all’asfalto: un’intuizione
che anche ASAPS sta ripetendo ormai da anni, ogni lunedì
mattina. In Francia, infatti, le due ruote non incidono più
dello 0,8% sul volume di traffico, ma sono invece ben presenti
nella graduatoria nera con il 14,5% delle vittime. Molti degli
amanti del manubrio, poi, sono proprio quei giovani nella fascia
d’età compresa tra i 18 ed i 24 anni, che nei fine
settimana fanno segnare gli indici di mortalità più
elevati: il 41% contro il 33% del resto della popolazione. La
notte, poi, il rischio aumenta fino al 56%, contro il 40% dei
conducenti più anziani. “Su questi soggetti –
dice De Robien – dovremo davvero lavorare parecchio. Dovremo
puntare su una maggior formazione, prevenire e in egual misura
reprimere”. Senza dormire troppo sugli allori, ha subito
annunciato la consolidazione delle misure già intraprese
(alcol e velocità) e la messa in opera di un nuovo programma
che entrerà in azione al prossimo rientro scolastico
di settembre, dedicato proprio alle dueruote. Interessante,
in modo particolare, quello già messo a punto e chiamato
“spostamento di prossimità”, che prende spunto
da un’inquietante analisi statistica: tantissimi incidenti
si verificano nel raggio di 2 o 3 chilometri dalla residenza
della vittima. “Abbiamo rilevato una forma di rilassamento
– dice il Ministro – ed abbiamo studiato un sistema
per tenere alta l’attenzione di chi è al volante
o in sella”. (ASAPS).
|